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a cura di Paola Barigelli-Calcari
   La Vergine rappresenta
    il primo essere umano
    che ha realizzato il fine
    dell'Incarnazione: la
    deificazione dell'uomo.
    Anche per la Madre di
    Dio esiste una
    "immagine acheropita"
    molto antica: la Madre
    di Dio di Lydda, detta
    anche "Madonna di
    Roma".
Secondo la tradizione, mentre gli
apostoli Pietro e Giovanni stavano
predicando a Lydda (in seguito
chiamata Diospolis), vicino a
Gerusalemme, costruirono una
chiesa dedicata alla Santissima
Madre di Dio; in seguito tornati a
Gerusalemme chiesero alla Panagia
di venire a santificare la Chiesa con
la sua presenza. Lei li rimandò a
Lydda e disse: “Andate in pace, e io
sarò lì con voi”. Giunti a Lydda,
trovarono un’icona della Vergine
“acheropita” (non fatta da mano
d’uomo) impressa in colori sulla
parete della chiesa (alcune fonti
dicono che l’immagine era su un
pilastro). Allora la Madre di Dio
apparve rallegrando quanti si erano
lì radunati. Benedisse l’icona e le
conferì il potere di operare miracoli.
Brephocratousa = colei
  che porta il bambino
Aghiosoritissa
raffigura la Vergine quasi di profilo, con le
braccia protese in atto di intercedere. Il suo
prototipo attribuito a san Luca pare che sia
stato portato a Costantinopoli dalla
Palestina nel V secolo. Andò
probabilmente perduto nel corso della crisi
iconoclastica.
Principali tipi
iconografici mariani
 Il tipo ieratico
  dell'Odigitria
 Il tipo affettuoso
  dell'Eleousa
 Il tipo umano
  dell'allattante
 Il tipo intercedente
  dell'orante
 Il  tipo della Kyriotissa
  o «regina»
La Madre di Dio Odigitria
 sorregge con un braccio
 il Bambino, indicandolo
 con l’altra mano come
 la Via, la Verità e la Vita.
 Il Bambino ha le fattezze
 dell’adulto perché è il
 Dio Eterno, in una
 mano tiene il rotolo
 della legge, mentre con
 l’altra impartisce la
 benedizione.
Maria vi è raffigurata in
posizione frontale; sul
braccio tiene Gesù
benedicente mentre con
l'altro lo indica a chi
guarda, alludendo nel
gesto: " È lui la via ". È
quanto significa Hodigìtria,
la "conduttrice".
All'origine del nome è
anche il toponimo del
convento degli Hodigi, o
"guide", convento nel
quale era conservato
l'originale attribuito a s.
Luca.
Teodoro il Lettore, storico del
 sec. VI, riferisce che l'icona
fu da Gerusalemme mandata
all'imperatrice Pulcheria
(408-456) da parte della
cognata Eudocia. L‘icona godeva
di grande fama ed era
considerata uno dei palladi della
città di Costantinopoli:
proteggeva la città e
conduceva alla vittoria le
armate dell'impero. Fu spesso
portata in processione sulle
mura assediate, come nel 1187,
al tempo della rivolta di Brana
contro Isacco Angelo.
Nel 1261, all'indomani della
liberazione di Costantinopoli
dal giogo dei crociati, questa
icona fu portata in trionfo
mentre l'imperatore ne era al
seguito, a piedi nudi e spoglio
di ornamenti. Molti documenti
posteriori attestano la
presenza dell'icona a
Costantinopoli sino al 1453,
anno in cui l'icona cadde in
mano ai turchi, fu spogliata del
suo prezioso rivestimento e
ignominiosamente trascinata
per le strade, poi calpestata e
distrutta.
Molte copie del ritratto erano state
fatte lungo i secoli: se ne sono
conservate su monete, avori, sigilli,
miniature, mosaici e icone. La più
antica copia che si conosca è
conservata a Roma, in S. Maria
Nova, e risale al V-VI sec. Un'altra
si trova in Russia ove fu portata dal
Monte Sinai nel secolo scorso.
Roma possiede molte altre copie,
venerate in S. Maria Maggiore, in S.
Maria del Popolo, al Pantheon, in S.
Maria in Cosmedin, ai Santi
Apostoli, in S. Agostino in Campo
 Marzio, ecc. Altre sono venerate
in diverse parti d'Italia:
Grottaferrata, Bari, Monopoli,
Bologna, Torino, Venezia e
altrove.
La Russia poteva vantare il
possesso di parecchie
copie, tutte molto venerate:
Madonna di Smolensk, di
Iberia, di Gerusalemme, di
Riazan, di Kostroma, di
Fedor, di Vilna, di Tikhvin,
di Koniev, di Kazan, ecc. La
Polonia possiede la
Madonna di Czestochowa.
Altre copie si trovano in
Siria, Egitto, Cipro, Monte
Sinai, Grecia, Monte Athos,
Jugoslavia, ecc.
