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                        Dossier
                                         Informatica… mente
                        A cura di:
                  Giovanni Lariccia      i nativi digitali
                                         con gli automi
                                          Ovvero: Informatica della mente per
            inserto                       la Scuola Primaria di domani
           estraibile                    M       i è venuto da sorridere leggendo un articolo comparso il 31 gennaio su Repubblica (di
                                                 cui riporto nel riquadro il titolo e il sottotitolo) in cui si presenta come una novità il fatto
                                         che i bambini si trovino a loro agio con i computer e con internet!
                                         Dopotutto sono secoli che raccontiamo le favole ai nostri figli e nipoti e, attraverso questi rac-
                                         conti, svolgiamo una parte importante della loro educazione.
                                         Da quasi venti anni io svolgo in prima persona corsi di Informatica per bambini in diverse classi
                                         della Scuola Primaria e della Scuola dell’Infanzia. Come coautore di Iperlogo, un linguaggio
                                         di programmazione per bambini che affonda le sue radici nelle teorie costruzioniste di Piaget
                                         e Papert, uso sistematicamente il mio linguaggio nelle sue versioni più recenti, accompa-
                                         gnandolo con giochi, metafore e racconti e sviluppando con esso progetti di Matematica, Mu-
                                         sica, storie multimediali interattive e via dicendo.
                                         I miei interventi vengono quindi parallelamente e sistematicamente riproposti nei corsi uni-
                                         versitari di Didattica della matematica e dell'informatica per i corsi di laurea in Scienze della
                                         Formazione Primaria presso l’Università Cattolica e la Lumsa di Roma.
                                         Grazie anche alle numerose tesi di laurea e a una collana di pubblicazioni (vedi riquadro) su
                                         questi argomenti, ho avuto modo di mettere a confronto le capacità dei bambini, trattati come
                                         adulti, ovvero come piccoli matematici, con quelle dei loro futuri maestri, trattati come bam-
                                         bini, perché riflettano in prima persona sui processi di apprendimento e insegnamento basati
                                         sulla metacognizione.

                                                    La tecnologia? È quasi umana! Parola di “nativo digitale”
                                           Secondo un progetto di ricerca internazionale, i bambini capiscono al volo le nuove pos-
                                           sibilità di internet e dei dispositivi che ci circondano. Per una volta sono stati fatti salire in
                                           cattedra, con risultati sorprendenti e una nuova filosofia: lo Sharism.
                                                                                                              “la Repubblica”, 31 gennaio 2012


                                                             La collana di Didattica della Matematica,
                                                            Informatica della mente e metacognizione
                                           Dal 2009 ho avviato con Silvano Ferrarese editore di Book-jay.it una collana di e-books
                                           con il titolo sopra indicato.
                                           La collana, che conta ormai undici titoli, mentre diversi altri sono in preparazione, si pro-
                                           pone di esplorare il vasto territorio che si è aperto nell’ area di intersezione tra la didatti-
                                           ca e le neuroscienze cognitive.
                                                                                                                                                    Dossier Dossier




                                           È mia convinzione che da questa area di intersezione la scuola potrà trarre le innovazioni
                                           più importanti per aggiornare i suoi metodi di insegnamento dell’Informatica e della Ma-
                                           tematica.



                                                                         67       n. 12 • 15 marzo 2012 • anno 119
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 Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier



                                                                                                                           Il principio di realtà                       opportunità di usare con i bambini un        effetti a Turing noi dobbiamo il model-
                                                                                                                           di Emma Castelnuovo                          approccio all’Informatica basato sul         lo di computer inteso come macchina
                                                                                                                                                                        concetto di automa.                          logica universale.
                                                                                                                           Una delle persone che più hanno inci-
                                                                                                                           so nella mia vita di docente e ricercato-    Il concetto di automa è un concetto          A volte racconto ai miei piccoli allievi
                                                                                                                           re nel campo della didattica è stata Em-     molto potente capace, se affrontato con      che Turing mi è apparso in sogno e mi
                                                                                                                           ma Castelnuovo che ha avuto la straor-       il taglio giusto, di favorire un buon li-    ha invitato a darmi da fare perché i
                                                                                                                           dinaria capacità di rimettersi in gioco      vello di astrazione nell’avvicinamento       bambini italiani diventino capaci di co-
                                                                                                                           infinite volte senza mai perdere il con-     all’Informatica.                             struire degli automi, oltre che, come già
                                                                                                                           tatto diretto con i bambini e con la sto-    Naturalmente il concetto di automa           succede, di acquistarli già belli e co-
                                                                                                                           ria della conoscenza scientifica, in par-    non va presentato come un concetto,          struiti nei Paesi dell’Estremo Oriente.
                                                                                                                           ticolare di quella matematica.               ma introdotto attraverso racconti e me-      Gli automi secondo Turing non sono
                                                                                                                           Emma Castelnuovo alcuni anni fa ha           tafore, in una organizzazione fantasiosa     delle macchine umanoidi – per quelli
                                                                                                                           scritto delle pagine molto belle sui frat-   che credo possiamo a buon diritto            usiamo il termine robot! – ma sempli-
                                                                                                                           tali, in particolare sul fiocco di neve o    chiamare sfondo integratore.                 cemente degli “schemi di comporta-
                                                                                                                           curva di Koch, sulla base del fatto che      Durante il primo incontro con una            mento algoritmico”, cioè preciso, effi-
                                                                                                                           la Matematica nella Scuola deve privi-       classe comincio sempre parlando dei          cace e quindi prevedibile.
                                                                                                                           legiare lo studio dei fenomeni reali         nostri amici automi, che a volte, spe-       La cosa importante è che lo stesso com-
                                                                                                                           prima che di quelli astratti, proprio        cialmente con i più piccoli, confondo        puter può essere visto come un auto-
                                                                                                                           per condurre i bambini all’astrazio-         volutamente con i “marziani”. Gli au-        ma. Anche i sistemi operativi come
                                                                                                                           ne (principio di realtà).                    tomi hanno un loro linguaggio, che noi       Windows e le applicazioni più comu-
                                                                                                                           Trovo che la stessa cosa valga per l’Iin-    possiamo imparare. Ci sono tanti tipi        ni, come Word, Paint e Power Point,
                                                                                                                           formatica: sulla base del principio di       di automi e tanti tipi di linguaggi. Noi     possono essere visti come automi par-
                                                                                                                           realtà possiamo affrontare concetti          possiamo parlare con loro, se imparia-       ticolari, che ubbidiscono alle regole
                                                                                                                           molto importanti partendo, tuttavia,         mo a pensare come pensano loro.              che ha imposto loro chi li ha inventa-
                                                                                                                           dall’esperienza concreta e, possibil-        Anzi, come vedremo, noi possiamo ad-         ti (costruiti).
                                                                                                                           mente, dalla manipolazione di materia-       dirittura inventare degli automi sem-        Ma la novità dell’approccio basato sul
                                                                                                                           li concreti.                                 plicissimi e giocare con loro per sco-       linguaggio Logo e sulla sua versione
                                                                                                                           Vedremo come questo principio è stato        prire come si riesca a far fare loro delle   originale italiana di Iperlogo è che noi
                                                                                                                           tenuto presente in due serie di inter-       cose straordinarie, con il loro linguag-     possiamo far vivere gli automi anche
                                                                                                                           venti che ho fatto sull’infinitamente        gio fatto di pochissimi ordini, chieden-     nella nostra mente: basta che siamo ca-
                                                                                                                           grande e sull’ infinitamente piccolo con     do loro di ripeterli come e quante volte     paci di programmare (prevedere, pro-
                                                                                                                           bambini di terza e quarta classe.            vogliamo noi.                                gettare) una sequenza di azioni tale che
                                                                                                                                                                        Spesso parlo loro anche della figura di      l’automa sia capace di eseguirla e che
                                                                                                                           Gli automi                                   Alan Turing, un matematico morto sui-        serva a raggiungere un certo scopo, ad
                                                                                                                           Sempre a proposito dell’uso di idee po-      cida in età relativamente giovane, che       esempio, nel caso più semplice, la rea-
                                                                                                                           tenti per avviare i bambini all’astrazio-    gli Inglesi celebrano come uno dei più       lizzazione di un disegno di carattere
                                                                                                                           ne, voglio parlare della efficacia e della   grandi scienziati del secolo scorso. E in    geometrico.




                                                                                                                                                                                       68      n. 12 • 15 marzo 2012 • anno 119
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                                                                                                                                                                         Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossi
        In questo modo, come vedremo più                      cleo matematico innato [Dehaene,                       linguaggio negli anni ottanta e negli
        avanti, possiamo giocare a fare gli au-               1999].                                                 ultimi venti anni abbiamo fatto espe-
        tomi anche in una classe senza compu-                 La scoperta di tante capacità cognitive                rienza diretta di avviamento alla pro-
        ter, usando il nostro corpo per simula-               di base – cito ancora un altro bellissi-               grammazione con bambini di diverse
        re quei comportamenti che vogliamo                    mo libro di Dehaene su I neuroni della                 città italiane.
        successivamente far eseguire ai nostri                lettura – dovuta al raffinamento degli
        automi.                                               strumenti di rilevazione e di osserva-                 La metafora
                                                              zione scientifica della mente umana                    degli automi1
        Informatica della mente                               che può far ipotizzare che le capacità                 Dunque il mio intervento in una classe
        e metacognizione                                      necessarie per interagire con un com-                  comincia di solito raccontando che in
        Dopo diversi anni di interventi svolti                puter, un dispositivo digitale o con In-               sogno Alan Turing mi ha chiesto di in-
        con i bambini, con gli studenti univer-               ternet siano anch’esse in parte innate o,
                                                                                                                     segnare ai bambini italiani a costruire
        sitari con i loro maestri, ho deciso di               come potremmo anche dire, natural-
                                                                                                                     automi piuttosto che a comprarli belli e
        formalizzare questo approccio basato                  mente disponibili alla mente umana.
                                                                                                                     fatti. Ci sono molti Paesi – l’India e la
        sulla capacità di riflettere sulle proprie            Ma il mio discorso vuol andare molto
                                                                                                                     Cina, il sud-est asiatico in primis! – in
        azioni e sulle regole che sono richieste              più in là. Nella misura in cui gli stru-
                                                                                                                     cui l’educazione matematica e informa-
        in un determinato contesto e l’ho chia-               menti digitali si umanizzano e si avvi-
                                                                                                                     tica è molto più sostenuta, dal governo
        mato Informatica della mente.                         cinano alle capacità naturali dell’uomo,
                                                                                                                     e dalle famiglie, di quanto non accada
        Da diversi anni uso ormai questo ter-                 diventa sempre più facile che la loro
                                                                                                                     da noi. Così nascono i geni, mentre
        mine, sia con gli allievi dei miei corsi              rappresentazione venga immersa nella
                                                                                                                     noi, che abbiamo quasi paura della bra-
        universitari che con gli insegnanti del-              rappresentazione del mondo reale. Gli
                                                                                                                     vura dei nostri figli, finiamo per com-
        le scuole in cui svolgo degli interventi              automi, in altre parole, sono ormai in
                                                                                                                     prare loro giocattoli robotizzati che so-
        formativi.                                            mezzo a noi e sono qui per restare.
        Il termine Informatica della mente non                Gli strumenti digitali (videogiochi,                   no dispositivi chiusi e non incoraggia-
        si limita, ovviamente, al gioco degli au-             smartphone, computer e internet in                     mo a investigarne il funzionamento.
        tomi, ma abbraccia tutta l’Informatica                primis) fanno parte ormai della vita                   Ma veniamo agli automi e alla metafo-
        che si può fare con la nostra mente,                  quotidiana. Essi, sono, tra l’altro ormai              ra con cui essi possono essere introdot-
        avendo soltanto presente l’esistenza de-              ben presenti nell’immaginario colletti-                ti in una classe di scuola primaria.
        gli automi (computer, dispositivi digi-               vo tanto che molte espressioni del lin-                Chi sono gli automi?
        tali, siti interattivi e quantaltro) e la             guaggio comune sono prese in prestito                  La definizione più semplice che fun-
        possibilità di programmarli.                          dall’Informatica.                                      ziona sia con i bambini sia con gli
        Perché parlare di Informatica della men-              Questo vuol dire che le persone comu-                  adulti non esperti – è quella di esecu-
        te? Proprio perché, se distinguiamo il                ni e ancora di più i bambini sono in                   tore fedele di ordini ben formati,
        concetto (comportamento) di un auto-                  grado di ragionare su oggetti di tipo in-              cioè chiari, precisi e ben riconosci-
        ma dalle sue realizzazioni concrete,                  formatico e possono, se ben guidati, fa-               bili.
        possiamo renderci conto che molte ca-                 cilmente organizzare il loro pensiero in               Con il termine “esecutore fedele”
        pacità informatiche e cognitive di                    funzione del raggiungimento di obiet-                  esprimiamo il fatto che l’automa fa
        base sono presenti nella nostra men-                  tivi di carattere informatico. In parole               soltanto quello che diciamo noi, non
        te sin da quando siamo piccoli, forse                 povere, sono capaci di dialogare con                   si sogna di prendere alcuna iniziativa
        sin dalla nascita.                                    uno strumento digitale o, se vogliamo,                 se non è istruito a farlo.
        Sulla base di studi recenti a cui faceva              di programmare un computer.                            Ordini chiari, precisi e ben formati
        riferimento l’articolo citato nel riqua-              Perché allora non sfruttare questa situa-              vuol dire prima di tutto che gli ordini
        dro riportato all’ inizio, i bambini di og-           zione per spingere al massimo l’esercizio              devono essere perfettamente com-
        gi sono stati definiti “nativi digitali”,             di queste capacità? Perché non portare i               prensibili ed eseguibili dall’automa: in
        per la naturalezza con cui si muovono                 bambini direttamente a programmare un                  poche parole: devono essere dati
        nel mondo digitale [Ferri, 2011].                     computer?                                              usando il linguaggio dell’automa.
        Recenti studi nelle neuroscienze co-                  Dal 1969 esiste una famiglia di lin-                   Il linguaggio degli automi solitamen-
        gnitive hanno dimostrato che la no-                   guaggi di programmazione per bam-                      te è fatto di poche parole, molte di
        stra mente è naturalmente portata a                   bini che risponde al nome di Logo.                     meno di quelle che è capace di com-
        fare Matematica. Si parla di un nu-                   Noi abbiamo portato in Italia questo                   prendere un bambino di otto anni.

