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La rivisitazione del passato consente  di illuminare le ragioni storiche e culturali  che pesano sul ruolo svolto dalla donna nella nascita, nello sviluppo e nell’affermazione della professione infermieristica così  come oggi è intesa. La storia di ciò che oggi definiamo  convenzionalmente assistenza infermieristica  inizia ancor prima delle più antiche civiltà mesopotamiche o egiziane e continua  attraverso i secoli.
Nella guerra di Crimea fu invitata  a reclutare un corpo di infermiere  ben addestrate per guidarle all’Ospedale  militare di Scutari.
Nonostante le innumerevoli difficoltà da lei incontrate, la Nightingale ottenne prestigiosi risultati. Lei accetta l’incarico ed il 21 ottobre 1854  parte per la Turchia accompagnata  da 39 infermiere dai lei stessa selezionate.
I primi interventi furono mirati a migliorare  le condizioni igieniche ritenute responsabili della maggior parte delle morti.   Il vitto dei ricoverati fu migliorato, le corsie rese abitabili, aperti nuovi servizi igienici, fornito un nuovo vestiario  adeguato e sufficiente e  si provvedeva alle pulizie.
Fu aperta una nuova lavanderia,  nella quale si usavano caldaie per far bollire l’acqua.
Al termine della guerra la  Nightingale tornò in patria  dove fu accolta da vera eroina. Con 45.000 sterline avute in compenso per l’opera brillantemente prestata  in Crimea la Nightingale fece  sorgere annessa all’ospedale St. Thomas di Londra, la prima  scuola per infermiere della storia.
Si trattava di una struttura autonoma,  riservata alle sole donne. La durata del corso era di un anno e venne fortemente contestata  dai medici che ritenevano lungo  ed inutile tale percorso.
In Italia bisogna attendere il 1896  quando su iniziative della principessa  Adelaide Antici, si istituisse a Napoli  la scuola della “Croce Azzurra”,  affidata all’infermiera Grace Baxter formatasi come tale all’Università di  John Hopkins di Baltimora.
Nel 1864 nasce la CROCE ROSSA INTERNAZIONALE, in occasione  di una convenzione dove partecipano sedici paesi. L’esigenza di questa fondazione viene  evidenziata da  Henry Dunant che  con la scrittura di un libro, scuote  l’opinione pubblica.
Dunant nel 1901 riceve il premio nobel  per la pace e devolve tutto il premio alla società fondata.
Nel 1910 vengono fondate  le scuole regina Elena, presso  l’ospedale civile di Trieste e  presso il policlinico Umberto I di Roma.
A catena nascono altre scuole che sono fondate tutte da allieve della  Nightingale, ma nel nostro paese non vi sono ancora normative che  stabiliscono regole e programmi.
Si ha l’esigenza di una tutela della categoria. Dopo numerose vicissitudini avviene la  formale istituzione dell’associazione “ S. Camillo De Lellis”” fra infermieri  ed infermiere dell’ospedale San Marco  sotto l’egidia dell’Ufficio del Lavoro.
Il 15 agosto1925 viene emanato il Regio Decreto Legge n. 1832, convertito nella Legge n. 562 il 18 marzo 1926, in cui viene prevista l'istituzione delle Scuole Convitto professionali per infermiere, di durata triennale, a cui si può accedere con il titolo di quinta elementare. L'obiettivo della Legge 562 è non solo quello di formare adeguatamente personale di assistenza sanitaria, ma, con la formazione dei quadri dirigenti dell’assistenza infermieristica, si prevede la sostituzione graduale dei posti di caposala con personale diplomato.
L'abilitazione alle funzioni direttive (caposala), prevede un certificato di abilitazione conseguibile con un anno di studi complementare, ma tale certificato è solo un titolo preferenziale, in quanto non è considerato obbligatorio in ambito ospedaliero, mentre è considerato tale per ricoprire incarichi di direzione nelle scuole convitto. Il 29 luglio 1933 viene emanato il R.D. 1703 per l’istituzione e l’organizzazione delle prime scuole e dei corsi per infermiere professionali e per assistenti sanitarie vigilatrici.
Le mansioni delle infermiere saranno successivamente definite e regolamentate con il R.D. 2 maggio 1940, n. 1310, e nello stesso decreto verranno istituiti i corsi per infermieri generici, figure di supporto alle infermiere professionali.
