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CONVERSAZIONI DI LOGOPEDIA
La comunicazione aumentativa/alternativa nel paziente neurologico

Protocollo Afasia Comunicazione Aumentativa
P.A.C.A.

Modena, 17 Dicembre 2011

Logopedista
Eleonora Rossi
eleonorarossi88@libero.it
?

Cos’è il P.A.C.A?

Il
P.A.C.A.
(Protocollo
Afasia
Comunicazione
Aumentativa)
vuole
essere uno strumento per valutare la
capacità di pazienti afasici di utilizzare
sistemi di comunicazione aumentativi del
linguaggio verbale.
Obiettivi generali:
1.

Messa a punto di un protocollo in grado di
valutare la capacità di soggetti afasici di
utilizzare sistemi di comunicazione
aumentativi della comunicazione verbale.

2.

Somministrazione della prova ad un gruppo
di pazienti afasici in fase sub-acuta o cronica
e ad un gruppo di controllo di soggetti sani.

3.

Analisi dei risultati per verificare la validità
del protocollo messo a punto (P.A.C.A.).
P.A.C.A.
(Protocollo Afasia Comunicazione Aumentativa)


Analisi protocolli esistenti:
 Scenario Test (Van der Meulen 2010)
 MCST-A (Garret & Lasker 2005)

Entrambi i Test avevano dal
nostro punto di vista alcune
lacune.
Si è quindi deciso di creare un nuovo protocollo con le
parti migliori dei test analizzati e l’aggiunta di ciò che
sembrava mancare.
Abbiamo quindi creato il P.A.C.A.
(Protocollo Afasia
Comunicazione Aumentativa)
Struttura P.A.C.A.
Utilizzo
immagini
Prove
QUANTITATIVE

Utilizzo
scrittura
Utilizzo gesto

Prove
QUALITATIVE

Prova di dialogo
Prova di discorso
libero
Prove Quantitative
Utilizzo immagini

Al paziente viene fornito un libretto
contenente una serie di immagini che
rappresentano nomi, azioni e concetti in
opposizione
SCOPO

Valutare la capacità del paziente di
comunicare informazioni utilizzando un
sistema simbolico come delle immagini.


I quesiti seguono un ordine di difficoltà
crescente



È importante che il terapista legga gli item
articolando bene le parole e ponendo enfasi
sulle parole chiave che sono state scritte in
grassetto.



Una volta letto l’item viene chiesto al paziente
di “cercare” nel libretto l’immagine più
adeguata a quanto richiesto.


Dopo ogni risposta da parte del paziente il libretto
viene chiuso



È possibile fornire alcune facilitazioni come:
 ripetizione dell’item
 correzione
 apertura del libretto nella pagina corretta

Per ogni item è possibile fornire due facilitazioni.
Le facilitazioni usate vanno poi precisate nella
tabella di correzione.
 Prova 1:
Capacità del paziente di trasmettere un messaggio indicando
singole immagini.
Esempio: “Le voglio dire che ho freddo”. Il terapista apre il
libretto e segna la figura ”freddo”.

Le richieste che il terapista pone al paziente sono:
 Mi vuole dire che vuole mangiare
 Mi vuole dire che ha bisogno delle scarpe
 Mi vuole dire di accendere la luce
 Mi vuole dire che ha voglia di guardare la televisione
 Mi vuole dire che vuole dormire
Valutazione 0-1-2-3:
 3= risposta corretta senza bisogno di
facilitazioni,
 2= risposta corretta dopo una
facilitazione,
 1= risposta corretta dopo due
facilitazioni,
 0= risposta errata anche dopo due
facilitazioni
Punteggio massimo ottenibile: 15.
 Prova 2:
Capacità del paziente di trasmettere un messaggio
combinando più immagini.
Esempio: “Le voglio dire di spegnere la televisione”. Il
terapista apre il libretto e segna le figure “spegnere” e
“televisione”.

