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Come si è formato e come evolve  il paesaggio terrestre? A queste domande sono state date diverse risposte, attraverso la formulazione di teorie fissiste evoluzioniste
Teorie fissiste   La distribuzione delle terre e dei mari è sempre stata così come la vediamo oggi; gli unici movimenti, in grado di giustificare la formazione delle montagne, sono stati quelli dovuti alle spinte isostatiche.  Alcune catene molto antiche si sono formate in seguito al raffreddamento della crosta primordiale
Alcuni grandi pensatori del passato Platone e Aristotele E alcuni poeti Lucrezio e Ovidio  Avevano intuito il grande divenire del  nostro pianeta
[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
Teorie mobiliste possiamo far risalire l e prime considerazioni circa una evoluzione della superficie terrestre, in conseguenza  ad uno  spostamento anche orizzontale delle masse continentali,   alla  fine del XVI sec . quando i primi cartografi moderni notarono un certo “accordo” tra il profilo delle coste delle Americhe e le coste dell’Africa e dell’Europa
[object Object],Secondo Ortelio le cause della separazione delle Americhe dall’Europa e dall’Africa sarebbero stati i  terremoti  e le  innondazioni
Anche   BACONE  nel 1620,  aveva sottolineato  la strana convergenza morfologica tra le coste atlantiche americane e africane.
[object Object],Nel 1795, il  filosofo  James HUTTON, con la sua opera  Theory of the Earth, James HUTTON Lo stesso Rosseau polemizzò contro queste "filosofie ateistiche".  cominciò a parlare di trasformazioni lente e regolari che avrebbero agito in passato e che sarebbero tuttora operanti. Secondo Hutton i continenti attuali sarebbero soltanto formazioni transitorie nell’immensità del tempo geologico: “…. non esistono vestigia di un inizio né prospettive di una fine…”
[object Object],[object Object],[object Object],LYELL, ,[object Object],Il XIX secolo e i dubbi sull’età della Terra
[object Object],c'era già la  rivoluzione industriale;  c'era il  telaio meccanico, il motore a vapore,   Coulumb   aveva già misurato  la carica elettrica,  Jenner   aveva   scoperto il  vaccino del vaiolo,  Volta   la pila,  e Ampere    l'elettromagnetismo ;  Spallanzani  (3 febbraio 1761) aveva  confutato la generazione spontanea  sostenuta da  Needham.  Dalton   aveva   enunciato la  Teoria atomica, Berzelius  aveva compilato  la Tabella dei pesi atomici,  Lavosier   aveva pubblicato il  primo trattato di chimica moderna, 
[object Object],[object Object],Babbage   aveva   costruito la sua  calcolatrice analitica,
Alla fine del XVIII sec. il desiderio dei geologi di spiegare con una teoria unitaria i fenomeni che modellano la superficie terrestre era sfociata  in una disputa  che vedeva contrapposti: ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
[object Object],[object Object],Von HUMBOLT
[object Object],infatti alcuni ricercatori, approfondendo questi studi di peleotologia, scoprirono  che ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
 
Lo sprofondamento dei ponti continentali sarebbe stato legato alla contrazione della Terra dovuta al suo rapido raffreddamento ponti continentali   avrebbero un tempo unito i vari continenti e successivamente sarebbero  sprofondati nell’oceano. 1. Ipotesi dei ponti continentali
[object Object],fu poi il   geologo E. SUESS   verso la  fine dell'Ottocento  a dimostrare che  molte caratteristiche geologiche delle  coste a Est E a Ovest dell’atlantico comprovavano questa ipotesi.   2. Ipotesi dell’esistenza di un unico continente
Si basavano sull’evidenza di una  diversa composizione dei continenti , costituiti da materiale meno denso, SIAL e dei fondali oceanici,  SIMA. Queste osservazioni portarono l’americano  J.D.Dana  a formulare l’ipotesi del  CONTRAZIONISMO  secondo la quale la Terra, in via di raffreddamento, si sarebbe contratta e avrebbe generato, per arricciamento, le montagne. Le prime teorie orogenetiche L’erosione delle rocce zone sollevate e la successiva deposizione dei sedimenti nelle depressioni marine, avrebbero originato  le  GEOSINCLINALI,  enormi  prismi sedimentari .  Le pressioni laterali dei continenti avrebbero piegato e fatto riemergere i sedimenti.  Secondo  E. Suess   nel corso della progressiva contrazione e solidificazione della massa fusa, i materiali più leggeri si sarebbero spostati verso la superficie dando origine ad una crosta meno densa di  SIAL, mentre al di sotto vi sarebbero state rocce più dense, dette SIMA perché ricche di magnesio, ferro e calcio.
[object Object],[object Object],Ormai  i tempi erano maturi per discutere di  movimenti orizzontali  della superficie terrestre.  Il geofisico tedesco   Alfred WEGENER,    per primo formulò una teoria "mobilista" che espose al mondo scientifico,  pubblicando nel  1912 due articoli su: La formazione dei continenti e degli oceani.   Alfred Wegener (1880-1930)
Secondo  WEGENER   le terre attualmente emerse,  all'inizio dell'Era mesozoica (circa 200 milioni di anni fa),  costituivano un blocco unico, che chiamò  Pangea,  circondato da un unico grande mare, che chiamò  Pantalassa.  ,[object Object],galleggianti sul  Sima  (lo strato sottostante ottenuto dall'abbreviazione di Si-licato di Ma-gnesio)
D. qual era il punto debole dell’ipotesi di Wegener? ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],Facilmente confutabili L’Antartide è rimasto al Polo Sud L’Australia si è sposta verso Est…. Ecc.
