3. Il nome Germanoi si ritrova
nell'elenco di Marsiglia dei popoli
vinti nel 222 a.C. da Claudio
Marcello. È grazie al De bello
gallico di Cesare che il vocabolo è
entrato nell'uso corrente. Sul
periodo che precede le campagne
di Cesare i dati storici sono tari.
4. Le popolazioni germaniche appartengono al mondo indoeuropeo
(INDOEUROPEI). Sul loro luogo di origine non si hanno dati certi. Sembra
che originariamente fossero localizzate nella Scandinavia meridionale e
nella regione del nord-ovest europeo. All'inizio della nostra era esse sono
suddivise in tre gruppi. II gruppo occidentale è all'origine delle lingue della
Frisia, delle parlate anglo- sassoni, dei dialetti chiamati altfränkische e
dell'antico hochdeutsch. Il gruppi nordico comprende il norvegese,
l'islandese, il danese, lo svedese. Il gruppo meno conosciuto è quello
orientale o ostico: gotico e vandalo.
5. 1. La religione germanica nell'età della Pietra
Questo periodo va dal 12000 al 2000 a.C.
Conosciuto solamente attraverso i documenti
archeologici, comprende diversi elementi:
sacrifici di caccia (Melen-dorf e Stellmoor
vicino ad Amburgo, verso il 12000); incisioni
rupestri colorate in Scandinavia e in Carelia
(verso l‘8OOO); strumenti musicali per il
culto; tracce di scotennamenti e di sacrifici
umani; numerose ascie sotterrate o
rappresentate da iscrizioni rupestri; un palo
cultuale e un idolo a Ahrensburg-Hopfenbach;
numerose teste di animali, infilzate su un
manico, ritrovate in Danimarca e in Svezia.
Senza dubbio siamo in presenza di vestigia di
pratiche religiose dei cacciatori di renne che
hanno seguito i branchi nelle regioni nordiche.
Nel lago sacro di Stellmoor sono state trovate
sott'acqua dodici renne con delle pietre nella
gabbia toracica o nel ventre.
6. Accanto a questa religione dei vivi c'è il culto funerario, rappresentato soprattutto
dalle tombe megalitiche (MEGALITISMO); verso il 3500 appaiono i primi dolmen,
la cui costruzione ebbe fine verso il 1800. Attualmente disponia-mo di parecchie
migliaia di dolmen per la Danimarca, di un migliaio per la Germania, di più di
cinquecento per la Svezia. Queste tombe di capi hanno l'ingresso a sud. Verso il
2500 è iniziata la costruzione di grandi tombe megalitiche, le Sippengràber. Queste
tombe, ciascuna riservata a una stirpe, rivelano un'organizzazione familiare molto
sviluppata. Verso il 2000 appaiono le tombe individuali con il feretro di pietra e
abbondanti offerte.
7. Il mesolitico germano-
scandinavo (8000-3500) è
quindi caratterizzato da
sacrifici di caccia, incisioni
rupestri, strumenti di culto e
tracce di sacrifici umani. Per
l'epoca del neolitico germanico
(3500-2000) e del neolitico
scandinavo (3000-1500),
accanto alle incisioni rupestri e
agli oggetti di culto
disponiamo dei monumenti
funerari megalitici, segno di un
contatto tra i vivi e i defunti
del clan familiare.
L'inumazione dei cadaveri fa
pensare che in epoca neolitica
gli altri indoeuropei non
fossero ancora arrivati in
Germania e in Scandinavia.
8. 2. La religione germanica nell'età del Bronzo
L'età del Bronzo germano-scandinava comincia
verso il 2000 e va fino al 500 a.C. La metallurgia
- importata dagli invasori venuti dall'Est -
insieme all'incinerazione sono le due
caratteristiche di questo periodo che
testimoniano la presenza degli altri indoeuropei.
9. I simboli rupestri si precisano e si moltiplicano: navi, strade, tracce di passi, cervi,
alci, uomini, donne, ascie. H. Schneider e O. Almgren inclinano per l'interpretazione
cultuale. H. Ljungberg e A. Stròm arrivano alla conclusione che i popoli germanici
dell'età del Bronzo adorassero dèi personali. La decodificazione dei simboli è quindi
di fondamentale importanza.
