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La fiaba nell’immaginario
dell’infanzia

Lezioni del Prof. Carlo Mariani
Le origini della fiaba
2


       L’origine della fiaba si perde nella stessa antichità del
        mito a cui è accomunata per la tradizione orale e per
        i significati di carattere antropologico e culturale.
       Le fiabe rientrano in quell’immaginario collettivo
        che fa parte della cultura e delle tradizioni dei popoli
        che le hanno tramandate oralmente di generazione in
        generazione in tempi in cui la scrittura non era molto
        praticata rappresentando in modo più o meno
        simbolico riti, usanze, costumi.
Le origini della fiaba
3


                                           La fiaba e la favola appartengono ad
                                           un complesso mondo del fantastico e
                                           dell’immaginario: sono quindi utilizzate
                                           nell’asilo nido e nella scuola
                                           dell’infanzia con la precisa funzione di
                                           favorire la crescita dell’universo
    C'era una volta un principe che
    cavalcava alla luce della luna:        simbolico del bambino, universo
    illustrazione dello svedese John
    Bauer del 1914 per la fiaba l'anello   popolato da ansie e timori, ma anche
    di Helena Nyblom
                                           dalle grandi potenzialità della fantasia.
Le origini della fiaba
4

       Da un punto di vista antropologico e etnologico, la
        fiaba nasce da un unico patrimonio culturale collettivo.
       L’analogia riscontrabile in popoli molto diversi e
        lontani tra loro fa pensare che il materiale di base sia
        comune e che consista, pur con tutte le varianti legate
        al territorio, all’organizzazione sociale e all’ideologia,
        nella realtà dell’uomo e nella sua esperienza di vita
        quotidiana.
Gli studi di Propp: le “funzioni”
5

       Gli studi di Vladimir Propp (Morfologia della fiaba,
        Torino, Einaudi, 1966), hanno contribuito alla
        rivalutazione di questo genere narrativo, aprendo il
        campo anche a nuove metodologie di indagine nei
        testi narrativi, non soltanto di origine folklorica, ma
        anche appartenenti alla cosiddetta “letteratura alta”.
           Folklore: tradizioni popolari
Gli studi di Propp: le “funzioni”
6



                                              Propp ha dimostrato come il
                                               racconto fiabesco si articoli in
                                               una serie di funzioni : egli ha
                                               in sostanza smontato il tessuto
                                               narrativo della fiaba,
                                               scomponendola nei suoi
                                               elementi portanti e strutturali.
    E in un istante si tramutò in una
    meravigliosa piccola fata: illustrazione
    di John Bauer per la fiaba di Alfred
    Smedberg, De sju önskningarna (I
    sette desideri)
Gli studi di Propp: le “funzioni”
7

       Analizzando la tradizione della fiaba russa, Propp ha
        stabilito alcuni principi di fondo:
       1) Nella fiaba ci sono elementi costanti , stabili, e
        questo indipendentemente dall’esecutore o dal modo
        dell’esecuzione. A questi denominatori comuni Propp
        dà il nome di funzioni: il loro numero è limitato,
        riconducendosi infatti a trentuno elementi.
       2) Le funzioni che compaiono in una singola fiaba di
        magia sono limitate a pochi elementi (non compaiono
        cioè tutti e trentuno insieme).
       3) La successione delle funzioni è identica.
Gli studi di Propp: le “funzioni”
8

    1.    Allontanamento                         17.   L’eroe marchiato
    2.    Divieto                                18.   Vittoria sull’antagonista
    3.    Infrazione                             19.   Rimozione della sciagura o mancanza
    4.    Investigazione                               iniziale
    5.    Delazione                              20.   Ritorno dell’eroe
    6.    Tranello                               21.   Sua persecuzione
    7.    Connivenza                             22.   L’eroe si salva
    8.    Danneggiamento o mancanza              23.   L’eroe arriva in incognito a casa
    9.    Mediazione                             24.   Pretese del falso eroe
    10.   Consenso dell’eroe                     25.   All’eroe è imposto un compito difficile
    11.   Partenza dell’eroe                     26.   Esecuzione del compito
    12.   L’eroe messo alla prova dal donatore   27.   Riconoscimento dell’eroe
    13.   Reazione dell’eroe                     28.   Smascheramento del falso
    14.   Fornitura del mezzo magico                   eroe/antagonista
    15.   Trasferimento dell’eroe                29.   Trasfigurazione dell’eroe
    16.   Lotta tra eroe e antagonista           30.   Punizione dell’antagonista
                                                 31.   Nozze dell’eroe
La fiaba nell’universo infantile
9


