Strumenti per la sostenibilità ambientale: casi applicativi - Federico Balzan
1. Progetto
GREEN ROSE Sostenibilità e sviluppo competitivo
II Workshop
Green Marketing
16 novembre 2012
Dalle ore 9.00 alle 18.00
c/o VEGA Edificio Auriga – Aula formazione - Primo Piano Via della Libertà n° 9 -
Marghera VE
Strumenti per la sostenibilità ambientale:
casi applicativi
Federico Balzan
eAmbiente Srl
f.balzan@eambiente.it
2. NOI
Il team
Fondata nel 2002 da Gabriella Chiellino, prima laureata in Italia in Scienze
Ambientali, eAmbiente è diventata una società di consulenza e ingegneria
ambientale preparata ed attiva in tutta Italia ed in Europa.
3. COSA FACCIAMO
I lavori
Competenza
Analisi e valutazioni
ambientali Eccellenza
Gestione e controllo ambientale
Ricerca e sviluppo
Innovazione
Riqualificazione siti contaminai
e bonifiche ambientali
4. DOVE SIAMO
Le sedi
CONEGLIANO
Ufficio amministrativo
Via Manin, 276 31015 ROMA
Ufficio commerciale
VENEZIA Piazza A. Mancini, 4
Ufficio operativo 00196
VEGA Park
Via delle Industrie, 9 30175
MILANO
Ufficio commerciale
Via Tiziano, 15 20145
WEB www.eambiente.it
5. Di cosa parleremo?
Casi pratici
1 Il progetto Carbomark
2 L’analisi del ciclo di vita - LCA
3 Il Carbon footprint e la compensazione
4 FSC PEFC
5 Bilancio di sostenibilità
6 ISO 14001
7 EMAS
6. 1 Progetto CARBOMARK
I partner e i contractor
Progetto LIFE07 ENV/IT/000388
Regione Veneto – Direzione Foreste
Regione Friuli Venezia-Giulia – Direzione Foreste
Università degli Studi di Padova
Università degli Studi di Udine
eAmbiente Srl
7. 1 Progetto CARBOMARK
Obiettivi ed azioni
Il progetto ha l’obiettivo di attivare un mercato locale del carbonio, di dimensione
regionale, come strumento per la riduzione delle emissioni di GHG e di contrasto dei
cambiamenti climatici.
Il sistema proposto è coerente con il Protocollo di Kyoto e con la direttiva 2003/87/CE
che introduce a livello comunitario l’Emission Trading Scheme.
Le azioni previste dal progetto comprendono:
−Coinvolgimento degli “emettitori” e degli “assorbitori”;
−Attivazione di un mercato locale del carbonio;
−Monitoraggio tecnico-scientifico per la quantificazione della CO2 effettivamente
emessa ed assorbita e certificazione del rispetto dei “disciplinari”;
−Disseminazione dei risultati a livello regionale, nazionale e comunitario.
8. 1 Progetto CARBOMARK
Gli attori
Venditori di crediti Acquirenti di crediti
I venditori di crediti sono Gli acquirenti del mercato sono
rappresentati da proprietari piccole e medie imprese,
forestali, enti pubblici locali, singoli multiutility e aziende di servizi che
privati che adottano misure agro- non sottostanno agli obblighi di
forestali che contribuiscono al riduzione previsti dal Protocollo di
sequestro di carbonio. L’adesione Kyoto, ossia non sono comprese
al mercato avviene previa verifica dei nell’Allegato I alla Direttiva
requisiti di eleggibilità del venditore e 2009/29/CE sul sistema per lo
delle azioni di mitigazioni adottate. scambio di quote di emissione di CO2.
9. 1 Progetto CARBOMARK
Crediti da gestione forestale
Funzione climatica, necessario piano di assestamento, permanenza
garantita 30 anni, addizionalità rispetto al Protocollo di Kyoto*
Il proprietario forestale si impegna a destinare parte dell’incremento
disponibile per il taglio al mantenimento dello stock di carbonio,
effettuando dunque un risparmio dell’incremento legnoso volontario ed
aggiuntivo rispetto agli obblighi imposti dalla normativa forestale, agli
standard locali e regionali pregressi e coerente con le linee di politica
forestale regionale.
*CAP per l’Italia pari a 10.2 x 106 MgCO2e yr-1
nel periodo 2008-2012 corrispondenti a 0.97 MgCO2e
ha-1 yr-1 su una superficie boscata nazionale pari
a 8.759.200 ha
10. 1 Progetto CARBOMARK
Come immagazzinare CO2 con le foreste?
Aumentare la provvigione in bosco
1. Risparmiare parte dell’incremento1
2. Migliorare boschi a bassa densità
Tutti gli interventi di
• creazione di nuovi boschi (dopo
1990)
• ricolonizzazione naturale
Rientrano totalmente nel conteggio
nazionale per il Protocollo di Kyoto,
quindi non sono crediti vendibili sul
mercato volontario.
1 - rispetto a quanto previsto dalle leggi regionali in vigore (DGR
1252/2004 tagliare meno dell’incremento e DGR 3956/07)
11. 1 Progetto CARBOMARK
Prerequisiti per proprietario forestale
Presenza di un piano di riassetto/gestione del bosco
Calcolo a livello di Piano
Dati delle singole particelle
Solo particelle produttive
•Durata minima del progetto (permanenza) 30 anni
•Crediti vendibili ex-ante
•Monitoraggio con la revisione del piano
12. 1 Progetto CARBOMARK
Incremento della provvigione
provvigione incremento utilizzato
120
115
110
Biomassa (m3)
105
CREDITO DI CARBONIO VENDUTO
100
95
90
2000 2010 2020 2030 2040
anni (revisione del piano)
13. 1 Progetto CARBOMARK
Aspetti critici
1. Addizionalità: impegno volontario a utilizzare meno di
quanto previsto per legge (o consuetudine)
2. Doppio Conteggio: rispetto agli impegni internazionali
dell’Italia nell’ambito del PK
85% del totale utilizzabile
Credito utilizzabile = scontato del contributo regionale per il sink
nazionale (a contrasto delle emissioni da incendi)
3. Permanenza (stabilità dell’immagazzinamento):
Area buffer a compensazione di eventuali rilasci di carbonio dovuti a
disturbi biotici ed abiotici:
rischio di propagarsi di incendi
rischio di attacchi parassitari
rischio di schianti
14. 1 Progetto CARBOMARK
Metodologia: il calcolo del credito
Risparmio dell’incremento
Calcolo per gli
assorbitori
Superficie
Un esempio di calcolo per il risparmio dell’incremento
della
nel credito da gestione forestale.
particella
Incremento
Fattore di
Ripresa CAP =
conversione
impegno Italia
espansione
= 1,16
Provvigione biomassa
MgCO2eq
media persa in
Italia ad ettaro
15. 1 Progetto CARBOMARK
Metodologia: il calcolo del credito
Risparmio dell’incremento
Calcolo per gli
assorbitori Provvigione normale
R potenziale 10% contributo
15% impegni Kyoto
85% Rp
Disturbi = Area buffer
85% Rp - disturbi Utilizzazioni =
Ripresa reale
CO2 eq Credito generato
Ripresa potenziale
Ripresa reale
Incidenza disturbi
naturali
16. 1 Progetto CARBOMARK
Crediti da prodotti legnosi
Sostituzione di materiali ad alta densità energetica (acciaio), addizionalità
rispetto al business as usual (BAU), permanenza garantita 30 anni.
Ai fini della generazione del credito, saranno considerati solo gli
edifici/infrastrutture realizzati o da realizzarsi che determinino un aumento
nelle riduzioni di CO2 rispetto ad uno scenario di business as usual
(BAU).
17. 1 Progetto CARBOMARK
Il conteggio
in cui Vl è il volume di legno utilizzato in edilizia (m 3 legno), Vc è il volume
totale costruito (m3 costruito),
0,24 è un coefficiente di riduzione dedotto da CNEL 1 (2001) per riferire la
BAU (m3 legname / m3 edificato) al solo legno per usi strutturali.
1 - Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro
18. 1 Progetto CARBOMARK
Crediti da forestazione urbana
Nuove afforestazioni, miglioramento della gestione del verde pubblico.
Pertanto, rientrano nell’attività di gestione del verde pubblico “l’insieme
delle operazioni di messa a dimora e/o mantenimento di verde pubblico
per aumentare lo stock di carbonio considerando anche le emissioni di
CO2 derivanti dall’esecuzione di queste operazioni”.
