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Parlez vous global?

Milano, 9 Ottobre 2013
francesca.peano@unicatt.it
Indice
1. Vocabolario delle migrazioni moderne
2. La presenza di stranieri in Italia, Lombardia e a
Milano
3. Riflessioni sociologiche sull'incontro di culture
Vocabolario delle migrazioni
moderne
Vocabolario: Globalizzazione
Fenomeno di omologazione, integrazione e
interdipendenza delle economie e dei
mercati internazionali (dizionario 1956)
TEMI STORICI CORRELATI:
- Imposizione del modello economico capitalistico
- Crollo dei regimi socialisti (a partire dal 1989)
- Rivoluzione informatica (nascita di internet 1991)
- nascita della WTO (1995)
- deregolamentazione industria aerea europea (1997)
La globalizzazione
Avvenimenti scientifici, economici e politici hanno portato a
profondi cambiamenti culturali nella vita delle persone,
moltiplicando le possibilità di circolazione delle merci, ma
anche delle persone e delle idee.

La GLOBALIZZAZIONE non è più solo un fatto economico,
ma rappresenta lo “straordinario sviluppo delle possibili
relazioni economiche, culturali, politiche e tecnologiche”
avvenuto nel ventunesimo secolo (Pallavicini 2004)
Vocabolario: Transnazionale
Al di là dello stato-nazione …
allargamento
dei
confini,
de-localizzazione,
globalizzazione economica, culturale, ecc.


Le due “facce” delle migrazioni … luoghi e
comunità di partenza e di arrivo, “doppia presenza”
(qui e altrove), legami plurimi, reti etniche

Vocabolario: Transnazionalismo


È un approccio diverso allo studio dei fenomeno migratorio



Supera l’ottica dell’unidirezionalità (da … a…)

Considera il movimento delle persone in forma circolare e
presume una pluralità di legami di appartenenza più o meno
stabili e solidi (700 milioni vorrebbero emigrare nel mondo)


pluriappartenenza, spazi sociali transnazionali
I flussi migratori sono processi che rompono i confini, si
creano spazi trasversali in cui circolano persone, idee,
simboli e cultura materiale
Vocabolario: migrazioni
Spostamento di un gruppo di persone da un luogo ad un altro
IERI
OGGI
Vocabolario: migrazioni
FATTORI DI SPINTA (PUSH)
Molti sono i fattori che inducono la mobilità umana:
motivi economici (povertà, carestie, ecc.)



motivi politici (guerre, conflitti etnici, ecc.)



motivi culturali (espulsione, conflitti religiosi, ecc.)



motivi individuali (curiosità, desiderio di esplorazione,
bisogno di avventura, desiderio di sperimentare, ecc.)

Vocabolario: migrazioni
FATTORI DI ATTRAZZIONE (PULL)
I paesi occidentali esercitano una forte attrazione:
offerta di lavoro, bisogno di manodopera



consumi, stili di vita, possibilità



valori, modelli culturali, sistemi politici


Vocabolario: reti etniche
Lo studio delle migrazioni si è sviluppato di recente
anche mediante l’approccio dello “studio di rete”: studio
dei network migratori
Studiare i network migratori significa superare il livello
macro (le società di partenza, di arrivo …) e il livello
micro (l’individuo migrante che si muove …): si
individua un livello meso (intermedio) in cui si coglie
l’agency, la capacità di decisione attraverso l’utilizzo di
legami (capitale sociale)
sociale
La presenza di stranieri in
Italia, Lombardia e a Milano
Le presenze
dati al 31 dicembre 2012

ITALIA 4.387.721
LOMBARDIA 1.028.663
MILANO (PROV) 358.321
MILANO (CITTA') 194.991
Residenti fonte ISTAT
Le presenze in Lombardia
fonte ORIM: www.ismu.org
Province

