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"
        di
S. S. Benedetto XVI



                      1
CARITAS IN VERITATE
             parte prima
          IL CONTENUTO
                      "
Percorso
   Premessa
TEMA CENTRALE
CONTESTO
POPULORUM PROGRESSIO E SVILUPPO
GLOBALIZZAZIONE
FONDAMENTI ANTROPOLOGICI E ETICI
CONSEGUENZE
LA SFIDA


                                   2
TEMA CENTRALE

                              "
    LO SVILUPPO UMANO INTEGRALE NELLA CARITÀ E
                   NELLA VERITÀ

Specificamente la Caritas in veritate (=CV) tratta :
•  dello sviluppo umano (non di semplice sviluppo materiale
   bensì del pieno sviluppo morale,spirituale e culturale);
•  della condizione essenziale perché lo sviluppo sia umano: deve
   essere integrale, cioè riguardare tutte le dimensioni della
   persona e tutte le persone;
•  della condizione necessaria perché lo sviluppo sia integrale:
   deve realizzarsi nella prospettiva della carità e della verità.
                                                                     3
CARITAS IN VERITATE

                                   "
Il Concilio approfondì quanto appartiene da sempre alla verità della fede,
    ossia che la Chiesa, essendo a servizio di Dio, è a servizio del mondo in
    termini di amore e di verità. Proprio da questa visione partiva Paolo VI
    per comunicarci due grandi verità.
La prima è che tutta la Chiesa, in tutto il suo essere e il suo agire, quando
    annuncia, celebra e opera nella carità, è tesa a promuovere lo sviluppo
    integrale dell’uomo. Essa ha un ruolo pubblico che non si esaurisce
    nelle sue attività di assistenza o di educazione, ma rivela tutte le
    proprie energie a servizio della promozione dell’uomo e della
    fraternità universale quando può valersi di un regime di libertà. […]
La seconda verità è che l’autentico sviluppo dell’uomo riguarda
    unitariamente la totalità della persona in ogni sua dimensione.


                                                                                4
"
Benedetto XVI riprende quanto scritto da Paolo VI nella Populorum
Progressio (1967), n. 14:
Lo sviluppo non si riduce alla semplice crescita economica. Per
essere sviluppo autentico, dev'essere integrale, il che vuol dire
volto alla promozione di ogni uomo e di tutto l'uomo. Com'è stato
giustamente sottolineato da L. J. Lebret: «noi non accettiamo di
separare l'economico dall'umano, lo sviluppo dalla civiltà dove si
inserisce. Ciò che conta per noi è l'uomo, ogni uomo, ogni gruppo
d'uomini, fino a comprendere l'umanità intera».



                                                                     5
CHI È?

                              "
L’eminente esperto, cui si riferisce Paolo VI, è il bretone
   domenicano, Louis-Joseph Lebret (1897 – 1966), esperto in
   problemi dello sviluppo economico mondiale, chiamato dalle
   Nazioni Unite e da molti governi di vari Paesi a studiare e
   proporre strategie per la soluzione del problema della povertà.




                                                                     6
CONTESTO

                               "
La cornice, entro cui va collocata e interpretata la Caritas in
   Veritate, è costituita da due aspetti: [33]
•  la ricorrenza degli oltre 40 anni dall’emanazione dell’enciclica
   di Paolo VI Populorum progressio (1967);
•  l’esplosione dell’interdipendenza planetaria, comunemente
   nota come globalizzazione.

Perché Benedetto XVI fa riferimento:
•  alla Populorum progressio?
•  alla globalizzazione?

                                                                      7
La POPULORUM PROGRESSIO
          secondo Benedetto XVI
                                   "
•    La Populorum progressio (=PP) costituisce una pietra miliare nel
     pensiero della Chiesa circa la “questione sociale”. Quella enciclica,
     infatti, ha posto a tema la promozione dello sviluppo dei popoli sotto
     l’angolatura della luce della verità e della carità di Cristo [8], ma,
     soprattutto, merita essere considerata – così si esprime papa Benedetto
     XVI – come “la Rerum novarum dell’epoca contemporanea, che
     illumina il cammino dell’umanità in via di unificazione”.
•    Dunque, più che un semplice tributo di riconoscenza intellettuale o
     pastorale, Benedetto XVI esprime la sua convinzione che Paolo VI con
     quella enciclica abbia centrato il problema dei popoli nell’età
     contemporanea: lo “sviluppo è il nuevo nome della pace” (PP n. 87).
•    È talmente alta la considerazione che Benedetto XVI ha della
     Populorum progressio, che le dedica tutto il primo capitolo (nn. 10 –
     20] della CV.
                                                                               8
POPULORUM PROGRESSIO E
           SVILUPPO
                             "
Della Populorum progressio Benedetto XVI richiama alcuni
   concetti, che sono fondativi rispetto al ragionamento
   successivo :
•  la visione trascendente della persona,
•  la prospettiva di una vita eterna,
•  la protensione costitutiva dell’uomo ad essere di più,
•  lo sviluppo come vocazione.




                                                            9
SVILUPPO COME VOCAZIONE

                              "
Di particolare importanza, ai fini della comprensione della CV,
   risulta l’assioma dello sviluppo come vocazione (n. 17): “La
   vocazione è un appello che richiede una risposta libera e
   responsabile. Lo sviluppo umano integrale suppone la libertà
   responsabile della persona e dei popoli: nessuna struttura può
   garantire tale sviluppo al di fuori e al di sopra della
   responsabilità umana.”




