3. CONVEGNO
POLITICHE
GIOVANILIE E
MONDO ADULTO
Gavardo (Bs) sabato 13 ottobre 2007
Centro Culturale Zane
PREFIGURAZIONI E
SUGGESTIONI PER
UNA DEFINIZIONE
DELLE POLITICHE
GIOVANILI
di Giovanni Campagnoli
4. QUANDO PARLIAMO DI POLITICHE GIOVANILI,
QUALI RAPPRESENTAZIONI ABBIAMO?
1. QUELLE DEGLI ADOLESCENTI?O DEI GIOVANI?
2. QUELLE DEGLI SPORTELLI E DEI SERVIZI?
3. QUELLE DEGLI SPAZI E DELLE RETI DELLA COMUNITÀ LOCALE?
4. QUELLE DELLA PARTECIPAZIONE E DELL’IMPEGNO?
5. QUELLE DELLE STORIA E DELLA MEMORIA?
6. QUELLE DELLA MOBILITA’?
7. QUELLE DELLA CREATIVITA’?
8. QUELLE EDUCATIVE NELLA SCUOLA E NELL’EXTRASCUOLA?
9. QUELLE DEI MEETING, DEGLI ESPERTI E DELLE RICERCHE?
10. QUELLE DEGLI EVENTI? MAGARI MEDIATICI?
11. QUELLE DEI NUOVI MEDIA E DELLE NUOVE TECNOLOGIE?
12. QUELLE DELLE FINANZIARIA (o del Governo Centrale)?
13. QUELLE DEL LAVORO, PROFESSIONI ED IMPRESA?
14. QUELLE DELLO SPORT?
15. QUELLE DEI RISCHI?
16. QUELLE DELLA CASA E DELLA CITTA’? E DELLE GIOVANI COPPIE?
17. QUELLE DELLA FORMAZIONE, INNOVAZIONE E UNIVERSITA’?
18. QUELLE DELLA FORMAZIONE PER OPERATORI ED AMMINISTRATORI?
5. Pochi enti e risorse
(0,09% dei bilanci)
Interventi culturalmente
deboli e monotematici
(tempo libero, consulte,
eventi…)
Non promozione di temi
attuali e valori forti
Non promozione di
partecipazione giovanile
IL CIRCOLO VIZIOSO
delle politiche giovanili
Risorse: in Europa dall’1,5% al 2,25%. Una rotatoria stradale equivale alla
cifra che stanzia un Comune di medie dimensioni per dieci anni per le politiche giovanili!
6. Un anno dopo, anche solo leggendo il titolo di questo
convegno, è evidente che:
- la scelta (rispetto all’ambito di intervento) è fatta! Senza
dubbio, giovani come risorsa locale
- si sono sviluppate delle buone pratiche su questo territorio
- la dicotomia centro/periferia è da ripensare… (da cerchio a
rete?),nel senso che questo territorio accresce la funzione di
laboratorio e sperimentatore di buone pratiche;
- si è passati a ragionare ai circoli virtuosi, rispetto a logiche
di problematicità, disagio, esclusione, ecc
7. "Circoli virtuosi di promozione dell'agio in
ambito giovanile"
Ipotesi:
1. scelta di pol. giov. di
promozione dell’agio
2. target “giovanile” (non minori,
preadolescenti, operatori sociali
e magari anche target + specifici)
3. circoli virtuosi: generazione di
risorse, sviluppo, incremento di
competenze, capacità, saperi,
cittadinanza, capitale sociale,
sviluppo locale
8. Il “chi, dove, perché” degli interventi che diventano
circoli virtuosi (le “e”, la comunità, la cittadinanza
attiva e lo sviluppo del “locale”)
9. Il “chi, dove, perché” degli interventi che diventano
circoli virtuosi
1. CHI: adulti (istituzioni) e! giovani. Istituzioni alleate (Scuola e EELL),
il tavolo sovracomunale
2. DOVE: nella comunità locale (v. Carta Europea di partecipazione
dei giovani alla vita locale), città in cui sono possibili alcune
educative tra attori diversi (es. Scuola e Extrascuola).
Importanza delle RETI (a diversi livelli).
3. PERCHE’: sviluppano partecipazione (magari partendo dal
protagonismo/espressività) che genera cittadinanza attiva
giovanile, acquisizione di competenze di edu non formale,
spendibili però anche nel mercato del lavoro (e quindi > poss. di non
trasferirsi), sviluppo di capitale sociale locale (= più legami sociali
e > livelli di fiducia tra le parti, reti). Ed anche intraprendere
coniugando lavoro, territorio (potenzialità/ attrattori) e creatività. E’
sempre un investimento generativo, anche rispetto alle risorse
economiche, uscendo dalla logica della sola “spesa pubblica”.
10. Il “come” degli interventi che diventano circoli
virtuosi: la promozione di esperienze significative
11. Il “come” degli interventi che diventano circoli
virtuosi: la promozione di esperienze significative
4. Come: una possibilità è quella di promuovere esperienze: più ricerche
affermano infatti che quelle ritenute significative dagli adolescenti,
avvengono prevalentemente nell’extrascuola e sono legate a dimensioni
espressive e del corpo (meno presenti a Scuola e nello studio).
