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Gruppo di Conciliazione Aziendale
Il Gruppo di Conciliazione Aziendale è funzionale a rafforzare un processo virtuoso di ancoramento del tema della conciliazione all’interno
dell’organizzazione dell’azienda.
Si tratta di un gruppo di lavoro stabile che presiede l’intero processo di conciliazione.
Il Comitato si riunisce periodicamente (ad esempio 2 volte l’anno) per monitorare l’avanzamento delle azioni e per individuare nuovi temi da proporre.
Il gruppo di lavoro può essere composto da un minimo di tre persone per raggiungere - in funzione della dimensione e della complessità - un
massimo di dieci/dodici componenti.
Il Comitato di conciliazione (in cui confluiscono profili differenti al fine di far emergere esigenze e proposte diversificate ma rappresentanti l’intera
compagine organizzativa) si occupa di:
• Definire e attuare politiche aziendali che coinvolgano i differenti livelli dell’organizzazione
• Integrare il principio di conciliazione e i processi che regolano le diverse fasi della vita professionale e della valorizzazione delle risorse umane (es.
assunzione, formazione, sviluppo di carriera)
• Monitorare periodicamente l’andamento delle politiche di conciliazione e valutare l’impatto delle buone pratiche (da adottare ed adottate)
• Individuare strumenti concreti per favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, sostenendo l’incontro tra domanda e offerta di flessibilità
aziendale e delle persone
Tra le attività e i focus di indagine/intervento del Comitato ci sono anche le politiche formative e la comunicazione interna ed esterna.
In relazione alla formazione continua ad esempio, il Comitato potrebbe proporre interventi formativi (a tutti i livelli dell’organizzazione) sul valore della
conciliazione e sulle modalità di gestione della stessa.
In relazione invece alla comunicazione, il Comitato potrebbe suggerire interventi volti a comunicare al personale (con le modalità più opportune)
l’impegno assunto a favore di una cultura aziendale della conciliazione.
Tra le azioni: informazione relativa ai progetti intrapresi; comunicazione del raggiungimento di risultati pratici; promozione della visibilità esterna
dell’impegno aziendale, dando testimonianza delle politiche adottate e dei progressi ottenuti, in un’ottica di community solidale, aperta ed attenta al
territorio oltre che responsabile.
Gruppo di Conciliazione Aziendale
Alcune	
  (pologie	
  di	
  intervento	
  che	
  il	
  Gruppo	
  di	
  Conciliazione	
  può	
  valutare	
  e	
  inserire	
  nel	
  piano	
  di	
  flessibilità
1) Orari: turnazioni, flessibilità, congedi parentali, pause, permessi, ecc.
2) Processi di lavoro: distribuzione delle competenze, lavoro di team, sistemi di delega, orari delle riunioni, priorità, carichi di lavoro, pianificazione,
ecc.
3) Luoghi di lavoro: telelavoro, lavoro decentrato, mobilità al posto di lavoro, ecc.
4) Competenza dei dirigenti: know-how e competenze dei dirigenti nella gestione della conciliazione, programmi di formazione/sensibilizzazione,
filosofia aziendale, comportamenti ed attitudini dei dirigenti, ecc.;
5) Sviluppo del personale: know-how e competenze dei dipendenti nella gestione della conciliazione, programmi di formazione/sensibilizzazione,
comportamenti ed attitudini, pari opportunità, sistemi di
valutazione non discriminanti, competenze, qualifiche, esigenze, rispetto delle fasi di vita, gestione della maternità e dei congedi, ecc.
6) Strumenti per informazione e comunicazione: strumenti, politiche e modalità di comunicazione interna ed esterna, responsabilità, competenze,
ecc.
7) Contributi finanziari: sistemi premianti, assicurazioni, mutue, casse per prestazioni mediche, borse di studio ai figli, ecc.
8) Servizi alla famiglia: cure, mensa, assistenza ai figli nei periodi di chiusura delle scuole, uso di attrezzature aziendali, consulenza/mediazione, servizi
di time-saving, sostegno della genitorialità, ecc.
9) Riorientamento dei propri servizi secondo le logiche e le finalità del Distretto famiglia tramite la diversificazione dei propri prodotti/servizi o la messa
in campo di nuovi prodotti/servizi.
10) Responsabilità sociale d’impresa: adozione strategie e sistemi di rendicontazione che informano correttamente sul valore sociale creato e
distribuito.
11) Orientamento ai servizi ICT: presenza presso l’organizzazione di una strategia esplicita sul ruolo che le nuove tecnologie possono apportare per
ottimizzare il tempo del dipendente e dell’organizzazione stessa.