                                                                    10
PREREQUISITI PER LO SVILUPPO
          UMANO
                               "
Dunque, per garantire lo sviluppo umano sono necessari due
   prerequisiti:
•  la libertà delle persone e dei popoli,
•  la capacità delle persone, anche attraverso le organizzazioni e le
   istituzioni da esse liberamente originate, di assumersi
   concretamente le proprie responsabilità. Non si dà sviluppo
   delegato!
Di qui:
   l’importanza del principio di sussidiarietà.



                                                                        11
PRINCIPIO DI SUSSIDIARIETÀ

                               "
Il principio di sussidiarietà: “una società di ordine superiore non
    deve interferire nella vita interna di una società di ordine
    inferiore, privandola delle sue competenze, ma deve piuttosto
    sostenerla in caso di necessità ed aiutarla a coordinare la sua
    azione con quella delle altre componenti sociali, in vista del
    bene comune” (Centesimus annus, n. 48).




                                                                      12
BASE DELL’ANTROPOLOGIA
           CRISTIANA
                                "
Alla luce della Rivelazione -“In principio Dio creò il cielo e la
   terra… Dio creò l'uomo a sua immagine” (Gn 1, 1. 27) -
   possiamo comprendere la seguente affermazione tratta dalla
   Populorum progressio e ripresa dalla CV: “ciascuno rimane,
   qualunque siano le influenze che si esercitano su di lui,
   l’artefice della sua riuscita o del suo fallimento” (PP n.15, CV n.
   17).




                                                                         13
OGNUNO ARTEFICE DEL
            PROPRIO DESTINO
                                       "
A prima vista affermare che ciascuno è il principale artefice della propria riuscita o
   del suo fallimento potrebbe farci ritenere che un povero della Terra, che vive
   nella condizione di totale indigenza, oltre ad essere sfortunato sia addirittura
   responsabile della propria indigenza. In realtà il senso è un altro: ogni persona,
   anche quella indigente, deve poter avere le condizioni per garantirsi il proprio
   sviluppo. Quindi gli estremi da evitare sono:
    •  l’asservimento delle persone mediante istituzioni – economiche o politiche
        – che impediscano loro di progredire;
    •  l’assistenzialismo politico, che mantiene comunque le persone in situazione
        di dipendenza da qualche potere;
    •  “i messianismi carichi di promesse, ma fabbricatori di illusioni” (n. 17).
    •  La ideologia tecnocratica ovvero una tecnica senza orientamenti etici (CV
        n. 14)
    Ancora una volta la soluzione consiste nel corretto modo di realizzare la
        sussidiarietà.
                                                                                         14
REGOLA AUREA DELLO
              SVILUPPO
                                "
“La verità dello sviluppo consiste nella sua integralità: se non è di
   tutto l’uomo e di ogni uomo, lo sviluppo non è vero
   sviluppo” (n. 18).




                                                                        15
CAUSE DEL SOTTOSVILUPPO

                                   "
Perché, nonostante le varie organizzazioni, nazionali e internazionali,
   nonostante i fatti e i dati noti a tutti, l’umanità non cresce nella strada
   dello sviluppo umano?
Queste le CAUSE DEL SOTTOSVILUPPO, secondo la Populorum
   progressio:
•  “la volontà, che spesso disattende i doveri della solidarietà”. Si pensi ai
   vari Summit dei G8, G…20, che promettono aiuti ai Paesi in via di
   sviluppo, ma che regolarmente non vengono rispettati;
•  il pensiero, che non sempre sa orientare convenientemente il volere
   (Cfr. CV n. 19). Per questo, nel perseguimento dello sviluppo, servono
   “uomini di pensiero capaci di riflessione profonda, votati alla ricerca di
   un umanesimo nuovo, che permetta all’uomo moderno di ritrovare se
   stesso” (PP n. 20);
•  “mancanza di fraternità tra gli uomini e tra i popoli” (n. 19).               16
LA SOLUZIONE DI BENEDETTO
             XVI
                               "
Fondare la ragione della fraternità sulla visione trascendente della
   persona: “La ragione, da sola, è in grado di cogliere
   l’uguaglianza tra gli uomini e di stabilire una convivenza civica
   tra loro, ma non riesce a fondare la fraternità. Questa ha origine
   da una vocazione trascendente di Dio padre, che ci ha amati per
   primo …” (n. 19)




                                                                        17
GLOBALIZZAZIONE

                               "
La globalizzazione è la novità principale intervenuta negli ultimi
   decenni: “ i termini e l’impetuosità con cui essa si è evoluta
   sono sorprendenti.” (CV n.33)

•  il pensiero di Benedetto XVI

•  il testo latino




                                                                     18
"




     19
NOTA LA DIFFERENZA, NON
       SOLO DI LINGUAGGIO
                                          "
Dove sta la differenza?
•  Non è solo nel linguaggio, ma nel significato: è una differenza importante.
•  Infatti, se si parla di esplosione, si fa riferimento a qualcosa di imprevisto, ad un
   evento improvviso, non voluto, frutto di forze incontrollate e quindi
   prevalentemente negativo, spesso violento.
•  Se, invece, si parla di effusione, si intende un processo originato e sviluppatosi nel
   tempo, effetto di cause identificabili e gestibili, non necessariamente violento. Infatti
   Benedetto XVI coglie anche gli aspetti positivi insiti nella globalizzazione.
•  Inoltre, il latino è più preciso anche nel seguito della frase: “effusio interdependentiae
   in toto orbe” non è l’interdipendenza planetaria, bensì l’interdipendenza dentro tutta
   la terra. La lingua latina non lascia dubbi circa l’essenza del fenomeno
   globalizzazione: il fatto, cioè, che dentro la Terra tutto e tutti siamo interconnessi.
•  Qual è la novità semantica (che ha notevoli conseguenze a proposito dello sviluppo
   dei popoli e dell’economia di comunità)?
•  L’affermazione che la Terra è l’alveo, la casa che ci tiene uniti tutti. Questo è il
   fondamento della “questione ecologica” e della necessaria condivisione dei beni.
                                                                                                20
BENEDETTO XVI
E LA GLOBALIZZAZIONE (n. 33) -
             1
                                "
Sono due i paragrafi della cv nei quali il pontefice tratta della
   globalizzazione: n. 33 e n. 42.
Ecco i punti salienti espressi nel n. 33:
•  Globalizzazione significa interdipendenza di tutte le persone e
   di tutte le attività dei popoli nel mondo. Quindi, parlando di
   globalizzazione non ci si riferisce primariamente ad uno spazio
   che si è fatto, realmente, più ristretto e ravvicinato, bensì alle
   relazioni che i soggetti, singoli o attraverso le loro istituzioni e
   organizzazioni, hanno stabilito reciprocamente.
Nuovi interrogativi