19. 1 Progetto CARBOMARK
Stock e sink
L'attività fissativa del C non è legata allo stock ma al sink, ovvero alla
variazione dello stock.
Il concetto di assorbimento non è associato pertanto al numero di alberi
ma all'incremento di biomassa.
Se un albero cresce da zero a 1m3 in un anno e ha un BCEF (Biomass
Conversion and Expansion Factors) di 0,7, in quell'anno fissa 1,28 t di CO 2
(1 m3 * BCEF) * 0,5 * 44/12 = 1 * 0,7 * 0,5 * 3,67 = 1,28t di
CO2
STOCK SINK
20. 1 Progetto CARBOMARK
Crediti da biochar
Pirolisi
Operazioni per la produzione di biochar attraverso il processo di pirolisi e
la sua messa a dimora nel suolo per aumentare lo stock di carbonio al
netto delle emissioni di GHG derivanti dall’esecuzione di queste
operazioni.
Il beneficiario del credito di carbonio derivante dalla produzione e utilizzo
di biochar come ammendante del suolo è il proprietario del
pirolizzatore.
Il biochar è un composto
ricco di carbonio
prodotto dalla pirolisi
di biomassa vegetale.
21. 1 Progetto CARBOMARK
Metodologia: il calcolo del credito
Calcolo per gli
emettitori Un numero di tonnellate di
CO 2
Il calcolo del Carbon footprint fornisce le
tonnellate di CO2 equivalente prodotte in
CO2 totale
una anno da un’organizzazione;
CO2 ridotta
L’organizzazione riduce le emissioni con un
piano di abbattimento (migliorie tecnologiche,
logistica ecc.);
CO2
compensata
Quindi compensa in parte le emissioni
rimanenti.
Prima ridurre, poi compensare
22. 1 Progetto CARBOMARK
Metodologia: il calcolo del credito
I confini del sistema - 1
CO2 eq
CO2 eq CO2 eq
CO2 eq CO2 eq
Materie
prime
Prodotto finito -
fine vita
METODO di valutazione delle emissioni dirette
I confini del sistema per il calcolo devono essere riferiti alle attività di
pertinenza dell’organizzazione sottoposta alle procedure di calcolo.
23. 1 Progetto CARBOMARK
Metodologia: il calcolo del credito
Soglie
Limite compensazione: la quota di compensazione massima ammissibile non può
superare il 20% delle emissioni calcolate al momento della adesione al mercato.
Tale limite viene fissato per evitare che prevalga un approccio esclusivamente votato alla
compensazione e non integrato in un quadro anche di riduzioni delle emissioni.
Viene comunque richiesto all’organizzazione un impegno alla riduzione delle
emissioni nel tempo che l’azienda deciderà autonomamente.
CO2 eq
CO2 eq CO2 eq
CO2 eq
CO2 eq
Materie
prime
Prodotto finito -
CO2
fine vita
compensata
24. 1 Progetto CARBOMARK
Metodologia: il calcolo del credito
I confini del sistema - 2
Materie
prime Lavorazione Prodotto
finito
CO2 eq
Smaltimento
CO2 eq CO2 eq
CO2 eq CO2 eq
METODO di valutazione delle emissioni di filiera
Il metodo di calcolo valuta oltre alle emissioni direttamente connesse
all’attività dell’organizzazione anche la filiera produttiva.
25. 1 Progetto CARBOMARK
Metodologia: il calcolo del credito
Limite compensazione: la quota di compensazione massima ammissibile viene fissata fino ad
un massimo del 50% dell’obbiettivo di riduzione delle emissioni.
L’obiettivo di riduzione deve essere pari almeno al 5%.
Tale obiettivo può essere raggiunto in 5 anni.
Materie Soglie
prime
Lavorazione Prodotto
finito
CO2 Smaltimento
eq
CO2 CO2 CO2 CO2
eq eq eq eq
Obiettivo di riduzione
della CO2
CO2
compensata
26. 1 Progetto CARBOMARK
Le 20 aziende/enti che hanno aderito a Carbomark
28. 1 Progetto CARBOMARK
Prezzi indicativi dei crediti per tipologia
29. 1 Progetto CARBOMARK
Transazioni
Transazioni già avvenute:
Cismon del Grappa (Vicenza) 100t
a 4.000 euro
Caltrano (Vicenza) 50t a 1.500
euro
Lusiana (Vicenza) 100t a 4.000
euro
30. 1 Progetto CARBOMARK
E dopo?
NON si vincolerà l’accesso al mercato all’utilizzo di un software MA alla
conformità ad alcuni protocolli i quali dovranno essere trasparenti nella
metodologia e riconosciuti a livello internazionale.
GHG Protocol Initiative http://www.ghgprotocol.org/
ISO CD/14064-1 e ISO CD/14064-2 Greenhouse gases - Part 1
and Part 2: Specification for the quantification, monitoring and reporting
of organization emissions and removals.
DEFRA*- Guida su come misurare e fare il reporting delle emissioni
di gas serra
(
http://www.defra.gov.uk/environment/business/reporting/pdf/ghg-guidance.pdf
).
Altro (valutati dall’Osservatorio)…
*Defra è il dipartimento del governo britannico responsabile per la politica e
regolamentari in materia all'ambiente, al cibo e affari rurali
31. 1 Progetto CARBOMARK
Un po’ di numeri
TOTALE = 137.264 t di CO2 nel 2009
Considerando una pianta media di 35 cm di diametro (misurato ad altezza 1, 30 cm)
di altezza 20 m, la massa della parte epigea può essere stimata in circa 1 m 3 (dati
tavole di cubatura).
Da studi effettuati sulla capacità di assorbimento da parte delle foreste del Veneto e
secondo la formula definita dal Progetto Carbomark si può stimare che in 1 m 3 di
massa legnosa viene stoccata circa 1 tonnellata di CO2.
32. 2 L’analisi del ciclo di vita – LCA
Le scelte
− Come valutare le prestazioni ambientali di un prodotto?
− Dove individuare le fasi di processo che possono essere ottimizzate (Ecodesign)?
− Come comunicare oggettivamente ai propri clienti le scelte virtuose volte al
risparmio dei materiali/energetico?
? ? ?
33. 2 L’analisi del ciclo di vita – LCA
Valutazione del ciclo di vita
Metodo oggettivo di valutazione e quantificazione dei carichi energetici ed
ambientali e degli impatti potenziali associati ad un prodotto/processo/attività
lungo l’intero ciclo di vita, dall’acquisizione delle materie prime al fine vita.
Prodotto Distribuzione
risorse
energia
Manifattura Fase d’uso impatti
impatti
Materiali Smaltimento
34. 2 L’analisi del ciclo di vita – LCA
Le differenze
LCA
Valutazione per tutto il ciclo di vita di un prodotto/processo relativamente a
numerose categorie di impatto: acidificazione, eutrofizzazione, uso del territorio ecc.
CARBON FOOTPRINT
Valutazione per tutto il ciclo di vita di un prodotto/processo relativamente alla
categoria di impatto “Riscaldamento globale” (espressa in CO 2 eq.)
Carbon
footprint
LC La Carbon Footprint è di fatto
A una parte di un LCA.
35. 2 L’analisi del ciclo di vita – LCA
Possibili percorsi
Studio di screening Studio completo EPD
ai sensi delle norme Environmental Product
UNI EN ISO 14040:2006 Declaration
UNI EN ISO 14044:2006
Comunicazione
Comunicazione
Possibile Verifica di un Ente
Terzo su metodologia
interna
Comunicazione /
Ecodesign Possibile Certificazione di
un Ente Terzo ai sensi
degli standard
Tempo + risorse interne per reperimento dati
36. 2 L’analisi del ciclo di vita – LCA
Come si fa?
Software
SimaPro 7.2.4 analyst
Dati primari
provenienti dal sistema
LCA gestionale interno e dai
fornitori
Dati secondari
da database internazionale
Ecoinvent et al.
37. 2 L’analisi del ciclo di vita – LCA
Che dati mi servono?
Materiali e risorse
Collaborazione con vostre Risorse interne
Materiali componenti, m3 acqua…
Attività produttive Elaborazione
kWh energia, m3 gas…
Attività amministrative
kWh energia
m3 gas
Mobilità aziendale
Trasporti
Km percorsi
Tipologia di carico
Classe dei mezzi (Euro 3)
Fase d’uso
kWh energia
Rifiuti
Kg prodotti
Scenari di smaltimento
38. 2 L’analisi del ciclo di vita – LCA
Che dati mi servono?
