1. Intervista a Daniel Quinn di
Matt James di EcoGeek.org
(2007)
Traduzione di Dr-Jackal (nrt_ita@libero.it)
Originale tratto da: www.ishmael.org
Le altre opere di Daniel Quinn sono disponibili in italiano nel sito:
NuovaRivoluzioneTribale.uphero.com
Daniel Quinn, credo, è più un pensatore che uno scrittore. le sue
idee sono ciò che cambia il mondo, i suoi libri sono
semplicemente tentativi di esprimere la sua unica visione del
mondo.
Nel suo lavoro più famoso, Ishmael, e attraverso i suoi altri libri,
sia fiction che non, le sue idee si ripetono: il bisogno di esaminare
i miti culturali in cui siamo immersi fin dalla nascita, la necessità
di adottare nuovi modi di pensare per cambiare il nostro
comportamento, e le drastiche differenze sia nella forma che nella
funzionalità tra la "civiltà" e coloro che definiamo "non
civilizzati".
Per quanto il suo modo di pensare possa sembrare bizzarro,
all'inizio, le idee di Quinn sono estremamente razionali e
ampiamente riconosciute. Il suo lavoro è stato tradotto numerose
volte, ed è una lettura assegnata in tutto il mondo a studenti di
antropologia, di economia, di biologia, di etica, di ecologia e di
storia. Le ampie, esaurienti trattazioni di Quinn delle malattie
della nostra società non sono mai prive di speranza per il futuro, e
benché sia riluttante ad assumere il titolo di "EcoGeek", siamo
entusiasti di dargli il benvenuto in questo modo, come EcoGeek
della settimana.
2. EcoGeek: In molti suoi libri, affronta gli argomenti della
sostenibilità e dell'ambiente, ma da una prospettiva che potrebbe
sembrare bizzarra a molti ambientalisti. Sembra che lei non sia il
tipico "abbraccia-alberi"...
Daniel Quinn: Non mi considero un ambientalista. Credo che la
categoria stessa sia mal concepita, dato che divide il mondo in
persone "a favore dell'ambiente" e persone "a favore delle
persone", il che non ha senso. In questo modo si è arrivati a
credere che gli ambientalisti fossero "a favore dell'allocco
macchiato", mentre i non-ambientalisti fossero a favore di
impieghi forestali che senza l'allocco macchiato sarebbero andati
persi. Il termine "ambientalismo" enfatizza una falsa divisione tra
"noi" ed "esso" - ossia l'ambiente. Non esiste nessun "esso" lì
fuori. Siamo tutti sulla stessa barca. Non ci sono due lati. Non
possiamo sopravvivere come una specie in qualche modo separata
dal resto della comunità vivente.
EG: Molte persone sono preoccupate riguardo molte cose
diverse, al momento. Cosa la terrorizza, personalmente?
DQ: Mi sembra che la sua domanda sia: "Cosa ci colpirà per
primo?" Lascerò altri speculare su questo. So che i combustibili
fossili finiranno, e quando succederà, ci converrà avere un modo
di alimentarci che non richieda petrolio, o la situazione diventerà
molto brutta. Questo mi spaventa parecchio (anche se non sarò qui
ad affrontarlo).
EG: Sembra, in effetti, che siamo diretti verso una sicura
catastrofe se continuiamo a vivere come stiamo facendo ora. Cosa
le dà speranza per il futuro?
DQ: Solo la prospettiva di un cambiamento di mentalità globale
3. mi dà speranza per il futuro. E' successo prima d'ora, durante il
Rinascimento. E' successo nell'Unione Sovietica, e ne ha causato
il crollo. Può succedere di nuovo, e deve farlo - o siamo spacciati.
A darmi speranza è il fatto che la curva di consapevolezza,
misurata in base al numero di libri pubblicati e letti
sull'argomento, non ha fatto che innalzarsi costantemente. Io (e un
numero relativamente piccolo di altre persone) sono FINORA
stato incapace di scuotere la visione malthusiana comunemente
accettata del rapporto tra crescita demografica e produzione di
cibo. Quindi continua a venir considerato del tutto inevitabile che
la nostra popolazione continui a crescere fino a 8, 10 o 12 miliardi.