Nascono numerose associazioni di infermiere. Finalità di tutte queste associazioni, è quella di promuovere e favorire il continuo miglioramento culturale e professionale degli iscritti, innalzare il livello qualitativo dell’assistenza e dei servizi sanitari, come pure dello status degli infermieri, promuovendo norme legislative ed iniziative di ricerca.
Il 22 luglio del 1946, viene costituita l’O.M.S., istituzione di sanità pubblica dell’O.N.U., i cui scopi sono quelli di programmare ed attuare una politica sanitaria mondiale, finalizzata al miglioramento ed all’elevazione del livello delle condizioni igienico-sanitarie e sociali di tutti i popoli.
Nel suo atto costitutivo si dichiara che “… il possesso del migliore stato di salute raggiungibile costituisce uno dei diritti fondamentali di ogni essere umano …”
In Italia, nel 1947 viene approvata e promulgata la “Costituzione della Repubblica Italiana”, che entra in vigore il primo gennaio del 1948.
L’art. 32 sancisce il diritto alla salute, come diritto fondamentale del cittadino: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato ad un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana” .
Il 29 ottobre 1954 viene emanata la legge 1049 sulla  Istituzione  dei Collegi delle infermiere professionali, delle assistenti  sanitarie visitatrici e delle vigilatrici d'infanzia.   D.P.R. 5 aprile 1950, n. 221 (1). Approvazione del regolamento per la esecuzione del decreto legislativo  13 settembre 1946, n. 233, sulla ricostituzione degli Ordini delle professioni  sanitarie e per la disciplina dell'esercizio delle professioni stesse.
Nel 1958, con la L. 13 maggio, n. 296, viene istituito il Ministero della Sanità, e si concretizza sempre più la consapevolezza del diritto alla salute come diritto del cittadino
Nel “Piano quinquennale di sviluppo economico 1965-69” del Ministro del Bilancio, il socialista Giolitti, è incorporato il “piano Berlinguer”, che prevede un ‘Servizio Sanitario Nazionale’, articolato sul territorio in Unità Sanitarie Locali, che, introducendo il principio della sicurezza sociale, svolge attività igienico-preventiva e di difesa ambientale. Il S.S.N., articolato in livelli comunale, provinciale e regionale, è finanziato dallo Stato con i contributi dei cittadini, proporzionalmente alla loro capacità economica.
Dal campo internazionale, intanto, un forte impulso alle riforme in campo sanitario viene dato dalla XXX Assemblea Mondiale della Sanità, tenuta dall’OMS nel maggio del 1977, in cui viene presentato il “Progetto salute per tutti nell’anno 2000”, con 38 obiettivi specifici, e nel 1978 dalla “Conferenza internazionale sull’assistenza sanitaria di base”, tenuta ad Alma-Ata, congiuntamente dall’OMS e dall’UNICEF.
Il 22 dicembre 1978 viene emanata la legge 833 in cui la salute diviene obbligo dello Stato, che se ne fa garante riguardo a tutti i cittadini con l’intento di: ,[object Object],[object Object],[object Object]
Sempre nel 1978 viene creato il codice  deontologico col quale l’infermiere si  impegna nei confronti del cittadino a fornire un’assistenza di qualità. “ I diritti del malato sono i doveri dell’infermiere…”
Viene approvato il Decreto Delegato per la Sanità, n. 502 il 23 dicembre 1992, su delega della legge 23 ottobre 1992, n. 421 “Riordino della disciplina in materia sanitaria”.
La 502 segna anche un passo avanti nella definizione del percorso formativo degli infermieri, che potranno accedere ai corsi professionali solo dopo aver conseguito un diploma quinquennale.
Il 7 dicembre 1993, viene emanato il D.L.vo 517, contenente modifiche al 502, che limita la possibilità di azione delle assicurazioni sanitarie al solo mercato delle polizze integrative escludendo la possibilità di competizione tra sistemi diversi.
Date le continue riforme delle riforme dall’esigenza di definire la professione  infermieristica nasce il profilo professionale dell’infermiere che inquadra le figura. E’ il decreto del 14 settembre 1994 n°739.
