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A) Fase senso-motoria. Dalla nascita ai 2 anni circa.
Lo scambio iniziale avviene per mezzo dell’ ”azione” e non delle percezioni, anche se
sono le percezioni a conferire agli elementi percepiti significati relativi all’azione.
CARATTERISTICHE DELLE AZIONI SENSO-MOTORIE:
1) indifferenziazione completa tra soggetto ed oggetto;
2) concentrazione sul proprio corpo (egocentrismo radicale);
3) nessuna coordinazione: costituiscono ciascuna un piccolo tutto isolabile che collega
direttamente il proprio corpo all’oggetto.
E' suddivisa in 6 stadi.
Riflessi innati: dalla nascita al 1 mese. E’ caratterizzato da un semplice esercizio dei
riflessi e da un loro progressivo accomodamento. Modalità reattive innate: prensione,
pianto, suzione, vocalizzo ecc., che il bambino utilizza per comunicare col mondo
esterno. L'esercizio frequente di questi riflessi, in risposta a stimoli provenienti dal
suo organismo o dall'ambiente, porta all'instaurarsi di "abitudini". Non c'è ancora né
imitazione né gioco, però il bambino è stimolato a piangere dal pianto di altri bambini.

Reazioni circolari primarie: dal 2 al 4 mese. Per "reazione circolare" s'intende la
ripetizione di un'azione prodotta inizialmente per caso, che il bambino esegue per
ritrovarne gli interessanti effetti. Grazie alla ripetizione, l'azione originaria si
consolida e diventa uno schema che il bambino è capace di eseguire con facilità anche
in altre circostanze. In questo stadio il bambino, che pur ancora non riesce a
distinguere tra un "sé" e un "qualcosa al di fuori", cerca di acquisire schemi nuovi.
Particolare importanza ha la coordinazione tra visione e prensione: ad es. prende un
giocattolo dopo averlo visto.
Reazioni circolari secondarie: dal 4 al 8 mese. Qui il bambino dirige la sua attenzione
al mondo esterno oltre che al proprio corpo. Ora cerca di afferrare, tirare, scuotere,
muovere gli oggetti che stimolano la sua mano per vedere che rapporto c'è tra queste
azioni e i risultati che derivano sull'ambiente. Comincia a portare alla bocca gli oggetti
e quando il risultato è interessante, ripete le azioni per far durare lo spettacolo. Ad
es. scopre il cordone della campanella attaccata alla culla e la tira per sentire il suono.
Ancora non sa perché le sue azioni provocano determinati effetti, ma capisce che i
suoi sforzi sono efficaci quando cerca di ricreare taluni eventi piacevoli, visivi o
sonori.
Coordinazione mezzi-fini: dall'8 al 12 mese. Il bambino comincia a coordinare in una
sequenza due schemi d'azione (p.es. tirare via un cuscino per prendere un giocattolo
sottostante). In tal modo riesce a utilizzare mezzi idonei per il conseguimento di uno
scopo specifico. L'intenzionalità si manifesta anche nella comunicazione con gli adulti
(ad es. punta il dito verso il biberon per farselo dare). Inizia inoltre a capire che gli
oggetti possono essere sottoposti a vari schemi d'azione, come scuotere, spostare,
dondolare ecc. Gradualmente si rende conto che gli oggetti sono indipendenti dalla sua
attività percettiva o motoria.
Reazioni circolari terziarie (e scoperta di mezzi nuovi mediante sperimentazione
attiva): dai 12 ai 18 mesi. E’ una fase di intensa attività esplorativa: il bambino non si
limita più a riprodurre risultati già noti, ma provoca intenzionalmente delle variazioni,
compie i primi esperimenti. Ricorre sempre più spesso a modalità diverse per ottenere
effetti desiderati. Inizia il "ragionamento". Mentre prima, per eseguire una sequenza
di azioni, doveva partire dall'inizio, ora può interrompersi e riprendere l'azione a
qualsiasi stadio intermedio. Inoltre egli è in grado di scoprire la soluzione dei suoi
problemi, procedendo per "prove ed errori". Quindi esiste per lui la possibilità di
modificare gli schemi che già possiede. Infine può richiamare alla memoria gli oggetti
assenti, grazie alle relazioni che intercorrono tra un oggetto e la sua possibilità di
utilizzo.
Inizia la DEAMBULAZIONE in posizione eretta: la realtà viene perciò vista da una
nuova prospettiva.
Sperimenta le sue prime separazioni intenzionali.
Comparsa della funzione simbolica: dai 18 ai 24 mesi. Inizio della rappresentazione
mentale-imitazione differita. Il bambino è in grado di agire sulla realtà col pensiero.
Può cioè immaginare gli effetti di azioni che si appresta a compiere, senza doverle
mettere in pratica concretamente per osservarne gli effetti. Egli inoltre usa le parole
non solo per accompagnare le azioni che sta compiendo (nominare o chiedere un
oggetto presente), ma anche per descrivere cose non presenti e raccontare quello che
ha visto-fatto qualche tempo prima. Il bambino riconosce oggetti anche se ne vede
solo una parte. È in grado di imitare i comportamenti e le azioni di un modello, anche
dopo che questo è uscito dal suo campo percettivo.
E’ incapace ancora di compiti di seriazione (visiona assoluta), cosa che gli impedisce di
comprendere i numeri.
COME SI DETERMINA IL PASSAGGIO DALL’INTELLIGENZA SENSO-MOTORIA A
QUELLA RAPPRESENTATIVA? Attraverso 3 attività: IMITAZIONE; GIOCO
SIMBOLICO; LINGUAGGIO VERBALE.