[object Object],a. combaciabilità dei margini continentali Considerando le linee di costa l’incastro è meno preciso di quanto volesse far credere Wegener Ma se si considera il margine esterno della piattaforma continentale le incongruenze si riducono Edward Bullard  utilizzando l’isobata -600 ottenne un incastro migliore Per far aderire le due Americhe bisogna eliminare l’America centrale, ma ciò non è un problema perché le rocce vulcaniche che le compongono sono più giovani dei due continenti
b. Continuità delle strutture geologiche ,[object Object],[object Object],I  rilievi caledoniani  della  Norvegia  e della  Scozia  proseguono con le stesse rocce  e le stesse strutture nel  Canada  e in  Groenlandia
Secondo Wegener l’attrito causato dallo scorrere dei continenti sulla crosta oceanica provocava  corrugamenti sul fronte avanzante dei continenti (catene tipo Ande o Montagne Rocciose)  e la collisione tra due continenti dava luogo a corrugamenti più intensi (catene tipo Alpi e Himalaia).
[object Object],[object Object],c. Distribuzione delle specie fossili ,[object Object]
Wegener,  genero di Wladimir Koppen (padre della classificazione dei climi), meteorologo e  paleoclimatologo evidenziò che: ,[object Object],[object Object],d. Distribuzione delle rocce indicatrici del clima
[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],d. Distribuzione delle rocce indicatrici del clima I ritrovamenti di   gesso e sale ed arenarie rosse   indicano antichi   climi aridi ,  la presenza di   rocce carbonatiche   che si formano mari poco profondi  indicano   antichi   climi caldi e tropicali.
e. Geodetiche ,[object Object],[object Object],[object Object]
Ma all’inizio degli anni ’30 una rivoluzionaria e geniale intuizione di  Arthur Holmes   riaprì la discussione sulle dinamiche all’origine delle morfologie terrestri La teoria di Wegener  fu accolta con molto scetticismo e abbandonata negli anni ’20 .
1930  Il geologo inglese  Arthur Holmes  (1890-1965), basandosi su studi di sismica applicata al mantello,  ipotizzò che un mantello non completamente solido e molto duttile potesse essere soggetto a circolazione convettiva;  1940   Il sismologo statunitense  Hugo Benioff   (1899-1968) osserva che la distribuzione di vulcani e terremoti è correlata, e che essi si concentrano soprattutto lungo i margini dei continenti; inoltre osserva che i sismi profondi disegnano un piano inclinato sotto le principali aree vulcaniche, noto oggi come piano di Benioff.  la parte superiore delle  celle convettive del mantello  avrebbe potuto fornire la spinta necessaria al movimento dei continenti.
Indagini sismiche: scoperta dello starto LVL
Nascita della teoria della  tettonica delle placche litosferiche : una sintesi di più scoperte ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
Il geologo americano  Arthur Hess  (1906-1969),  durante la II guerra mondiale si era imbarcato su una nave dotata di apparecchiature in grado di rilevare il fondale oceanico.  La teoria dell’espansione dei fondali oceanici di Arthur Hess 1962 Hess, Al termine della guerra Hess continuò i rilievi dei fondali oceanici e scoprì che sul fondo degli oceani  un'unica, grande e continua  dorsale oceanica  lunga circa 80.000 chilometri si estende dall'estremo nord fino a sud dell'Atlantico;  aggira l'Africa, attraversa l'Oceano Indiano, passa tra l'Australia e Antartide  fino alla sponda americana dell'Oceano Pacifico a sud della California.    In questo periodo fu colpito dalla presenza di rilievi sottomarini, noti come  seamounts  e soprattutto di rilievi isolati dalla cima piatta, che chiamò  guyot . La cima piatta, che ora si trovava a diverse centinaia o migliaia di metri di profondità, sembrava indicare erosione subaerea di questi rilievi.
 
[object Object],[object Object],In tali zone si formano scarpate, vi sono eruzioni vulcaniche e terremoti.
( Harry Hammond Hess  1906-1969 ) Mettendo insieme le conoscenze fino ad allora acquisite, nel 1962, Hess pubblicò la propria ipotesi circa   l’espansione dei fondali oceanici ” (sea-floor spreading)  in un documento intitolato “ History of ocean basins ”.  La sua idea era   che le  rift valley  fossero  zone di risalita di magma  e di  formazione di nuova crosta oceanica .  ,[object Object],[object Object],[object Object]
[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],a polarità normale , uguale a quella attuale terrestre,   a polarità inversa , opposta a quella attuale terrestre
[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],Carta che mostra la distribuzione delle anomalie magnetiche sulla Dorsale Reykjanes; in nero le anomalie positive, in bianco quelle negative.