Decreto ministeriale, 24 luglio 1996 Gazzetta Ufficiale 14 ottobre 1996, n. 241 Suppl. ord. n. 168 Approvazione della Tabella XVIII-ter recante gli ordinamenti didattici universitari dei Corsi di diploma universitario dell’area sanitaria, in adeguamento dell’articolo 9 della legge 19 novembre 1990, n. 341
Legge 42 del 26/2/99 (G.U. 2/3/99)  che  abolisce il mansionario liberando  l’infermiere da un gabbia e  dandogli maggiore autonomia  decisionale. L’INFERMIERE DIVENTA PROFESSIONISTA!!! Sempre in questo mese viene  definito il nuovo codice deontologico.
La legge 251/2000 porta due grandi novità: ,[object Object],[object Object]
Il futuro della professione: Evidence Based Nursing
La ricerca è ormai una realtà. Nuove prospettive e nuovi orizzonti.
Nella nostra società la storia dell’assistenza infermieristica viene di norma strettamente correlata, da un lato alla storia delle istituzioni ospedaliere, dall’altro, a quella  degli ordini religiosi. La Chiesa si appropria del potere  di decidere chi può essere assistito;  le pratiche mediche sono appannaggio dei monaci, abati, sacerdoti e chierici;  la scienza medica rimane per  lungo tempo sottomessa alla Chiesa.
Si parte dagli albori del Cristianesimo  quando, l’organizzazione sanitaria  è attiva sia in Oriente che in Occidente e contempla figure diverse, generalmente senza una netta distinzione tra cure mediche ed infermieristiche. Proprio l’affermarsi del Cristianesimo  diede vita, sulla spinta dell’impulso caritativo,  ad un intervento costituito da diaconi  e diaconesse che operavano in vari ambiti.
Intorno ai secoli XI e XII vi fu un forte impulso alla costruzione di ospedali, anche se si è ben lontani dalla concezione moderna di nosocomio, e la costruzione di centri attivi  sugli itinerari di guerra. Parallelamente si assisteva ad una progressiva laicizzazione dell’assistenza. Nel Medioevo, si costituirono associazioni  che in seguito diedero luogo alla formazione  di ordini religiosi operanti in Italia  ma anche in Europa.
Il periodo a cavallo tra la fine del XV  secolo e gli inizi del XVII fu caratterizzato sostanzialmente dallo  scadimento delle prestazioni  assistenziali sempre più affidate a  personale laico senza alcuna esperienza, non motivato ed in cerca solo di una occupazione che garantisse lo stretto necessario. In questo periodo specialmente l’infermiera è vista come donna di “malaffare” non colta  che si occupa dei malati a volte soltanto per non finire in prigione. Molte erano le ex prostitute o povera gente reclutata tra le classi sociali inferiori.
Al passaggio epocale da un mondo religioso ad una realtà mondana,  tra il Medioevo e Rinascimento,  l’aspetto caritatevole dell’assistenza  venne ad integrarsi con l’aspetto tecnico. Colei che assisteva doveva essere  sottomessa al potere delle persone che detenevano il sapere. Questa concezione determina una  grave lacuna che verrà colmata,  anche se parzialmente, soltanto nel XIX  secolo con la nascita delle prime  scuole per infermiere.
Per moltissimo tempo chi presta cure  dovrà farlo in assoluta povertà materiale e senza alcun riconoscimento economico e le donne consacrate sono al servizio di Dio. Per tale ragione tutte le spese sanitarie supportate dalle prime strutture ospedaliere  venivano coperte dalle offerte e dalle donazioni dei benefattori. Tutto ciò rimane invariato fino alla fine del XIX secolo, addirittura fino alla metà del XX in Italia…
Ad inizio dell’ottocento Carlo Alberto  è uno dei promotori sostanziali all’ingresso dell’esperienza “ Vincenziana” assistenziale in Italia.   Questa esperienza segna la storia  dell’assistenza in Italia.
Dopo il Rinascimento, da una parte cambia  la fisionomia dei destinatari dell’assistenza, cioè gli infermi e, dall’altra quella  di coloro che prestano l’assistenza, vale a dire i cosiddetti “infirmari”; In realtà si tratta ancora di “inservienti”  donne o uomini laici, senza  alcuna istruzione, reclutati nelle fasce  sociali più basse ai quali viene  dato un esiguo compenso per un  lavoro al quale è attribuito uno scarso valore.
Nel settecento cambia lo scenario culturale: Le concezioni illuministiche investono  anche il settore dell’assistenza. Alla carità cristiana si tende a sostituire  una solidarietà laica fondata sulla ragione. Si afferma che questa dimostra la naturale eguaglianza di tutti gli uomini.