Le richieste che il terapista pone al paziente sono:
 Mi vuole dire di chiudere la finestra
 Mi vuole dire che è felice perché c’è il sole
 Mi vuole dire che ha bisogno di soldi per comprare un
maglione nuovo
 Mi vuole dire di passarle gli occhiali e il giornale
 Mi vuole dire che è ora di prendere le sue medicine
Valutazione 0-1-2-3:
 3= risposta corretta senza bisogno di
facilitazioni,
 2= risposta corretta dopo una
facilitazione,
 1= risposta corretta dopo due
facilitazioni,
 0= risposta errata anche dopo due
facilitazioni.

Punteggio massimo ottenibile: 15.


Prova 3:

Al paziente vengono mostrate due sequenze di immagini:
la prima raffigura la procedura necessaria per lavarsi le
mani, la seconda quella necessaria per scrivere una lettera.
Il terapista racconta immagine per immagine cosa succede,
una volta terminato toglie la scheda da davanti al paziente
e gli chiede di tornare a raccontare quanto si ricorda
utilizzando le figure presenti nel libretto.


Il terapista segna nella griglia tutte le figure adeguate
che il paziente individua e le facilitazioni
eventualmente utilizzate.



Ogni figura individuata vale 1 punto, per ogni sequenza
le immagini da individuare sono 10, quindi il punteggio
massimo ottenibile è di 20 punti.



È inoltre presente una breve sequenza da utilizzare
come esempio.
Prove Quantitative
Utilizzo scrittura

Il paziente deve comunicare delle
informazioni utilizzando esclusivamente
la scrittura.
Viene fornita una tabella alfabetica, carta
e matita.
 Pre-test:
Vengono fatte provare al paziente entrambe le modalità di
scrittura.
Si prosegue la prova con la modalità in cui il paziente ottiene il
risultato migliore.
Se il paziente non riesce a scrivere in nessuna delle due modalità
la prova viene interrotta.
È possibile fornire al paziente due facilitazioni per ogni item.
Le facilitazioni possono essere:
 ripetizione dell’item
 aiuto nella scrittura

La facilitazione usata va precisata nella tabella di correzione.
 Prove PRE-TEST:
Esempio: “Ora le scrivo il mio nome”. Il terapista
prende la tastiera e indica le lettere che
compongono il suo nome, poi prende carta e matita
e ripete l’operazione.
Si chiede poi al paziente di scrivere alcune lettere
singole:
 A
 M
 F
 C
Si chiede infine al paziente di scrivere nome e
cognome.
 Prova 1:
Domande aperte semplici la cui risposta è una sola
parola.
Gli si fa un esempio: “Con che mezzo va a lavorare?”. Il
terapista scrive ad esempio “auto”.
Le altre domande che vengono poste sono:
 “Qual è la sua stagione preferita?”
 “Cosa le piace fare nel tempo libero?”
 “Dove preferisce passare le vacanze?”
 “Qual è il suo colore preferito?”
 “E il suo dolce preferito?”
La valutazione prevede l’attribuzione di un
punteggio 0-1-2-3:
 3= risposta corretta senza bisogno di
facilitazioni,
 2= risposta corretta dopo una
facilitazione,
 1= risposta corretta dopo due facilitazioni,
 0= incapacità di rispondere anche dopo
due facilitazioni.

Punteggio massimo ottenibile: 15.
 Prova 2:
Vengono date al paziente cinque immagini sulla base delle
quali deve costruire (per iscritto) frasi soggetto-verbooggetto (SVO).
Le immagini proposte al paziente sono:
 La ragazza suona la chitarra
 Il signore legge il giornale
 La signora stende i panni
 La ragazza mangia il gelato
 Il bambino guarda la televisione
La valutazione è sempre 0-1-2-3:
Punteggio massimo ottenibile: 15.
Prove Quantitative
Utilizzo gesto

Al
paziente
viene
chiesto
di
comunicare informazioni utilizzando
dei gesti.
 Prova 1:
In questa prova si chiede al paziente di eseguire dei
gesti sulla base di una consegna verbale.

