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Lo sviluppo cognitivo
secondo Jean Piaget
Jean Piaget (1896-1980)
 Piaget si interessa in primis di biologia
(studi sull’evoluzione animale)
 Successivamente sviluppa l’interesse per
l’EPISTEMOLOGIA ( origini della
conoscenza).
 Collaborando con Binet cerca di
comprendere i processi attraverso i quali i
bambini giungono ad una conoscenza del
mondo.
 L’intento è di costruire una teoria
generale della conoscenza
Il percorso di Piaget
 Prima fase: studio dell’acquisizione di
concetti specifici  colloquio clinico con
bambini dai 3 ai 10 anni.
 Es. causalità: “Che cosa fa muovere le
nuvole?”  pensiero magico, animistico, logico
 Seconda fase: organizzazione degli aspetti
specifici in una visione globale dello
sviluppo cognitivo  colloquio clinico
critico ed uso di materiali.
 Es. permanenza dell’oggetto
Eredità o ambiente?
 La conoscenza, secondo Piaget:
 Non è preformata nel soggetto (innatismo)
 Non è fissata nel reale da cui ricavarla
(empirismo)
APPROCCIO ORGANISMICO  individuo attivo
costruttore della conoscenza: dotato di strutture
psicologiche inizialmente molto semplici, che
diventano più complesse con l’esperienza 
bambino come esploratore/scienziato
Caratteristiche dell’approccio
piagetiano
 Approccio teorico di Piaget
 Interazionista
 Strutturalista
 Costruttivista
 Approccio metodologico di Piaget
 Metodo clinico
 Metodo critico
 Osservazione
Funzioni invarianti e strutture varianti
Lo sviluppo cognitivo
Tendenza
all’organizzazione
Tendenza
all’adattamento
Strutture cognitive
fondamentali
costruite attraverso
le funzioni invarianti
Lo sviluppo cognitivo
 L’intelligenza è un caso particolare di
adattamento biologico.
 L’adattamento è la tendenza ad adeguarsi
alle richieste ambientali.
Lo sviluppo cognitivo quindi comporta dei
processi di progressiva modifica delle proprie
strutture mentali (SCHEMI) in base alle richieste
ambientali. Ciò avviene attraverso i processi di
assimilazione e accomodamento.
ASSIMILAZIONE
Incorpora nei propri schemi
i dati dell’esperienza
Conservazione
ADATTAMENTO DELL’ORGANISMO ALL’AMBIENTE
EQUILIBRIO
ACCOMODAMENTO
Modifica i propri schemi
per adattarli ai nuovi dati
Novità
L’intelligenza
Assimilazione
Accomodamento
Il piccolo scienziato
Situazione nuova  tentativo di assimilarla allo
schema preesistente
Successo  equilibrio  utilizzo
degli schemi
Insuccesso  disequilibrio 
modifica degli schemi
 Sviluppo = processo continuo se consideriamo le
funzioni, i processi; discontinuo se consideriamo le
strutture.
 Stadio di sviluppo: tappa di crescita caratterizzata
da un particolare modo di pensare il
mondo, secondo certi schemi.
 Ogni stadio è qualitativamente diverso dai
precedenti e successivi ed internamente coerente.
 Integrazione gerarchica tra stadi
 4 stadi principali  3 momenti di profonda
riorganizzazione mentale per ricreare un equilibrio
più complesso e adatto all’ambiente
Il concetto di stadio di sviluppo
Età
Sensomotorio
Stadio Descrizione
0-2 anni
Il bambino “comprende” il mondo in base
a ciò che può fare con gli oggetti
e con le informazioni sensoriali
Preoperatorio 2-7 anni
Si rappresenta mentalmente gli oggetti
e può usare i simboli (le parole e le immagini
mentali)
Operatorio
concreto
7-12
anni
Compare il pensiero logico e la capacità di
compiere operazioni mentali
(classificazione, seriazione, ecc.)
Operatorio
formale
dai 12
anni
È capace di organizzare le conoscenze in
modo sistematico e pensa in termini
ipotetico-deduttivi
Stadi di sviluppo cognitivo
1. Senso-motorio (0 - 18/24 mesi)
 Passaggio da un organismo “riflesso” ad
uno “riflessivo”.
