2. IL SUD d’ITALIA
ALL’INIZIO DEL XIII, IN SICILIA, LA
CORTE DI FEDERICO II DI SVEVIA,
NIPOTE DI FEDERICO BARBAROSSA,
È UN CENTRO CULTURALE DI
ECCEZIONALE APERTURA
3. FEDERICO II
Unisce in sé il titolo di Imperatore del Sacro Romano
Impero e la Corona di Re di Italia, ereditati dal padre
Enrico, figlio di Federico I, e la corona del Regno
Normanno di Sicilia, di cui era erede la madre, Costanza
d’Altavilla.
Fonda uno stato moderno fortemente accentrato
amministrato da giuristi in cui il Parlamento non ha
facoltà deliberativa
Conduce una vera e propria battaglia per l’egemonia
ghibellina e laica
Promuove una cultura che abbia una funzione politica
4. FEDERICO II e LA CULTURA
Dà impulso alla Scuola Retorica di Capua e a quella
Medica di Salerno
Fonda l’Università di Napoli
Si interessa allo studio delle discipline filosofiche e
promuove lo studio del Latino
Scrive un trattato di falconeria in Latino e alcune
rime
Apre la Magna Curia agli influssi di civiltà diverse:
franco normanna, germanica, ebraica, greco-
bizantina, araba
5. La SCUOLA POETICA SICILIANA
Si sviluppa tra il 1230-1250: secondo Dante, “tutto quanto gli Italiani
compongono in poesia è detto Siciliano”
In Sicilia sorgono
imitatori della poesia
trobadorica, che, però,
non utilizzano la lingua
d’ Oc, bensì il loro
volgare.
6. RIMATORI (funzionari della magna curia)
Il sovrano stesso e giovani
appartenenti a famiglie
nobili APPARTENGONO
all’ARISTOCRAZIA
Giuristi notai funzionari e
giullari che erano a corte NON GODONO di
attratti dalla fama e dalla AUTONOMIA
PROFESSIONALE
liberalità di Federico II
Quasi tutti hanno compiuto È LORO INTERESSE
MOSTRARSI DEGNI
studi di diritto e ars di PARTECIPARE alla
dictandi presso le VITA di CORTE
Università
7. I POETI
Iacopo da Lentini
Pier delle Vigne
Guido delle Colonne
Giacomino Pugliese
Stefano Protonotaro
Rinaldo D’Aquino
8. SCUOLA POETICA
Il termine Scuola rimanda ad una comunanza di
temi e di stile
Caposcuola: Iacopo da Lentini, il Notaio.
I siciliani operano una originale rielaborazione del
modello provenzale
Tale originalità si riconosce nella tendenza a
recidere qualsiasi legame con le occasioni
contingenti, soprattutto nella trattazione del tema
amoroso.
9. Caratteri della lirica siciliana
Attività aristocratica, passatempo elegante
Consapevole convenzionalismo (temi e modelli
ricalcano quelli francesi, ma in una realtà non
feudale)
Poesia è ragionare d’amore, espressione di raffinato
sentire
Il discorso lirico è aulico, sottilmente intellettuale
Pur avendo un carattere fortemente convenzionale, è
capace di mostrare uno spessore psicologico nuovo
nell’indagine della fenomenologia amorosa
10. LA LINGUA e LE STRUTTURE
Si tratta di un volgare siciliano depurato,
estremamente raffinato ed influenzato dal periodare
latino (anche se i testi dei Siciliani sono giunti a noi
copiati dai Toscani e con una veste linguistica
toscanizzata).
Dante lo definisce un “volgare illustre”, adoperato
con intenzione non dialettale, ma letterariamente
nobilitato.
11. La lingua e le Strutture
Il lessico è elevato, generalmente depurato da connotazioni
dialettali e ricco di latinismi e provenzalismi
La rima, che nell’originale era presente, viene persa nella
trascrizione toscana (rima imperfetta)
Le strutture compositive sono:
La CANZONE – genere alto per eccellenza, alternanza di
endecasillabi e settenari, uso della coblas capfinidas
La CANZONETTA realtà più quotidiana – spesso contiene parti
dialogiche
Il SONETTO – creato dai siciliani – discussione dottrinale
(natura dell’amore) descrizione della fenomenologia d’amore
12. I TEMI
Mentre la Lirica provenzale
sviluppa il tema amoroso e quello
politico-militare, la Scuola poetica
siciliana accoglie come unico
argomento l’ AMORE
14. LA DONNA DEI PROVENZALI
E’ un essere terreno nonostante la superiorità nei
confronti dell’amante
La sua posizione sociale la rende irraggiungibile
E’ designata attraverso il senhal
L’amore nei suoi confronti assume la valenza di un
“servizio dovuto”, un amore che ingentilisce, anche se
non scevro da aspetti materiali
Spesso infligge prove dure e crudeli al proprio amante
Tali caratteristiche rivelano una concezione aristocratica
dell’amore, fondata sui valori di dedizione, fedeltà,
abnegazione, disinteresse, gli stessi principi su cui si
fonda il legame di vassallaggio
15. LA DONNA DEI SICILIANI
Ha perso buona parte della sua “fisicità”
Subisce un processo di rarefazione e stilizzazione (cui contribuisce
anche l’ estraneità di questo modello rispetto al contesto in cui
viene inserito)
Attenuazione della simbologia vassallatica
È un essere superiore a tutti gli altri
Lontana e crudele, spesso è indifferente alla sofferenza del poeta
innamorato
Le sue qualità sono spesso definite in modo generico:
Bella (bionda testa, claro viso, bionda più ch ’auro fino)
Dotata di saviezza e intendimento cioè di finezza di educazione e di costume
Cortese – capace di nobile amore, paragonata alla rosa profumata o a una stella
luminosa
16. FUNZIONE della POESIA
Per i poeti siciliani la poesia è ricerca di
bellezza, evasione dalla realtà e segno di
appartenenza ad una ristretta cerchia
l’amore è un puro gioco aristocratico e
raffinato
17. LA POESIA SICILIANA e LA POLITICA
Nella produzione dell’Italia del Nord in lingua d’Oc,
l’argomento politico è in primo piano. Nelle città del
Nord improntate alle libertà comunali, gli scontri fra
i partiti sono una realtà quotidiana.
Diversa è la realtà delle corti: il potere del sovrano
impone una diversa dinamica.
18. PROVENZALI E SICILIANI
L’amore cantato da entrambi è quello cortese con il
servizio alla dama.
Quello dei Siciliani è un amore ulteriormente
stilizzato, lontano dall’esperienza reale del poeta.
La figura femminile appare nei Siciliani meno
concreta, quasi sublimata, anche se si tratta sempre
di un amore carnale e sensuale.
Più frequente nei Siciliani è il ricorso a similitudini
tratte dall’ambito naturalistico e scientifico.