Dopo la rivoluzione francese resta  almeno acquisito in Europa il concetto  che l’assistenza sanitaria e sociale è un diritto la cui tutela  compete allo Stato. In Italia bisogna però attendere il 1890 prima che una legge stabilisca il controllo dello stato sugli enti  di assistenza e beneficenza.
Si cominciano a studiare nuove soluzioni, anche architettoniche, per garantire  luoghi più idonei di ricovero ai malati  ed avrà presto inizio la costruzione  dei primi Ospedali a padiglioni.
Le più forti trasformazioni si hanno però con l’avvento dell’industrializzazione. In quest’era così tecnologicamente avanzata,  dove gli infermieri dimenticano di avere  un rapporto con un altro essere umano, cambia il modo di vivere e di pensare.
Anche la medicina si arricchisce di nuove  conoscenze  e tecniche ed il medico  avverte la necessità di delegare ad  una sua aiutante pratiche assistenziali  prima da lui svolte direttamente. Non è un caso che la professione infermieristica  prenda corpo proprio nell’800,  proprio in Inghilterra, culla dell’industrializzazione, e proprio  grazie ad una donna:
FLORENCE NIGHTINGALE
Chi in cuor suo pensa: “ora sono un’infermiera provetta; ho imparato tutto ciò che vi è da imparare”, non sa e non saprà mai cosa significhi essere infermiera e ha già fatto un passo indietro poiché la presunzione non può esistere in una vera infermiera più che una toppa di stoffa nuova possa reggere in un abito logoro, ed una buona infermiera deve sempre dire che ogni giorno le apporti delle nuove conoscenze e delle nuove esperienze. (Florence Nightingale, lettera alle infermiere, Londra 1872).
Nasce a Firenze nel 1820 da famiglia molto ricca. Si dedica alla lettura di libri di medicina  e sull’assistenza sanitaria dedicando  qualche tempo alla visita degli Ospedali a Londra. Inizia a gestire un istituto per signore malate nel 1853 e questo è il suo primo impiego ( non retribuito).

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  • 1. La rivisitazione del passato consente di illuminare le ragioni storiche e culturali che pesano sul ruolo svolto dalla donna nella nascita, nello sviluppo e nell’affermazione della professione infermieristica così come oggi è intesa. La storia di ciò che oggi definiamo convenzionalmente assistenza infermieristica inizia ancor prima delle più antiche civiltà mesopotamiche o egiziane e continua attraverso i secoli.
  • 2. Nella guerra di Crimea fu invitata a reclutare un corpo di infermiere ben addestrate per guidarle all’Ospedale militare di Scutari.
  • 3. Nonostante le innumerevoli difficoltà da lei incontrate, la Nightingale ottenne prestigiosi risultati. Lei accetta l’incarico ed il 21 ottobre 1854 parte per la Turchia accompagnata da 39 infermiere dai lei stessa selezionate.
  • 4. I primi interventi furono mirati a migliorare le condizioni igieniche ritenute responsabili della maggior parte delle morti. Il vitto dei ricoverati fu migliorato, le corsie rese abitabili, aperti nuovi servizi igienici, fornito un nuovo vestiario adeguato e sufficiente e si provvedeva alle pulizie.
  • 5. Fu aperta una nuova lavanderia, nella quale si usavano caldaie per far bollire l’acqua.
  • 6. Al termine della guerra la Nightingale tornò in patria dove fu accolta da vera eroina. Con 45.000 sterline avute in compenso per l’opera brillantemente prestata in Crimea la Nightingale fece sorgere annessa all’ospedale St. Thomas di Londra, la prima scuola per infermiere della storia.
  • 7. Si trattava di una struttura autonoma, riservata alle sole donne. La durata del corso era di un anno e venne fortemente contestata dai medici che ritenevano lungo ed inutile tale percorso.
  • 8. In Italia bisogna attendere il 1896 quando su iniziative della principessa Adelaide Antici, si istituisse a Napoli la scuola della “Croce Azzurra”, affidata all’infermiera Grace Baxter formatasi come tale all’Università di John Hopkins di Baltimora.