                                              La fiaba e la favola hanno il
                                               compito di esorcizzare le paure
                                               infantili mettendo a stretto contatto
                                               il bambino con i personaggi del
                                               racconto, personaggi che vengono
                                               schedati in un vero e proprio
                                               catalogo di stereotipi mentali: ad
                                               esempio come buoni e cattivi, o
                                               positivi e negativi.

    Baba Yaga è l'archetipo della donna
    selvaggia: la signora oscura dei boschi
    della mitologia slava. Illustrazione del
    russo Ivan Bilibin
La fiaba nell’universo infantile
10

        La verifica di tale attività viene offerta dalla
         rappresentazione grafica oppure dalla trasposizione
         teatrale della fiaba (drammatizzazione).
        Dal modo in cui il bambino rappresenta i personaggi
         delle fiabe, possiamo capire come egli ne abbia
         assimilato il valore simbolico. Così, ad esempio, il
         lupo viene colorato in nero, e tutti i bambini
         vorrebbero interpretare il personaggio di
         Cappuccetto Rosso o di Biancaneve.
La fiaba nell’universo infantile
11

        L’uso della fiaba e dell’attività fantastica è oggi
         l’attività più ricca di stimoli all’interno del mondo
         infantile anche se non è stato sempre così.
        Negli anni ‘70, quando sono stati messi in discussione
         le ideologie e i valori tradizionali, si è verificata una
         specie di “crisi della fiaba”, insieme al tentativo di
         rimuoverla dal tessuto dell’educazione infantile perché
         vista come attività rigida e schematica ,
         soprattutto per i personaggi femminili: addirittura essa
         viene indicata come la diretta responsabile delle
         paure e dei traumi infantili.
Gianni Rodari, Grammatica della fantasia
12

     «La mente è una sola, La sua creatività va coltivata in tutte le direzioni.
     Le fiabe (ascoltate o inventate) non sono “tutto” quel che serve al
     bambino. Il libero uso di tutte le possibilità della lingua non rappresenta
     che una delle direzioni in cui egli può espandersi.
     Le fiabe servono alla matematica come la matematica serve alle fiabe.
     Servono alla poesia, alla musica, all’utopia, all’impegno politico:
     insomma, all’uomo intero, e non solo al fantasticatore. Servono proprio
     perché, in apparenza, non servono a niente: come la poesia e la musica,
     come il teatro o lo sport (se non diventano un affare).
     Servono all’uomo completo. Se una società basata sul mito della
     produttività (e sulla realtà del profitto) ha bisogno di uomini a metà -
     fedeli esecutori, diligenti riproduttori, docili strumenti senza volontà - vuol
     dire che è fatta male e che bisogna cambiarla. Per cambiarla, occorrono
     uomini creativi che sappiano usare la loro immaginazione».
La fiaba nell’universo infantile
13

        In tempi recenti si è tornati alla fiaba con rinnovato
         interesse, grazie al contributo specifico di alcuni
         studiosi: proprio nel cuore degli anni ‘70, quando più
         viva e forte era la tendenza alla contestazione, veniva
         pubblicato uno dei libri più belli e affascinanti sul tema
         del fiabesco.
        Si tratta del volume di Bruno Bettelheim Il mondo
         incantato. Uso, importanza e significati psicanalitici
         delle fiabe (Milano, Feltrinelli, 1977), destinato a
         riaprire completamente, e da una nuova prospettiva, il
         dibattito.
La fiaba nell’universo infantile
14