È possibile fornire al paziente due facilitazioni per ogni
item.
Le facilitazioni possono essere:
 Proposta del gesto su imitazione
 Ripetizione del gesto

La facilitazione usata va precisata nella tabella di
correzione.
I gesti richiesti sono:
Il gesto di “bere”, mettendo la mano a bicchiere e portandola verso
la bocca.
 Il gesto di “matto”, picchiettando l’indice sulla tempia.
 Il gesto di “andare”, con la mano aperta, muovendo ritmicamente il
polso.
 Eseguire il gesto di “ascoltare”, abbracciando l’orecchio con la mano
o picchiettando l’indice sull’orecchio.
 Il gesto di “telefono”, mimando la cornetta con la mano.
 Il gesto di “leggere”, con la mano aperta e le dita vicine come se
fosse un libro.
 Il gesto di “freddo”, battendo i denti
 Il gesto di “stanco”, mettendo la mano davanti alla bocca aperta
come per uno sbadiglio.
 Il gesto di “dormire”, mettendo il palmo della mano vicino al viso.
 Il gesto di “mangiare”, portando le dita unite fra loro verso la bocca.


La valutazione prevede l’attribuzione di un punteggio che va da 0 a 3.

Punteggio massimo ottenibile: 30.
 Prova 2
Vengono proposte frasi da comunicare con l’uso di
gesti.
È possibile fornire delle facilitazioni al paziente
come:
 ripetizione dell’item
 correzione
 suggerimento di un gesto
Per ogni item è possibile fornire due facilitazioni.
Le richieste che il terapista fornisce al paziente sono:
Mi vuole dire che ha freddo.
 Mi vuole dire che ha caldo.
 Mi vuole dire che ha sete.
 Mi vuole dire che vorrebbe leggere.
 Mi vuole dire che ha bisogno di soldi.
 Mi vuole dire di parlare più forte.
 Mi vuole dire di mangiare perché è buono.
 Mi vuole dire fare silenzio e ascoltare.
 Mi vuole dire che è stanco e vuole dormire.
 Mi vuole dire che vorrebbe andare a fare una
passeggiata.


La valutazione usata è 0-1-2-3.

Punteggio massimo ottenibile: 30.
Prove Qualitative
Prova di dialogo

• Comunicazione a livello quotidiano.
• Possibilità di utilizzo di qualsiasi strategia
comunicativa (libretto immagini, scrittura,
gesto, altro…).
Vengono forniti al paziente vari setting, per
ogni setting il terapista chiede al paziente
come farebbe a risolvere, usando tutti gli
strumenti di comunicazione in suo possesso,
un determinato problema o situazione.
I setting forniti al paziente sono tre:




In casa
Al supermercato
Al ristorante

Per ogni setting vengono fatte tre richieste.
È possibile fornire delle facilitazioni al paziente
come:
 Proposta di cambiare modalità.
 Suggerimento di una modalità alternativa.
 Domanda chiusa.
 Altro (precisare cosa, ad es. correzione,
ripetizione, …)
Per ogni item è possibile fornire due facilitazioni.
Le facilitazioni usate vanno precisate nella tabella
di correzione.
Esempio richieste setting: Al Ristorante

• È al ristorante. Vorrebbe avere il menù. Come fa?

• Le arriva il piatto di pasta che ha ordinato, ma si accorge che
manca la forchetta. Deve chiedere al cameriere di portagliela.
Come può fare?
• Ha bisogno del bagno ma non sa dov’è. Deve chiedere al
cameriere se le può indicare dove si trova. Come può fare?
Prove Qualitative
Prova di discorso libero

• Si dà al paziente l’occasione di
costruire liberamente un discorso
attraverso una domanda generale.
• Possibilità di utilizzo di qualsiasi
strategia comunicativa (libretto
immagini, scrittura, gesto, altro…).
 Prova 1
La domanda che viene proposta al paziente è:
“Vorrebbe raccontarmi un viaggio che ha fatto
e che le è piaciuto molto?”
Per guidare il paziente possono essere
proposte le seguenti domande:
In che paese è stato?
 Per quale motivo?
 Con chi?
 Per quanto tempo?

 Prova 2

Il paziente si lascia assolutamente libero.
Gli si chiede semplicemente di raccontare
un viaggio che gli piacerebbe fare e il
motivo per cui lo vorrebbe fare.
Correzione
Per ogni prova è prevista l’annotazione dei vari
punteggi ottenuti e delle facilitazioni utilizzate su
apposite tabelle.