La Madonna Hodigìtria è
considerata patrona degli
iconografi. Ne esistono copie
a mezzo busto, a figu-ra
intera, in piedi e seduta.
Riportiamo, per finire, questa
strofa tratta dall'ufficiatura
votiva della Madonna, che i
bizantini recitano davanti alla
sua icona: «Diventino mute
le labbra degli empi che non
si prostrano avanti alla tua
veneranda immagine
Hodigìtria, dipinta dal santo
apostolo Luca»
Il  tipo della
Kyriotissa o
«regina»
  Può anche
 denominarsi
 «Dominatrice
 del mondo». Il
 tipo raffigura la
 Madonna seduta
 in trono, in
 abito di Basilissa
 o «imperatrice».
Questo tipo
trionfale, già
abbozzato
nelle
catacombe di
S. Priscilla a
Roma nella
scena
dell'adorazione
dei Magi, si è
imposto dopo
il concilio di
Efeso del 431.
A partire dall'epoca di
 Giustiniano I (527-565)
 lo vediamo risplendere
 a Parenzo, a Santa Sofia
 di Costantinopoli, a
 Ravenna, a San
 Demetrio di Salonicco,
 ecc. Dopo le lotte
 iconoclaste il tipo torna
 in auge e alla Madonna
 in trono è riservato il
 posto d'onore nel
 catino delle absidi
 centrali delle chiese.
La Theotókos è raffigurata
vestita di porpora, assisa da
sovrana, con tutti gli onori
che sono dovuti ad una
Basilissa. Il bambino le è
seduto in grembo, e ha la
destra alzata in segno di
benedizione. La Madonna si
presenta così " trono della
Sapienza ". La solennità è
resa dalla staticità frontale di
madre e Figlio, sullo stesso
asse verticale. Questa
grandiosa visione è stata
spesso cantata dai padri
della chiesa e dai testi
liturgici.
Alcune notevoli varianti
da segnalare: la
Nicopeia- il cui originale
era custodito nel
santuario di Blacherne,
e una copia del quale è
a Venezia la Madonna
del così detto "miracolo
consueto"; la Panagia
Angeloktistos dell’abside
della chiesa di Kiti a Cipro,
mosaico del sec. IX;
la Panakrantos o " tuttapura"
dell'abside di Monreale;
la Pantanassa o
"regina
universale",
affresco della metà
dal sec. XIV a
Mistra; la Più
Eccelsa fogli Angeli
del Monte Athos,
ecc. Il tino si ritrova
ovunque irradia
l'arte bizantina:
Siria, Cappadocia,
Egitto, Cartagine,
Italia, Russia,
Romania,
Bulgaria... e
passerà inoltre
all'arte romanza e
gotica.
I simboli principali, accompagnati
da iscrizioni a cui normalmente
ricorre l'artista, sono i seguenti.
La posizione frontale delle figure e
gli occhi aperti rivolti allo spettatore
hanno lo scopo di mettere il fedele
che prega in diretto contatto con il
modello raffigurato. Il fondo
oro esprime la gloria celeste in cui
vivono attualmente le figure
rappresentate.
Il nimbo dorato suggerisce la santità
della Panaghia, o «Tuttasanta».
Le tre stelle dipinte sul capo e sulle
spalle di Maria simboleggiano
la Aeiparthenos, o «perpetua
verginità di Maria prima, durante e
dopo il parto».
    Le Iscrizioni che figurano sulle icone
mariane sono di due tipi. Le prime sono
obbligatorie, le seconde facoltative. Quelle
obbligatorie accompagnano le figure di
Maria e del bambino. Quella che
accompagna la figura di Maria è costituita
dai due digrammi del nome di Maria, scritti
in grandi caratteri, spesso ornati, ai due lati
del capo della Madonna. Essi
sono MP ΘY, abbreviazione per Meter
Theou, o Madre di Dio. Questi due
digrammi hanno soppiantato ben presto il
nome Aghia Maria, o Santa Maria, che si
incontrano in alcune rare raffigurazioni
antiche. Essi corrispondono inoltre al
nomeTheotokos divenuto un nome proprio
di Maria a partire del concilio di Efeso del
431, nel quale i Padri della Chiesa
ravvisano la fonte di tutte le sue grandezze
e di tutti i suoi privilegi.
San Giovanni
Damasceno
(+749) cosi lo
celebra: «Il solo
nome
Theotókos
contiene tutto il
mistero
dell'economia
della
salvezza».
Esso
comprende
anche per i
bizantini la
fonte nascosta
della sublime
bellezza della
Madre di Dio.
Il nimbo è crociato, per
indicare il Salvatore, e
contiene il trigramma
sacro O WN, o Yahweh, il
nome rivelato da Dio a
Mosè. Ai due lati del capo
sono iscritti IC XC, per
Gesù Cristo, Figlío di Dio
e Dio lui stesso. La mano
sinistra regge un rotolo di
pergamena, simbolo della
sapienza; la mano destra
alzata suggerisce un segno
di benedizione.
