2. enogastronomia
cultura alimentare
antropologia dell’alimentazione
Tutti paroloni per cercare di definire una cosa: le
6 W dell’esperienza alimentare.
Perché il rapporto che intercorre tra alimentazione, socializzazione e
comunicazione è assodato.
Cosa si mangiaCome Perché Quando Dove Con chi
E tra enogastronomia e interculturalità anche.
4. Il “modus cibandi” di una società, di una cultura ha un suo preciso linguaggio
con tanto di grammatica, lessico, semantica.
Mi interessa la cultura dell’alimentazione soprattutto dal punto di
vista del mediatore linguistico e culturale.
Perché, a ben pensare, nei nostri viaggi e scambi
interculturali (anche semplicemente nella nostra città), non è
forse la gastronomia di un popolo a colpirci più di altri fattori?
5. Studio della produzione scritta italiana
letteraria e tecnico-scientifica
di testi di vitivinicoltura e cultura enogastronomica
linea
di ricerca
6. L’importanza del made in Italy enogastronomico, sia a livello
culturale che commerciale, è assodata.
Sotto il segno della globalizzazione, nuovi Paesi, con altissimi
livelli di produzione, anche di qualità, guadagnano sempre più fette
di mercato.
Le sfide cui va incontro il settore sono il mantenimento della qualità che
l'ha reso un marchio di per sé a tutti gli effetti e l’internazionalizzazione
dei suoi prodotti, pregni soprattutto di cultura.
7. Il settore enogastronomico italiano scommette sull’export, ma non deve
trascurare come detti prodotti vengono comunicati e, soprattutto,
come viene comunicata quella cultura enogastronomica alla quale
appartengono.
La rapida crescita del settore, insieme alla scarsa conoscenza della scienza
traduttologica e delle sue tecniche, rischiano di creare un terreno fertile a testi
e traduzioni di scarsa qualità e impatto.
Non è da sottovalutare neppure la scarsa preparazione in materia
enogastronomica della maggior parte dei traduttori che
attualmente si occupano di questo settore, poiché non viene insegnata
all’università e solo negli ultimi anni sono stati avviati alcuni (pochi)
corsi specifici.
8. Il linguaggio dell’enogastronomia è un linguaggio settoriale particolare
poiché, contrariamente a quanto è accaduto ad altri linguaggi specialistici
recenti (ad esempio, economico, finanziario, informatico) si tratta di un
linguaggio antico -- quasi quanto la civiltà stessa cui appartiene--, il che
rende necessario un approccio non solo sincronico, ma anche
diacronico.
Quello enogastronomico è un linguaggio ibrido perché è settoriale in
certi sottogruppi (ampelografia, vitivinicoltura, ampelotecnia, chimica, etc),
con un approccio scientifico, ma non sempre univoco.
Ed è anche linguaggio letterario (evocativo, poetico, metaforico) quando diventa nota
di degustazione, etichetta, comunicato stampa, testo pubblicitario.
9. Per quanto riguarda il destinatario, i testi sul vino spaziano dal documento
tecnico per gli addetti ai lavori (enologi, ingegneri agronomi, biologi,
sommelier) fino al testo pubblicitario o alla nota di degustazione, testi
altamente evocativi e metaforici rivolti al pubblico generale o di nicchia,
ma che non deve necessariamente avere le conoscenze tecnico-
scientifiche che stanno alla base della produzione del vino.
10. Stato dell’arte
Lo studio del rapporto IT/ES in generale è ancora indietro rispetto ad
altre combinazioni linguistiche (IT/EN, FR, DE).
Nello specifico (settore enogastronomico), alcune ricerche sono state avviate
negli ultimi anni per studiare la relazione che intercorre tra le principali lingue
europee e l'italiano e quelle stesse lingue e lo spagnolo, ma lo studio
comparativo IT/ES nel settore enogastronomico e vitivinicolo è
quasi inesistente.
11. Il traduttore non deve solo tradurre, ma il suo compito è spesso
anche quello di localizzare.
Adattamento
Appropriazione dell’altrui.
È un atteggiamento
centrifugo, che proietta al di
fuori di sé le proprie
categorie.
Assimilazione
Inserimento dell’altrui nel
proprio.
È un atteggiamento
centripeto, che riconosce le
diversità altrui e le raffronta
sullo stesso piano con gli
elementi propri.
Due sono le possibilità:
12. Prevale soprattutto il primo atteggiamento, l’assimilazione, il che
favorisce la presa di coscienza delle differenze culturali, della propria
identità e il loro raffronto. Spesso (ma non sempre) i termini vengono
importati (assimilati) e inseriti nelle strutture grammaticali
preesistenti.
Che cosa accade nella traduzione
enogastronomica?
Questo perché le pietanze, così come determinati ingredienti e
procedimenti, sono frutto della tradizione di un popolo, e spesso non
trovano un traducente perfetto nella lingua d’arrivo.
14. Gli strumenti a disposizione del traduttore sono, oggigiorno, tanti:
Computer assisted translation CAT tools
Memorie di traduzione (TM)
Corpora linguistici
Basi terminologiche specializzate, online e offline
15. L’automatizzazione della traduzione, in particolare in alcune
combinazioni linguistiche e in determinati settori di specializzazione, si
trova in uno stato di sviluppo tale da consentire la resa in modo veloce
ed efficiente di grandi e medi volumi di documentazione. È perciò
possibile e redditizio tradurre in un ambiente automatizzato di
traduzione.
Ciò non è però applicabile alla traduzione nell’enogastronomia, dove la
ricerca in campo linguistico è, come abbiamo visto, ancora a uno stato iniziale, se
messa a confronto con altri settori (ad.es. giuridico, economico, medico,
audiovisivo).
Insomma, la strada da fare è, ancora,
tanta.