        Bettelheim ha dato anche un prezioso contributo allo
         studio del significato psicoanalitico della fiaba e del
         suo utilizzo in campo educativo.
        La vita del bambino è costellata di ansie e paure che
         lo accompagnano durante la sua crescita. I sentimenti
         di odio, amore, rabbia, gelosia, i conflitti giornalieri
         creano nel bambino sensazioni dolorose, pur essendo
         comunque tappe fisiologiche dello sviluppo.
La fiaba nell’universo infantile
15

        La teoria psicoanalitica ha indotto moltissimi
         studiosi a vedere nella fiaba la risoluzione catartica
         dei problemi del bambino in crescita.
        In effetti gli eroi delle fiabe spesso sono giovani che
         devono trovare la loro strada nel mondo, combattendo
         contro l'Orco e il loro iniziale fallimento è interpretato
         in molti casi come l'incapacità di emanciparsi
         dall'influenza dei genitori Orco che non l'aiutano in
         questo processo di formazione.
La fiaba nell’universo infantile
16

        Il messaggio che pervade tutte le fiabe è un
         messaggio di speranza , una speranza che esige
         partecipazione e coinvolgimento: nulla di buono infatti
         potrà accadere a chi rinuncerà alla lotta.
        Il messaggio di speranza è espresso nel lieto fine ed
         è irrinunciabile, fondamentale perché il bambino possa
         identificarsi con le difficoltà dell’eroe o dell’eroina,
         seguirli con il fiato sospeso nelle loro avventure e
         gioire con entusiasmo liberatorio e rassicurante nel
         corso delle loro vittorie.
La fiaba nell’universo infantile
17

        Bettelheim propone anche una distinzione letteraria
         dei differenti prodotti fantastici che erroneamente
         vengono risolti e definiti come fiabe: essi sono il mito,
         la favola e la fiaba, tre varianti di un medesimo
         genere letterario, ma non per questo coincidenti.
La fiaba nell’universo infantile
18

        Il mito rappresenta un modello di narrazione eroica in cui
         l’eroe è attraversato da una ricerca di valori, dall’ambizione
         nell’attuare i suoi generosi ideali: in tale ricerca l’eroe non
         esita a frenare i propri impulsi, cioè la soddisfazione dei propri
         bisogni. In nome di ideali più alti, l’eroe si trattiene al di qua
         del principio di piacere (non porta a compimento il piacere
         perché prima viene il dovere, l’ideale).
        Questo modello di eroe è estremamente inadatto e pericoloso
         per un bambino, in quanto rischia di non farlo sentire
         all’altezza di realizzare quelle imprese eroiche ed esalta quelle
         componenti psicologiche che fanno riferimento al senso del
         dovere.
La fiaba nell’universo infantile
19

        La favola è un testo narrativo in cui il protagonista è
         condizionato da un codice morale fatto di regole
         rigide che implicano ad esempio pesanti punizioni:
        La favola si regge su un contrasto di concetti, tra il
         bene e il male, tra personaggi che indicano bontà,
         lealtà (qualità positive) e tra altri che indicano qualità
         negative
            ad esempio nella Favola della cicala e della formica, i due
             personaggi sono la dimostrazione di questo contrasto. La
             spensierata cicala soffrirà la fame durante l’inverno proprio perché
             non è stata previdente e saggia durante l’estate: al contrario, la
             formica, faticando per mettere da parte le provviste, potrà invece
             sopravvivere all’inverno.
La fiaba nell’universo infantile
20

        Nella favola il contrasto tra il bene e il male è risolto
         sempre a favore del bene, ma il raggiungimento dei
         valori positivi si può ottenere mortificando i desideri,
         rinunciando alla soddisfazione, alle nostre pulsioni
         interiori, e al principio di piacere.
        Anche in questo caso la favola tende a mortificare
         l’autonomia e i desideri del bambino, perché impone
         modelli fortemente adultistici, in cui il principio del
         piacere si scontra con quello della realtà.
La fiaba nell’universo infantile
21