A 18 mesi il bambino
• cammina più sicuro
• costruisce una torre con tre o più elementi
• indica gli oggetti desiderati con l’indice
• ha un vocabolario di diverse parole
• imita il linguaggio calcando sull’intonazione
Ai bambini piacciono libri che parlano di animali (con versi buffi e rumori), di bambini, delle cose di ogni giorno, con
frasi brevi e semplici
18MESI(PENSIERO SIMBOLICO)
1)AMA SPINGERE E TIRARE UN GIOCATTOLO CON LE RUOTE E RIESCE A
TIRARLO ANCHE CAMMINANDO A RITROSO E LATERALMENTE
2)SI ARRAMPICA VELOCEMENTE SULLE SCALE A CARPONI (MANO DESTRA ,
PIEDE SINISTRO,MANO SINISTRA, PIEDE DESTRO)
3)SA AGGANCIARE DUE VAGONCINI DEL TRENO
4)MOLTI SCHEMI IMPLICANO I MOVIMENTI GROSSOLANI DEL
CORPO:SPINGERE,TRASPORTARE GRANDI OGGETTI,ARRAMPICARSI,SALIRE
CARPONI LE SCALE, GIRARE SUL TRICICLO NON UTILIZZANDO I PEDALI MA
AVANZANDO CON I PIEDI
4)SI INTERESSA INOLTRE ANCHE ALL’USO SEMPRE PIU’ APPROPIATO DI PICCOLI
OGGETTI(APRIRE CASSETTI, FRUGARE NEI CONTENITORI,BUTTARE VIA
QUALCHE OGGETTO,
FARNE A PEZZI ALTRI,STRAPPANDO
INVOLUCRI,PICCHIANDO,BATTENDO,COLPENDO
5)COLLOCA CILINDRI NEI FORI,FA TORRI DI TRE CUBI (A 2 ANNI 6 E PIU’
CUBI),MANIPOLA PLASTILINA MA MANCA ANCORA LA CAPACITA’ DI
PROGETTARE UN OGGETTO PRECISO
6)IL DISEGNO E’ COMPOSTO DA LARGHE PENNELLATE IN CUI E’ NECESSARIA UNA
BUONA COORDINAZIONE OCCHIO-MANO MA E’ ASSENTE LA RAPPRESENTAZIONE
FIGURATIVA
7)LA PRENSIONE DELLA MATITA E’ SEMPRE PIU’ APPROPIATA (USO CORRETTO
DELLE
DITA NELL’OPPOSIZIONE DEL POLLICE CON L’INDICE E IL MEDIO (TRIPODE
DINAMICO SECONDO ROSEMBLOOM E HORTON)
8)INIZIA AD APPARIRE UNA DOMINANZA D’USO ANCHE SE IL PASSAGGIO DA UNA
MANO ALL’ALTRA E’ FREQUENTE,ANZI A VOLTE LE USA TUTTE E DUE
CONTEMPORANEAMENTE
9)CORRE GOFFAMENTE
10)STA SEDUTO SUL SEGGIOLONE
11)SCENDE LE SCALE SE SOSTENUTO
12)COSTRUISCE UNA TORRE CON 4 CUBI
13)TIRA UNA PALLINA A RICHIESTA
14)PASTICCIA IMITANDO,IMITA UN TRATTO
15)MANGIA DA SOLO
16)BACIA I GENITORI
17)DICE 10 PAROLE
18)DICE NO
19)NOMINA LE FIGURE
20)INDICA PARTI DEL CORPO
21)ESPLORA CASSETTI
22)SI PONE MAGGIORE OBIETTIVI QUANDO ESPLORA GLI OGGETTI
23)E’ IN GRADO DI COLLEGARE DUE IDEE PER FARE UN PIANO E IL SUO
COMPORTAMENTO E’ SEMPRE PIU’ COERENTE
24)CAMMINA IN AVANTI, LATERALMENTE E INDIETRO,CORRE
25)TIRA UN GIOCATTOLO CON LA CORDICELLA O SPINGE UN GIOCATTOLO CON
LE ROTELLE
26)COORDINA MEGLIO IL MOVIMENTO DEL POLSO PER LASCIARE ANDARE UN
OGGETTO
27)GENERALMENTE DICE SINGOLE PAROLE CON BABY TALK
28)IMITA IN DIFFERITA I RUOLI DEGLI ADULTISERVENDOSI DI QUELLO CHE
TROVA NELLE VICINANZE,A PORTATA DI MANO E IN MODO FRAMMENTATO
29)SI INTERESSA SEMPRE PIU’ AI LIBRI, E SEGUE ANCHE UNA SEMPLICE FAVOLA
CHE GLI VENGA LETTA A VOCE ALTA
Completa e anticipa le frasi del libro.Gli piacciono libri che parlano di animali (leggendoli fate versi buffi come quelli
degli animali), di bambini, delle cose di ogni giorno, con frasi brevi e semplici. Comincia a orientare il libro.
PROTOSTORIE (dai 12 ai 18 mesi).
Subito dopo inseriamo i libri che presentano protostorie o storie brevi: una successione di eventi in cui è coinvolto un
medesimo personaggio, il quale viene presentato in situazioni analoghe mentre interagisce con animali o oggetti.
Fondamentale la continuità, ovvero un personaggio, nel passare da una pagina all'altra, deve mantenere le medesime
dimensioni e caratteristiche, diversamente il bambino avrebbe difficoltà ad identificarlo e comprenderlo.
prima dei 18 mesi, compare la cosiddetta "parola frase" o "olofrase". È una parola singola che il bambino utilizza per
esprimere ciò che gli adulti direbbero con una proposizione. Il significato è legato al contesto e a ciò che il genitore
ritiene che il bambino stia dicendo. Il bambino può dire "papà" che può prendere il significato di "arriva papà", "voglio
papà" o "papà è uscito". Ad un anno e mezzo circa il bambino comincia a costruire le prime frasi di due parole, senza
elementi accessori come avverbi o articoli. Non si tratta dell'accostamento di due olofrasi e questo lo si può notare
dall'intonazione. La prima parola è, in genere, ascendente mentre la seconda è accentuata e discendente, indicando
dunque la fine della frase. Questo viene chiamato anche "linguaggio telegrafico". Inoltre nello stesso periodo appare la
negazione, ossia il bambino comincia a dire "no".