 La conoscenza del mondo deriva dai sensi
e dalle azioni sugli oggetti.
 Non vi è una rappresentazione mentale
interna degli oggetti.
 Suddiviso in 6 sotto-stadi
 Pattern rigidi di azione → Pattern flessibili di azione
 Pattern isolati di azione → Pattern coordinati di azione
 Comportamento reattivo → Comportamento intenzionale
 Azioni manifeste → Rappresentazioni mentali
Conquiste dello stadio senso motorio
I 6 sotto-stadi del periodo senso-motorio
1. (0-1 mese): esercizio dei riflessi (applicati a
nuovi oggetti)
2. (1-4 mesi): reazioni circolari primarie
(prime abitudini, azioni centrate sul proprio corpo)
3. (4-8 mesi): reazioni circolari secondarie
(azione sugli oggetti esterni, studio conseguenza azione – visione + prensione)
4. (8-12 mesi): schemi di azioni intelligenti
(mezzi fini: sequenza di azioni per raggiungere uno scopo – tentativi di
assimilazione dell’oggetto a schemi posseduti per conoscerlo)
5. (12-18 mesi): reazioni circolari terziarie
(azioni complesse sugli oggetti – prove ed errori – variazioni per sperimentare e
comprendere meglio gli eventi)
6. (18-24 mesi): pensiero simbolico
(rappresentazione mentale della realtà: permanenza dell’oggetto – imitazione
differita – gioco simbolico – pianificazione azioni in base a realtà immaginate)
La conquista della permanenza
dell’oggetto
Inizialmente quando un oggetto scompare dalla vista,il bambino perde
rapidamente interesse.
Dal primo al quarto mese, alla scomparsa dell’oggetto guarda con più
intensità nella direzione in cui è scomparso l’oggetto, con attesa
Ricerca dell’oggetto nascosto
 Tra i 4 e gli 8 mesi circa comincia la ricerca attiva
dell’oggetto parzialmente nascosto.
 Tra gli 8 e i 12 mesi il bambino cerca attivamente
l’oggetto nascosto nel punto dov’è scomparso.
Errori di perseveranza.
 Tra i 12 e i 18 mesi: cerca attivamente l’oggetto
nascosto dove è stato visto scomparire l’ultima
volta. Tuttavia non è in grado di immaginare
movimenti che non ha visto direttamente.
 Tra i 18 ed i 24 mesi il bambino riesce a
rappresentarsi l’oggetto e riesce a trovarlo anche
in seguito a spostamenti invisibili e soltanto
inferiti
Esistenza continua degli oggetti (Bower,
1971)
Bambini di 3 mesi
Occlusione di un oggetto in movimento
(Baillargeon, 1991)
Bambini di 5 mesi e mezzo
Acquisizioni intorno ai 2 anni
 Comparsa delle nozioni di permanenza dell’oggetto,
spazio, tempo e causalità
 Comparsa della rappresentazione
Il bambino può agire in un ambiente in cui gli oggetti hanno
un’esistenza fisica, spaziale e temporale propria e sono fonti
autonome di causalità.
Il bambino ricostruisce le cause quando sono presenti solo gli effetti
e – viceversa – è in grado di prevedere gli effetti di un oggetto come
fonte potenziale di azioni.
Il bambino percepisce anche il proprio corpo come un oggetto in
mezzo agli altri  rappresenta sé stesso e immagina i propri
spostamenti nello spazio come se li vedesse dall’esterno
2. Pre-operatorio (2 – 7 anni)
 Il bambino è in grado di utilizzare i
SIMBOLI  imitazione differita, gioco
simbolico, linguaggio (schemi verbali per
rappresentare la realtà).
 Le azioni mentali non sono ancora
sistematiche e coordinate fra loro, viene
considerato un solo aspetto alla volta del
compito, non ci sono ancora le operazioni
mentali (azioni interiorizzate)
PERCHÈ?
Ostacoli nell’uso delle operazioni
mentali
 Egocentrismo
 Animismo
 Rigidità
 Ragionamento prelogico
L’egocentrismo
 Percepire e pensare il mondo solo con
la propria prospettiva  esperimento
delle tre montagne.