Metodo di Categorie di
calcolo impatto
− Acidificazione
− Eutrofizzazione
Mid-Point − Riscaldamento globale
Valuta le cause − Assottigliamento dello strato di ozono
del danno − Ossidazione fotochimica
Elaborazione − Uso del territorio
− Combustibili fossili
− Ecotossicità
− Radiazioni ionizzanti
− Ecc.
− Salute umana
End-Point − Qualità degli
Valuta il danno
ecosistemi
− Deperimento delle
risorse naturali
39. 2 L’analisi del ciclo di vita – LCA
Un esempio reale
LCA di 7 differenti packaging OBIETTIVO ottenere una
quantificazione dell’impatto
ambientale associato a
differenti modalità di
fornitura della Pepsi
40. 2 L’analisi del ciclo di vita – LCA
La nostra esperienza
Fase Anno Azione Validazione
Studio di screening con Validazione ENEA, partner
Luglio 2009 – Gennaio 2010
metodologia LCA nello studio
I
Presentazione dello studio di
Febbraio 2010 screening al I Forum Ho.Re.Ca. di
Cernobbio (Como)
Studio completo con Verifica DNV, ente terzo
Luglio 2010 – Gennaio 2011 indipendente
metodologia LCA
II
Presentazione dello studio
Febbraio 2011 completo al II Forum Ho.Re.Ca. di
Cernobbio (Como)
41. 2 L’analisi del ciclo di vita – LCA
Unità funzionale
“Materia od energia:
•che entra nel sistema allo studio, prelevati dall’ambiente senza nessuna
preventiva trasformazione operata dall’uomo;
•che esce dal sistema allo studio, scaricata nell’ambiente senza nessuna
ulteriore trasformazione operata dall’uomo”.
L’unità funzionale dello studio è la fornitura di un litro di Pepsi
refrigerata Permette la comparazione delle prestazioni fornite
dai 7 packaging.
42. 2 L’analisi del ciclo di vita – LCA
Esempio raccolta dati
Fase di fornitura materie prime e semilavorati:
n pz x
size materiale peso
scatola
Packaging
PE; HDPE /
10 LT 91,5 gr 250
LLDPE/TPE
confezione componenti nr peso peso conf.
materiale Confezione
1 scatola cartone 1 1,7 Kg 24,7 Kg
Sacco del peso tot nr pallet x peso
componenti tipologia materiale nr peso
pallet automezzo kg
BIB Pallet
12.98
pallet legno 1 10 Kg 405,7 Kg 32
3
estensibile LLPDE 1 0,5 Kg
scatola carta 16 24,7 Kg
tipo di
sito di provenienza sito di arrivo tot km tonnellaggio
automezzo
Trasporto
BREDA - OLANDA SCORZE' ( VE) 1240 EURO 3 12.983
43. 2 L’analisi del ciclo di vita – LCA
Esempio raccolta dati
Fase di distribuzione:
Litri trasportati ed incidenza sul totale
Enviromental Travels Transported km per Transported
Class Numb. % Travels Covered Km Litre % sul totale viaggio tonnes
Bilico-EURO 0 42 0,51 18200 828789,59 0,44 433,33 828,79
Bilico-EURO 1 69 0,84 20285 949122,97 0,51 293,99 949,12
Bilico-EURO 2 1197 14,58 347324 23451822,31 12,57 290,16 23451,82
Bilico-EURO 3 4943 60,21 1829352 116929086,6 62,69 370,09 116929,09
Bilico-EURO 4 635 7,73 240440 14738542,17 7,9 378,65 14738,54
Bilico-EURO 5 1177 14,34 443445 28605635,88 15,34 376,76 28605,64
Van-EURO 3 9 0,11 1635 65053,05 0,03 181,67 65,05
Van-EURO 4 103 1,25 19455 699726,93 0,38 188,88 699,73
Van-EURO 5 35 0,43 5900 239003,87 0,13 168,57 239
186.506.783 100 186506,78
44. 2 L’analisi del ciclo di vita – LCA
Che cosa scopro?
Unità equivalenti
CO2 eq.
kg SO2 eq.
kg CFC-11 eq.
I risultati vengono espressi in:
“Eco-punti”
Unità equivalenti normalizzate tra
loro, ossia con percentuale divisa sul
totale europeo.
Legenda delle categorie
Deperimento risorse naturali
Qualità degli ecosistemi
Salute umana
45. 2 L’analisi del ciclo di vita – LCA
Risultati - caratterizzazione
MINORE E’ IL VALORE IN ORDINATA, MINORI SONO GLI IMPATTI E VICEVERSA
FUSTI E BIB I PRODOTTI MIGLIORI
46. 2 L’analisi del ciclo di vita – LCA
Risultati - normalizzazione
MINORE E’ IL VALORE IN ORDINATA, MINORI SONO GLI IMPATTI E VICEVERSA
FUSTI E BIB I PRODOTTI MIGLIORI
47. 2 L’analisi del ciclo di vita – LCA
Risultati - comparazione
UNITA’ EQUIVALENTI CHE CONSENTONO LA COMPARAZIONE TRA GLI SCENARI
Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3b
Categoria Scenario 4b Scenario 5b Scenario 6 Scenario 7b
Unità (fusto (fusto (bottiglia
d'impatto (vetro VAP) (lattina) (BIB) (vetro VAR)
premix) postmix) PET)
Abiotic
kg Sb eq 1,15E-03 6,20E-04 2,55E-03 6,69E-03 1,76E-03 6,31E-04 1,08E-03
depletion
Acidification kg SO2 eq 6,28E-04 4,09E-04 1,22E-03 3,59E-03 1,11E-03 3,79E-04 7,31E-04
kg PO4---
Eutrophication 5,95E-05 3,19E-05 1,73E-04 3,73E-04 9,89E-05 3,14E-05 6,71E-05
eq
Global
warming kg CO2 eq 1,53E-01 8,62E-02 2,85E-01 5,67E-01 2,44E-01 8,14E-02 1,46E-01
(GWP100)
Ozone layer
kg CFC-11
depletion 1,51E-08 7,17E-09 4,97E-08 7,77E-08 1,86E-08 6,83E-09 1,36E-08
eq
(ODP)
Photochemical
kg C2H4 2,58E-05 1,63E-05 5,59E-05 1,42E-04 6,29E-05 1,60E-05 2,88E-05
oxidation
48. 2 L’analisi del ciclo di vita – LCA
Che cosa scopro?
I risultati vengono espressi anche in forma di rete per
controllare i processi di tutto il ciclo di vita del prodotto
49. 2 L’analisi del ciclo di vita – LCA
La comunicazione
50. 2 L’analisi del ciclo di vita – LCA
Un altro esempio
51. 2 L’analisi del ciclo di vita – LCA
I confini del sistema
52. 2 L’analisi del ciclo di vita – LCA
I prodotti
In questo caso i prodotti non
sono comparabili, dunque
vengono studiati in ottica di
ECO Design
53. 3 Il Carbon footprint e la compensazione
Il contesto
PgC = petagrammi di carbonio = 1015 grammi di carbonio
54. 3 Il Carbon footprint e la compensazione
Il contesto
55. 3 Il Carbon footprint e la compensazione
Perché il carbon footprint
La CO2 è il maggior gas ad effetto serra (come quantità) ed è anche un gas che, sebbene sia presente in
natura e sia necessario per la vita delle piante, è prodotto anche dalle attività umane (combustioni ecc.). In
epoca recente, è aumentata la sua concentrazione in atmosfera. L’aumento di concentrazione è dovuto
principalmente alle attività umane, ragion per cui si dice che si tratta di CO2 antropogena. Gli scambi
nell’equilibrio dinamico della CO2 in atmosfera sono principalmente due:
Foglie fotosintesi
6 CO2 + 6 H2O + Luce (energia) → C6H12O6
(Glucosio) + 6 O2 (Ossigeno)
Batteri Respirazione cellulare
C6H12O6 + 6O2 → 6CO2 + 6H2O + 36/38
molecole of ATP (Adenosin trifosfato
comune forma di scambio di energia nelle
cellule).
56. 3 Il Carbon footprint e la compensazione
L’effetto serra
Se l’equilibrio dinamico in atmosfera venisse alterato, si crea il fenomeno dell’effetto
serra.