[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
[object Object],[object Object],Spessore totale dei sedimenti
[object Object]
[object Object],[object Object],[object Object],Quando la temperatura della roccia scende al di sotto del punto di Curie (580 ºC per la magnetite e 680 ºC per l’ematite) la magnetizzazione acquisita diviene stabile (magnetizzazione termorimanente) e può essere persa solo per successivo riscaldamento al di sopra del punto di Curie
[object Object],(1963-1965)   Tuzo Wilson  elabborò la  teoria della tettonica delle placche:  una sintesi globale dei diversi contributi fino ad allora apportati.
[object Object],[object Object],la teoria della tettonica a placche litosferiche .  fornisce un modello comprensivo di quasi tutte le problematiche esogene ed endogene del nostro pianeta.
[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
 
 
Le placche le 12 principali
margini ,[object Object],c. Margini conservativi oceano-oceano b.  Margini convergenti  oceano – continente continente- continente d. Zone di limite di placca :  coinvolgono due grandi placche e più microplacche (es il Meditarraneo)
margini
Lo studio dei fondali oceanici ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
Le dorsali, alte 2.000-2.500 m e larghe  anche più di 1500 Km, presentano una profonda rift valley
[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
Margini divergenti   1- 20cm all’anno  magmi della serie alcalina
Dorsali medio-oceaniche  80.000 Km
 
I basalti sono le rocce più comuni della crosta, soprattutto a causa della costante attività ignea delle zone di distensione, come le creste medio-oceaniche.  MORB = Mid-Ocean Ridge Basalts  (basalti di cresta medio-oceanica) Litosfera Astenosfera Crosta oceanica Fessura attraverso la crosta oceanica Magma con minerali femici Basalti più vecchi Rocce ultrafemiche più vecchie
[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],Sezione schematica di un margine divergente a basso tasso di espansione
[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
 
Facies intrusive Peridotidi del mantello  Gabbri  Basalti a pillow Complesso filoniano - dicchi
Il batiscafo francese Nautile ha sezionato la dorsale medioatlantica a 11° Nord
Attraverso  fumatori neri vengono emesse soluzioni a 350° ricche di solfuri metallici
Le lave a cuscino (pillow lavas)  si formano quando i flussi di lava si formano in ambiente marino e sono sottoposti ad elevata pressione idrostatica Estrusioni subaquee Pressione Idrostatica Risalita di magma
Quello che avviene in profondità Quello che vediamo in superficie (suite ofiolitiche)
Rigetto delle faglie  ,[object Object]
 
Rift africana
Rift Continentale Anche la crosta continentale può essere soggetta a fenomeni di distensione, rendendo accesso facilitato ai basalti per raggiungere la crosta bassa. Questo è quello che avviene quando placche continentali divergono in zone di rift (come quello che sta avvenendo ora nell’Africa orientale). Crosta continentale Eruzioni basaltiche Mantello
Ipocentri poco profondi fra i due tronconi di dorsale
Rigetto delle faglie  ,[object Object]
guyot
 
L'arcipelago Hawaiiano è un allineamento di centri eruttivi generatosi per lo spostamento della zolla pacifica su un hot-spot. Punti caldi Questa particolare geometria può essere spiegata immaginando una sorgente magmatica fissa, posta al di sotto di una placca litosferica in migrazione.
Plume di mantello: Punti caldi nella crosta Vulcani o catene di vulcani isolati come le isole Hawaii sono in genere ricondotti ad un’attività di plume mantellici. I Plume (pennacchi) si originano nel mantello profondo e non sono legati alla geometria delle placche continentali. Basalti Fusione parziale Litosfera continentale rigonfiata ed assottigliata Testa del Plume di mantello Mantello caldo, solido che risale dal mantello profondo
Distribuzione globale dei principali punti caldi attivi
Placche litosferiche
 
La distribuzione delle  principali Dorsali Medio-Oceaniche Dorsale medio atlantica Dorsale indiana Dorsale est-pacifica
[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],Sezione schematica di una zona di subduzione
Margini convergenti oceano continente Fosse con molti sedimenti terrigeni
Fosse  presentano anomalie gravitazionali negative
Margini convergenti oceano continente  vulcanesimo di tipo andesitico
Il sistema arco fossa ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
Sezione schematica di un margine continentale di tipo oceano-oceano o di tipo continente-oceano, con formazione di un bacino di retroarco
Magmatismo di margine continentale Grossi plutoni granitoidi sono tra le caratteristiche della crosta inspessita durante la formazione delle catene montuose. Livello del mare Crosta  oceanica Rocce sedimentarie Mixing di magma Crosta continentale Plutoni granitoidi Litosfera oceanica Mantello (rigido) Basalti Alcune rocce sedimentarie possono essere trasportate in profondità e fondere lungo le zone di subduzione Fusione del basalto oceanico kilometri Astenosfera (mantello) Magma felsico Litosfera continentale Astenosfera Deidratazione della crosta oceanica Magma femico Fusione parziale di crosta felsica
Incremento di flusso di calore  proveniente dal mantello Trasformazioni chimico-fisiche esotermiche Decadimento di isotopi radioattivi attrito
La distribuzione delle principali Fosse Oceaniche Fossa delle Cayman Fossa del Perù e di Atacama  –8000m Fossa del Giappone  –10500m Fossa delle Marianne  –11022m Fossa delle Filippine  –10497m Fossa di Giava  –7450m Fossa delle Aleutine  –7800m Fossa dell’America Centrale Fossa di Tonga  - 10800 m