10. Il carro solare scoperto a Trundholm in Danimarca nel 1902 costituisce un documento
basilare per questo lavoro. La topografia dell'età del Bronzo permette inoltre di far
riferimento a dei luoghi sacri arcaici: offerte di burro, culti della fecondità. L'insieme di
questi dati autorizza a formulare l'ipotesi della venerazione di dèi personali da parte dei
popoli germano-scandinavi dell'età del Bronzo: dèi solari, dèi della guerra, dèi e dee
della fecondità. Queste popolazioni non conoscevano la scrittura.
11. Altra caratteristica dell'età del Bronzo è l'apparizione di santuari solari, tra cui
il più noto è Stonehenge, nel sud dell'Inghilterra. Il primo raggio di sole
dell'equinozio di primavera cade sull'altare di pietra. Per J. de Vries questo
dato è da accostare ai canti dell'EDDA che parlano di eroi solari. Ad Avebury
la costruzione circolare di pietre è orientata astronomicamente. Culti solari e
culti della fecondità appaiono vicini.
12. Alla fine del
periodo neolitico il
rituale funerario
subisce
un'importante
modificazione: le
sepolture familiari
cedono il posto alle
sepolture
individuali e ai
feretri di pietra
incisi con simboli
solari,
rappresentazioni di
armi, o altri
simboli. È la
Hugelgràberkultur,
molto estesa
dall'Austria al
Baltico e dal Reno
alla Cecoslovacchia
(1500-1100).
13. In Scandinavia il sarcofago è fatto di un tronco d'albero svuotato, segato in due nel
senso della lunghezza e fornito di nume-rosi oggetti del defunto. Verso il 1500 ha
inizio l'incinerazione, che diviene generalizzata nella fase finale dell'età del Bronzo,
verso il 1100. Dopo la crema-zione, viene depositata nella tomba l'urna contenente le
ceneri o le ossa calcina-te ma non completamente ridotte in cenere. La diffusione dei
campi di urne durante i cinque secoli anteriori all'età del Ferro dimostra la presenza
degli altri indoeuropei.
14. 3. Lo studio della religione germanica nell'età del Ferro
1. I dati geografici e storici
In Germania e Scandinavia l'età antica del Ferro si estende dal 500 a. C. al 400
d.C. Comprende il periodo antico (500-300), su cui si hanno pochi dati religiosi, il
periodo celtico che copre i tre secoli anteriori alla nostra era e il periodo romano
(1-400) nel corso del quale, vinti i celti, i germani sono in diretto contatto con i
romani, che,si limitano a tenerli a bada lungo il Reno e il Danubio. Il periodo
celtico dei germani segue dunque tardivamente la civiltà della Prima Età del
Ferro celtica (ca. 725, Hallstadt, Cecoslovacchia, Austria, Francia) e l'espansione
celtica a partire dal 500 (La Tene).
L'età del Ferro recente (400-1050) raggruppa tre periodi. Nel corso delle invasioni
germaniche (400-550), la Vòlkerwanderung opera la reciproca compe-netrazione
del mondo germanico e latino.
15. I germani del continente cominciano a passare al cristianesimo: i franchi, sotto
Clodoveo nel 498; le popolazioni germaniche più tardi e più lentamente. Verso
il 450 gli angli e i sassoni occupano le isole britanniche. Durante tutto il periodo
merovingio (550-800), verso il 600, gli slavi fanno retrocedere i germani mentre
gli anglosassoni divengono cristiani.
16. I popoli nordici rimasti pagani cominciano a espandersi: è il periodo vichingo
(800-1050). Vikingr è il pirata che frequenta le baie. La prima invasione dei vichinghi,
quella degli svedesi, va dall'800 al 930. Dopo un periodo di tregua di cinquant'anni,
verso il 980, i vichinghi riprendono il mare: questa volta si tratta dei norvegesi e dei
danesi. Alla fine del primo millennio le popolazioni germaniche e scandinave hanno
accettato il cristianesimo, anche se alcune con scarso entusiasmo.
17. 2. Il problema delle fonti
a) Gli autori latini - Nei suoi
Commentarii de Bello Gallico (I, 50 e
VI, 21-24), Giulio Cesare parla dei
germani dicendone quello che ne sa
dagli informatori galli. Verso il 98 ,
Tacito (54-130), nel suo De situ
acpopulis Germaniae, da numerosi
particolari sulla religione dei
germani. Egli ha attinto le sue
informazioni da Cesare, Velleio
Patercolo, Pomponio Mela e Plinio il
Vecchio, il quale fu ufficiale in
Germania. Un'altra fonte è costituita
dalle iscrizioni votive scoperte sul
territorio germanico, che ci rendono
note una serie di divinità e ci
mostrano l'atteggiamento religioso
dei fedeli.