L’effetto serra è un fenomeno di riscaldamento globale dovuto all’incremento di
concentarzione di gas nell’atmosfera a causa di attività antropiche. Pertanto, se da una parte
la presenza di gas ad effetto serra è necessario a mitigare la temperatura, d’altro canto
l’aumento di concentrazione può causare un graduale aumento di temperatura , con effetti
dannosi per gli ecosistemi e per l’uomo.
57. 3 Il Carbon footprint e la compensazione
Come contribuire a contrastare il fenomeno
Il cambiamento climatico globale
Aumento di concentrazione di CO2 nell’atmosfera a partire
dalla rivoluzione industriale.
L’aumento di temperatura
Rappresenta uno dei più importanti indicatori del fatto che
stiamo vivendo oltre alla capacita dell’ecosistema di assorbire le
perturbazioni.
Diminuzione delle emissioni
Uno sforzo da parte dei comparti produttivi per diminuire le
emissioni e quindi la concentrazione di CO2 in atmosfera è
essenziale per contrastare i cambiamenti climatici in atto.
58. 3 Il Carbon footprint e la compensazione
Ruoli, attori
I mercati del carbonio
COGENTE
Lo scambio dei diritti di emissione di gas a effetto serra é stato istituito nella UE
attraverso la Direttiva 2003/87/CE ”Emission trading” per rispettare così gli
impegni assunti nell’ambito del Protocollo di Kyoto.
Allegato I della direttiva:
−Impianti di combustione oltre 20 MW
−Raffinerie di petrolio
−Cokerie
−Ecc.
VOLONTARIO
Esistono servizi di validazione e verifica indipendente di progetti volontari di
riduzione di Gas Serra, per il rilascio di VER (Verified Emissions Reductions), ossia
"unità di riduzione di emissioni".
Obiettivo: comunicazione ambientale
59. 3 Il Carbon footprint e la compensazione
Fare progetti
Scelta del Progetto
Acquisto dei crediti Gestione forestale Risparmio energetico Biogas da discarica
corrispondenti
1 tonnellata = 1 credito
− 1 tonnellata = 1 credito
Compensazione delle
− Registro pubblico
emissioni
− Crediti certificati
Pubblicazione sul registro
Annullo dei crediti certificati
Comunicazione ambientale
60. 3 L’analisi del ciclo di vita – LCA
Un caso pratico
Divisione BUONI PASTO, gli steps:
1.RACCOLTA DATI (consumi, trasporti, materiali utilizzati)
2.Calcolo delle tonnellate di CO2 equivalenti annue - c.a. 300t.
(con Modellistica)
3.Valutazione delle forme di riduzione e creazione scenari
4.Scelta del progetto di Compensazione (recupero metano da
discariche RSU)
5.Acquisto crediti certificati VER
6.Inserimento dati nel registro ECO2 CARE
7. COMUNICAZIONE AI CLIENTI
61. 3 Il Carbon footprint e la compensazione
I prodotti
62. 3 Il Carbon footprint e la compensazione
I prodotti
63. 3 Il Carbon footprint e la compensazione
Un altro caso pratico
La modellizzazione fatta sullo studio di ricaduta degli inquinanti
PORTATA
CAMINO N° FASE massima di Parametro u.m. Valore
progetto (Nm3/h)
SOx come SO2 mg/Nm3 50
HCl mg/Nm3 30
NOx come NO2 mg/Nm3 300
CO mg/Nm3 100
Polveri mg/Nm3 30
Linea n. 1
1 Processi 1.500 Metalli pesanti mg/Nm3 5
B-C-D
COT mg/Nm3 20
PCDD+PCDF ng/Nm3 0,1
IPA mg/Nm3 0,05
HF mg/Nm3 2
64. 3 Il Carbon footprint e la compensazione
Un altro caso pratico
Un numero di tonnellate di
CO 2
CO2 totale
Progetto di piantumazione ex novo di bosco
planiziale per assorbimento.
65. 3 Il Carbon footprint e la compensazione
Un altro caso pratico
1m3 di biomassa equivale, secondo le tavole di cubatura di bibliografia, ad una
pianta media di 35cm di diametro (misurato ad altezza 1,30 cm) di altezza 20m.
Le tavole di cubatura si riferiscono unicamente alla massa della parte epigea.
La fissazione (assorbimento) è pertanto sempre un flusso, quindi C/unità di
tempo: un incremento netto di foresta di un m3 in un anno comporta
l'assorbimento di circa 1 tonnellata di CO2 in quello stesso anno.
66. 3 Il Carbon footprint e la compensazione
Formule di sequestro
L'accumulo di biomassa non è costante durante la vita di una pianta, ma dipende dall'età. La
relazione che lega biomassa ed età è del tipo:
B(t) = B x (1 - e )
∞
-αt
dove B(t) è la biomassa della pianta all'istante t, B∞ e α sono parametri che
dipendono dalla specie, dalle condizioni climatiche e dalle caratteristiche di fertilità e
chimismo del terreno. In termini matematici, B∞ indica l'asintoto orizzontale della curva, cioè la
biomassa massima accumulabile, e α la sua pendenza nell'origine.
e è il numero di Eulero (talvolta indicato come numero di Nepero), una costante collegata
con la funzione esponenziale che associa ad un numero reale x il numero dato dalla potenza ex,
e con la funzione logaritmo naturale (la funzione inversa dell'esponenziale).
t è il numero di anni.
Un esempio di accrescimento di una specie largamente usata in selvicoltura a fini produttivi è
quella del pioppo euroamericano (Populus euroamericana), il quale, se coltivato in fascia
temperata, ha i seguenti valori:
α = 0,082 (anni-1)
B∞ = 1151 (kg ss x albero-1)
67. 3 Il Carbon footprint e la compensazione
Un altro caso pratico
Nota l'emissione E in termini di kg di CO2, si può esprimere l'emissione in termini di biomassa di
albero (kg ss, ovvero kg di sostanza secca) necessaria a contenere la quantità E di anidride carbonica,
ovvero: Ess = E / 1,83 poiché 1 kg ss corrisponde a 1,83 kg di CO2
Esempio di compensazione in un tempo di 5 anni:
N°alberi = Ess / B(t)
= Ess / (B∞ (1 - e-αt)
= (389.000/1,83) / (1151 * (1 – e-0,082*5))
= 212.568 / (1151 * (1 – e-0,082*5))
= 212.568 / (1151 * (1 – e-0,41))
= 212.568 / (1151 * (1 – 0,66))
= 212.568 / (1151 * 0,34)
= 212.568 / 391,34
N°alberi = 543
68. 3 Il Carbon footprint e la compensazione
Valore di compensazione, valore naturalistico
carpino bianco (Carpinus betulus)
farnia (Quercus robur)
acero campestre (Acer campestre)
tiglio (Tilia cordata)
rovere (Quercus petraea
biancospino (Crataegus monogyna)
berretta del prete (Euonymus europaeus)
nocciolo (Corylus avellana)
sanguinella (Cornus sanguinea)
69. 3 Il Carbon footprint e la compensazione
Un valore certificato, autoctono
Centro Vivaistico e per le Attività Fuori Foresta di Montecchio Precalcino (VI)
70. 3 Il Carbon footprint e la compensazione
Sesti d’impianto
Considerando che, indicativamente, i moduli sopra
riportati del sesto d’impianto prevedono un’area di circa
250m2 per ciascuno (considerando anche alcune aree
ecotonali a più bassa densità), le aree necessarie per
ciascun scenario sono le seguenti:
Esempio di compensazione in un tempo di 5 anni:
N°alberi = 543
Superficie: 15.083m2
71. 4 FSC e PEFC
I prodotti
Certificazione volontaria e indipendente
(parte terza) della gestione forestale e della
catena di custodia
Promuovere la buona gestione delle
foreste in tutto il mondo
Buona gestione = ambientale, sociale ed
economica
ONG, NO-profit, 1993, BONN
72. 4 FSC e PEFC
I 10 P&C di buona gestione forestale secondo FSC
73. 4 FSC e PEFC
Le aree certificate
Europe
Europe
North America 40.04% of total Asia
Asia
North America 40.04% of total
39.43% of total certified areas 2.64% of total
2.64% of total
39.43% of total certified areas
certified areas (56,685,399 ha) certified areas
certified areas
certified areas (56,685,399 ha)
(53,165,242 ha) 427 certificates (3,554,032 ha)
(3,554,032 ha)
(53,165,242 ha) 427 certificates
200 certificates 98 certificates
98 certificates
200 certificates
South America &
South America &
Caribbean
Caribbean
9.21% of total
9.21% of total
certified areas
certified areas Africa
Africa
(12,420,195 ha)
(12,420,195 ha) 5,40% of total Oceania
5,40% of total Oceania
212 certificates
212 certificates certified areas 1.29% of total
certified areas 1.29% of total
(7,282,247 ha)
(7,282,247 ha) certified areas
certified areas
45 certificates
45 certificates (1,741,786 ha)
(1,741,786 ha)
Totale aree certificate: 134.848.900 ha 29 certificates
29 certificates
Numero di Paesi interessati: 81
Numero totale certificati FM:1019 Database mondiale: www.fsc-info.org
75. 4 FSC e PEFC
La catena di custodia
E’ sufficiente che salti un solo
anello della CoC perché
diventi impossibile
utilizzare il logo FSC a valle di
tale anello.
