SlideShare une entreprise Scribd logo
1  sur  31
Télécharger pour lire hors ligne
I DISTURBI DEL
COMPORTAMENTO
Dott. Alessandro Suardi
(Psicologo  Psicoterapeuta cognitivo - comportamentale)
Studio: via XXV Aprile - 60021 – Camerano (AN)
Tel. 071-95786 - Cell. 347-6000580
Email: alesuardi@alice.it  
Siti internet: www.centroapprendimentospeciale.it
www.pegasopsicologia.it
DISTURBI DELLA CONDOTTA
• Persistente violazione dei diritti
fondamentali degli altri o delle regole della
società in cui la persona vive
• modalità ripetitive e persistenti di condotta
aggressiva, provocatoria e antisociale
• Aggressività e Distruzione di proprietà
• Furto,
• Frode e menzogna
• violazioni delle aspettative sociali in rapporto
all’età
• Limitati o meno al contesto familiare
• associati o meno alla ridotta socializzazione
• possono assumere la forma di disturbo
DISTURBI DELLA CONDOTTA
• Aspetti temperamentali: prima dei due anni
sono bambini spesso irritabili, non
collaborativi, arrabbiati e facilmente
frustrati
• Fase pre-scolare: rabbia, oppositività e
provocatorietà persistono e appaiono
comportamenti aggressivi più palesi
• Scuola elementare: stabilizzazione del
problema, compaiono anche i
comportamenti ntisociali covert, cioè
mentire, rubare, raggirare.
DISTURBI DELLA CONDOTTA
• Presente prevalentemente nella
popolazione maschile tra il 6 e il 16% dei
soggetti
DISTURBI DELLA CONDOTTA
• Elementari
• Prime esperienze di rifiuto sociale
• Affiliazione a gruppi antisociali
• Fallimento scolastico
• Demotivazione allo studio
• Medie
• Possono stabilizzarsi i comportamenti aggressivi
aperti e aumentare i comportamenti aggressivi coperti
• Atti vandalici
• Assenze frequenti da scuola
• Innesco di incendi
• Uso e abuso di sostanze
DISTURBI DELLA CONDOTTA
• Adolescenza
• Cristallizzazione dei comportamenti
• Atti criminosi
• Violenze
• Uso di armi
• Partecipazione a bande devianti
• Anticipo relazioni sessuali e gravidanze
indesiderate
• Abuso di droga e di alcool
• Un terzo dei bambini con Disturbo della
Condotta sviluppa un disturbo di personalità
antisociale in età adulta
DISTURBI DELLA CONDOTTA
• Fattori di rischio
• Biologici
• Lobi frontali: sistema di attivazione del
comportamento più attivo della norma e
sistema di inibizione del comportamento
meno attivo della norma
• Funzioni esecutive: scarsa capacità di
controllo e regolazione delle azioni
• Basso livello di serotonina e alto livello di
testosterone
• Predispongono alla vulnerabilità, ma i
fattori di rischio ambientali e gli eventi
stressanti incrementano la probabilità di
comparsa dei problemi
DISTURBI DELLA CONDOTTA - Fattori di rischio
• Familiari
• Depressione materna associata a comportamenti
coercitivi
• Ridotte interazioni positive (calore/affetto)
• Abuso di sostanze e comportamenti antisociali nei
genitori (soprattutto padre)
• Genitori che si percepiscono incapaci di regolare
il comportamento dei figli
• Genitori “distratti” verso i figli o troppo
rigidamente severi
• Genitori oscillanti in modo incoerente,
imprevedibile e caotico tra affetto senza freni e
indifferenza glaciale
• Attaccamento:
• insicuro ambivalente/resistente
DISTURBI DELLA CONDOTTA - Fattori di rischio
• Ambientali
• Svantaggio socioeconomico
• Modelli aggressivi adulti
DISTURBI DELLA CONDOTTA - da Klyen, Speltz e Greenberg (1996
• disturbi della condotta connessi a modelli
d’attaccamento evitanti o disorganizzati
• Alternanza di condotte di ritiro e isolamento del bambino,
con episodici e improvvisi scoppi d’ira.
• disturbo oppositivo-provocatorio con
comportamenti negativistici, provocatori, tirannici
e vincolanti verso il genitore
• stile relazionale coercitivo
DISTURBI DELLA CONDOTTA - da Fonagy e coll. (1997)
• I comportamenti violenti e criminali sono basati
su difficoltà metacognitive e di mentalizzazione
presenti in questi bambini.
• I deficit non consentirebbero loro di sviluppare
un’adeguata consapevolezza degli stati mentali
altrui e quindi un’appropriata considerazione dei
loro bisogni e sentimenti
DISTURBI DELLA CONDOTTA - INTERVENTI
• Modellamento su una figura di riferimento
• Role-play per gestire le situazioni difficili
soprattutto per la gestione dell’aggressività
• Aiutare l’autocontrollo e l’autoregolazione
• Insegnare la coerenza ai genitori
Disturbo oppositivo
provocatorio• Caratteristica fondamentale: modalità ricorrente di
comportamento negativistico, provocatorio, disobbediente, ed
ostile nei confronti delle figure dotate di autorità
• Deve persistere per almeno 6 mesi (Criterio A)
• E’ caratterizzato dalla presenza frequente di almeno uno dei
seguenti comportamenti:
• perdita di controllo e andare in collera facilmente (Criterio A1),
• litigi con gli adulti (Criterio A2),
• opposizione o sfida attivamente o si rifiuta di rispettare le richieste o
regole degli adulti (Criterio A3),
• azioni deliberate e intenzionali che irritano e danno fastidio agli altri
(Criterio A4),
• accusare gli altri dei propri sbagli o del proprio cattivo
comportamento (Criterio A5),
• essere suscettibile o facilmente infastidito dagli altri (Criterio A6),
• essere collerico, arrabbiato e rancoroso (Criterio A7),
• essere dispettoso o vendicativo (Criterio A8)
Disturbo oppositivo provocatorio
• I comportamenti si manifestano più frequentemente rispetto a
quanto si osserva tipicamente nei soggetti di età e livello di
sviluppo paragonabili e devono comportare una significativa
compromissione del funzionamento sociale, scolastico, o
lavorativo (Criterio B).
• I comportamenti negativistici ed oppositivi sono espressi con
persistente caparbietà, resistenza alle direttive, scarsa
disponibilità al compromesso, alla resa o alla negoziazione con
gli adulti o coi coetanei.
• L'oppositività può anche includere la deliberata o persistente
messa alla prova dei limiti, di solito ignorando gli ordini,
litigando e non accettando i rimproveri per i misfatti.
• L'ostilità può essere diretta contro gli adulti o i coetanei e viene
espressa disturbando deliberatamente gli altri o con
aggressioni verbali (di solito senza le più gravi aggressioni
fisiche osservate nel Disturbo della Condotta.
Disturbo oppositivo provocatorio
• Le manifestazioni del disturbo sono quasi
invariabilmente presenti nell'ambiente
familiare, ma possono non essere evidenti a
scuola o nella comunità.
• I sintomi del disturbo sono tipicamente più
evidenti nelle interazioni con gli adulti o i
coetanei che il soggetto conosce bene e
possono quindi non manifestarsi durante
l'esame clinico.
• Importante confrontare il comportamento a
casa e a scuola o in altri contesti
• Valutare se e come si manifestano
(qualità/intensità) i comportamenti oppositivi a
seconda dei contesti
Disturbo oppositivo provocatorio
• Durante l'età scolare, possono esservi scarsa autostima, labilità
d'umore, scarsa tolleranza alla frustrazione, uso improprio delle
espressioni linguistiche, uso precoce di alcool, tabacco e
sostanze illecite.
• Vi sono spesso conflitti con i genitori, gli insegnanti, e i coetanei.
• Spesso si innescano cicli interpersonali disfunzionali in cui adulto
e bambino entrano in competizione o simmetria aumentando
aggressività e violenza