 Incapacità di decentrarsi dalla propria
visione.
 Conseguenze negative sulla capacità di
ragionare sulle relazioni  monologhi
collettivi
Si chiede al bambino di scegliere
da una serie di fotografie del panorama
quella che corrisponde a una prospettiva diversa dalla propria.
Fino a 8 anni i bambini non sono capaci di immaginare quale
potrebbe essere la prospettiva di un’altra persona
Il compito delle tre montagne
Assunzione delle prospettive altrui
(Huges, adattato da Donaldson, 1978)
Bambini fra 3 e mezzo e 5 anni
Animismo
 Tendenza ad estendere le caratteristiche
degli organismi viventi anche agli esseri
inanimati.
 Incapacità di distinguere oggetti inanimati
da esseri viventi  “Alla sedia dispiace che
qualcuno le si sieda sopra?”
 Graduale distinzione:
 Ogni oggetto è animato e cosciente
 Solo le cose che si muovono sono animate
 Sono animate solo le cose con moto spontaneo
 Animali ed esseri umani sono animati
Rigidità di pensiero
 Si manifesta in diversi modi, ad esempio:
 Irreversibilità: tendenza a pensare gli oggetti e
gli eventi nell’ordine in cui sono stati originariamente
sperimentati; per cui i bambini non riescono a
invertire mentalmente le sequenze. Il bambino non è
in grado di annullare gli effetti di una azione mentale
attraverso l’esecuzione di un’altra azione mentale ad
essa opposta.
 Difficoltà ad adattarsi al cambiamento
nell’aspetto: il loro pensiero sembra dominato da
un tratto percettivo irrilevante, che non riescono ad
ignorare (es. cane con maschera del gatto).
Ragionamento prelogico
 Il ragionamento non è ancora logico  i bambini
non sanno compiere né induzioni, né deduzioni:
compiono ragionamenti trasduttivi.
tendono a vedere una relazione causale che non esiste tra
due elementi concreti solo perché i due elementi si verificano
insieme, oppure invertono causa ed effetto.
 Ostacola l’acquisizione di alcune nozioni
fondamentali, tra cui quella di CONSERVAZIONE
 comprensione che le caratteristiche di base della materia
non vengono modificate da cambiamenti nel loro aspetto
esteriore
Conservazione della massa (stadio
preoperatorio)
3. Operatorio concreto (7 – 11 anni)
 Capacità di decentrarsi dal proprio punto di
vista
 Il pensiero è organizzato in operazioni mentali
 Operazioni mentali: forme interiorizzate di
azioni precedentemente sperimentate sul
mondo fisico. Sono caratterizzate dalla
reversibilità: possibilità di annullare l’effetto
di un’azione mentale eseguendone un’altra.
 Le operazioni sono concrete  vincolate a casi
concreti e specifici di cui si fa esperienza
diretta
Acquisizioni nello stadio operatorio
concreto
 Seriazione: organizzare mentalmente degli
elementi in base a determinati criteri. Possibilità di
compiere inferenze transitive.
 Classificazione: classificare gli oggetti in gruppi
basandosi su certi criteri, individuando le relazioni
fra i gruppi. Es.: inclusione in categorie.
 Numero: idea più matura del numero e della sua
invariabilità.
 CONSERVAZIONE di
volume, lunghezza, numero, dimensione, massa.