        1
          Mi fa piacere riconoscere che l’idea di partire dal concetto di automa la devo a Mario Fierli, che ha insegnato per molti anni informatica presso l’Istituto
        Fermi di Roma e si è poi occupato del piano nazionale di informatica presso il Ministero della Pubblica Istruzione.



                                                                                      69        n. 12 • 15 marzo 2012 • anno 119
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 Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier




                                                                                                                           Figura 1 – Tre bambini di una scuola
                                                                                                                           americana degli anni ’70 giocano al
                                                                                                                           gioco dell’automa Tarta: la bambina
                                                                                                                           impersona la Tarta, il bambino a sini-
                                                                                                                           stra la guida dandole i comandi.




                                                                                                                            Qui e là
                                                                                                                            Ulteriore proposta sul tema è in                                                      Figura 2 – Il gioco dell'automa tarta svolto durante il
                                                                                                                            classe quinta – Matematica, Scienze                                                   primo incontro con i bambini della scuola di Nostra Si-
                                                                                                                            e Tecnologia: pagg. 125-126                                                           gnora del Suffragio a Roma.

                                                                                                                           E inoltre: si possono costruire degli au-          sono e che cosa fanno gli automi si                 ve riconoscere soltanto gli ordini che
                                                                                                                           tomi che conoscono soltanto due o                  chiama il gioco dell’automa da pavi-                decidiamo, prima dell’inizio del gio-
                                                                                                                           tre comandi, e questi automi sono ca-              mento, che per tradizione viene chia-               co, che lui deve conoscere e saper ese-
                                                                                                                           paci di svolgere compiti tutt’altro che            mato Tarta, più avanti vedremo perché.              guire.
                                                                                                                           banali!                                            Si prende un bambino che impersona                  Di solito si comincia con due soli co-
                                                                                                                           Il secondo passo della mia introdu-                l’automa Tarta, lo si mette in piedi                mandi che possiamo chiamare AVA e
                                                                                                                           zione è quello di dire: attenzione                 sul pavimento, davanti alla classe e gli            DES. Se riceve il comando AVA2 il
                                                                                                                           bambini, anche noi siamo (o ci com-                si dice: «Tu adesso impersoni l’auto-               bambino-Tarta deve fare un passo in
                                                                                                                           portiamo come) automi, in certe cir-               ma Tarta e quindi ubbidirai agli ordi-              avanti nella direzione del suo naso.
                                                                                                                           costanze. Quando facciamo la fila per              ni che un tuo amico ti darà. In questo              Se riceve il comando DES dal suo
                                                                                                                           andare al cinema ci comportiamo in                 modo ti sposterai sul pavimento se-                 conducente il bambino-Tarta deve
                                                                                                                           maniera prevedibile. Se siamo educa-               guendo la sua volontà». L’amico viene               ruotare su se stesso di un quarto di gi-
                                                                                                                           ti – come sono educati gli automi, tut-            nominato seduta stante conducente                   ro (fig. 1).
                                                                                                                           ti gli automi sono educati! – cerche-              di Tarta.                                           A qualunque altro comando il nostro
                                                                                                                                                                              Volendo si può introdurre un terzo                  automa Tarta deve fare orecchi da
                                                                                                                           remo di non scavalcare le persone
                                                                                                                                                                              ruolo, che è quello del segretario di               mercante! Adesso chiediamo al con-
                                                                                                                           nella fila. Agiremo quindi in maniera
                                                                                                                                                                              Tarta, il quale ha il compito di scri-              ducente di Tarta di condurre il suo
                                                                                                                           prevedibile.
                                                                                                                                                                              vere sulla lavagna la successione di                automa sul pavimento in modo da
                                                                                                                           Quando contiamo ci comportiamo
                                                                                                                                                                              ordini che il conducente dà a Tarta.                fargli “disegnare” un quadrato.
                                                                                                                           come automi e così anche quando
                                                                                                                                                                              E per fare le cose in grande possiamo
                                                                                                                           eseguiamo delle operazioni aritmeti-
                                                                                                                                                                              introdurre anche un quarto ruolo,                   La tartaruga
                                                                                                                           che. I matematici dicono che eseguia-
                                                                                                                                                                              quello di simulatore di Tarta, asse-                sullo schermo
                                                                                                                           mo degli algoritmi.                                gnandolo a un bambino a cui diamo                   Il terzo passo è quello di aprire il pro-
                                                                                                                           Ma torniamo ai nostri automi per                   il compito di disegnare sulla lavagna               gramma Iplozero, facendo notare ai
                                                                                                                           bambini.                                           il percorso che Tarta esegue sul pavi-              bambini l’analogia tra la tartaruga da
                                                                                                                                                                              mento.                                              pavimento impersonata dal loro com-
                                                                                                                           Il gioco dell’automa                               Al bambino che svolge il ruolo di au-               pagno e la tartaruga sullo schermo
                                                                                                                           Tarta (sul pavimento)                              toma Tarta chiederemo di stare molto                schematizzata con un triangolo iso-
                                                                                                                           Il primo gioco che ci aiuta a capire chi           attento perché in quanto automa, de-                scele.

                                                                                                                           2
                                                                                                                             Abbreviazione della parola AVANTI, che tuttavia viene usata in una modalità più avanzata quando si aggiunge un argomento per indicare di quanti passi
                                                                                                                           di tartaruga il nostro automa deve avanzare: ad esempio il comando AVANTI 77 indica che la tarta da schermo deve avanzare nella direzione del suo naso
                                                                                                                           di 77 piccoli passi di tartaruga.


                                                                                                                                                                                               70        n. 12 • 15 marzo 2012 • anno 119
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                                                                                                                                               Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossi
        Chiederemo quindi al guidatore di           anzi per essere più precisi comincia-       E tutto questo per dodici volte! Il no-
        tartaruga e ai suoi compagni di rifare      mo dagli orologi colorati.                  stro automa si presta, tuttavia, a delle
        con la tartaruga da schermo lo stesso       Occorre premettere che le lezioni con       potentissime abbreviazioni. Si può
        percorso che hanno fatto fare alla tar-     i bambini si svolgano in un clima gio-      scrivere A per AVANTI, I per Indietro
        taruga da pavimento (figg. 3 e 4).          coso in cui è lecito inventare delle pa-    e D per Destra.
        La differenza subito evidente è che la      role nuove o dei termini che non ap-        La ripetizione dei tre comandi che ab-
        tartaruga da schermo lascia una trac-       partengono alla Lingua italiana ma          biamo visto sopra si può riassumere
        cia sul suo percorso per cui la forma       che rievocano qualche oggetto del lin-      con la seguente espressione:
        dell’otto viene disegnata sullo scher-      guaggio comune per poi spiegare al          • RIPETI 12 [A 250 I 250 D 30]
        mo nella cosiddetta finestra di Tarta.      nostro automa come si realizza que-         Già l’uso delle abbreviazioni e dei co-
        Con questo gioco si può andare avan-        st’oggetto.                                 mandi potenti rende estremamente
        ti per un bel po’ chiedendo a tutti i       A volte diciamo che usiamo un lin-          accattivante l’uso dell’automa Tarta
        bambini di progettare sul quaderno i        guaggio criptico, con i ragazzi parlia-     sullo schermo.
        comandi da dare a Tarta per farle di-       mo di “linguaggio delle spie”, un lin-      Ancora di più se riassumiamo quella
        segnare tutte le lettere dell’alfabeto      guaggio per addetti ai lavori: un lin-      riga di comandi con una sola parola:
        sempre nella forma schematica digita-       guaggio tutto nostro che noi costruia-
                                                                                                OROLOGIO.
        le che hanno sui pannelli delle auto-       mo e arricchiamo gradualmente.
                                                                                                Diremo che l’automa Tarta e il suo ca-
                                                    Il programma Iplozero in questo è un
        strade.                                                                                 po Iplozero sono capaci di imparare
                                                    ottimo complice perché ci consente di
                                                                                                nuove parole se noi soltanto le defi-
                                                    definire delle nuove parole. Iplozero
        Alcune figure                               in altre parole è un automa capace di
                                                                                                niamo sul foglio.
        di rotazione                                imparare.
                                                                                                Sul foglio scriveremo dunque:
        Nella seconda lezione si portano i                                                      • PER OROLOGIO
                                                    Nel nostro linguaggio di spie chiame-
        bambini a riflettere sul fatto che con-     remo orologio una figura che nella          • RIPETI 12 [A 250 I 250 D 30]
        viene sfruttare gli automi per fare         realtà non esiste, ma che assomiglia        • FINE
        quello che per noi è lungo e faticoso,      al quadrante stilizzato di un orologio
        non per fare le cose che ci riescono        analogico.                                  Colori e spessori
        bene naturalmente.                          Per disegnare un orologio basta dare        Con il programma Iplozero – che fun-
        Possiamo subito scoprire un dominio         all’automa Tarta i seguenti comandi:        ziona in ambiente Windows – è possi-
        di applicazioni in cui la tartaruga da      • AVANTI 250                                bile cambiare lo spessore e il colore
        schermo è bravissima e ci fa scoprire       • INDIETRO 250                              del pennello con cui Tarta lascia una
        delle cose stupende.                        • DESTRA 30                                 traccia quando si sposta sulla sua fi-
        Cominciamo dalle figure di rotazione,       •…                                          nestra.

                                                                                               Figura 3 – Il primo congegno elettromec-
                                                                                               canico associato al Logo nel 1971 presso il
                                                                                               Logo Lab del Mit assomigliava vagamente
                                                                                               ad una tartaruga: di qui il nome è rimasto
                                                                                               anche per l’automa simulato sullo schermo.

                                                                                               Figura 4 – Un dettaglio della tartaruga elet-
                                                                                               tromeccanica da pavimento realizzata con
                                                                                               un guscio trasparente.