Per le prove di:
 uso delle immagini
 uso della scrittura
 uso dei gesti
È possibile una conversione dei punteggi grezzi in
punteggi percentuali. Utilizzando i punteggi
percentuali è poi possibile ottenere un grafico della
prestazione del paziente nelle tre prove.
• Tabelle di conversione
del punteggio grezzo in
punteggio percentuale
• Grafico dove è possibile
tracciare l’andamento
della prestazione del
paziente
Campione di studio
Pazienti con le seguenti caratteristiche:


Post-ictus con afasia Globale o Broca grave, con una
nulla o scarsa produzione verbale



Capacità di comprensione sufficiente per
comprendere le consegne



Vigili



In grado di collaborare



In fase sub-acuta o cronica (almeno un mese dopo
l’evento ictale)
Sulla base dei criteri elencati sono stati
selezionati 10 pazienti.

Ad ogni paziente sono state poi somministrate le
seguenti prove:
• AAT (Aachener Aphasie Test )
• Questionario sull’efficacia comunicativa (CETI
da noi tradotto)
• P.A.C.A. (Protocollo Afasia Comunicazione
Aumentativa)
Analisi dei dati
C’è correlazione tra P.A.C.A. e AAT?

No

Il livello di correlazione trovato
confrontando tra di loro le diverse prove è
sempre stato non significativo (ρ < 0,7)
Il P.A.C.A misura capacità diverse
rispetto ad un test linguistico
come l’AAT.

C’è correlazione tra P.A.C.A. e CETI?

No

Il livello di correlazione trovato
confrontando tra di loro le diverse prove è
sempre stato non significativo (ρ < 0,7)
Il P.A.C.A misura capacità diverse
rispetto ad un questionario
sull’efficacia comunicativa
Paziente 6
• Buon utilizzo, alle
prove quantitative,
delle immagini e del
gesto.
• Uso spontaneo delle
immagini nelle
prove qualitative.
• Reazione positiva
all’utilizzo di
strumenti di CAA.
• Buona
comprensione orale
all’AAT.
Buone possibilità di
utilizzo di un sistema
di comunicazione
simbolico.
Paziente 9
• Buon utilizzo, alle
prove quantitative,
solo delle immagini
• Uso spontaneo delle
immagini nelle
prove qualitative.
• Buona
comprensione orale
all’AAT.

Possibile utilizzo di
sistemi simbolici in
trattamento come
strumenti per favorire
il recupero delle
capacità verbali
Paziente 3
• Buon utilizzo, alle
prove quantitative,
delle immagini e del
gesto
• Uso spontaneo del
gesto nelle prove
qualitative.
• Buona
comprensione orale
e scritta all’AAT.
• Reazione positiva
all’utilizzo di
strumenti di CAA.

Buone possibilità di
utilizzo di un sistema
di comunicazione
simbolico o gestuale
Osservazioni


Importante da considerare è la reazione del
paziente e dei familiari alle prove
ACCETTAZIONE E USO SOCIALE
DELLO STRUMENTO
FAMIGLIA
• Forti aspettative
• Entusiasmo,
soprattutto se
paziente cronico
• Disponibilità

PAZIENTI
• Nessuna reazione oppositiva
• Alcuni a domande specifiche
affermano che NON
utilizzerebbero strumenti di
CAA
• Alcuni vedono lo strumento
di CAA come una possibilità
per tornare a comunicare
Conclusioni
Il P.A.C.A. si è rivelato:


uno strumento innovativo



capace di indirizzare la scelta del terapista di uno
strumento di CAA



capace di evidenziare le strategie comunicative messe
in atto spontaneamente dal paziente e quelle che
invece potrebbero essere insegnate con successo



inoltre la possibilità di eseguire, sia un’analisi
quantitativa che una qualitativa permette di avere una
buona visione del livello comunicativo generale del
paziente
Sviluppi futuri


Scegliere sulla base delle informazioni
raccolte, lo strumento più adatto per
ogni paziente del nostro studio di
ricerca