        A differenza degli altri due modelli, la fiaba contiene
         personaggi e situazioni che stanno veramente dalla
         parte del bambino, perché la favola e il mito
         propongono valori per lui inarrivabili, a cui non potrà
         ispirarsi.
La fiaba nell’universo infantile
22

        Un bambino può identificarsi nel modello proposto dalla
         fiaba con un processo di assimilazione e identificandosi con
         l’eroe. All’inizio egli sceglie di soddisfare le proprie attese e si
         identifica in quei personaggi che, come lui, scelgono di
         gratificare desideri e impulsi.
        È in un secondo momento, attraverso la comprensione dei
         meccanismi e delle funzioni narrative , che il bambino
         percepisce il valore simbolico e emblematico della fiaba.
        La fiaba permette al bambino un vero percorso di crescita e di
         innalzamento, di evoluzione graduale e costante insieme al
         tessuto narrativo del racconto, anziché imporre dall’alto (come
         nel mito e nella favola) imperativi categorici, proibizioni,
         comandamenti.
Il tema del fantastico
23
        La fiaba è un patrimonio culturale che possiede la
         qualità di parlare al bambino su due livelli:
        1) quello simbolico, che convoglia le conflittualità
         inconsce dell’individuo;
        2) quello logico, che coincide con la narrazione
Il tema del fantastico
24
        Il bambino è libero di decidere e scegliere il livello che
         meglio gratifica i propri bisogni di comprensione e di
         elaborazione del vissuto.
        Il compito dell’adulto è quello di introdurre il bambino
         in un mondo magico, mai di svelare anticipatamente la
         trama e la struttura della fiaba: per questo il racconto
         deve essere accompagnato da una partecipazione
         empatica.
Il tema del fantastico
25

        I segnali di chiamata, ad esempio “C’era una
         volta...”, “Tanto tempo fa...”, “In un paese molto
         lontano...” ecc. funzionano come campanelli d’allarme e
         avvertenze di richiamo per avvertire il bambino che sta
         entrando in un altro mondo, un mondo che però non va
         confuso con quello di tutti i giorni.
        I segnali di chiamata sono fondamentali perché
         aiutano il bambino a separare il reale dall’irreale: in
         questo modo, rassicurato dal fatto di essere in un
         mondo fantastico, egli potrà lasciarsi andare al libero
         scorrere delle propria immaginazione.
Gli elementi costitutivi della fiaba
26

        Nella fiaba si riconoscono 5 elementi
         fondamentali, che la strutturano e la
         costituiscono:
          1.   Il racconto, legato all’oralità prima e poi alla scrittura
          2.   Il viaggio iniziatico e le pratiche di iniziazione
          3.   I processi di magia
          4.   La dimensione del fantastico e dell’irreale
          5.   Il significato/valore educativo
Gli elementi costitutivi della fiaba
27
        La dimensione del racconto , orale e poi
         scritto, è un’esigenza fondamentale della cultura
         arcaica e moderna. Perché?
            il racconto costruisce percorsi di vita , rassicura,
             ammaestra;
            il racconto è intrattenimento e al tempo stesso
             insegnamento
            il racconto corrisponde ad un’esigenza di
             strutturazione della società.
            La narrativa classica e medievale ha attinto dalla fiaba
             materiali e riferimenti (Omero, Apuleio, Boccaccio,
             Ariosto).
Gli elementi costitutivi della fiaba
28

        Il viaggio inizatico è il tema per eccellenza della
         fiaba. Si trova in quasi tutte le fiabe.
            L’eroe positivo della fiaba deve superare una serie di
             prove prima di arrivare all’obiettivo finale (sposare la
             fanciulla; conquistare un bene simbolico come il castello,
             la patria)
            A questo livello la fiaba contiene il messaggio del
             superamento dell’adoloscenza per giungere
             all’età adulta , tipico delle società arcaiche. Questo
             rituale prevede l’allontamento e la rinascita come
             soggetto più grande, migliore di prima, in sostanza
             adulto.
Alcuni autori da leggere
29