                                                                       71      n. 12 • 15 marzo 2012 • anno 119
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 Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier


                                                                                                                                                                  In questo modo è possibile creare delle       • PER OROLOGIO
                                                                                                                                   La gerarchia                   figure già piuttosto interessanti e piut-     • RIPETI 12 [LANCETTA1 DESTRA
                                                                                                                                   degli automi                   tosto difficili da realizzare senza il com-   30]
                                                                                                                           Gli automi non si trovano qua-         puter: ecco a che cosa servono gli au-        • FINE
                                                                                                                           si mai da soli, ma vengono qua-        tomi!                                         In questo modo, utilizzando le capaci-
                                                                                                                           si sempre in gruppi e sono ge-                                                       tà di Windows e di Iperlogo di cambia-
                                                                                                                           neralmente organizzati in mo-          Lancette più sofisticate                      re il colore e lo spessore del pennello,
                                                                                                                           do gerarchico. Non sarà diffici-       Anche in Iplozero si possono creare de-       siamo in grado di creare delle belle fi-
                                                                                                                           le insieme con i bambini indivi-       gli automi in modo gerarchico. Anzi,          gure, che chiamiamo ancora orologi.
                                                                                                                           duare con loro in un cer to            conviene sempre suddividere il pro-           A questo punto possiamo introdurre
                                                                                                                           contesto chi è l’automa che            cedimento in modo gerarchico. Per             delle varianti che a volte nascono ad-
                                                                                                                           comanda e chi sono i suoi col-         ogni funzione introdurre una procedura        dirittura da una svista o da un errore
                                                                                                                           laboratori.                            specifica con un nome che rispecchia          ma che poi, prese sul serio, rendono il
                                                                                                                           Tanto per cominciare possia-           quello che fa la procedura stessa.            gioco estremamente creativo. Suppo-
                                                                                                                           mo affermare che il computer           Questo corrisponde al fatto di avere          niamo di modificare la nostra proce-
                                                                                                                           stesso è un automa. Con que-           una impresa in cui ogni membro svol-          dura LANCETTA in questo modo:
                                                                                                                           sto intendiamo riferirci al com-       ge una funzione semplice, e una sola,         • PER LANCETTA2
                                                                                                                           puter senza alcun programma,           e consente di mantenere meglio il             • AVANTI 250 CERCHIO 50 INDIE-
                                                                                                                           prima ancora che sia stato in-         controllo del nostro progetto.                TRO 200
                                                                                                                           stallato un sistema operativo.         Prendiamo l’esempio dell’orologio co-         • FINE
                                                                                                                           Prendiamo adesso un compu-             lorato che abbiamo appena disegnato.          Con i bambini abbiamo chiamato
                                                                                                                           ter su cui è stato installato il si-   Possiamo introdurre la procedura              OROLOGIO.UBRIACO, che si ricava
                                                                                                                           stema operativo Windows: di-           LANCETTA che realizza quello che              utilizzando la LANCETTA2.
                                                                                                                           remo che il computer è il ca-          normalmente, in un orologio analogi-          • PER OROLOGIO.UBRIACO
                                                                                                                           po di Windows. Tutti i program-        co, è proprio la lancetta delle ore.          • RIPETI 12 [LANCETTA2 DESTRA
                                                                                                                           mi che girano sotto Windows            Giacché ci troviamo in un mondo di            30]
                                                                                                                           sono dei sudditi di Windows.           fantasia ci prendiamo anche la libertà        • FINE
                                                                                                                           In particolare tra questi suddi-       di disegnare una lancetta che finisce         Una seconda variante consiste nel so-
                                                                                                                           ti considereremo Iplozero, che         con un cerchio.                               stituire un poligono regolare al cer-
                                                                                                                           tra i suoi sudditi annovera an-        Scriviamo dunque:                             chio: questo è facile da fare grazie al
                                                                                                                           che l’automa Tarta.                    • PER LANCETTA1                               fatto che in Iplozero si può usare un co-
                                                                                                                           Nel regno degli automi vale un         • AVANTI 250 CERCHIO 50 INDIE-                mando molto semplice per realizzare
                                                                                                                           ordine gerarchico fatto in ma-         TRO 250                                       un poligono regolare. Ad esempio, PO-
                                                                                                                           niera tale che le leggi dell'au-       • FINE                                        LIGONO 5 30 realizza un pentagono di
                                                                                                                           toma più potente valgono a
                                                                                                                                                                  A questo punto il nostro orologio, l’au-      lato 30. Quindi se noi modifichiamo
                                                                                                                           tutti i livelli degli automi a lui
                                                                                                                                                                  toma orologio, può essere riscritto uti-      ancora la lancetta nel modo seguente:
                                                                                                                           sottoposti.
                                                                                                                                                                  lizzando l’automa LANCETTA:                   • PER LANCETTA3
                                                                                                                           Quindi se io mi trovo nel do-
                                                                                                                           minio computer, poi entro nel
                                                                                                                           regno di Windows e poi ancora
                                                                                                                           nel regno di Iplozero, devo
                                                                                                                           confrontarmi con tutte le leggi
                                                                                                                           dei domini che sono superiori
                                                                                                                           a quello in cui sto operando.
                                                                                                                           Quindi quando sono dentro
                                                                                                                           Iplozero e vedo delle finestre
                                                                                                                           con una x in alto a destra, so
                                                                                                                           che posso chiuderle semplice-
                                                                                                                           mente cliccando sulla x, perché
                                                                                                                           queste sono le leggi che valgo-
                                                                                                                           no nel regno di Windows.
                                                                                                                                                                  Figura 5 – Esempio di OROLOGIO                Figura 6 – Esempio di OROLOGIO con
                                                                                                                                                                                                                LANCETTA SBRONZA


                                                                                                                                                                                  72      n. 12 • 15 marzo 2012 • anno 119
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                                                                                                                                             Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Doss
        • AVANTI 250 POLIGONO 5 30 IN               Suffragio” è stato la realizzazione di un     tanto sette azioni elementari che con-
        DIETRO 200                                  pavimento fatto con tassellazioni esa-        sentono di spostarsi nel piano da un
        • FINE                                      gonali.                                       esagono all’altro. Un cenno a parte
        Otteniamo un orologio ubriaco che           Questa esperienza è stata portata avan-       merita l’approfondimento che è stato
        ha come elemento decorativo un pen-         ti nell’arco di due o tre incontri sia nel-   fatto sulla costruzione dei colori par-
        tagono anziché un cerchio.                  la scuola “Nostra Signora del Suffragio       tendo dai tre colori base rosso verde
                                                    di Roma”, sia in una scuola di San            blu, che sono tricolori base presi da
        Prime conclusioni                           Giorgio del Sannio in provincia di Be-        Windows.
        Abbiamo tratteggiato il percorso fatto      nevento, nell’ambito di un corso rivol-
        nelle prime tre lezioni con i bambini       to a sessanta bambini di classe terza.        Le pavimentazioni
        di una classe quarta di una scuola del-     Qui faremo riferimento soprattutto alla       di San Giorgio
        la periferia romana.                        prima esperienza – in quanto assoluta-        del Sannio
        Da notare che le lezioni si sono svolte     mente normale! – facendo qualche ac-          Per completare questa panoramica
        in parte in una classe dove c’era sol-      cenno alla seconda che però si è svi-         vogliamo fare un rapido cenno a un
        tanto un computer portatile e una la-       luppata nell’ambito di un progetto            altro esperimento, molto importante,
        vagna tradizionale di ardesia. Soltanto     Pon, finanziato dal Fondo sociale eu-         fatto con sessanta bambini di terza
        in un secondo momento ci siamo re-          ropeo.                                        suddivisi in due classi.
        cati nell’aula di computer dov’era sta-     In questa esperienza dobbiamo sotto-          L’esperimento ha avuto luogo all’in-
        to installato il programma Iplozero.        lineare una fase che nella precedente         terno di un progetto Pon finanziato
        I bambini hanno seguito perfettamen-        non era stato necessaria, vale a dire la      dalla comunità europea nella Scuola
        te tutto l’itinerario concettuale, si so-   creazione delle primitive di un mi-           Primaria di San Giorgio del Sannio e
        no immersi nello sfondo integratore         cromondo. Per fare gli alveari, le tas-       ha visto impegnati, per 30 ore, due
        basato sulla teoria degli automi, han-      sellazioni esagonali, bisogna poter fa-       gruppi di venti bambini ciascuno.
                                                    re un esagono partendo dal centro,            L’esperimento non avrebbe potuto
        no accettato il linguaggio convenzio-
                                                    quindi spostarsi nel centro di uno dei        avere luogo se non ci fosse stata
        nale e la possibilità di dare nomi stra-
                                                    sei esagoni adiacenti. Per fare questo        un’importante partecipazione di alcu-
        ni a oggetti strani.
                                                    occorre utilizzare un numero fisso            ne maestre della scuola in funzione di
        Le lezioni hanno avuto luogo una vol-
                                                    che dà la misura dell’apotema, par-           tutor.
        ta la settimana per la durata di un’ora
                                                    tendo dal lato. Ovviamente non è ne-          Le prime lezioni si sono svolte in ma-
        circa. I risultati riportati sui quaderni
                                                    cessario spiegare ai bambini l’origine        niera del tutto analoga a quelle della
        testimoniano il clima di entusiasmo e
                                                    di questo numero fisso, ma soltanto           scuola romana. Abbiamo realizzato
        di partecipazione della classe.
                                                    dire che “esiste”. Ricordo che un tem-        diverse figure con Iplozero (fig. 7), ma
                                                    po, alle Scuole Elementari, veniva in-        a un certo punto abbiamo sperimen-
        Mosaici e tassellazioni                     trodotto anche il numero fisso per            tato un importante approccio al di-
        Un altro argomento affascinante che         calcolare l’apotema partendo dal lato.        scorso delle tassellazioni basato su
        abbiamo trattato con i bambini di quar-     Si viene così a creare un micromondo,         cartoncino, riga, compasso, squadra,
        ta della scuola di “Nostra Signora del      cioè un mondo in cui sono valide sol-         forbici e colla (figg. 8 e 9).




        Figura 7                                    Figura 8                                      Figura 9


                                                                        73       n. 12 • 15 marzo 2012 • anno 119
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 Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier


                                                                                                                           Dopo avere realizzato con Iplozero           rie che nascono le une dalle altre.        le finestre che contengono dei docu-
                                                                                                                           delle mattonelle ottagonali, ci siamo        Ogni qq.storia è caratterizzata da una     menti ipertestuali.
                                                                                                                           divertiti a rifare le stesse mattonelle      scatola di attrezzi che le consentono      È possibile, quindi, utilizzando addi-
                                                                                                                           con il cartoncino e a creare delle pa-       di esplorare certi mondi fantastici        rittura Word, creare una storia, e farla
                                                                                                                           vimentazioni con i cartoncini colora-        piuttosto che altri. QQ.storie rappre-     gestire da Iperlogo. Dentro la storia
                                                                                                                           ti e la colla. I bambini si sono dimo-       senta così il tentativo di realizzare      Word si possono quindi inserire delle
                                                                                                                           strati entusiasti e forse hanno goduto       l’utopia che Seymour Papert ha defi-       figure e dei collegamenti Ipertestuali
                                                                                                                           anche di più nella manipolazione di          nito Matelandia: un paese virtuale         a immagini, suoni, procedimenti che
                                                                                                                           oggetti concreti, anche se si sono           in cui la Matematica è la lingua           Iperlogo realizza in tempo reale. Non
                                                                                                                           sempre dimostrati consapevoli di             naturale, parlata da tutti e quindi        solo: ma lo stesso documento Html –
                                                                                                                           continuare a svolgere un gioco simile        è facile da imparare, come tutti noi       che può essere preparato usando
                                                                                                                           a quello dell’automa Tarta.                  abbiamo imparato senza difficoltà la       Word – si presta a costruire dei menù
                                                                                                                           Con le tassellazioni in cartoncino i         lingua materna.                            che fanno fare a Iperlogo quello che
                                                                                                                           bambini hanno avuto la percezione            Il termine QQ è un termine un po’          vogliamo. Ad esempio, gestire suoni,
                                                                                                                           della possibilità di ripetere un certo       scherzoso, volutamente vicino al lin-      brani musicali, animazioni. Ma so-
                                                                                                                           numero di mattonelle ripetendo la            guaggio infantile, che vuole indicare      prattutto a creare degli oggetti, tra-
                                                                                                                           stessa configurazione, quindi hanno          tutto quello che si può fare con un        sformarli in moduli e di qui prosegui-
                                                                                                                           avuto un’idea concreta del concetto di       Quaderno a Quadretti molto specia-         re, senza rendersene conto, nella logi-
                                                                                                                           infinito in Matematica.                      le.                                        ca della costruzione modulare di og-
                                                                                                                                                                        Con le applicazioni di QQ.storie ab-       getti complessi.
                                                                                                                           Informatica della mente:                     biamo così imitato la pittura di Kan-
                                                                                                                           ieri, oggi e domani                          dinsky, giocato con i volti stilizzati     Quaderno.a.quadretti
                                                                                                                           Come siamo passati dal programma Lo-         che si possono costruire con dei cer-      L’applicazione che ha segnato il pas-
                                                                                                                           go a Iperlogo?                               chi, creato la visita al parco naziona-    saggio da Iperlogo, un linguaggio di
                                                                                                                           Quali sono le prospettive, nella scuola di   le dello Stelvio, giocato con i fratta-    programmazione comandabile con le
                                                                                                                           oggi, di Iperlogo e dei suoi derivati?       li, in particolare con i fiocchi di neve   parole, a QQ.storie, un’applicazione
                                                                                                                           Il Logo nasce presso la Bolt Beranek &       di Koch.                                   basata su un’interfaccia a icone si
                                                                                                                           Newman, a Boston, nel 1969. Si diffon-       QQ.storie si riallaccia ad una serie di
                                                                                                                           de rapidamente in molti paesi, tradotto                                                 chiamava Quaderno.a.quadretti ed è
                                                                                                                                                                        riflessioni sull’origine della Matema-     nata per servire a una sperimentazio-
                                                                                                                           in diverse lingue, sotto la spinta ideo-
                                                                                                                                                                        tica nella nostra mente e sul ruolo che    ne in alcune scuole dell’obbligo di Mi-
                                                                                                                           logica e rivoluzionaria di Seymour Pa-
                                                                                                                                                                        dovrebbe avere l’educazione matema-        lano e dintorni che oggi afferiscono al
                                                                                                                           pert, un epistemologo che ha lavorato
                                                                                                                                                                        tica nella nostra civiltà. Sul piano       progetto www.bambinoautore.it idea-
                                                                                                                           prima con Piaget e poi con Minsky. In
                                                                                                                                                                        concreto QQ.storie è stato sviluppato      to e diretto da Stefano Merlo.
                                                                                                                           Italia arriva nel 1983 con un progetto
                                                                                                                                                                        in Iperlogo e quindi con QQ.storie si      L’idea di base è quella di ridurre la
                                                                                                                           promosso da Mauro Laeng e diretto dal
                                                                                                                                                                        può fare tutto quello che si può fare      finestra della tartaruga a una griglia
                                                                                                                           sottoscritto. Dopo diverse traduzioni
                                                                                                                                                                        con Iperlogo. Ma l’interfaccia è tal-      composta da n x n quadretti, dove il
                                                                                                                           dall’Inglese, finalmente nel 1985 esce la
                                                                                                                                                                        mente semplice e intuitiva che è stata     bambino muove un cursore usando
                                                                                                                           nostra prima versione originale, chia-
                                                                                                                                                                        collaudata con bambini di soli tre an-     le quattro freccine della tastiera del
                                                                                                                           mata Superlogo.
                                                                                                                                                                        ni, in una scuola in provincia di No-      computer – quindi con soli quattro
                                                                                                                           Nel 1997 con Giovanni Toffoli svilup-
                                                                                                                                                                        vara: io stesso ho fatto un corso con      tasti! – e quando lo ritiene colora il
                                                                                                                           piamo Iperlogo, un Logo potente in
                                                                                                                           ambiente Windows che consente di ge-         bambini di quattro anni e mezzo.           quadretto su cui si trova il cursore.
                                                                                                                           stire la multimedialità e l’ipermedia-                                                  In questo modo la finestra di tarta si
                                                                                                                           lità. Nel 2006, su suggerimento di Da-       La scoperta                                riduce a 8 x 8 quadretti ed è molto
                                                                                                                           niela Pessina, nasce QQ.storie, una ver-     della ipermedialità                        simile al quaderno a quadretti che il
                                                                                                                           sione di Iperlogo che consente la crea-      Quando Giovanni Toffoli e il sotto-        bambino usa a scuola, da cui il no-
                                                                                                                           zione di storie multimediali interattive     scritto hanno progettato e realizzato      me, appunto, dell’applicazione. Il
                                                                                                                           con una interfaccia a icone.                 Iperlogo per trasportare l’esperienza      bambino può così provare sul pro-
                                                                                                                                                                        del Superlogo in ambiente Windows,         prio quaderno a quadretti le figure
                                                                                                                           Alla ricerca                                 si sono resi conto di avere a disposi-     che, dopo un po’ di pratica, impare-
                                                                                                                           di Matelandia                                zione uno strumento formidabile per        rà a fare direttamente sullo schermo.
                                                                                                                           QQ.storie è una applicazione conteni-        realizzare un prodotto innovativo.         Si tratta di figure molto semplici, ma
                                                                                                                           tore, capace di ospitare numerose sto-       Iperlogo consente infatti di usare del-    che hanno il loro fascino.


                                                                                                                                                                                      74      n. 12 • 15 marzo 2012 • anno 119
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        Successivamente il bambino impare-           Chi ha fatto                                 Presentiamo una piccola galleria di
        rà a conservare e a recuperare i suoi        che cosa (sinora)                            esempi sviluppati da bambini delle
        lavori da una chiavetta e a ripetere le                                                   Canossiane di Monza (fig. 10) e dagli
                                                     L’idea di QQ.quadretti e QQ.storie nasce
        figure, collocandole secondo ritmi                                                        allievi dei Laboratori di Didattica del-
                                                     dai “laboratori per l’apprendimento”
        (stampini) di vario tipo. Con l’aiuto                                                     la Matematica nell’ambito del corso
                                                     tenuti da Giovanni Lariccia nell’ambi-
        di un adulto, sceglierà un’immagine                                                       di Scienze della Formazione dell’Uni-
                                                     to di corsi di Informatica, didattica del-
        – eventualmente la sua fotografia –                                                       versità Cattolica di Milano (fig. 11).
                                                     la Matematica e Scienze cognitive te-
        per identificare e successivamente ri-                                                    I primi tre rappresentano la riprodu-
                                                     nuti all’Università e presso numerose
        prendere la pagina realizzata, a cui,                                                     zione dei famosissimi mosaici di Ra-
                                                     scuole primarie e dell’Infanzia.
        nel tempo, potrà aggiungere altre pa-                                                     venna, mentre gli ultimi tre rappre-
                                                     Molte applicazioni sono state svilup-
        gine.                                                                                     sentano le illustrazioni di una storia
                                                     pate nell’ ambito di corsi che, seguen-
        Quaderno.a.quadretti è stato pensato                                                      sulle quattro stagioni.
                                                     do la stessa tradizione, hanno tenuto
        in modo specifico per la Scuola d’In-                                                     Il programma usato in entrambi i casi
                                                     altri insegnanti, usando il linguaggio
        fanzia e per le prime due classi della                                                    è QQ.storie, partendo dalla qq.storia
                                                     Iperlogo. Tra questi un ruolo del tutto
        Scuola Primaria. Alcune applicazioni,                                                     che usa la tecnica dei quadretti colo-
                                                     particolare ha avuto Daniela Pessina,
        come QQ.quadretti sono state tuttavia                                                     rati sulla griglia.
                                                     insegnante di informatica presso l’Isti-
        utilizzate con successo anche in altri
                                                     tuto Maddalena di Canossa di Monza,
        ambiti:                                                                                   Iperlogo e la Matematica
                                                     che è responsabile anche della super-
        • nel secondo ciclo della Primaria
                                                     visione didattica di tutte le applica-       Iperlogo è un linguaggio fortemente
        presso l’Istituto “Maddalena di Ca-
                                                     zioni proposte in questa collezione.         orientato alla Matematica. Con questo
        nossa” di Monza;
                                                                                                  non vogliamo dire che per usare Iper-
        • presso la Scuola Secondaria di I gra-
        do “A.Balabanoff” di Roma;
                                                     Alcuni capolavori realiz-                    logo occorre essere bravi in Matema-
        • nei Laboratori di Didattica della
                                                     zati con QQ.quadretti                        tica.
        Matematica per l’indirizzo di Scuola         Se QQ.quadretti si presenta come un          Anzi: Iperlogo consente di avvici-
        dell’Infanzia del Corso di Laurea in         gioco, quando i bambini si impegna-          narsi alla Matematica come a una
        Scienze della Formazione Primaria,           no diventa un gioco molto serio, che         lingua viva, una lingua madre. Che co-
        Università Cattolica di Milano.              si avvicina all’ artigianato – o all’arte?   sa c’è di più semplice che imparare la
                                                     – del mosaico, del punto a croce e           lingua madre in un ambiente in cui tut-
        Le prime applicazioni                        dell’illustrazione dei libri per ragazzi.    ti la parlano?
        Possiamo far risalire alle idee di base
        di QQ.storie anche altre applicazioni
        che sono state costruite dalla Prof.ssa
        Pessina con i suoi allievi con il mio
        supporto per la messa a punto finale.
        Storia.di.pinna
        La storia di un pescecane buono in
        mezzo al mare dove ci sono tanti pe-
        scecani meno buoni di lui. Anche que-
        sta storia è stata realizzata dai bambini
        di una classe seconda dell’Istituto del-    Figura 10
        le Canossiane di Monza, sotto la dire-
        zione della loro insegnante D. Pessina.
        Storia.di.viola
        La storia di una bambina di nome
        Viola che compie un viaggio in Fran-
        cia alla scoperta di tante cose belle.
        Questa storia è rappresenta la sintesi
        dei lavori realizzati dai bambini di
        quarta e quinta dell’Istituto delle Ca-
        nossiane di Monza, sotto la direzione
        della loro insegnante D. Pessina.           Figura 11


                                                                         75      n. 12 • 15 marzo 2012 • anno 119
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 Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier


                                                                                                                           Chiedere a un bambino di cinque o sei          capisco”: soltanto provando e ripro-         cidere di conservare il suo lavoro. Non
                                                                                                                           anni di creare un pavimento utilizzando        vando a fare e rifare gli esempi e con-      è necessario che gli dia un nome: è il
                                                                                                                           quattro mattonelle di base di dimen-           frontandoli con i modelli si capiscono       computer stesso a trasformare il dise-
                                                                                                                           sioni e colori diversi non è difficile (fig.   a fondo i principi del pensiero infor-       gno in un’icona e a conservare il lavoro
                                                                                                                           12). Ma nel disporre le mattonelle sul         matico. Un secondo principio fonda-          associandolo a questa icona, che il
                                                                                                                           pavimento, completando i ritmi e tap-          mentale è che si impara meglio lavo-         bambino sarà in grado di ricordare fa-
                                                                                                                           pando i buchi, il bambino fa Matema-           rando assieme: gli alunni lavorano           cilmente. Così può conservare anche
                                                                                                                           tica senza saperlo. Se è un bambino do-        con gli altri alunni e con gli insegnanti;   diversi stadi del suo lavoro senza com-
                                                                                                                           tato, troverà nella composizione del           gli insegnanti lavorano con gli altri in-    piere sforzi eccessivi. Alla fine, con
                                                                                                                           pavimento una grande soddisfazione             segnanti, le scuole con le altre scuole.     l’aiuto dell’insegnante, può eliminare
                                                                                                                           intellettuale. Se è un bambino meno            In questo modo si impara a costruire         gli stadi intermedi e può anche asso-
                                                                                                                           dotato, comunque qualche pavimento             opere complesse, che oggi sono mosai-        ciare al suo nome l’icona del lavoro.
                                                                                                                           riuscirà a tirarlo fuori e pian piano a co-    ci e ricami riprodotti sul computer, do-     L’idea di fondo di questo progetto è che
                                                                                                                           stuire dei modelli originali, tutti suoi.      mani potranno essere programmi com-          programmare un computer significa
                                                                                                                           Non avrà mai la sensazione che qual-           plessi che controllano una centrale nu-      memorizzare una sequenza di azioni, e
                                                                                                                           cuno lo giudichi, ma sentirà la “mis-          cleare o il traffico di una città.           che la responsabilità di questo compi-
                                                                                                                           sione” di completare il suo lavoro. Non                                                     to può essere data allo stesso computer.
                                                                                                                           è difficile immaginare quante combi-           QQ.quadretti                                 Con QQ.quadretti, dunque, il bambino
                                                                                                                           nazioni diverse possa creare un bam-           Nel corso dell’anno scolastico 2003/         deve soltanto riflettere sulle proprie
                                                                                                                           bino di cinque anni con delle matto-           2004 abbiamo definito e cominciato a         azioni e, con l’aiuto dell’insegnante,
                                                                                                                           nelle “intriganti”. Mentre il pavimento        sperimentare un’applicazione chiama-         porsi degli obiettivi di tipo creativo che
                                                                                                                           si compone, il computer registra le            ta QQ.quadretti, successivamente con-        siano proporzionati alle sue capacità di
                                                                                                                           mosse ed è in grado di riprodurle suc-         fluita in QQ.storie. QQ.quadretti si basa,   schematizzazione e di astrazione. Al re-
                                                                                                                           cessivamente, su richiesta del bambino         l’abbiamo detto, sulla metafora del qua-     sto ci pensa il computer. QQ.quadretti
                                                                                                                           o dell’insegnante, con tempi, ritmi, ef-       derno a quadretti: quello che il bambi-      consente di realizzare splendidi mosai-
                                                                                                                           fetti speciali a piacere. Dal semplice pa-     no vede sullo schermo è una griglia di       ci colorati con griglie da 8 x 8 a 64 x 64
                                                                                                                           vimento si passa così, senza soluzione         quadratini che assomiglia in tutto e per     quadretti e 256 colori diversi.
                                                                                                                           di continuità, a un… pavimento multi-          tutto alla pagina vuota di un classico
                                                                                                                           mediale, anzi – perché no? – a un vero         quaderno a quadretti. Su questa griglia      Il futuro dell’Informatica
                                                                                                                           e proprio spettacolo multimediale dal          i bambini si muovono spostando un            della mente nella scuola
                                                                                                                           costo molto contenuto!                         quadratino che può essere colorato o         L’avvento dell’Informatica nella nostra
                                                                                                                                                                          trasparente. Con un po’ di astrazione,       società presenta una serie di aspetti en-
                                                                                                                           Apprendimento                                  essi possono realizzare qualunque figu-      tusiasmanti. Mentre all’inizio dell’epoca
                                                                                                                           costruttivo e lavoro                           ra, approssimandola, come si fa con i        del computer nella Scuola, negli anni
                                                                                                                           collaborativo                                  blocchi di legno delle costruzioni.          ottanta, prevaleva il senso di rifiuto da
                                                                                                                           Tutte le applicazioni di Iperlogo si ispi-     Tutte le azioni che il bambino ese-          parte della maggior parte degli opera-
                                                                                                                           rano ai principi dell’apprendimento co-        gue sul computer sono memorizza-             tori scolastici, oggi, forse, c’è un senso
                                                                                                                           struttivo riassunti dalla frase “Se faccio,    te e, alla fine, il bambino stesso può de-   di paura per la presa di coscienza del-
                                                                                                                                                                                                                       l’esistenza di un gap generazionale, do-
                                                                                                                                                                                                                       vuto al fenomeno dei nativi digitali.
                                                                                                                                                                                                                       Eppure la constatazione che i nostri al-
                                                                                                                                                                                                                       lievi sono naturalmente predisposti per
                                                                                                                                                                                                                       questa tecnologia, sono più adatti di
                                                                                                                                                                                                                       noi a navigare in questo tipo di società
                                                                                                                                                                                                                       della conoscenza, dovrebbe stimolarci
                                                                                                                                                                                                                       a crescere e a creare delle opportunità
                                                                                                                                                                                                                       per far crescere le loro menti.
                                                                                                                                                                                                                       Un rischio molto forte è quello che, in-
                                                                                                                                                                                                                       vece di affrontare il problema in pro-
                                                                                                                                                                                                                       fondità, ci si adatti a cercare di domi-
                                                                                                                            Le quattro mattonelle di base             Il pavimento realizzato da Francesco con le
                                                                                                                               utilizzato da Francesco                            quattro mattonelle                   nare questa rivoluzione, riempiendosi
                                                                                                                                                                                                                       di gadget.
                                                                                                                           Figura 12


