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Pordenone, 7 novembre 2013

PAOLA BARIGELLI-CALCARI
L’oggetto di questo incontro è la
figura di Maryam (Maria), pace
su di lei, nell’Islam.
Nel Sacro Corano, è l’unica
donna a cui viene dato
l’appellativo di Siddīqa (V,75), colei
che è sempre veritiera, sincera,
giusta, eccellente e quindi santa#
Secondo Yahya Pallavicini, sunnita, Imam
della moschea al-Wahid di Milano e vice
presidente della Comunità religiosa
islamica (CO.RE.IS) Italiana, Maria si rifugia
nel Misericordioso e testimonia che in
virtù di questa protezione chiunque violi
tale sacra intimità sarà l’oggetto della
collera divina (XIX,18).
La santa intenzione con la quale Maryam
segue la chiamata di Allah non viene mai
distratta dalle circostanze esteriori legate
distanza dalla sua gente verso Oriente o
dai dettagli del velo o dall’improvvisa
interruzione da parte di un estraneo o
dalle sembianze umane che questi assume.
Secondo Shahrzad
Houdhmand Zadeh, teologa
sciita, Maria ha vissuto una vita
in piena collaborazione con il
progetto divino, una volontà
costantemente ferma e decisa
pronta ai cambiamenti senza
esitare né dubitare e,
comunque, non senza
sofferenza e dolore.
Citata in 13 sure e in 70 āyāt nel
Corano, Maria con il suo nome
illumina il libro sacro dell’Islam.
Unica donna in tutto il Corano ad
essere chiamata con il suo nome
e non con le espressioni con cui
le altre sono presentate: figlia
di…, moglie di… sorella di….
Su 114 sure e 6236 versetti del Corano,
Mosè viene ricordato in 36 sure e in 502 āyāt,
Abramo in 25 sure e 245 versetti: i 70 versetti di
contenuto mariano sono esigui e racimolati tra le
menzioni esplicite ed indirette su Maria.
C III,42
O Maria in verità Dio ti ha purificata, ti ha eletta; ti ha
purificata e nuovamente eletta su tutte le donne di tutti i
mondi (Shahrzad)

Ricorda ancora quando gli angeli dissero: «O Maria, Dio ti
ha prescelta, ti ha resa pura e ti ha eletto su tutte le donne
del creato» (Guzzetti)
E quando gli angeli dissero: In verità, o Maria, Allah ti ha
eletta; ti ha purificata ed eletta tra tutte le donne del
mondo (Piccardo)
Il verbo arabo istafā (eleggere, scegliere) nel Corano è
usato soprattutto per esprimere la qualità di eletti degli
inviati di Dio i suoi servitori e i suoi angeli.
Secondo Râzî († 1209) Maria è stata scelta
due volte una prima per ciò che lei stessa
era, e una seconda come madre del
Messia (III,42; III,33-34). La prima scelta
comprende diversi aspetti: Dio accettò la
sua consacrazione nonostante fosse
donna, affidata a Zaccaria fu nutrita
direttamente dal Paradiso, Dio le permise
di dedicarsi alla sua adorazione e la colmò
di grazie, Dio si occupò della sua
sussistenza e le fece ascoltare le parole
degli angeli (caso unico nel Corano). La
seconda scelta è il dono di Gesù senza
intervento di un padre, Il dono della
parola a Gesù fin da quando si staccò dal
corpo della madre, per difenderla dalle
calunnie, il fatto di essere insieme a suo
figlio un segno per le creature.
Modello eccellente di fede (C LXVI,14) in
tutti i tempi e su tutte le terre,
Maria sembra ricevere, nelle
confrontate traduzioni italiane
dall’arabo, una elezione prima di
nascere e una rivelata dagli angeli
a Muhammad. Di fatto lo stesso
Corano conferma l’elezione della
famiglia di ‘Imran, (C III,33)
l’accettazione della consacrazione
di «ciò che ho nel mio ventre» della
moglie di ‘Imran (C III,35) e le
dichiarazioni degli angeli (III,42).
«Questa è una delle notizie del mondo
invisibile che noi ti riveliamo»(C III,44).
Muhammad conosce chiaramente questa
elezione di Maria prima che nascesse grazie
alla preservazione dal tocco di Iblis concesso
da Allah alla madre di Maria (elezione di fronte
a Dio) e anche perché gli angeli la
confermano (di fronte a tutte le donne del
mondo).
Sembra quasi di scorgere nel Corano una
elezione di Maria che dalla terra sale al cielo e
dal cielo torna sulla terra. Questa rivelazione
coranica spinge all’esplorazione della
particolarità di Maria tra tutte le creature,
chiama alla verifica delle qualità degli eletti da
Dio, mostra ciò che è gradito agli occhi di
Allah, stimola all’imitazione della santità di
Maria.
Come potrò avere un figlio, se nessun
uomo mi ha toccata mai e non sono
una donna di cattivi costumi?
(C XIX,20 cf. III,47a)

Cosa facile è questa per me
(C XIX, 21 a)

E Maria, figlia di ‘Imrân, che conservò la sua verginità;
insufflammo in lei del Nostro Spirito. (C LXVI, 12a)

La maternità verginale è presentata
come un dato di fatto
«Attestò la veridicità delle parole del suo
Signore e dei suoi Libri e fu una delle devote»
(C LXVI, 12b; cf. III, 43).

Maria conosce e ama tutti i libri di Dio, non
perché ha avuto il tempo di studiare tutto, ma
perché prega nel divino (ossia in Sé) e si
comporta onestamente ed è approvata da Dio.
(II,62- V,69- IV,124) .

