This document discusses the history and practices of spontaneous or grassroots ethnographic museums in Italy run by amateur researchers since the 1970s who aim to preserve examples of Italian pre-industrial life. It also references the work of inhabitants of the village of Armungia in Sardinia who recalled and preserved tangible elements of their cultural history related to traditional livelihoods in response to depopulation and unemployment threats in the present. Finally, it discusses collaborative and reflexive approaches to museography that engage in dialogue between different cultural perspectives and heritages.
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Small, rebellious museums. Heritage awaiting a succession (Sandra Ferracuti)
1. Small, rebellious museums. Heritage awaiting a succession Sandra Ferracuti Heritage Care through Active Citizenship Mechelen, March 23rd-24th, 2009
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4. “ The great changes occurred after WWII have made of Armungia an average European village […]. Armungia is the typical fruit of the changes and developments in economics that have occurred non only in Europe, but in the West in general”. “ The postwar developments have also meant the advance of a sort of demographic abyss that threatens its future ”. ( G.Angioni, 2000) Sa Domu de is Ainas
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7. “ History only exists as long as individuals and groups recall it, give it life in a ‘dialectical’ and imaginative connection operated in a present ‘now’. Not all history […] but parts of history .” (W. Benjamin, 1986: 51)
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18. Re-activated dialogues with time and change “ To become conscious of the relativity (and then of the arbitrariness ) of any element that is characteristic of our civilization is already changing it a bit” (G.E. Marcus, M.M.J. Fisher (citing Todorov), 1994: 177).
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20. Collaborative museography. Paying a debt? Becoming worthy of a heritance? Sharing, often together with a status of marginality, a mission of cultural critique?
26. Left: D.Le Bas, Roma Europe (2000). Paradise Lost Pavillion (Venice Biennale, 2007) Europe “Unpacked” (S. Hassan - I. Dadi (eds), Unpacking Europe. Towards a Critical Reading , Rotterdam: Museum Boijmans Van Beuningen/NAi Publishers, 2001
Anno di Fondazione : 2001 (in AISEA intorno al 1990) nasce nel 2001 con lo scopo di riunire studiosi, curatori di musei e operatori museali a vario titolo, al fine di: - proporsi come luogo di riflessione sui beni demoetnoantropologici e sul museo quale fenomeno d’espressione, d’incontro, di produzione culturale e di educazione interculturale; - promuovere iniziative per il pieno riconoscimento e per lo sviluppo del settore demoetnoantropologico nel sistema dei beni culturali italiano; - tutelare il settore demoetnoantropologico nei musei e sul territorio attraverso attente valutazioni degli interventi delle istituzioni pubbliche e private; - consolidare e sviluppare le conoscenze e le competenze antropologiche applicate al museo e ai beni demoetnoantropologici in campo scientifico e professionale; - promuovere il riconoscimento delle culture locali e "altre" presenti nel territorio e/o documentate e rappresentate nei musei demoetnoantropologici come parte essenziale della memoria comune da radicare nel futuro, e orientare in tal senso la politica dello Stato, delle Regioni e degli Enti Locali. (art.5 dello statuto). SIMBDEA nasce dal lavoro di Antropologia Museale, sezione dell'AISEA (Associazione Italiana per le Scienze Etno-Antropologiche) che prese avvio intorno al 1990 e che intendeva stabilire un collegamento tra la tradizionale museografia demologia ed etnologica italiana, caratterizzata da una impostazione filologica e documentativa, e l’ antropologia dei musei e dei patrimoni. Di Antropologia Museale SIMBDEA è continuatrice, anche nel nome della rivista che è in un certo senso anche 'nome proprio' della Associazione attuale. Anche nel rapporto con altri settori della museografia e del sapere, e con altre associazioni dei musei, SIMBDEA è impegnata a dare visibilit à alle competenze museali demoetnoantropologiche, di farne comprendere il valore e la specificit à , anche l’originalit à .