La Ia fase va dall’età di 12-18 mesi; è caratterizzata dal gioco
percettivo-motorio, improntato ad azioni come: afferrare gli oggetti,
collocarli l’uno sopra l’altro o dentro l’altro, cessarli di tenere,
scagliarli lontano, etc...
Si tratta di una prima forma di giochi motori, non ancora socialmente
orientati, che affermano nuove acquisizioni e che, in quanto tali,
potenziano nel bambino l’atteggiamento di sicurezza nella possibilità
di apportare piccoli cambiamenti alla realtà esterna; al proposito
Piaget parla esplicitamente della facoltà di produrre eventi, già
presente e rilevante a questa tenerissima età.
Nella IIa fase, che va dall’età di 18 mesi ai cinque anni il gioco
percettivo-motorio viene integrato dal ben più complesso gioco
simbolico, nel quale gli oggetti assumono un significato che si proietta
oltre la loro funzione concreta e consueta, per farsi simboli di altri
oggetti assenti dalla scena del gioco. In altri termini, gli oggetti
vengono presi a fondamento per rievocare eventi passati o
immaginari.
Per il tramite del gioco simbolico il bambino apprende l’uso della
facoltà di rappresentarsi situazioni immaginarie,
contemporaneamente all’esercizio del linguaggio verbale, che viene a
configurarsi talvolta come attività creativa autonoma legata al
racconto ed al piacere di narrare e farsi narrare fiabe, che Piaget
indica anche con il termine tecnico di fabulazione.
La scoperta della fabulazione è coerente con l’attribuzione di
significati metaforici agli oggetti adoperati in vista dell’attività ludica,
in quanto ci si trova in presenza di un’analoga elaborazione di
carattere simbolico-rappresentativo; la differenza è che nel gioco
simbolico con oggetti il bambino può anche agire da solo,
individualmente, mentre in qualche modo l’attenzione alla fabulazione
presenta un maggiore significato sociale e comunitario.
Il passaggio dai giochi simbolici individuali ai giochi sociali avviene
intorno ai cinque anni; questo tipo di giochi richiedono l’acquisizione
della disponibilità ad interessarsi delle esigenze altrui e la
cooperazione di più giocatori, della stessa età del bambino, o anche di
adulti, alcuni con possibili ruoli secondari
Nella IIa fase, che va dall’età di 18 mesi ai cinque anni il gioco
percettivo-motorio viene integrato dal ben più complesso gioco
simbolico, nel quale gli oggetti assumono un significato che si proietta
oltre la loro funzione concreta e consueta, per farsi simboli di altri
oggetti assenti dalla scena del gioco. In altri termini, gli oggetti
vengono presi a fondamento per rievocare eventi passati o
immaginari.
Per il tramite del gioco simbolico il bambino apprende l’uso della
facoltà di rappresentarsi situazioni immaginarie,
contemporaneamente all’esercizio del linguaggio verbale, che viene a
configurarsi talvolta come attività creativa autonoma legata al
racconto ed al piacere di narrare e farsi narrare fiabe, che Piaget
indica anche con il termine tecnico di fabulazione.
La scoperta della fabulazione è coerente con l’attribuzione di
significati metaforici agli oggetti adoperati in vista dell’attività ludica,
in quanto ci si trova in presenza di un’analoga elaborazione di
carattere simbolico-rappresentativo; la differenza è che nel gioco
simbolico con oggetti il bambino può anche agire da solo,
individualmente, mentre in qualche modo l’attenzione alla fabulazione
presenta un maggiore significato sociale e comunitario
A 18 mesi incomincia a correre, in modo un po' rigido, quasi saltellando sui piedi; gli piace
esplorare l'ambiente e, con le mani afferra e trascina gli oggetti che lo divertono e gli
piacciono; è in grado di salire le scale appoggiando una mano su un corrimano o ad una
persona che lo aiuta.
La capacità di parlare migliora ed è in grado di pronunciare numerose parole

18 mesi:

enunciati diretamici

Corre, fanno scarabocchi, salgono e scendono le scale, saltano con due piedi e rimangono in equilibrio su un piede.
Coordinazione fine: disegnano, scarabocchiano, giocano con il pongo.
Combinazioni mentali: Pensiero simbolico( adatta i simboli agli oggetti). Imitazione dei modelli. Il bambino nota
l’esistenza di caratteristiche simili in situazioni diverse, ad esempio scopre che può tirare verso di sé oggetti diversi
attraverso “manici” diversi.
Il sistema simbolico gli permette al bambino di iniziare a riflettere sulle situazioni e sulle conseguenze delle sue azioni,
prima di agire. Manifesta il suo punto di vista.
Prime frasi e : Linguaggio telegrafico- per la struttura utilizzano solo parole necessarie.
Si mostra ansioso durante la separazione dal genitore; nel gioco si identifica con gli adulti ha coscienza dei suoi limiti,
lavorano di fantasia.
Generalmente tra i 12 e i 15 mesi il bambino usa le prime parole, dotate di significato, sia per denominare (parti del
corpo, persone, segnali di saluto, etc.) sia per richiedere. Spesso le parole hanno il valore di vera e propria frase o
possono assumere più significati se usati in contesti diversi e se vengono prodotte con differente intonazione della voce.
Sebbene il bambino usi una sola parola (olofrase),possiede già un'organizzazione mentale della stessa. In questo periodo
il linguaggio verbale e quello gestuale vengono utilizzati contemporaneamente ed il gesto può sostituire o rinforzare una
parola od un verbo. Al contrario, quando parola e gesto vengono utilizzati contemporaneamente ma ciascuno con
diverso significato, il bambino sta formulando una frase a due termini (quando ad esempio porge le mani e
contemporaneamente dice mela, in realtà chiede dammi mela.
Le successive tappe riguardano il passaggio da una gestualità elementare a strutturazioni di schemi gestuali
combinati che permettono al bambino di descrivere e rappresentare mimicamente un avvenimento anche senza l'uso
delle parole. Molto presto i bambini imparare ad usare alcune parole-azione come "dai, mostra, metti, dimmi,
prendi, ...", e comprendono anche le principali forme verbali che bloccano un'azione : no, fermo.
Le prime combinazioni episodiche e spontanee di due parole compaiono verso i due anni e sono del tipo :
• Nome + nome ("papà casa" per segnalare l'arrivo del genitore).
• Nome + verbo ("mamma vieni").
• Nome + aggettivo ("palla verde").
Progressivamente il ricorso al gesto e in genere alla gestualità comincia ad essere utilizzato sempre meno. Aumenta il
numero di parole che il bambino impara spontaneamente fuori dall'ambito familiare, anche se talvolta pronuncia solo la
parte iniziale e finale, aumentando altresì la comprensione di parole e frasi.
Comunicare implica l'acquisizione di abilità da riferire a quattro aree distinte:
• Fonologica (uso dei suoni, vocali e consonanti, della nostra lingua)
• Sintattica (utilizzo delle regole che permettono la costruzione della frase),
• Semantica (conoscenza del significato delle parole e delle frasi )
• Pragmatica (utilizzo del linguaggio a fini relazionali).
Come qualsiasi altra abilità, anche la comunicazione va educata ed il migliore sviluppo possibile si realizza (e si
promuove) quando il bambino sente di aver un giusto posto e valore con gli altri. Attraverso il coinvolgimento diretto
acquisisce competenze comunicative e linguistiche partendo da esperienze significative. Tali esperienze sono
inizialmente collegate ai suoi bisogni primari e poi ad avvenimenti nei quali può impegnarsi ed interagire con altre
figure importanti (familiari, coetanei, ecc.).
A differenza di quanto si pensava nei decenni scorsi, è ormai certo che il bambino impara prima le parole e poi, solo
successivamente, utilizza i suoni delle prime parole per formarne delle nuove (competenza fonologica). Questo spiega
perché, talvolta, alcune consonanti sono prodotte correttamente in una parola e non in altre, ed anche perché, per
intervenire sulla "pronuncia" di un bambino è necessario che egli abbia un vocabolario sufficientemente esteso.
Da un anno e mezzo di età i bambini imparano a maneggiare con sicurezza il cucchiaio. Molti sono anche in grado di
scarabocchiare su un foglio con una penna.
In questa fase la camminata diventa più sicura. Molti bambini camminano con i piedi distanti tra loro. Sono ormai
capaci di alzarsi da soli, senza appoggiarsi a niente.
Il linguaggio e la comprensione si evolvono. I bambini di un anno e mezzo sanno indicare ciò che vogliono usando le
parole e i gesti. Il loro vocabolario si arricchisce di giorno in giorno. Spesso comprende anche dei nomi propri.
A questa età diventano molto possessivi verso le loro cose. Imparano a dire "no" di frequente, opponendosi talvolta a
ciò che i genitori dicono loro. I medici chiamano questa fase "negativismo". È un momento normale dello sviluppo.
Termina intorno ai due anni. Indica che i bambini iniziano a capire di essere qualcosa di differente dai loro genitori. E
vogliono dimostrarlo a se stessi e agli altri.
In questa fase i bambini sviluppano moltissime capacità psicomotorie, cominciano a correre e a saltare, si arrampicano
sui mobili, e, dando la mano a qualcuno o tenendosi alla ringhiera, sono in grado di salire e scendere le scale.
Giocano di solito autonomamente, e, traendo spunto dalla realtà che li circondano, imitano gesti come parlare al
telefono o bere da una tazza, interagendo con bambole e pupazzi ripetono con loro le abitudini quotidiane, come per
esempio metterli a fare la nanna.
Nasce in loro una prima forma di moralità data per esempio da un senso di vergogna se fanno qualcosa che i genitori
disapprovano, oltre a una presa di coscienza dei propri stati d'animo e delle abilità che acquisiscono.
Gli scarabocchi diventano cerchi, imparano a copiare le linee orizzontali e la memoria visiva si evolve, permettendo
loro di cominciare a ricordare gli oggetti anche se non li vedono, cioè a immaginare e pensare.
Anche la comunicazione si fa più complessa, con un balbettio che va a sostituire i gesti, cercano di riprodurre i suoni
che sentono, o almeno l'intonazione, che per loro è più semplice. Molti bimbi "inventano" un proprio gergo, per
indicare quello che vedono, dimostrando anche di capire il significato di parole che non sono state loro insegnate.
Comprende la maggior parte di ciò che gli viene detto.

Imita le azioni come parlare al telefono, usare la scopa, spingere il carrello della spesa, ecc.

Gli piacciono gli altri bambini, ma non gioca con loro.
Sposta un oggetto per raggiungerne un altro nascosto alla sua visuale.

A 13 mesi, circa la metà dei bambini cammina, ma la maggior parte di essi continua a cadere se perdono lo slancio.

Si pone maggiori obiettivi quando esplora gli oggetti.

E' in grado di collegare due idee per fare un piano e il suo comportamento inizia ad essere maggiormente coerente

Inizia a trattare gli oggetti nel modo appropriato: coccola il suo orsacchiotto e preme i tasti di un giocattolo a sorpresa.