Residenti

%
sul totale
Lombardia

Var. % IV
trimestre 2011

%
sul totale dei
residenti

Milano

324.749

34,1

0,1

10,7

Brescia

155.927

16,4

0,4

12,6

Bergamo

113.114

11,9

0,8

10,4

Varese

66.504

7,0

0,6

7,6

Monza-Brianza

59.725

6,3

1,0

7,1

Mantova

49.735

5,2

0,6

12,2

Pavia

46.795

4,9

1,2

8,7

Como

42.821

4,5

1,0

7,3

Cremona

37.003

3,9

1,0

10,3

Lecco

25.391

2,6

0,4

7,5

Lodi

22.690

2,4

0,6

10,1

Sondrio

7.841

0,8

2,0

4,3

Lombardia

952.295

100,0

0,5

9,8
Le caratteristiche della
popolazione
Incidenza sulla popolazione complessiva nel 2012: Italia 6,8 %; Lombardia 9,8% ;
Milano 10,7%
Rispetto al continente d’origine: il 53.6% proviene dall’Europa, il 22.4% dall’Africa, il
15.8% dall’Asia, l’8.1% dall’America, lo 0.1% dall’Oceania)
Rispetto al genere : le donne immigrate sono nel 2012 il 53,1%, nel 2000 erano il
45,8%
La popolazione straniera è mediamente più giovane di quella italiana (età media 34
anni, contro il 41 anni degli italiani)
Ineguale ripartizione territoriale (al Nord/Ovest il 35.1%, Nord/Est 27%)
Nel 2012: 79.894 nascite di bambini da famiglie straniere
Nel 2010: 993.238 minori (circa il 20% degli stranieri residenti); 650.802 sono
“seconda generazione” (nati in Italia) (65% circa del totale dei minori stranieri)
Le nazionalità di provenienza
Fonte: dossier fondazione Migrantes 2012

Nazionalità

2005

Var %

2011

Romania

248.894

289,3

968.576

Albania

316.659

52,5

482.627

Marocco

294.495

53,4

452.424

Cina

111.712

87,4

209.934

Ucraina

93.441

114,8

200.730

Moldavia

37.971

62,4

134.154

India

54.288

123

121.036

Polonia

50.794

114,6

109.018

Tunisia

78.230

35,9

106.291

Perù

53.220

72,2

98.630
I minori stranieri a scuola in
Lombardia
 Nell’a.s. 2011/2012 sono stati censiti 755.939 alunni nei vari ordini di
scuola in Italia (+ 6,3% rispetto all’a.s. Precedente) e 184.952 alunni in
Lombardia (+ 6,7%)
 L’incidenza è del 8,4% (rispetto al 13,2% della media lombarda)
 E’ cresciuta in questi anni la presenza di alunni stranieri nati in Italia (le
seconde generazioni): nell’a.s. 2010/2011, sono il 47,9% in Lombardia; si
tratta dell’83,7% dei bambini stranieri nella scuola dell’infanzia, del 61,7%
nella primaria, del 33,2% nella secondaria di I grado e del 13,2% nella
secondaria di II grado
Fonte: Miur, Fondazione ISMU; quaderno ISMU scaricabile da www.ismu.org
La presenza nel mercato del
lavoro
La partecipazione al mercato del
lavoro
Il 60,8% degli stranieri è occupato, ma i mestieri in cui
sono impiegati sono quelli delle 3 D (dirty, dangerous and
demanding).
I settori di maggiore impiego, considerati “etnicizzati”, sono:






SERVIZI DOMESTICI E DI CURA= 76,8% lavoratori
stranieri
EDILIZIA = 18,9% lavoratori stranieri
ALBERGHI
stranieri

E

RISTORAZIONE=

16,5%

lavoratori
La partecipazione al mercato del
lavoro
SOTTOCCUPATI: IL 10,7% degli
stranieri è sottouccopato (4,6%
campione italiano)
SOVRAISTRUITI: IL 41,2% degli
stranieri è sovraistruito (19,5%
campione italiano). In particolare si sale
al 50% per le donne
Gli stranieri e la crisi economica
L’analisi della situazione lavorativa della popolazione
straniera nella classe 15-64 anni ci indica che nel 2012:
• Il tasso di occupazione che nel 2008 era superiore di circa il
10% rispetto a quello degli italiani ora al Nord è il 5% minore
(65,7% gli italiani e 60,5% gli stranieri)
• Il tasso di disoccupazione che nel 2008 era il 2% superiore a
quello degli italiani ora al Nord è dell'8% rispetto a quello
italiano (6,4% contro il 14,4)
Gli stranieri e la crisi
L’Istat parla di “MERCATO DEL LAVORO DUALE”
la crisi economica colpisce più duramente la componente
straniera dell'occupazione, soprattutto al nord, dove negli
ultimi 4 anni il tasso di occupazione si è ridotto del 7,7%
contro l'uno 1,1% degli italiani. Il fenomeno sembra in linea
anche con quanto rilevato in altri paesi europei dove la
partecipazione al mercato del lavoro è inferiore per gli
stranieri rispetto agli autoctoni
Fattori di stabilizzazione e di
integrazione
Il lavoro:
il 42% ha un lavoro regolare a tempo indeterminato (in calo rispetto al 44% del
2010); il 15,5% è occupato in modo regolare a tempo determinato o part time; il
7,8% ha un lavoro irregolare più o meno stabile; l’11,8% risulta disoccupato (in calo
rispetto al 12,5% del 2010). I settori di attività sono l’industria (27%), l’edilizia
(11%), il lavoro di cura (circa il 10%). In crescita l’imprenditoria (12.535 nel 2011,
+ 6,3% rispetto al 2010)