                                                                                                                                                                                          76      n. 12 • 15 marzo 2012 • anno 119
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  • 1. SIM_12_pp_67_78:Layout 1 20/02/12 14.27 Pagina 67 Dossier Informatica… mente A cura di: Giovanni Lariccia i nativi digitali con gli automi Ovvero: Informatica della mente per inserto la Scuola Primaria di domani estraibile M i è venuto da sorridere leggendo un articolo comparso il 31 gennaio su Repubblica (di cui riporto nel riquadro il titolo e il sottotitolo) in cui si presenta come una novità il fatto che i bambini si trovino a loro agio con i computer e con internet! Dopotutto sono secoli che raccontiamo le favole ai nostri figli e nipoti e, attraverso questi rac- conti, svolgiamo una parte importante della loro educazione. Da quasi venti anni io svolgo in prima persona corsi di Informatica per bambini in diverse classi della Scuola Primaria e della Scuola dell’Infanzia. Come coautore di Iperlogo, un linguaggio di programmazione per bambini che affonda le sue radici nelle teorie costruzioniste di Piaget e Papert, uso sistematicamente il mio linguaggio nelle sue versioni più recenti, accompa- gnandolo con giochi, metafore e racconti e sviluppando con esso progetti di Matematica, Mu- sica, storie multimediali interattive e via dicendo. I miei interventi vengono quindi parallelamente e sistematicamente riproposti nei corsi uni- versitari di Didattica della matematica e dell'informatica per i corsi di laurea in Scienze della Formazione Primaria presso l’Università Cattolica e la Lumsa di Roma. Grazie anche alle numerose tesi di laurea e a una collana di pubblicazioni (vedi riquadro) su questi argomenti, ho avuto modo di mettere a confronto le capacità dei bambini, trattati come adulti, ovvero come piccoli matematici, con quelle dei loro futuri maestri, trattati come bam- bini, perché riflettano in prima persona sui processi di apprendimento e insegnamento basati sulla metacognizione. La tecnologia? È quasi umana! Parola di “nativo digitale” Secondo un progetto di ricerca internazionale, i bambini capiscono al volo le nuove pos- sibilità di internet e dei dispositivi che ci circondano. Per una volta sono stati fatti salire in cattedra, con risultati sorprendenti e una nuova filosofia: lo Sharism. “la Repubblica”, 31 gennaio 2012 La collana di Didattica della Matematica, Informatica della mente e metacognizione Dal 2009 ho avviato con Silvano Ferrarese editore di Book-jay.it una collana di e-books con il titolo sopra indicato. La collana, che conta ormai undici titoli, mentre diversi altri sono in preparazione, si pro- pone di esplorare il vasto territorio che si è aperto nell’ area di intersezione tra la didatti- ca e le neuroscienze cognitive. Dossier Dossier È mia convinzione che da questa area di intersezione la scuola potrà trarre le innovazioni più importanti per aggiornare i suoi metodi di insegnamento dell’Informatica e della Ma- tematica. 67 n. 12 • 15 marzo 2012 • anno 119
  • 2. SIM_12_pp_67_78:Layout 1 20/02/12 14.27 Pagina 68 Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Il principio di realtà opportunità di usare con i bambini un effetti a Turing noi dobbiamo il model- di Emma Castelnuovo approccio all’Informatica basato sul lo di computer inteso come macchina concetto di automa. logica universale. Una delle persone che più hanno inci- so nella mia vita di docente e ricercato- Il concetto di automa è un concetto A volte racconto ai miei piccoli allievi re nel campo della didattica è stata Em- molto potente capace, se affrontato con che Turing mi è apparso in sogno e mi ma Castelnuovo che ha avuto la straor- il taglio giusto, di favorire un buon li- ha invitato a darmi da fare perché i dinaria capacità di rimettersi in gioco vello di astrazione nell’avvicinamento bambini italiani diventino capaci di co- infinite volte senza mai perdere il con- all’Informatica. struire degli automi, oltre che, come già tatto diretto con i bambini e con la sto- Naturalmente il concetto di automa succede, di acquistarli già belli e co- ria della conoscenza scientifica, in par- non va presentato come un concetto, struiti nei Paesi dell’Estremo Oriente. ticolare di quella matematica. ma introdotto attraverso racconti e me- Gli automi secondo Turing non sono Emma Castelnuovo alcuni anni fa ha tafore, in una organizzazione fantasiosa delle macchine umanoidi – per quelli scritto delle pagine molto belle sui frat- che credo possiamo a buon diritto usiamo il termine robot! – ma sempli- tali, in particolare sul fiocco di neve o chiamare sfondo integratore. cemente degli “schemi di comporta- curva di Koch, sulla base del fatto che Durante il primo incontro con una mento algoritmico”, cioè preciso, effi- la Matematica nella Scuola deve privi- classe comincio sempre parlando dei cace e quindi prevedibile. legiare lo studio dei fenomeni reali nostri amici automi, che a volte, spe- La cosa importante è che lo stesso com- prima che di quelli astratti, proprio cialmente con i più piccoli, confondo puter può essere visto come un auto- per condurre i bambini all’astrazio- volutamente con i “marziani”. Gli au- ma. Anche i sistemi operativi come ne (principio di realtà). tomi hanno un loro linguaggio, che noi Windows e le applicazioni più comu- Trovo che la stessa cosa valga per l’Iin- possiamo imparare. Ci sono tanti tipi ni, come Word, Paint e Power Point, formatica: sulla base del principio di di automi e tanti tipi di linguaggi. Noi possono essere visti come automi par- realtà possiamo affrontare concetti possiamo parlare con loro, se imparia- ticolari, che ubbidiscono alle regole molto importanti partendo, tuttavia, mo a pensare come pensano loro. che ha imposto loro chi li ha inventa- dall’esperienza concreta e, possibil- Anzi, come vedremo, noi possiamo ad- ti (costruiti). mente, dalla manipolazione di materia- dirittura inventare degli automi sem- Ma la novità dell’approccio basato sul li concreti. plicissimi e giocare con loro per sco- linguaggio Logo e sulla sua versione Vedremo come questo principio è stato prire come si riesca a far fare loro delle originale italiana di Iperlogo è che noi tenuto presente in due serie di inter- cose straordinarie, con il loro linguag- possiamo far vivere gli automi anche venti che ho fatto sull’infinitamente gio fatto di pochissimi ordini, chieden- nella nostra mente: basta che siamo ca- grande e sull’ infinitamente piccolo con do loro di ripeterli come e quante volte paci di programmare (prevedere, pro- bambini di terza e quarta classe. vogliamo noi. gettare) una sequenza di azioni tale che Spesso parlo loro anche della figura di l’automa sia capace di eseguirla e che Gli automi Alan Turing, un matematico morto sui- serva a raggiungere un certo scopo, ad Sempre a proposito dell’uso di idee po- cida in età relativamente giovane, che esempio, nel caso più semplice, la rea- tenti per avviare i bambini all’astrazio- gli Inglesi celebrano come uno dei più lizzazione di un disegno di carattere ne, voglio parlare della efficacia e della grandi scienziati del secolo scorso. E in geometrico. 68 n. 12 • 15 marzo 2012 • anno 119
  • 3. SIM_12_pp_67_78:Layout 1 20/02/12 14.27 Pagina 69 Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossi In questo modo, come vedremo più cleo matematico innato [Dehaene, linguaggio negli anni ottanta e negli avanti, possiamo giocare a fare gli au- 1999]. ultimi venti anni abbiamo fatto espe- tomi anche in una classe senza compu- La scoperta di tante capacità cognitive rienza diretta di avviamento alla pro- ter, usando il nostro corpo per simula- di base – cito ancora un altro bellissi- grammazione con bambini di diverse re quei comportamenti che vogliamo mo libro di Dehaene su I neuroni della città italiane. successivamente far eseguire ai nostri lettura – dovuta al raffinamento degli automi. strumenti di rilevazione e di osserva- La metafora zione scientifica della mente umana degli automi1 Informatica della mente che può far ipotizzare che le capacità Dunque il mio intervento in una classe e metacognizione necessarie per interagire con un com- comincia di solito raccontando che in Dopo diversi anni di interventi svolti puter, un dispositivo digitale o con In- sogno Alan Turing mi ha chiesto di in- con i bambini, con gli studenti univer- ternet siano anch’esse in parte innate o, segnare ai bambini italiani a costruire sitari con i loro maestri, ho deciso di come potremmo anche dire, natural- automi piuttosto che a comprarli belli e formalizzare questo approccio basato mente disponibili alla mente umana. fatti. Ci sono molti Paesi – l’India e la sulla capacità di riflettere sulle proprie Ma il mio discorso vuol andare molto Cina, il sud-est asiatico in primis! – in azioni e sulle regole che sono richieste più in là. Nella misura in cui gli stru- cui l’educazione matematica e informa- in un determinato contesto e l’ho chia- menti digitali si umanizzano e si avvi- tica è molto più sostenuta, dal governo mato Informatica della mente. cinano alle capacità naturali dell’uomo, e dalle famiglie, di quanto non accada Da diversi anni uso ormai questo ter- diventa sempre più facile che la loro da noi. Così nascono i geni, mentre mine, sia con gli allievi dei miei corsi rappresentazione venga immersa nella noi, che abbiamo quasi paura della bra- universitari che con gli insegnanti del- rappresentazione del mondo reale. Gli vura dei nostri figli, finiamo per com- le scuole in cui svolgo degli interventi automi, in altre parole, sono ormai in prare loro giocattoli robotizzati che so- formativi. mezzo a noi e sono qui per restare. Il termine Informatica della mente non Gli strumenti digitali (videogiochi, no dispositivi chiusi e non incoraggia- si limita, ovviamente, al gioco degli au- smartphone, computer e internet in mo a investigarne il funzionamento. tomi, ma abbraccia tutta l’Informatica primis) fanno parte ormai della vita Ma veniamo agli automi e alla metafo- che si può fare con la nostra mente, quotidiana. Essi, sono, tra l’altro ormai ra con cui essi possono essere introdot- avendo soltanto presente l’esistenza de- ben presenti nell’immaginario colletti- ti in una classe di scuola primaria. gli automi (computer, dispositivi digi- vo tanto che molte espressioni del lin- Chi sono gli automi? tali, siti interattivi e quantaltro) e la guaggio comune sono prese in prestito La definizione più semplice che fun- possibilità di programmarli. dall’Informatica. ziona sia con i bambini sia con gli Perché parlare di Informatica della men- Questo vuol dire che le persone comu- adulti non esperti – è quella di esecu- te? Proprio perché, se distinguiamo il ni e ancora di più i bambini sono in tore fedele di ordini ben formati, concetto (comportamento) di un auto- grado di ragionare su oggetti di tipo in- cioè chiari, precisi e ben riconosci- ma dalle sue realizzazioni concrete, formatico e possono, se ben guidati, fa- bili. possiamo renderci conto che molte ca- cilmente organizzare il loro pensiero in Con il termine “esecutore fedele” pacità informatiche e cognitive di funzione del raggiungimento di obiet- esprimiamo il fatto che l’automa fa base sono presenti nella nostra men- tivi di carattere informatico. In parole soltanto quello che diciamo noi, non te sin da quando siamo piccoli, forse povere, sono capaci di dialogare con si sogna di prendere alcuna iniziativa sin dalla nascita. uno strumento digitale o, se vogliamo, se non è istruito a farlo. Sulla base di studi recenti a cui faceva di programmare un computer. Ordini chiari, precisi e ben formati riferimento l’articolo citato nel riqua- Perché allora non sfruttare questa situa- vuol dire prima di tutto che gli ordini dro riportato all’ inizio, i bambini di og- zione per spingere al massimo l’esercizio devono essere perfettamente com- gi sono stati definiti “nativi digitali”, di queste capacità? Perché non portare i prensibili ed eseguibili dall’automa: in per la naturalezza con cui si muovono bambini direttamente a programmare un poche parole: devono essere dati nel mondo digitale [Ferri, 2011]. computer? usando il linguaggio dell’automa. Recenti studi nelle neuroscienze co- Dal 1969 esiste una famiglia di lin- Il linguaggio degli automi solitamen- gnitive hanno dimostrato che la no- guaggi di programmazione per bam- te è fatto di poche parole, molte di stra mente è naturalmente portata a bini che risponde al nome di Logo. meno di quelle che è capace di com- fare Matematica. Si parla di un nu- Noi abbiamo portato in Italia questo prendere un bambino di otto anni. 1 Mi fa piacere riconoscere che l’idea di partire dal concetto di automa la devo a Mario Fierli, che ha insegnato per molti anni informatica presso l’Istituto Fermi di Roma e si è poi occupato del piano nazionale di informatica presso il Ministero della Pubblica Istruzione. 69 n. 12 • 15 marzo 2012 • anno 119
