1. Milano, 15 Ottobre 2008 I percorsi di professionalizzazione dell’ostetricia
VI Forum Giovani Ais
Forum Giovani AIS - VI edizione -
Milano-Bicocca
15 Ottobre 2008
I percorsi di professionalizzazione dell’ostetricia
Un confronto internazionale
Elena Spina
2. Milano, 15 Ottobre 2008 I percorsi di professionalizzazione dell’ostetricia
VI Forum Giovani AisIl contesto
Semiprofessioni (Etzioni, 1969)
Dominanza medica (Freidson, 1970)
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Gli sforzi legislativi, sostenuti per consentire l’innalzamento dello status
professionale e sociale delle occupazioni sanitarie non mediche, non
hanno inciso sulla strutturazione di ruoli sociali consolidati;
La scarsa coesione, il debole senso di appartenenza ad una comune
base identitaria e l’assenza di una mentalità professionale, che
connotano la categoria, limitano la possibilità di porre in essere
strategie corporative funzionali ad un ri-posizionamento sociale.
Ipotesi
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Approccio di tipo storico-comparativo
Funzionale ad un’analisi processuale
e dinamica delle realtà
professionali
Necessario a portare alla luce
l’importanza della variabile
contestuale
Metodo etnografico
Metodo delle interviste in
profondità
Analisi secondaria della letteratura
Tecniche di indagine:
Approccio metodologico
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1. Il ruolo della path dependencypath dependency: posto che esistano comuni origini che
connotano storicamente e tradizionalmente la figura professionale
dell’ostetrica, hanno agito e continuano ad influire fattori path dependenth
in grado di spiegare la variabilità tra contesti
Ostetriche e midwives a confronto
Italia Inghilterra
Modello dell’ostetricia
attiva o interventista
Modello dell’ostetricia
aspettante
subordinazione
dell’ostetrica al medico
sviluppo di una
professione autonoma
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2. Le variabili di contesto: a. il percorso formativovariabili di contesto: a. il percorso formativo
Percorso professionalizzante unico
istituito presso le Facoltà di Medicina:
-Laurea triennale in Scienze
Infermieristiche ed Ostetriche abilita
all’esercizio della professione;
-Laurea Specialistica consente
l’acquisizione di ruoli e posizioni
dirigenziali;
-Master di primo livello consente
l’accesso alle funzioni di coordinamento.
DIRECT ENTRY: accesso diretto alla
professione di midwife mediante la frequenza
di corsi che conducono:
-al diploma;
-alla laurea.
FROM NURSES TRAINING (nurses-
midwives): le infermiere professionali possono
diventare midwives accedendo ad un corso della
durata di diciotto mesi.
I corsi di diploma e di laurea sono gestiti dalle
Midwives
Italia Inghilterra
Dominanza scientifica (legata all’impiego della
stessa base cognitiva) e istituzionale (legata alla
titolarità delle cattedre universitarie) rispetto
alla professione medica
Autonomia della midwifery che si pone su un
piano contrapposto e differenziato rispetto alla
medicina intesa come scienza e come professione
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2. Le variabili di contesto: b. istituzionalizzazione e rappresentanzavariabili di contesto: b. istituzionalizzazione e rappresentanza
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Requisito per l’esercizio: iscrizione
all’Albo professionale.
L’Albo è tenuto dal Collegio che è
organismo di governo e di
rappresentanza professionale.
La rappresentanza sindacale è affidata
ai sindacati confederali.
Requisito per l’esercizio:
-iscrizione all’Albo professionale che è tenuto
dal Nursing and Midwifery Council;
-Mantenimento dello status professionale
attraverso l’aggiornamento del portfolio
professionale e della compilazione
dell’Intenction to Practice.
La rappresentanza professionale e quella
sindacale spetta al Royal College of Midwives
Scarsa partecipazione delle ostetriche alle
iniziative collegiali; scarso capacità del
collegio di promuovere le istanze
professionali
Consenso e adesione attiva da parte delle
midwives alla vita associativa; organismo non
autoreferenziale e impegnato nel sostenere il
ruolo della midwife
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2. Le variabili di contesto: c. competenze professionalivariabili di contesto: c. competenze professionali
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Ostetriche e midwives a confronto
Il DM 740/94, nell’istituire il profilo
professionale dell’Ostetrica ne ha definito
le competenze professionali:
a. Interventi di educazione sanitaria e
sessuale sia nell’ambito della famiglia che
nella comunità;
b. Preparazione psicoprofilattica al parto;
c. Preparazione ed assistenza ad interventi
ginecologici;
d. Prevenzione ed accertamento dei tumori
della sfera genitale femminile;
e. Programmi di assistenza materna e
neonatale.