Dalla dipendenza dalla percezione
alla dipendenza dalla logica
4. Formale (dagli 11 anni)
 Pensiero al massimo livello in cui il
soggetto riesce a condurre ragionamenti
corretti senza la necessità di partire da un
dato di esperienza e di verificare il
ragionamento attraverso un dato di
esperienza
 Il bambino è in grado di sviluppare un
ragionamento ipotetico-
deduttivo, probabilistico
Acquisizioni
 Ragionamento sulle astrazioni: capacità
di ragionare sulle cose mai sperimentate direttamente
 Applicare la logica: capacità di prendere una
proposizione generica e calcolare le conseguenze sulla
base del “se-allora
 Problem solving avanzato: capacità di
costruire ipotesi, elaborare mentalmente risultati e
prospettare varie soluzioni possibili prima di sottoporle a
verifica
Pensiero
ipotetico-
deduttivo
Consente di compiere operazioni
logiche su premesse ipotetiche e di
ricavarne le conseguenze appropriate
Una volta individuati i potenziali fattori
coinvolti in un fenomeno, li varia in
modo sistematico per verificare quali
causino quel fenomeno
Contributi importanti
 Pensiero dei bambini qualitativamente diverso dal
pensiero adulto
 Lo sviluppo cognitivo è continuo fin dalla nascita
 I bambini apprendono attivamente
 Si possono indagare molti fenomeni per
comprendere lo sviluppo cognitivo dei bambini
 Implicazioni educative:
 Coinvolgimento attivo
 Apprendere facendo
 Costruire un ambiente stimolante per favorire una
costruzione autonoma della conoscenza
 Adattamento dei compiti al livello cognitivo del bambino
Critiche
 Pessimismo nella valutazione delle abilità dei bambini
 alcune abilità acquisite prima se valutate con altri
metodi (Bower  ricerca visiva dell’oggetto nascosto:
3 mesi; McGarigle e Donaldson  conservazione del
numero: 4 anni)
 Metodo:
 Influenza dell’ambiente socio-culturale
 Linguaggio
 Familiarità dei compiti
 Sviluppo a stadi: esiste un’età definita in cui “scatta”
un cambiamento qualitativo nel funzionamento
cognitivo? Es. egocentrismo: bambini più piccoli di 7
anni in certe situazioni non si comportano in maniera
egocentrica (Donaldson: bambino e poliziotti).
Aspetti critici della teoria Piagetiana
 Critiche di Margaret Donaldson (1980): prove del
pensiero egocentrico con bambini di età pre-
scolare
1. Ruolo del linguaggio
2. Prove ecologicamente poco valide (vd. esperimento con i
poliziotti)
3. Sviluppo dominio generale o dominio specifico?
– assunzione del punto di vista degli altri ha sviluppo diverso
e graduale a seconda dell’ambito considerato
 Fisher (1980) e Flavell (1971): esistono sequenze
universali, ma stadi non strutture globali e
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Piaget

  • 2. Jean Piaget (1896-1980)  Piaget si interessa in primis di biologia (studi sull’evoluzione animale)  Successivamente sviluppa l’interesse per l’EPISTEMOLOGIA ( origini della conoscenza).  Collaborando con Binet cerca di comprendere i processi attraverso i quali i bambini giungono ad una conoscenza del mondo.  L’intento è di costruire una teoria generale della conoscenza
  • 3. Il percorso di Piaget  Prima fase: studio dell’acquisizione di concetti specifici  colloquio clinico con bambini dai 3 ai 10 anni.  Es. causalità: “Che cosa fa muovere le nuvole?”  pensiero magico, animistico, logico  Seconda fase: organizzazione degli aspetti specifici in una visione globale dello sviluppo cognitivo  colloquio clinico critico ed uso di materiali.  Es. permanenza dell’oggetto
  • 4. Eredità o ambiente?  La conoscenza, secondo Piaget:  Non è preformata nel soggetto (innatismo)  Non è fissata nel reale da cui ricavarla (empirismo) APPROCCIO ORGANISMICO  individuo attivo costruttore della conoscenza: dotato di strutture psicologiche inizialmente molto semplici, che diventano più complesse con l’esperienza  bambino come esploratore/scienziato
  • 5. Caratteristiche dell’approccio piagetiano  Approccio teorico di Piaget  Interazionista  Strutturalista  Costruttivista  Approccio metodologico di Piaget  Metodo clinico  Metodo critico  Osservazione
  • 6. Funzioni invarianti e strutture varianti Lo sviluppo cognitivo Tendenza all’organizzazione Tendenza all’adattamento Strutture cognitive fondamentali costruite attraverso le funzioni invarianti
  • 7. Lo sviluppo cognitivo  L’intelligenza è un caso particolare di adattamento biologico.  L’adattamento è la tendenza ad adeguarsi alle richieste ambientali. Lo sviluppo cognitivo quindi comporta dei processi di progressiva modifica delle proprie strutture mentali (SCHEMI) in base alle richieste ambientali. Ciò avviene attraverso i processi di assimilazione e accomodamento.