                                                                          21
ALCUNI NUOVI INTERROGATIVI

                               "
•  Tutte le persone sono soggetti consapevoli e protagoniste di
   queste relazioni o, invece, alcune (poche? molte?) sono soltanto
   “oggetto”?;
•  C’è un governo democratico, partecipativo, comunitario della
   globalizzazione o questa è lasciata ad un incontrollato gioco di
   forze autoreferenziali?




                                                                      22
BENEDETTO XVI
E LA GLOBALIZZAZIONE (n.33) –
             2
                               "
•  La globalizzazione è oggetto di attenta considerazione, da parte
   del Pontefice, che ne indica anche gli elementi positivi. Non
   solo, la forza con cui tale processo si propone richiede lo sforzo
   di “dilatare la ragione e di renderla capace di conoscere e di
   orientare queste imponenti nuove dinamiche” (n. 33).
•  La globalizzazione è una sfida per la ragione, prima che un
   evento economico e sociale. Nell’età della globalizzazione ne va
   della comprensione stessa dell’uomo.
•  La globalizzazione è anzitutto una questione antropologica.
   Nella nuova cornice della globalizzazione l’uomo è rimesso in
   discussione: deve comprendersi in maniera più integrale e,
   pertanto, più autentica.
                                                                        23
BENEDETTO XVI
E LA GLOBALIZZAZIONE (n.33) -
             3
                               "
In economia la globalizzazione comporta l’avvento di una rete di
    relazioni, connessioni, implicazioni, legami nel mondo.
    Conseguentemente il governo di tali interconnessioni e, quindi,
    la politica sono a loro volta necessariamente obbligati a fare i
    conti con una diversa prospettiva. Se prima della
    globalizzazione lo scenario politico di riferimento poteva essere
    limitato a le sfere nazionali e regionali oggi l’ambito delle
    relazioni economiche e sociali tende a coincidere con il mondo .
    Di qui deriva una diversa e più pesante assunzione di
    responsabilità che dovrebbe essere propria della politica.



                                                                        24
BENEDETTO XVI
 E LA GLOBALIZZAZIONE (n. 33) -
              4
                                   "
•    La globalizzazione, come non è frutto del caso, altrettanto non è senza
     un fine: questo non è l’allargamento dei mercati, bensì la
     trasfigurazione della famiglia umana nella “civiltà dell’amore”.

Affinché tale civiltà dell’amore si realizzi occorre:
•  assumere un nuovo stile abituale di vita coerente con la dignità umana
    e fondato sulla carità e sulla verità: la crescita personale avviene in un
    cotesto comunitario caratterizzato da fraternità e inclusione;
•  vivere la solidarietà a tutti i livelli a partire della famiglia – prima
    cellula della società – sino alle sfere più ampie di relazionalità sul
    piano nazionale, regionale, mondiale;
•  prepararsi all’avvento dell’amore attraverso l’educazione, cioè
    mediante l’affinamento dello spirito, che richiede rispetto e senso della
    bellezza                                                                     25
BENEDETTO XVI
E LA GLOBALIZZAZIONE (n. 42) -
             1
                               "
•  La globalizzazione non deve essere pensata in modo
   deterministico “come se le dinamiche in atto fossero prodotte
   da anonime forze impersonali e da strutture indipendenti dalla
   volontà umana”. Quindi primariamente il Papa richiama alla
   responsabilità e alla fatica del pensiero: adagiarsi su una
   concezione fatalistica e deterministica significa prima di tutto
   abdicare alla ragione e rinunciare alla responsabilità etica di
   orientare i processi in atto;




                                                                      26
BENEDETTO XVI
 E LA GLOBALIZZAZIONE (n. 42) -
              2
                                    "
•    La globalizzazione è una realtà umana complessa, cioè ricca, che
     contiene in sé differenti radici e orientamenti culturali, i quali devono
     essere compresi innanzi tutto mediante discernimento orientato a una
     nuova progettualità: “dobbiamo assumere con realismo, fiducia,
     speranza le nuove responsabilità a cui ci chiama lo scenario di un
     mondo che ha bisogno di un profondo rinnovamento culturale e della
     riscoperta di valori di fondo su cui costruire un futuro migliore” (n. 21)
•    La globalizzazione risponde al criterio di verità a due precise
     condizioni:
     - se si fonda sulla dignità della persona e sull’unità della famiglia
     umana;
     - se favorisce lo sviluppo umano e la realizzazione del bene comune.


                                                                                  27
COMPITO ETICO

                               "
                 Non essere vittime, ma protagonisti!
Che cosa significa:
•  non dobbiamo piegare la mente alla rassegnazione di fronte alla
   globalizzazione, ma assumere responsabilmente il compito di
   guidarla;
•  in che modo? Sotto la guida della ragione, orientata dalla carità
   e dalla verità.




