Gaetano Settimo indoor air quality in Europe ancd in Italy Ecomondo 9_novembr...
Biomonitoraggio dell'area a rischio ambientale comprensorio del mela biomonitoraggio mela unipa (1)
1. BIOMONITORAGGIO DELL’AREA A RISCHIO DI CRISI AMBIENTALE DEL COMPRENSORIO DEL MELA
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L’analisi così condotta ha confermato che la distribuzione degli elementi chimici
monitorati è influenzata dalla morfologia del territorio e dalla circolazione
atmosferica registrata per l’area di studio.
Figura 44 - Fattore di Concentrazione Standardizzato distribuito su modello tridimensionale del
terreno
2. BIOMONITORAGGIO DELL’AREA A RISCHIO DI CRISI AMBIENTALE DEL COMPRENSORIO DEL MELA
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6.0 - CONCLUSIONI
Sulla base delle informazioni ottenute nel periodo di gestione della rete di
monitoraggio biologico ambientale mediante l’utilizzo di licheni come
bioaccumulatori, nell’area dichiarata a rischio ambientale del comprensorio del
Mela, si può affermare che l’andamento della qualità dell’aria mostra delle
particolari condizioni di alterazione o disturbo.
La fase di Gestione della rete ha previsto una serie di campionamenti divisi in
due cicli, uno in periodo asciutto e uno in periodo umido al fine di valutare la
dipendenza tra la distribuzione degli inquinanti e le variazioni stagionali.
Dai risultati ottenuti dal bioaccumulo lichenico si è visto che esiste la tendenza
per le concentrazioni massime degli elementi a superare i valori considerati di
naturalità o di background4
conosciuti per l’Italia. In generale questo
comportamento si riscontra nell’area di studio esposta più a nord, dal margine
costiero fino a 5-6 Km verso l’entroterra dove le altitudini iniziano a farsi
maggiori (500-600 m s.l.m.).
I limiti considerati di naturalità sono oltrepassati dalle concentrazioni di alcuni
valori massimi riscontrati in singole stazioni di campionamento. Questo fa si che
si registrino in alcune stazioni di campionamento e per qualche elemento
chimico monitorato, valori di concentrazioni elevati ma puntiformi.
Nella fattispecie, i risultati che seguono descrivono in dettaglio il
comportamento delle stazioni di monitoraggio che hanno restituito valori di
concentrazioni maggiori per taluni elementi chimici:
- Arsenico, le tre stazioni che hanno restituito le concentrazioni maggiori
nello studio complessivo sono state rispettivamente la n° 39, n°46 e n°
4;
4
I valori di background, sono valori conosciuti per l’Italia, derivanti da centinaia di prelievi e
di studi fatti sul territorio nazionale. Non devono essere intesi come valori soglia o limiti di
naturalità, vengono utilizzati quando non sono conosciuti i limiti di naturalità per una
determinata tipologia di biosensore.
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- Boro, questo elemento chimico ha restituito i sui massimi di
concentrazione in due stazioni di campionamento la stazione 3 e la
stazione 9;
- Cadmio, anche per questo elemento chimico si riconoscono due stazioni
principali di accumulo, la stazione 35 e la stazione 14;
- Cromo, le maggiori concentrazioni per questo elemento chimico si
riscontrano in tre stazioni di campionamento, rispettivamente la n°9, la
n°41 e la n°21;
- Rame, si mettono in evidenza per il rame due principali punti di
accumulo riscontrabili nella stazione 9 e nella stazione 41;
- Mercurio, le maggiori concentrazioni per questo elemento chimico si
riscontrano lungo la regione costiera nelle stazioni n°4, n°7 e n°16;
- Nichel, per questo elemento chimico si riconoscono due stazioni di
grande accumulo, rispettivamente le stazioni n°9 e n°11;
- Piombo, sono state individuate tre stazioni di accumulo per il piombo,
rispettivamente la n°9, la n°41, e la n°47;
- Vanadio, questo elemento chimico ha restituito i sui massimi di
concentrazione in due stazioni di campionamento la stazione 9 e la
stazione 11;
- Zinco, le tre stazioni che hanno restituito le concentrazioni maggiori nello
studio complessivo sono state rispettivamente la n° 9, n°32 e n°41;
Dai risultati sopra esposti si evince che le stazioni sono diversamente
contaminate dai singoli elementi chimici monitorati. È interessante notare come
la stazione n°9, quella più prossima al comparto en ergetico-produttivo, è la
stazione che maggiormente risulta interessata dalla contaminazione degli
elementi monitorati.