        Fra i trascrittori di fiabe più noti della tradizione
         europea si possono citare Charles Perrault (Francia)
         e i fratelli Grimm (Germania), e i più recenti
         Italo Calvino (Italia) e Aleksander Afanasiev (Russia).
         Fra gli inventori di fiabe più celebri ci sono invece il
         danese Hans Christian Andersen, l'italiano Collodi
         (inventore di Pinocchio) e il britannico James Matthew
         Barrie (Peter Pan).
La lettura della fiaba
30
La lettura della fiaba e gli albi illustrati
31

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La fiaba

  • 2. Le origini della fiaba 2  L’origine della fiaba si perde nella stessa antichità del mito a cui è accomunata per la tradizione orale e per i significati di carattere antropologico e culturale.  Le fiabe rientrano in quell’immaginario collettivo che fa parte della cultura e delle tradizioni dei popoli che le hanno tramandate oralmente di generazione in generazione in tempi in cui la scrittura non era molto praticata rappresentando in modo più o meno simbolico riti, usanze, costumi.
  • 3. Le origini della fiaba 3 La fiaba e la favola appartengono ad un complesso mondo del fantastico e dell’immaginario: sono quindi utilizzate nell’asilo nido e nella scuola dell’infanzia con la precisa funzione di favorire la crescita dell’universo C'era una volta un principe che cavalcava alla luce della luna: simbolico del bambino, universo illustrazione dello svedese John Bauer del 1914 per la fiaba l'anello popolato da ansie e timori, ma anche di Helena Nyblom dalle grandi potenzialità della fantasia.
  • 4. Le origini della fiaba 4  Da un punto di vista antropologico e etnologico, la fiaba nasce da un unico patrimonio culturale collettivo.  L’analogia riscontrabile in popoli molto diversi e lontani tra loro fa pensare che il materiale di base sia comune e che consista, pur con tutte le varianti legate al territorio, all’organizzazione sociale e all’ideologia, nella realtà dell’uomo e nella sua esperienza di vita quotidiana.
  • 5. Gli studi di Propp: le “funzioni” 5  Gli studi di Vladimir Propp (Morfologia della fiaba, Torino, Einaudi, 1966), hanno contribuito alla rivalutazione di questo genere narrativo, aprendo il campo anche a nuove metodologie di indagine nei testi narrativi, non soltanto di origine folklorica, ma anche appartenenti alla cosiddetta “letteratura alta”.  Folklore: tradizioni popolari
  • 6. Gli studi di Propp: le “funzioni” 6  Propp ha dimostrato come il racconto fiabesco si articoli in una serie di funzioni : egli ha in sostanza smontato il tessuto narrativo della fiaba, scomponendola nei suoi elementi portanti e strutturali. E in un istante si tramutò in una meravigliosa piccola fata: illustrazione di John Bauer per la fiaba di Alfred Smedberg, De sju önskningarna (I sette desideri)
  • 7. Gli studi di Propp: le “funzioni” 7  Analizzando la tradizione della fiaba russa, Propp ha stabilito alcuni principi di fondo:  1) Nella fiaba ci sono elementi costanti , stabili, e questo indipendentemente dall’esecutore o dal modo dell’esecuzione. A questi denominatori comuni Propp dà il nome di funzioni: il loro numero è limitato, riconducendosi infatti a trentuno elementi.  2) Le funzioni che compaiono in una singola fiaba di magia sono limitate a pochi elementi (non compaiono cioè tutti e trentuno insieme).  3) La successione delle funzioni è identica.