1a6mm
1)
2)
3)
4)
5)

mette fuori da un contenitore 6 oggetti uno per volta
indica una parte del corpo
fa una torre con tre cubi
accoppia oggetti simili
scarabocchia

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18 mesi

  • 1. A) Fase senso-motoria. Dalla nascita ai 2 anni circa. Lo scambio iniziale avviene per mezzo dell’ ”azione” e non delle percezioni, anche se sono le percezioni a conferire agli elementi percepiti significati relativi all’azione. CARATTERISTICHE DELLE AZIONI SENSO-MOTORIE: 1) indifferenziazione completa tra soggetto ed oggetto; 2) concentrazione sul proprio corpo (egocentrismo radicale); 3) nessuna coordinazione: costituiscono ciascuna un piccolo tutto isolabile che collega direttamente il proprio corpo all’oggetto. E' suddivisa in 6 stadi. Riflessi innati: dalla nascita al 1 mese. E’ caratterizzato da un semplice esercizio dei riflessi e da un loro progressivo accomodamento. Modalità reattive innate: prensione, pianto, suzione, vocalizzo ecc., che il bambino utilizza per comunicare col mondo esterno. L'esercizio frequente di questi riflessi, in risposta a stimoli provenienti dal suo organismo o dall'ambiente, porta all'instaurarsi di "abitudini". Non c'è ancora né imitazione né gioco, però il bambino è stimolato a piangere dal pianto di altri bambini. Reazioni circolari primarie: dal 2 al 4 mese. Per "reazione circolare" s'intende la ripetizione di un'azione prodotta inizialmente per caso, che il bambino esegue per ritrovarne gli interessanti effetti. Grazie alla ripetizione, l'azione originaria si consolida e diventa uno schema che il bambino è capace di eseguire con facilità anche in altre circostanze. In questo stadio il bambino, che pur ancora non riesce a distinguere tra un "sé" e un "qualcosa al di fuori", cerca di acquisire schemi nuovi.
  • 2. Particolare importanza ha la coordinazione tra visione e prensione: ad es. prende un giocattolo dopo averlo visto. Reazioni circolari secondarie: dal 4 al 8 mese. Qui il bambino dirige la sua attenzione al mondo esterno oltre che al proprio corpo. Ora cerca di afferrare, tirare, scuotere, muovere gli oggetti che stimolano la sua mano per vedere che rapporto c'è tra queste azioni e i risultati che derivano sull'ambiente. Comincia a portare alla bocca gli oggetti e quando il risultato è interessante, ripete le azioni per far durare lo spettacolo. Ad es. scopre il cordone della campanella attaccata alla culla e la tira per sentire il suono. Ancora non sa perché le sue azioni provocano determinati effetti, ma capisce che i suoi sforzi sono efficaci quando cerca di ricreare taluni eventi piacevoli, visivi o sonori. Coordinazione mezzi-fini: dall'8 al 12 mese. Il bambino comincia a coordinare in una sequenza due schemi d'azione (p.es. tirare via un cuscino per prendere un giocattolo sottostante). In tal modo riesce a utilizzare mezzi idonei per il conseguimento di uno scopo specifico. L'intenzionalità si manifesta anche nella comunicazione con gli adulti (ad es. punta il dito verso il biberon per farselo dare). Inizia inoltre a capire che gli oggetti possono essere sottoposti a vari schemi d'azione, come scuotere, spostare, dondolare ecc. Gradualmente si rende conto che gli oggetti sono indipendenti dalla sua attività percettiva o motoria. Reazioni circolari terziarie (e scoperta di mezzi nuovi mediante sperimentazione attiva): dai 12 ai 18 mesi. E’ una fase di intensa attività esplorativa: il bambino non si limita più a riprodurre risultati già noti, ma provoca intenzionalmente delle variazioni, compie i primi esperimenti. Ricorre sempre più spesso a modalità diverse per ottenere effetti desiderati. Inizia il "ragionamento". Mentre prima, per eseguire una sequenza di azioni, doveva partire dall'inizio, ora può interrompersi e riprendere l'azione a qualsiasi stadio intermedio. Inoltre egli è in grado di scoprire la soluzione dei suoi problemi, procedendo per "prove ed errori". Quindi esiste per lui la possibilità di
  • 3. modificare gli schemi che già possiede. Infine può richiamare alla memoria gli oggetti assenti, grazie alle relazioni che intercorrono tra un oggetto e la sua possibilità di utilizzo. Inizia la DEAMBULAZIONE in posizione eretta: la realtà viene perciò vista da una nuova prospettiva. Sperimenta le sue prime separazioni intenzionali. Comparsa della funzione simbolica: dai 18 ai 24 mesi. Inizio della rappresentazione mentale-imitazione differita. Il bambino è in grado di agire sulla realtà col pensiero. Può cioè immaginare gli effetti di azioni che si appresta a compiere, senza doverle mettere in pratica concretamente per osservarne gli effetti. Egli inoltre usa le parole non solo per accompagnare le azioni che sta compiendo (nominare o chiedere un oggetto presente), ma anche per descrivere cose non presenti e raccontare quello che ha visto-fatto qualche tempo prima. Il bambino riconosce oggetti anche se ne vede solo una parte. È in grado di imitare i comportamenti e le azioni di un modello, anche dopo che questo è uscito dal suo campo percettivo. E’ incapace ancora di compiti di seriazione (visiona assoluta), cosa che gli impedisce di comprendere i numeri. COME SI DETERMINA IL PASSAGGIO DALL’INTELLIGENZA SENSO-MOTORIA A QUELLA RAPPRESENTATIVA? Attraverso 3 attività: IMITAZIONE; GIOCO SIMBOLICO; LINGUAGGIO VERBALE. A 18 mesi il bambino • cammina più sicuro • costruisce una torre con tre o più elementi • indica gli oggetti desiderati con l’indice • ha un vocabolario di diverse parole • imita il linguaggio calcando sull’intonazione Ai bambini piacciono libri che parlano di animali (con versi buffi e rumori), di bambini, delle cose di ogni giorno, con frasi brevi e semplici