Margini convergenti oceano oceano Fosse con meno sedimenti perché più lontane dal continente Zona di subduzione depositi caotici, metamorfismo dinamico, ofioliti Intervallo arco-fossa
In regioni come il Giappone, Indonesia ed America centrale la crosta è sottile e le lave sono dominate da andesiti.  Isole di arco: convergenza di placche oceaniche Crosta oceanica Fossa Prisma accrezionale Bacino di avanfossa Isole di arco vulcanico Regione di retroarco Livello del mare Litosfera Astenosfera Terremoti Magma 100 km
Margini convergenti oceano -oceano
di retroarco
Angolo di subduzione ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
Margini convergenti oceano continente
[object Object]
3) Convergenza continente-oceano (Taiwan) -  la placca sovrastante è costituita da litosfera oceanica mentre quella in sottoscorrimento è rappresentata da litosfera continentale, il sistema si caratterizza per la formazione di una zona di notevole raccorciamento Fase terminale della subduzione con collisione continentale e chiusura del bacino oceanico
[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],Margini convergenti collisionali
Margini convergenti continente -continente
Sezione schematica della collisione tra India ed Eurasia, con formazione dell’orogene himalaiano
 
 
[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
Margini conservativi ,[object Object]
La faglia di San Andreas
La faglia di San Andreas, con la distribuzione dei principali terremoti Scorrimento della placca pacifica rispetto a quella nordamericana lungo un fascio di faglie subparallele, di cui la più nota è la faglia di San Andreas
Distribuzione mondiale delle principali faglie trasformi intraoceaniche
Margini continentali passivi ,[object Object]
La forma dei fondali vicino ai continenti: Piattaforma continentale, scarpata oceanica e  fondale oceanico Piattaforma continentale I continenti non terminano con la linea di costa ma continuano con una zona di pendenza moderata [1  -  2%] che arriva ad una profondita’ massima di circa 200 metri detta Piattaforma Continentale. La Piattaforma continentale termina con una zona piu’ ripida [4 - 5%] detta Scarpata Oceanica che immette nel vero fondo oceanico oltre i 2000 metri di profondita’. 0 metri -200 metri -2000 metri
 
 
Programma JOIDES per la campionatura dei fondali oceanici ,[object Object],[object Object],[object Object]
[object Object]
[object Object]
Orogenesi caledoniana
Orogenesi ercinica ,[object Object]
L’orognesi alpina ,[object Object],[object Object],[object Object]
[object Object],[object Object],L'Italia non esisteva ancora.  i poli non erano ancora ricoperti dai ghiacci, e le alte temperature facevano dell'unico continente un luogo aspro, dominato dai deserti, senza un vero e proprio alternarsi delle stagioni.
[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
[object Object],[object Object],le lente modificazioni geografiche diedero inizio ad un sempre più evidente alternarsi delle stagioni. In quasi tutto il pianeta predominava un clima caldo e umido, ma nell'Europa Occidentale durante tutto il periodo sono chiaramente riconoscibili una regione mediterranea più calda ed una regione settentrionale più fredda
LE OROGENESI CENOZOICHE L'OROGENESI ALPINO-HIMALAYANA E L’OROGENESI ANDINA
In particolare durante il Cenozoico: ,[object Object],[object Object]
In particolare durante il Cenozoico: ,[object Object]
[object Object],L'Asia era separata dall'Europa da un mare poco profondo di cui oggi resta un unico rimasuglio: il Mar Caspio. Il clima dell'Eocene era molto meno variato dell'attuale: anche alle latitudini di Londra, infatti, era di tipo semitropicale. Prosperavano palme e cicadee, come pure fichi, magnolie e la cannella.  in Italia si sollevano le Alpi e gli Appennini, e comincia a delinearsi la forma della nostra penisola, tuttavia ancora simile ad un arcipelago montuoso.
[object Object],Nel corso  dell’Oligocene  (da 34 a 23 milioni di anni fa)  si manifestarono in tutta la loro imponenza i giganteschi fenomeni orogenetici già iniziati nell'epoca precedente, con il sollevamento delle Alpi e degli Appennini e della catena Himalayana.
MIOCENE  (da 23 a 5,3 milioni di anni fa)   ,[object Object],[object Object]
PLIOCENE   (da 5,3 a 1,8 milioni di anni fa) ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
La teoria della Terra in espansione Una teoria globale dei fenomeni geologici, basata sull’idea fondamentale di una Terra in espansione è andata sviluppandosi contemporaneamente all’affermarsi della teoria della tettonica delle placche, senza comunque mai acquistare sufficiente credito da poter realmente competere con essa. I contributi maggiori si devono a Egyed (1957), Cox e Doell (1961), Creer (1965), Heezen (1960 e, soprattutto Carey (1954 e 1970). Carey  propone che la Terra sia costituita da 8 poligoni di primo ordine analoghi alle placche litosferiche. Egli ritiene che il tasso di formazione di nuova litosfera in corrispondenza delle dorsali oceaniche sia di gran lunga superiore a qualsiasi tasso di consunzione delle stesse si possa ragionevolmente ipotizzare per le zone di subduzione, ne consegue che la superficie totale della Terra è in aumento. Egli inoltre ritiene che le zone di subduzione siano in realtà aree in estensione. Basandosi sull’area totale della crosta oceanica Carey stima un aumento della superficie terrestre del 76% negli ultimi 200 ma, pari ad un aumento del raggio di circa il 33%. L’assenza di crosta oceanica più antica di 200 ma viene spiegata da Carey con una Terra precedente tale epoca la cui crosta era unicamente continentale e con una superficie totale pari a quella attuale dei continenti.