  • 8. Gli studi di Propp: le “funzioni” 8 1. Allontanamento 17. L’eroe marchiato 2. Divieto 18. Vittoria sull’antagonista 3. Infrazione 19. Rimozione della sciagura o mancanza 4. Investigazione iniziale 5. Delazione 20. Ritorno dell’eroe 6. Tranello 21. Sua persecuzione 7. Connivenza 22. L’eroe si salva 8. Danneggiamento o mancanza 23. L’eroe arriva in incognito a casa 9. Mediazione 24. Pretese del falso eroe 10. Consenso dell’eroe 25. All’eroe è imposto un compito difficile 11. Partenza dell’eroe 26. Esecuzione del compito 12. L’eroe messo alla prova dal donatore 27. Riconoscimento dell’eroe 13. Reazione dell’eroe 28. Smascheramento del falso 14. Fornitura del mezzo magico eroe/antagonista 15. Trasferimento dell’eroe 29. Trasfigurazione dell’eroe 16. Lotta tra eroe e antagonista 30. Punizione dell’antagonista 31. Nozze dell’eroe
  • 9. La fiaba nell’universo infantile 9  La fiaba e la favola hanno il compito di esorcizzare le paure infantili mettendo a stretto contatto il bambino con i personaggi del racconto, personaggi che vengono schedati in un vero e proprio catalogo di stereotipi mentali: ad esempio come buoni e cattivi, o positivi e negativi. Baba Yaga è l'archetipo della donna selvaggia: la signora oscura dei boschi della mitologia slava. Illustrazione del russo Ivan Bilibin
  • 10. La fiaba nell’universo infantile 10  La verifica di tale attività viene offerta dalla rappresentazione grafica oppure dalla trasposizione teatrale della fiaba (drammatizzazione).  Dal modo in cui il bambino rappresenta i personaggi delle fiabe, possiamo capire come egli ne abbia assimilato il valore simbolico. Così, ad esempio, il lupo viene colorato in nero, e tutti i bambini vorrebbero interpretare il personaggio di Cappuccetto Rosso o di Biancaneve.
  • 11. La fiaba nell’universo infantile 11  L’uso della fiaba e dell’attività fantastica è oggi l’attività più ricca di stimoli all’interno del mondo infantile anche se non è stato sempre così.  Negli anni ‘70, quando sono stati messi in discussione le ideologie e i valori tradizionali, si è verificata una specie di “crisi della fiaba”, insieme al tentativo di rimuoverla dal tessuto dell’educazione infantile perché vista come attività rigida e schematica , soprattutto per i personaggi femminili: addirittura essa viene indicata come la diretta responsabile delle paure e dei traumi infantili.
  • 12. Gianni Rodari, Grammatica della fantasia 12 «La mente è una sola, La sua creatività va coltivata in tutte le direzioni. Le fiabe (ascoltate o inventate) non sono “tutto” quel che serve al bambino. Il libero uso di tutte le possibilità della lingua non rappresenta che una delle direzioni in cui egli può espandersi. Le fiabe servono alla matematica come la matematica serve alle fiabe. Servono alla poesia, alla musica, all’utopia, all’impegno politico: insomma, all’uomo intero, e non solo al fantasticatore. Servono proprio perché, in apparenza, non servono a niente: come la poesia e la musica, come il teatro o lo sport (se non diventano un affare). Servono all’uomo completo. Se una società basata sul mito della produttività (e sulla realtà del profitto) ha bisogno di uomini a metà - fedeli esecutori, diligenti riproduttori, docili strumenti senza volontà - vuol dire che è fatta male e che bisogna cambiarla. Per cambiarla, occorrono uomini creativi che sappiano usare la loro immaginazione».
  • 13. La fiaba nell’universo infantile 13  In tempi recenti si è tornati alla fiaba con rinnovato interesse, grazie al contributo specifico di alcuni studiosi: proprio nel cuore degli anni ‘70, quando più viva e forte era la tendenza alla contestazione, veniva pubblicato uno dei libri più belli e affascinanti sul tema del fiabesco.  Si tratta del volume di Bruno Bettelheim Il mondo incantato. Uso, importanza e significati psicanalitici delle fiabe (Milano, Feltrinelli, 1977), destinato a riaprire completamente, e da una nuova prospettiva, il dibattito.
  • 14. La fiaba nell’universo infantile 14  Bettelheim ha dato anche un prezioso contributo allo studio del significato psicoanalitico della fiaba e del suo utilizzo in campo educativo.  La vita del bambino è costellata di ansie e paure che lo accompagnano durante la sua crescita. I sentimenti di odio, amore, rabbia, gelosia, i conflitti giornalieri creano nel bambino sensazioni dolorose, pur essendo comunque tappe fisiologiche dello sviluppo.