  • 4. 18MESI(PENSIERO SIMBOLICO) 1)AMA SPINGERE E TIRARE UN GIOCATTOLO CON LE RUOTE E RIESCE A TIRARLO ANCHE CAMMINANDO A RITROSO E LATERALMENTE 2)SI ARRAMPICA VELOCEMENTE SULLE SCALE A CARPONI (MANO DESTRA , PIEDE SINISTRO,MANO SINISTRA, PIEDE DESTRO) 3)SA AGGANCIARE DUE VAGONCINI DEL TRENO 4)MOLTI SCHEMI IMPLICANO I MOVIMENTI GROSSOLANI DEL CORPO:SPINGERE,TRASPORTARE GRANDI OGGETTI,ARRAMPICARSI,SALIRE CARPONI LE SCALE, GIRARE SUL TRICICLO NON UTILIZZANDO I PEDALI MA AVANZANDO CON I PIEDI 4)SI INTERESSA INOLTRE ANCHE ALL’USO SEMPRE PIU’ APPROPIATO DI PICCOLI OGGETTI(APRIRE CASSETTI, FRUGARE NEI CONTENITORI,BUTTARE VIA QUALCHE OGGETTO, FARNE A PEZZI ALTRI,STRAPPANDO INVOLUCRI,PICCHIANDO,BATTENDO,COLPENDO 5)COLLOCA CILINDRI NEI FORI,FA TORRI DI TRE CUBI (A 2 ANNI 6 E PIU’ CUBI),MANIPOLA PLASTILINA MA MANCA ANCORA LA CAPACITA’ DI PROGETTARE UN OGGETTO PRECISO 6)IL DISEGNO E’ COMPOSTO DA LARGHE PENNELLATE IN CUI E’ NECESSARIA UNA BUONA COORDINAZIONE OCCHIO-MANO MA E’ ASSENTE LA RAPPRESENTAZIONE FIGURATIVA 7)LA PRENSIONE DELLA MATITA E’ SEMPRE PIU’ APPROPIATA (USO CORRETTO DELLE DITA NELL’OPPOSIZIONE DEL POLLICE CON L’INDICE E IL MEDIO (TRIPODE DINAMICO SECONDO ROSEMBLOOM E HORTON) 8)INIZIA AD APPARIRE UNA DOMINANZA D’USO ANCHE SE IL PASSAGGIO DA UNA MANO ALL’ALTRA E’ FREQUENTE,ANZI A VOLTE LE USA TUTTE E DUE CONTEMPORANEAMENTE 9)CORRE GOFFAMENTE 10)STA SEDUTO SUL SEGGIOLONE 11)SCENDE LE SCALE SE SOSTENUTO 12)COSTRUISCE UNA TORRE CON 4 CUBI 13)TIRA UNA PALLINA A RICHIESTA 14)PASTICCIA IMITANDO,IMITA UN TRATTO 15)MANGIA DA SOLO 16)BACIA I GENITORI 17)DICE 10 PAROLE 18)DICE NO 19)NOMINA LE FIGURE 20)INDICA PARTI DEL CORPO 21)ESPLORA CASSETTI 22)SI PONE MAGGIORE OBIETTIVI QUANDO ESPLORA GLI OGGETTI 23)E’ IN GRADO DI COLLEGARE DUE IDEE PER FARE UN PIANO E IL SUO COMPORTAMENTO E’ SEMPRE PIU’ COERENTE 24)CAMMINA IN AVANTI, LATERALMENTE E INDIETRO,CORRE 25)TIRA UN GIOCATTOLO CON LA CORDICELLA O SPINGE UN GIOCATTOLO CON LE ROTELLE 26)COORDINA MEGLIO IL MOVIMENTO DEL POLSO PER LASCIARE ANDARE UN OGGETTO 27)GENERALMENTE DICE SINGOLE PAROLE CON BABY TALK
  • 5. 28)IMITA IN DIFFERITA I RUOLI DEGLI ADULTISERVENDOSI DI QUELLO CHE TROVA NELLE VICINANZE,A PORTATA DI MANO E IN MODO FRAMMENTATO 29)SI INTERESSA SEMPRE PIU’ AI LIBRI, E SEGUE ANCHE UNA SEMPLICE FAVOLA CHE GLI VENGA LETTA A VOCE ALTA Completa e anticipa le frasi del libro.Gli piacciono libri che parlano di animali (leggendoli fate versi buffi come quelli degli animali), di bambini, delle cose di ogni giorno, con frasi brevi e semplici. Comincia a orientare il libro. PROTOSTORIE (dai 12 ai 18 mesi). Subito dopo inseriamo i libri che presentano protostorie o storie brevi: una successione di eventi in cui è coinvolto un medesimo personaggio, il quale viene presentato in situazioni analoghe mentre interagisce con animali o oggetti. Fondamentale la continuità, ovvero un personaggio, nel passare da una pagina all'altra, deve mantenere le medesime dimensioni e caratteristiche, diversamente il bambino avrebbe difficoltà ad identificarlo e comprenderlo. prima dei 18 mesi, compare la cosiddetta "parola frase" o "olofrase". È una parola singola che il bambino utilizza per esprimere ciò che gli adulti direbbero con una proposizione. Il significato è legato al contesto e a ciò che il genitore ritiene che il bambino stia dicendo. Il bambino può dire "papà" che può prendere il significato di "arriva papà", "voglio papà" o "papà è uscito". Ad un anno e mezzo circa il bambino comincia a costruire le prime frasi di due parole, senza elementi accessori come avverbi o articoli. Non si tratta dell'accostamento di due olofrasi e questo lo si può notare dall'intonazione. La prima parola è, in genere, ascendente mentre la seconda è accentuata e discendente, indicando dunque la fine della frase. Questo viene chiamato anche "linguaggio telegrafico". Inoltre nello stesso periodo appare la negazione, ossia il bambino comincia a dire "no". La Ia fase va dall’età di 12-18 mesi; è caratterizzata dal gioco percettivo-motorio, improntato ad azioni come: afferrare gli oggetti, collocarli l’uno sopra l’altro o dentro l’altro, cessarli di tenere, scagliarli lontano, etc... Si tratta di una prima forma di giochi motori, non ancora socialmente orientati, che affermano nuove acquisizioni e che, in quanto tali, potenziano nel bambino l’atteggiamento di sicurezza nella possibilità di apportare piccoli cambiamenti alla realtà esterna; al proposito Piaget parla esplicitamente della facoltà di produrre eventi, già presente e rilevante a questa tenerissima età. Nella IIa fase, che va dall’età di 18 mesi ai cinque anni il gioco