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  • 1. Gruppo di Conciliazione Aziendale Il Gruppo di Conciliazione Aziendale è funzionale a rafforzare un processo virtuoso di ancoramento del tema della conciliazione all’interno dell’organizzazione dell’azienda. Si tratta di un gruppo di lavoro stabile che presiede l’intero processo di conciliazione. Il Comitato si riunisce periodicamente (ad esempio 2 volte l’anno) per monitorare l’avanzamento delle azioni e per individuare nuovi temi da proporre. Il gruppo di lavoro può essere composto da un minimo di tre persone per raggiungere - in funzione della dimensione e della complessità - un massimo di dieci/dodici componenti. Il Comitato di conciliazione (in cui confluiscono profili differenti al fine di far emergere esigenze e proposte diversificate ma rappresentanti l’intera compagine organizzativa) si occupa di: • Definire e attuare politiche aziendali che coinvolgano i differenti livelli dell’organizzazione • Integrare il principio di conciliazione e i processi che regolano le diverse fasi della vita professionale e della valorizzazione delle risorse umane (es. assunzione, formazione, sviluppo di carriera) • Monitorare periodicamente l’andamento delle politiche di conciliazione e valutare l’impatto delle buone pratiche (da adottare ed adottate) • Individuare strumenti concreti per favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, sostenendo l’incontro tra domanda e offerta di flessibilità aziendale e delle persone Tra le attività e i focus di indagine/intervento del Comitato ci sono anche le politiche formative e la comunicazione interna ed esterna. In relazione alla formazione continua ad esempio, il Comitato potrebbe proporre interventi formativi (a tutti i livelli dell’organizzazione) sul valore della conciliazione e sulle modalità di gestione della stessa. In relazione invece alla comunicazione, il Comitato potrebbe suggerire interventi volti a comunicare al personale (con le modalità più opportune) l’impegno assunto a favore di una cultura aziendale della conciliazione. Tra le azioni: informazione relativa ai progetti intrapresi; comunicazione del raggiungimento di risultati pratici; promozione della visibilità esterna dell’impegno aziendale, dando testimonianza delle politiche adottate e dei progressi ottenuti, in un’ottica di community solidale, aperta ed attenta al territorio oltre che responsabile.
  • 2. Gruppo di Conciliazione Aziendale Alcune  (pologie  di  intervento  che  il  Gruppo  di  Conciliazione  può  valutare  e  inserire  nel  piano  di  flessibilità 1) Orari: turnazioni, flessibilità, congedi parentali, pause, permessi, ecc. 2) Processi di lavoro: distribuzione delle competenze, lavoro di team, sistemi di delega, orari delle riunioni, priorità, carichi di lavoro, pianificazione, ecc. 3) Luoghi di lavoro: telelavoro, lavoro decentrato, mobilità al posto di lavoro, ecc. 4) Competenza dei dirigenti: know-how e competenze dei dirigenti nella gestione della conciliazione, programmi di formazione/sensibilizzazione, filosofia aziendale, comportamenti ed attitudini dei dirigenti, ecc.; 5) Sviluppo del personale: know-how e competenze dei dipendenti nella gestione della conciliazione, programmi di formazione/sensibilizzazione, comportamenti ed attitudini, pari opportunità, sistemi di valutazione non discriminanti, competenze, qualifiche, esigenze, rispetto delle fasi di vita, gestione della maternità e dei congedi, ecc. 6) Strumenti per informazione e comunicazione: strumenti, politiche e modalità di comunicazione interna ed esterna, responsabilità, competenze, ecc. 7) Contributi finanziari: sistemi premianti, assicurazioni, mutue, casse per prestazioni mediche, borse di studio ai figli, ecc. 8) Servizi alla famiglia: cure, mensa, assistenza ai figli nei periodi di chiusura delle scuole, uso di attrezzature aziendali, consulenza/mediazione, servizi di time-saving, sostegno della genitorialità, ecc. 9) Riorientamento dei propri servizi secondo le logiche e le finalità del Distretto famiglia tramite la diversificazione dei propri prodotti/servizi o la messa in campo di nuovi prodotti/servizi. 10) Responsabilità sociale d’impresa: adozione strategie e sistemi di rendicontazione che informano correttamente sul valore sociale creato e distribuito. 11) Orientamento ai servizi ICT: presenza presso l’organizzazione di una strategia esplicita sul ruolo che le nuove tecnologie possono apportare per ottimizzare il tempo del dipendente e dell’organizzazione stessa.