• Il Disturbo Oppositivo Provocatorio ha maggiore prevalenza nelle
famiglie in cui l'accudimento del bambino è turbato da un
susseguirsi di diverse persone preposte all'accudimento stesso, o
in famiglie in cui sono comuni pratiche educative rigide,
incoerenti, o distratte.
• Diviene di solito evidente prima degli 8 anni di età e di solito non
più tardi dell'adolescenza. I sintomi di opposizione spesso
emergono nell'ambiente familiare ma col tempo possono
Aiutare il bambino sul piano comportamentale,
cognitivo e della regolazione delle emozioni
• Aiutare a riconoscere
• La qualità e le caratteristiche della rabbia
• Gli antecendenti e le cause della rabbia
• I pensieri sottostanti all’attivazione della rabbia
• I precursori della perdita di controllo
• Le strategie che possono aiutare a dilazionare la
risposta di rabbia
• Esplorare se ci sono altre emozioni nascoste sotto
la rabbia (es. tristezza)
• Comprendere la funzione relazionale della
disregolazione emotiva e del comportamento nel
rapporto bambino/adulti
Aiutare anche i genitori a capire che ….
• … non è vero che la causa (e di conseguenza la
soluzione) delle difficoltà del figlio riguardi solo il
bambino e non il genitore o l’interazione tra l'uno e
l'altro.
• … non è vero che le difficoltà del bambino vadano
spiegate facendo riferimento alle sue caratteristiche
stabili e disposizionali di personalità : «E’ fatto
così».
• … non è vero che
• …il bambino sia responsabili dei suoi comportamenti
• … il bambino intenzionalmente si comporti male
manifestando rabbia o ripicche/dispetti nei confronti
dei genitori
I genitori vanno aiutati a capire che…
• … il modo in cui si regolano con il bambino può
essere usato per modificare l’attuale situazione
• … si può diventare competenti e capaci di
fronteggiare il comportamento del bambino
• … non è totalmente causa loro, perché non sono
bravi genitori.
• Questi pensieri negativi e pessimistici dei genitori
sono importanti e vanno fatti emergere perchè, non
solo generano stati emotivi negativi (per esempio
rabbia e frustrazione), ma li inducono anche ad
assumere delle pratiche disciplinari fallimentari o
peggiorative.
Il bullismo
• Interazione deviata tra coetanei in cui un
attore è protagonista di atti di aggressione
e prevaricazione utilizzata in maniera
continuativa verso soggetti particolarmente
deboli e incapaci di difendersi (la vittima)
• Particolare comportamento a rischio
all’interno dei comportamenti aggressivi e
segnale di disadattamento sociale
• È l’espressione di un disagio sia
nell’aggressore che nella vittima
• Studiato a partire dagli anni ‘70
Il bullismo
• Condizioni per parlare di bullismo
• Asimmetria/squilibrio nella relazione (forza
o controllo della situazione)
• Volontà/intenzionalità di arrecare danno -
percezione di una sopraffazione
• Mancanza di compassione
• Sistematicità: le aggressioni si ripetono in
modo continuo e perseverante nel tempo
• Potere del bullo e vulnerabilità della vittima
• Mancanza di sostegno sociale per la vittima
• Cronicizzazione di questa relazione
Il bullismo
• Bullismo diretto
• Attacchi relativamente aperti che tendono a
ferire la vittima immediatamente
• Fisico
• Verbale
• Bullismo indiretto
• Isolamento sociale intenzionale esclusione
dal gruppo
• Diffondere pettegolezzi
• Isolare dal gruppo
Il bullismo
• Il bullo
• Tende a dominare e usare la forza fisica per
imporsi
• Fatica a rispettare le regole
• Bassa tolleranza alle frustrazioni
• Alta irritabilità e reattività
• Apparentemente alto livello di autostima
• Oppositivo verso gli adulti
• Comportamenti antisociali
• Rendimento vario tendente al basso
Il bullismo
• La vittima
• Ansioso
• Insicuro
• Bassa autostima e opinione negativca di sè
• Fisicamente più debole dei compagni
• Cauto, riservato passivo
• Bassa assertività
• Impaurito per la propria incolumità fisica
• Si rapporta meglio con gli adulti
• A volte iperattivo e goffo
• Abitudini irritanti e a volte sgradito anche agli adulti
Il bullismo
• Come riconoscere una vittima
• A scuola
• Intimidito, comandato e sottomesso dai compagni
• Oggetto di derisione
• Lividi o feriti di cui non si può dare spiegazione naturale
• Aggredito fisicamente senza che possa difendersi
• Solo e escluso dai pari, tende a stare con gli adulti
• Ansioso e insicuro in aula, difficoltà a parlare
• Rendimento scolastico in peggioramento graduale
• A casa
• Isolato, non invita i compagni a casa sua, non ha amici
• Riluttante e timoroso di andare a scuola la mattina
• Chiede di fare strade diverse o in modo diverso dagli altri
• Scatti d’umore e instabilità emotiva, mal di testa, disturbi
del sonno
• Progressiva perdita di interesse per la scuola
• Richieste di denaro ingiustificate
Il bullismo
• Bullo: percorso a rischio verso
comportamenti devianti nell’età adulta
• 45% degli ex-bulli a 24 anni condannati dal
tribunale per almeno 3 crimini
• Vittima: depressione, ansia, insicurezza,
scarsa autostima e passività nelle relazioni
sociali; ostacolo al benessere sociale e
all’adattamento scolastico, difficoltà di
apprendimento
Il bullismo
• Dai 7-8 a 14-15 anni
• Prevalentemente elementari e medie,
soprattutto nella scuola
• Con l’età diminuisce la frequenza ma si
radicalizzano i ruoli, da cui è sempre più
difficile uscire
• 41% di bambini alle elementari e 26% alle
medie dichiarano di essere vittime dei bulli
(Fonzi, 1997)
• Più maschi che femmine (che però ci sono)
• Prepotenze di tipo fisico: 42% elementari,
21% medie (Fonzi, 1997)
Il bullismo
• Fattori di rischio
• Non le condizioni socio-economiche
• Stile educativo e familiare aggressivo e/o
violento
• Genitori poco coinvolti e poco partecipi alla
vita del figlio, ridotta condivisione delle sue
esperienze
• Incoerenza nelle norme e nelle punizioni
• Stile educativo permissivo e tollerante
• punizioni corporali violente e usate in modo
coerecitivo
• Ostilità verso l’ambiente
• Difficoltà a riconoscere le emozioni
• Deficit sulla rabbia per le vittime
Il bullismo
• Intervento
• Non solo la scuola, ma anche la famiglia e le
istituzioni
• Necessitano tempi lunghi
• Creare spazi per far lavorare sulle relazioni
sociali
• Per la vittima: acquisire maggior fiducia
• Per il bullo: acquisire la capacità di porsi in
maniera socialmente accettabile
Il bullismo - Intervento
• Scuola
• Coordinamento insegnanti
• Supervisione nelle ore d’intervallo e mensa
• Spazi adeguati di ricreazione
• Contatti genitori/insegnanti
• Classe
• Esplicitare le regole sul bullismo a tutta la classe
• Non si deve prevaricare gli altri, Aiutare chi è
prevaricato,Coinvolgere chi è isolato
• Concordare le sanzioni, chiarendo quale specifico
comportamento viene punito
• Elogi positivi ai comportamenti adeguati - soprattutto ai
soggetti aggressivi quando non usano tale modalità
• Discussione in classe sul bullismo
• Attuare l’apprendimento cooperativo e attività
cooperative
Il bullismo - Intervento
• Individuo
• Colloqui con i soggetti identificati come bulli e
vittime
• Colloqui con i genitori dei soggetti per aiutarli
a intervenire in modo adeguato
• Gruppi
• Gruppo dei pari
• Fare leva sulle capacità prosociali e
empatiche dei ragazzi
• Modificare le dinamiche di gruppo
• Usare i compagni come appoggio