Abbiamo detto che l'icona
è prima di tutto oggetto di
culto. Questo significa che
l'icona è sotto la diretta
giurisdizione della Chiesa
che obbliga l'artista a non
inventare (o creare, come si
suole dire adesso) il suo
personaggio. Questo
controllo si esercita durante
la benedizione richiesta per
ogni icona nuovamente
dipinta. Il sacerdote, prima
di procedere alla
benedizione, verifica la
corrispondenza del nome
iscritto con la persona
raffigurata. In caso positivo,
pronuncia la preghiera di
benedizione.
 Il rituale slavo propone la seguente
preghiera di benedizione,
accompagnata da aspersione con
acqua benedetta e con incensazione:
«Signore Dio Padre onnipotente. che
ti sei degnato di scegliere tra tutto il
genere umano una pura colomba e
immacolata agnella, la sempre
Vergine Maria, per essere la Madre
del tuo Figlio unigenito, e l'hai
santificata con la discesa dello Spirito
Santo nella sua dimora, tu l'hai fatta
più venerabile dei cherubini e dei
serafini e più gloriosa di ogni
creatura, orante e interceditrice di
tutto il genere umano, benedici e
santifica con la tua grazia
nell'aspersione di quest'acqua santa
questa icona dipinta in suo onore e
ricordo, …
   …e a gloria di colui che da lei e
nato, il tuo Figlio unico e
consustanziale, e di te, suo Padre
senza inizio, e del tuo santissimo,
buono e vivificante Spirito, e
fanne per tutti quanti
pregheranno con fede davanti a
essa, una sorgente di guarigione
dalle malattie dell'anima e del
corpo, di liberazione e protezione
da tutte le calamità dei nemici, e
fa' che le loro preghiere ti siano
gradite. Per la misericordia del
tuo unico Figlio. che da lei è nato
nella carne, il nostro Signore
Gesù Cristo, con il quale tu sei
benedetto assieme al tuo santo.
buono e vivificante Spirito, ora e
sempre e nei secoli dei secoli.
Amen».
CONTENUTO STORICO –
L'elemento narrativo è
l'indispensabile avvio alla
composizione di ogni icona,
essendo il cristianesimo una realtà
che si inserisce nella storia. Ogni
raffigurazione della Madonna ha
contenuto storico e si riferisce ad
un evento determinato della vita di
lei (icone festive) o ad un suo
intervento nella storia della chiesa
o dei santi. I tratti stessi di Maria
nelle icone vogliono essere quelli
di un ritratto: almeno secondo la
tradizione che tramanda i primi
ritratti di lei come opere eseguite
dalla mano di s. Luca.
CONTENUTO CULTUALE-
LITURGICO –

L'icona è oggetto di culto. Ciò è
messo in rilievo sia dall'iscrizione
che le è propria, sia dalla
benedizione che consentirà la
venerazione dei fedeli e farà
dell'icona un sacramentale e un
canale della grazia. Per questo
ogni icona - in specie quelle della
Madonna - ha un suo posto ben
preciso nel tempio, formando
parte del così detto ciclo liturgico,
e la sua esposizione rientra
nell'anno liturgico considerato
come tempo redento della liturgia.
Anche le icone patrimonio delle
case private condividono il
medesimo carattere cultuale e
liturgico.
CONTENUTO SPIRITUALE
–
La vita spirituale tende
essenzialmente alla
salvezza. L'icona è quindi un
sostegno del fedele a
pervenirvi. Inoltre i
personaggi che ne motivano
la venerazione sono coloro
che l'hanno raggiunta e sono
i più idonei ad aiutare i fedeli.
Maria è proposta dalle icone
non più quale personaggio
storico vissuto in tempi
lontani, ma come persona
vivente e che si trova nella
gloria; perciò soccorre i
fedeli per elevarsi fino a lei.
CONTENUTO SPIRITUALE –
 È stato detto che l'arte dell'icona non è
arte realista, in quanto ciò che
rappresenta è l'essere umano già
trasfigurato dallo Spirito di Dio. Ma
una realtà di ordine divino può
manifestarsi sulla terra, realtà del tutto
concreta, del tutto storica, sulla quale è
la luce della grazia. Per questo motivo
l'icona può santificare al guardarla,
offrendo il senso della visione. I mezzi
per ottenerlo sono numerosi, basati su
ogni elemento della raffigurazione: i
colori, le linee, le architetture, i volti, gli
abiti, ecc. Questo contenuto spirituale
si è concretizzato nella tradizione
orientale, avvalorata da interventi dei
personaggi raffigurati, come ad esempio
la quasi totalità delle apparizioni
miracolose della Madonna verificatesi
per mezzo delle icone a lei dedicate.
CONTENUTO
DOGMATICO –

 Le icone della Madonna
hanno il loro posto nel
cosiddetto ciclo
dogmatico
dell'iconografia e
propongono ai fedeli in
diversi modi, ed in un
linguaggio simbolico, la
dottrina mariana della
chiesa d'oriente. L'icona
della Vergine che regge
il bambino illustra il
dogma della maternità
divina di Maria e
propone Maria come la
grande testimone
dell'incarnazione .