Modello di Terra in espansione
[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
In definitiva si sostiene che la teoria universalmente accettata debba essere quella che meglio spieghi o approssimi l’insieme di tutte le osservazioni disponibili. Così seppure la teoria della Terra in espansione possa fornire alcune spiegazioni alternative essa sembra oggi spiegare meno bene della teoria della tettonica delle placche l’insieme dei fenomeni osservati.
[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
http://ftp.dipteris.unige.it/geofisica/ITA/DID/tettonica.html Sito dell’università di Genova con belle immagini http://www.comune.modena.it/scuole/carducci/monti/tettonica/intro_tettonica.htm Sito di una scuola di Modena con pagine sulla tettonica delle placche Siti in inglese sulla tettonica delle placche http://master.ph.utexas.edu/vicki/studW.htm#1620 Sito dell’università del Texas, completo e ricco di immagini http://www.uky.edu/ArtsSciences/Geology/webdogs/plates/reconstructions.html Sito con mappe animate dei movimenti della Pangea http://www.ruf.rice.edu/~leeman/billarcmaps.html Sito dedicato ai margini convergenti e alle zone di subduzione con splendide immagini http://pubs.usgs.gov/publications/text/dynamic.html Sito che sviluppa ampiamente il punto di vista storico http://webspinners.com/dlblanc/tectonic/ptABCs.shtml L’ABC della tettonica delle placche
http://geollab.jmu.edu/Fichter/PlateTect/ Sito generale sulla tettonica delle placche con note per l’insegnante http://oceanography.geol.ucsb.edu/Support/ODP/TeachersMan.html Manuale di geologia per gli insegnanti con una capitolo sulla tetonica delle placche http://pubs.usgs.gov/publications/text/wegener.html La biografia di Wegener http://www.gps.caltech.edu/~gurnis/Movies/movies-more.html Sito con filmati in formato .mpg sulla convezione nel mantello http://www.geocities.com/CapeCanaveral/Launchpad/8098/3.htm sito sulla teoria della Terra in espansione di Carey http://www.wincom.net/earthexp/n/navmain.htm altro sito sulla Terra in espansione http://www.3rivers.net/~dbaker/plate_tec/plate9.htm sito sui terranes http://www.geology.gov.yk.ca/publications/summaries/framework.html Programma di ricerca sui terranes dello Yukon
http://www.uwgb.edu/dutchs/platetec/plhist94.htm Ricostruzioni del moto delle placche http://www.earth.nwu.edu/individ/seth/107/ Sito sulla tettonica delle placche con belle immagini http://www-sst.unil.ch/research/seismic/w_alps.htm Sito sulla geologia delle Alpi http://newmedia.avs.uakron.edu/geology/ge/ch/pte/tpb.htm margini trasformi http://www.sprl.umich.edu/GCL/paper_to_html/gaia.html l’ipotesi Gaia http://www.pibburns.com/catastro.htm sito sul catastrofismo http://www.gp.terra.unimi.it/giornateassereto/assereto.html Le giornate assereto, la ricerca presso il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università degli Studi di Milano, seminari aperti a tutti

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  • 1. Come si è formato e come evolve il paesaggio terrestre? A queste domande sono state date diverse risposte, attraverso la formulazione di teorie fissiste evoluzioniste
  • 2. Teorie fissiste La distribuzione delle terre e dei mari è sempre stata così come la vediamo oggi; gli unici movimenti, in grado di giustificare la formazione delle montagne, sono stati quelli dovuti alle spinte isostatiche. Alcune catene molto antiche si sono formate in seguito al raffreddamento della crosta primordiale
  • 3. Alcuni grandi pensatori del passato Platone e Aristotele E alcuni poeti Lucrezio e Ovidio Avevano intuito il grande divenire del nostro pianeta
  • 4.
  • 5. Teorie mobiliste possiamo far risalire l e prime considerazioni circa una evoluzione della superficie terrestre, in conseguenza ad uno spostamento anche orizzontale delle masse continentali, alla fine del XVI sec . quando i primi cartografi moderni notarono un certo “accordo” tra il profilo delle coste delle Americhe e le coste dell’Africa e dell’Europa
  • 6.
  • 7. Anche BACONE nel 1620,  aveva sottolineato la strana convergenza morfologica tra le coste atlantiche americane e africane.
  • 8.
  • 9.
  • 10.
  • 11.
  • 12.
  • 13.
  • 14.
  • 15.  