Secondo Zadeh il Corano presenta una sapienza
mariana oltre i libri rivelati perché ispirata dalle
infinite parole di Dio. (XXXI,27)
Maria ha abbracciato e ha confermato la verità
di tutte le parole del Signore. Maria ha avuto la
conoscenza massima dell’universo e di quel Dio
che è creatore di tutte le parole.
Vergine: custode dello Spirito divino
Ahsanat recinto, castello custodito:
Maria è custode della verginità fisica,
dell’anima e dello spirito. Infatti il vero
cammino dell’essere umano in questa
vita consiste nel poter custodire lo
spirito divino che ha dentro, cioè
rimanere vergine per ritrovare Dio
anche nella vita terrena. Nafakhtufihe
men ruhi (Io ho soffiato in lui il mio
Spirito XXXVIII,72): questo soffio divino
dona la vita all’uomo.
Carramna bani adam «In verità
abbiamo onorato i figli di Adamo, li
abbiamo condotti sulla terra e sul
mare e abbiamo concesso loro cibo
eccellente e li abbiamo fatti
primeggiare su molte delle Nostre
creature» (XVII,70)
Il Corano descrive chiaramente i doni
particolari ricevuti da Maria che
manifestano la sua eccelsa dignità
umana, la sua alqaha.
La Zadeh usa il metodo interpretativo sciita
chiamato ta’wil che va aldilà della lettera (tafsir),
considerata come una semplice corteccia, puntando
sulla sostanza, la quale risulterebbe costituita da un
senso recondito, interpretativo che potremmo
chiamare allegorico, o «sensus plenior».
La parola nafakhto è riferita nel Corano alla
creazione di Adamo (XXXII,9: insufflato in lui del Suo
Spirito) e alla creazione di Gesù in Maria (IV,171: una
Sua parola che Egli pose in Maria, uno Spirito da Lui
[proveniente].)
«Io ho soffiato in Maria il mio spirito, la nuova
creazione con lei». Maria è alqaha secondo la Zadeh
significa che «non solo ricevette lo Spirito di Dio
come un messaggio, o come un soffio, ma arriva
all’incontro diretto, alla visione dello spirito di Dio».
Come il soffio dello Spirito Santo
insufflato in Maria le ha fatto concepire il
fanciullo divino, così quando la parola di
Dio penetra in qualcuno, e l’ispirazione
divina ne riempie il cuore e l’anima la sua
natura è tale che allora è generato in lui
un infante spirituale il quale possiede il
soffio di Gesù che risuscita i morti.
L’appello di Dio, che sia velato o no,
concede quanto ha concesso a Maria.
O voi che siete corrotti con la morte
dall’interno del vostro corpo, ritornate
dalla non esistenza alla voce dell’amico. In
verità questa voce proviene da Dio.
(Rūmi, XIII secolo)
Onorata da Allah che l’ha accolta con la
migliore delle accoglienze (III,37) Maria
vergine, devota e casta accetta
prontamente il nuovo disegno di Dio su di
lei e abbraccia in sé lo Spirito Santo (XIX,1622).