  • 8. ASSIMILAZIONE Incorpora nei propri schemi i dati dell’esperienza Conservazione ADATTAMENTO DELL’ORGANISMO ALL’AMBIENTE EQUILIBRIO ACCOMODAMENTO Modifica i propri schemi per adattarli ai nuovi dati Novità L’intelligenza
  • 11. Il piccolo scienziato Situazione nuova  tentativo di assimilarla allo schema preesistente Successo  equilibrio  utilizzo degli schemi Insuccesso  disequilibrio  modifica degli schemi
  • 12.
  • 13.  Sviluppo = processo continuo se consideriamo le funzioni, i processi; discontinuo se consideriamo le strutture.  Stadio di sviluppo: tappa di crescita caratterizzata da un particolare modo di pensare il mondo, secondo certi schemi.  Ogni stadio è qualitativamente diverso dai precedenti e successivi ed internamente coerente.  Integrazione gerarchica tra stadi  4 stadi principali  3 momenti di profonda riorganizzazione mentale per ricreare un equilibrio più complesso e adatto all’ambiente Il concetto di stadio di sviluppo
  • 14. Età Sensomotorio Stadio Descrizione 0-2 anni Il bambino “comprende” il mondo in base a ciò che può fare con gli oggetti e con le informazioni sensoriali Preoperatorio 2-7 anni Si rappresenta mentalmente gli oggetti e può usare i simboli (le parole e le immagini mentali) Operatorio concreto 7-12 anni Compare il pensiero logico e la capacità di compiere operazioni mentali (classificazione, seriazione, ecc.) Operatorio formale dai 12 anni È capace di organizzare le conoscenze in modo sistematico e pensa in termini ipotetico-deduttivi Stadi di sviluppo cognitivo
  • 15. 1. Senso-motorio (0 - 18/24 mesi)  Passaggio da un organismo “riflesso” ad uno “riflessivo”.  La conoscenza del mondo deriva dai sensi e dalle azioni sugli oggetti.  Non vi è una rappresentazione mentale interna degli oggetti.  Suddiviso in 6 sotto-stadi
  • 16.  Pattern rigidi di azione → Pattern flessibili di azione  Pattern isolati di azione → Pattern coordinati di azione  Comportamento reattivo → Comportamento intenzionale  Azioni manifeste → Rappresentazioni mentali Conquiste dello stadio senso motorio
  • 17. I 6 sotto-stadi del periodo senso-motorio 1. (0-1 mese): esercizio dei riflessi (applicati a nuovi oggetti) 2. (1-4 mesi): reazioni circolari primarie (prime abitudini, azioni centrate sul proprio corpo) 3. (4-8 mesi): reazioni circolari secondarie (azione sugli oggetti esterni, studio conseguenza azione – visione + prensione) 4. (8-12 mesi): schemi di azioni intelligenti (mezzi fini: sequenza di azioni per raggiungere uno scopo – tentativi di assimilazione dell’oggetto a schemi posseduti per conoscerlo) 5. (12-18 mesi): reazioni circolari terziarie (azioni complesse sugli oggetti – prove ed errori – variazioni per sperimentare e comprendere meglio gli eventi) 6. (18-24 mesi): pensiero simbolico (rappresentazione mentale della realtà: permanenza dell’oggetto – imitazione differita – gioco simbolico – pianificazione azioni in base a realtà immaginate)
  • 18. La conquista della permanenza dell’oggetto Inizialmente quando un oggetto scompare dalla vista,il bambino perde rapidamente interesse. Dal primo al quarto mese, alla scomparsa dell’oggetto guarda con più intensità nella direzione in cui è scomparso l’oggetto, con attesa