Avviare un trattamento volto a:
• Ottimizzare l’utilizzo dello strumento di
comunicazione scelto
• Valutare il livello di generalizzazione e
l’uso sociale effettivo dello strumento
La messa a punto di un protocollo per
valutare la comunicazione del paziente
afasico è solo un piccolo passo che vuole

essere

uno

spunto

per

ragionare

maggiormente sulle possibilità comunicative
che rimangono a questi pazienti, far riflettere

sulla possibilità di poter garantire ad ogni
persona il diritto alla comunicazione.
Grazie per
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  • 1. CONVERSAZIONI DI LOGOPEDIA La comunicazione aumentativa/alternativa nel paziente neurologico Protocollo Afasia Comunicazione Aumentativa P.A.C.A. Modena, 17 Dicembre 2011 Logopedista Eleonora Rossi eleonorarossi88@libero.it
  • 2. ? Cos’è il P.A.C.A? Il P.A.C.A. (Protocollo Afasia Comunicazione Aumentativa) vuole essere uno strumento per valutare la capacità di pazienti afasici di utilizzare sistemi di comunicazione aumentativi del linguaggio verbale.
  • 3. Obiettivi generali: 1. Messa a punto di un protocollo in grado di valutare la capacità di soggetti afasici di utilizzare sistemi di comunicazione aumentativi della comunicazione verbale. 2. Somministrazione della prova ad un gruppo di pazienti afasici in fase sub-acuta o cronica e ad un gruppo di controllo di soggetti sani. 3. Analisi dei risultati per verificare la validità del protocollo messo a punto (P.A.C.A.).
  • 4. P.A.C.A. (Protocollo Afasia Comunicazione Aumentativa)  Analisi protocolli esistenti:  Scenario Test (Van der Meulen 2010)  MCST-A (Garret & Lasker 2005) Entrambi i Test avevano dal nostro punto di vista alcune lacune. Si è quindi deciso di creare un nuovo protocollo con le parti migliori dei test analizzati e l’aggiunta di ciò che sembrava mancare. Abbiamo quindi creato il P.A.C.A. (Protocollo Afasia Comunicazione Aumentativa)
  • 6. Prove Quantitative Utilizzo immagini Al paziente viene fornito un libretto contenente una serie di immagini che rappresentano nomi, azioni e concetti in opposizione SCOPO Valutare la capacità del paziente di comunicare informazioni utilizzando un sistema simbolico come delle immagini.
  • 7.  I quesiti seguono un ordine di difficoltà crescente  È importante che il terapista legga gli item articolando bene le parole e ponendo enfasi sulle parole chiave che sono state scritte in grassetto.  Una volta letto l’item viene chiesto al paziente di “cercare” nel libretto l’immagine più adeguata a quanto richiesto.
  • 8.  Dopo ogni risposta da parte del paziente il libretto viene chiuso  È possibile fornire alcune facilitazioni come:  ripetizione dell’item  correzione  apertura del libretto nella pagina corretta Per ogni item è possibile fornire due facilitazioni. Le facilitazioni usate vanno poi precisate nella tabella di correzione.
  • 9.  Prova 1: Capacità del paziente di trasmettere un messaggio indicando singole immagini. Esempio: “Le voglio dire che ho freddo”. Il terapista apre il libretto e segna la figura ”freddo”. Le richieste che il terapista pone al paziente sono:  Mi vuole dire che vuole mangiare  Mi vuole dire che ha bisogno delle scarpe  Mi vuole dire di accendere la luce  Mi vuole dire che ha voglia di guardare la televisione  Mi vuole dire che vuole dormire
  • 10. Valutazione 0-1-2-3:  3= risposta corretta senza bisogno di facilitazioni,  2= risposta corretta dopo una facilitazione,  1= risposta corretta dopo due facilitazioni,  0= risposta errata anche dopo due facilitazioni Punteggio massimo ottenibile: 15.
  • 11.  Prova 2: Capacità del paziente di trasmettere un messaggio combinando più immagini. Esempio: “Le voglio dire di spegnere la televisione”. Il terapista apre il libretto e segna le figure “spegnere” e “televisione”. Le richieste che il terapista pone al paziente sono:  Mi vuole dire di chiudere la finestra  Mi vuole dire che è felice perché c’è il sole  Mi vuole dire che ha bisogno di soldi per comprare un maglione nuovo  Mi vuole dire di passarle gli occhiali e il giornale  Mi vuole dire che è ora di prendere le sue medicine