18. b) Gli autori cristiani - Nelle biografie dei grandi
missionari troviamo noti-zie particolareggiate sulle
popolazioni germaniche e sassoni che passarono al
cristianesimo; Vitae di Colombano, di Bonifacio, di
Willibrord. Diversi autori cristiani ci parlano dei pagani
della Germania. Paolo Orosio, sacerdote di Tar-ragona,
discepolo di Agostino d'Ippona, scrisse nel 417 l'opera
Historiarum adversus Paganos libri VII. Giordane
(Jornandes), vescovo di Ravenna, di origi-ne gotica,
redasse nel 551 il suo De rebus gothicis, ispirato al
alcune fonti perdute. Gregorio di Tours (538-594) ci ha
lasciato una Historia Francorum. Di Beda il Venerabile
(673-755) possediamo una Historia ecclesiastica
Anglorum che va da Cesare fino al 751, Paolo
Warnefride († 801), diacono di Aquileia e segretario
dell'ultimo re dei longobardi, è l'autore di una Historia
Langobar-dorum che termina nel 744. A questa
letteratura missionaria che ci fornisce informazioni su
diverse pratiche pagane, bisogna aggiungere alcuni
documenti ufficiali (formulari d'abiura, legislazione
civile) e testi letterati quali preghiere o epopee del
Medioevo (Nibelungenlied).
19. c) Le fonti scandinave - Le fonti riguardanti
la religione germanica meri-dionale vanno
completate con la ben più ricca
documentazione scandinava: iscrizioni
runiche (RUNA), poesie scaldiche
(SCALDICA), le Edda e le Saghe (SAGA).
Accanto a questi testi religiosi o letterari, è
doveroso citare diversi storici scandi-navi.
Verso il 1190-1216, il danese Saxo
Grammaticus scrisse una storia partico-
lareggiata della Danimarca, Gesta
Danorum, che per lo studio della religione
pagana vale come Tito Livio per la
conoscenza di Roma. Adamo di Brema ci
ha lasciato la Gesta hammaburgensis
ecclesiae pontificum, opera redatta tra il
1074 e il 1083, ricca di dettagli sulla Svezia
anteriore alla conversione. Aggiun-giamo
la Vita Ansgarii del monaco franco
Rimbert (t 883) e la Cronaca del vescovo
Thietmar di Merseburg, redatta verso il
1015.
20. Il grande mitografo del
mondo germanico è Snorri
Sturluson, redattore dell’Edda
in prosa. Edda, saghe e poesie
scaldiche sono documenti
letterari, ma infarciti di parti
religiose. Come l'archeologo
che riunisce i suoi cocci di
ceramica preistorica, così lo
storico delle religioni deve
cercare di far emergere la
documentazione religiosa
racchiusa nella prosa e nella
poesia nordica. Le saghe
mostrano gli antichi nei loro
gesti quotidiani e
rappresentano quindi uno
sguardo diretto all'anima
pagana.
21. 4 • Contesto ed espressione del sacro
1. Alla luce delle testimonianze di Cesare e di Tacito
Nel De Bello Gallico (VI, 21), Cesare sottolinea
la differenza tra la religione dei galli e quella
dei germani. Questi ultimi non hanno
DRUIDI che presiedono al culto o si occupano
dei sacrifici; hanno solo tre dèi: Sole, Vulcano,
Luna. Nelle interminabili discussioni relative a
questo testo Dumézil ha detto la parola
conclusiva: sulla base della scoperta da parte
di Vendryes dell'assenza tra i germani di una
quantità consistente di termini religiosi
indoeuropei, egli ha dimostrato l'assenza non
del sacerdozio, ma di un'importante funzione
sacerdotale: l'amministrazione del sacro, forte
e autonoma, che garantisse il mantenimento
delle tradizioni. Quanto all'affermazione
dell'esistenza di tre dèi, se di fatto le tre
divinità citate non sono i principali dèi del
mondo germanico, tuttavia la classificazione è
esatta e suggestiva: una grande triade con un
dio sovrano (Sole), un dio guerriero
(Vulcano), una divinità della fecondità (Luna).
22. Al cap. 2 della sua Germania, Tacito scrive: Celebrant carminibus antiquis; è
mediante dei miti che essi celebrano i loro dèi. Messa in parallelo con il RIGVEDA e
con le OÀTHÀ, questa testimonianza risulta importantissima. In effetti, i carmina di
cui parla l'autore sono andati perduti. In seguito Tacito presenta il mito di TUISTO,
dio supremo creato dalla terra.