76. 4 FSC e PEFC
Il sistema a trasferimento
Sistema a Trasferimento
Nel sistema a trasferimento l’etichetta del prodotto in uscita è uguale all’etichetta FSC più bassa in entrata.
100%
100%
Entra FSC 100%, esce FSC 100%. 100%
Mix 70%
Mix 70%
100%
Entra FSC 100% e FSC Mix, esce FSC Mix.
Entrano FSC 100%, FSC Mix e materiale non certificato (legno controllato): il prodotto NON può essere
etichettato e la commessa FSC NON può essere lavorata.
77. 4 FSC e PEFC
Il sistema a percentuale
Mix 80%
Mix 60%
79. 4 FSC e PEFC
La tracciabilità in azienda
Ordine per una commessa certificata lavorata con materiale
di input certificato
Richiesta
Gli input certificati della Preparazione delle Approvazione
scritta di
commessa superano la bozze con le etichette scritta del
Sì approvazione
soglia di etichettatura? scaricate dal proprio Ente
del proprio
Voglio etichettare il “Generatore di etichette di
Ente di
prodotto? FSC” Certificazione
Certificazione
No
Avvio, lavorazione e
chiusura commessa Apposizione logo con License code
Riporto in fattura e DDT:
a) nome e contatti dell’Azienda.
b) nome e l'indirizzo del cliente
c) data del rilascio del documento
d) descrizione del prodotto
e) quantità del prodotto venduto
f) numero di certificato di Catena di Custodia XY-COC-123456
g) etichettatura FSC della commessa (Categoria FSC: FSC
100%, FSC MIX, FSC RECYCLED)
h) Dicitura in calce “(*) solo i prodotti contrassegnati come tali
sono certificati FSC”
80. 4 FSC e PEFC
Etichette FSC
ON PRODUCT
Richiedere sempre l’approvazione da parte dell’ente di Certificazione.
ON PRODUCT
OFF PRODUCT/PROMOZIONALE
Richiedere sempre l’approvazione da parte dell’ente di Certificazione.
81. 4 FSC e PEFC
I nostri lavori
Ciascuno ha il proprio sistema di controllo e la propria strategia in azienda
per garantire la tracciabilità interna.
82. 4 FSC e PEFC
Un esempio di come deve variare la fatturazione
83. 5 Bilancio di sostenibilità
Cos’è?
Le Linee Guida del GRI (Global Reporting Initiative) sono le più utilizzate nel
definire struttura e contenuti dei Rapporti di Sostenibilità.
Il Global Reporting Initiative viene promosso nel 1997 dal Coalition for
Environmentally Responsible Economies (CERER) in partnership con l’United
Nations Environment Programme (UNEP), con associazioni ambientali e sociali, con
Istituti di certificazione e con coalizioni imprenditoriali (come il WBCSD), per
definire le linee guida per la rendicontazione volontaria delle performance
economiche, sociali e ambientali di un’impresa, il Sustainable Reporting
Guidelines (SRG) on Economic, Environmental and Social Performance.
84. 5 Bilancio di sostenibilità
Livello di applicazione
85. 5 Bilancio di sostenibilità
Gli indicatori di PERFORMANCE ECONOMICA
Tipo Codice Descrizione
indicatore indicatore
CORE EC8 Sviluppo e impatto di investimenti in infrastrutture e servizi forniti principalmente per
“pubblica utilità”, attraverso impegni commerciali, donazioni di prodotti/servizi, attività
pro bono.
86. 5 Bilancio di sostenibilità
Gli indicatori di PERFORMANCE AMBIENTALE
Tipo Codice Descrizione
indicatore indicatore
CORE EN1 Materie prime utilizzate per peso o volume.
CORE EN4 Consumo indiretto di energia suddiviso per fonte energetica primaria.
CORE EN16 Emissioni totali dirette ed indirette di gas ad effetto serra per peso.
ADD EN18 Iniziative per ridurre le emissioni di gas ad effetto serra e risultati raggiunti.
CORE EN26 Iniziative per mitigare gli impatti ambientali dei prodotti e servizi e grado di mitigazione
dell’impatto.
ADD EN29 Impatti ambientali significativi del trasporto di prodotti e beni/materiali utilizzati per
l’attività dell’organizzazione e per gli spostamenti del personale.
ADD EN30 Spese e investimenti per la protezione dell’ambiente, suddivise per tipologia.
ton
Anno CO2eq/anno Progetto di compensazione Registro pubblico dei crediti
calcolate e
compensate
2010 176,57 Sistema di cattura e riutilizzo del biogas registro indipendente eco2care
emesso dalle discariche quando questo non www.eco2care.org
può essere recuperato energeticamente o
combusto in torcia. Luogo: Italia.
2011 151,24 Trattamento delle acque reflue in un Registro indipendente markit
impianto, che viene recuperato (anziché environmental
disperso in atmosfera) e utilizzato in un http://www.markit.com/en/products/environme
impianto per la produzione di energia
alternativa rispetto alle fonti fossili. Luogo:
87. 5 Bilancio di sostenibilità
Gli indicatori di PERFORMANCE AMBIENTALE
ton
Anno CO2eq/anno Progetto di compensazione Registro pubblico dei crediti
calcolate e
compensate
2010 176,57 Sistema di cattura e riutilizzo del biogas registro indipendente eco2care
emesso dalle discariche quando questo non www.eco2care.org
può essere recuperato energeticamente o
combusto in torcia. Luogo: Italia.
2011 151,24 Trattamento delle acque reflue in un Registro indipendente markit
impianto, che viene recuperato (anziché environmental
disperso in atmosfera) e utilizzato in un http://www.markit.com/en/products/environme
impianto per la produzione di energia
alternativa rispetto alle fonti fossili. Luogo:
Tailandia
88. 5 Bilancio di sostenibilità
Gli indicatori di PERFORMANCE SOCIALE
Tipo Codice Descrizione
indicator indicatore
e
CORE LA1 Numero totale dei dipendenti, suddiviso per tipologia, tipo di contratto e distribuzione
territoriale.
CORE LA2 Numero totale e tasso di turnover del personale, suddiviso per età, sesso e area
geografica.
CORE LA4 Percentuale dei dipendenti coperti da accordi collettivi di contrattazione.
CORE LA7 Tasso di infortuni sul lavoro, di malattia, di giornate di lavoro perse, assenteismo e
numero totale di decessi, divisi per area geografica.
CORE LA10 Ore medie di formazione annue per dipendente, suddiviso per categoria di lavoratori.
CORE LA13 Composizione degli organi di governo dell’impresa e ripartizione dei dipendenti per
categoria in base a sesso, età, appartenenza a categorie protette e altri indicatori di
diversità.
89. 5 Bilancio di sostenibilità
Gli indicatori dei DIRITTI UMANI
Tipo Codice Descrizione
indicatore indicatore
CORE HR2 Percentuale dei principali fornitori e appaltatori che sono sottoposti a verifica in
materia di diritti umani e relative azioni intraprese.
CORE HR4 Numero Totale di episodi legati a pratiche discriminatorie e azioni intraprese.
CORE HR5 Identificazione delle attività in cui la libertà di associazione e contrattazione
collettiva può essere esposta a rischi significativi e azioni intraprese in difesa di tali
diritti.
CORE HR6 Identificazione delle operazioni con elevato rischio di ricorso al lavoro minorile e
delle misure adottate per contribuire alla sua eliminazione.
CORE HR7 Attività ad alto rischio di ricorso al lavoro forzato o obbligato e misure intraprese
per contribuire alla loro abolizione.