Si allontana ad oriente, mette una cortina
tra sé e i suoi parenti, si rifugia presso il
Dio Amore-Rahman, concepisce un figlio
puro secondo la volontà di Allah, con lui si
allontana verso un luogo appartato.
Ben 16 volte Dio viene chiamato con
questo nome nella sura XIX, mentre come
Allah solo 8 volte.
In riferimento ai versetti 16-17, il mistico Baqlî († 1209)
scrive: «L’indicazione reale in questo caso è che la
sostanza di Maryam è quella stessa della sostanza
originaria. Educata dal Reale (o dal vero, al-haqq, nome
divino) nella luce dell’intimità, ella è, in ciascuno dei suoi
respiri, «magnetizzata» dai segni della prossimità e
dell’intimità verso il centro delle luci divine; ella spiava
con impazienza a ogni istante il levarsi del sole della
potenza a oriente del Regno. Si ritirò da tutti gli esseri
creati per mezzo della sua elevata aspirazione pervasa
dalla luce dell’arcano mistero. Ella divenne (allora)
portatrice della Parola più alta e della luce più elevata
dello Spirito. Quando la sua condizione divenne grandiosa
per il riflesso in lei della bellezza manifestata dall’Eterna,
si nascose lontano dalle creature riponendo la sua gioia
nei sponsali con la Realtà (alhaqq).
Quando la moglie di ‘Imrân disse: «Mio
Signore ho consacrato a Te e solo a Te
quello che è nel mio ventre. Accettalo
da parte mia. In verità tu sei Colui che
tutto ascolta e conosce !» (C III,35).
Parallelo al Protovangelo di Giacomo
4,1b e a 1 Sam 1,11 la preghiera di
Anna.
Maria è pura di fronte ad Allah perché è
stata accolta da Dio e fatta «crescere
della migliore crescita». Perché è stata
affidata al profeta Zaccaria, ha
soggiornato nel tempio ed è stata nutrita
da Dio stesso (C III,37).
La madre di Maria è sempre la moglie
di ‘Imran della stirpe eletta.
Qui è il femminile che prende
l’iniziativa nel desiderare, nel pregare,
nell’affidare e «scegliere il nome» che
è il segno indicativo della conoscenza.
Questo è l’unico esempio nel Corano
in cui una donna sceglie il nome del
figlio.
Ma nonostante Anna la vede, la
partorisce, la consacra, la conosce e le
dà il nome è Dio che sa meglio di lei
chi è nata (allahu a ‘lamu bema waza ‘at)
(III,46)
«L’ho chiamata Maria e pongo lei
e la sua discendenza sotto la
Tua protezione contro Satana
il lapidato» (C III, 36 b).
Secondo la tradizione islamica
Muh᷂ammad ha dichiarato su
questo versetto: «Ogni bambino
che viene partorito viene toccato
(o punto) da Satana, e questo
contatto lo fa gridare, ad
eccezione di Maryam (‘ābidaancella) e di suo figlio».
Ricorda quando la moglie di ‘Imrân
disse : «Signore consacro a te ciò
che è nel mio grembo. Sarà libero
da ogni altra occupazione: accettalo
dunque da me, perché tu sei colui
che ascolta e sa ogni cosa!» (III,35).
Anna, ebrea di grande fede,
appartenente all’eletta famiglia di
‘Imrân (C III,33) vuole donare a Dio un
figlio maschio per il suo servizio al
tempio di Gerusalemme (Muqatil).
Desidera così profondamente di
offrire il figlio all’adorazione
dell’Onnipotente che lo vuole libero
da ogni altra occupazione che non
sia il culto al tempio secondo la
tradizione ebraica.
Anche in questo caso Maria è presentata in modo
unico. È infatti l’unica volta in cui si incontra la
parola «liberato» (muharrar) ed è riferita a Maria
(III,35): libera dall’essere tentata verso il male, libera
dall’attaccamento alle cose del mondo, libera di
essere limitata nell’amare e nell’abbracciare ogni
parola (LXVI,12) libera da tutto ciò che non è bene e
bello e puro; libera di scegliere il giusto in ogni
momento, dovendosi confrontare con l’intero
popolo (quando accetta di rimanere gravida e
affronta il giudizio della sua gente). Maria è
l’eccellente esempio di vera libertà nel Corano.
Quando è ancora nel grembo della madre Maryam
viene liberata dal male per dedicarsi
completamente all’Onnipotente Creatore dei
mondi.
Il Corano afferma che «Il suo Signore
l’accolse dunque con la migliore
accoglienza e la fece più buona e più
bella (anbataha nabatan hasana). E
Zaccaria la prese sotto la sua tutela. (III, 37).
Prima dell’arrivo del profeta Zaccaria per
prenderla in custodia, è Dio stesso il
maestro, il custode e giardiniere di
questo fiore raro.
Quando gettarono i calami per chi
dovesse aver cura di lei, le dispute che ne
seguirono sono state rivelate a
Muhammad (III,44) per far comprendere la
preziosità di questo fiore puro e prezioso
germogliato da Dio.
Anna, la moglie di ‘Imran e madre
di Maria, la nonna di Gesù, ha
mostrato una fede pura e salda nel
suo amato Signore, chiede il
massimo per sua figlia e i suoi
discendenti: santità, purezza e doni
spirituali.
Nel Corano il dialogo a tu per tu tra
Anna e l’Altissimo viene cesellato
dalla risposta immediata del
Creatore che «che l’accolse dunque
con la migliore delle accoglienze»
(III,37).
«In verità Tu sei Colui che tutto ascolta e conosce» (III,35).
Il Corano in queste poche parole di Anna manifesta la
grande fede ebraica in Colui che tiene conto di tutte le
cose.
Ha ascoltato la preghiera e il desiderio della madre di
Maria, rispondendo in maniera diversa dalle
aspettative umane ma in modo sublimamente divino.
Una femmina invece che un maschio, che accoglie con
amore, che fa crescere nel bene, che nutre
direttamente attraverso i suoi angeli, che orienta a
divenire la madre di un bambino puro senza padre
umano. La preghiera di Anna è accolta ma è
trasformata dal Generoso: non un sacerdote e profeta
del tempio di Gerusalemme, ma una vergine libera dal
male e madre della sapienza. Quanto onore ha offerto
l’Eterno a Maria, alla sua discendenza, della famiglia di
Gioacchino, stirpe eletta al di sopra del resto del creato
(III,33).
Nel Corano Maria è l’esempio del
ricordo e della volontà eccezionali: lei è
in costante meditazione proprio per
ricordare il suo Amato Signore, che il
Corano chiama spesso nella Sura XIX
Rahman: Dio Amore. Da bambina nel
santuario, da giovinetta verso il luogo
di luce (ad oriente), mettendo un velo
tra sé e gli altri, da madre nel deserto:
sempre ha percorso strade che le
permettessero una unione mistica
raccolta nel Misericordioso: «mi rifugio
presso il Compassionevole» (XIX,18)
Un fatto straordinario nella vita di
Maria è il coraggio e la volontà di
scegliere sempre il ricordo di Dio e la
sua volontà, dovendo cambiare
radicalmente forma di vita e di
cammino.
Nel Corano è scritto: «Non siate come
coloro che dimenticano il Signore e cui
il Signore fece dimenticare se stessi.
Questi sono i malvagi» (LXIX, 19).
Ricordare l’Altissimo, ascoltare la sua
voce, praticare la sua volontà sono i
tratti caratteristici coranici della
donna per eccellenza devota e fedele.
Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose
meditandole nel suo cuore. (Lc 2,19)
Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore
(Lc 2,51).

Come un sapiente ebreo, Maria “custodisce
nell’animo quell’enigma, con silenzio riverente e
attivo. Ella è protesa a decifrarne il senso rimane
aperta al mistero e se ne lascia coinvolgere”.
“Il serbare nel suo cuore” manifesta la necessità di
una memoria, una riflessione e una
comprensione dei fatti illuminata dallo Spirito.
Scavando nel mistero di Maria possiamo scoprire
come l’esercizio del discernimento interiore possa
trovare nel cuore femminile uno spazio più idoneo.
1.
2.
3.
4.