Contenu connexe

Tendances

Problemi comportamentali a scuola
Problemi comportamentali a scuolaProblemi comportamentali a scuola
Problemi comportamentali a scuolaimartini
 
La gestione dsa_in_classe_aspetti_psicologici_[modalità_compatibilità]
La gestione dsa_in_classe_aspetti_psicologici_[modalità_compatibilità]La gestione dsa_in_classe_aspetti_psicologici_[modalità_compatibilità]
La gestione dsa_in_classe_aspetti_psicologici_[modalità_compatibilità]imartini
 
Dott.ssa daniela-simonetti c
Dott.ssa daniela-simonetti cDott.ssa daniela-simonetti c
Dott.ssa daniela-simonetti cimartini
 
Psicologia clinica dello sviluppo
Psicologia clinica dello sviluppoPsicologia clinica dello sviluppo
Psicologia clinica dello sviluppoimartini
 
Ddai d.condotta bullismo-evolutiva
Ddai d.condotta bullismo-evolutivaDdai d.condotta bullismo-evolutiva
Ddai d.condotta bullismo-evolutivaimartini
 
Marzocchi le caratteristiche-principali_del_bambino_disat
Marzocchi le caratteristiche-principali_del_bambino_disatMarzocchi le caratteristiche-principali_del_bambino_disat
Marzocchi le caratteristiche-principali_del_bambino_disatimartini
 
D eficit attenzione e iperattività c
D eficit attenzione e iperattività cD eficit attenzione e iperattività c
D eficit attenzione e iperattività cimartini
 
corso 3) sottorendimento - alto potenziale cognitivo
corso 3)  sottorendimento - alto potenziale cognitivocorso 3)  sottorendimento - alto potenziale cognitivo
corso 3) sottorendimento - alto potenziale cognitivoGiovanni Galli
 

Tendances (12)

Problemi comportamentali a scuola
Problemi comportamentali a scuolaProblemi comportamentali a scuola
Problemi comportamentali a scuola
 
Adhd v
Adhd vAdhd v
Adhd v
 
La gestione dsa_in_classe_aspetti_psicologici_[modalità_compatibilità]
La gestione dsa_in_classe_aspetti_psicologici_[modalità_compatibilità]La gestione dsa_in_classe_aspetti_psicologici_[modalità_compatibilità]
La gestione dsa_in_classe_aspetti_psicologici_[modalità_compatibilità]
 
Adhd rev
Adhd revAdhd rev
Adhd rev
 
Dott.ssa daniela-simonetti c
Dott.ssa daniela-simonetti cDott.ssa daniela-simonetti c
Dott.ssa daniela-simonetti c
 
Adhd 2011
Adhd 2011Adhd 2011
Adhd 2011
 
Psicologia clinica dello sviluppo
Psicologia clinica dello sviluppoPsicologia clinica dello sviluppo
Psicologia clinica dello sviluppo
 
Ddai d.condotta bullismo-evolutiva
Ddai d.condotta bullismo-evolutivaDdai d.condotta bullismo-evolutiva
Ddai d.condotta bullismo-evolutiva
 
Marzocchi le caratteristiche-principali_del_bambino_disat
Marzocchi le caratteristiche-principali_del_bambino_disatMarzocchi le caratteristiche-principali_del_bambino_disat
Marzocchi le caratteristiche-principali_del_bambino_disat
 
D eficit attenzione e iperattività c
D eficit attenzione e iperattività cD eficit attenzione e iperattività c
D eficit attenzione e iperattività c
 
corso 3) sottorendimento - alto potenziale cognitivo
corso 3)  sottorendimento - alto potenziale cognitivocorso 3)  sottorendimento - alto potenziale cognitivo
corso 3) sottorendimento - alto potenziale cognitivo
 
Adhd
AdhdAdhd
Adhd
 

En vedette

Anoressiabulimia v
Anoressiabulimia vAnoressiabulimia v
Anoressiabulimia vimartini
 
Disturbi del comportamento alimentare
Disturbi del comportamento alimentareDisturbi del comportamento alimentare
Disturbi del comportamento alimentareDina Malgieri
 