0%
0% 0%
8%
28% 15-18
19-20 Suddivisione percentuale dipendenti in
21-30
funzione delle classi di anzianità – 2011
48% 31-40
16%
41-50
51-60
oltre 60
90. 5 Bilancio di sostenibilità
Gli indicatori di PERFORMANCE della SOCIETA’
Tipo indicatore Codice Descrizione
indicato
re
CORE SO3 Percentuale dei lavoratori che hanno ricevuto formazione sulle
politiche e procedure anti-corruzione dell’organizzazione.
CORE SO5 Posizioni sulla politica pubblica, partecipazione allo sviluppo di
politiche pubbliche e pressioni esercitate.
Gli indicatori di RESPONSABILITA’ di PRODOTTO
Tipo Codice Descrizione
indicatore indicatore
CORE PR3 Tipologia di informazioni relative ai prodotti e servizi richieste dalle procedure e
percentuale di prodotti e servizi significativi soggetti a tali requisiti informativi.
91. 6 UNI EN ISO 14001
Un esempio in azienda
Foscarini Srl
via delle Industrie 27 - 30020 Marcon / Ve
Tel + 39 041 5953811 fax +39 041 5953820
web www.foscarini.com
e-mail foscarini@foscarini.com
azienda certificata UNI EN ISO 9001
Attività di Implementazione di un
Attività di Implementazione di un
Sistema di Gestione Integrato Qualità
Sistema di Gestione Integrato Qualità
e Ambiente
e Ambiente
92. 6 UNI EN ISO 14001
Il sistema integrato
UNI EN ISO 9001:2008 UNI EN ISO 14001:2004
Sistema di gestione QUALITA’ Sistema di gestione AMBIENTALE
1996 2012
Sistema di gestione
INTEGRATO
93. 6 UNI EN ISO 14001
Il ciclo antropico di produzione dei beni
produzione (garanzia) utilizzo (conferimento) smaltimento
• input (m. p., energia, acqua) • recupero e riciclaggio
• scarichi liquidi e solidi
• prodotti scartati • disassemblaggio
• output (emissioni, scarichi)
• emissioni • discarica/incenerimento
PRODUTTORE CONSUMATORE ENTE
responsabilità tradizionale
responsabilità estesa del
“produttore”
94. 6 UNI EN ISO 14001
Il ciclo antropico di produzione dei beni
Legenda
1. Trattamento acque primarie
2. Deposito olii combustibili/materie
prime liquide
3. Magazzino materie prime
4. Produzione acqua demineralizzata
5. Centrale termica
6. Trattamento fumi
7. Produzione
8. Servizi (uffici, laboratori, mensa, bagni)
9. Trattamento acque scarico
10. Stoccaggio provvisorio
11. Residui riutilizzabili
12. Smaltimento/Riutilizzo esterno-interno Acqua industriale
13. Prodotto
Acqua di scarico
Vapore
Acqua demineralizzata
95. 6 UNI EN ISO 14001
Norme volontarie: generalità
UNI EN ISO 14001
Norma riconosciuta a livello mondiale
Requisito dell’impegno ad essere conforme alla legislazione
applicabile
Requisito della formazione del personale la cui attività può
comportare impatti significativi
Requisito della messa a disposizione del pubblico della Politica
Ambientale
Possibile la certificazione di singole parti dell’organizzazione
Controllo da parte di un Ente privato, sottoposto a controllo da
parte di un altro Ente privato
97. 6 UNI EN ISO 14001
I fondamenti della norma
La Norma ISO 14001 è uno strumento che aiuta in “visibilità” e
garantisce un percorso strutturato finalizzato ad ottenere il
“miglioramento continuo” delle prestazioni ambientali
Riesame
Impegno e
Revisionare politica
Pianificare
Monitoraggio
Analisi e
audit
Verificare programma
Attuare
Implementazione
SGA
98. 6 UNI EN ISO 14001
I vantaggi di un SGA e di un SGI
– migliorare le prestazioni delle attività relative alla riduzione dell’impatt o
ambientale derivante dall’esecuzione delle attività
– ridurre e/o tenere sotto controllo gli aspetti ambientali, i rischi associati
alle attività
– migliorare la produttività individuale
– migliorare i rapporti con le autorità
– migliorare le prestazioni economiche (ridurre i costi)
– prevenzione dei danni ambientali
– diminuzione dei costi assicurativi
– migliorare i rapporti con gli Organi di Controllo
– aiutare l’azienda a far crescere un’immagine responsabile sul mercato
99. 6 UNI EN ISO 14001
Il funzionamento di un SGA e di un SGI
Analisi ed individuazione
degli Aspetti Ambientali
Definizione dei
principi generali
(Politica)
Individuazione delle
azioni di miglioramento
Applicazione delle
Procedure Ambientali
e doc. correlata
100. 6 UNI EN ISO 14001
La documentazione generata
Sempre aggiornata!
Descrive e
document
Manuale di Gestione a il SGA
Definiscon
o chi, cosa
Procedure e quando
(richiamate nel Manuale)
Procedure Aziendali, Definiscono
Procedure ed Istruzioni Operative come
(richiamate nelle procedure)
Mostrano che
Moduli e Registrazioni il sistema è
Moduli di raccolta dai verbali, schemi specifici, attuato e
funzionante
prescrizioni di leggi, rapporti di audit, attività formative
101. 6 UNI EN ISO 14001
La documentazione generata
L’alta direzione deve definire la politica ambientale
dell’organizzazione e assicurare che, all’interno del
campo di applicazione definito per il proprio sistema
di gestione ambientale, essa:
a) sia appropriata alla natura, alla dimensione e agli
impatti ambientali delle proprie attività, prodotti e
servizi;
b) includa un impegno al miglioramento continuo
e alla prevenzione dell’inquinamento;
c) includa un impegno al rispetto delle
prescrizioni legali applicabili e delle altre
prescrizioni che l’organizzazione sottoscrive, che
riguardano i propri aspetti ambientali;
d) fornisca il quadro di riferimento per stabilire e
riesaminare gli obiettivi e i traguardi ambientali;
e) sia documentata, attuata e mantenuta attiva;
f) sia comunicata a tutte le persone che lavorano
per l'organizzazione o per conto di essa;
g) sia disponibile al pubblico. La politica ambientale
102. 6 UNI EN ISO 14001
Check legale
ARGOMENTO COMPARTO FONTE GIURIDICA VERIFICA/CONTROLLO APPLICABILITÀ EVIDENZE OGGETTIVE CONFORMITÀ
IMPIANTI IPPC D.Lgs. 59/2005 L'azienda possiede impianti tra quelli presenti nell'Allegato 1 del decreto?
Emission Trading Direttiva 2003/87/CE, Allegato 1 L'azienda conduce attività presenti nell'Allegato 1 della Direttiva 2003/87/CE,
ovvero nell'Allegato A al D.Lgs. 216/2006?
Valutazione di Impatto D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. L'azienda possiede impianti soggetti a verifica di assoggettabilità alla procedura,
Ambientale art. 20, c.1 (verifica di assoggettabilità) ovvero ricadenti:
- in Allegato II alla parte seconda del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i., che servono
esclusivamente o essenzialmente per lo sviluppo ed il collaudo di nuovi metodi o
prodotti e non sono utilizzati per più di 2 anni, oppure inerenti modifiche dei
progetti elencati nell'allegato stesso che comportino effetti negativi apprezzabili
per l’ambiente,
- in Allegato IV alla parte seconda del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i., secondo le
modalità stabilite dalle Regioni e dalle Province autonome?
ACQUA Scarichi idrici D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. Se sono presenti scarichi di acque reflue domestiche che recapitano in pubblica
art. 101 c.7 fognatura, è disponibile copia del regolamento emanato dal gestore del servizio
art. 124, c.4 idrico integrato?
Regolamento del gestore pubblica fognatura
ARIA Impianti non soggetti ad D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. Gli impianti che generano emissioni in atmosfera rientrano fra quelli non
autorizzazione art. 267, c.3 sottoposti ad autorizzazione, di cui:
art. 269, c.14 e 16 - all'art. 267, c.3 (impianti soggetti ad Autorizzazione Integrata Ambientale)?
art. 272, c.5 - All'art. 269, c.14 e 16?
- All'art. 272, c.5 (impianti e attività in deroga soggetti a comunicazione, elencati
nella parte I dell’Allegato IV)?
RIFIUTI Registro di C/S dei rifiuti D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. L'azienda rientra fra le categorie obbligate alla tenuta del registro di Carico e
art. 190, c.1 Scarico (imprese di cui all'art. 189, c.3 + soggetti esclusi con n. dipendenti <
10)?