Se questo avviene, ho paura di non vedere alcuna speranza per la
nostra specie. I biologi in tutto il mondo ora concordano che ci
troviamo in un periodo di estinzioni di massa tanto grave quanto
ogni altro periodo simile passato. Sostentare 6,5 miliardi di noi
costa al mondo fino a 75, 100 o 200 specie al giorno (le Nazioni
Unite hanno recentemente offerto la più bassa di queste stime).
Alla fine, le strutture ecologiche che sostengono la vita umana
crolleranno, se questo stato di cose continuerà. Questa tendenza
disastrosa (che continuerà a peggiorare man mano che la nostra
popolazione continuerà a crescere) è reversibile; ma solo se le
persone in generale arriveranno a capire che DEVE venire
invertita, per il bene della nostra stessa sopravvivenza.
EG: Nessun organismo (che io sappia) ha mai intenzionalmente
diminuito o arrestato la propria crescita demografica. Questo è
anche solo possibile, oppure siamo ridotti a sperare che avvenga
una piccola apocalisse ora, per evitarne una più grande in seguito
DQ: E' effettivamente possibile. Malthus immaginava che la
nostra produzione alimentare aumentasse ogni volta che la nostra
popolazione cresceva. Il punto che mi sono sforzato
dolorosamente di precisare è che, come ogni altra specie, la nostra
popolazione aumenta ogni volta che aumentiamo la produzione
alimentare. La produzione alimentare è sotto il nostro controllo; se
4. smettiamo di aumentarla, allora la nostra popolazione dovrà
necessariamente smettere di crescere. Se una quantità x di cibo è
necessaria per sostentare una popolazione di 6,5 miliardi di noi,
allora quella popolazione non può crescere fino a 10 miliardi se
continuiamo a produrre solo una quantità x di cibo. Le persone
sono fatte di cibo e di nient'altro. Non puoi fabbricarle dalla luce
lunare.
EG: Ha affermato spesso che non sarà una nuova tecnologia o
un nuovo "programma" a sostenere l'umanità nel nuovo secolo, ma
piuttosto un'enorme ondata di cambiamenti nel modo in cui
pensiamo e viviamo. Che strategia usa quando deve convincere
persone che non vedono alcun vantaggio nel cambiare?
DQ: Non ho alcuna strategia per una cosa simile. Non so come
far vedere i ciechi.
EG: A prescindere da qualunque cosa possa pensare, molti di
noi hanno trovato il suo lavoro illuminante. Quando pensa che
verrà raggiunto il punto critico per la consapevolezza ambientale,
per il vivere sostenibile? Quando diventerà convenzionale cercare
di "salvare il mondo"?
DQ: Ciò che ho detto è che se ci saranno ancora persone tra 200
anni, non vivranno come noi, perché se la gente continuerà a
vivere come viviamo noi, non esisteranno più persone tra 200
anni. Se ci saranno ancora persone tra 200 anni, non penseranno
come noi, perché se la gente continuerà a pensare come noi, allora
continuerà a vivere come noi, e non esisteranno più persone tra
200 anni. Probabilmente si potrebbe tagliare questa stima a 100
anni. Direi che il punto critico dovrà probabilmente venire
raggiunto entro i prossimi 25 o 50 anni. Più probabilmente 25.
EG: Dato che considera il cambiamento di mentalità un
elemento così importante per la nostra sopravvivenza futura, può
indicare un singolo cambiamento che secondo lei sarebbe
5. decisivo?
DQ: Un'idea che è sopravvissuta al Medioevo, al Rinascimento
e all'Illuminismo per fiorire nell'era attuale è questa: che gli umani
appartengano a un ordine di esistenza separato dal (e superiore al)
resto della comunità vivente. Questa, secondo me, è l'idea più
pericolosa che esista oggi, e se non ce ne liberiamo finirà
letteralmente per ucciderci. I lombrichi sono più importanti per la
vita su questo pianeta degli umani, e se i lombrichi scompaiono,
noi umani li seguiremo rapidamente. E' vitale che ci ficchiamo in
testa di essere membri di una comunità e dipendenti da quella
comunità quanto qualunque altro suo membro. Non possiamo
esistere senza di essa. Non "possediamo" questa comunità. Non ne
siamo i custodi (si prende cura di se stessa e lo ha fatto con
successo per miliardi di anni prima della nostra comparsa). Ne
abbiamo bisogno, assolutamente e per sempre; non è lei ad aver
bisogno di noi. Se esisteranno ancora persone tra 200 anni, lo
sapranno senza il minimo dubbio.