Puglia Sociale. Legge Regionale - Disciplina del Sistema Integrato dei Serviz...
Puglia Sociale. Legge Regionale - Disciplina del Sistema Integrato dei Serviz...Puglia Sociale. Legge Regionale - Disciplina del Sistema Integrato dei Serviz...
Puglia Sociale. Legge Regionale - Disciplina del Sistema Integrato dei Serviz...EUROsociAL II
 
Legge 328/2000: la riforma incompiuta dei servizi sociali
Legge 328/2000: la riforma incompiuta dei servizi socialiLegge 328/2000: la riforma incompiuta dei servizi sociali
Legge 328/2000: la riforma incompiuta dei servizi socialiFranco Pesaresi
 
Indicazioni insegnanti di_bambini_ragazzi_adhd
Indicazioni insegnanti di_bambini_ragazzi_adhdIndicazioni insegnanti di_bambini_ragazzi_adhd
Indicazioni insegnanti di_bambini_ragazzi_adhdimartini
 
Disturbi psicologici dell_eta_evolutiva v
Disturbi psicologici dell_eta_evolutiva vDisturbi psicologici dell_eta_evolutiva v
Disturbi psicologici dell_eta_evolutiva vimartini
 
Ruolo insegnante-intervento-comportamentale-in-classe b
Ruolo insegnante-intervento-comportamentale-in-classe bRuolo insegnante-intervento-comportamentale-in-classe b
Ruolo insegnante-intervento-comportamentale-in-classe bimartini
 
Il counselling come strumento di promozione della salute
Il counselling come strumento di promozione della saluteIl counselling come strumento di promozione della salute
Il counselling come strumento di promozione della salutevalenviolan
 
Disturbi psicosomatici
Disturbi psicosomaticiDisturbi psicosomatici
Disturbi psicosomaticiimartini
 
Adhd bambini e-ragazzi-problemi-attenzione-iperattività 1
Adhd bambini e-ragazzi-problemi-attenzione-iperattività 1Adhd bambini e-ragazzi-problemi-attenzione-iperattività 1
Adhd bambini e-ragazzi-problemi-attenzione-iperattività 1imartini
 
Servizio di consulenza educativa per le famiglie hai una domanda da fare
Servizio di consulenza educativa per le famiglie hai una domanda da fareServizio di consulenza educativa per le famiglie hai una domanda da fare
Servizio di consulenza educativa per le famiglie hai una domanda da farePORTALE PAQ
 
Drunkoressia - giovani, magri e ubriachi
Drunkoressia - giovani, magri e ubriachiDrunkoressia - giovani, magri e ubriachi
Drunkoressia - giovani, magri e ubriachiGabriele Colombo
 
Webinar Lo Psicologo consulente sul sonno dei bambini
Webinar  Lo Psicologo consulente sul sonno dei bambiniWebinar  Lo Psicologo consulente sul sonno dei bambini
Webinar Lo Psicologo consulente sul sonno dei bambiniNicola Piccinini
 
Elena Riva - Dal Corpo alla Parola nella Clinica dei Disturbi Alimentari
Elena Riva - Dal Corpo alla Parola nella Clinica dei Disturbi AlimentariElena Riva - Dal Corpo alla Parola nella Clinica dei Disturbi Alimentari
Elena Riva - Dal Corpo alla Parola nella Clinica dei Disturbi AlimentariIstitutoMinotauro
 
ADHD - Strategie educative e didattiche di intervento
ADHD - Strategie educative e didattiche di interventoADHD - Strategie educative e didattiche di intervento
ADHD - Strategie educative e didattiche di interventoCTI_Area_Ulss7
 

En vedette (20)

Anoressiabulimia v
Anoressiabulimia vAnoressiabulimia v
Anoressiabulimia v
 
Disturbi del comportamento alimentare
Disturbi del comportamento alimentareDisturbi del comportamento alimentare
Disturbi del comportamento alimentare
 
Puglia Sociale. Legge Regionale - Disciplina del Sistema Integrato dei Serviz...
Puglia Sociale. Legge Regionale - Disciplina del Sistema Integrato dei Serviz...Puglia Sociale. Legge Regionale - Disciplina del Sistema Integrato dei Serviz...
Puglia Sociale. Legge Regionale - Disciplina del Sistema Integrato dei Serviz...
 
Legge 328/2000: la riforma incompiuta dei servizi sociali
Legge 328/2000: la riforma incompiuta dei servizi socialiLegge 328/2000: la riforma incompiuta dei servizi sociali
Legge 328/2000: la riforma incompiuta dei servizi sociali
 
Scheda legge 328_2000
Scheda legge 328_2000Scheda legge 328_2000
Scheda legge 328_2000
 
Disturbi alimentari 2 ¦g
Disturbi alimentari 2 ¦gDisturbi alimentari 2 ¦g
Disturbi alimentari 2 ¦g
 
Indicazioni insegnanti di_bambini_ragazzi_adhd
Indicazioni insegnanti di_bambini_ragazzi_adhdIndicazioni insegnanti di_bambini_ragazzi_adhd
Indicazioni insegnanti di_bambini_ragazzi_adhd
 
Disturbi psicologici dell_eta_evolutiva v
Disturbi psicologici dell_eta_evolutiva vDisturbi psicologici dell_eta_evolutiva v
Disturbi psicologici dell_eta_evolutiva v
 
Ruolo insegnante-intervento-comportamentale-in-classe b
Ruolo insegnante-intervento-comportamentale-in-classe bRuolo insegnante-intervento-comportamentale-in-classe b
Ruolo insegnante-intervento-comportamentale-in-classe b
 
Il counselling come strumento di promozione della salute
Il counselling come strumento di promozione della saluteIl counselling come strumento di promozione della salute
Il counselling come strumento di promozione della salute
 
Disturbi psicosomatici
Disturbi psicosomaticiDisturbi psicosomatici
Disturbi psicosomatici
 
Adhd bambini e-ragazzi-problemi-attenzione-iperattività 1
Adhd bambini e-ragazzi-problemi-attenzione-iperattività 1Adhd bambini e-ragazzi-problemi-attenzione-iperattività 1
Adhd bambini e-ragazzi-problemi-attenzione-iperattività 1
 
Alimentazione
AlimentazioneAlimentazione
Alimentazione
 
Servizio di consulenza educativa per le famiglie hai una domanda da fare
Servizio di consulenza educativa per le famiglie hai una domanda da fareServizio di consulenza educativa per le famiglie hai una domanda da fare
Servizio di consulenza educativa per le famiglie hai una domanda da fare
 