  • 19. Ricerca dell’oggetto nascosto  Tra i 4 e gli 8 mesi circa comincia la ricerca attiva dell’oggetto parzialmente nascosto.  Tra gli 8 e i 12 mesi il bambino cerca attivamente l’oggetto nascosto nel punto dov’è scomparso. Errori di perseveranza.  Tra i 12 e i 18 mesi: cerca attivamente l’oggetto nascosto dove è stato visto scomparire l’ultima volta. Tuttavia non è in grado di immaginare movimenti che non ha visto direttamente.  Tra i 18 ed i 24 mesi il bambino riesce a rappresentarsi l’oggetto e riesce a trovarlo anche in seguito a spostamenti invisibili e soltanto inferiti
  • 20. Esistenza continua degli oggetti (Bower, 1971) Bambini di 3 mesi
  • 21. Occlusione di un oggetto in movimento (Baillargeon, 1991) Bambini di 5 mesi e mezzo
  • 22. Acquisizioni intorno ai 2 anni  Comparsa delle nozioni di permanenza dell’oggetto, spazio, tempo e causalità  Comparsa della rappresentazione Il bambino può agire in un ambiente in cui gli oggetti hanno un’esistenza fisica, spaziale e temporale propria e sono fonti autonome di causalità. Il bambino ricostruisce le cause quando sono presenti solo gli effetti e – viceversa – è in grado di prevedere gli effetti di un oggetto come fonte potenziale di azioni. Il bambino percepisce anche il proprio corpo come un oggetto in mezzo agli altri  rappresenta sé stesso e immagina i propri spostamenti nello spazio come se li vedesse dall’esterno
  • 23. 2. Pre-operatorio (2 – 7 anni)  Il bambino è in grado di utilizzare i SIMBOLI  imitazione differita, gioco simbolico, linguaggio (schemi verbali per rappresentare la realtà).  Le azioni mentali non sono ancora sistematiche e coordinate fra loro, viene considerato un solo aspetto alla volta del compito, non ci sono ancora le operazioni mentali (azioni interiorizzate) PERCHÈ?
  • 24. Ostacoli nell’uso delle operazioni mentali  Egocentrismo  Animismo  Rigidità  Ragionamento prelogico
  • 25. L’egocentrismo  Percepire e pensare il mondo solo con la propria prospettiva  esperimento delle tre montagne.  Incapacità di decentrarsi dalla propria visione.  Conseguenze negative sulla capacità di ragionare sulle relazioni  monologhi collettivi
  • 26. Si chiede al bambino di scegliere da una serie di fotografie del panorama quella che corrisponde a una prospettiva diversa dalla propria. Fino a 8 anni i bambini non sono capaci di immaginare quale potrebbe essere la prospettiva di un’altra persona Il compito delle tre montagne
  • 27. Assunzione delle prospettive altrui (Huges, adattato da Donaldson, 1978) Bambini fra 3 e mezzo e 5 anni
  • 28. Animismo  Tendenza ad estendere le caratteristiche degli organismi viventi anche agli esseri inanimati.  Incapacità di distinguere oggetti inanimati da esseri viventi  “Alla sedia dispiace che qualcuno le si sieda sopra?”  Graduale distinzione:  Ogni oggetto è animato e cosciente  Solo le cose che si muovono sono animate  Sono animate solo le cose con moto spontaneo  Animali ed esseri umani sono animati
  • 29. Rigidità di pensiero  Si manifesta in diversi modi, ad esempio:  Irreversibilità: tendenza a pensare gli oggetti e gli eventi nell’ordine in cui sono stati originariamente sperimentati; per cui i bambini non riescono a invertire mentalmente le sequenze. Il bambino non è in grado di annullare gli effetti di una azione mentale attraverso l’esecuzione di un’altra azione mentale ad essa opposta.  Difficoltà ad adattarsi al cambiamento nell’aspetto: il loro pensiero sembra dominato da un tratto percettivo irrilevante, che non riescono ad ignorare (es. cane con maschera del gatto).