percettivo-motorio viene integrato dal ben più complesso gioco simbolico, nel quale gli oggetti assumono un significato che si proietta oltre la loro funzione concreta e consueta, per farsi simboli di altri oggetti assenti dalla scena del gioco. In altri termini, gli oggetti vengono presi a fondamento per rievocare eventi passati o immaginari. Per il tramite del gioco simbolico il bambino apprende l’uso della facoltà di rappresentarsi situazioni immaginarie, contemporaneamente all’esercizio del linguaggio verbale, che viene a configurarsi talvolta come attività creativa autonoma legata al racconto ed al piacere di narrare e farsi narrare fiabe, che Piaget indica anche con il termine tecnico di fabulazione. La scoperta della fabulazione è coerente con l’attribuzione di significati metaforici agli oggetti adoperati in vista dell’attività ludica, in quanto ci si trova in presenza di un’analoga elaborazione di carattere simbolico-rappresentativo; la differenza è che nel gioco simbolico con oggetti il bambino può anche agire da solo,
  • 6. individualmente, mentre in qualche modo l’attenzione alla fabulazione presenta un maggiore significato sociale e comunitario. Il passaggio dai giochi simbolici individuali ai giochi sociali avviene intorno ai cinque anni; questo tipo di giochi richiedono l’acquisizione della disponibilità ad interessarsi delle esigenze altrui e la cooperazione di più giocatori, della stessa età del bambino, o anche di adulti, alcuni con possibili ruoli secondari Nella IIa fase, che va dall’età di 18 mesi ai cinque anni il gioco percettivo-motorio viene integrato dal ben più complesso gioco simbolico, nel quale gli oggetti assumono un significato che si proietta oltre la loro funzione concreta e consueta, per farsi simboli di altri oggetti assenti dalla scena del gioco. In altri termini, gli oggetti vengono presi a fondamento per rievocare eventi passati o immaginari. Per il tramite del gioco simbolico il bambino apprende l’uso della facoltà di rappresentarsi situazioni immaginarie, contemporaneamente all’esercizio del linguaggio verbale, che viene a configurarsi talvolta come attività creativa autonoma legata al racconto ed al piacere di narrare e farsi narrare fiabe, che Piaget indica anche con il termine tecnico di fabulazione. La scoperta della fabulazione è coerente con l’attribuzione di significati metaforici agli oggetti adoperati in vista dell’attività ludica, in quanto ci si trova in presenza di un’analoga elaborazione di carattere simbolico-rappresentativo; la differenza è che nel gioco simbolico con oggetti il bambino può anche agire da solo, individualmente, mentre in qualche modo l’attenzione alla fabulazione presenta un maggiore significato sociale e comunitario A 18 mesi incomincia a correre, in modo un po' rigido, quasi saltellando sui piedi; gli piace esplorare l'ambiente e, con le mani afferra e trascina gli oggetti che lo divertono e gli piacciono; è in grado di salire le scale appoggiando una mano su un corrimano o ad una persona che lo aiuta. La capacità di parlare migliora ed è in grado di pronunciare numerose parole 18 mesi: enunciati diretamici Corre, fanno scarabocchi, salgono e scendono le scale, saltano con due piedi e rimangono in equilibrio su un piede. Coordinazione fine: disegnano, scarabocchiano, giocano con il pongo. Combinazioni mentali: Pensiero simbolico( adatta i simboli agli oggetti). Imitazione dei modelli. Il bambino nota l’esistenza di caratteristiche simili in situazioni diverse, ad esempio scopre che può tirare verso di sé oggetti diversi attraverso “manici” diversi. Il sistema simbolico gli permette al bambino di iniziare a riflettere sulle situazioni e sulle conseguenze delle sue azioni, prima di agire. Manifesta il suo punto di vista. Prime frasi e : Linguaggio telegrafico- per la struttura utilizzano solo parole necessarie. Si mostra ansioso durante la separazione dal genitore; nel gioco si identifica con gli adulti ha coscienza dei suoi limiti, lavorano di fantasia. Generalmente tra i 12 e i 15 mesi il bambino usa le prime parole, dotate di significato, sia per denominare (parti del corpo, persone, segnali di saluto, etc.) sia per richiedere. Spesso le parole hanno il valore di vera e propria frase o possono assumere più significati se usati in contesti diversi e se vengono prodotte con differente intonazione della voce. Sebbene il bambino usi una sola parola (olofrase),possiede già un'organizzazione mentale della stessa. In questo periodo il linguaggio verbale e quello gestuale vengono utilizzati contemporaneamente ed il gesto può sostituire o rinforzare una