EG: Cambiando leggermente argomento, come si inseriscono
fenomeni come l'iPhone della Apple nella nostra, come l'ha
definita, "cultura del massimo danno"? Non riesco a evitare di
volerne uno, ma una parte di me sa che non ne ho bisogno.
DQ: Direi che l'iPhone della Apple si inserisce nella nostra
cultura del massimo danno svolgendo il compito di rassicurarci
che tutto continua a migliorare sempre di più, sempre di più,
sempre di più, quando in realtà stiamo vacillando sull'orlo della
catastrofe. Questo non rende l'iPhone particolarmente pericoloso,
comunque, è solo un elemento dell'assortimento annuale di
attraenti giocattoli che ci mantengono sorridenti mentre
vacilliamo.
EG: Nel suo ultimo libro, "Se ti danno carta rigata, scrivi di
traverso"Se ti danno carta rigata, scrivi di traverso, discute della
sua prospettiva unica e la definisce quella di un "Antropologo
6. marziano". Potrebbe spiegare ai nostri lettori cosa intende con
questo?
DQ: Tutto ciò che facciamo, tutte le istituzioni che creiamo e
supportiamo, hanno perfettamente senso per noi. Siamo addestrati
fin dalla prima infanzia a credere, per esempio, che creare leggi
contro le attività che non vogliamo che avvengano in qualche
modo "funzioni" (anche se sappiamo che queste leggi
continueranno SICURAMENTE a venire infrante). Siamo
addestrati fin dalla prima infanzia a credere che mettere i
fuorilegge in prigione in qualche modo "funzioni" (anche se
sappiamo che quelle leggi continueranno SICURAMENTE a
venire infrante). Siamo addestrati fin dalla prima infanzia a
credere che la scolarizzazione sia in qualche modo la maniera
"naturale" (forse perfino divina) di educare i nostri figli, anche se
viene continuamente dimostrato che le scuole fanno un lavoro
terribilmente scarso nell'educare i nostri figli, a dispetto dei
miliardi (o sono triliardi?) che spendiamo perché lo facciano.
L'Antropologo marziano - ossia l'antropologo che viene da quel
pianeta allo scopo di studiarci - non è addestrato a vedere le cose
in questo modo, e quindi ci guarda e si chiede come siamo arrivati
a credere cose simili. Questo è stato il mio ruolo qui.
EG: Sembra che ci sia un gran numero di persone che concorda
con quello che dice, ma pochi che pensano come lei. Come spiega
questa disparità? Questo nuovo libro è stato un tentativo di
insegnare ad altri a rispondere alle proprie domande?
DQ: Credetemi, rimasi sorpreso da questa disparità quando
divenne evidente, man mano che venivano pubblicati i miei libri.
Alla fine mi divenne chiaro che HO effettivamente un modo
strano di considerare le cose, un modo che gli altri non riescono a
padroneggiare automaticamente. "Carta rigata" è progettato per
analizzare il mio "metodo" (per quanto possa venire analizzato) e
per aiutare gli altri ad adottarlo.
7. EG: Qual è la parte migliore del suo lavoro? Come si rigenera
quando si sente esaurito?
DQ: La parte migliore del mio lavoro è scoprire una nuova
angolazione da usare per esprimere il mio messaggio. Si potrebbe
dire che ognuno dei miei libri rappresenti una diversa angolazione
di attacco - e questo include novelle "dirette" come "After
Dachau" e "The Holy". Avendo finito "Carta rigata", sono al
momento senza una nuova direzione, senza altro da scrivere.
Sono sicuro che non siamo i soli ad aspettare ansiosamente la
nuova ispirazione di Daniel Quinn. Potete dare un'occhiata al suo
libro più recente, Se ti danno carta rigata, scrivi di traverso, nella
vostra libreria più vicina [NdT: oppure leggerlo online qui]. Se
volete di più, assicuratevi di controllare Ishmael.org per gli
aggiornamenti e le riflessioni più recenti; l'esauriente sezione di
Domande & Risposte fornisce una prospettiva più approfondita
del modo di pensare di Daniel Quinn, e ci sono anche molte
avvincenti storie e parabole.
Traduzione di Dr-Jackal (nrt_ita@libero.it)
Originale tratto da: www.ishmael.org
Le altre opere di Daniel Quinn sono disponibili in italiano nel sito:
NuovaRivoluzioneTribale.uphero.com