La casa:
circa il 64% vive in casa in affitto, diminuisce la casa di proprietà (14,8% rispetto al
17,9% del 2010), in leggero aumento la sistemazione precaria (5,5% rispetto al 4%
del 2010), di rilievo la questione degli sfratti (nel 2011, 570 a Brescia e 1223 in
provincia)

Anzianità della presenza:
il 18% è in Italia da meno di 5 anni, il 49% da 5 a 10 anni, il 33% da oltre dieci anni
Riflessioni
• L’immigrazione è arrivata alla 2° generazione;
• La domanda di lavoratori stranieri sul mercato del
lavoro è stabile, ma è cresciuto il lavoro domestico,
rispetto a quello nell'industria;
• Non si è registrato il calo di presenze, che ci si
aspettava quando è iniziata la crisi economica.
Spunti critici
• Incremento delle difficoltà legate alla gestione degli
ingressi (elevato numero di reati di clandestinità, condizioni
di vita nei centri di prima accoglienza, crescere delle
tragedie del mare);
• Incremento della conflittualità sociale sul tema delle
migrazioni (gru, rifugiati, rom, ordinanze comunali che
escludono dai servizi, proteste dei genitori nella scuola);
• Incremento del disagio e della povertà tra gli stranieri
(perdita potere acquisto -20% dal 2007, diminuzione delle
case di proprietà; il 42% dei buoni famiglia della ASL sono
per famiglie straniere, aumento 100% dei pazienti stranieri
del SERT per alcolismo).
Le fonti d’informazione
-

-

DATI ON LINE
CIRMiB: http://centridiricerca.unicatt.it/cirmib
ISTAT: www.demo.istat.it
ISMU/ORIM: www.ismu.org
RICHIEDERE I DATI
INTEGRAZIONE: Cnel (indice di integrazione Italia);
Ismu (indice integrazione province lombarde)
LAVORO: Amministrazioni provinciali (avviamenti
rapporti lavoro); Inail (infortuni); Istat (dati della
Rilevazione delle Forze Lavoro)
CRIMINALITA': Questure (denunce per tipologia); carceri
(presenze per cittadinanza)
Il punto di vista sociologico