  • 7. parola od un verbo. Al contrario, quando parola e gesto vengono utilizzati contemporaneamente ma ciascuno con diverso significato, il bambino sta formulando una frase a due termini (quando ad esempio porge le mani e contemporaneamente dice mela, in realtà chiede dammi mela. Le successive tappe riguardano il passaggio da una gestualità elementare a strutturazioni di schemi gestuali combinati che permettono al bambino di descrivere e rappresentare mimicamente un avvenimento anche senza l'uso delle parole. Molto presto i bambini imparare ad usare alcune parole-azione come "dai, mostra, metti, dimmi, prendi, ...", e comprendono anche le principali forme verbali che bloccano un'azione : no, fermo. Le prime combinazioni episodiche e spontanee di due parole compaiono verso i due anni e sono del tipo : • Nome + nome ("papà casa" per segnalare l'arrivo del genitore). • Nome + verbo ("mamma vieni"). • Nome + aggettivo ("palla verde"). Progressivamente il ricorso al gesto e in genere alla gestualità comincia ad essere utilizzato sempre meno. Aumenta il numero di parole che il bambino impara spontaneamente fuori dall'ambito familiare, anche se talvolta pronuncia solo la parte iniziale e finale, aumentando altresì la comprensione di parole e frasi. Comunicare implica l'acquisizione di abilità da riferire a quattro aree distinte: • Fonologica (uso dei suoni, vocali e consonanti, della nostra lingua) • Sintattica (utilizzo delle regole che permettono la costruzione della frase), • Semantica (conoscenza del significato delle parole e delle frasi ) • Pragmatica (utilizzo del linguaggio a fini relazionali). Come qualsiasi altra abilità, anche la comunicazione va educata ed il migliore sviluppo possibile si realizza (e si promuove) quando il bambino sente di aver un giusto posto e valore con gli altri. Attraverso il coinvolgimento diretto acquisisce competenze comunicative e linguistiche partendo da esperienze significative. Tali esperienze sono inizialmente collegate ai suoi bisogni primari e poi ad avvenimenti nei quali può impegnarsi ed interagire con altre figure importanti (familiari, coetanei, ecc.). A differenza di quanto si pensava nei decenni scorsi, è ormai certo che il bambino impara prima le parole e poi, solo successivamente, utilizza i suoni delle prime parole per formarne delle nuove (competenza fonologica). Questo spiega perché, talvolta, alcune consonanti sono prodotte correttamente in una parola e non in altre, ed anche perché, per intervenire sulla "pronuncia" di un bambino è necessario che egli abbia un vocabolario sufficientemente esteso. Da un anno e mezzo di età i bambini imparano a maneggiare con sicurezza il cucchiaio. Molti sono anche in grado di scarabocchiare su un foglio con una penna. In questa fase la camminata diventa più sicura. Molti bambini camminano con i piedi distanti tra loro. Sono ormai capaci di alzarsi da soli, senza appoggiarsi a niente. Il linguaggio e la comprensione si evolvono. I bambini di un anno e mezzo sanno indicare ciò che vogliono usando le parole e i gesti. Il loro vocabolario si arricchisce di giorno in giorno. Spesso comprende anche dei nomi propri. A questa età diventano molto possessivi verso le loro cose. Imparano a dire "no" di frequente, opponendosi talvolta a ciò che i genitori dicono loro. I medici chiamano questa fase "negativismo". È un momento normale dello sviluppo. Termina intorno ai due anni. Indica che i bambini iniziano a capire di essere qualcosa di differente dai loro genitori. E vogliono dimostrarlo a se stessi e agli altri. In questa fase i bambini sviluppano moltissime capacità psicomotorie, cominciano a correre e a saltare, si arrampicano sui mobili, e, dando la mano a qualcuno o tenendosi alla ringhiera, sono in grado di salire e scendere le scale. Giocano di solito autonomamente, e, traendo spunto dalla realtà che li circondano, imitano gesti come parlare al telefono o bere da una tazza, interagendo con bambole e pupazzi ripetono con loro le abitudini quotidiane, come per esempio metterli a fare la nanna. Nasce in loro una prima forma di moralità data per esempio da un senso di vergogna se fanno qualcosa che i genitori disapprovano, oltre a una presa di coscienza dei propri stati d'animo e delle abilità che acquisiscono. Gli scarabocchi diventano cerchi, imparano a copiare le linee orizzontali e la memoria visiva si evolve, permettendo loro di cominciare a ricordare gli oggetti anche se non li vedono, cioè a immaginare e pensare. Anche la comunicazione si fa più complessa, con un balbettio che va a sostituire i gesti, cercano di riprodurre i suoni che sentono, o almeno l'intonazione, che per loro è più semplice. Molti bimbi "inventano" un proprio gergo, per indicare quello che vedono, dimostrando anche di capire il significato di parole che non sono state loro insegnate. Comprende la maggior parte di ciò che gli viene detto. Imita le azioni come parlare al telefono, usare la scopa, spingere il carrello della spesa, ecc. Gli piacciono gli altri bambini, ma non gioca con loro.
  • 8. Sposta un oggetto per raggiungerne un altro nascosto alla sua visuale. A 13 mesi, circa la metà dei bambini cammina, ma la maggior parte di essi continua a cadere se perdono lo slancio. Si pone maggiori obiettivi quando esplora gli oggetti. E' in grado di collegare due idee per fare un piano e il suo comportamento inizia ad essere maggiormente coerente Inizia a trattare gli oggetti nel modo appropriato: coccola il suo orsacchiotto e preme i tasti di un giocattolo a sorpresa. 1a6mm 1) 2) 3) 4) 5) mette fuori da un contenitore 6 oggetti uno per volta indica una parte del corpo fa una torre con tre cubi accoppia oggetti simili scarabocchia