  • 16. Lo sprofondamento dei ponti continentali sarebbe stato legato alla contrazione della Terra dovuta al suo rapido raffreddamento ponti continentali avrebbero un tempo unito i vari continenti e successivamente sarebbero sprofondati nell’oceano. 1. Ipotesi dei ponti continentali
  • 17.
  • 18. Si basavano sull’evidenza di una diversa composizione dei continenti , costituiti da materiale meno denso, SIAL e dei fondali oceanici, SIMA. Queste osservazioni portarono l’americano J.D.Dana a formulare l’ipotesi del CONTRAZIONISMO secondo la quale la Terra, in via di raffreddamento, si sarebbe contratta e avrebbe generato, per arricciamento, le montagne. Le prime teorie orogenetiche L’erosione delle rocce zone sollevate e la successiva deposizione dei sedimenti nelle depressioni marine, avrebbero originato le GEOSINCLINALI, enormi prismi sedimentari . Le pressioni laterali dei continenti avrebbero piegato e fatto riemergere i sedimenti. Secondo E. Suess nel corso della progressiva contrazione e solidificazione della massa fusa, i materiali più leggeri si sarebbero spostati verso la superficie dando origine ad una crosta meno densa di SIAL, mentre al di sotto vi sarebbero state rocce più dense, dette SIMA perché ricche di magnesio, ferro e calcio.
  • 19.
  • 20.
  • 21.
  • 22.
  • 23.
  • 24. Secondo Wegener l’attrito causato dallo scorrere dei continenti sulla crosta oceanica provocava corrugamenti sul fronte avanzante dei continenti (catene tipo Ande o Montagne Rocciose) e la collisione tra due continenti dava luogo a corrugamenti più intensi (catene tipo Alpi e Himalaia).
  • 25.
  • 26.
  • 27.
  • 28.
  • 29. Ma all’inizio degli anni ’30 una rivoluzionaria e geniale intuizione di Arthur Holmes riaprì la discussione sulle dinamiche all’origine delle morfologie terrestri La teoria di Wegener fu accolta con molto scetticismo e abbandonata negli anni ’20 .
  • 30. 1930 Il geologo inglese Arthur Holmes (1890-1965), basandosi su studi di sismica applicata al mantello, ipotizzò che un mantello non completamente solido e molto duttile potesse essere soggetto a circolazione convettiva; 1940 Il sismologo statunitense Hugo Benioff (1899-1968) osserva che la distribuzione di vulcani e terremoti è correlata, e che essi si concentrano soprattutto lungo i margini dei continenti; inoltre osserva che i sismi profondi disegnano un piano inclinato sotto le principali aree vulcaniche, noto oggi come piano di Benioff.  la parte superiore delle celle convettive del mantello avrebbe potuto fornire la spinta necessaria al movimento dei continenti.
  • 31. Indagini sismiche: scoperta dello starto LVL
  • 32.
  • 33. Il geologo americano Arthur Hess (1906-1969), durante la II guerra mondiale si era imbarcato su una nave dotata di apparecchiature in grado di rilevare il fondale oceanico. La teoria dell’espansione dei fondali oceanici di Arthur Hess 1962 Hess, Al termine della guerra Hess continuò i rilievi dei fondali oceanici e scoprì che sul fondo degli oceani un'unica, grande e continua dorsale oceanica lunga circa 80.000 chilometri si estende dall'estremo nord fino a sud dell'Atlantico; aggira l'Africa, attraversa l'Oceano Indiano, passa tra l'Australia e Antartide  fino alla sponda americana dell'Oceano Pacifico a sud della California.  In questo periodo fu colpito dalla presenza di rilievi sottomarini, noti come seamounts e soprattutto di rilievi isolati dalla cima piatta, che chiamò guyot . La cima piatta, che ora si trovava a diverse centinaia o migliaia di metri di profondità, sembrava indicare erosione subaerea di questi rilievi.
  • 34.  
  • 35.
  • 36.
  • 37.
  • 38.
  • 39.
  • 40.
  • 41.
  • 42.
  • 43.
  • 44.
  • 45.
  • 46.
  • 47.  
  • 48.  
  • 49. Le placche le 12 principali
  • 50.
  • 52.
  • 53. Le dorsali, alte 2.000-2.500 m e larghe anche più di 1500 Km, presentano una profonda rift valley
  • 54.
  • 55.
  • 56. Margini divergenti 1- 20cm all’anno magmi della serie alcalina
  • 58.  
  • 59. I basalti sono le rocce più comuni della crosta, soprattutto a causa della costante attività ignea delle zone di distensione, come le creste medio-oceaniche. MORB = Mid-Ocean Ridge Basalts (basalti di cresta medio-oceanica) Litosfera Astenosfera Crosta oceanica Fessura attraverso la crosta oceanica Magma con minerali femici Basalti più vecchi Rocce ultrafemiche più vecchie
  • 60.
  • 61.
  • 62.
  • 63.  
  • 64. Facies intrusive Peridotidi del mantello Gabbri Basalti a pillow Complesso filoniano - dicchi
  • 65. Il batiscafo francese Nautile ha sezionato la dorsale medioatlantica a 11° Nord
  • 66. Attraverso fumatori neri vengono emesse soluzioni a 350° ricche di solfuri metallici
  • 67. Le lave a cuscino (pillow lavas) si formano quando i flussi di lava si formano in ambiente marino e sono sottoposti ad elevata pressione idrostatica Estrusioni subaquee Pressione Idrostatica Risalita di magma
  • 68. Quello che avviene in profondità Quello che vediamo in superficie (suite ofiolitiche)
  • 69.