La sociologia si occupa dell’esperienza dell’altro come fatto sociale.
Per questo di solito le ricerche sociologiche si occupano di argomenti
come: le rappresentazioni dello straniero, la distanza sociale, il
rapporto tra cultura e identità su base etnica
Il punto di vista sociologico
La sociologia si occupa dell’esperienza dell’altro
come fatto sociale. Per questo di solito le ricerche
sociologiche si occupano di argomenti come: le
rappresentazioni dello straniero, la distanza
sociale, il rapporto tra cultura e identità su base
etnica
Alcune riflessioni
L’esperienza dell’Altro è un’esperienza primaria:
confronto indispensabile per la scoperta di sé, per
la conquista dell’autonomia personale
L’Altro rappresenta il confine, il limite, ma è anche
risorsa per il Sé
Identità e alterità sono i due poli dell’esperienza di
ciascuno di noi
Alcune riflessioni
L’incontro tra culture sviluppa sentimenti di
appartenenza (NOI) e di differenza/distanza
(LORO)
Si stabiliscono dei confini più o meno rigidi, si
decide il grado di apertura/chiusura
Si sviluppano, per il rinforzo dell’appartenenza,
stereotipi, pregiudizi
Nascono paure dell’Altro, che può diventare
‘nemico’
Alcune riflessioni
DA PARTE DELLA SOCIETA’ D’ARRIVO
• È bene che diventino come noi, che scompaiano le
differenze, per poter far parte devono apprezzare i valori
della nostra società e della nostra cultura
• Non abbiamo niente in comune … sono radicalmente
diversi, possono stare qui, ma non interferire con le nostre
abitudini e le nostre tradizioni
• Le culture e le persone sono sempre state in movimento,
oggi questo è ancora più evidente, c’è un mescolamento
continuo che rappresenta una ricchezza di esperienze e di
possibilità
Alcune riflessioni
DA PARTE DI CHI ARRIVA
• La cosa più importante è riuscire a inserirsi nella società di
accoglienza il più presto possibile, imparando lingua,
abitudini, valori
• Mi piacerebbe poter far parte della nuova realtà senza
abbandonare del tutto le mie convinzioni, i miei valori, le
mie tradizioni
• Non so quanto mi fermerò qui, ma la mia intenzione è
quella di tornare nel mio paese
• Non so bene cosa desidero per me e per i miei figli, in
realtà vedo difficoltà di accettazione reciproca, molto
disorientamento e tanta confusione
Alcune riflessioni
GLI STESSI BISOGNI

• Riconoscimento
• Rispetto
• Appartenenza
• Identita’
• Sicurezza
• Senso e significato
• Realizzazione di sè
Integrazione ?
Dietro il concetto di integrazione si celano
alcune questioni importanti, come:
• L’immagine dell’altro e il rapporto
NOI/LORO
• La costruzione dell’identità e
dell’appartenenza
• Il trattamento della diversità o differenza
• La questione delle risorse e dei confini
La differenza come valore
Assegnare alla differenza un valore positivo significa
sviluppare riconoscimento e rispetto per ciascun soggetto e per
ogni cultura
La differenza consente lo sviluppo di appartenenza e di identità e
spazi di libertà e di scambio

Problematizzazione etico-politica
della convivenza
Cultura e appartenenza etnica oggi?
• Diluizione di un quadro unitario di riferimento
etnico e culturale, ma anche irrigidimento di
distinzioni e confini
• Cultura e appartenenza etnica sempre meno realtà
sostanziale e ‘naturale’, sempre di più realtà
processuale, dinamica, relazionale e anche
rivendicativa, conflittuale
L’incontro tra culture
• è un incontro tra persone, con le loro storie, le loro idee, i
loro bisogni, i loro sogni
• le persone sono attive, elaborano, modificano, influenzano e
si fanno influenzare, imparano
• Le culture sono “porose”, nessuna cultura è “pura”,
incontaminata
• Nella realtà multiculturale contemporanea si sviluppano
processi di mescolamento, ibridazione, anche al di là della
volontà dei singoli e della loro consapevolezza
Bibliografia
• Besozzi E. – Crescere tra appartenenza e diversità,
Franco Angeli 1999
• Colombo E.- Rappresentazione dell’Altro, Guerini
1999
• Colombo E.- Multiculturalismo quotidiano,
Franco Angeli 2007