  • 15. La fiaba nell’universo infantile 15  La teoria psicoanalitica ha indotto moltissimi studiosi a vedere nella fiaba la risoluzione catartica dei problemi del bambino in crescita.  In effetti gli eroi delle fiabe spesso sono giovani che devono trovare la loro strada nel mondo, combattendo contro l'Orco e il loro iniziale fallimento è interpretato in molti casi come l'incapacità di emanciparsi dall'influenza dei genitori Orco che non l'aiutano in questo processo di formazione.
  • 16. La fiaba nell’universo infantile 16  Il messaggio che pervade tutte le fiabe è un messaggio di speranza , una speranza che esige partecipazione e coinvolgimento: nulla di buono infatti potrà accadere a chi rinuncerà alla lotta.  Il messaggio di speranza è espresso nel lieto fine ed è irrinunciabile, fondamentale perché il bambino possa identificarsi con le difficoltà dell’eroe o dell’eroina, seguirli con il fiato sospeso nelle loro avventure e gioire con entusiasmo liberatorio e rassicurante nel corso delle loro vittorie.
  • 17. La fiaba nell’universo infantile 17  Bettelheim propone anche una distinzione letteraria dei differenti prodotti fantastici che erroneamente vengono risolti e definiti come fiabe: essi sono il mito, la favola e la fiaba, tre varianti di un medesimo genere letterario, ma non per questo coincidenti.
  • 18. La fiaba nell’universo infantile 18  Il mito rappresenta un modello di narrazione eroica in cui l’eroe è attraversato da una ricerca di valori, dall’ambizione nell’attuare i suoi generosi ideali: in tale ricerca l’eroe non esita a frenare i propri impulsi, cioè la soddisfazione dei propri bisogni. In nome di ideali più alti, l’eroe si trattiene al di qua del principio di piacere (non porta a compimento il piacere perché prima viene il dovere, l’ideale).  Questo modello di eroe è estremamente inadatto e pericoloso per un bambino, in quanto rischia di non farlo sentire all’altezza di realizzare quelle imprese eroiche ed esalta quelle componenti psicologiche che fanno riferimento al senso del dovere.
  • 19. La fiaba nell’universo infantile 19  La favola è un testo narrativo in cui il protagonista è condizionato da un codice morale fatto di regole rigide che implicano ad esempio pesanti punizioni:  La favola si regge su un contrasto di concetti, tra il bene e il male, tra personaggi che indicano bontà, lealtà (qualità positive) e tra altri che indicano qualità negative  ad esempio nella Favola della cicala e della formica, i due personaggi sono la dimostrazione di questo contrasto. La spensierata cicala soffrirà la fame durante l’inverno proprio perché non è stata previdente e saggia durante l’estate: al contrario, la formica, faticando per mettere da parte le provviste, potrà invece sopravvivere all’inverno.
  • 20. La fiaba nell’universo infantile 20  Nella favola il contrasto tra il bene e il male è risolto sempre a favore del bene, ma il raggiungimento dei valori positivi si può ottenere mortificando i desideri, rinunciando alla soddisfazione, alle nostre pulsioni interiori, e al principio di piacere.  Anche in questo caso la favola tende a mortificare l’autonomia e i desideri del bambino, perché impone modelli fortemente adultistici, in cui il principio del piacere si scontra con quello della realtà.
  • 21. La fiaba nell’universo infantile 21  A differenza degli altri due modelli, la fiaba contiene personaggi e situazioni che stanno veramente dalla parte del bambino, perché la favola e il mito propongono valori per lui inarrivabili, a cui non potrà ispirarsi.