  • 9. Nel 1864 nasce la CROCE ROSSA INTERNAZIONALE, in occasione di una convenzione dove partecipano sedici paesi. L’esigenza di questa fondazione viene evidenziata da Henry Dunant che con la scrittura di un libro, scuote l’opinione pubblica.
  • 10. Dunant nel 1901 riceve il premio nobel per la pace e devolve tutto il premio alla società fondata.
  • 11. Nel 1910 vengono fondate le scuole regina Elena, presso l’ospedale civile di Trieste e presso il policlinico Umberto I di Roma.
  • 12. A catena nascono altre scuole che sono fondate tutte da allieve della Nightingale, ma nel nostro paese non vi sono ancora normative che stabiliscono regole e programmi.
  • 13. Si ha l’esigenza di una tutela della categoria. Dopo numerose vicissitudini avviene la formale istituzione dell’associazione “ S. Camillo De Lellis”” fra infermieri ed infermiere dell’ospedale San Marco sotto l’egidia dell’Ufficio del Lavoro.
  • 14. Il 15 agosto1925 viene emanato il Regio Decreto Legge n. 1832, convertito nella Legge n. 562 il 18 marzo 1926, in cui viene prevista l'istituzione delle Scuole Convitto professionali per infermiere, di durata triennale, a cui si può accedere con il titolo di quinta elementare. L'obiettivo della Legge 562 è non solo quello di formare adeguatamente personale di assistenza sanitaria, ma, con la formazione dei quadri dirigenti dell’assistenza infermieristica, si prevede la sostituzione graduale dei posti di caposala con personale diplomato.
  • 15. L'abilitazione alle funzioni direttive (caposala), prevede un certificato di abilitazione conseguibile con un anno di studi complementare, ma tale certificato è solo un titolo preferenziale, in quanto non è considerato obbligatorio in ambito ospedaliero, mentre è considerato tale per ricoprire incarichi di direzione nelle scuole convitto. Il 29 luglio 1933 viene emanato il R.D. 1703 per l’istituzione e l’organizzazione delle prime scuole e dei corsi per infermiere professionali e per assistenti sanitarie vigilatrici.
  • 16. Le mansioni delle infermiere saranno successivamente definite e regolamentate con il R.D. 2 maggio 1940, n. 1310, e nello stesso decreto verranno istituiti i corsi per infermieri generici, figure di supporto alle infermiere professionali.
  • 17. Nascono numerose associazioni di infermiere. Finalità di tutte queste associazioni, è quella di promuovere e favorire il continuo miglioramento culturale e professionale degli iscritti, innalzare il livello qualitativo dell’assistenza e dei servizi sanitari, come pure dello status degli infermieri, promuovendo norme legislative ed iniziative di ricerca.
  • 18. Il 22 luglio del 1946, viene costituita l’O.M.S., istituzione di sanità pubblica dell’O.N.U., i cui scopi sono quelli di programmare ed attuare una politica sanitaria mondiale, finalizzata al miglioramento ed all’elevazione del livello delle condizioni igienico-sanitarie e sociali di tutti i popoli.
  • 19. Nel suo atto costitutivo si dichiara che “… il possesso del migliore stato di salute raggiungibile costituisce uno dei diritti fondamentali di ogni essere umano …”
  • 20. In Italia, nel 1947 viene approvata e promulgata la “Costituzione della Repubblica Italiana”, che entra in vigore il primo gennaio del 1948.
  • 21. L’art. 32 sancisce il diritto alla salute, come diritto fondamentale del cittadino: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato ad un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana” .
  • 22. Il 29 ottobre 1954 viene emanata la legge 1049 sulla Istituzione dei Collegi delle infermiere professionali, delle assistenti sanitarie visitatrici e delle vigilatrici d'infanzia. D.P.R. 5 aprile 1950, n. 221 (1). Approvazione del regolamento per la esecuzione del decreto legislativo 13 settembre 1946, n. 233, sulla ricostituzione degli Ordini delle professioni sanitarie e per la disciplina dell'esercizio delle professioni stesse.
  • 23. Nel 1958, con la L. 13 maggio, n. 296, viene istituito il Ministero della Sanità, e si concretizza sempre più la consapevolezza del diritto alla salute come diritto del cittadino
  • 24. Nel “Piano quinquennale di sviluppo economico 1965-69” del Ministro del Bilancio, il socialista Giolitti, è incorporato il “piano Berlinguer”, che prevede un ‘Servizio Sanitario Nazionale’, articolato sul territorio in Unità Sanitarie Locali, che, introducendo il principio della sicurezza sociale, svolge attività igienico-preventiva e di difesa ambientale. Il S.S.N., articolato in livelli comunale, provinciale e regionale, è finanziato dallo Stato con i contributi dei cittadini, proporzionalmente alla loro capacità economica.