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  • 4. Vocabolario: Globalizzazione Fenomeno di omologazione, integrazione e interdipendenza delle economie e dei mercati internazionali (dizionario 1956) TEMI STORICI CORRELATI: - Imposizione del modello economico capitalistico - Crollo dei regimi socialisti (a partire dal 1989) - Rivoluzione informatica (nascita di internet 1991) - nascita della WTO (1995) - deregolamentazione industria aerea europea (1997)
  • 5. La globalizzazione Avvenimenti scientifici, economici e politici hanno portato a profondi cambiamenti culturali nella vita delle persone, moltiplicando le possibilità di circolazione delle merci, ma anche delle persone e delle idee. La GLOBALIZZAZIONE non è più solo un fatto economico, ma rappresenta lo “straordinario sviluppo delle possibili relazioni economiche, culturali, politiche e tecnologiche” avvenuto nel ventunesimo secolo (Pallavicini 2004)
  • 6. Vocabolario: Transnazionale Al di là dello stato-nazione … allargamento dei confini, de-localizzazione, globalizzazione economica, culturale, ecc.  Le due “facce” delle migrazioni … luoghi e comunità di partenza e di arrivo, “doppia presenza” (qui e altrove), legami plurimi, reti etniche 
  • 7. Vocabolario: Transnazionalismo  È un approccio diverso allo studio dei fenomeno migratorio  Supera l’ottica dell’unidirezionalità (da … a…) Considera il movimento delle persone in forma circolare e presume una pluralità di legami di appartenenza più o meno stabili e solidi (700 milioni vorrebbero emigrare nel mondo)  pluriappartenenza, spazi sociali transnazionali I flussi migratori sono processi che rompono i confini, si creano spazi trasversali in cui circolano persone, idee, simboli e cultura materiale
  • 8. Vocabolario: migrazioni Spostamento di un gruppo di persone da un luogo ad un altro IERI OGGI
  • 9. Vocabolario: migrazioni FATTORI DI SPINTA (PUSH) Molti sono i fattori che inducono la mobilità umana: motivi economici (povertà, carestie, ecc.)  motivi politici (guerre, conflitti etnici, ecc.)  motivi culturali (espulsione, conflitti religiosi, ecc.)  motivi individuali (curiosità, desiderio di esplorazione, bisogno di avventura, desiderio di sperimentare, ecc.) 
  • 10. Vocabolario: migrazioni FATTORI DI ATTRAZZIONE (PULL) I paesi occidentali esercitano una forte attrazione: offerta di lavoro, bisogno di manodopera  consumi, stili di vita, possibilità  valori, modelli culturali, sistemi politici 
  • 11. Vocabolario: reti etniche Lo studio delle migrazioni si è sviluppato di recente anche mediante l’approccio dello “studio di rete”: studio dei network migratori Studiare i network migratori significa superare il livello macro (le società di partenza, di arrivo …) e il livello micro (l’individuo migrante che si muove …): si individua un livello meso (intermedio) in cui si coglie l’agency, la capacità di decisione attraverso l’utilizzo di legami (capitale sociale) sociale
  • 12. La presenza di stranieri in Italia, Lombardia e a Milano
  • 13. Le presenze dati al 31 dicembre 2012 ITALIA 4.387.721 LOMBARDIA 1.028.663 MILANO (PROV) 358.321 MILANO (CITTA') 194.991 Residenti fonte ISTAT
  • 14. Le presenze in Lombardia fonte ORIM: www.ismu.org Province Residenti % sul totale Lombardia Var. % IV trimestre 2011 % sul totale dei residenti Milano 324.749 34,1 0,1 10,7 Brescia 155.927 16,4 0,4 12,6 Bergamo 113.114 11,9 0,8 10,4 Varese 66.504 7,0 0,6 7,6 Monza-Brianza 59.725 6,3 1,0 7,1 Mantova 49.735 5,2 0,6 12,2 Pavia 46.795 4,9 1,2 8,7 Como 42.821 4,5 1,0 7,3 Cremona 37.003 3,9 1,0 10,3 Lecco 25.391 2,6 0,4 7,5 Lodi 22.690 2,4 0,6 10,1 Sondrio 7.841 0,8 2,0 4,3 Lombardia 952.295 100,0 0,5 9,8
  • 15. Le caratteristiche della popolazione Incidenza sulla popolazione complessiva nel 2012: Italia 6,8 %; Lombardia 9,8% ; Milano 10,7% Rispetto al continente d’origine: il 53.6% proviene dall’Europa, il 22.4% dall’Africa, il 15.8% dall’Asia, l’8.1% dall’America, lo 0.1% dall’Oceania) Rispetto al genere : le donne immigrate sono nel 2012 il 53,1%, nel 2000 erano il 45,8% La popolazione straniera è mediamente più giovane di quella italiana (età media 34 anni, contro il 41 anni degli italiani) Ineguale ripartizione territoriale (al Nord/Ovest il 35.1%, Nord/Est 27%) Nel 2012: 79.894 nascite di bambini da famiglie straniere Nel 2010: 993.238 minori (circa il 20% degli stranieri residenti); 650.802 sono “seconda generazione” (nati in Italia) (65% circa del totale dei minori stranieri)