                                                                       28
COMPLESSA

                                "
Comunemente, quando si pensa a qualcosa di complesso vengono
   in mente problemi intricati, e quindi, vie spesso impercorribili.
•  Il latino ci facilita: complesso è ciò che tiene unito, che mantiene
   assieme.
•  Ecco un esempio di complessità: un’ orchestra: tanti strumenti,
   ma un’unica sinfonia.




                                                                          29
PERCHÉ LA GLOBALIZZAZIONE
        È COMPLESSA?
                               "
Risponde Benedetto XVI:
   la globalizzazione tiene in sé molte ragioni e molte forze.
Quindi bisogna mettere all’opera la ragione, il pensiero, la mente.
Prima che questione economica, la globalizzazione è questione
    culturale.
Infatti la soluzione pratica, suggerita dal Pontefice, è questa:
    promuovere un orientamento culturale, aperto alla
    trascendenza, basato sui principi permanenti della dottrina
    sociale, specie quelli personalista e comunitario.



                                                                      30
PERSONALISMO ASTRATTO O
          PERSONE?
                             "
La direzione culturale, da imprimere alla globalizzazione, non
  solo deve fondarsi sui principi personalista e comunitario, ma
  deve coinvolgere le persone e le comunità.




                                                                   31
BENEDETTO XVI RILEGGE
   LA POPULORUM PROGRESSIO
                              "
Benedetto XVI dedica l’intero primo capitolo della CV ai contributi
   di Paolo VI; in particolare richiama la Populorum progressio
   (1967), l’Humanae vitae (1968) e l’esortazione apostolica
   Evangelii nuntiandi (1975).




                                                                      32
PUNTI SALIENTI DELLA PP

                               "
•  La Dottrina Sociale della Chiesa (DSC) o insegnamento o
   magistero sociale della Chiesa deve essere compresa all’interno
   del patrimonio della Rivelazione e della Tradizione, pur
   sapendo valutare di volta in volta i diversi e nuovi termini in
   cui la questione sociale si presenta.
•  Il riferimento a Paolo VI consente a Benedetto XVI di richiamare
   i fondamenti metafisici ed etici,relativi all’essere e all’agire su
   cui deve reggere la comprensione della questione sociale, e le
   relative conseguenze.




                                                                         33
FONDAMENTI - 1

                                       "
•    La concezione trascendente della persona umana: “senza la prospettiva di una
     vita eterna, il progresso umano in questo mondo rimane privo di respiro” (CV
     n. 11).
•    La prospettiva di una vita eterna, che conferisce alla vita umana una
     dimensione di largo respiro, dilatandola oltre il calendario biologico e,
     soprattutto, consegnandola alla dimensione della speranza, cui il Pontefice ha
     dedicato l’intera enciclica Spe salvi (2007).
•    La persona, come essere trascendente, esige un’interpretazione metafisica
     dell’humanum, in cui la relazionalità è elemento essenziale (55). La persona,
     secondo il pensiero cristiano, è, costitutivamente, soggetto e relazione. Quindi
     non basta affermare che l’uomo è “essere-per” o “essere-con”; la persona,
     cristianamente intesa, è “essere-in-sé-per”. La persona ha una propria originale
     identità, che non può attuarsi se rimane confinata in se stessa; vive solo se si
     dona, morendo in certo modo, a se stessa. Come dice Gesù Cristo : “In verità, in
     verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se
     invece muore, produce molto frutto” (Gv 12, 24).
                                                                                        34
FONDAMENTI - 2

                              "
•  La libertà della persona non consiste nell’agire senza vincoli
   “nell’ebbrezza di una totale autonomia” (70) in cui l’individuo
   viene assunto come metro di ogni cosa, bensì “nella risposta
   all’appello dell’essere, a cominciare dall’essere che siamo noi
   stessi” (70).
•  In breve, la libertà è assumere responsabilmente la vocazione
   all’essere persona dotata di dignità trascendente. Sono libero
   perché mi realizzo come essere in relazione, fatto per il dono.
   Qui trova fondamento l’agire morale.




                                                                     35
FONDAMENTI - 3

                               "
•  Se la relazione è costitutiva dell’essere persona, l’amore o agape
   – cui Benedetto XVI ha dedicato la sua prima enciclica Deus
   caritas est (2005) – diviene la categoria ermeneutica primaria
   per capire sia l’essere personale, sia il suo agire che si
   concretizza storicamente nella società e nelle istituzioni
   governate da norme e principi condivisi.
•  Riferito alla storia contemporanea, soprattutto alla fase della
   globalizzazione, l’amore si attua attraverso il principio della
   fraternità, che disvela l’umanità come appartenente ad un’unica
   famiglia. Di qui l’esigenza di un’economia basata su questo
   nuovo criterio: l’economia del bene comune.

                                                                        36
FONDAMENTI - 4

                               "
•     Amore e Verità non sono prodotti umani, ma precedono
     l’essere dell’uomo: sono doni che vanno accolti con
     responsabile libertà.

In questo modo Benedetto XVI sottrae a qualunque forma di
    soggettivismo la comprensione e la costruzione della felicità
    umana e della realizzazione del vero progresso.