Drunkoressia - giovani, magri e ubriachi
Drunkoressia - giovani, magri e ubriachiDrunkoressia - giovani, magri e ubriachi
Drunkoressia - giovani, magri e ubriachi
 
Webinar Lo Psicologo consulente sul sonno dei bambini
Webinar  Lo Psicologo consulente sul sonno dei bambiniWebinar  Lo Psicologo consulente sul sonno dei bambini
Webinar Lo Psicologo consulente sul sonno dei bambini
 
2015.06.08 webinar consulenza sonno bambini
2015.06.08   webinar consulenza sonno bambini2015.06.08   webinar consulenza sonno bambini
2015.06.08 webinar consulenza sonno bambini
 
Elena Riva - Dal Corpo alla Parola nella Clinica dei Disturbi Alimentari
Elena Riva - Dal Corpo alla Parola nella Clinica dei Disturbi AlimentariElena Riva - Dal Corpo alla Parola nella Clinica dei Disturbi Alimentari
Elena Riva - Dal Corpo alla Parola nella Clinica dei Disturbi Alimentari
 
Continuità
ContinuitàContinuità
Continuità
 
ADHD - Strategie educative e didattiche di intervento
ADHD - Strategie educative e didattiche di interventoADHD - Strategie educative e didattiche di intervento
ADHD - Strategie educative e didattiche di intervento
 

Similaire à I disturbi del comportamento c

Adhd vicenza
Adhd vicenza Adhd vicenza
Adhd vicenza imartini
 
Ddai d.condotta bullismo-evolutiva
Ddai d.condotta bullismo-evolutivaDdai d.condotta bullismo-evolutiva
Ddai d.condotta bullismo-evolutivaimartini
 
Problemi comportamentali a scuola
Problemi comportamentali a scuolaProblemi comportamentali a scuola
Problemi comportamentali a scuolaimartini
 
Problemi comportamentali a scuola n
Problemi comportamentali a scuola nProblemi comportamentali a scuola n
Problemi comportamentali a scuola nimartini
 
Le Pillole di Sapyent - il Bullismo
Le Pillole di Sapyent - il BullismoLe Pillole di Sapyent - il Bullismo
Le Pillole di Sapyent - il BullismoLuca Cenci
 
Problemi comportamentali a scuola b
Problemi comportamentali a scuola bProblemi comportamentali a scuola b
Problemi comportamentali a scuola bimartini
 
Disturbi condotta v
Disturbi condotta vDisturbi condotta v
Disturbi condotta vimartini
 
Il disagio giovanile e i comportamenti ad esso collegati by G. Bonfante
Il disagio giovanile e i comportamenti ad esso collegati by G. BonfanteIl disagio giovanile e i comportamenti ad esso collegati by G. Bonfante
Il disagio giovanile e i comportamenti ad esso collegati by G. BonfantePaolo Madeyski
 
Sviluppo socio relazionale 1
Sviluppo socio relazionale 1Sviluppo socio relazionale 1
Sviluppo socio relazionale 1imartini
 
Disturbi della condotta 1
Disturbi della condotta 1Disturbi della condotta 1
Disturbi della condotta 1imartini
 
Disturbi della condotta 2
Disturbi della condotta 2Disturbi della condotta 2
Disturbi della condotta 2imartini
 
Dott.ssa daniela-simonetti cc
Dott.ssa daniela-simonetti ccDott.ssa daniela-simonetti cc
Dott.ssa daniela-simonetti ccimartini
 
La gestione dsa_in_classe_aspetti_psicologici
La gestione dsa_in_classe_aspetti_psicologiciLa gestione dsa_in_classe_aspetti_psicologici
La gestione dsa_in_classe_aspetti_psicologiciimartini
 
Bullismo tra i_banchi 1
Bullismo tra i_banchi 1Bullismo tra i_banchi 1
Bullismo tra i_banchi 1imartini
 
Marzocchi le caratteristiche-principali_del_bambino_disat
Marzocchi le caratteristiche-principali_del_bambino_disatMarzocchi le caratteristiche-principali_del_bambino_disat
Marzocchi le caratteristiche-principali_del_bambino_disatimartini
 

Similaire à I disturbi del comportamento c (20)

Adhd
Adhd Adhd
Adhd
 
Adhd vicenza
Adhd vicenza Adhd vicenza
Adhd vicenza
 
Ddai d.condotta bullismo-evolutiva
Ddai d.condotta bullismo-evolutivaDdai d.condotta bullismo-evolutiva
Ddai d.condotta bullismo-evolutiva
 
Problemi comportamentali a scuola
Problemi comportamentali a scuolaProblemi comportamentali a scuola
Problemi comportamentali a scuola
 
Problemi comportamentali a scuola n
Problemi comportamentali a scuola nProblemi comportamentali a scuola n
Problemi comportamentali a scuola n
 
Le Pillole di Sapyent - il Bullismo
Le Pillole di Sapyent - il BullismoLe Pillole di Sapyent - il Bullismo
Le Pillole di Sapyent - il Bullismo
 
Problemi comportamentali a scuola b
Problemi comportamentali a scuola bProblemi comportamentali a scuola b
Problemi comportamentali a scuola b
 
Capricci a Tavola
Capricci a TavolaCapricci a Tavola
Capricci a Tavola
 
Lezione 5
Lezione 5Lezione 5
Lezione 5
 
Disturbi condotta v
Disturbi condotta vDisturbi condotta v
Disturbi condotta v
 
38325
3832538325
38325
 
Il disagio giovanile e i comportamenti ad esso collegati by G. Bonfante
Il disagio giovanile e i comportamenti ad esso collegati by G. BonfanteIl disagio giovanile e i comportamenti ad esso collegati by G. Bonfante
Il disagio giovanile e i comportamenti ad esso collegati by G. Bonfante
 
Modelli familiari
Modelli familiariModelli familiari
Modelli familiari
 
Sviluppo socio relazionale 1
Sviluppo socio relazionale 1Sviluppo socio relazionale 1
Sviluppo socio relazionale 1
 
Disturbi della condotta 1
Disturbi della condotta 1Disturbi della condotta 1
Disturbi della condotta 1
 
Disturbi della condotta 2
Disturbi della condotta 2Disturbi della condotta 2
Disturbi della condotta 2
 
Dott.ssa daniela-simonetti cc
Dott.ssa daniela-simonetti ccDott.ssa daniela-simonetti cc
Dott.ssa daniela-simonetti cc
 
La gestione dsa_in_classe_aspetti_psicologici
La gestione dsa_in_classe_aspetti_psicologiciLa gestione dsa_in_classe_aspetti_psicologici
La gestione dsa_in_classe_aspetti_psicologici
 