  • 16. Le nazionalità di provenienza Fonte: dossier fondazione Migrantes 2012 Nazionalità 2005 Var % 2011 Romania 248.894 289,3 968.576 Albania 316.659 52,5 482.627 Marocco 294.495 53,4 452.424 Cina 111.712 87,4 209.934 Ucraina 93.441 114,8 200.730 Moldavia 37.971 62,4 134.154 India 54.288 123 121.036 Polonia 50.794 114,6 109.018 Tunisia 78.230 35,9 106.291 Perù 53.220 72,2 98.630
  • 17. I minori stranieri a scuola in Lombardia  Nell’a.s. 2011/2012 sono stati censiti 755.939 alunni nei vari ordini di scuola in Italia (+ 6,3% rispetto all’a.s. Precedente) e 184.952 alunni in Lombardia (+ 6,7%)  L’incidenza è del 8,4% (rispetto al 13,2% della media lombarda)  E’ cresciuta in questi anni la presenza di alunni stranieri nati in Italia (le seconde generazioni): nell’a.s. 2010/2011, sono il 47,9% in Lombardia; si tratta dell’83,7% dei bambini stranieri nella scuola dell’infanzia, del 61,7% nella primaria, del 33,2% nella secondaria di I grado e del 13,2% nella secondaria di II grado Fonte: Miur, Fondazione ISMU; quaderno ISMU scaricabile da www.ismu.org
  • 18. La presenza nel mercato del lavoro
  • 19. La partecipazione al mercato del lavoro Il 60,8% degli stranieri è occupato, ma i mestieri in cui sono impiegati sono quelli delle 3 D (dirty, dangerous and demanding). I settori di maggiore impiego, considerati “etnicizzati”, sono:    SERVIZI DOMESTICI E DI CURA= 76,8% lavoratori stranieri EDILIZIA = 18,9% lavoratori stranieri ALBERGHI stranieri E RISTORAZIONE= 16,5% lavoratori
  • 20. La partecipazione al mercato del lavoro SOTTOCCUPATI: IL 10,7% degli stranieri è sottouccopato (4,6% campione italiano) SOVRAISTRUITI: IL 41,2% degli stranieri è sovraistruito (19,5% campione italiano). In particolare si sale al 50% per le donne
  • 21. Gli stranieri e la crisi economica L’analisi della situazione lavorativa della popolazione straniera nella classe 15-64 anni ci indica che nel 2012: • Il tasso di occupazione che nel 2008 era superiore di circa il 10% rispetto a quello degli italiani ora al Nord è il 5% minore (65,7% gli italiani e 60,5% gli stranieri) • Il tasso di disoccupazione che nel 2008 era il 2% superiore a quello degli italiani ora al Nord è dell'8% rispetto a quello italiano (6,4% contro il 14,4)
  • 22. Gli stranieri e la crisi L’Istat parla di “MERCATO DEL LAVORO DUALE” la crisi economica colpisce più duramente la componente straniera dell'occupazione, soprattutto al nord, dove negli ultimi 4 anni il tasso di occupazione si è ridotto del 7,7% contro l'uno 1,1% degli italiani. Il fenomeno sembra in linea anche con quanto rilevato in altri paesi europei dove la partecipazione al mercato del lavoro è inferiore per gli stranieri rispetto agli autoctoni
  • 23. Fattori di stabilizzazione e di integrazione Il lavoro: il 42% ha un lavoro regolare a tempo indeterminato (in calo rispetto al 44% del 2010); il 15,5% è occupato in modo regolare a tempo determinato o part time; il 7,8% ha un lavoro irregolare più o meno stabile; l’11,8% risulta disoccupato (in calo rispetto al 12,5% del 2010). I settori di attività sono l’industria (27%), l’edilizia (11%), il lavoro di cura (circa il 10%). In crescita l’imprenditoria (12.535 nel 2011, + 6,3% rispetto al 2010) La casa: circa il 64% vive in casa in affitto, diminuisce la casa di proprietà (14,8% rispetto al 17,9% del 2010), in leggero aumento la sistemazione precaria (5,5% rispetto al 4% del 2010), di rilievo la questione degli sfratti (nel 2011, 570 a Brescia e 1223 in provincia) Anzianità della presenza: il 18% è in Italia da meno di 5 anni, il 49% da 5 a 10 anni, il 33% da oltre dieci anni
  • 24. Riflessioni • L’immigrazione è arrivata alla 2° generazione; • La domanda di lavoratori stranieri sul mercato del lavoro è stabile, ma è cresciuto il lavoro domestico, rispetto a quello nell'industria; • Non si è registrato il calo di presenze, che ci si aspettava quando è iniziata la crisi economica.
  • 25. Spunti critici • Incremento delle difficoltà legate alla gestione degli ingressi (elevato numero di reati di clandestinità, condizioni di vita nei centri di prima accoglienza, crescere delle tragedie del mare); • Incremento della conflittualità sociale sul tema delle migrazioni (gru, rifugiati, rom, ordinanze comunali che escludono dai servizi, proteste dei genitori nella scuola); • Incremento del disagio e della povertà tra gli stranieri (perdita potere acquisto -20% dal 2007, diminuzione delle case di proprietà; il 42% dei buoni famiglia della ASL sono per famiglie straniere, aumento 100% dei pazienti stranieri del SERT per alcolismo).