  • 22. La fiaba nell’universo infantile 22  Un bambino può identificarsi nel modello proposto dalla fiaba con un processo di assimilazione e identificandosi con l’eroe. All’inizio egli sceglie di soddisfare le proprie attese e si identifica in quei personaggi che, come lui, scelgono di gratificare desideri e impulsi.  È in un secondo momento, attraverso la comprensione dei meccanismi e delle funzioni narrative , che il bambino percepisce il valore simbolico e emblematico della fiaba.  La fiaba permette al bambino un vero percorso di crescita e di innalzamento, di evoluzione graduale e costante insieme al tessuto narrativo del racconto, anziché imporre dall’alto (come nel mito e nella favola) imperativi categorici, proibizioni, comandamenti.
  • 23. Il tema del fantastico 23  La fiaba è un patrimonio culturale che possiede la qualità di parlare al bambino su due livelli:  1) quello simbolico, che convoglia le conflittualità inconsce dell’individuo;  2) quello logico, che coincide con la narrazione
  • 24. Il tema del fantastico 24  Il bambino è libero di decidere e scegliere il livello che meglio gratifica i propri bisogni di comprensione e di elaborazione del vissuto.  Il compito dell’adulto è quello di introdurre il bambino in un mondo magico, mai di svelare anticipatamente la trama e la struttura della fiaba: per questo il racconto deve essere accompagnato da una partecipazione empatica.
  • 25. Il tema del fantastico 25  I segnali di chiamata, ad esempio “C’era una volta...”, “Tanto tempo fa...”, “In un paese molto lontano...” ecc. funzionano come campanelli d’allarme e avvertenze di richiamo per avvertire il bambino che sta entrando in un altro mondo, un mondo che però non va confuso con quello di tutti i giorni.  I segnali di chiamata sono fondamentali perché aiutano il bambino a separare il reale dall’irreale: in questo modo, rassicurato dal fatto di essere in un mondo fantastico, egli potrà lasciarsi andare al libero scorrere delle propria immaginazione.
  • 26. Gli elementi costitutivi della fiaba 26  Nella fiaba si riconoscono 5 elementi fondamentali, che la strutturano e la costituiscono: 1. Il racconto, legato all’oralità prima e poi alla scrittura 2. Il viaggio iniziatico e le pratiche di iniziazione 3. I processi di magia 4. La dimensione del fantastico e dell’irreale 5. Il significato/valore educativo
  • 27. Gli elementi costitutivi della fiaba 27  La dimensione del racconto , orale e poi scritto, è un’esigenza fondamentale della cultura arcaica e moderna. Perché?  il racconto costruisce percorsi di vita , rassicura, ammaestra;  il racconto è intrattenimento e al tempo stesso insegnamento  il racconto corrisponde ad un’esigenza di strutturazione della società.  La narrativa classica e medievale ha attinto dalla fiaba materiali e riferimenti (Omero, Apuleio, Boccaccio, Ariosto).
  • 28. Gli elementi costitutivi della fiaba 28  Il viaggio inizatico è il tema per eccellenza della fiaba. Si trova in quasi tutte le fiabe.  L’eroe positivo della fiaba deve superare una serie di prove prima di arrivare all’obiettivo finale (sposare la fanciulla; conquistare un bene simbolico come il castello, la patria)  A questo livello la fiaba contiene il messaggio del superamento dell’adoloscenza per giungere all’età adulta , tipico delle società arcaiche. Questo rituale prevede l’allontamento e la rinascita come soggetto più grande, migliore di prima, in sostanza adulto.
  • 29. Alcuni autori da leggere 29  Fra i trascrittori di fiabe più noti della tradizione europea si possono citare Charles Perrault (Francia) e i fratelli Grimm (Germania), e i più recenti Italo Calvino (Italia) e Aleksander Afanasiev (Russia). Fra gli inventori di fiabe più celebri ci sono invece il danese Hans Christian Andersen, l'italiano Collodi (inventore di Pinocchio) e il britannico James Matthew Barrie (Peter Pan).
  • 30. La lettura della fiaba 30
  • 31. La lettura della fiaba e gli albi illustrati 31