23. Tuisto genera Manno (in India Manu è il re primordiale), il
progenitore di tre tribù: Ingaevones, vicini all'Oceano; Hermiones e
Istevones. Ciò che è interessante, è che Tacito parla di tre tribù che
possono essere messe in rapporto con tre divinità. Questa è una
netta caratteristica indoeuropa.
24. 5 • Teologia tripartita e costituzione binaria
1. Asi e Vani
Nell'ambito del pensiero religioso
indoeuropeo Dumézil ha sviluppato
una teologia tripartita: dèi della
sovranità, dèi della guerra, dèi della
fecondità. Rispetto a questo pensiero
arcaico, i germani hanno apportato
alcuni cambiamenti, pur conservando
tuttavia certi elementi molto antichi.
Indagando la mitologia scandinava, la
sola ben conservata, Dumézil ha
notato la presenza di due gruppi di
dèi: gli ASI e i VANI. Il significato
della loro coesistenza costituisce un
dato fondamentale per
l'interpretazione dei miti dei germani
e degli scandinavi.
25. La Völuspá (La profezia della veggente) è il gioiello dell'Edda poetica, il primo dei
due monologhi che aprono il grande canzoniere. Opera di un poeta islandese di
vigoroso talento, ancorché pagano, vissuto probabilmente intorno alla prima metà
del X secolo, la Völuspá si configura come la visione di una sinistra profetessa [
Völva] cheÓðinn ha evocato affinché riveli per intero la sapienza nordica, i segreti
delle cose primordiali e i destini del mondo.
26. E così, in una sessantina di strofe, la
Veggente disegna la creazione
dell'universo, racconta dell'età dell'oro
e della guerra che oppose gli Æsir ai
Vanir, narra della morte di Baldr, vola
dalle fonti del destino ai dirupi
infernali, dalle radici del frassino
Yggdrasill ai confini del mondo, per
concludersi col terrificante racconto
della distruzione, e quindi della
rinascita, dell'universo. La Völuspá si
configura insomma come una vera e
propria summa mythologiæ scandinava.
Tra balenii epocali e schegge
d'apocalisse, è senza alcun dubbio uno
più bei poemi mitologici di ogni tempo
e di ogni paese.
27. Gli Asi sono gli dèi della sovranità e della funzione guerriera.
I Vani sono il gruppo della terza funzione, gli dèi agrari.
Nel mondo germanico la presenza degli Asi e dei Vani è attestata da
documenti scandinavi dell'epoca della Conversione (VÒLUSPÀ,
Skàldskaparmàl, YNGLINGASAGA). Le ricerche di Dumézil mostrano la
presenza di questa struttura bipolare nel mondo indiano e nel mondo italico.
Essa oppone gli dèi della sovranità e della guerra agli dèi della fertilità-
fecondità.
Tale simbolismo rivela che le due prime classi sociali hanno
avuto qualche difficoltà a intendersi con la terza. Tuttavia,
esse decidono di mettere termine a questa guerra. In India e
nelle tribù italiote la struttura trifunzionale ha creato un
equilibrio tra le tre classi. Questo equilibrio si è stabilito a
prezzo di gravi difficoltà nel mondo germanico e
scandinavo dove, in epoca tardiva, troviamo una tensione
tra le classi aristocratiche da una parte e la classe dei
contadini, degli allevatori e degli artigiani dall'altra.
28. Come nella famiglia divina i nobili Asi si oppongono ai terrestri Vani, così nella
famiglia umana dei germa-ni e degli scandinavi la nobiltà si oppone alla plebe, le
funzioni superiori di sovranità e di guerra si oppongono alle funzioni inferiori di
riproduzione e nutrizione. La scoperta di questa struttura bipolare sulla quale viene
proiettata la tripartizione teologica e sociale è una chiave indispensabile per la
comprensione della religione e della società della Germania antica.
29. 2. Teologia tripartita ariana arcaica
La teologia è il discorso sugli dèi. Nella
religione indoeuropea gli dèi occu-pano
un posto centrale e si ripartiscono
secondo tre funzioni: sovranità, forza,
fecondità. Questa scoperta di Dumézil
consente di penetrare a fondo nel
pensie-ro religioso ariano. A un primo
livello abbiamo due volti della sovranità:
da una parte la sovranità temibile
(VARUNA in India) e dall'altra la
sovranità gra-devole (MITRA in India).