GESTIONE DI Autorizzazioni alla gestione D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. La realizzazione e gestione degli impianti di smaltimento o di recupero di rifiuti,
RIFIUTI art. 208 anche pericolosi, è stata concessa dall'Autorità competente per territorio
mediante rilascio di specifica autorizzazione di cui all'art. 208, c.11 del D.Lgs.
152/2006 e s.m.i.?
RUMORE Rumore, impianti esistenti L. 447/1995 Sono disponibili informazioni sui livelli di rumore esterno immesso ai fini della
art. 15, c.1, 2 e 3 valutazione del rispetto o meno dei limiti stabiliti con D.P.C.M. 01/03/1991 o con
D.P.C.M. 01/03/1991 piano di zonizzazione acustica comunale?
art. 6
SUOLO Siti contaminati D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. Sono state effettuate dall'azienda attività di bonifica?
Parte IV, Titolo V
SOSTANZE PCB-PCT D.Lgs. 209/1999 L'azienda detiene apparecchi contenenti PCB-PCT o loro miscele (olio
PERICOLOSE art. 2 (campo di applicazione) dielettrico):
D.M. 11/10/2001 - per un volume superiore a 5 litri (5 dm3) e
art. 3 (determinazioni analitiche) - in concentrazione superiore a 50 ppm (0,005% in peso)?
Le determinazioni analitiche del contenuto di PCB sono state effettuate
utilizzando le metodiche riportate all'art. 3 del DM 11.10.2001?
Amianto D.Lgs. 277/1991 Sono presenti materiali contenenti amianto negli edifici, nelle strutture, negli
art. 22 apparecchi e impianti, nonché nei mezzi di trasporto per i quali vi è rischio di
D.M. 06.09.1994 esposizione alla polvere?
103. 6 UNI EN ISO 14001
Gli aspetti ambientali
Identificazione e
valutazione degli aspetti
ambientali significativi
Metodo e schede di valutazione:
Attività dell’organizzazione vs
aspetti ambientali =
impatti ambientali misurati dal
Fattore Ambientale
FA (Fattore Ambientale) =
Gravità X Probabilità X
Grado di controllo
FIP (Fattore di Ingresso
Preliminare) correlato
all’aspetto ambientale in
questione:
• negli ultimi 3 anni sono state ricevute lamentele da
parte delle parti interessate?
• l’azienda è stata mai sottoposta a procedimenti
giudiziari?
• negli ultimi 3 anni si sono verificati incidenti di una
certa rilevanza ?
104. 6 UNI EN ISO 14001
La documentazione generata
SGI PROCEDURE
SGA
SA PO 12 001 GESTIONE DELLA POLITICA INTEGRATA
SA AA 12 001 INDIVIDUAZIONE E QUANTIFICAZIONE DEGLI ASPETTI AMBIENTALI
SA LE 12 001 IDENTIFICAZIONE DEI REQUISITI LEGALI E VALUTAZIONE DELLA CONFORMITÀ LEGISLATIVA
SA PA 12 001 PIANIFICAZIONE OBIETTIVI E PROGRAMMI AMBIENTALI
SA RR 12 001 RISORSE, RUOLI, RESPONSABILITA' E AUTORITA'
SA FO 12 001 COMPETENZA, FORMAZIONE E CONSAPEVOLEZZA
SA CO 12 001 GESTIONE DELLA COMUNICAZIONE
SA OP 12 001 CONTROLLO OPERATIVO
SA EM 12 001 GESTIONE EMERGENZE
SA CR 12 001 CONTROLLO REGISTRAZIONI
SA RI 12 001 RIESAME DELLA DIREZIONE
SGQ
GQPR95005-C CONTROLLO DELLA DOCUMENTAZIONE
GQPR95016-B DOCUMENTI DI REGISTRAZIONE DELLA QUALITA’
DCPR95003-L RIESAME DEL CONTRATTO
DTPR95004-F GESTIONE PROGETTAZIONE
DTPR95021 MODIFICHE PROGETTO
DAPR95006-F GESTIONE APPROVVIGIONAMENTI
GQPR95022-B QUALIFICA DEI FORNITORI
DAPR95009-B GESTIONE DEL PROCESSO PRODUTTIVO
DAPR95008-E IDENTIFICAZIONE E RINTRACCIABILITA’
DPPR95015-D MOVIMENTAZIONE MAGAZZINO E CONSERVAZIONE MATERIALI
DPPR95011-A APPARECCHI DI CONTROLLO E COLLAUDO
GQPR95017-A VERIFICHE ISPETTIVE INTERNE / AUDIT
DPPR95010-B PROVE CONTROLLI E COLLAUDI E IDENTIFICAZIONE DELLO STATO DEI CONTROLLI E COLLAUDI
GQPR95013-B GESTIONE DELLE NON CONFORMITA’
GQPR95020-B TECNICHE STATISTICHE
GQPR95014-B AZIONI CORRETTIVE E PREVENTIVE
105. 6 UNI EN ISO 14001
L’audit
Valutazione di “quanto bene” sta funzionando il sistema
Un SGI senza un efficace programma di monitoraggio e misurazione è come
“guidare di notte a fari spenti”…
…si sa come ci si sta muovendo ma non si può dire dove si sta andando!
INDICATORI AMBIENTALI
Sulla produzione dei rifiuti, energia
elettrica, consumo d’acqua
ecc.
106. 6 UNI EN ISO 14001
Il riesame della Direzione
•Risultati delle Valutazioni impatti ambientali e
delle valutazioni sul rispetto delle prescrizioni
applicabili
•Comunicazioni provenienti dalle parti
interessate
•Prestazione ambientale dell’organizzazione
Elementi in ingresso per i riesami
•Grado di raggiungimento di obiettivi e traguardi
•Stato delle AC e AP
•Stato di avanzamento delle azioni previste dai
precedenti riesami
•Cambiamenti delle situazioni circostanti
•Raccomandazioni per il miglioramento
Elementi in uscita dai riesami •Decisioni e azioni relative a possibili
modifiche alla politica, agli obiettivi e ai
traguardi e agli altri elementi del SGI
107. 6 UNI EN ISO 14001
Percorso di certificazione
ISO 9001 e ISO 14001 Rinnovo
Verifica qualità ed ambiente
Prima
certificazione
per il Sistema Integrato
Sorveglianza Sorveglianza Sorveglianza
2012 2013 2014 2015 2016
Ecc.
Rilascio del certificato
108. 6 UNI EN ISO 14001
Vantaggi implementazione SGA
Agevolazioni amministrative e procedurali
Normativa Legge Con l’attuazione della Dir. 1999/31/CE relativa alle discariche di rifiuti, sono
Europea comunitaria previste semplificazioni procedurali
29/12/2000 n.
422
Normativa L 70/1994 Sono previste semplificazioni procedurali e agevolazioni finanziarie, nell'ambito
Nazionale di quelle già stabilite dalla legislazione vigente, per le PMI
Normativa L 93/2001 Semplificazioni:
Nazionale - aut. alle emissioni atmosferiche, DPR 203/88
- aut. allo scarico, D.Lgs 152/99
- aut. ambientale integrata, D.Lgs 372/99
- reiscrizione all’Albo dei gestori di rifiuti
Normativa D.Lgs 372/99 Le descrizioni fornite secondo le norme ISO 14001 valgono ai fini della domanda per
Nazionale l’IPPC; il rinnovo va effettuato ogni 8 anni invece che ogni 5 (anche per altre
autorizzazioni)
Normativa D.Lgs 13/01/2003 Discariche di rifiuti: riduzione dei costi nel piano finanziario e rinnovo di
Nazionale n. 36 autorizzazione ogni 8 anni
Normativa Delibera 1.579 Per gli impianti di smaltimento rifiuti, ISO 14001 o EMAS possono sostituire il
Regionale del 22 giugno Programma di Controllo di legge, qualora nelle procedure ne sia previsto uno con
2001 gli stessi requisiti. È prevista una riduzione dei controlli
109. 7 EMAS
Il caso VEGA
Dalla grande industria, alla
bonifica, all’eccellenza
ambientale:
il caso di VEGA
VEGA Parco Scientifico Tecnologico di
Venezia
via della Libertà 12
30175 VENEZIA MARGHERA
ITALIA
111. 7 EMAS
La storia
La cronostoria:
1930
Primi insediamenti
industriali
112. 7 EMAS
La storia
1959
Grande attività
industriale
113. 7 EMAS
La storia
1996
Iniziano le bonifiche e
la riconversione
114. 7 EMAS
La storia
1996 - 2000
Messa in sicurezza dei
terreni contaminati
115. 7 EMAS
La storia
Dal 2000 in poi
Imprese, ricerca,
terziario,
formazione,
ambiente
116. 7 EMAS
Oggi
Dal 2005 in poi
Percorso virtuoso di
Regolamento CE n.1221/2009
certificazione
Registrazione EMAS
ambientale
UNI EN ISO 14001:2004
Sistema di gestione
AMBIENTALE
Sistema di
gestione
certificato
e
registrato
117. 7 EMAS
Oggi
EMAS: cosa chiede il Regolamento
– migliorare volontariamente le prestazioni per la riduzione
=
dell’impatto ambientale derivante dall’esecuzione delle attività;
– sottoporsi a verifica da parte degli Enti di Certificazione
accreditati;
– porsi continuamente nuovi obiettivi e miglioramenti ambientali;
– misurare con indicatori ambientali le proprie prestazioni;
– ridurre e/o tenere sotto controllo gli aspetti ambientali, i rischi
associati alle attività;
– far crescere un’immagine responsabile sul mercato;
– puntare sulla formazione e partecipazione del personale;
– Definire una Politica per l’ambiente;
– Fare audit e revisioni periodiche alla funzionalità del sistema;
– Pubblicare una Dichiarazione Ambientale con i propri dati
ambientali.