Bullismo tra i_banchi 1
Bullismo tra i_banchi 1Bullismo tra i_banchi 1
Bullismo tra i_banchi 1
 
Marzocchi le caratteristiche-principali_del_bambino_disat
Marzocchi le caratteristiche-principali_del_bambino_disatMarzocchi le caratteristiche-principali_del_bambino_disat
Marzocchi le caratteristiche-principali_del_bambino_disat
 

Plus de imartini

2 parliamo e discutiamo del bullismo
2 parliamo e discutiamo del bullismo2 parliamo e discutiamo del bullismo
2 parliamo e discutiamo del bullismoimartini
 
Scheda bambino
Scheda bambinoScheda bambino
Scheda bambinoimartini
 
Subitizing
SubitizingSubitizing
Subitizingimartini
 
intelligenza emotiva
intelligenza emotivaintelligenza emotiva
intelligenza emotivaimartini
 
Il quaderno delle_regole_di_matematica
Il quaderno delle_regole_di_matematicaIl quaderno delle_regole_di_matematica
Il quaderno delle_regole_di_matematicaimartini
 
comunicazione_non_verbale
 comunicazione_non_verbale comunicazione_non_verbale
comunicazione_non_verbaleimartini
 
osservazione fattoei di rischio dsa
osservazione fattoei  di rischio dsaosservazione fattoei  di rischio dsa
osservazione fattoei di rischio dsaimartini
 
Prerequisiti
Prerequisiti Prerequisiti
Prerequisiti imartini
 
Per sito-prerequisiti-letto-scrittura
Per sito-prerequisiti-letto-scrittura Per sito-prerequisiti-letto-scrittura
Per sito-prerequisiti-letto-scrittura imartini
 
Dispensa dsa
Dispensa  dsaDispensa  dsa
Dispensa dsaimartini
 
Dentro ai dsa n
Dentro ai dsa nDentro ai dsa n
Dentro ai dsa nimartini
 
stili di apprendimento
stili di apprendimentostili di apprendimento
stili di apprendimentoimartini
 
Dsa fasce eta
Dsa  fasce etaDsa  fasce eta
Dsa fasce etaimartini
 
Sviluppo percettivomotorio
Sviluppo percettivomotorio Sviluppo percettivomotorio
Sviluppo percettivomotorio imartini
 
prerequisiti della scrittura
prerequisiti della scritturaprerequisiti della scrittura
prerequisiti della scritturaimartini
 

Plus de imartini (20)

2 parliamo e discutiamo del bullismo
2 parliamo e discutiamo del bullismo2 parliamo e discutiamo del bullismo
2 parliamo e discutiamo del bullismo
 
Scheda bambino
Scheda bambinoScheda bambino
Scheda bambino
 
Subitizing
SubitizingSubitizing
Subitizing
 
intelligenza emotiva
intelligenza emotivaintelligenza emotiva
intelligenza emotiva
 
Il quaderno delle_regole_di_matematica
Il quaderno delle_regole_di_matematicaIl quaderno delle_regole_di_matematica
Il quaderno delle_regole_di_matematica
 
comunicazione_non_verbale
 comunicazione_non_verbale comunicazione_non_verbale
comunicazione_non_verbale
 
Adhd u
Adhd uAdhd u
Adhd u
 
DSA
DSADSA
DSA
 
osservazione fattoei di rischio dsa
osservazione fattoei  di rischio dsaosservazione fattoei  di rischio dsa
osservazione fattoei di rischio dsa
 
Prerequisiti
Prerequisiti Prerequisiti
Prerequisiti
 
Per sito-prerequisiti-letto-scrittura
Per sito-prerequisiti-letto-scrittura Per sito-prerequisiti-letto-scrittura
Per sito-prerequisiti-letto-scrittura
 
scrittura
scritturascrittura
scrittura
 
Dispensa dsa
Dispensa  dsaDispensa  dsa
Dispensa dsa
 
Dentro ai dsa n
Dentro ai dsa nDentro ai dsa n
Dentro ai dsa n
 
dislessia
dislessiadislessia
dislessia
 
stili di apprendimento
stili di apprendimentostili di apprendimento
stili di apprendimento
 
DSA
DSADSA
DSA
 
Dsa fasce eta
Dsa  fasce etaDsa  fasce eta
Dsa fasce eta
 
Sviluppo percettivomotorio
Sviluppo percettivomotorio Sviluppo percettivomotorio
Sviluppo percettivomotorio
 
prerequisiti della scrittura
prerequisiti della scritturaprerequisiti della scrittura
prerequisiti della scrittura
 