  • 30. Ragionamento prelogico  Il ragionamento non è ancora logico  i bambini non sanno compiere né induzioni, né deduzioni: compiono ragionamenti trasduttivi. tendono a vedere una relazione causale che non esiste tra due elementi concreti solo perché i due elementi si verificano insieme, oppure invertono causa ed effetto.  Ostacola l’acquisizione di alcune nozioni fondamentali, tra cui quella di CONSERVAZIONE  comprensione che le caratteristiche di base della materia non vengono modificate da cambiamenti nel loro aspetto esteriore
  • 31. Conservazione della massa (stadio preoperatorio)
  • 32. 3. Operatorio concreto (7 – 11 anni)  Capacità di decentrarsi dal proprio punto di vista  Il pensiero è organizzato in operazioni mentali  Operazioni mentali: forme interiorizzate di azioni precedentemente sperimentate sul mondo fisico. Sono caratterizzate dalla reversibilità: possibilità di annullare l’effetto di un’azione mentale eseguendone un’altra.  Le operazioni sono concrete  vincolate a casi concreti e specifici di cui si fa esperienza diretta
  • 33. Acquisizioni nello stadio operatorio concreto  Seriazione: organizzare mentalmente degli elementi in base a determinati criteri. Possibilità di compiere inferenze transitive.  Classificazione: classificare gli oggetti in gruppi basandosi su certi criteri, individuando le relazioni fra i gruppi. Es.: inclusione in categorie.  Numero: idea più matura del numero e della sua invariabilità.  CONSERVAZIONE di volume, lunghezza, numero, dimensione, massa. Dalla dipendenza dalla percezione alla dipendenza dalla logica
  • 34. 4. Formale (dagli 11 anni)  Pensiero al massimo livello in cui il soggetto riesce a condurre ragionamenti corretti senza la necessità di partire da un dato di esperienza e di verificare il ragionamento attraverso un dato di esperienza  Il bambino è in grado di sviluppare un ragionamento ipotetico- deduttivo, probabilistico
  • 35. Acquisizioni  Ragionamento sulle astrazioni: capacità di ragionare sulle cose mai sperimentate direttamente  Applicare la logica: capacità di prendere una proposizione generica e calcolare le conseguenze sulla base del “se-allora  Problem solving avanzato: capacità di costruire ipotesi, elaborare mentalmente risultati e prospettare varie soluzioni possibili prima di sottoporle a verifica
  • 36. Pensiero ipotetico- deduttivo Consente di compiere operazioni logiche su premesse ipotetiche e di ricavarne le conseguenze appropriate Una volta individuati i potenziali fattori coinvolti in un fenomeno, li varia in modo sistematico per verificare quali causino quel fenomeno
  • 37. Contributi importanti  Pensiero dei bambini qualitativamente diverso dal pensiero adulto  Lo sviluppo cognitivo è continuo fin dalla nascita  I bambini apprendono attivamente  Si possono indagare molti fenomeni per comprendere lo sviluppo cognitivo dei bambini  Implicazioni educative:  Coinvolgimento attivo  Apprendere facendo  Costruire un ambiente stimolante per favorire una costruzione autonoma della conoscenza  Adattamento dei compiti al livello cognitivo del bambino
  • 38. Critiche  Pessimismo nella valutazione delle abilità dei bambini  alcune abilità acquisite prima se valutate con altri metodi (Bower  ricerca visiva dell’oggetto nascosto: 3 mesi; McGarigle e Donaldson  conservazione del numero: 4 anni)  Metodo:  Influenza dell’ambiente socio-culturale  Linguaggio  Familiarità dei compiti  Sviluppo a stadi: esiste un’età definita in cui “scatta” un cambiamento qualitativo nel funzionamento cognitivo? Es. egocentrismo: bambini più piccoli di 7 anni in certe situazioni non si comportano in maniera egocentrica (Donaldson: bambino e poliziotti).
  • 39. Aspetti critici della teoria Piagetiana  Critiche di Margaret Donaldson (1980): prove del pensiero egocentrico con bambini di età pre- scolare 1. Ruolo del linguaggio 2. Prove ecologicamente poco valide (vd. esperimento con i poliziotti) 3. Sviluppo dominio generale o dominio specifico? – assunzione del punto di vista degli altri ha sviluppo diverso e graduale a seconda dell’ambito considerato  Fisher (1980) e Flavell (1971): esistono sequenze universali, ma stadi non strutture globali e coerenti  Doise e Mugny (1981): conflitto socio-cognitivo e ruolo dell’interazione sociale