«Si appartò dalla famiglia in un luogo ad Oriente (XIX,16)
«Mise una cortina tra sé e loro» (XIX,17)
«Noi e inviammo il nostro Spirito che apparve a lei un uomo perfetto» (XIX,17)
«Mi rifugio da te presso Dio Amore se sei timorato» (XIX,18) «con il bambino
custodito dentro di lei verso un luogo lontano (XIX,22)
5. «Fossi morta prima di questo e fossi dimenticata completamente!» (XIX,23)
6. «Scuoti verso di te il tronco secco e morto della palma farà cadere su di te
datteri maturi e freschi (XIX,25)
7. «Poi venne col bambino alla sua gente nel mentre lo teneva in braccio (XIX 27)
Dopo il parto una voce dal basso gli indica
l’esistenza di una sarii: una fonte d’acqua pura che
scorre silenziosamente di notte.
Questa fonte ora sorge sotto i piedi di Maria; è lei
la sua origine; lei è fonte di vita! Lei, che in silenzio
e invisibile agli occhi, ha incontrato lo Spirito di
Dio, abbracciando con volontà ferma il Vero
dovunque e comunque ora riscopre il divino in sé,
divenendo lei stessa fonte di vita.
Maria prende Gesù bambino e lo porta nella
comunità, nel mondo. Lascia la solitudine
del deserto e lo porta tra la sua gente, dalla
sua famiglia, dal suo popolo. Non esita la
giovane Maria.
Indica Gesù ai suoi: lo presenta, lo mostra,
lo fa conoscere. Lei sa chi è il Messia Gesù.
Il voto di silenzio con i suoi parenti e
compaesani si manifesta con l’additamento
del bambino. Sarà lui a parlare al suo
popolo, si presenterà a loro come vero
adoratore di Dio rispettoso della zakat. Lui
dichiarerà il suo amore gentile e rispettoso
per sua madre. Gesù difende sua madre
dalle accuse e dall’enorme calunnia (IV,156)
che la disonorano.
L’insegnamento di Muhammad intorno a Maria
e il suo atteggiamento di fronte a Maria sono
rimasti fondamentalmente identici, inalterati,
senza notevoli variazioni: un pensiero di
sincera ammirazione, un contegno di calda
simpatia.
Secondo Ibn Sa’D, Muhammad rivolgendosi
alla figlia prima di morire avrebbe detto: «Sarai
la sayyida delle donne del Paradiso, dopo
Maria».
Si tratta di una proclamazione magnifica della
santità e della dignità sovraeminente di Maria,
vera sayyida (domina), preminente e senza
uguali in assoluto.
Il cibo misterioso, rizqan, il nutrimento
che Maria riceveva da Dio era
materiale e spirituale. Dopo aver
risposto alla domanda di Zaccaria che
il Misericordioso la nutriva, il profeta
osa chiedere un figlio all’ Altissimo,
nonostante l’età avanzata sua e la
sterilità di sua moglie.
Maria suscita il coraggio in Zaccaria:
egli ha infatti visto e compreso il modo
naturale in cui Maria vive l’impossibile.
Nel Corano, il Santuario di Maria viene
presentato con la parola mihrab che
significa luogo di sforzo e di battaglia.
Affidata al profeta del suo tempo Zaccaria
mostra la sua voglia così profonda e
innata di unione e contemplazione
nell’amore di Dio. La sua ascesi spirituale
le permetterà di diventare, fin da
giovanissima, guida e maestra di fede del
profeta del suo tempo.
Maria, non a parole ma con la vita,
mostra che si può credere nell’Amore e
nella Potenza infinita di Dio senza conto e
senza misura. (III,37)
Nabiii e rasul sono i due
termini coranici per indicare il
profeta.

Nabii significa «colui che ha la
conoscenza e la sapienza
divina» e la sparge con la sua
stessa testimonianza di vita.ù
Rasul significa colui che porta
il messaggio e che dovrebbe
essere in possesso di tale
conoscenza.
Attributi del profeta:
1. essere in un certo modo in
dialogo e ascolto della parola
divina;
2. essere operatore di miracoli
straordinari non è condizione
necessaria, ma molti profeti
si servono delle opere
straordinarie per aprire gli
occhi e le coscienze al vero e
al giusto;
3. purezza acquisita o innata
necessaria consentire ai
sensi sensibilizzati di sentire
la voce sottile dello spirito;
Attributi del profeta:
4. l’abbandono alla volontà di Dio
«muslim» è colonna portante perché
ciò permette a Dio di operare
attraverso il servo, che non segue la
propria volontà, ma la volontà del
Signore;
5. scelta e fermezza. L’abbandono alla
volontà di Dio avviene nei profeti in
modo attivo, con una scelta radicale e
una volontà ferma: ulul’azm. La loro
fede è una fede assolutamente attiva,
ed è passiva nel senso di lasciar fare a
Dio, ma non nel senso di mancanza di
volontà e opera.
Secondo il Corano Maria è
nabiyya ma non è rasūla in
quanto non è stata investita da
alcuna missione da espletare.

In Gv 19,26 invece Cristo dalla
croce indica a sua madre il
compito di divenire la madre di
Giovanni che rappresenta il
discepolo fedele, il credente
coraggioso, l’uomo speranzoso,
l’umanità.
Maria insieme a suo figlio nel Corano è
definita «un Segno per le creature»
(C XXI,92; XXIII,50).

Mostreremo loro i Nostri segni
nell’universo e nelle loro stesse persone,
finché non sia loro chiaro che questa è la
Verità (C XLI, 53).
Sembra cogliere nel Corano l’intenzione di
riunire i segni sparsi nel tempo,
organizzandoli in insiemi inediti sulla base
della loro esemplarità atemporale.
Gesù e Maria appartengono all’orizzonte dei
segni che dominano la storia umana .
Del figlio di Maria e di sua madre facemmo un
segno; e demmo loro rifugio su un’altura
tranquilla e irrigata di fonti
(XXIII,50).

E colei che aveva custodito la sua
verginità…Noi rendemmo lei e suo
figlio un segno per le creature
(XXI,91).

Di che segno (âya) si tratta?
In che misura Maria è un segno per
l’Islam di oggi?
Quali interpretazioni possiamo dare,
come cristiani, di questo attributo
particolare di Maria nel Corano?
Pronta alla fede è presentata come
esempio per i credenti
(C LXVI,12).

Maria diventa tipo e prefigurazione della
fede di Cadigia (Khadīja), la sposa di
Muhammad che accolse per prima l’islām.
Maria insieme ad Asīya (la moglie del faraone C LXVI,11)
Cadigia e Fātima è vista come una delle
quattro donne migliori mai vissute ed è
considerata la prima tra le donne in
paradiso.
Perché altre donne hanno
effettivamente prevalso vuoi come
modello, vuoi come tentazione nella
storia dell’Islam?
Perché i teologi musulmani non hanno
ricercato le ragioni per le quali Maria
era stata ricolmata di grazie e di favori
da parte dell’Onnipotente?
La lettura progressivamente
minimizzante che è stata fatta del
Corano nell’Islam ha permesso di
meditare in profondità sulle meraviglie
del segno di Maria e suo figlio donato da
Allah ai credenti e all’umanità tutta?
La dobbiamo benedire coma «la serva del
Signore», che ha dato il suo incondizionato
assenso a che si adempisse il disegno di
salvezza di Dio; come la madre che ha
serbato ogni cosa meditandola nel suo
cuore, come la profuga che ha cercato asilo
in terra straniera, come la madre trafitta
dalla sofferenza innocente del suo stesso
Figlio, e come la donna alla quale Gesù ha
affidato i suoi amici. Siamo una cosa sola
con lei e con gli apostoli, raccolti in
preghiera per l’effusione dello Spirito sulla
Chiesa nascente, famiglia escatologica di
Cristo. E possiamo persino intravedere in lei
il destino finale del popolo di Dio, la
condivisione della vittoria del Figlio suo
sulle potenze del male e della morte.