  • 70.  
  • 72. Rift Continentale Anche la crosta continentale può essere soggetta a fenomeni di distensione, rendendo accesso facilitato ai basalti per raggiungere la crosta bassa. Questo è quello che avviene quando placche continentali divergono in zone di rift (come quello che sta avvenendo ora nell’Africa orientale). Crosta continentale Eruzioni basaltiche Mantello
  • 73. Ipocentri poco profondi fra i due tronconi di dorsale
  • 74.
  • 75. guyot
  • 76.  
  • 77. L'arcipelago Hawaiiano è un allineamento di centri eruttivi generatosi per lo spostamento della zolla pacifica su un hot-spot. Punti caldi Questa particolare geometria può essere spiegata immaginando una sorgente magmatica fissa, posta al di sotto di una placca litosferica in migrazione.
  • 78. Plume di mantello: Punti caldi nella crosta Vulcani o catene di vulcani isolati come le isole Hawaii sono in genere ricondotti ad un’attività di plume mantellici. I Plume (pennacchi) si originano nel mantello profondo e non sono legati alla geometria delle placche continentali. Basalti Fusione parziale Litosfera continentale rigonfiata ed assottigliata Testa del Plume di mantello Mantello caldo, solido che risale dal mantello profondo
  • 79. Distribuzione globale dei principali punti caldi attivi
  • 81.  
  • 82. La distribuzione delle principali Dorsali Medio-Oceaniche Dorsale medio atlantica Dorsale indiana Dorsale est-pacifica
  • 83.
  • 84.
  • 85. Margini convergenti oceano continente Fosse con molti sedimenti terrigeni
  • 86. Fosse presentano anomalie gravitazionali negative
  • 87. Margini convergenti oceano continente vulcanesimo di tipo andesitico
  • 88.
  • 89. Sezione schematica di un margine continentale di tipo oceano-oceano o di tipo continente-oceano, con formazione di un bacino di retroarco
  • 90. Magmatismo di margine continentale Grossi plutoni granitoidi sono tra le caratteristiche della crosta inspessita durante la formazione delle catene montuose. Livello del mare Crosta oceanica Rocce sedimentarie Mixing di magma Crosta continentale Plutoni granitoidi Litosfera oceanica Mantello (rigido) Basalti Alcune rocce sedimentarie possono essere trasportate in profondità e fondere lungo le zone di subduzione Fusione del basalto oceanico kilometri Astenosfera (mantello) Magma felsico Litosfera continentale Astenosfera Deidratazione della crosta oceanica Magma femico Fusione parziale di crosta felsica
  • 91. Incremento di flusso di calore proveniente dal mantello Trasformazioni chimico-fisiche esotermiche Decadimento di isotopi radioattivi attrito
  • 92. La distribuzione delle principali Fosse Oceaniche Fossa delle Cayman Fossa del Perù e di Atacama –8000m Fossa del Giappone –10500m Fossa delle Marianne –11022m Fossa delle Filippine –10497m Fossa di Giava –7450m Fossa delle Aleutine –7800m Fossa dell’America Centrale Fossa di Tonga - 10800 m
  • 93. Margini convergenti oceano oceano Fosse con meno sedimenti perché più lontane dal continente Zona di subduzione depositi caotici, metamorfismo dinamico, ofioliti Intervallo arco-fossa
  • 94. In regioni come il Giappone, Indonesia ed America centrale la crosta è sottile e le lave sono dominate da andesiti. Isole di arco: convergenza di placche oceaniche Crosta oceanica Fossa Prisma accrezionale Bacino di avanfossa Isole di arco vulcanico Regione di retroarco Livello del mare Litosfera Astenosfera Terremoti Magma 100 km
  • 97.
  • 99.
  • 100. 3) Convergenza continente-oceano (Taiwan) - la placca sovrastante è costituita da litosfera oceanica mentre quella in sottoscorrimento è rappresentata da litosfera continentale, il sistema si caratterizza per la formazione di una zona di notevole raccorciamento Fase terminale della subduzione con collisione continentale e chiusura del bacino oceanico
  • 101.
  • 103. Sezione schematica della collisione tra India ed Eurasia, con formazione dell’orogene himalaiano
  • 104.  
  • 105.  
  • 106.
  • 107.
  • 108. La faglia di San Andreas
  • 109. La faglia di San Andreas, con la distribuzione dei principali terremoti Scorrimento della placca pacifica rispetto a quella nordamericana lungo un fascio di faglie subparallele, di cui la più nota è la faglia di San Andreas
  • 110. Distribuzione mondiale delle principali faglie trasformi intraoceaniche
  • 111.