Produrre esperienze quindi significa:
- promuovere protagonismo attivo (vs passività, essere target);
- Riconoscimento dei giovani (si è una persona qui e ora, non in futuro);
- Mediazione riflessiva (scambio/relazione con qualcuno che si ritiene
significativo, rielaborando insieme significati, producendo quindi sapere
condiviso, quindi cultura). Ripensare alle biografie x valutare nel LP;
- Apprendimento (dimensione che deve esserci nell’esperienza) e quindi
competenze (da certificare? Cv europeo, attestai, ecc);
- Relazione (non c’è esperienza senza l’altro). Intergenerazionalità
Avventura (negata dal consumo)
- Desiderio (dimensione che è nei ragazzi ed è da recuperare)
12. Il “come” gli interventi diventano circoli virtuosi
1. Effetto moltiplicatore (grazie all’effetto leva)
2. Risultati attesi ed inattesi
13. L’Effetto moltiplicatore
• Precondizioni: essere un progetto che ha come obj quello di
generare risorse (ad es. tempi, Inv, ruolo dell’impresa sociale)
• Non voler essere solo spesa pubblica a fondo perduto
(“giovani” e non “svantaggiati”, a disagio, ecc)
• Raccogliere risorse da più attori e da “più parti” di uno stesso
attore pubblico (uscendo dalla logica dei “separati in casa”)
• Prevedere servizi con un prezzo (anche politico) da reinvestire
• Attuare anche logiche di impresa sociale (soprattutto nella
cooperazione), in quanto solo una parte di lavoro è garantita dalla
PA, mentre il resto deve derivare dalla capacità di gestione.
• Svolgere anche un ruolo di richiamo rispetto ad attenzioni e
responsabilità
• moltiplicazioni anche di idee e pensieri (invisibile ma strategico!)
• Motori: informalità, mobilità, educaz all’imprenditività
14. 1. L’effetto moltiplicatore della partecipazione attiva a
Spazioper (dalle passioni e dalle reti amicali, a lavoro,
alleanze e credits, fino all’effetto leva di 1 a 2 delle risorse
investite, a partire dal 3° anno (e si arriva anche a 1 a 8!). Si
forma così una nuova imprenditoria sociale e culturale)
15. 1. L’effetto moltiplicatore della partecipazione attiva e delle
risorse a Spazioper:
Intervento che polarizza energie, passioni ed impegno, tanto che spesso i
giovani passano da “avventori” a “protagonisti attivi di Spazioper”:
• si avvantaggia delle reti amicali di quei giovani che a Spazioper
partecipano attivamente (e quindi portano maggiori incassi all’Equobar);
• lavoro diretto dei giovani (anche manuale, ad esempio per la costruzione
dello skate park in cui la manodopera è stata prestata dai suoi futuri utenti-gestori);
• messa a disposizione del progetto di quei contatti personali che
permettono anche sconti sui lavori e sulle forniture, consulenze;
• coinvolgimento e passaparola positivo (grazie ad un network locale che
si costruisce con diversi attori).
Tutto ciò si traduce in un “effetto moltiplicatore” che si rivela particolarmente
significativo perché se dovesse essere valutato economicamente
evidenzierebbe che per ogni euro investito dalla Pubblica
Amministrazione, se ne valorizzano almeno due (in termini di risorse
mobilitate a favore dei giovani) già dal terzo anno, per poi arrivare fino a 8!!
16. 2. MOBILITA’ GIOVANILE:
Tra campanile, valli, pianure, Europa e ritorno… riportando
nella propria comunità gli apprendimenti, le idee, le news…
17. 3. EDUCANDO alla IMPRENDITORIALITA’/IMPRENDITIVITA’
GIOVANILE
Ciò è possibile se esiste una
intenzionalità chiara:
- nella Scuola (programmi ad hoc di
sperimentazione di impresa)
- nella ExtraScuola (ad es.
nell’associazionismo giovanile che sta
assumendo sempre più il ruolo di
laboratorio di sperimentazione che
non di luogo di “militanza”). Per
questo imparare a gestire bene le
risorse è fondamentale per il
successo delle attività per i giovani (si
parla di microimprese sociale e
culturali.
18. Risultati attesi ed inattesi
Se i primi a volte non sono
soddisfacenti rispetto a quanto ci si
aspettava all’inizio, i secondi
solitamente sono invece sempre
maggiori di quelli attesi. Bisogna
ricordare due cose:
- si ragiona nell’ambito di un
investimento (sociale) che quindi si
valuta solo nel medio/lungo periodo
(e con difficoltà)
- si ha a che fare con la crescita delle
persone, che necessitano davvero di
anni per valutare l’importanza ed il
“segno” positivo che alcune
esperienze/incontri hanno lasciato in
loro (la biografia di ciascuno lo
conferma…)