  • 25. Dal campo internazionale, intanto, un forte impulso alle riforme in campo sanitario viene dato dalla XXX Assemblea Mondiale della Sanità, tenuta dall’OMS nel maggio del 1977, in cui viene presentato il “Progetto salute per tutti nell’anno 2000”, con 38 obiettivi specifici, e nel 1978 dalla “Conferenza internazionale sull’assistenza sanitaria di base”, tenuta ad Alma-Ata, congiuntamente dall’OMS e dall’UNICEF.
  • 26.
  • 27. Sempre nel 1978 viene creato il codice deontologico col quale l’infermiere si impegna nei confronti del cittadino a fornire un’assistenza di qualità. “ I diritti del malato sono i doveri dell’infermiere…”
  • 28. Viene approvato il Decreto Delegato per la Sanità, n. 502 il 23 dicembre 1992, su delega della legge 23 ottobre 1992, n. 421 “Riordino della disciplina in materia sanitaria”.
  • 29. La 502 segna anche un passo avanti nella definizione del percorso formativo degli infermieri, che potranno accedere ai corsi professionali solo dopo aver conseguito un diploma quinquennale.
  • 30. Il 7 dicembre 1993, viene emanato il D.L.vo 517, contenente modifiche al 502, che limita la possibilità di azione delle assicurazioni sanitarie al solo mercato delle polizze integrative escludendo la possibilità di competizione tra sistemi diversi.
  • 31. Date le continue riforme delle riforme dall’esigenza di definire la professione infermieristica nasce il profilo professionale dell’infermiere che inquadra le figura. E’ il decreto del 14 settembre 1994 n°739.
  • 32. Decreto ministeriale, 24 luglio 1996 Gazzetta Ufficiale 14 ottobre 1996, n. 241 Suppl. ord. n. 168 Approvazione della Tabella XVIII-ter recante gli ordinamenti didattici universitari dei Corsi di diploma universitario dell’area sanitaria, in adeguamento dell’articolo 9 della legge 19 novembre 1990, n. 341
  • 33. Legge 42 del 26/2/99 (G.U. 2/3/99) che abolisce il mansionario liberando l’infermiere da un gabbia e dandogli maggiore autonomia decisionale. L’INFERMIERE DIVENTA PROFESSIONISTA!!! Sempre in questo mese viene definito il nuovo codice deontologico.
  • 34.
  • 35. Il futuro della professione: Evidence Based Nursing
  • 36. La ricerca è ormai una realtà. Nuove prospettive e nuovi orizzonti.
  • 37. Nella nostra società la storia dell’assistenza infermieristica viene di norma strettamente correlata, da un lato alla storia delle istituzioni ospedaliere, dall’altro, a quella degli ordini religiosi. La Chiesa si appropria del potere di decidere chi può essere assistito; le pratiche mediche sono appannaggio dei monaci, abati, sacerdoti e chierici; la scienza medica rimane per lungo tempo sottomessa alla Chiesa.
  • 38. Si parte dagli albori del Cristianesimo quando, l’organizzazione sanitaria è attiva sia in Oriente che in Occidente e contempla figure diverse, generalmente senza una netta distinzione tra cure mediche ed infermieristiche. Proprio l’affermarsi del Cristianesimo diede vita, sulla spinta dell’impulso caritativo, ad un intervento costituito da diaconi e diaconesse che operavano in vari ambiti.
  • 39. Intorno ai secoli XI e XII vi fu un forte impulso alla costruzione di ospedali, anche se si è ben lontani dalla concezione moderna di nosocomio, e la costruzione di centri attivi sugli itinerari di guerra. Parallelamente si assisteva ad una progressiva laicizzazione dell’assistenza. Nel Medioevo, si costituirono associazioni che in seguito diedero luogo alla formazione di ordini religiosi operanti in Italia ma anche in Europa.