  • 4. SIM_12_pp_67_78:Layout 1 20/02/12 14.28 Pagina 70 Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Figura 1 – Tre bambini di una scuola americana degli anni ’70 giocano al gioco dell’automa Tarta: la bambina impersona la Tarta, il bambino a sini- stra la guida dandole i comandi. Qui e là Ulteriore proposta sul tema è in Figura 2 – Il gioco dell'automa tarta svolto durante il classe quinta – Matematica, Scienze primo incontro con i bambini della scuola di Nostra Si- e Tecnologia: pagg. 125-126 gnora del Suffragio a Roma. E inoltre: si possono costruire degli au- sono e che cosa fanno gli automi si ve riconoscere soltanto gli ordini che tomi che conoscono soltanto due o chiama il gioco dell’automa da pavi- decidiamo, prima dell’inizio del gio- tre comandi, e questi automi sono ca- mento, che per tradizione viene chia- co, che lui deve conoscere e saper ese- paci di svolgere compiti tutt’altro che mato Tarta, più avanti vedremo perché. guire. banali! Si prende un bambino che impersona Di solito si comincia con due soli co- Il secondo passo della mia introdu- l’automa Tarta, lo si mette in piedi mandi che possiamo chiamare AVA e zione è quello di dire: attenzione sul pavimento, davanti alla classe e gli DES. Se riceve il comando AVA2 il bambini, anche noi siamo (o ci com- si dice: «Tu adesso impersoni l’auto- bambino-Tarta deve fare un passo in portiamo come) automi, in certe cir- ma Tarta e quindi ubbidirai agli ordi- avanti nella direzione del suo naso. costanze. Quando facciamo la fila per ni che un tuo amico ti darà. In questo Se riceve il comando DES dal suo andare al cinema ci comportiamo in modo ti sposterai sul pavimento se- conducente il bambino-Tarta deve maniera prevedibile. Se siamo educa- guendo la sua volontà». L’amico viene ruotare su se stesso di un quarto di gi- ti – come sono educati gli automi, tut- nominato seduta stante conducente ro (fig. 1). ti gli automi sono educati! – cerche- di Tarta. A qualunque altro comando il nostro Volendo si può introdurre un terzo automa Tarta deve fare orecchi da remo di non scavalcare le persone ruolo, che è quello del segretario di mercante! Adesso chiediamo al con- nella fila. Agiremo quindi in maniera Tarta, il quale ha il compito di scri- ducente di Tarta di condurre il suo prevedibile. vere sulla lavagna la successione di automa sul pavimento in modo da Quando contiamo ci comportiamo ordini che il conducente dà a Tarta. fargli “disegnare” un quadrato. come automi e così anche quando E per fare le cose in grande possiamo eseguiamo delle operazioni aritmeti- introdurre anche un quarto ruolo, La tartaruga che. I matematici dicono che eseguia- quello di simulatore di Tarta, asse- sullo schermo mo degli algoritmi. gnandolo a un bambino a cui diamo Il terzo passo è quello di aprire il pro- Ma torniamo ai nostri automi per il compito di disegnare sulla lavagna gramma Iplozero, facendo notare ai bambini. il percorso che Tarta esegue sul pavi- bambini l’analogia tra la tartaruga da mento. pavimento impersonata dal loro com- Il gioco dell’automa Al bambino che svolge il ruolo di au- pagno e la tartaruga sullo schermo Tarta (sul pavimento) toma Tarta chiederemo di stare molto schematizzata con un triangolo iso- Il primo gioco che ci aiuta a capire chi attento perché in quanto automa, de- scele. 2 Abbreviazione della parola AVANTI, che tuttavia viene usata in una modalità più avanzata quando si aggiunge un argomento per indicare di quanti passi di tartaruga il nostro automa deve avanzare: ad esempio il comando AVANTI 77 indica che la tarta da schermo deve avanzare nella direzione del suo naso di 77 piccoli passi di tartaruga. 70 n. 12 • 15 marzo 2012 • anno 119
  • 5. SIM_12_pp_67_78:Layout 1 20/02/12 14.28 Pagina 71 Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossi Chiederemo quindi al guidatore di anzi per essere più precisi comincia- E tutto questo per dodici volte! Il no- tartaruga e ai suoi compagni di rifare mo dagli orologi colorati. stro automa si presta, tuttavia, a delle con la tartaruga da schermo lo stesso Occorre premettere che le lezioni con potentissime abbreviazioni. Si può percorso che hanno fatto fare alla tar- i bambini si svolgano in un clima gio- scrivere A per AVANTI, I per Indietro taruga da pavimento (figg. 3 e 4). coso in cui è lecito inventare delle pa- e D per Destra. La differenza subito evidente è che la role nuove o dei termini che non ap- La ripetizione dei tre comandi che ab- tartaruga da schermo lascia una trac- partengono alla Lingua italiana ma biamo visto sopra si può riassumere cia sul suo percorso per cui la forma che rievocano qualche oggetto del lin- con la seguente espressione: dell’otto viene disegnata sullo scher- guaggio comune per poi spiegare al • RIPETI 12 [A 250 I 250 D 30] mo nella cosiddetta finestra di Tarta. nostro automa come si realizza que- Già l’uso delle abbreviazioni e dei co- Con questo gioco si può andare avan- st’oggetto. mandi potenti rende estremamente ti per un bel po’ chiedendo a tutti i A volte diciamo che usiamo un lin- accattivante l’uso dell’automa Tarta bambini di progettare sul quaderno i guaggio criptico, con i ragazzi parlia- sullo schermo. comandi da dare a Tarta per farle di- mo di “linguaggio delle spie”, un lin- Ancora di più se riassumiamo quella segnare tutte le lettere dell’alfabeto guaggio per addetti ai lavori: un lin- riga di comandi con una sola parola: sempre nella forma schematica digita- guaggio tutto nostro che noi costruia- OROLOGIO. le che hanno sui pannelli delle auto- mo e arricchiamo gradualmente. Diremo che l’automa Tarta e il suo ca- Il programma Iplozero in questo è un strade. po Iplozero sono capaci di imparare ottimo complice perché ci consente di nuove parole se noi soltanto le defi- definire delle nuove parole. Iplozero Alcune figure in altre parole è un automa capace di niamo sul foglio. di rotazione imparare. Sul foglio scriveremo dunque: Nella seconda lezione si portano i • PER OROLOGIO Nel nostro linguaggio di spie chiame- bambini a riflettere sul fatto che con- remo orologio una figura che nella • RIPETI 12 [A 250 I 250 D 30] viene sfruttare gli automi per fare realtà non esiste, ma che assomiglia • FINE quello che per noi è lungo e faticoso, al quadrante stilizzato di un orologio non per fare le cose che ci riescono analogico. Colori e spessori bene naturalmente. Per disegnare un orologio basta dare Con il programma Iplozero – che fun- Possiamo subito scoprire un dominio all’automa Tarta i seguenti comandi: ziona in ambiente Windows – è possi- di applicazioni in cui la tartaruga da • AVANTI 250 bile cambiare lo spessore e il colore schermo è bravissima e ci fa scoprire • INDIETRO 250 del pennello con cui Tarta lascia una delle cose stupende. • DESTRA 30 traccia quando si sposta sulla sua fi- Cominciamo dalle figure di rotazione, •… nestra. Figura 3 – Il primo congegno elettromec- canico associato al Logo nel 1971 presso il Logo Lab del Mit assomigliava vagamente ad una tartaruga: di qui il nome è rimasto anche per l’automa simulato sullo schermo. Figura 4 – Un dettaglio della tartaruga elet- tromeccanica da pavimento realizzata con un guscio trasparente. 71 n. 12 • 15 marzo 2012 • anno 119
  • 6. SIM_12_pp_67_78:Layout 1 20/02/12 14.28 Pagina 72 Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier In questo modo è possibile creare delle • PER OROLOGIO La gerarchia figure già piuttosto interessanti e piut- • RIPETI 12 [LANCETTA1 DESTRA degli automi tosto difficili da realizzare senza il com- 30] Gli automi non si trovano qua- puter: ecco a che cosa servono gli au- • FINE si mai da soli, ma vengono qua- tomi! In questo modo, utilizzando le capaci- si sempre in gruppi e sono ge- tà di Windows e di Iperlogo di cambia- neralmente organizzati in mo- Lancette più sofisticate re il colore e lo spessore del pennello, do gerarchico. Non sarà diffici- Anche in Iplozero si possono creare de- siamo in grado di creare delle belle fi- le insieme con i bambini indivi- gli automi in modo gerarchico. Anzi, gure, che chiamiamo ancora orologi. duare con loro in un cer to conviene sempre suddividere il pro- A questo punto possiamo introdurre contesto chi è l’automa che cedimento in modo gerarchico. Per delle varianti che a volte nascono ad- comanda e chi sono i suoi col- ogni funzione introdurre una procedura dirittura da una svista o da un errore laboratori. specifica con un nome che rispecchia ma che poi, prese sul serio, rendono il Tanto per cominciare possia- quello che fa la procedura stessa. gioco estremamente creativo. Suppo- mo affermare che il computer Questo corrisponde al fatto di avere niamo di modificare la nostra proce- stesso è un automa. Con que- una impresa in cui ogni membro svol- dura LANCETTA in questo modo: sto intendiamo riferirci al com- ge una funzione semplice, e una sola, • PER LANCETTA2 puter senza alcun programma, e consente di mantenere meglio il • AVANTI 250 CERCHIO 50 INDIE- prima ancora che sia stato in- controllo del nostro progetto. TRO 200 stallato un sistema operativo. Prendiamo l’esempio dell’orologio co- • FINE Prendiamo adesso un compu- lorato che abbiamo appena disegnato. Con i bambini abbiamo chiamato ter su cui è stato installato il si- Possiamo introdurre la procedura OROLOGIO.UBRIACO, che si ricava stema operativo Windows: di- LANCETTA che realizza quello che utilizzando la LANCETTA2. remo che il computer è il ca- normalmente, in un orologio analogi- • PER OROLOGIO.UBRIACO po di Windows. Tutti i program- co, è proprio la lancetta delle ore. • RIPETI 12 [LANCETTA2 DESTRA mi che girano sotto Windows Giacché ci troviamo in un mondo di 30] sono dei sudditi di Windows. fantasia ci prendiamo anche la libertà • FINE In particolare tra questi suddi- di disegnare una lancetta che finisce Una seconda variante consiste nel so- ti considereremo Iplozero, che con un cerchio. stituire un poligono regolare al cer- tra i suoi sudditi annovera an- Scriviamo dunque: chio: questo è facile da fare grazie al che l’automa Tarta. • PER LANCETTA1 fatto che in Iplozero si può usare un co- Nel regno degli automi vale un • AVANTI 250 CERCHIO 50 INDIE- mando molto semplice per realizzare ordine gerarchico fatto in ma- TRO 250 un poligono regolare. Ad esempio, PO- niera tale che le leggi dell'au- • FINE LIGONO 5 30 realizza un pentagono di toma più potente valgono a A questo punto il nostro orologio, l’au- lato 30. Quindi se noi modifichiamo tutti i livelli degli automi a lui toma orologio, può essere riscritto uti- ancora la lancetta nel modo seguente: sottoposti. lizzando l’automa LANCETTA: • PER LANCETTA3 Quindi se io mi trovo nel do- minio computer, poi entro nel regno di Windows e poi ancora nel regno di Iplozero, devo confrontarmi con tutte le leggi dei domini che sono superiori a quello in cui sto operando. Quindi quando sono dentro Iplozero e vedo delle finestre con una x in alto a destra, so che posso chiuderle semplice- mente cliccando sulla x, perché queste sono le leggi che valgo- no nel regno di Windows. Figura 5 – Esempio di OROLOGIO Figura 6 – Esempio di OROLOGIO con LANCETTA SBRONZA 72 n. 12 • 15 marzo 2012 • anno 119
  • 7. SIM_12_pp_67_78:Layout 1 20/02/12 14.29 Pagina 73 Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Doss • AVANTI 250 POLIGONO 5 30 IN Suffragio” è stato la realizzazione di un tanto sette azioni elementari che con- DIETRO 200 pavimento fatto con tassellazioni esa- sentono di spostarsi nel piano da un • FINE gonali. esagono all’altro. Un cenno a parte Otteniamo un orologio ubriaco che Questa esperienza è stata portata avan- merita l’approfondimento che è stato ha come elemento decorativo un pen- ti nell’arco di due o tre incontri sia nel- fatto sulla costruzione dei colori par- tagono anziché un cerchio. la scuola “Nostra Signora del Suffragio tendo dai tre colori base rosso verde di Roma”, sia in una scuola di San blu, che sono tricolori base presi da Prime conclusioni Giorgio del Sannio in provincia di Be- Windows. Abbiamo tratteggiato il percorso fatto nevento, nell’ambito di un corso rivol- nelle prime tre lezioni con i bambini to a sessanta bambini di classe terza. Le pavimentazioni di una classe quarta di una scuola del- Qui faremo riferimento soprattutto alla di San Giorgio la periferia romana. prima esperienza – in quanto assoluta- del Sannio Da notare che le lezioni si sono svolte mente normale! – facendo qualche ac- Per completare questa panoramica in parte in una classe dove c’era sol- cenno alla seconda che però si è svi- vogliamo fare un rapido cenno a un tanto un computer portatile e una la- luppata nell’ambito di un progetto altro esperimento, molto importante, vagna tradizionale di ardesia. Soltanto Pon, finanziato dal Fondo sociale eu- fatto con sessanta bambini di terza in un secondo momento ci siamo re- ropeo. suddivisi in due classi. cati nell’aula di computer dov’era sta- In questa esperienza dobbiamo sotto- L’esperimento ha avuto luogo all’in- to installato il programma Iplozero. lineare una fase che nella precedente terno di un progetto Pon finanziato I bambini hanno seguito perfettamen- non era stato necessaria, vale a dire la dalla comunità europea nella Scuola te tutto l’itinerario concettuale, si so- creazione delle primitive di un mi- Primaria di San Giorgio del Sannio e no immersi nello sfondo integratore cromondo. Per fare gli alveari, le tas- ha visto impegnati, per 30 ore, due basato sulla teoria degli automi, han- sellazioni esagonali, bisogna poter fa- gruppi di venti bambini ciascuno. re un esagono partendo dal centro, L’esperimento non avrebbe potuto no accettato il linguaggio convenzio- quindi spostarsi nel centro di uno dei avere luogo se non ci fosse stata nale e la possibilità di dare nomi stra- sei esagoni adiacenti. Per fare questo un’importante partecipazione di alcu- ni a oggetti strani. occorre utilizzare un numero fisso ne maestre della scuola in funzione di Le lezioni hanno avuto luogo una vol- che dà la misura dell’apotema, par- tutor. ta la settimana per la durata di un’ora tendo dal lato. Ovviamente non è ne- Le prime lezioni si sono svolte in ma- circa. I risultati riportati sui quaderni cessario spiegare ai bambini l’origine niera del tutto analoga a quelle della testimoniano il clima di entusiasmo e di questo numero fisso, ma soltanto scuola romana. Abbiamo realizzato di partecipazione della classe. dire che “esiste”. Ricordo che un tem- diverse figure con Iplozero (fig. 7), ma po, alle Scuole Elementari, veniva in- a un certo punto abbiamo sperimen- Mosaici e tassellazioni trodotto anche il numero fisso per tato un importante approccio al di- Un altro argomento affascinante che calcolare l’apotema partendo dal lato. scorso delle tassellazioni basato su abbiamo trattato con i bambini di quar- Si viene così a creare un micromondo, cartoncino, riga, compasso, squadra, ta della scuola di “Nostra Signora del cioè un mondo in cui sono valide sol- forbici e colla (figg. 8 e 9). Figura 7 Figura 8 Figura 9 73 n. 12 • 15 marzo 2012 • anno 119