                                                                    37
CONSEGUENZE

                              "
Dai fondamenti già elencati derivano alcune necessarie
   conseguenze in ambito:
•  antropologico
•  sociologico
•  filosofico
•  teologico
•  economico
•  giuridico - politico




                                                         38
CONSEGUENZE
ANTROPOLOGICHE ED ETICHE
                                  "
Dalla concezione trascendente della persona discende che:
•  è creatura ad immagine di Dio,
•  la sua dignità è inviolabile,
•  l’apertura alla vita è al centro del vero sviluppo (Cfr. CV nn. 28.44),
•  la persona è un essere comunitario,
•  le norme morali non sono frutto di patti storici, bensì hanno una origine
    trascendente,
•  è dovere della persona assumersi la responsabilità dello sviluppo umano
    integrale,
•  non esiste ecologia naturale senza ecologia umana,
•  l’orizzonte dello autentico sviluppo è la realizzazione di tutto l’uomo e tutti
    gli uomini,
•  l’io è dono, da cui discende l’imperativo di amare l’altro come se stessi
    (Cfr. Mt 22, 39).
                                                                                     39
CONSEGUENZE FILOSOFICHE

                                        "
•    Dilatare la ragione: è il tema ricorrente nella maggior parte degli insegnamenti
     del Papa. Se Giovanni Paolo II ha proclamato l’invito a spalancare le porte a
     Cristo, Benedetto XVI non cessa di incoraggiare a superare le barriere che
     tengono prigioniera la ragione umana. Ideologie, false utopie, pregiudizi,
     illusione di autosufficienza tecnologica ed economica: queste le principali
     chiusure della ragione umana.
•    Superare ogni forma di riduzionismo: impedendo alla ragione di dialogare con
     l’alterità, la trascendenza, la fede, il divino, non la si irrobustisce, quasi si
     trattasse di preservarla da forme di inquinamento, ma la si limita, illudendosi di
     rafforzarla. La forza critica della ragione esige, per sua natura, di rapportarsi
     seriamente e serenamente con tutto ciò che la modernità ha preteso di riservare
     a sé. I vari saperi - soprattutto quando queste si spingono verso frontiere mai
     finora esplorate - non possono evitare di farsi accompagnare da una razionalità
     aperta, cosciente che anche Dio ha diritto di cittadinanza pubblica (56).
•    Aprirsi al prodigio della conoscenza: quando conosco, non colgo soltanto il dato
     che cercavo, ma sperimento sempre “un di più, che assomiglia molto a un dono
                                                                                          40
     ricevuto, ad un’altezza a cui ci sentiamo elevati” (77)
CONSEGUENZE TEOLOGICHE

                                "
Il fulcro del pensiero di Benedetto XVI sullo sviluppo integrale
    della persona e di ogni persona risiede nel modello di amore
    trinitario:
“In particolare, alla luce del mistero rivelato della Trinità si
    comprende che la vera apertura non significa dispersione
    centrifuga, ma compenetrazione profonda” (54).
Il modello trinitario è il paradigma dell’inclusione relazionale di
    tutte le persone e di tutti i popoli nell’unica comunità della
    famiglia umana.
Per chiunque voglia dilatare i confini della ragione, la Trinità è un
    criterio di ispirazione per la costruzione delle relazioni umane.

                                                                        41
CONSEGUENZE SOCIOLOGICHE

                                      "
•    L’economia è attività umana e sociale, non la scienza della mera efficienza;
     quindi nell’agire economico è necessario considerare gli aspetti valoriali, i
     significati, gli scopi prima che i risultati in termini di reddito, profitto,
     mercato;
•    L’essere umano è un valore indisponibile. Esso va compreso all’interno
     delle dinamiche sociali e culturali, quindi non si può trattarlo come se fosse
     un mero “dato”
•    Il principio di sussidiarietà come criterio guida per la realizzazione dello
     sviluppo umano; consente di superare ogni forma di assistenzialismo e
     riconosce concretamente la dignità della persona e la sua capacità di
     assumersi liberamente responsabilità verso gli altri;
•    La presenza di gravi ingiustizie e la contemporanea indifferenza verso le
     stesse: “Mentre i poveri del mondo bussano ancora alle porte
     dell’opulenza, il mondo ricco rischia di non sentire più quei colpi alla sua
     porta, per una coscienza ormai incapace di riconoscere l’umano” (75).
                                                                                      42
CONSEGUENZE ECONOMICHE

                                  "
•    La concezione dell’economia, che Benedetto XVI accoglie da tutto
     l’insegnamento della Chiesa, è la seguente:”La Chiesa ritiene da
     sempre che l’agire economico non sia da considerare antisociale. Il
     mercato non è, e non deve perciò diventare, di per sé il luogo della
     sopraffazione del forte sul debole. La società non deve proteggersi
     dal mercato, come se lo sviluppo di quest’ultimo comportasse ipso
     facto la morte dei rapporti autenticamente umani. .. Non va
     dimenticato che il mercato non esiste allo stato puro. Esso trae
     forma dalle configurazioni culturali che lo specificano e lo
     orientano” (n. 36).
•    Dunque? “La sfera economica non è né eticamente neutrale né di
     sua natura disumana e antisociale. Essa appartiene all’attività
     dell’uomo e, proprio perché umana, deve essere strutturata e
     istituzionalizzata eticamente” (n. 36).                                43
ECONOMIA COME
       COSTRUZIONE CULTURALE
                                     "
•    L’economia è un’ attività che implica molti aspetti: organizzativi,
     tecnici, giuridici, politici, sociali, etici; quindi non può ridursi alla
     semplice “contabilità aziendale” dei profitti e delle perdite;
•    L’economia si può considerare come processo complesso retto da
     tre logiche:
•    Logica contrattualistica, come scambio di equivalenti;
•    Logica politica, come regolazione degli scambi mediante leggi
     improntate alla giusta distribuzione delle risorse;
•    Logica della gratuità, come dono senza contropartita.
•    Conclusione del Pontefice: “L’economia globalizzata sembra
     privilegiare la prima logica, quella dello scambio contrattuale, ma
     direttamente o indirettamente dimostra di avere bisogno anche
     delle altre due, la logica politica e la logica del dono senza              44
     contropartita” (n. 37)]
ECONOMIA COME SISTEMA
           SOCIALE
                             "
L’economia si configura secondo vari sistemi sociali. Questi
   devono essere animati da culture coerenti col valore della
   dignità umana e orientate alla realizzazione del bene comune.
Ciò significa che l’economia è una scienza fatta dall’uomo per
   l’uomo, non un insieme di leggi che lo devono sovrastare.
Quindi, se notiamo che l’economia ha prodotto alcune distorsioni,
   non si deve demonizzare l’economia, che rimane pur sempre un
   semplice strumento, ma si deve “chiamare in causa l’uomo, la
   sua coscienza morale e la sua responsabilità personale e
   sociale” (n. 36).