CONTENUTO
DOGMATICO –
L’Hodigìtria mette
in risalto la divinità
del Cristo, mentre
l’ Eleusa e sue
derivazioni
insistono
sull'umanità del
Cristo.
CONTENUTO
DOGMATICO-

La perpetua verginità
di Maria è espressa
dalle tre stelle che
mai mancano sulla
fronte e sulle spalle di
lei La mediazione di
Maria trova allusione
chiarissima nel gesto
della mano della
Hodigìtrìa e
soprattutto nella
raffigurazione della
Diesis.
CONTENUTO
DOGMATICO-

La mediazione
di Maria trova
allusione
chiarissima nel
gesto della
mano della
Hodigìtrìa e
soprattutto nella
raffigurazione
della Diesis.
CONTENUTO
DOGMATICO –

L'esimia dignità di Maria
è messa in rilievo dalle
parole dell'inno «In te si
rallegra tutto il creato»; lo
stesso inno e altre
espressioni propongono
ai fedeli la superiorità di
Maria e la sua suprema
dignità su tutti gli esseri.
La regalità mariana trae
bellissima affermazione
dall'icona della
Kyrìotissa, anche se la
chiesa orientale non ha
ritenuto di commemorarla
in una festa specifica,
come invece la chiesa
cattolica.
CONTENUTO DOGMATICO –
Le icone della dormizione, delle
esequie e dell'assunzione di
Maria mettono bene in rilievo il
dogma dell'assunta e della
glorificazione di Maria in corpo e
anima, così come i testi liturgici
della festa dell'Assunzione.
XIV recto scuola di Novgorod,
1482 Dionisij Odigitria Tret'jakov   Madre di Dio del Don Tret'jakov
XV secolo, Madre di Dio della tenerezza,
1314, Piccola icona della Madre di Dio    Sergiev Posad, monastero della Trinità di
Tolgskaja II Jaroslavl museo belle arti   S. Sergio
Eleousa affresco monastero Chora   Hodegetria lato A museo bizantino
Costantinopoli                     Atene
1490 Andreas Ritzos vergine della   1400 Vergine cardiotissa Byzantine and
passione                            Christian Museum, Athen
VI sec., Madonna della
Bawit Coptico museum, Il Cairo   Clemenza, S. Maria in
                                 Trastevere, Roma
XIV sec., Panaghia Psychosostria,      XII se. Madonna di S. Luca, Santuario
Ochrida , Macedonia, Museo nazionale   della Guardia, Bologna
Hodegetria con apostoli, Torcello   Church at the Greek Orthodox
Venezia                             Monastery of Hosios Lukas, Greece
   Theotokos ossia “Genitrice di Dio”, `e il titolo che il
    Concilio di Efeso nel 431 attribuisce alla Madonna e
    che la tradizione orientale ha conservato e
    prediletto attraverso i secoli. L’icona della Madre di
    Dio intende esprimere soprattutto il Mistero della
    Divina Maternità che la Vergine manifesta nell
    sguardo doloroso e lieto rivolto al Figlio. La Madre
    di Dio rappresenta ogni creatura e di ogni creatura
    `e madre che sa accogliere ogni sentimento umano
    per trasfigurarlo nella preghiera al Figlio. Per tale
    motivo ella non `e mai raffigurata se non insieme al
    Cristo o in una composizione a Lui collegata.
   La Madre di Dio della Tenerezza (Eleusa)
    tradizione vuole che nel gesto di intenso
    affetto fra la Vergine mistero della morte
    e risurrezione; il riverbero del dolore,
    dell’amore e della serena accettazione
    della volontà divina si coglie sul volto
    della Madre.
 La Madre di Dio del Segno, La Più Vasta dei
  Cieli leva le mani al cielo in preghiera e
  porta l’effige del Salvatore Emmanuele sul
  petto. Si richiama alle parole del profeta
  Isaia: “Il Signore stesso vi darà un segno. Ecco,
  la Vergine concepirà e darà alla luce un figlio
  egli porrà il nome di Emmanuele” (Is 7,14).
 L’icona è quindi manifestazione del Dio
  presente e incarnato nell’umanità di Maria.

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Hodigitria e kyriotissa (fil eminimizer)

  • 1. a cura di Paola Barigelli-Calcari
  • 2. La Vergine rappresenta il primo essere umano che ha realizzato il fine dell'Incarnazione: la deificazione dell'uomo. Anche per la Madre di Dio esiste una "immagine acheropita" molto antica: la Madre di Dio di Lydda, detta anche "Madonna di Roma".