  • 40. Il periodo a cavallo tra la fine del XV secolo e gli inizi del XVII fu caratterizzato sostanzialmente dallo scadimento delle prestazioni assistenziali sempre più affidate a personale laico senza alcuna esperienza, non motivato ed in cerca solo di una occupazione che garantisse lo stretto necessario. In questo periodo specialmente l’infermiera è vista come donna di “malaffare” non colta che si occupa dei malati a volte soltanto per non finire in prigione. Molte erano le ex prostitute o povera gente reclutata tra le classi sociali inferiori.
  • 41. Al passaggio epocale da un mondo religioso ad una realtà mondana, tra il Medioevo e Rinascimento, l’aspetto caritatevole dell’assistenza venne ad integrarsi con l’aspetto tecnico. Colei che assisteva doveva essere sottomessa al potere delle persone che detenevano il sapere. Questa concezione determina una grave lacuna che verrà colmata, anche se parzialmente, soltanto nel XIX secolo con la nascita delle prime scuole per infermiere.
  • 42. Per moltissimo tempo chi presta cure dovrà farlo in assoluta povertà materiale e senza alcun riconoscimento economico e le donne consacrate sono al servizio di Dio. Per tale ragione tutte le spese sanitarie supportate dalle prime strutture ospedaliere venivano coperte dalle offerte e dalle donazioni dei benefattori. Tutto ciò rimane invariato fino alla fine del XIX secolo, addirittura fino alla metà del XX in Italia…
  • 43. Ad inizio dell’ottocento Carlo Alberto è uno dei promotori sostanziali all’ingresso dell’esperienza “ Vincenziana” assistenziale in Italia. Questa esperienza segna la storia dell’assistenza in Italia.
  • 44. Dopo il Rinascimento, da una parte cambia la fisionomia dei destinatari dell’assistenza, cioè gli infermi e, dall’altra quella di coloro che prestano l’assistenza, vale a dire i cosiddetti “infirmari”; In realtà si tratta ancora di “inservienti” donne o uomini laici, senza alcuna istruzione, reclutati nelle fasce sociali più basse ai quali viene dato un esiguo compenso per un lavoro al quale è attribuito uno scarso valore.
  • 45. Nel settecento cambia lo scenario culturale: Le concezioni illuministiche investono anche il settore dell’assistenza. Alla carità cristiana si tende a sostituire una solidarietà laica fondata sulla ragione. Si afferma che questa dimostra la naturale eguaglianza di tutti gli uomini.
  • 46. Dopo la rivoluzione francese resta almeno acquisito in Europa il concetto che l’assistenza sanitaria e sociale è un diritto la cui tutela compete allo Stato. In Italia bisogna però attendere il 1890 prima che una legge stabilisca il controllo dello stato sugli enti di assistenza e beneficenza.
  • 47. Si cominciano a studiare nuove soluzioni, anche architettoniche, per garantire luoghi più idonei di ricovero ai malati ed avrà presto inizio la costruzione dei primi Ospedali a padiglioni.
  • 48. Le più forti trasformazioni si hanno però con l’avvento dell’industrializzazione. In quest’era così tecnologicamente avanzata, dove gli infermieri dimenticano di avere un rapporto con un altro essere umano, cambia il modo di vivere e di pensare.
  • 49. Anche la medicina si arricchisce di nuove conoscenze e tecniche ed il medico avverte la necessità di delegare ad una sua aiutante pratiche assistenziali prima da lui svolte direttamente. Non è un caso che la professione infermieristica prenda corpo proprio nell’800, proprio in Inghilterra, culla dell’industrializzazione, e proprio grazie ad una donna:
  • 51. Chi in cuor suo pensa: “ora sono un’infermiera provetta; ho imparato tutto ciò che vi è da imparare”, non sa e non saprà mai cosa significhi essere infermiera e ha già fatto un passo indietro poiché la presunzione non può esistere in una vera infermiera più che una toppa di stoffa nuova possa reggere in un abito logoro, ed una buona infermiera deve sempre dire che ogni giorno le apporti delle nuove conoscenze e delle nuove esperienze. (Florence Nightingale, lettera alle infermiere, Londra 1872).
  • 52. Nasce a Firenze nel 1820 da famiglia molto ricca. Si dedica alla lettura di libri di medicina e sull’assistenza sanitaria dedicando qualche tempo alla visita degli Ospedali a Londra. Inizia a gestire un istituto per signore malate nel 1853 e questo è il suo primo impiego ( non retribuito).