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Sure riguardanti la madre di Gesù

  • 1. Pordenone, 7 novembre 2013 PAOLA BARIGELLI-CALCARI
  • 2. L’oggetto di questo incontro è la figura di Maryam (Maria), pace su di lei, nell’Islam. Nel Sacro Corano, è l’unica donna a cui viene dato l’appellativo di Siddīqa (V,75), colei che è sempre veritiera, sincera, giusta, eccellente e quindi santa#
  • 3. Secondo Yahya Pallavicini, sunnita, Imam della moschea al-Wahid di Milano e vice presidente della Comunità religiosa islamica (CO.RE.IS) Italiana, Maria si rifugia nel Misericordioso e testimonia che in virtù di questa protezione chiunque violi tale sacra intimità sarà l’oggetto della collera divina (XIX,18). La santa intenzione con la quale Maryam segue la chiamata di Allah non viene mai distratta dalle circostanze esteriori legate distanza dalla sua gente verso Oriente o dai dettagli del velo o dall’improvvisa interruzione da parte di un estraneo o dalle sembianze umane che questi assume.
  • 4. Secondo Shahrzad Houdhmand Zadeh, teologa sciita, Maria ha vissuto una vita in piena collaborazione con il progetto divino, una volontà costantemente ferma e decisa pronta ai cambiamenti senza esitare né dubitare e, comunque, non senza sofferenza e dolore.
  • 5. Citata in 13 sure e in 70 āyāt nel Corano, Maria con il suo nome illumina il libro sacro dell’Islam. Unica donna in tutto il Corano ad essere chiamata con il suo nome e non con le espressioni con cui le altre sono presentate: figlia di…, moglie di… sorella di…. Su 114 sure e 6236 versetti del Corano, Mosè viene ricordato in 36 sure e in 502 āyāt, Abramo in 25 sure e 245 versetti: i 70 versetti di contenuto mariano sono esigui e racimolati tra le menzioni esplicite ed indirette su Maria.
  • 6. C III,42 O Maria in verità Dio ti ha purificata, ti ha eletta; ti ha purificata e nuovamente eletta su tutte le donne di tutti i mondi (Shahrzad) Ricorda ancora quando gli angeli dissero: «O Maria, Dio ti ha prescelta, ti ha resa pura e ti ha eletto su tutte le donne del creato» (Guzzetti) E quando gli angeli dissero: In verità, o Maria, Allah ti ha eletta; ti ha purificata ed eletta tra tutte le donne del mondo (Piccardo) Il verbo arabo istafā (eleggere, scegliere) nel Corano è usato soprattutto per esprimere la qualità di eletti degli inviati di Dio i suoi servitori e i suoi angeli.
  • 7. Secondo Râzî († 1209) Maria è stata scelta due volte una prima per ciò che lei stessa era, e una seconda come madre del Messia (III,42; III,33-34). La prima scelta comprende diversi aspetti: Dio accettò la sua consacrazione nonostante fosse donna, affidata a Zaccaria fu nutrita direttamente dal Paradiso, Dio le permise di dedicarsi alla sua adorazione e la colmò di grazie, Dio si occupò della sua sussistenza e le fece ascoltare le parole degli angeli (caso unico nel Corano). La seconda scelta è il dono di Gesù senza intervento di un padre, Il dono della parola a Gesù fin da quando si staccò dal corpo della madre, per difenderla dalle calunnie, il fatto di essere insieme a suo figlio un segno per le creature.
  • 8. Modello eccellente di fede (C LXVI,14) in tutti i tempi e su tutte le terre, Maria sembra ricevere, nelle confrontate traduzioni italiane dall’arabo, una elezione prima di nascere e una rivelata dagli angeli a Muhammad. Di fatto lo stesso Corano conferma l’elezione della famiglia di ‘Imran, (C III,33) l’accettazione della consacrazione di «ciò che ho nel mio ventre» della moglie di ‘Imran (C III,35) e le dichiarazioni degli angeli (III,42).
  • 9. «Questa è una delle notizie del mondo invisibile che noi ti riveliamo»(C III,44). Muhammad conosce chiaramente questa elezione di Maria prima che nascesse grazie alla preservazione dal tocco di Iblis concesso da Allah alla madre di Maria (elezione di fronte a Dio) e anche perché gli angeli la confermano (di fronte a tutte le donne del mondo). Sembra quasi di scorgere nel Corano una elezione di Maria che dalla terra sale al cielo e dal cielo torna sulla terra. Questa rivelazione coranica spinge all’esplorazione della particolarità di Maria tra tutte le creature, chiama alla verifica delle qualità degli eletti da Dio, mostra ciò che è gradito agli occhi di Allah, stimola all’imitazione della santità di Maria.
  • 10. Come potrò avere un figlio, se nessun uomo mi ha toccata mai e non sono una donna di cattivi costumi? (C XIX,20 cf. III,47a) Cosa facile è questa per me (C XIX, 21 a) E Maria, figlia di ‘Imrân, che conservò la sua verginità; insufflammo in lei del Nostro Spirito. (C LXVI, 12a) La maternità verginale è presentata come un dato di fatto
  • 11. «Attestò la veridicità delle parole del suo Signore e dei suoi Libri e fu una delle devote» (C LXVI, 12b; cf. III, 43). Maria conosce e ama tutti i libri di Dio, non perché ha avuto il tempo di studiare tutto, ma perché prega nel divino (ossia in Sé) e si comporta onestamente ed è approvata da Dio. (II,62- V,69- IV,124) . Secondo Zadeh il Corano presenta una sapienza mariana oltre i libri rivelati perché ispirata dalle infinite parole di Dio. (XXXI,27) Maria ha abbracciato e ha confermato la verità di tutte le parole del Signore. Maria ha avuto la conoscenza massima dell’universo e di quel Dio che è creatore di tutte le parole.
  • 12. Vergine: custode dello Spirito divino Ahsanat recinto, castello custodito: Maria è custode della verginità fisica, dell’anima e dello spirito. Infatti il vero cammino dell’essere umano in questa vita consiste nel poter custodire lo spirito divino che ha dentro, cioè rimanere vergine per ritrovare Dio anche nella vita terrena. Nafakhtufihe men ruhi (Io ho soffiato in lui il mio Spirito XXXVIII,72): questo soffio divino dona la vita all’uomo.