  • 12. Valutazione 0-1-2-3:  3= risposta corretta senza bisogno di facilitazioni,  2= risposta corretta dopo una facilitazione,  1= risposta corretta dopo due facilitazioni,  0= risposta errata anche dopo due facilitazioni. Punteggio massimo ottenibile: 15.
  • 13.  Prova 3: Al paziente vengono mostrate due sequenze di immagini: la prima raffigura la procedura necessaria per lavarsi le mani, la seconda quella necessaria per scrivere una lettera. Il terapista racconta immagine per immagine cosa succede, una volta terminato toglie la scheda da davanti al paziente e gli chiede di tornare a raccontare quanto si ricorda utilizzando le figure presenti nel libretto.
  • 14.  Il terapista segna nella griglia tutte le figure adeguate che il paziente individua e le facilitazioni eventualmente utilizzate.  Ogni figura individuata vale 1 punto, per ogni sequenza le immagini da individuare sono 10, quindi il punteggio massimo ottenibile è di 20 punti.  È inoltre presente una breve sequenza da utilizzare come esempio.
  • 15. Prove Quantitative Utilizzo scrittura Il paziente deve comunicare delle informazioni utilizzando esclusivamente la scrittura. Viene fornita una tabella alfabetica, carta e matita.
  • 16.  Pre-test: Vengono fatte provare al paziente entrambe le modalità di scrittura. Si prosegue la prova con la modalità in cui il paziente ottiene il risultato migliore. Se il paziente non riesce a scrivere in nessuna delle due modalità la prova viene interrotta. È possibile fornire al paziente due facilitazioni per ogni item. Le facilitazioni possono essere:  ripetizione dell’item  aiuto nella scrittura La facilitazione usata va precisata nella tabella di correzione.
  • 17.  Prove PRE-TEST: Esempio: “Ora le scrivo il mio nome”. Il terapista prende la tastiera e indica le lettere che compongono il suo nome, poi prende carta e matita e ripete l’operazione. Si chiede poi al paziente di scrivere alcune lettere singole:  A  M  F  C Si chiede infine al paziente di scrivere nome e cognome.
  • 18.  Prova 1: Domande aperte semplici la cui risposta è una sola parola. Gli si fa un esempio: “Con che mezzo va a lavorare?”. Il terapista scrive ad esempio “auto”. Le altre domande che vengono poste sono:  “Qual è la sua stagione preferita?”  “Cosa le piace fare nel tempo libero?”  “Dove preferisce passare le vacanze?”  “Qual è il suo colore preferito?”  “E il suo dolce preferito?”
  • 19. La valutazione prevede l’attribuzione di un punteggio 0-1-2-3:  3= risposta corretta senza bisogno di facilitazioni,  2= risposta corretta dopo una facilitazione,  1= risposta corretta dopo due facilitazioni,  0= incapacità di rispondere anche dopo due facilitazioni. Punteggio massimo ottenibile: 15.
  • 20.  Prova 2: Vengono date al paziente cinque immagini sulla base delle quali deve costruire (per iscritto) frasi soggetto-verbooggetto (SVO). Le immagini proposte al paziente sono:  La ragazza suona la chitarra  Il signore legge il giornale  La signora stende i panni  La ragazza mangia il gelato  Il bambino guarda la televisione La valutazione è sempre 0-1-2-3: Punteggio massimo ottenibile: 15.
  • 22.  Prova 1: In questa prova si chiede al paziente di eseguire dei gesti sulla base di una consegna verbale. È possibile fornire al paziente due facilitazioni per ogni item. Le facilitazioni possono essere:  Proposta del gesto su imitazione  Ripetizione del gesto La facilitazione usata va precisata nella tabella di correzione.