  • 26. Le fonti d’informazione - - DATI ON LINE CIRMiB: http://centridiricerca.unicatt.it/cirmib ISTAT: www.demo.istat.it ISMU/ORIM: www.ismu.org RICHIEDERE I DATI INTEGRAZIONE: Cnel (indice di integrazione Italia); Ismu (indice integrazione province lombarde) LAVORO: Amministrazioni provinciali (avviamenti rapporti lavoro); Inail (infortuni); Istat (dati della Rilevazione delle Forze Lavoro) CRIMINALITA': Questure (denunce per tipologia); carceri (presenze per cittadinanza)
  • 27. Il punto di vista sociologico La sociologia si occupa dell’esperienza dell’altro come fatto sociale. Per questo di solito le ricerche sociologiche si occupano di argomenti come: le rappresentazioni dello straniero, la distanza sociale, il rapporto tra cultura e identità su base etnica
  • 28. Il punto di vista sociologico La sociologia si occupa dell’esperienza dell’altro come fatto sociale. Per questo di solito le ricerche sociologiche si occupano di argomenti come: le rappresentazioni dello straniero, la distanza sociale, il rapporto tra cultura e identità su base etnica
  • 29. Alcune riflessioni L’esperienza dell’Altro è un’esperienza primaria: confronto indispensabile per la scoperta di sé, per la conquista dell’autonomia personale L’Altro rappresenta il confine, il limite, ma è anche risorsa per il Sé Identità e alterità sono i due poli dell’esperienza di ciascuno di noi
  • 30. Alcune riflessioni L’incontro tra culture sviluppa sentimenti di appartenenza (NOI) e di differenza/distanza (LORO) Si stabiliscono dei confini più o meno rigidi, si decide il grado di apertura/chiusura Si sviluppano, per il rinforzo dell’appartenenza, stereotipi, pregiudizi Nascono paure dell’Altro, che può diventare ‘nemico’
  • 31. Alcune riflessioni DA PARTE DELLA SOCIETA’ D’ARRIVO • È bene che diventino come noi, che scompaiano le differenze, per poter far parte devono apprezzare i valori della nostra società e della nostra cultura • Non abbiamo niente in comune … sono radicalmente diversi, possono stare qui, ma non interferire con le nostre abitudini e le nostre tradizioni • Le culture e le persone sono sempre state in movimento, oggi questo è ancora più evidente, c’è un mescolamento continuo che rappresenta una ricchezza di esperienze e di possibilità
  • 32. Alcune riflessioni DA PARTE DI CHI ARRIVA • La cosa più importante è riuscire a inserirsi nella società di accoglienza il più presto possibile, imparando lingua, abitudini, valori • Mi piacerebbe poter far parte della nuova realtà senza abbandonare del tutto le mie convinzioni, i miei valori, le mie tradizioni • Non so quanto mi fermerò qui, ma la mia intenzione è quella di tornare nel mio paese • Non so bene cosa desidero per me e per i miei figli, in realtà vedo difficoltà di accettazione reciproca, molto disorientamento e tanta confusione
  • 33. Alcune riflessioni GLI STESSI BISOGNI • Riconoscimento • Rispetto • Appartenenza • Identita’ • Sicurezza • Senso e significato • Realizzazione di sè
  • 34. Integrazione ? Dietro il concetto di integrazione si celano alcune questioni importanti, come: • L’immagine dell’altro e il rapporto NOI/LORO • La costruzione dell’identità e dell’appartenenza • Il trattamento della diversità o differenza • La questione delle risorse e dei confini
  • 35. La differenza come valore Assegnare alla differenza un valore positivo significa sviluppare riconoscimento e rispetto per ciascun soggetto e per ogni cultura La differenza consente lo sviluppo di appartenenza e di identità e spazi di libertà e di scambio Problematizzazione etico-politica della convivenza
  • 36. Cultura e appartenenza etnica oggi? • Diluizione di un quadro unitario di riferimento etnico e culturale, ma anche irrigidimento di distinzioni e confini • Cultura e appartenenza etnica sempre meno realtà sostanziale e ‘naturale’, sempre di più realtà processuale, dinamica, relazionale e anche rivendicativa, conflittuale
  • 37. L’incontro tra culture • è un incontro tra persone, con le loro storie, le loro idee, i loro bisogni, i loro sogni • le persone sono attive, elaborano, modificano, influenzano e si fanno influenzare, imparano • Le culture sono “porose”, nessuna cultura è “pura”, incontaminata • Nella realtà multiculturale contemporanea si sviluppano processi di mescolamento, ibridazione, anche al di là della volontà dei singoli e della loro consapevolezza
  • 38. Bibliografia • Besozzi E. – Crescere tra appartenenza e diversità, Franco Angeli 1999 • Colombo E.- Rappresentazione dell’Altro, Guerini 1999 • Colombo E.- Multiculturalismo quotidiano, Franco Angeli 2007