118. 7 EMAS
Oggi
EMAS: attività nel concreto I BANDI
GREEN OIL: Realizzazione, presso VEGA, di un impianto pilota per la produzione di biodiesel
e fine chemicals (destinati all’industria alimentare, farmaceutica e cosmetica) mediante
raffinazione di biomasse agricole.
MAIN.REIM: Sviluppo di una piattaforma interattiva dedicata allo scambio di informazioni fra
enti di ricerca e aziende private che operano nel settore ambientale, con lo scopo di facilitare
=
l’interazione fra soggetti.
GREEN SITE: Messa a punto di tecnologie compatte per la decontaminazione veloce di
sedimenti marini e fluviali contaminati da idrocarburi e altre sostanze organiche.
DEEP GREEN: Supportare in situ le attività di bonifica del suolo e delle acque sotterranee per
velocizzare i tempi di lavoro, ridurre i costi associati e aumentarne l’efficienza.
GREEN WATER: Valutare e sostenere l’attuazione di un nuovo filtro creato attraverso
l’azione combinata di nanoparticelle e aerogeli per aumentare fortemente la qualità delle acque
reflue
STEAM: Realizzazione di un sistema di rilevazione, analisi e gestione dei dati per la sostenibilità
ambientale, attraverso una piattaforma di dialogo georeferenziato da postare all’interno dei
social network esistenti (API).
GREEN ACTION: Valutare e supportare lo sviluppo di nuovi nano – filtri strutturati con
materiali fotocatalitici.
TEBI: Implementare i processi di efficientamento energetico all’interno degli edifici storici –
nello specifico il villaggio di Saltaire – preservandone gli aspetti estetici e culturali.
119. 7 EMAS
Oggi
EMAS: attività nel concreto GLI INTERVENTI
– MOBILITA’ Limitazione della presenza di automezzi “esterni” al
=
Parco mediante realizzazione di un sistema automatico di controllo
degli accessi.
– SOSTENIBILITA’ Realizzazione di una campagna di sensibilizzazione
sull'utilizzo dei mezzi pubblici.
– CONSUMI Utilizzo di tecnologie multimediali di supervisione dei
sistemi di misura dei consumi di risorse.
– CONTROLLO Regolazione e ottimizzazione tramite computer dei
parametri della combustione delle caldaie.
– INTELLIGENZA Temporizzazione spinta dei sistemi di
raffrescamento e raffreddamento.
– RUMORE Insonorizzazione di gruppi elettrogeni ed altre sorgenti di
inquinamento acustico.
– RINNOVABILI Posa sui tetti degli edifici di impianti fotovoltaici.
120. 7 EMAS
Oggi
VEGA, un esempio di riconversione
1930 1960 1990 2000 2012
121. 7 EMAS
Le differenza ISO 14001 / EMAS
ISO
EMAS 14001
122. 7 EMAS
Le dinamiche
EMAS CONTROLLI COGENTI
Comitato Ecoaudit-Ecolabel: 14 members
(rappresentativi dei comparti dell’ambiente, Controlli nazionali e regionali (es: limiti di
dell’industria ecc. emissione, conferimento rifiuti, scarichi idrici)
delle autorizzazioni che vengono date da
Province e Regioni.
Sezione EMAS: 7 membri
approva Supporto tecnico
Le Aziende devono rispettare la legge e
Verificatore accreditato APAT Agenzia ottenere le autorizzazioni prima di iniziare
EMAS l’attività.
nazionale per
Controlli casuali.
es. DNV l’ambiente
Controlli delle ARPA, NOE, GUARDIA DI
FINANZA etc..
Aziende: controlli pianificati ogni 3 anni
123. 7 EMAS
Le differenza ISO 14001 / EMAS
REGOLAMENTO EMAS UNI EN ISO 14001
• Il regolamento EMAS è riconosciuto • La norma UNI EN ISO 14001 è
a livello europeo riconosciuta a livello mondiale
• Analisi ambientale iniziale • Analisi ambientale iniziale
prescritta consigliata, ma non richiesta
• Frequenza audit massima ogni 3 • Frequenza audit periodica (di
anni. Convalida annuale solito annuale)
dell’aggiornamento delle informazioni
della Dichiarazione Ambientale
• Il verificatore è un soggetto • L’ente di certificazione è un
privato, ma è accreditato da soggetto privato, accreditato da un
un’istituzione pubblica (Il Comitato soggetto privato (SINCERT)
EMAS)
124. 7 EMAS
Le differenza ISO 14001 / EMAS
REGOLAMENTO EMAS UNI EN ISO 14001
• L’accreditamento dei Verificatori è • L’accreditamento dei certificatori è
svolto dall’Organismo di svolto dal SINCERT
accreditamento
• Prerequisito fondamentale della • L’organizzazione deve impegnarsi
conformità giuridica ad essere conforme alla legislazione
applicabile
• Vincolo forte al miglioramento • Impegno al miglioramento
continuo delle prestazioni continuo, senza vincoli
• Prevede la partecipazione attiva dei • Prevede la formazione del personale
dipendenti il cui lavoro possa provocare un
impatto significativo sull’ambiente
125. 7 EMAS
Le differenza ISO 14001 / EMAS
REGOLAMENTO EMAS UNI EN ISO 14001
• Se, considerando la natura pubblica • Le imprese aderenti non sono
del sistema, il Comitato, l’ISPRA, gli obbligate a rapportarsi con
enti di controllo sul territorio l’esterno. L’ente pubblico potrebbe
(ARPA), danno forza, ad esempio considerare con maggior favore le
mediante incentivi o agevolazioni, sui imprese certificate
controlli e sulle autorizzazioni per
le imprese registrate, l’EMAS
potrà essere molto vantaggioso
per chi ha problemi di consenso, o
comunque di rapporto con il pubblico
o l’autorità. Le imprese aderenti
sono obbligate a rapportarsi con
l’esterno
126. 7 EMAS
Le differenza ISO 14001 / EMAS
REGOLAMENTO EMAS UNI EN ISO 14001
• Prevede la comunicazione al • Prevede che sia messa a
pubblico delle informazioni disposizione del pubblico la
ambientali (dati) necessarie per far Politica Ambientale dell’azienda,
comprendere gli effetti costituita da principi di indirizzo
sull’ambiente delle attività, generali inerenti l’ambiente (in pratica
attraverso la pubblicazione della molto poco)
“Dichiarazione Ambientale”
• L’azienda deve essere attiva
nell’instaurare un dialogo aperto
con l’esterno
127. CONCLUSIONI
Gli strumenti per il Green Marketing sono:
• Strada per il futuro delle imprese;
• Contribuiscono alla salvaguardia
dell’ambiente;
• Aprono a nuovi mercati;
• Necessitano di un approccio proattivo;
• Necessitano di DATI per poter verificare gli
indicatori ambientali e proporre soluzioni;
• Sono confrontabili con i propri competitors
perché certificabili;
• Sono una garanzia di risparmio a breve e
lungo termine.
128. Grazie per l’attenzione
www.eambiente.it
www.eenergia.info
info@eambiente.it T. +39 041 509 3820 F. +39 041 509 3886