  • 23. I gesti richiesti sono: Il gesto di “bere”, mettendo la mano a bicchiere e portandola verso la bocca.  Il gesto di “matto”, picchiettando l’indice sulla tempia.  Il gesto di “andare”, con la mano aperta, muovendo ritmicamente il polso.  Eseguire il gesto di “ascoltare”, abbracciando l’orecchio con la mano o picchiettando l’indice sull’orecchio.  Il gesto di “telefono”, mimando la cornetta con la mano.  Il gesto di “leggere”, con la mano aperta e le dita vicine come se fosse un libro.  Il gesto di “freddo”, battendo i denti  Il gesto di “stanco”, mettendo la mano davanti alla bocca aperta come per uno sbadiglio.  Il gesto di “dormire”, mettendo il palmo della mano vicino al viso.  Il gesto di “mangiare”, portando le dita unite fra loro verso la bocca.  La valutazione prevede l’attribuzione di un punteggio che va da 0 a 3. Punteggio massimo ottenibile: 30.
  • 24.  Prova 2 Vengono proposte frasi da comunicare con l’uso di gesti. È possibile fornire delle facilitazioni al paziente come:  ripetizione dell’item  correzione  suggerimento di un gesto Per ogni item è possibile fornire due facilitazioni.
  • 25. Le richieste che il terapista fornisce al paziente sono: Mi vuole dire che ha freddo.  Mi vuole dire che ha caldo.  Mi vuole dire che ha sete.  Mi vuole dire che vorrebbe leggere.  Mi vuole dire che ha bisogno di soldi.  Mi vuole dire di parlare più forte.  Mi vuole dire di mangiare perché è buono.  Mi vuole dire fare silenzio e ascoltare.  Mi vuole dire che è stanco e vuole dormire.  Mi vuole dire che vorrebbe andare a fare una passeggiata.  La valutazione usata è 0-1-2-3. Punteggio massimo ottenibile: 30.
  • 26. Prove Qualitative Prova di dialogo • Comunicazione a livello quotidiano. • Possibilità di utilizzo di qualsiasi strategia comunicativa (libretto immagini, scrittura, gesto, altro…).
  • 27. Vengono forniti al paziente vari setting, per ogni setting il terapista chiede al paziente come farebbe a risolvere, usando tutti gli strumenti di comunicazione in suo possesso, un determinato problema o situazione. I setting forniti al paziente sono tre:    In casa Al supermercato Al ristorante Per ogni setting vengono fatte tre richieste.
  • 28. È possibile fornire delle facilitazioni al paziente come:  Proposta di cambiare modalità.  Suggerimento di una modalità alternativa.  Domanda chiusa.  Altro (precisare cosa, ad es. correzione, ripetizione, …) Per ogni item è possibile fornire due facilitazioni. Le facilitazioni usate vanno precisate nella tabella di correzione.
  • 29. Esempio richieste setting: Al Ristorante • È al ristorante. Vorrebbe avere il menù. Come fa? • Le arriva il piatto di pasta che ha ordinato, ma si accorge che manca la forchetta. Deve chiedere al cameriere di portagliela. Come può fare? • Ha bisogno del bagno ma non sa dov’è. Deve chiedere al cameriere se le può indicare dove si trova. Come può fare?
  • 30. Prove Qualitative Prova di discorso libero • Si dà al paziente l’occasione di costruire liberamente un discorso attraverso una domanda generale. • Possibilità di utilizzo di qualsiasi strategia comunicativa (libretto immagini, scrittura, gesto, altro…).
  • 31.  Prova 1 La domanda che viene proposta al paziente è: “Vorrebbe raccontarmi un viaggio che ha fatto e che le è piaciuto molto?” Per guidare il paziente possono essere proposte le seguenti domande: In che paese è stato?  Per quale motivo?  Con chi?  Per quanto tempo? 
  • 32.  Prova 2 Il paziente si lascia assolutamente libero. Gli si chiede semplicemente di raccontare un viaggio che gli piacerebbe fare e il motivo per cui lo vorrebbe fare.
  • 33. Correzione Per ogni prova è prevista l’annotazione dei vari punteggi ottenuti e delle facilitazioni utilizzate su apposite tabelle. Per le prove di:  uso delle immagini  uso della scrittura  uso dei gesti È possibile una conversione dei punteggi grezzi in punteggi percentuali. Utilizzando i punteggi percentuali è poi possibile ottenere un grafico della prestazione del paziente nelle tre prove.