I disturbi del comportamento c

  • 1. I DISTURBI DEL COMPORTAMENTO Dott. Alessandro Suardi (Psicologo  Psicoterapeuta cognitivo - comportamentale) Studio: via XXV Aprile - 60021 – Camerano (AN) Tel. 071-95786 - Cell. 347-6000580 Email: alesuardi@alice.it   Siti internet: www.centroapprendimentospeciale.it www.pegasopsicologia.it
  • 2. DISTURBI DELLA CONDOTTA • Persistente violazione dei diritti fondamentali degli altri o delle regole della società in cui la persona vive • modalità ripetitive e persistenti di condotta aggressiva, provocatoria e antisociale • Aggressività e Distruzione di proprietà • Furto, • Frode e menzogna • violazioni delle aspettative sociali in rapporto all’età • Limitati o meno al contesto familiare • associati o meno alla ridotta socializzazione • possono assumere la forma di disturbo
  • 3. DISTURBI DELLA CONDOTTA • Aspetti temperamentali: prima dei due anni sono bambini spesso irritabili, non collaborativi, arrabbiati e facilmente frustrati • Fase pre-scolare: rabbia, oppositività e provocatorietà persistono e appaiono comportamenti aggressivi più palesi • Scuola elementare: stabilizzazione del problema, compaiono anche i comportamenti ntisociali covert, cioè mentire, rubare, raggirare.
  • 4. DISTURBI DELLA CONDOTTA • Presente prevalentemente nella popolazione maschile tra il 6 e il 16% dei soggetti
  • 5. DISTURBI DELLA CONDOTTA • Elementari • Prime esperienze di rifiuto sociale • Affiliazione a gruppi antisociali • Fallimento scolastico • Demotivazione allo studio • Medie • Possono stabilizzarsi i comportamenti aggressivi aperti e aumentare i comportamenti aggressivi coperti • Atti vandalici • Assenze frequenti da scuola • Innesco di incendi • Uso e abuso di sostanze
  • 6. DISTURBI DELLA CONDOTTA • Adolescenza • Cristallizzazione dei comportamenti • Atti criminosi • Violenze • Uso di armi • Partecipazione a bande devianti • Anticipo relazioni sessuali e gravidanze indesiderate • Abuso di droga e di alcool • Un terzo dei bambini con Disturbo della Condotta sviluppa un disturbo di personalità antisociale in età adulta
  • 7. DISTURBI DELLA CONDOTTA • Fattori di rischio • Biologici • Lobi frontali: sistema di attivazione del comportamento più attivo della norma e sistema di inibizione del comportamento meno attivo della norma • Funzioni esecutive: scarsa capacità di controllo e regolazione delle azioni • Basso livello di serotonina e alto livello di testosterone • Predispongono alla vulnerabilità, ma i fattori di rischio ambientali e gli eventi stressanti incrementano la probabilità di comparsa dei problemi
  • 8. DISTURBI DELLA CONDOTTA - Fattori di rischio • Familiari • Depressione materna associata a comportamenti coercitivi • Ridotte interazioni positive (calore/affetto) • Abuso di sostanze e comportamenti antisociali nei genitori (soprattutto padre) • Genitori che si percepiscono incapaci di regolare il comportamento dei figli • Genitori “distratti” verso i figli o troppo rigidamente severi • Genitori oscillanti in modo incoerente, imprevedibile e caotico tra affetto senza freni e indifferenza glaciale • Attaccamento: • insicuro ambivalente/resistente
  • 9. DISTURBI DELLA CONDOTTA - Fattori di rischio • Ambientali • Svantaggio socioeconomico • Modelli aggressivi adulti
  • 10. DISTURBI DELLA CONDOTTA - da Klyen, Speltz e Greenberg (1996 • disturbi della condotta connessi a modelli d’attaccamento evitanti o disorganizzati • Alternanza di condotte di ritiro e isolamento del bambino, con episodici e improvvisi scoppi d’ira. • disturbo oppositivo-provocatorio con comportamenti negativistici, provocatori, tirannici e vincolanti verso il genitore • stile relazionale coercitivo
  • 11. DISTURBI DELLA CONDOTTA - da Fonagy e coll. (1997) • I comportamenti violenti e criminali sono basati su difficoltà metacognitive e di mentalizzazione presenti in questi bambini. • I deficit non consentirebbero loro di sviluppare un’adeguata consapevolezza degli stati mentali altrui e quindi un’appropriata considerazione dei loro bisogni e sentimenti
  • 12. DISTURBI DELLA CONDOTTA - INTERVENTI • Modellamento su una figura di riferimento • Role-play per gestire le situazioni difficili soprattutto per la gestione dell’aggressività • Aiutare l’autocontrollo e l’autoregolazione • Insegnare la coerenza ai genitori
  • 13. Disturbo oppositivo provocatorio• Caratteristica fondamentale: modalità ricorrente di comportamento negativistico, provocatorio, disobbediente, ed ostile nei confronti delle figure dotate di autorità • Deve persistere per almeno 6 mesi (Criterio A) • E’ caratterizzato dalla presenza frequente di almeno uno dei seguenti comportamenti: • perdita di controllo e andare in collera facilmente (Criterio A1), • litigi con gli adulti (Criterio A2), • opposizione o sfida attivamente o si rifiuta di rispettare le richieste o regole degli adulti (Criterio A3), • azioni deliberate e intenzionali che irritano e danno fastidio agli altri (Criterio A4), • accusare gli altri dei propri sbagli o del proprio cattivo comportamento (Criterio A5), • essere suscettibile o facilmente infastidito dagli altri (Criterio A6), • essere collerico, arrabbiato e rancoroso (Criterio A7), • essere dispettoso o vendicativo (Criterio A8)
  • 14. Disturbo oppositivo provocatorio • I comportamenti si manifestano più frequentemente rispetto a quanto si osserva tipicamente nei soggetti di età e livello di sviluppo paragonabili e devono comportare una significativa compromissione del funzionamento sociale, scolastico, o lavorativo (Criterio B). • I comportamenti negativistici ed oppositivi sono espressi con persistente caparbietà, resistenza alle direttive, scarsa disponibilità al compromesso, alla resa o alla negoziazione con gli adulti o coi coetanei. • L'oppositività può anche includere la deliberata o persistente messa alla prova dei limiti, di solito ignorando gli ordini, litigando e non accettando i rimproveri per i misfatti. • L'ostilità può essere diretta contro gli adulti o i coetanei e viene espressa disturbando deliberatamente gli altri o con aggressioni verbali (di solito senza le più gravi aggressioni fisiche osservate nel Disturbo della Condotta.
  • 15. Disturbo oppositivo provocatorio • Le manifestazioni del disturbo sono quasi invariabilmente presenti nell'ambiente familiare, ma possono non essere evidenti a scuola o nella comunità. • I sintomi del disturbo sono tipicamente più evidenti nelle interazioni con gli adulti o i coetanei che il soggetto conosce bene e possono quindi non manifestarsi durante l'esame clinico. • Importante confrontare il comportamento a casa e a scuola o in altri contesti • Valutare se e come si manifestano (qualità/intensità) i comportamenti oppositivi a seconda dei contesti
  • 16. Disturbo oppositivo provocatorio • Durante l'età scolare, possono esservi scarsa autostima, labilità d'umore, scarsa tolleranza alla frustrazione, uso improprio delle espressioni linguistiche, uso precoce di alcool, tabacco e sostanze illecite. • Vi sono spesso conflitti con i genitori, gli insegnanti, e i coetanei. • Spesso si innescano cicli interpersonali disfunzionali in cui adulto e bambino entrano in competizione o simmetria aumentando aggressività e violenza • Il Disturbo Oppositivo Provocatorio ha maggiore prevalenza nelle famiglie in cui l'accudimento del bambino è turbato da un susseguirsi di diverse persone preposte all'accudimento stesso, o in famiglie in cui sono comuni pratiche educative rigide, incoerenti, o distratte. • Diviene di solito evidente prima degli 8 anni di età e di solito non più tardi dell'adolescenza. I sintomi di opposizione spesso emergono nell'ambiente familiare ma col tempo possono