Editor's Notes

  1. Paradigma dei cambiamenti intercorsi negli anni in merito al clima e alla qualità dell’accoglienza sul territorio Non ci si vuole lamentare, perché la fine del finanziamento ha presentato una nuova occasione per creare relazioni e affrontare nuovi progetti. Quadro di riduzione degli investimenti
  2. Paradigma dei cambiamenti intercorsi negli anni in merito al clima e alla qualità dell’accoglienza sul territorio Non ci si vuole lamentare, perché la fine del finanziamento ha presentato una nuova occasione per creare relazioni e affrontare nuovi progetti. Quadro di riduzione degli investimenti
  3. Paradigma dei cambiamenti intercorsi negli anni in merito al clima e alla qualità dell’accoglienza sul territorio Non ci si vuole lamentare, perché la fine del finanziamento ha presentato una nuova occasione per creare relazioni e affrontare nuovi progetti. Quadro di riduzione degli investimenti
  4. Paradigma dei cambiamenti intercorsi negli anni in merito al clima e alla qualità dell’accoglienza sul territorio Non ci si vuole lamentare, perché la fine del finanziamento ha presentato una nuova occasione per creare relazioni e affrontare nuovi progetti. Quadro di riduzione degli investimenti
  5. Paradigma dei cambiamenti intercorsi negli anni in merito al clima e alla qualità dell’accoglienza sul territorio Non ci si vuole lamentare, perché la fine del finanziamento ha presentato una nuova occasione per creare relazioni e affrontare nuovi progetti. Quadro di riduzione degli investimenti
  6. Paradigma dei cambiamenti intercorsi negli anni in merito al clima e alla qualità dell’accoglienza sul territorio Non ci si vuole lamentare, perché la fine del finanziamento ha presentato una nuova occasione per creare relazioni e affrontare nuovi progetti. Quadro di riduzione degli investimenti
  7. Paradigma dei cambiamenti intercorsi negli anni in merito al clima e alla qualità dell’accoglienza sul territorio Non ci si vuole lamentare, perché la fine del finanziamento ha presentato una nuova occasione per creare relazioni e affrontare nuovi progetti. Quadro di riduzione degli investimenti
  8. Paradigma dei cambiamenti intercorsi negli anni in merito al clima e alla qualità dell’accoglienza sul territorio Non ci si vuole lamentare, perché la fine del finanziamento ha presentato una nuova occasione per creare relazioni e affrontare nuovi progetti. Quadro di riduzione degli investimenti
  9. Paradigma dei cambiamenti intercorsi negli anni in merito al clima e alla qualità dell’accoglienza sul territorio Non ci si vuole lamentare, perché la fine del finanziamento ha presentato una nuova occasione per creare relazioni e affrontare nuovi progetti. Quadro di riduzione degli investimenti