  • 13. Carramna bani adam «In verità abbiamo onorato i figli di Adamo, li abbiamo condotti sulla terra e sul mare e abbiamo concesso loro cibo eccellente e li abbiamo fatti primeggiare su molte delle Nostre creature» (XVII,70) Il Corano descrive chiaramente i doni particolari ricevuti da Maria che manifestano la sua eccelsa dignità umana, la sua alqaha.
  • 14. La Zadeh usa il metodo interpretativo sciita chiamato ta’wil che va aldilà della lettera (tafsir), considerata come una semplice corteccia, puntando sulla sostanza, la quale risulterebbe costituita da un senso recondito, interpretativo che potremmo chiamare allegorico, o «sensus plenior». La parola nafakhto è riferita nel Corano alla creazione di Adamo (XXXII,9: insufflato in lui del Suo Spirito) e alla creazione di Gesù in Maria (IV,171: una Sua parola che Egli pose in Maria, uno Spirito da Lui [proveniente].) «Io ho soffiato in Maria il mio spirito, la nuova creazione con lei». Maria è alqaha secondo la Zadeh significa che «non solo ricevette lo Spirito di Dio come un messaggio, o come un soffio, ma arriva all’incontro diretto, alla visione dello spirito di Dio».
  • 15. Come il soffio dello Spirito Santo insufflato in Maria le ha fatto concepire il fanciullo divino, così quando la parola di Dio penetra in qualcuno, e l’ispirazione divina ne riempie il cuore e l’anima la sua natura è tale che allora è generato in lui un infante spirituale il quale possiede il soffio di Gesù che risuscita i morti. L’appello di Dio, che sia velato o no, concede quanto ha concesso a Maria. O voi che siete corrotti con la morte dall’interno del vostro corpo, ritornate dalla non esistenza alla voce dell’amico. In verità questa voce proviene da Dio. (Rūmi, XIII secolo)
  • 16. Onorata da Allah che l’ha accolta con la migliore delle accoglienze (III,37) Maria vergine, devota e casta accetta prontamente il nuovo disegno di Dio su di lei e abbraccia in sé lo Spirito Santo (XIX,1622). Si allontana ad oriente, mette una cortina tra sé e i suoi parenti, si rifugia presso il Dio Amore-Rahman, concepisce un figlio puro secondo la volontà di Allah, con lui si allontana verso un luogo appartato. Ben 16 volte Dio viene chiamato con questo nome nella sura XIX, mentre come Allah solo 8 volte.
  • 17. In riferimento ai versetti 16-17, il mistico Baqlî († 1209) scrive: «L’indicazione reale in questo caso è che la sostanza di Maryam è quella stessa della sostanza originaria. Educata dal Reale (o dal vero, al-haqq, nome divino) nella luce dell’intimità, ella è, in ciascuno dei suoi respiri, «magnetizzata» dai segni della prossimità e dell’intimità verso il centro delle luci divine; ella spiava con impazienza a ogni istante il levarsi del sole della potenza a oriente del Regno. Si ritirò da tutti gli esseri creati per mezzo della sua elevata aspirazione pervasa dalla luce dell’arcano mistero. Ella divenne (allora) portatrice della Parola più alta e della luce più elevata dello Spirito. Quando la sua condizione divenne grandiosa per il riflesso in lei della bellezza manifestata dall’Eterna, si nascose lontano dalle creature riponendo la sua gioia nei sponsali con la Realtà (alhaqq).
  • 18. Quando la moglie di ‘Imrân disse: «Mio Signore ho consacrato a Te e solo a Te quello che è nel mio ventre. Accettalo da parte mia. In verità tu sei Colui che tutto ascolta e conosce !» (C III,35). Parallelo al Protovangelo di Giacomo 4,1b e a 1 Sam 1,11 la preghiera di Anna. Maria è pura di fronte ad Allah perché è stata accolta da Dio e fatta «crescere della migliore crescita». Perché è stata affidata al profeta Zaccaria, ha soggiornato nel tempio ed è stata nutrita da Dio stesso (C III,37).
  • 19. La madre di Maria è sempre la moglie di ‘Imran della stirpe eletta. Qui è il femminile che prende l’iniziativa nel desiderare, nel pregare, nell’affidare e «scegliere il nome» che è il segno indicativo della conoscenza. Questo è l’unico esempio nel Corano in cui una donna sceglie il nome del figlio. Ma nonostante Anna la vede, la partorisce, la consacra, la conosce e le dà il nome è Dio che sa meglio di lei chi è nata (allahu a ‘lamu bema waza ‘at) (III,46)
  • 20. «L’ho chiamata Maria e pongo lei e la sua discendenza sotto la Tua protezione contro Satana il lapidato» (C III, 36 b). Secondo la tradizione islamica Muh᷂ammad ha dichiarato su questo versetto: «Ogni bambino che viene partorito viene toccato (o punto) da Satana, e questo contatto lo fa gridare, ad eccezione di Maryam (‘ābidaancella) e di suo figlio».
  • 21. Ricorda quando la moglie di ‘Imrân disse : «Signore consacro a te ciò che è nel mio grembo. Sarà libero da ogni altra occupazione: accettalo dunque da me, perché tu sei colui che ascolta e sa ogni cosa!» (III,35). Anna, ebrea di grande fede, appartenente all’eletta famiglia di ‘Imrân (C III,33) vuole donare a Dio un figlio maschio per il suo servizio al tempio di Gerusalemme (Muqatil). Desidera così profondamente di offrire il figlio all’adorazione dell’Onnipotente che lo vuole libero da ogni altra occupazione che non sia il culto al tempio secondo la tradizione ebraica.