Al secondo livello c'è la forza, la
battaglia, la guerra, la potenza, il
bottino. Al terzo livello si collocano gli
dèi che danno la giovinez-za, la salute,
la fecondità. Questa teologia strutturata
e articolata su tre piani si ritrova in
India, in Iran, a Roma, in Gallia.
30. Il confronto tra fatti religiosi indo-
iraniani e italo-celtici mette in luce due
caratteristiche della religione
germanica: l'assenza di un grosso corpo
sacerdota-le analogo ai BRAHMANI, ai
MAGI, ai DRUIDI, ai FLAMINI e ai
PONTEFICI; una certa mancanza di
distinzione sociale e un sistema
indoeuropeo attenuato ma non
disarticolato. Alla triade scandinava,
ODHINN, dio sovrano, Thor (DONAR),
dio tonante, e FREYR (NJÒRDHR), dio
fecondo, corrisponde la triade
germanica TIWAZ-WODAN, Thunraz,
NERTHUS. Cesare parlava di Sole,
Vulcano e Luna. La tripartizione
teologica ariana arcaica è quindi
presente nella religione germanica.
31. a) Gli dèi sovrani - Dumézil ha mostrato chiaramente che nell'organizzazione
religiosa indoeuropea la funzione meglio caratterizzata è quella della sovranità:
essa rappresenta il sacro e il potere giuridico-politico. A questa funzione spetta
l'organizzazione del mondo e l'organizzazione giuridica e religiosa della società:
giustizia, giuramenti, contratti. Sul versante religioso abbiamo la saggezza,
l'intelligenza, la scienza, il culto; su quello giuridico e politico, il potere e il diritto.
32. Tra i germani, come in tutto il
mondo indoeuropeo, la funzione
della sovranità non è patrocinata
da un unico dio. In Scandinavia,
accanto a Odhinn c'è Ullr
(Norvegia, Svezia del Nord), Tyr
(Danimarca, Scania). In Germania
troviamo Wodan, Tiwaz. Dumézil
ha constatato che nella doppia
figura della sovranità Odhinn-Ullr
c'è un'opposizione simbolica della
luce e delle tenebre come in India
(Mitra-Varuna), come a Roma
(GIOVE-Deus Fidius). Inoltre,
nell'etimologia di Tiwaz (deiwo, in
sanscr. devah, lat. deus),
ritroviamo la figura di un dio che
porta nella sua stessa essenza la
luce del ciclo: come ZEUS.
33. Nella Germania-Scandinavia la
bipartizione indoeuropea della sovranità
è rappresentata dalla coppia divina
Odhinn-Tyr. Odhinn è il capo degli dèi:
mago, inventore delle rune, onnisciente.
Rimangono anche tracce del dio Tyr.
Benché Odhinn e Tyr si articolino
secondo la bipartizione della sovranità,
già i vicini dei germani hanno
riconosciuto in Tyr un dio Marte, vicino
alla guerra. Odhinn-Wodan, sovrano e
mago, è anch'egli orientato alla guerra:
arbitro dei combattimenti, lanciatore di
giavellotto, è il dio di VALHALLA. Gli
uomini di Odhinn sono guerrieri e eroi.
34. Fenrir era un lupo dalle dimensioni gigantesche figlio del dio Loki e dell’orchessa
Angrbodhra e incarnava, presso le popolazioni nordiche, le paure per il lupo. Dotato
di una forza eccezionale, emetteva ululati che sconfortavano e terrorizzavano anche
gli dei.
Ancora neonato Fenrir fu rapito dagli dei di Asgard perché per sua mano e dei suoi
fratelli sarebbe giunta la fine del mondo. Nutrito da Tyr, figlio di Odino, divenne una
creatura gigantesca tanto che, quando apriva la bocca, la mandibola toccava la terra e
la mascella il cielo. Rimasto l’unico abitante di Asgard fu incatenato prima con una
grande catena chiamata Laending e in seguito con Dromi, un’altra catena molto più
resistente. Falliti entarmbi i tentativi, Fenrir fu bloccato per opera di un nano che usò
il respiro di un pesce, le radici di un monte e il silenzio di un gatto. Così, una volta
incatenato, gli fu conficcata una spada nelle fauci per far cessare i suoi terribili e
gelidi latrati. Durante la resa dei conti Fenrir si liberò dalle catene e alleandosi con i
Giganti inghiottì Odino rimanendo ucciso in seguito per mano di Vidharr. Fenrir è
citato nell’Edda, nell’Edda di Snorri e nel poema di Percy MacKay Fenris the Wolf.