  • 17. Aiutare il bambino sul piano comportamentale, cognitivo e della regolazione delle emozioni • Aiutare a riconoscere • La qualità e le caratteristiche della rabbia • Gli antecendenti e le cause della rabbia • I pensieri sottostanti all’attivazione della rabbia • I precursori della perdita di controllo • Le strategie che possono aiutare a dilazionare la risposta di rabbia • Esplorare se ci sono altre emozioni nascoste sotto la rabbia (es. tristezza) • Comprendere la funzione relazionale della disregolazione emotiva e del comportamento nel rapporto bambino/adulti
  • 18. Aiutare anche i genitori a capire che …. • … non è vero che la causa (e di conseguenza la soluzione) delle difficoltà del figlio riguardi solo il bambino e non il genitore o l’interazione tra l'uno e l'altro. • … non è vero che le difficoltà del bambino vadano spiegate facendo riferimento alle sue caratteristiche stabili e disposizionali di personalità : «E’ fatto così». • … non è vero che • …il bambino sia responsabili dei suoi comportamenti • … il bambino intenzionalmente si comporti male manifestando rabbia o ripicche/dispetti nei confronti dei genitori
  • 19. I genitori vanno aiutati a capire che… • … il modo in cui si regolano con il bambino può essere usato per modificare l’attuale situazione • … si può diventare competenti e capaci di fronteggiare il comportamento del bambino • … non è totalmente causa loro, perché non sono bravi genitori. • Questi pensieri negativi e pessimistici dei genitori sono importanti e vanno fatti emergere perchè, non solo generano stati emotivi negativi (per esempio rabbia e frustrazione), ma li inducono anche ad assumere delle pratiche disciplinari fallimentari o peggiorative.
  • 20. Il bullismo • Interazione deviata tra coetanei in cui un attore è protagonista di atti di aggressione e prevaricazione utilizzata in maniera continuativa verso soggetti particolarmente deboli e incapaci di difendersi (la vittima) • Particolare comportamento a rischio all’interno dei comportamenti aggressivi e segnale di disadattamento sociale • È l’espressione di un disagio sia nell’aggressore che nella vittima • Studiato a partire dagli anni ‘70
  • 21. Il bullismo • Condizioni per parlare di bullismo • Asimmetria/squilibrio nella relazione (forza o controllo della situazione) • Volontà/intenzionalità di arrecare danno - percezione di una sopraffazione • Mancanza di compassione • Sistematicità: le aggressioni si ripetono in modo continuo e perseverante nel tempo • Potere del bullo e vulnerabilità della vittima • Mancanza di sostegno sociale per la vittima • Cronicizzazione di questa relazione
  • 22. Il bullismo • Bullismo diretto • Attacchi relativamente aperti che tendono a ferire la vittima immediatamente • Fisico • Verbale • Bullismo indiretto • Isolamento sociale intenzionale esclusione dal gruppo • Diffondere pettegolezzi • Isolare dal gruppo
  • 23. Il bullismo • Il bullo • Tende a dominare e usare la forza fisica per imporsi • Fatica a rispettare le regole • Bassa tolleranza alle frustrazioni • Alta irritabilità e reattività • Apparentemente alto livello di autostima • Oppositivo verso gli adulti • Comportamenti antisociali • Rendimento vario tendente al basso
  • 24. Il bullismo • La vittima • Ansioso • Insicuro • Bassa autostima e opinione negativca di sè • Fisicamente più debole dei compagni • Cauto, riservato passivo • Bassa assertività • Impaurito per la propria incolumità fisica • Si rapporta meglio con gli adulti • A volte iperattivo e goffo • Abitudini irritanti e a volte sgradito anche agli adulti
  • 25. Il bullismo • Come riconoscere una vittima • A scuola • Intimidito, comandato e sottomesso dai compagni • Oggetto di derisione • Lividi o feriti di cui non si può dare spiegazione naturale • Aggredito fisicamente senza che possa difendersi • Solo e escluso dai pari, tende a stare con gli adulti • Ansioso e insicuro in aula, difficoltà a parlare • Rendimento scolastico in peggioramento graduale • A casa • Isolato, non invita i compagni a casa sua, non ha amici • Riluttante e timoroso di andare a scuola la mattina • Chiede di fare strade diverse o in modo diverso dagli altri • Scatti d’umore e instabilità emotiva, mal di testa, disturbi del sonno • Progressiva perdita di interesse per la scuola • Richieste di denaro ingiustificate
  • 26. Il bullismo • Bullo: percorso a rischio verso comportamenti devianti nell’età adulta • 45% degli ex-bulli a 24 anni condannati dal tribunale per almeno 3 crimini • Vittima: depressione, ansia, insicurezza, scarsa autostima e passività nelle relazioni sociali; ostacolo al benessere sociale e all’adattamento scolastico, difficoltà di apprendimento
  • 27. Il bullismo • Dai 7-8 a 14-15 anni • Prevalentemente elementari e medie, soprattutto nella scuola • Con l’età diminuisce la frequenza ma si radicalizzano i ruoli, da cui è sempre più difficile uscire • 41% di bambini alle elementari e 26% alle medie dichiarano di essere vittime dei bulli (Fonzi, 1997) • Più maschi che femmine (che però ci sono) • Prepotenze di tipo fisico: 42% elementari, 21% medie (Fonzi, 1997)
  • 28. Il bullismo • Fattori di rischio • Non le condizioni socio-economiche • Stile educativo e familiare aggressivo e/o violento • Genitori poco coinvolti e poco partecipi alla vita del figlio, ridotta condivisione delle sue esperienze • Incoerenza nelle norme e nelle punizioni • Stile educativo permissivo e tollerante • punizioni corporali violente e usate in modo coerecitivo • Ostilità verso l’ambiente • Difficoltà a riconoscere le emozioni • Deficit sulla rabbia per le vittime
  • 29. Il bullismo • Intervento • Non solo la scuola, ma anche la famiglia e le istituzioni • Necessitano tempi lunghi • Creare spazi per far lavorare sulle relazioni sociali • Per la vittima: acquisire maggior fiducia • Per il bullo: acquisire la capacità di porsi in maniera socialmente accettabile
  • 30. Il bullismo - Intervento • Scuola • Coordinamento insegnanti • Supervisione nelle ore d’intervallo e mensa • Spazi adeguati di ricreazione • Contatti genitori/insegnanti • Classe • Esplicitare le regole sul bullismo a tutta la classe • Non si deve prevaricare gli altri, Aiutare chi è prevaricato,Coinvolgere chi è isolato • Concordare le sanzioni, chiarendo quale specifico comportamento viene punito • Elogi positivi ai comportamenti adeguati - soprattutto ai soggetti aggressivi quando non usano tale modalità • Discussione in classe sul bullismo • Attuare l’apprendimento cooperativo e attività cooperative
  • 31. Il bullismo - Intervento • Individuo • Colloqui con i soggetti identificati come bulli e vittime • Colloqui con i genitori dei soggetti per aiutarli a intervenire in modo adeguato • Gruppi • Gruppo dei pari • Fare leva sulle capacità prosociali e empatiche dei ragazzi • Modificare le dinamiche di gruppo • Usare i compagni come appoggio