Nella realtà della pratica professionale spesso in
molti contesti non è consentito svolgere
autonomamente questo insieme di funzioni,
ma ci si limita ad un ristretto numero di
“azioni”.
a. Interventi informativi e di supporto alle famiglie;
b. Diagnosi e monitoraggi delle gravidanze fisiologiche;
c. Prescrizione degli esami atti a prevenire patologie in
caso di gravidanze a rischio;
d. Assistenza della donna durante il parto e verifica
delle condizioni del feto in utero mediante l’impiego
di apparecchiature;
e. Assistenza dei parti spontanei; pratica
dell’l’episiotomia e, in casi urgenti, del parto podalico;
f. Capacità di riconoscere i segnali di anormalità nella
donna e nel neonato e richiedere l’intervento medico;
prendere le necessarie misure di urgenza in coso di
assenza del medico;
g. Prima assistenza al neonato;
h. Assistenza post partum alla donna e sostegno nel
fornirle gli strumenti necessari a svolgere
autonomamente le funzioni materne;
i. Effettuare i trattamenti prescritti dal medico;
j. Compilare la cartella ostetrica.
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2. Le variabili di contesto: d. i settingvariabili di contesto: d. i setting
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In teoria hanno facoltà di esercitare:
•All’interno delle strutture
ospedaliere pubbliche e private;
•All’interno dei consultori;
•In regime libero-professionale;
•Presso le istituzioni formative.
In pratica la maggior parte afferisce
alle strutture del sistema sanitario;
circa il 2% del totale esercita in
regime libero professionale e, ad oggi,
soltanto 1 ostetrica riveste la carica
di Professore Associato presso una
Facoltà di Medicina e Chirugia.
Esercitano:
• All’interno delle strutture
ospedaliere pubbliche e private
presso: - ante natal ward
- post natal ward
- fetal assessment unit
- labour ward
• All’interno dei birth centres;
• In collaborazione con i GP come
community midwives;
• In regime libero-professionale;
• All’interno delle università
seguendo la carriera accademica,
ivi compresa l’attività di ricerca.
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3. Il sistema delle relazionisistema delle relazioni è condizionato dall’assetto organizzativo e professionale
e a sua volta condiziona il grado di realizzazione professionale
Relazioni
intraprofessionali
Relazioni
interprofessionali
Relazioni con l’utenza
Scarsa coesione tra i membri
legata all’assenza di spirito
corporativo e di senso
identitario che portano alla
non-azione strategica
Di subordinazione rispetto
alla professione medica che,
soprattutto nei contesti
ospedalieri esercita una
dominanza gerarchica e
funzionale
Distacco e assenza di una base
fiduciaria dovuta alla
conoscenza superficiale con la
partoriente che durante la
gestazione si è affidata al
ginecologo
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Elevata coesione dovuta allo
sviluppo dello spirito corporativo
legato ad un lungo processo di
socializzazione alla midwifery
Di rispetto delle competenze e
di scambio reciproco legato al
riconoscimento sociale delle due
professioni
Close and supportive, ovvero
intime e confidenziali. Ciò è
dovuto al fatto che la midwife è
la figura di riferimento della
gravidanza fisiologica
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Sembra plausibile ritenere che quella dell’ostetrica sia destinata a restare un’occupazione
Limiti strutturali
Detached concern
Assenza di una coscienza di gruppo
Disinteresse e incapacità di porre in essere
strategie di professionalizzazione
Persistenza del carattere ancillare
rispetto alla medicina che occupa una
posizione di dominanza
Limiti culturali e organizzativi
Comportamenti e atteggiamenti del
consumatore
Contesti organizzativi burocratizzati dove
prevale una cultura medico-centrica
Approccio culturale alla nascita
Difficoltà istituzionalizzata di conciliare la
professionalizzazione con le pressioni
esercitate dal corporativismo medico
In conclusione
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