35. È nel mito di FENRIR che Dumézil ha trovato la chiave di questo spostamento dalla
funzione di sovranità a quella di forza. Nella teologia tripartita si è introdotto uno
squilibrio: Odhinn, il dio sovrano, è divenuto il dio che spaventa e pietrifica il
nemico. Tyr, il dio giurista, ha perduto la sua originalità di dio sovrano del diritto e
sviluppa all'eccesso il suo aspetto militare. In Germania la seconda funzione ha
preso il sopravvento sulla prima.
36. b) Gli dèi della funzione guerriera - I miti «esprimono drammaticamente l'ideologia
di cui vive la società» (Dumézil). In ogni società essi mantengono i valori e gli
ideali, gli equilibri e le tensioni. L'esame dei miti delle tre funzioni ci permette di
vedere che gli indoeuropei hanno trasmesso e formulato meno bene i miti della
seconda e della terza funzione. C'è un motivo. La prima categoria di miti riguardava
la classe dei sacerdoti e dei sapienti, con i suoi privilegi, i suoi documenti, la sua
dottrina sistematizzata. I miti relativi alla forza e alla fertilità riguardavano i militari
e i contadini. Per questi, c'erano numerose ragioni per non svelare i loro segreti sia
di guerra che di attività.
37. Il dio della funzione guerriera in
Germania è Donar, Thor in
Scandinavia, un dio del gruppo degli
Asi.
Tunra significa «colui che tuona con
forza». Dio della tempesta, egli è rapido
e violento, il pugno e il martello alzati.
Amico degli dèi e degli uomini, li
difende come difende i santuari. È
rosso, il colore dei guerrieri per i
germani e i galli.
I nemici di Thor sono i giganti, di cui
egli ha fatto strage. Come un valoroso
soldato, egli combatte contro il
serpente cosmico che si erge contro gli
dèi.
38. Dio della tempesta, Thor è
legato alla fertilità: dona la
pioggia. È anche il protettore
del matrimonio che sta
all'origine della fecondità
umana. È dunque in quanto
dio guerriero che egli
interviene nella terza
funzione, quella della fertilità.
Dio combattente, si trova alla
testa delle forze cosmiche.
Questa funzione secondaria di
fertilità del dio guerriero Thor
è stata messa in evidenza
soprattutto in epoche tardive.
39. Il culto di Donar esisteva in Germania
in epoca romana, e la toponimia della
Danimarca, della Svezia e dell'Islanda
testimonia l'esistenza di numerosi
luoghi di culto in onore di Thor. Nel
culto domestico scandinavo questo
dio ha occupato un posto privilegiato:
esso veniva rappresentato sul pilastro
centrale che sosteneva la casa.
Derolez fa notare che dei quattromila
nomi di persone che ci sono pervenuti
dalla prima epoca della storia
islandese, un quarto deriva dal nome
di Thor.
40. e) Dio della fecondità - Gli dèi della fertilità e della vegetazione hanno un nome,
Vani: Njòrdhr con i suoi due figli, Freyr e FREYJA. Dio della navigazione e della
pesca, Njòrdhr è un dio del mare. Suo figlio Freyr è il possessore del verro: opera
dunque in connessione con le greggi. Freyr è anche il dio del sesso che dispensa la
voluttà: così l'aspetto orgiastico e l'aspetto fallico sottolineano la comunione
dell'uomo con la natura. Njòrdhr, dio del mare, e Freyr, suo figlio, dio della terra
fertile e degli armenti, costituiscono i due aspetti essenziali del mondo e della vita
dei popoli nordici: la terra e il mare.
41. Tuttavia, senza l'apporto dell'elemento femminile, non c'è fecondità. Ciò spiega la
presenza indispensabile della dea Freyja.
42. 6 - L'«homo germanicus» tra «Urzeit» e «Endzeit»
La dottrina cosmogonica degli
antichi germani si è conservata
grazie a diversi poemi dell'Edda: la
Vòluspd, il Grimnismdl e il
Vafthrùdhnismàl. Quando intorno
al 1218 Snorri Sturluson compose la
sua celebre fascinazione di Gylfi,
Gylfaginning, attinse proprio da
questi testi.
43. La Vòluspd descrive il caos originario: una voragine immensa. A nord sta
Niflheim, il mondo delle brume tenebrose, a sud la regione del fuoco, Mu-
spellsheimr. Da un enorme braciere sorgono i giganti: il primo è Ymir, nutrito
dalla mucca Audumla. Il mito ci descrive la generazione dei giganti, che da luogo
alla prima triade divina: Odhinn, lo spirito vivificante; Vili, l'energica volontà; Ve,
il sentimento religioso.