  • 112. La forma dei fondali vicino ai continenti: Piattaforma continentale, scarpata oceanica e fondale oceanico Piattaforma continentale I continenti non terminano con la linea di costa ma continuano con una zona di pendenza moderata [1 - 2%] che arriva ad una profondita’ massima di circa 200 metri detta Piattaforma Continentale. La Piattaforma continentale termina con una zona piu’ ripida [4 - 5%] detta Scarpata Oceanica che immette nel vero fondo oceanico oltre i 2000 metri di profondita’. 0 metri -200 metri -2000 metri
  • 113.  
  • 114.  
  • 115.
  • 116.
  • 117.
  • 119.
  • 120.
  • 121.
  • 122.
  • 123.
  • 124. LE OROGENESI CENOZOICHE L'OROGENESI ALPINO-HIMALAYANA E L’OROGENESI ANDINA
  • 125.
  • 126.
  • 127.
  • 128.
  • 129.
  • 130.
  • 131. La teoria della Terra in espansione Una teoria globale dei fenomeni geologici, basata sull’idea fondamentale di una Terra in espansione è andata sviluppandosi contemporaneamente all’affermarsi della teoria della tettonica delle placche, senza comunque mai acquistare sufficiente credito da poter realmente competere con essa. I contributi maggiori si devono a Egyed (1957), Cox e Doell (1961), Creer (1965), Heezen (1960 e, soprattutto Carey (1954 e 1970). Carey propone che la Terra sia costituita da 8 poligoni di primo ordine analoghi alle placche litosferiche. Egli ritiene che il tasso di formazione di nuova litosfera in corrispondenza delle dorsali oceaniche sia di gran lunga superiore a qualsiasi tasso di consunzione delle stesse si possa ragionevolmente ipotizzare per le zone di subduzione, ne consegue che la superficie totale della Terra è in aumento. Egli inoltre ritiene che le zone di subduzione siano in realtà aree in estensione. Basandosi sull’area totale della crosta oceanica Carey stima un aumento della superficie terrestre del 76% negli ultimi 200 ma, pari ad un aumento del raggio di circa il 33%. L’assenza di crosta oceanica più antica di 200 ma viene spiegata da Carey con una Terra precedente tale epoca la cui crosta era unicamente continentale e con una superficie totale pari a quella attuale dei continenti.
  • 132. Modello di Terra in espansione
  • 133.
  • 134. In definitiva si sostiene che la teoria universalmente accettata debba essere quella che meglio spieghi o approssimi l’insieme di tutte le osservazioni disponibili. Così seppure la teoria della Terra in espansione possa fornire alcune spiegazioni alternative essa sembra oggi spiegare meno bene della teoria della tettonica delle placche l’insieme dei fenomeni osservati.
  • 135.
  • 136. http://ftp.dipteris.unige.it/geofisica/ITA/DID/tettonica.html Sito dell’università di Genova con belle immagini http://www.comune.modena.it/scuole/carducci/monti/tettonica/intro_tettonica.htm Sito di una scuola di Modena con pagine sulla tettonica delle placche Siti in inglese sulla tettonica delle placche http://master.ph.utexas.edu/vicki/studW.htm#1620 Sito dell’università del Texas, completo e ricco di immagini http://www.uky.edu/ArtsSciences/Geology/webdogs/plates/reconstructions.html Sito con mappe animate dei movimenti della Pangea http://www.ruf.rice.edu/~leeman/billarcmaps.html Sito dedicato ai margini convergenti e alle zone di subduzione con splendide immagini http://pubs.usgs.gov/publications/text/dynamic.html Sito che sviluppa ampiamente il punto di vista storico http://webspinners.com/dlblanc/tectonic/ptABCs.shtml L’ABC della tettonica delle placche
  • 137. http://geollab.jmu.edu/Fichter/PlateTect/ Sito generale sulla tettonica delle placche con note per l’insegnante http://oceanography.geol.ucsb.edu/Support/ODP/TeachersMan.html Manuale di geologia per gli insegnanti con una capitolo sulla tetonica delle placche http://pubs.usgs.gov/publications/text/wegener.html La biografia di Wegener http://www.gps.caltech.edu/~gurnis/Movies/movies-more.html Sito con filmati in formato .mpg sulla convezione nel mantello http://www.geocities.com/CapeCanaveral/Launchpad/8098/3.htm sito sulla teoria della Terra in espansione di Carey http://www.wincom.net/earthexp/n/navmain.htm altro sito sulla Terra in espansione http://www.3rivers.net/~dbaker/plate_tec/plate9.htm sito sui terranes http://www.geology.gov.yk.ca/publications/summaries/framework.html Programma di ricerca sui terranes dello Yukon
  • 138. http://www.uwgb.edu/dutchs/platetec/plhist94.htm Ricostruzioni del moto delle placche http://www.earth.nwu.edu/individ/seth/107/ Sito sulla tettonica delle placche con belle immagini http://www-sst.unil.ch/research/seismic/w_alps.htm Sito sulla geologia delle Alpi http://newmedia.avs.uakron.edu/geology/ge/ch/pte/tpb.htm margini trasformi http://www.sprl.umich.edu/GCL/paper_to_html/gaia.html l’ipotesi Gaia http://www.pibburns.com/catastro.htm sito sul catastrofismo http://www.gp.terra.unimi.it/giornateassereto/assereto.html Le giornate assereto, la ricerca presso il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università degli Studi di Milano, seminari aperti a tutti