  • 3. Secondo la tradizione, mentre gli apostoli Pietro e Giovanni stavano predicando a Lydda (in seguito chiamata Diospolis), vicino a Gerusalemme, costruirono una chiesa dedicata alla Santissima Madre di Dio; in seguito tornati a Gerusalemme chiesero alla Panagia di venire a santificare la Chiesa con la sua presenza. Lei li rimandò a Lydda e disse: “Andate in pace, e io sarò lì con voi”. Giunti a Lydda, trovarono un’icona della Vergine “acheropita” (non fatta da mano d’uomo) impressa in colori sulla parete della chiesa (alcune fonti dicono che l’immagine era su un pilastro). Allora la Madre di Dio apparve rallegrando quanti si erano lì radunati. Benedisse l’icona e le conferì il potere di operare miracoli.
  • 4. Brephocratousa = colei che porta il bambino
  • 5. Aghiosoritissa raffigura la Vergine quasi di profilo, con le braccia protese in atto di intercedere. Il suo prototipo attribuito a san Luca pare che sia stato portato a Costantinopoli dalla Palestina nel V secolo. Andò probabilmente perduto nel corso della crisi iconoclastica.
  • 6. Principali tipi iconografici mariani  Il tipo ieratico dell'Odigitria  Il tipo affettuoso dell'Eleousa  Il tipo umano dell'allattante  Il tipo intercedente dell'orante  Il  tipo della Kyriotissa o «regina»
  • 7. La Madre di Dio Odigitria sorregge con un braccio il Bambino, indicandolo con l’altra mano come la Via, la Verità e la Vita. Il Bambino ha le fattezze dell’adulto perché è il Dio Eterno, in una mano tiene il rotolo della legge, mentre con l’altra impartisce la benedizione.
  • 8. Maria vi è raffigurata in posizione frontale; sul braccio tiene Gesù benedicente mentre con l'altro lo indica a chi guarda, alludendo nel gesto: " È lui la via ". È quanto significa Hodigìtria, la "conduttrice". All'origine del nome è anche il toponimo del convento degli Hodigi, o "guide", convento nel quale era conservato l'originale attribuito a s. Luca.
  • 9. Teodoro il Lettore, storico del sec. VI, riferisce che l'icona fu da Gerusalemme mandata all'imperatrice Pulcheria (408-456) da parte della cognata Eudocia. L‘icona godeva di grande fama ed era considerata uno dei palladi della città di Costantinopoli: proteggeva la città e conduceva alla vittoria le armate dell'impero. Fu spesso portata in processione sulle mura assediate, come nel 1187, al tempo della rivolta di Brana contro Isacco Angelo.
  • 10. Nel 1261, all'indomani della liberazione di Costantinopoli dal giogo dei crociati, questa icona fu portata in trionfo mentre l'imperatore ne era al seguito, a piedi nudi e spoglio di ornamenti. Molti documenti posteriori attestano la presenza dell'icona a Costantinopoli sino al 1453, anno in cui l'icona cadde in mano ai turchi, fu spogliata del suo prezioso rivestimento e ignominiosamente trascinata per le strade, poi calpestata e distrutta.
  • 11. Molte copie del ritratto erano state fatte lungo i secoli: se ne sono conservate su monete, avori, sigilli, miniature, mosaici e icone. La più antica copia che si conosca è conservata a Roma, in S. Maria Nova, e risale al V-VI sec. Un'altra si trova in Russia ove fu portata dal Monte Sinai nel secolo scorso. Roma possiede molte altre copie, venerate in S. Maria Maggiore, in S. Maria del Popolo, al Pantheon, in S. Maria in Cosmedin, ai Santi Apostoli, in S. Agostino in Campo Marzio, ecc. Altre sono venerate in diverse parti d'Italia: Grottaferrata, Bari, Monopoli, Bologna, Torino, Venezia e altrove.
  • 12. La Russia poteva vantare il possesso di parecchie copie, tutte molto venerate: Madonna di Smolensk, di Iberia, di Gerusalemme, di Riazan, di Kostroma, di Fedor, di Vilna, di Tikhvin, di Koniev, di Kazan, ecc. La Polonia possiede la Madonna di Czestochowa. Altre copie si trovano in Siria, Egitto, Cipro, Monte Sinai, Grecia, Monte Athos, Jugoslavia, ecc.
  • 13. La Madonna Hodigìtria è considerata patrona degli iconografi. Ne esistono copie a mezzo busto, a figu-ra intera, in piedi e seduta. Riportiamo, per finire, questa strofa tratta dall'ufficiatura votiva della Madonna, che i bizantini recitano davanti alla sua icona: «Diventino mute le labbra degli empi che non si prostrano avanti alla tua veneranda immagine Hodigìtria, dipinta dal santo apostolo Luca»
  • 14. Il  tipo della Kyriotissa o «regina» Può anche denominarsi «Dominatrice del mondo». Il tipo raffigura la Madonna seduta in trono, in abito di Basilissa o «imperatrice».
  • 15. Questo tipo trionfale, già abbozzato nelle catacombe di S. Priscilla a Roma nella scena dell'adorazione dei Magi, si è imposto dopo il concilio di Efeso del 431.