44. Il mito dell'Edda è omologo al mito di Tuisto di Tacito. Tuisto è un essere
doppio, come YAMA in India, come YIMA in Iran. Così l'Uomo Primordiale è
concepito come un essere misto, capace con la sua bisessualità di far nascere
l'umanità: il primo uomo fu chiamato Askr, la prima donna Embla. Su questo
sfondo di giganti e di caos, a partire dal calore e dal freddo, si organizza la
creazione.
45. La teogonia è avara di particolari. Gli
dèi escono dalla notte dei tempi e
mettono ordine nel cosmo. Gli dèi del
gruppo degli Asi intervengono nella
creazione dell'uomo, della sua vita,
della sua anima. Tre Asi trovano Askr
e Embla senza vita. Odhinn da loro
un'anima, Hònir la ragione, Lódhur la
vita e il colorito. Il dio Odhinn
occupa il posto centrale.
46. Si tratta di nove
mondi, nove domìni
coperti da
YGGDRASILL che
affonda le sue radici
nelle profondità del
cosmo. Ritroviamo
qui tracce di miti
indoeuropei
modificati da una
serie di concezioni
particolari della
Germania.
47. I documenti letterari
scandinavi ci forniscono alcuni
particolari sul modo in cui gli
antichi germani concepivano
l'occupazione del cosmo. Il
dominio degli uomini è situato
al centro, da cui il suo nome di
Midgard. «Dalla sua casa il
germano guarda il mondo» (de
Vries). Il mondo abitato forma
un disco sotto la volta celeste,
circondato d'acqua e di
demoni. Alcuni testi scaldici
la-sciano credere a una
conformità di questa visione
del cosmo con quella indoeu-
ropea: in alto il mondo degli
dèi; al centro il mondo degli
uomini; in basso Niflheim, il
regno delle ombre.
48. II dominio degli dèi è Asgardr,
abitazione degli Asi, castello o
palazzo celeste chiamato anche
Himinbjòrg o Breidhablik. L'albero
cosmico Yggdrasill è il simbolo
del macrocosmo. Ai piedi di
quest'albero di vita, di saggezza e
di deliberazione si trova la
fontana di Mímir, consigliere di
Odhinn e il luogo del Thing, dove
gli dèi tengono consiglio. Le
VALCHIRIE tessono lo sfondo dei
combattimenti, liberano i
prigionieri e alleviano le
sofferenze. Le tre NORNE
presiedono al destino. Ogni genio
delle acque gioca un suo ruolo.
49. Midhgardh-sormr, il serpente
cosmico, circonda la terra e la
stringe tra le sue spire, e così
facendo assicura la coesione di
tutto l'universo. Lascerà la presa al
RA-GNAROK, e sarà responsabile
del caos. Il suo furore solleva i
flutti. I giganti hanno collaborato
alla creazione del mondo e
lavorano anche alla sua distruzio-
ne. HEIMDALL li sorveglia, Thor li
minaccia con il suo martello. I
nani esercita-no un'attività
incessante al servizio degli uomini
e degli dèi: sono creature benigne
e pietose che si sono formate tra le
ossa del gigante Ymir. Gli elfi sono
di piccola statura ma di grande
vivacità.
50. Gli elfi della luce sono geni benevoli che si mostrano generosi, custodiscono gli
oggetti preziosi e modellano opere d'arte. Gli elfi delle tenebre (svartàlfar)
provocano malattie e paralisi. Le dise sono esseri femminili, geni tutelari che
attraversano l'aria per soccorrere gli amici e rendere inoffensivi i nemici. Non
bisogna vedere in tutta questa popolazione cosmica una forma di animismo:
nani, elfi, dise sono esseri personali
51. Escatologia
Uno dei problemi fondamentali per la
comprensione dell'escatologia è la
concezione antropologica degli antichi
germani. Secondo la Vòluspd, esistono
nell'uomo diverse componenti. Hugr è
il pensiero, la ragione, l'attenzione dal
punto di vista intellettuale e da quello
della decisione, della volontà, del
deside-rio. Hugr esercita la sua azione
per mezzo di hamr, la forma corporea.