                                                                    45
LEGGI DEL MERCATO?

                              "
Non ci si può nascondere dietro affermazioni quali: “queste sono le
  leggi del mercato”, oppure “così vanno le cose”. L’uomo deve
  riprendere su di sé il governo (oggi si preferisce parlare di
  governance) dei fatti economici.




                                                                      46
LA SFIDA

                               "
Se vogliamo che lo sviluppo sia di ogni uomo e di tutto l’uomo,
   dobbiamo affrontare e vincere una grande sfida: “mostrare, a
   livello sia di pensiero sia di comportamenti, che non solo i
   tradizionali principi dell’etica sociale, quali la trasparenza,
   l’onestà e la responsabilità non possono venire trascurati o
   attenuati, ma anche che nei rapporti mercantili il principio di
   gratuità e la logica del dono come espressione della fraternità
   possono e devono trovare posto entro la normale attività
   economica. Ciò è un’esigenza dell’uomo nel momento attuale,
   ma anche un’esigenza della stessa ragione economica”. (36)



                                                                     47
CONSIDERAZIONI SULLA
           GRANDE SFIDA - 1
                                  "
•    La logica della gratuità e il principio del dono sono richiesti
     dall’uomo attuale. Ciò significa che nella cultura attuale è presente
     l’esigenza di un cambio radicale nel modo di pensare e gestire
     l’economia. Ne sono testimonianza le numerose iniziative quali
     banca etica, commercio equo e solidale, altro mercato, fondi etici e
     la diffusione, benché a ritmi talora incerti, della responsabilità
     sociale di impresa (Corporate Social Responsibility).
•     La logica della gratuità e il principio del dono sono un’esigenza
     della stessa ragione economica. Ciò significa che la scienza
     economica sta sperimentando una sorta di entropia, dalla quale
     può salvarsi solo se imbocca la via di un’economia diversa,
     un’economia il cui fine sia diverso: non il profitto come fine unico
     ed esclusivo, ma il bene comune.
                                                                             48
CONSIDERAZIONI SULLA
          GRANDE SFIDA - 2
                               "
•  La grande sfida deve essere affrontata a livello di pensiero. Ciò
   significa che occorre instaurare a livello teoretico un nuovo
   statuto epistemologico, che dispieghi le ragioni della logica del
   dono come capace di e necessaria a dare ragione della nuova
   scienza economica.
•  La grande sfida deve essere affrontata a livello di
   comportamenti. Ciò significa che le nuove maglie dell’economia
   del dono devono essere in grado di intessere di sé l’agire
   concreto del e nel mercato e non come fatti episodici ed
   eccezionali, bensì come “normale” attività economica.



                                                                       49
COME RISPONDE ALLA GRANDE
        SFIDA LA CV?
                               "
Attraverso la proposta dell’antropologia cristiana, che si riassume
   nell’idea dell’umanesimo integrale.
Come a dire: è la stessa costituzione ontologica dell’uomo a
   richiedere una svolta radicale dell’homo oeconomicus. Quindi,
   o si abbraccia la nuova visione dell’economia, o ne va della
   stessa realtà dell’uomo.




                                                                      50
LA GRANDE SFIDA - 1

                               "
A proposito della “grande sfida”, il testo latino della CV permette
   di avanzare due osservazioni:
•  usa un aggettivo assai forte: dice che la sfida non solo è grande,
   bensì massima (summa provocatio).

Pertanto non si tratta di uno dei tanti compiti a cui l’uomo
   contemporaneo è chiamato, ma del compito massimo, il più
   importante. È un impegno assoluto quello a cui l’uomo è
   interpellato.



                                                                        51
LA GRANDE SFIDA - 2

                              "
In che cosa consiste la grandezza somma di tale compito?

Nel duplice compito di dimostrare (non solo mostrare), e di
  sperimentare, con il pensiero e con il comportamento, che il
  principio di gratuità può trovare posto dentro la normale
  attività economica.




                                                                 52
DUPLICE COMPITO

                               "
Pertanto occorre dare prova (questo è il significato di una
   dimostrazione) che:
•  a livello teorico il principio di gratuità è sufficiente a fondare
   un’economia efficace, oltre che rispettosa del progresso umano;
•  a livello pratico esistono concretamente situazioni
   (organizzazioni, aziende, imprese) che funzionano sul
   fondamento del principio di gratuità.




                                                                        53
DOMANDE

                              "
•  Esistono forme di “impresa fondate sul principio di gratuità”?
•  Esistono scuole di pensiero che dimostrano la possibilità e la
   funzionalità di una impresa del dono?