  • 34. • Tabelle di conversione del punteggio grezzo in punteggio percentuale • Grafico dove è possibile tracciare l’andamento della prestazione del paziente
  • 35. Campione di studio Pazienti con le seguenti caratteristiche:  Post-ictus con afasia Globale o Broca grave, con una nulla o scarsa produzione verbale  Capacità di comprensione sufficiente per comprendere le consegne  Vigili  In grado di collaborare  In fase sub-acuta o cronica (almeno un mese dopo l’evento ictale)
  • 36. Sulla base dei criteri elencati sono stati selezionati 10 pazienti. Ad ogni paziente sono state poi somministrate le seguenti prove: • AAT (Aachener Aphasie Test ) • Questionario sull’efficacia comunicativa (CETI da noi tradotto) • P.A.C.A. (Protocollo Afasia Comunicazione Aumentativa)
  • 37. Analisi dei dati C’è correlazione tra P.A.C.A. e AAT? No Il livello di correlazione trovato confrontando tra di loro le diverse prove è sempre stato non significativo (ρ < 0,7) Il P.A.C.A misura capacità diverse rispetto ad un test linguistico come l’AAT. C’è correlazione tra P.A.C.A. e CETI? No Il livello di correlazione trovato confrontando tra di loro le diverse prove è sempre stato non significativo (ρ < 0,7) Il P.A.C.A misura capacità diverse rispetto ad un questionario sull’efficacia comunicativa
  • 38. Paziente 6 • Buon utilizzo, alle prove quantitative, delle immagini e del gesto. • Uso spontaneo delle immagini nelle prove qualitative. • Reazione positiva all’utilizzo di strumenti di CAA. • Buona comprensione orale all’AAT. Buone possibilità di utilizzo di un sistema di comunicazione simbolico.
  • 39. Paziente 9 • Buon utilizzo, alle prove quantitative, solo delle immagini • Uso spontaneo delle immagini nelle prove qualitative. • Buona comprensione orale all’AAT. Possibile utilizzo di sistemi simbolici in trattamento come strumenti per favorire il recupero delle capacità verbali
  • 40. Paziente 3 • Buon utilizzo, alle prove quantitative, delle immagini e del gesto • Uso spontaneo del gesto nelle prove qualitative. • Buona comprensione orale e scritta all’AAT. • Reazione positiva all’utilizzo di strumenti di CAA. Buone possibilità di utilizzo di un sistema di comunicazione simbolico o gestuale
  • 41. Osservazioni  Importante da considerare è la reazione del paziente e dei familiari alle prove ACCETTAZIONE E USO SOCIALE DELLO STRUMENTO FAMIGLIA • Forti aspettative • Entusiasmo, soprattutto se paziente cronico • Disponibilità PAZIENTI • Nessuna reazione oppositiva • Alcuni a domande specifiche affermano che NON utilizzerebbero strumenti di CAA • Alcuni vedono lo strumento di CAA come una possibilità per tornare a comunicare
  • 42. Conclusioni Il P.A.C.A. si è rivelato:  uno strumento innovativo  capace di indirizzare la scelta del terapista di uno strumento di CAA  capace di evidenziare le strategie comunicative messe in atto spontaneamente dal paziente e quelle che invece potrebbero essere insegnate con successo  inoltre la possibilità di eseguire, sia un’analisi quantitativa che una qualitativa permette di avere una buona visione del livello comunicativo generale del paziente
  • 43. Sviluppi futuri  Scegliere sulla base delle informazioni raccolte, lo strumento più adatto per ogni paziente del nostro studio di ricerca  Avviare un trattamento volto a: • Ottimizzare l’utilizzo dello strumento di comunicazione scelto • Valutare il livello di generalizzazione e l’uso sociale effettivo dello strumento
  • 44. La messa a punto di un protocollo per valutare la comunicazione del paziente afasico è solo un piccolo passo che vuole essere uno spunto per ragionare maggiormente sulle possibilità comunicative che rimangono a questi pazienti, far riflettere sulla possibilità di poter garantire ad ogni persona il diritto alla comunicazione.