La vita emotiva è possibile grazie a
hjarta, il cuore nel senso fisico, e a
módhr, che rende manifesti i
sentimenti. Hamingja è il termine che
definisce da una parte l'involucro
esteriore dell'anima, dall'altra una
potenza protettrice, da cui la nozione di
destino. La fylgya sarebbe lo spirito
tutelare, il DAIMON dei greci, il
GENIO dei romani.
52. I germani praticavano due forme di sepoltura: l'inumazione, il più comune, e la
cremazione, definitivamente interdetta da Carlomagno. Il luogo dei funerali era
vicino alla casa. Nella tomba venivano deposti anche gli oggetti di cui il defunto
doveva servirsi. Ci sono state cremazioni di vivi in concomitanza di funerali. I
draugr sono spiriti che talvolta si riuniscono in orde di fantasmi ululanti nel
profondo dei boschi. I viventi prendevano numerose precauzioni per difendersi dal
ritorno dei morti.
53. HEL è il luogo in cui soggiornavano i morti. Collocato a nord, questo luogo è
tenebroso e protetto da bastioni, e vi scorre un'acqua nera e limacciosa. In questa
regione crepuscolare e triste errano i defunti. Accanto a questa concezione fatalista
e pessimista troviamo la concezione ottimista del VALHALLA o Valhòll, luogo
riservato a coloro che Odhinn ha scelto: guerrieri caduti sul campo di battaglia e a
quelli che sono morti nel corso di un'azione eroica. È il soggiorno degli einherjar.
Questa concezione era di stimolo ai soldati sui campi di battaglia.
54. L'escatologia cosmica è il Ragnaròk, o «crepuscolo degli dèi», l'annientamento
del cosmo in uno spaventoso fragore. Questo cataclisma sarà seguito da un
rinnovamento del mondo all'ombra di Yggdrasil, su verdi pianure, con un
nuovo sole. BALDR e gli dèi buoni ritroveranno le loro tavole d'oro. Questa
concezione della nascita di un mondo nuovo presentata dalla Vóluspà ha subito
influenze cristiane.
55. Etica individuale e sociale
Due sono gli spiriti che animano la
società germanica, la Gemeinschaft e
la Gefolgsschaft. Tutta l'esistenza
dell'homo germanicus - la nascita, la
vita, la morte - si colloca nell'ottica
della Sippe, il clan familiare, alla
quale l'uomo è totalmente vincolato.
Il mondo germanico ha conosciuto
un'estrema instabilità. Mentre altri
popoli indoeuropei si stabilivano in
un luogo fisso (Italia, Grecia, Gallia,
Balcani), i germani continuarono a
spostarsi fino alla fine del I millennio
della nostra era. Secondo G. de
Reynold, questo fatto ha avuto tre
conseguenze: la gigantesca
migrazione dei popoli in Europa;
l'importanza della forza guerriera e
della sua ideologia tra i germani; la
costituzione, in Germania, di tre tipi
di uomini: re, guerriero, contadino
libero.
56. Destino e divinazione
Le ricerche di R. Boyer hanno messo in evidenza
l'importanza per gli scan-dinavi della nozione di
destino. I documenti letterari mostrano che
l'uomo si sente formato e seguito dal sacro. È
nel contesto del destino che Yggdrasill acquista
la sua vera dimensione: la sorte degli dèi e degli
uomini è legata a questo albero cosmico. La
Vòluspà fornisce abbondanti particolari. Le
Norne decidono del bene e del male. Esse
foggiano il futuro, ma lasciando a ciascuno la
capacità di riuscita. Continuamente ritorna
l'espressione mattr og megin. Mattr, potere, è la
potenza di riuscita dell'uomo. Megin è una forza
immanente che abita gli dèi, gli uomini, gli
elementi cosmici e che permette a ciascuno di
prendere in mano il proprio destino invece che
subirlo.
57. Helgi è la coscienza della dipendenza
dal sacro in seno a una comunità che
valuterà questa appartenenza e
verificherà la posizione che
l'individuo assu-me per il
mantenimento della salute del
gruppo a cui appartiene. Si tratta di
essere accettati e riconosciuti dalla
Sippe, di essere in pace con essa:
allora si è fridheilagr. Così, l'homo
germanicus non si sente solo. È
depositario di un sacro che è non
teofania ma epifania della Sippe.
L'uomo ha la facoltà di partecipare
direttamente al proprio destino. Se lo
prende in mano vive in conformità
con la società e gli dèi. Tenterà
dunque di prendere coscienza della
forma che riveste il suo destino
voluto dagli dèi: da qui l'importanza
della divinazione.