  • 22. Anche in questo caso Maria è presentata in modo unico. È infatti l’unica volta in cui si incontra la parola «liberato» (muharrar) ed è riferita a Maria (III,35): libera dall’essere tentata verso il male, libera dall’attaccamento alle cose del mondo, libera di essere limitata nell’amare e nell’abbracciare ogni parola (LXVI,12) libera da tutto ciò che non è bene e bello e puro; libera di scegliere il giusto in ogni momento, dovendosi confrontare con l’intero popolo (quando accetta di rimanere gravida e affronta il giudizio della sua gente). Maria è l’eccellente esempio di vera libertà nel Corano. Quando è ancora nel grembo della madre Maryam viene liberata dal male per dedicarsi completamente all’Onnipotente Creatore dei mondi.
  • 23. Il Corano afferma che «Il suo Signore l’accolse dunque con la migliore accoglienza e la fece più buona e più bella (anbataha nabatan hasana). E Zaccaria la prese sotto la sua tutela. (III, 37). Prima dell’arrivo del profeta Zaccaria per prenderla in custodia, è Dio stesso il maestro, il custode e giardiniere di questo fiore raro. Quando gettarono i calami per chi dovesse aver cura di lei, le dispute che ne seguirono sono state rivelate a Muhammad (III,44) per far comprendere la preziosità di questo fiore puro e prezioso germogliato da Dio.
  • 24. Anna, la moglie di ‘Imran e madre di Maria, la nonna di Gesù, ha mostrato una fede pura e salda nel suo amato Signore, chiede il massimo per sua figlia e i suoi discendenti: santità, purezza e doni spirituali. Nel Corano il dialogo a tu per tu tra Anna e l’Altissimo viene cesellato dalla risposta immediata del Creatore che «che l’accolse dunque con la migliore delle accoglienze» (III,37).
  • 25. «In verità Tu sei Colui che tutto ascolta e conosce» (III,35). Il Corano in queste poche parole di Anna manifesta la grande fede ebraica in Colui che tiene conto di tutte le cose. Ha ascoltato la preghiera e il desiderio della madre di Maria, rispondendo in maniera diversa dalle aspettative umane ma in modo sublimamente divino. Una femmina invece che un maschio, che accoglie con amore, che fa crescere nel bene, che nutre direttamente attraverso i suoi angeli, che orienta a divenire la madre di un bambino puro senza padre umano. La preghiera di Anna è accolta ma è trasformata dal Generoso: non un sacerdote e profeta del tempio di Gerusalemme, ma una vergine libera dal male e madre della sapienza. Quanto onore ha offerto l’Eterno a Maria, alla sua discendenza, della famiglia di Gioacchino, stirpe eletta al di sopra del resto del creato (III,33).
  • 26. Nel Corano Maria è l’esempio del ricordo e della volontà eccezionali: lei è in costante meditazione proprio per ricordare il suo Amato Signore, che il Corano chiama spesso nella Sura XIX Rahman: Dio Amore. Da bambina nel santuario, da giovinetta verso il luogo di luce (ad oriente), mettendo un velo tra sé e gli altri, da madre nel deserto: sempre ha percorso strade che le permettessero una unione mistica raccolta nel Misericordioso: «mi rifugio presso il Compassionevole» (XIX,18)
  • 27. Un fatto straordinario nella vita di Maria è il coraggio e la volontà di scegliere sempre il ricordo di Dio e la sua volontà, dovendo cambiare radicalmente forma di vita e di cammino. Nel Corano è scritto: «Non siate come coloro che dimenticano il Signore e cui il Signore fece dimenticare se stessi. Questi sono i malvagi» (LXIX, 19). Ricordare l’Altissimo, ascoltare la sua voce, praticare la sua volontà sono i tratti caratteristici coranici della donna per eccellenza devota e fedele.
  • 28. Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore. (Lc 2,19) Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore (Lc 2,51). Come un sapiente ebreo, Maria “custodisce nell’animo quell’enigma, con silenzio riverente e attivo. Ella è protesa a decifrarne il senso rimane aperta al mistero e se ne lascia coinvolgere”. “Il serbare nel suo cuore” manifesta la necessità di una memoria, una riflessione e una comprensione dei fatti illuminata dallo Spirito. Scavando nel mistero di Maria possiamo scoprire come l’esercizio del discernimento interiore possa trovare nel cuore femminile uno spazio più idoneo.
  • 29. 1. 2. 3. 4. «Si appartò dalla famiglia in un luogo ad Oriente (XIX,16) «Mise una cortina tra sé e loro» (XIX,17) «Noi e inviammo il nostro Spirito che apparve a lei un uomo perfetto» (XIX,17) «Mi rifugio da te presso Dio Amore se sei timorato» (XIX,18) «con il bambino custodito dentro di lei verso un luogo lontano (XIX,22) 5. «Fossi morta prima di questo e fossi dimenticata completamente!» (XIX,23) 6. «Scuoti verso di te il tronco secco e morto della palma farà cadere su di te datteri maturi e freschi (XIX,25) 7. «Poi venne col bambino alla sua gente nel mentre lo teneva in braccio (XIX 27)
  • 30. Dopo il parto una voce dal basso gli indica l’esistenza di una sarii: una fonte d’acqua pura che scorre silenziosamente di notte. Questa fonte ora sorge sotto i piedi di Maria; è lei la sua origine; lei è fonte di vita! Lei, che in silenzio e invisibile agli occhi, ha incontrato lo Spirito di Dio, abbracciando con volontà ferma il Vero dovunque e comunque ora riscopre il divino in sé, divenendo lei stessa fonte di vita.
  • 31. Maria prende Gesù bambino e lo porta nella comunità, nel mondo. Lascia la solitudine del deserto e lo porta tra la sua gente, dalla sua famiglia, dal suo popolo. Non esita la giovane Maria. Indica Gesù ai suoi: lo presenta, lo mostra, lo fa conoscere. Lei sa chi è il Messia Gesù. Il voto di silenzio con i suoi parenti e compaesani si manifesta con l’additamento del bambino. Sarà lui a parlare al suo popolo, si presenterà a loro come vero adoratore di Dio rispettoso della zakat. Lui dichiarerà il suo amore gentile e rispettoso per sua madre. Gesù difende sua madre dalle accuse e dall’enorme calunnia (IV,156) che la disonorano.