                                                                    54
IL TITOLO

                              "
Perché il Pontefice tratta dello sviluppo integrale umano dal punto
   di vista dell’amore (caritas) e della verità?
Questa la risposta complessiva, desunta dal n. 1 della Caritas in
   Veritate (CV):
•  l’amore è una forza straordinaria, che spinge le persone a
   impegnarsi con coraggio e generosità nel campo della giustizia
   e della pace;
•  aderendo al progetto che Dio ha su ciascun uomo, questi trova
   la sua verità, assumendo la quale diventa libero.



                                                                      55
VERITÀ

                                "
La verità, di cui parla Benedetto XVI nella CV, è Cristo, anzi il
   Volto della sua Persona.

In questo modo l’impegno per lo sviluppo integrale umano
    diventa impegno concreto per una persona bene identificata (il
    Volto), il cui profilo abbraccia anche la dimensione
    trascendente.




                                                                     56
CIRCOLARITÀ ERMENEUTICA

                                "
Tutto il ragionamento svolto dal Pontefice si muove all’interno di
   una circolarità ermeneutica, che ha valore fondativo: (2)

la verità va cercata, trovata ed espressa nell’”economia” della
    carità, ma la carità a sua volta va compresa, avvalorata e
    praticata nella luce della verità. In questo modo non avremo
    solo reso un servizio alla carità, illuminata dalla verità, ma
    avremo anche contribuito ad accreditare la verità, mostrandone
    il potere di autenticazione e di persuasione nel concreto del
    vivere sociale. Cosa, questa, di non poco conto oggi, in un
    contesto sociale e culturale che relativizza la verità, diventando
    spesso di essa incurante e ad essa restio.
                                                                         57
"
FINE