Se si prende in considerazione la diversa natura degli elementi chimici
monitorati si evince inoltre, come la stazione n° 9 è interessata dalla
contaminazione di metalli pesanti tipici delle emissioni industriali.
Boro, cromo, rame, nichel, piombo, vanadio e zinco, sono gli elementi chimici
direttamente legati ai processi industriali e che si ripetono nella stazione n°9. A
4. BIOMONITORAGGIO DELL’AREA A RISCHIO DI CRISI AMBIENTALE DEL COMPRENSORIO DEL MELA
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conferma della dipendenza esistente tra il comparto industriale e la
concentrazione degli inquinati sul territorio, anche la stazione n°11 molto
prossima alla stazione n°9 risulta fortemente inter essata elementi chimici
similari.
Altre stazioni sono interessate da differenti elementi chimici che per natura non
sono direttamente legati alle emissioni industriali ma ad altre attività, fonti di
emissioni puntiformi e fonti di emissione diffuse.
Il mercurio si concentra nelle stazioni distribuite lungo l’area costiera,
probabilmente a causa della volatilità dell’elemento chimico, che risulta essere il
primo a passare in atmosfera mediante evaporazione o aerosol marini.
Tutti gli elementi di natura terrigena, considerati per il confronto e la
parametrazione dei risultati, hanno restituito una distribuzione uniforme sul
territorio tipica di questi elementi.
Alla luce dei risultati ottenuti nel doppio ciclo di campionamento, uno condotto in
un periodo secco (giugno, agosto) e uno condotto in periodo umido dopo un
ciclo abbondanti piogge. Dell’intero ventaglio di elementi chimici monitorati solo
tre, cromo, cadmio e berillio, hanno fatto registrare una concentrazione media
maggiore sul territorio, con aumenti rispettivamente del 9%, 35% e 23%.
Tra gli elementi chimici che hanno fatto registrare una concentrazione media
minore, eccezion fatta per il mercurio, la diminuzione media si è attestata tra il
60% e l’80%.
Alla luce dei risultati ottenuti da questo semplice confronto si può affermare che
l’effetto dilavante delle piogge meteoriche si è fatto sentire pesantemente sulla
maggior parte degli elementi monitorati (Cfr. § 5.9).
Il calcolo dei valori di naturalità alterazione riportato nel paragrafo 5.8, ha
messo in evidenza dei fenomeni di alterazione in diverse aree del territorio, che
risultano fortemente dipendenti dalla complessità orografica e geomorfologica
del territorio.
Lo studio della relazione esistente tra la concentrazione degli elementi chimici e
la distanza lineare dal comparto produttivo ha messo in evidenza una certa
dipendenza dell’inquinamento da alcune sostanze e la presenza del comparto
produttivo/industriale.
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In conclusione si può dire che la rete di biomonitoraggio progettata per il
presente studio si è dimostrata idonea, restituendo informazioni approfondite
circa il disturbo presente sul territorio indagato. Le 58 stazioni di rilevamento
progettate a maglia variabile hanno permesso una copertura completa del
territorio.
I risultati oggi ottenuti rappresentano unicamente una informazione preliminare
circa l’alterazione del territorio in esame, che può essere completa solo dopo
avere ripetuto lo studio con altri cicli di indagine con la stessa metodica, e, dopo
avere integrato la metodica del bioaccumulo con altre metodiche, per avere una
visone più ampia e completa dell’intero disturbo ambientale.