  • 32. L’insegnamento di Muhammad intorno a Maria e il suo atteggiamento di fronte a Maria sono rimasti fondamentalmente identici, inalterati, senza notevoli variazioni: un pensiero di sincera ammirazione, un contegno di calda simpatia. Secondo Ibn Sa’D, Muhammad rivolgendosi alla figlia prima di morire avrebbe detto: «Sarai la sayyida delle donne del Paradiso, dopo Maria». Si tratta di una proclamazione magnifica della santità e della dignità sovraeminente di Maria, vera sayyida (domina), preminente e senza uguali in assoluto.
  • 33. Il cibo misterioso, rizqan, il nutrimento che Maria riceveva da Dio era materiale e spirituale. Dopo aver risposto alla domanda di Zaccaria che il Misericordioso la nutriva, il profeta osa chiedere un figlio all’ Altissimo, nonostante l’età avanzata sua e la sterilità di sua moglie. Maria suscita il coraggio in Zaccaria: egli ha infatti visto e compreso il modo naturale in cui Maria vive l’impossibile.
  • 34. Nel Corano, il Santuario di Maria viene presentato con la parola mihrab che significa luogo di sforzo e di battaglia. Affidata al profeta del suo tempo Zaccaria mostra la sua voglia così profonda e innata di unione e contemplazione nell’amore di Dio. La sua ascesi spirituale le permetterà di diventare, fin da giovanissima, guida e maestra di fede del profeta del suo tempo. Maria, non a parole ma con la vita, mostra che si può credere nell’Amore e nella Potenza infinita di Dio senza conto e senza misura. (III,37)
  • 35. Nabiii e rasul sono i due termini coranici per indicare il profeta. Nabii significa «colui che ha la conoscenza e la sapienza divina» e la sparge con la sua stessa testimonianza di vita.ù Rasul significa colui che porta il messaggio e che dovrebbe essere in possesso di tale conoscenza.
  • 36. Attributi del profeta: 1. essere in un certo modo in dialogo e ascolto della parola divina; 2. essere operatore di miracoli straordinari non è condizione necessaria, ma molti profeti si servono delle opere straordinarie per aprire gli occhi e le coscienze al vero e al giusto; 3. purezza acquisita o innata necessaria consentire ai sensi sensibilizzati di sentire la voce sottile dello spirito;
  • 37. Attributi del profeta: 4. l’abbandono alla volontà di Dio «muslim» è colonna portante perché ciò permette a Dio di operare attraverso il servo, che non segue la propria volontà, ma la volontà del Signore; 5. scelta e fermezza. L’abbandono alla volontà di Dio avviene nei profeti in modo attivo, con una scelta radicale e una volontà ferma: ulul’azm. La loro fede è una fede assolutamente attiva, ed è passiva nel senso di lasciar fare a Dio, ma non nel senso di mancanza di volontà e opera.
  • 38. Secondo il Corano Maria è nabiyya ma non è rasūla in quanto non è stata investita da alcuna missione da espletare. In Gv 19,26 invece Cristo dalla croce indica a sua madre il compito di divenire la madre di Giovanni che rappresenta il discepolo fedele, il credente coraggioso, l’uomo speranzoso, l’umanità.
  • 39. Maria insieme a suo figlio nel Corano è definita «un Segno per le creature» (C XXI,92; XXIII,50). Mostreremo loro i Nostri segni nell’universo e nelle loro stesse persone, finché non sia loro chiaro che questa è la Verità (C XLI, 53). Sembra cogliere nel Corano l’intenzione di riunire i segni sparsi nel tempo, organizzandoli in insiemi inediti sulla base della loro esemplarità atemporale. Gesù e Maria appartengono all’orizzonte dei segni che dominano la storia umana .
  • 40. Del figlio di Maria e di sua madre facemmo un segno; e demmo loro rifugio su un’altura tranquilla e irrigata di fonti (XXIII,50). E colei che aveva custodito la sua verginità…Noi rendemmo lei e suo figlio un segno per le creature (XXI,91). Di che segno (âya) si tratta? In che misura Maria è un segno per l’Islam di oggi? Quali interpretazioni possiamo dare, come cristiani, di questo attributo particolare di Maria nel Corano?
  • 41. Pronta alla fede è presentata come esempio per i credenti (C LXVI,12). Maria diventa tipo e prefigurazione della fede di Cadigia (Khadīja), la sposa di Muhammad che accolse per prima l’islām. Maria insieme ad Asīya (la moglie del faraone C LXVI,11) Cadigia e Fātima è vista come una delle quattro donne migliori mai vissute ed è considerata la prima tra le donne in paradiso.
  • 42. Perché altre donne hanno effettivamente prevalso vuoi come modello, vuoi come tentazione nella storia dell’Islam? Perché i teologi musulmani non hanno ricercato le ragioni per le quali Maria era stata ricolmata di grazie e di favori da parte dell’Onnipotente? La lettura progressivamente minimizzante che è stata fatta del Corano nell’Islam ha permesso di meditare in profondità sulle meraviglie del segno di Maria e suo figlio donato da Allah ai credenti e all’umanità tutta?
  • 43. La dobbiamo benedire coma «la serva del Signore», che ha dato il suo incondizionato assenso a che si adempisse il disegno di salvezza di Dio; come la madre che ha serbato ogni cosa meditandola nel suo cuore, come la profuga che ha cercato asilo in terra straniera, come la madre trafitta dalla sofferenza innocente del suo stesso Figlio, e come la donna alla quale Gesù ha affidato i suoi amici. Siamo una cosa sola con lei e con gli apostoli, raccolti in preghiera per l’effusione dello Spirito sulla Chiesa nascente, famiglia escatologica di Cristo. E possiamo persino intravedere in lei il destino finale del popolo di Dio, la condivisione della vittoria del Figlio suo sulle potenze del male e della morte.