  • 16. A partire dall'epoca di Giustiniano I (527-565) lo vediamo risplendere a Parenzo, a Santa Sofia di Costantinopoli, a Ravenna, a San Demetrio di Salonicco, ecc. Dopo le lotte iconoclaste il tipo torna in auge e alla Madonna in trono è riservato il posto d'onore nel catino delle absidi centrali delle chiese.
  • 17. La Theotókos è raffigurata vestita di porpora, assisa da sovrana, con tutti gli onori che sono dovuti ad una Basilissa. Il bambino le è seduto in grembo, e ha la destra alzata in segno di benedizione. La Madonna si presenta così " trono della Sapienza ". La solennità è resa dalla staticità frontale di madre e Figlio, sullo stesso asse verticale. Questa grandiosa visione è stata spesso cantata dai padri della chiesa e dai testi liturgici.
  • 18. Alcune notevoli varianti da segnalare: la Nicopeia- il cui originale era custodito nel santuario di Blacherne, e una copia del quale è a Venezia la Madonna del così detto "miracolo consueto"; la Panagia Angeloktistos dell’abside della chiesa di Kiti a Cipro, mosaico del sec. IX;
  • 19. la Panakrantos o " tuttapura" dell'abside di Monreale;
  • 20. la Pantanassa o "regina universale", affresco della metà dal sec. XIV a Mistra; la Più Eccelsa fogli Angeli del Monte Athos, ecc. Il tino si ritrova ovunque irradia l'arte bizantina: Siria, Cappadocia, Egitto, Cartagine, Italia, Russia, Romania, Bulgaria... e passerà inoltre all'arte romanza e gotica.
  • 21.
  • 22. I simboli principali, accompagnati da iscrizioni a cui normalmente ricorre l'artista, sono i seguenti. La posizione frontale delle figure e gli occhi aperti rivolti allo spettatore hanno lo scopo di mettere il fedele che prega in diretto contatto con il modello raffigurato. Il fondo oro esprime la gloria celeste in cui vivono attualmente le figure rappresentate. Il nimbo dorato suggerisce la santità della Panaghia, o «Tuttasanta». Le tre stelle dipinte sul capo e sulle spalle di Maria simboleggiano la Aeiparthenos, o «perpetua verginità di Maria prima, durante e dopo il parto».
  • 23.     Le Iscrizioni che figurano sulle icone mariane sono di due tipi. Le prime sono obbligatorie, le seconde facoltative. Quelle obbligatorie accompagnano le figure di Maria e del bambino. Quella che accompagna la figura di Maria è costituita dai due digrammi del nome di Maria, scritti in grandi caratteri, spesso ornati, ai due lati del capo della Madonna. Essi sono MP ΘY, abbreviazione per Meter Theou, o Madre di Dio. Questi due digrammi hanno soppiantato ben presto il nome Aghia Maria, o Santa Maria, che si incontrano in alcune rare raffigurazioni antiche. Essi corrispondono inoltre al nomeTheotokos divenuto un nome proprio di Maria a partire del concilio di Efeso del 431, nel quale i Padri della Chiesa ravvisano la fonte di tutte le sue grandezze e di tutti i suoi privilegi.
  • 24. San Giovanni Damasceno (+749) cosi lo celebra: «Il solo nome Theotókos contiene tutto il mistero dell'economia della salvezza». Esso comprende anche per i bizantini la fonte nascosta della sublime bellezza della Madre di Dio.
  • 25. Il nimbo è crociato, per indicare il Salvatore, e contiene il trigramma sacro O WN, o Yahweh, il nome rivelato da Dio a Mosè. Ai due lati del capo sono iscritti IC XC, per Gesù Cristo, Figlío di Dio e Dio lui stesso. La mano sinistra regge un rotolo di pergamena, simbolo della sapienza; la mano destra alzata suggerisce un segno di benedizione.
  • 26.
  • 27. Abbiamo detto che l'icona è prima di tutto oggetto di culto. Questo significa che l'icona è sotto la diretta giurisdizione della Chiesa che obbliga l'artista a non inventare (o creare, come si suole dire adesso) il suo personaggio. Questo controllo si esercita durante la benedizione richiesta per ogni icona nuovamente dipinta. Il sacerdote, prima di procedere alla benedizione, verifica la corrispondenza del nome iscritto con la persona raffigurata. In caso positivo, pronuncia la preghiera di benedizione.