  • 8. SIM_12_pp_67_78:Layout 1 20/02/12 14.29 Pagina 74 Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dopo avere realizzato con Iplozero rie che nascono le une dalle altre. le finestre che contengono dei docu- delle mattonelle ottagonali, ci siamo Ogni qq.storia è caratterizzata da una menti ipertestuali. divertiti a rifare le stesse mattonelle scatola di attrezzi che le consentono È possibile, quindi, utilizzando addi- con il cartoncino e a creare delle pa- di esplorare certi mondi fantastici rittura Word, creare una storia, e farla vimentazioni con i cartoncini colora- piuttosto che altri. QQ.storie rappre- gestire da Iperlogo. Dentro la storia ti e la colla. I bambini si sono dimo- senta così il tentativo di realizzare Word si possono quindi inserire delle strati entusiasti e forse hanno goduto l’utopia che Seymour Papert ha defi- figure e dei collegamenti Ipertestuali anche di più nella manipolazione di nito Matelandia: un paese virtuale a immagini, suoni, procedimenti che oggetti concreti, anche se si sono in cui la Matematica è la lingua Iperlogo realizza in tempo reale. Non sempre dimostrati consapevoli di naturale, parlata da tutti e quindi solo: ma lo stesso documento Html – continuare a svolgere un gioco simile è facile da imparare, come tutti noi che può essere preparato usando a quello dell’automa Tarta. abbiamo imparato senza difficoltà la Word – si presta a costruire dei menù Con le tassellazioni in cartoncino i lingua materna. che fanno fare a Iperlogo quello che bambini hanno avuto la percezione Il termine QQ è un termine un po’ vogliamo. Ad esempio, gestire suoni, della possibilità di ripetere un certo scherzoso, volutamente vicino al lin- brani musicali, animazioni. Ma so- numero di mattonelle ripetendo la guaggio infantile, che vuole indicare prattutto a creare degli oggetti, tra- stessa configurazione, quindi hanno tutto quello che si può fare con un sformarli in moduli e di qui prosegui- avuto un’idea concreta del concetto di Quaderno a Quadretti molto specia- re, senza rendersene conto, nella logi- infinito in Matematica. le. ca della costruzione modulare di og- Con le applicazioni di QQ.storie ab- getti complessi. Informatica della mente: biamo così imitato la pittura di Kan- ieri, oggi e domani dinsky, giocato con i volti stilizzati Quaderno.a.quadretti Come siamo passati dal programma Lo- che si possono costruire con dei cer- L’applicazione che ha segnato il pas- go a Iperlogo? chi, creato la visita al parco naziona- saggio da Iperlogo, un linguaggio di Quali sono le prospettive, nella scuola di le dello Stelvio, giocato con i fratta- programmazione comandabile con le oggi, di Iperlogo e dei suoi derivati? li, in particolare con i fiocchi di neve parole, a QQ.storie, un’applicazione Il Logo nasce presso la Bolt Beranek & di Koch. basata su un’interfaccia a icone si Newman, a Boston, nel 1969. Si diffon- QQ.storie si riallaccia ad una serie di de rapidamente in molti paesi, tradotto chiamava Quaderno.a.quadretti ed è riflessioni sull’origine della Matema- nata per servire a una sperimentazio- in diverse lingue, sotto la spinta ideo- tica nella nostra mente e sul ruolo che ne in alcune scuole dell’obbligo di Mi- logica e rivoluzionaria di Seymour Pa- dovrebbe avere l’educazione matema- lano e dintorni che oggi afferiscono al pert, un epistemologo che ha lavorato tica nella nostra civiltà. Sul piano progetto www.bambinoautore.it idea- prima con Piaget e poi con Minsky. In concreto QQ.storie è stato sviluppato to e diretto da Stefano Merlo. Italia arriva nel 1983 con un progetto in Iperlogo e quindi con QQ.storie si L’idea di base è quella di ridurre la promosso da Mauro Laeng e diretto dal può fare tutto quello che si può fare finestra della tartaruga a una griglia sottoscritto. Dopo diverse traduzioni con Iperlogo. Ma l’interfaccia è tal- composta da n x n quadretti, dove il dall’Inglese, finalmente nel 1985 esce la mente semplice e intuitiva che è stata bambino muove un cursore usando nostra prima versione originale, chia- collaudata con bambini di soli tre an- le quattro freccine della tastiera del mata Superlogo. ni, in una scuola in provincia di No- computer – quindi con soli quattro Nel 1997 con Giovanni Toffoli svilup- vara: io stesso ho fatto un corso con tasti! – e quando lo ritiene colora il piamo Iperlogo, un Logo potente in ambiente Windows che consente di ge- bambini di quattro anni e mezzo. quadretto su cui si trova il cursore. stire la multimedialità e l’ipermedia- In questo modo la finestra di tarta si lità. Nel 2006, su suggerimento di Da- La scoperta riduce a 8 x 8 quadretti ed è molto niela Pessina, nasce QQ.storie, una ver- della ipermedialità simile al quaderno a quadretti che il sione di Iperlogo che consente la crea- Quando Giovanni Toffoli e il sotto- bambino usa a scuola, da cui il no- zione di storie multimediali interattive scritto hanno progettato e realizzato me, appunto, dell’applicazione. Il con una interfaccia a icone. Iperlogo per trasportare l’esperienza bambino può così provare sul pro- del Superlogo in ambiente Windows, prio quaderno a quadretti le figure Alla ricerca si sono resi conto di avere a disposi- che, dopo un po’ di pratica, impare- di Matelandia zione uno strumento formidabile per rà a fare direttamente sullo schermo. QQ.storie è una applicazione conteni- realizzare un prodotto innovativo. Si tratta di figure molto semplici, ma tore, capace di ospitare numerose sto- Iperlogo consente infatti di usare del- che hanno il loro fascino. 74 n. 12 • 15 marzo 2012 • anno 119
  • 9. SIM_12_pp_67_78:Layout 1 20/02/12 14.29 Pagina 75 Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Doss Successivamente il bambino impare- Chi ha fatto Presentiamo una piccola galleria di rà a conservare e a recuperare i suoi che cosa (sinora) esempi sviluppati da bambini delle lavori da una chiavetta e a ripetere le Canossiane di Monza (fig. 10) e dagli L’idea di QQ.quadretti e QQ.storie nasce figure, collocandole secondo ritmi allievi dei Laboratori di Didattica del- dai “laboratori per l’apprendimento” (stampini) di vario tipo. Con l’aiuto la Matematica nell’ambito del corso tenuti da Giovanni Lariccia nell’ambi- di un adulto, sceglierà un’immagine di Scienze della Formazione dell’Uni- to di corsi di Informatica, didattica del- – eventualmente la sua fotografia – versità Cattolica di Milano (fig. 11). la Matematica e Scienze cognitive te- per identificare e successivamente ri- I primi tre rappresentano la riprodu- nuti all’Università e presso numerose prendere la pagina realizzata, a cui, zione dei famosissimi mosaici di Ra- scuole primarie e dell’Infanzia. nel tempo, potrà aggiungere altre pa- venna, mentre gli ultimi tre rappre- Molte applicazioni sono state svilup- gine. sentano le illustrazioni di una storia pate nell’ ambito di corsi che, seguen- Quaderno.a.quadretti è stato pensato sulle quattro stagioni. do la stessa tradizione, hanno tenuto in modo specifico per la Scuola d’In- Il programma usato in entrambi i casi altri insegnanti, usando il linguaggio fanzia e per le prime due classi della è QQ.storie, partendo dalla qq.storia Iperlogo. Tra questi un ruolo del tutto Scuola Primaria. Alcune applicazioni, che usa la tecnica dei quadretti colo- particolare ha avuto Daniela Pessina, come QQ.quadretti sono state tuttavia rati sulla griglia. insegnante di informatica presso l’Isti- utilizzate con successo anche in altri tuto Maddalena di Canossa di Monza, ambiti: Iperlogo e la Matematica che è responsabile anche della super- • nel secondo ciclo della Primaria visione didattica di tutte le applica- Iperlogo è un linguaggio fortemente presso l’Istituto “Maddalena di Ca- zioni proposte in questa collezione. orientato alla Matematica. Con questo nossa” di Monza; non vogliamo dire che per usare Iper- • presso la Scuola Secondaria di I gra- do “A.Balabanoff” di Roma; Alcuni capolavori realiz- logo occorre essere bravi in Matema- • nei Laboratori di Didattica della zati con QQ.quadretti tica. Matematica per l’indirizzo di Scuola Se QQ.quadretti si presenta come un Anzi: Iperlogo consente di avvici- dell’Infanzia del Corso di Laurea in gioco, quando i bambini si impegna- narsi alla Matematica come a una Scienze della Formazione Primaria, no diventa un gioco molto serio, che lingua viva, una lingua madre. Che co- Università Cattolica di Milano. si avvicina all’ artigianato – o all’arte? sa c’è di più semplice che imparare la – del mosaico, del punto a croce e lingua madre in un ambiente in cui tut- Le prime applicazioni dell’illustrazione dei libri per ragazzi. ti la parlano? Possiamo far risalire alle idee di base di QQ.storie anche altre applicazioni che sono state costruite dalla Prof.ssa Pessina con i suoi allievi con il mio supporto per la messa a punto finale. Storia.di.pinna La storia di un pescecane buono in mezzo al mare dove ci sono tanti pe- scecani meno buoni di lui. Anche que- sta storia è stata realizzata dai bambini di una classe seconda dell’Istituto del- Figura 10 le Canossiane di Monza, sotto la dire- zione della loro insegnante D. Pessina. Storia.di.viola La storia di una bambina di nome Viola che compie un viaggio in Fran- cia alla scoperta di tante cose belle. Questa storia è rappresenta la sintesi dei lavori realizzati dai bambini di quarta e quinta dell’Istituto delle Ca- nossiane di Monza, sotto la direzione della loro insegnante D. Pessina. Figura 11 75 n. 12 • 15 marzo 2012 • anno 119
  • 10. SIM_12_pp_67_78:Layout 1 20/02/12 14.29 Pagina 76 Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Chiedere a un bambino di cinque o sei capisco”: soltanto provando e ripro- cidere di conservare il suo lavoro. Non anni di creare un pavimento utilizzando vando a fare e rifare gli esempi e con- è necessario che gli dia un nome: è il quattro mattonelle di base di dimen- frontandoli con i modelli si capiscono computer stesso a trasformare il dise- sioni e colori diversi non è difficile (fig. a fondo i principi del pensiero infor- gno in un’icona e a conservare il lavoro 12). Ma nel disporre le mattonelle sul matico. Un secondo principio fonda- associandolo a questa icona, che il pavimento, completando i ritmi e tap- mentale è che si impara meglio lavo- bambino sarà in grado di ricordare fa- pando i buchi, il bambino fa Matema- rando assieme: gli alunni lavorano cilmente. Così può conservare anche tica senza saperlo. Se è un bambino do- con gli altri alunni e con gli insegnanti; diversi stadi del suo lavoro senza com- tato, troverà nella composizione del gli insegnanti lavorano con gli altri in- piere sforzi eccessivi. Alla fine, con pavimento una grande soddisfazione segnanti, le scuole con le altre scuole. l’aiuto dell’insegnante, può eliminare intellettuale. Se è un bambino meno In questo modo si impara a costruire gli stadi intermedi e può anche asso- dotato, comunque qualche pavimento opere complesse, che oggi sono mosai- ciare al suo nome l’icona del lavoro. riuscirà a tirarlo fuori e pian piano a co- ci e ricami riprodotti sul computer, do- L’idea di fondo di questo progetto è che stuire dei modelli originali, tutti suoi. mani potranno essere programmi com- programmare un computer significa Non avrà mai la sensazione che qual- plessi che controllano una centrale nu- memorizzare una sequenza di azioni, e cuno lo giudichi, ma sentirà la “mis- cleare o il traffico di una città. che la responsabilità di questo compi- sione” di completare il suo lavoro. Non to può essere data allo stesso computer. è difficile immaginare quante combi- QQ.quadretti Con QQ.quadretti, dunque, il bambino nazioni diverse possa creare un bam- Nel corso dell’anno scolastico 2003/ deve soltanto riflettere sulle proprie bino di cinque anni con delle matto- 2004 abbiamo definito e cominciato a azioni e, con l’aiuto dell’insegnante, nelle “intriganti”. Mentre il pavimento sperimentare un’applicazione chiama- porsi degli obiettivi di tipo creativo che si compone, il computer registra le ta QQ.quadretti, successivamente con- siano proporzionati alle sue capacità di mosse ed è in grado di riprodurle suc- fluita in QQ.storie. QQ.quadretti si basa, schematizzazione e di astrazione. Al re- cessivamente, su richiesta del bambino l’abbiamo detto, sulla metafora del qua- sto ci pensa il computer. QQ.quadretti o dell’insegnante, con tempi, ritmi, ef- derno a quadretti: quello che il bambi- consente di realizzare splendidi mosai- fetti speciali a piacere. Dal semplice pa- no vede sullo schermo è una griglia di ci colorati con griglie da 8 x 8 a 64 x 64 vimento si passa così, senza soluzione quadratini che assomiglia in tutto e per quadretti e 256 colori diversi. di continuità, a un… pavimento multi- tutto alla pagina vuota di un classico mediale, anzi – perché no? – a un vero quaderno a quadretti. Su questa griglia Il futuro dell’Informatica e proprio spettacolo multimediale dal i bambini si muovono spostando un della mente nella scuola costo molto contenuto! quadratino che può essere colorato o L’avvento dell’Informatica nella nostra trasparente. Con un po’ di astrazione, società presenta una serie di aspetti en- Apprendimento essi possono realizzare qualunque figu- tusiasmanti. Mentre all’inizio dell’epoca costruttivo e lavoro ra, approssimandola, come si fa con i del computer nella Scuola, negli anni collaborativo blocchi di legno delle costruzioni. ottanta, prevaleva il senso di rifiuto da Tutte le applicazioni di Iperlogo si ispi- Tutte le azioni che il bambino ese- parte della maggior parte degli opera- rano ai principi dell’apprendimento co- gue sul computer sono memorizza- tori scolastici, oggi, forse, c’è un senso struttivo riassunti dalla frase “Se faccio, te e, alla fine, il bambino stesso può de- di paura per la presa di coscienza del- l’esistenza di un gap generazionale, do- vuto al fenomeno dei nativi digitali. Eppure la constatazione che i nostri al- lievi sono naturalmente predisposti per questa tecnologia, sono più adatti di noi a navigare in questo tipo di società della conoscenza, dovrebbe stimolarci a crescere e a creare delle opportunità per far crescere le loro menti. Un rischio molto forte è quello che, in- vece di affrontare il problema in pro- fondità, ci si adatti a cercare di domi- Le quattro mattonelle di base Il pavimento realizzato da Francesco con le utilizzato da Francesco quattro mattonelle nare questa rivoluzione, riempiendosi di gadget. Figura 12 76 n. 12 • 15 marzo 2012 • anno 119