2. 2
open source in Istat - 1
fin dagli anni '90: soluzioni open source adottate nelle
infrastrutture e nello sviluppo di applicazioni Web
dal 2000: azione di “lobbying” da parte di tecnici e
disponibilità del nuovo management IT
→ 2004: gruppo di lavoro “ufficiale” sull'open source
→ 2006: Linux come architettura standard per i server
→ 2008: nuovi standard in Istat: almeno un
pacchetto open per ogni categoria di software
3. 3
open source in Istat - 2
software statistico open:
“R”
migrazione da SAS: risparmio di centinaia di k€/anno
sviluppo di componenti condivisi con la community
RELAIS (REcord Linkage At IStat): primo pacchetto nato in
logica open source:
strumenti: architettura Java - “R”
metodo: cooperazione tra statistici metodologi e
informatici
apertura: cooperazione con altri istituti di statistica INS
4. 4
il problema della licenza
Prima del 2007:
diffusione da anni sul sito istituzionale (OTS Osservatorio
Tecnologico del Software
http://www.istat.it/strumenti/metodi/software/ ) di componenti
software senza specificazione del tipo di licenza / copyright
2007: sviluppo RELAIS e sua diffusione su osor.eu
→ per la diffusione su sito: quesito a Direzione Generale
nella prima risposta si ipotizza un possibile “danno erariale”
(warning: non sono un giurista! scusate linguaggio/gergo)
5. 5
parere 1
2008 quesito a Consip: appunto “tendenzialmente” negativo
un appunto dell'ufficio legale, non un parere in senso stretto,
ma “considerazioni sulla problematica dell'utilizzo dell'OS nella
PA. Gli appunti riguardano codice sviluppato o modificato da
una ipotetica PA, e il problema si pone se e solo se questo è
poi reso disponibile ad altri.”
“... partendo dai principi generali di contabilità pubblica, appare
evidenziato che una PA non possa cedere gratuitamente beni
a terzi soggetti privati”
“... in considerazione della classificazione del bene “software”-
si ripete, classificabile quale bene mobile immateriale -
nonché , in considerazione dell’ambito applicativo della
suddetta norma, si potrebbe addivenire alla conclusione di
divieto di cessione gratuita dello stesso a soggetti terzi.”
6. 6
parere 2.1
Commissione Cultura Camera (Folena, Iodice): parere
positivo per tre motivi:
1) non contraddice la volontà dell'Autorità politica che ha
dato implicito riconoscimento alla definizione di Open Source
da parte dell'OSI;
2) non si configura come "cessione" poiché di nulla la P.A. si
priva;
3) corrisponde ai generali criteri di efficienza, di buon
andamento e di economicità, poiché permette, almeno in
potenza, anche notevoli risparmi di spesa sullo sviluppo del
software.
7. 7
parere 2.2
“Pertanto, l'uso del termine "cessione", nel contesto della
norma, non può che stare a significare il trasferimento del
bene dalla P.A. verso terzi, a titolo gratuito, con la
corrispondente perdita da parte di quest'ultima della
possibilità di utilizzarlo ai propri fini.
Nel caso di beni immateriali come il software, peraltro, si può
intendere come cessione non solo quella fisica quanto quella
dei diritti associati alla licenza.”
Va quindi analizzato … il fatto che il software open source
non viene di norma "ceduto" per sua stessa natura. Esso,
difatti ... è accompagnato da una licenza che prevede … la
condivisione del codice sorgente senza che il primo
licenziatario, né l'autore, debbano privarsene.
Pertanto, il concetto di "cessione" (ossia trasferimento verso
terzi con conseguente privazione dei diritti da parte
dell'autore o del licenziatario) risulta nei fatti inapplicabile al
software open source.”
8. 8
la soluzione EUPL
EUPL, la prima licenza F/OSS europea, creata per iniziativa
della Commissione Europea.
Approvata dalla Commissione il 9 gennaio 2007 in tre
lingue, validata nel 2008 nelle 22 lingue ufficiali dell'Unione
Europea
Nel 2009 viene adottata una nuova versione (EUPL v.1.1) e
nel marzo 2009 EUPL viene certificata dall'OSI (Open
Source Initiative)
EUPL è uno strumento legale unico, in quanto elaborato nel
rispetto della legge europea e ha valore legale (grazie anche
alla traduzione!) in tutti gli stati europei
9. 9
EUPL
Esistono più di 100 licenze “open”: scopo dell'EUPL non è
competere con queste, ma incoraggiare le PA europee ad
abbracciare il modello FLOSS per valorizzare software e
conoscenza, a partire dalle stesse istituzioni europee
EUPL è quindi compatibile con alcune licenze copyleft,
inclusa la GPLv2
Licenza usata per tutti i software open rilasciati dalle
istituzioni europee
10. 10
iniziative in europa
1. OSOR (Open Source Observatory and Repository), del
progetto IDABC finanziato dalla Commissione Europea
repository (con forge) di soluzioni open
supporto legale sul FLOSS (specie EUPL)
communities dedicate ad aspetti particolari (es.)
2. Sharing Advisory Board (Eurostat, OECD, UNECE) per la
condivisione del software tra istituzioni statistiche
http://www1.unece.org/stat/platform/display/msis/Software+Sharing
3. ESSnet CORA (COmmon Reference Architecture) per la
definizione di un'architettura che faciliti lo scambio del sw
4. ...
11. 11
conclusioni
anche questa volta l'Europa ci salva
Cosa serve per le PA:
- seguire le nuove proposte, es:
OSOR Guidelines - Public procurement and OSS)
- per i tecnici (e i dirigenti) informatici “sporcarsi le mani” con
le questioni giuridiche
- un supporto giuridico “pieno” … da chi?
- la community e lo scambio di esperienze
12. ... grazie per l'attenzione!
http://vaccaricarlo.wordpress.com
vaccari@istat.it