  • 28.  Il rituale slavo propone la seguente preghiera di benedizione, accompagnata da aspersione con acqua benedetta e con incensazione: «Signore Dio Padre onnipotente. che ti sei degnato di scegliere tra tutto il genere umano una pura colomba e immacolata agnella, la sempre Vergine Maria, per essere la Madre del tuo Figlio unigenito, e l'hai santificata con la discesa dello Spirito Santo nella sua dimora, tu l'hai fatta più venerabile dei cherubini e dei serafini e più gloriosa di ogni creatura, orante e interceditrice di tutto il genere umano, benedici e santifica con la tua grazia nell'aspersione di quest'acqua santa questa icona dipinta in suo onore e ricordo, …
  • 29.    …e a gloria di colui che da lei e nato, il tuo Figlio unico e consustanziale, e di te, suo Padre senza inizio, e del tuo santissimo, buono e vivificante Spirito, e fanne per tutti quanti pregheranno con fede davanti a essa, una sorgente di guarigione dalle malattie dell'anima e del corpo, di liberazione e protezione da tutte le calamità dei nemici, e fa' che le loro preghiere ti siano gradite. Per la misericordia del tuo unico Figlio. che da lei è nato nella carne, il nostro Signore Gesù Cristo, con il quale tu sei benedetto assieme al tuo santo. buono e vivificante Spirito, ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amen».
  • 30.
  • 31. CONTENUTO STORICO – L'elemento narrativo è l'indispensabile avvio alla composizione di ogni icona, essendo il cristianesimo una realtà che si inserisce nella storia. Ogni raffigurazione della Madonna ha contenuto storico e si riferisce ad un evento determinato della vita di lei (icone festive) o ad un suo intervento nella storia della chiesa o dei santi. I tratti stessi di Maria nelle icone vogliono essere quelli di un ritratto: almeno secondo la tradizione che tramanda i primi ritratti di lei come opere eseguite dalla mano di s. Luca.
  • 32. CONTENUTO CULTUALE- LITURGICO – L'icona è oggetto di culto. Ciò è messo in rilievo sia dall'iscrizione che le è propria, sia dalla benedizione che consentirà la venerazione dei fedeli e farà dell'icona un sacramentale e un canale della grazia. Per questo ogni icona - in specie quelle della Madonna - ha un suo posto ben preciso nel tempio, formando parte del così detto ciclo liturgico, e la sua esposizione rientra nell'anno liturgico considerato come tempo redento della liturgia. Anche le icone patrimonio delle case private condividono il medesimo carattere cultuale e liturgico.
  • 33. CONTENUTO SPIRITUALE – La vita spirituale tende essenzialmente alla salvezza. L'icona è quindi un sostegno del fedele a pervenirvi. Inoltre i personaggi che ne motivano la venerazione sono coloro che l'hanno raggiunta e sono i più idonei ad aiutare i fedeli. Maria è proposta dalle icone non più quale personaggio storico vissuto in tempi lontani, ma come persona vivente e che si trova nella gloria; perciò soccorre i fedeli per elevarsi fino a lei.
  • 34. CONTENUTO SPIRITUALE – È stato detto che l'arte dell'icona non è arte realista, in quanto ciò che rappresenta è l'essere umano già trasfigurato dallo Spirito di Dio. Ma una realtà di ordine divino può manifestarsi sulla terra, realtà del tutto concreta, del tutto storica, sulla quale è la luce della grazia. Per questo motivo l'icona può santificare al guardarla, offrendo il senso della visione. I mezzi per ottenerlo sono numerosi, basati su ogni elemento della raffigurazione: i colori, le linee, le architetture, i volti, gli abiti, ecc. Questo contenuto spirituale si è concretizzato nella tradizione orientale, avvalorata da interventi dei personaggi raffigurati, come ad esempio la quasi totalità delle apparizioni miracolose della Madonna verificatesi per mezzo delle icone a lei dedicate.
  • 35. CONTENUTO DOGMATICO – Le icone della Madonna hanno il loro posto nel cosiddetto ciclo dogmatico dell'iconografia e propongono ai fedeli in diversi modi, ed in un linguaggio simbolico, la dottrina mariana della chiesa d'oriente. L'icona della Vergine che regge il bambino illustra il dogma della maternità divina di Maria e propone Maria come la grande testimone dell'incarnazione .
  • 36. CONTENUTO DOGMATICO – L’Hodigìtria mette in risalto la divinità del Cristo, mentre l’ Eleusa e sue derivazioni insistono sull'umanità del Cristo.
  • 37. CONTENUTO DOGMATICO- La perpetua verginità di Maria è espressa dalle tre stelle che mai mancano sulla fronte e sulle spalle di lei La mediazione di Maria trova allusione chiarissima nel gesto della mano della Hodigìtrìa e soprattutto nella raffigurazione della Diesis.
  • 38. CONTENUTO DOGMATICO- La mediazione di Maria trova allusione chiarissima nel gesto della mano della Hodigìtrìa e soprattutto nella raffigurazione della Diesis.
  • 39. CONTENUTO DOGMATICO – L'esimia dignità di Maria è messa in rilievo dalle parole dell'inno «In te si rallegra tutto il creato»; lo stesso inno e altre espressioni propongono ai fedeli la superiorità di Maria e la sua suprema dignità su tutti gli esseri. La regalità mariana trae bellissima affermazione dall'icona della Kyrìotissa, anche se la chiesa orientale non ha ritenuto di commemorarla in una festa specifica, come invece la chiesa cattolica.
  • 40. CONTENUTO DOGMATICO – Le icone della dormizione, delle esequie e dell'assunzione di Maria mettono bene in rilievo il dogma dell'assunta e della glorificazione di Maria in corpo e anima, così come i testi liturgici della festa dell'Assunzione.
  • 41. XIV recto scuola di Novgorod, 1482 Dionisij Odigitria Tret'jakov Madre di Dio del Don Tret'jakov
  • 42. XV secolo, Madre di Dio della tenerezza, 1314, Piccola icona della Madre di Dio Sergiev Posad, monastero della Trinità di Tolgskaja II Jaroslavl museo belle arti S. Sergio
  • 43. Eleousa affresco monastero Chora Hodegetria lato A museo bizantino Costantinopoli Atene
  • 44. 1490 Andreas Ritzos vergine della 1400 Vergine cardiotissa Byzantine and passione Christian Museum, Athen
  • 45. VI sec., Madonna della Bawit Coptico museum, Il Cairo Clemenza, S. Maria in Trastevere, Roma
  • 46. XIV sec., Panaghia Psychosostria, XII se. Madonna di S. Luca, Santuario Ochrida , Macedonia, Museo nazionale della Guardia, Bologna
  • 47. Hodegetria con apostoli, Torcello Church at the Greek Orthodox Venezia Monastery of Hosios Lukas, Greece
  • 48. Theotokos ossia “Genitrice di Dio”, `e il titolo che il Concilio di Efeso nel 431 attribuisce alla Madonna e che la tradizione orientale ha conservato e prediletto attraverso i secoli. L’icona della Madre di Dio intende esprimere soprattutto il Mistero della Divina Maternità che la Vergine manifesta nell sguardo doloroso e lieto rivolto al Figlio. La Madre di Dio rappresenta ogni creatura e di ogni creatura `e madre che sa accogliere ogni sentimento umano per trasfigurarlo nella preghiera al Figlio. Per tale motivo ella non `e mai raffigurata se non insieme al Cristo o in una composizione a Lui collegata.
  • 49. La Madre di Dio della Tenerezza (Eleusa) tradizione vuole che nel gesto di intenso affetto fra la Vergine mistero della morte e risurrezione; il riverbero del dolore, dell’amore e della serena accettazione della volontà divina si coglie sul volto della Madre.
  • 50.  La Madre di Dio del Segno, La Più Vasta dei Cieli leva le mani al cielo in preghiera e porta l’effige del Salvatore Emmanuele sul petto. Si richiama alle parole del profeta Isaia: “Il Signore stesso vi darà un segno. Ecco, la Vergine concepirà e darà alla luce un figlio egli porrà il nome di Emmanuele” (Is 7,14).  L’icona è quindi manifestazione del Dio presente e incarnato nell’umanità di Maria.

Notes de l'éditeur

  1. 13-14 Pskov tretyakov mosca Cappella di San Zeno S. Prassede Roma
  2. Lidskaja Roma, basilica di Santa Maria Maggiore, Icona della  Salus Populi Romani  secondo la tradizione copia di un’icona della  Madre di Dio di Lydda
  3. XII secolo Roma Basilica di S. Maria Maggiore
  4. 1280 pushkin state museum of fine moscow 085.Blacherniotissa,Synaj
  5. Aghiosoritissa (da  Aghia Soros , santa urna, in cui si conservava il cinto della Vergine nel santuario della Kalcoprateia); è detta anche dell'Intercessione:  .. VI secolo icona acheropita Monte Mario Roma Monastero S. Maria del Rosario clausura domenicane leggenda impallidisce durante i giorni della passione GP II 1986 e Benedetto XVI 24 giugno nel 2010 s. caterina sinai det
  6. S. Sofia Kiev Blachernitissa
  7. 1502 Dionisyius Museo russo s. Pietroburgo MdD Hodigitria
  8. 15-16 rublev museum mosca
  9. 16 andrea rublev museum mosca
  10. 1482 Dionisi Tretyakov Mosca
  11. 15 smolensk andrei rublev museum
  12. XVI scuola di Pskov Chiesa di Oposka
  13. VI secolo Madonna in trono tra santi e angeli Monastero S. Caterina Sinai icona bizantina
  14. II-V secolo via salaria regina catacumbarum
  15. Parenzo basilica eufrasiana
  16. XIII Cavallini s. maria in trastevere roma
  17. Icona nicopeia X- XII secolo bizantina basilica s. Marco venezia
  18. XII madonna damascena Malta Chiesa greco-cattolica
  19. Panaghia Tricherousa
  20. XV Madonna delle grazie Cambrai Francia Brephocratousa colei che porta il bambino
  21. Sinai Blacherniotissa
  22. XII Madre di Dio di Vladimir di CostantinopoliTret'jakov <mosca
  23. 12 Madonna della salute chiesa di S.maria salute Venezia XIV XV Teofane Deesis Madre di Dio annunciz. Cremlino
  24. In te si rallegra ogni creatura Tret'Jakov XV sec.