       58

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Caritas in Veritate

  • 1. " di S. S. Benedetto XVI 1
  • 2. CARITAS IN VERITATE parte prima IL CONTENUTO " Percorso Premessa TEMA CENTRALE CONTESTO POPULORUM PROGRESSIO E SVILUPPO GLOBALIZZAZIONE FONDAMENTI ANTROPOLOGICI E ETICI CONSEGUENZE LA SFIDA 2
  • 3. TEMA CENTRALE " LO SVILUPPO UMANO INTEGRALE NELLA CARITÀ E NELLA VERITÀ Specificamente la Caritas in veritate (=CV) tratta : •  dello sviluppo umano (non di semplice sviluppo materiale bensì del pieno sviluppo morale,spirituale e culturale); •  della condizione essenziale perché lo sviluppo sia umano: deve essere integrale, cioè riguardare tutte le dimensioni della persona e tutte le persone; •  della condizione necessaria perché lo sviluppo sia integrale: deve realizzarsi nella prospettiva della carità e della verità. 3
  • 4. CARITAS IN VERITATE " Il Concilio approfondì quanto appartiene da sempre alla verità della fede, ossia che la Chiesa, essendo a servizio di Dio, è a servizio del mondo in termini di amore e di verità. Proprio da questa visione partiva Paolo VI per comunicarci due grandi verità. La prima è che tutta la Chiesa, in tutto il suo essere e il suo agire, quando annuncia, celebra e opera nella carità, è tesa a promuovere lo sviluppo integrale dell’uomo. Essa ha un ruolo pubblico che non si esaurisce nelle sue attività di assistenza o di educazione, ma rivela tutte le proprie energie a servizio della promozione dell’uomo e della fraternità universale quando può valersi di un regime di libertà. […] La seconda verità è che l’autentico sviluppo dell’uomo riguarda unitariamente la totalità della persona in ogni sua dimensione. 4
  • 5. " Benedetto XVI riprende quanto scritto da Paolo VI nella Populorum Progressio (1967), n. 14: Lo sviluppo non si riduce alla semplice crescita economica. Per essere sviluppo autentico, dev'essere integrale, il che vuol dire volto alla promozione di ogni uomo e di tutto l'uomo. Com'è stato giustamente sottolineato da L. J. Lebret: «noi non accettiamo di separare l'economico dall'umano, lo sviluppo dalla civiltà dove si inserisce. Ciò che conta per noi è l'uomo, ogni uomo, ogni gruppo d'uomini, fino a comprendere l'umanità intera». 5
  • 6. CHI È? " L’eminente esperto, cui si riferisce Paolo VI, è il bretone domenicano, Louis-Joseph Lebret (1897 – 1966), esperto in problemi dello sviluppo economico mondiale, chiamato dalle Nazioni Unite e da molti governi di vari Paesi a studiare e proporre strategie per la soluzione del problema della povertà. 6
  • 7. CONTESTO " La cornice, entro cui va collocata e interpretata la Caritas in Veritate, è costituita da due aspetti: [33] •  la ricorrenza degli oltre 40 anni dall’emanazione dell’enciclica di Paolo VI Populorum progressio (1967); •  l’esplosione dell’interdipendenza planetaria, comunemente nota come globalizzazione. Perché Benedetto XVI fa riferimento: •  alla Populorum progressio? •  alla globalizzazione? 7
  • 8. La POPULORUM PROGRESSIO secondo Benedetto XVI " •  La Populorum progressio (=PP) costituisce una pietra miliare nel pensiero della Chiesa circa la “questione sociale”. Quella enciclica, infatti, ha posto a tema la promozione dello sviluppo dei popoli sotto l’angolatura della luce della verità e della carità di Cristo [8], ma, soprattutto, merita essere considerata – così si esprime papa Benedetto XVI – come “la Rerum novarum dell’epoca contemporanea, che illumina il cammino dell’umanità in via di unificazione”. •  Dunque, più che un semplice tributo di riconoscenza intellettuale o pastorale, Benedetto XVI esprime la sua convinzione che Paolo VI con quella enciclica abbia centrato il problema dei popoli nell’età contemporanea: lo “sviluppo è il nuevo nome della pace” (PP n. 87). •  È talmente alta la considerazione che Benedetto XVI ha della Populorum progressio, che le dedica tutto il primo capitolo (nn. 10 – 20] della CV. 8
  • 9. POPULORUM PROGRESSIO E SVILUPPO " Della Populorum progressio Benedetto XVI richiama alcuni concetti, che sono fondativi rispetto al ragionamento successivo : •  la visione trascendente della persona, •  la prospettiva di una vita eterna, •  la protensione costitutiva dell’uomo ad essere di più, •  lo sviluppo come vocazione. 9
  • 10. SVILUPPO COME VOCAZIONE " Di particolare importanza, ai fini della comprensione della CV, risulta l’assioma dello sviluppo come vocazione (n. 17): “La vocazione è un appello che richiede una risposta libera e responsabile. Lo sviluppo umano integrale suppone la libertà responsabile della persona e dei popoli: nessuna struttura può garantire tale sviluppo al di fuori e al di sopra della responsabilità umana.” 10
  • 11. PREREQUISITI PER LO SVILUPPO UMANO " Dunque, per garantire lo sviluppo umano sono necessari due prerequisiti: •  la libertà delle persone e dei popoli, •  la capacità delle persone, anche attraverso le organizzazioni e le istituzioni da esse liberamente originate, di assumersi concretamente le proprie responsabilità. Non si dà sviluppo delegato! Di qui: l’importanza del principio di sussidiarietà. 11
  • 12. PRINCIPIO DI SUSSIDIARIETÀ " Il principio di sussidiarietà: “una società di ordine superiore non deve interferire nella vita interna di una società di ordine inferiore, privandola delle sue competenze, ma deve piuttosto sostenerla in caso di necessità ed aiutarla a coordinare la sua azione con quella delle altre componenti sociali, in vista del bene comune” (Centesimus annus, n. 48). 12
  • 13. BASE DELL’ANTROPOLOGIA CRISTIANA " Alla luce della Rivelazione -“In principio Dio creò il cielo e la terra… Dio creò l'uomo a sua immagine” (Gn 1, 1. 27) - possiamo comprendere la seguente affermazione tratta dalla Populorum progressio e ripresa dalla CV: “ciascuno rimane, qualunque siano le influenze che si esercitano su di lui, l’artefice della sua riuscita o del suo fallimento” (PP n.15, CV n. 17). 13
  • 14. OGNUNO ARTEFICE DEL PROPRIO DESTINO " A prima vista affermare che ciascuno è il principale artefice della propria riuscita o del suo fallimento potrebbe farci ritenere che un povero della Terra, che vive nella condizione di totale indigenza, oltre ad essere sfortunato sia addirittura responsabile della propria indigenza. In realtà il senso è un altro: ogni persona, anche quella indigente, deve poter avere le condizioni per garantirsi il proprio sviluppo. Quindi gli estremi da evitare sono: •  l’asservimento delle persone mediante istituzioni – economiche o politiche – che impediscano loro di progredire; •  l’assistenzialismo politico, che mantiene comunque le persone in situazione di dipendenza da qualche potere; •  “i messianismi carichi di promesse, ma fabbricatori di illusioni” (n. 17). •  La ideologia tecnocratica ovvero una tecnica senza orientamenti etici (CV n. 14) Ancora una volta la soluzione consiste nel corretto modo di realizzare la sussidiarietà. 14
  • 15. REGOLA AUREA DELLO SVILUPPO " “La verità dello sviluppo consiste nella sua integralità: se non è di tutto l’uomo e di ogni uomo, lo sviluppo non è vero sviluppo” (n. 18). 15
  • 16. CAUSE DEL SOTTOSVILUPPO " Perché, nonostante le varie organizzazioni, nazionali e internazionali, nonostante i fatti e i dati noti a tutti, l’umanità non cresce nella strada dello sviluppo umano? Queste le CAUSE DEL SOTTOSVILUPPO, secondo la Populorum progressio: •  “la volontà, che spesso disattende i doveri della solidarietà”. Si pensi ai vari Summit dei G8, G…20, che promettono aiuti ai Paesi in via di sviluppo, ma che regolarmente non vengono rispettati; •  il pensiero, che non sempre sa orientare convenientemente il volere (Cfr. CV n. 19). Per questo, nel perseguimento dello sviluppo, servono “uomini di pensiero capaci di riflessione profonda, votati alla ricerca di un umanesimo nuovo, che permetta all’uomo moderno di ritrovare se stesso” (PP n. 20); •  “mancanza di fraternità tra gli uomini e tra i popoli” (n. 19). 16
  • 17. LA SOLUZIONE DI BENEDETTO XVI " Fondare la ragione della fraternità sulla visione trascendente della persona: “La ragione, da sola, è in grado di cogliere l’uguaglianza tra gli uomini e di stabilire una convivenza civica tra loro, ma non riesce a fondare la fraternità. Questa ha origine da una vocazione trascendente di Dio padre, che ci ha amati per primo …” (n. 19) 17
  • 18. GLOBALIZZAZIONE " La globalizzazione è la novità principale intervenuta negli ultimi decenni: “ i termini e l’impetuosità con cui essa si è evoluta sono sorprendenti.” (CV n.33) •  il pensiero di Benedetto XVI •  il testo latino 18
  • 19. " 19
  • 20. NOTA LA DIFFERENZA, NON SOLO DI LINGUAGGIO " Dove sta la differenza? •  Non è solo nel linguaggio, ma nel significato: è una differenza importante. •  Infatti, se si parla di esplosione, si fa riferimento a qualcosa di imprevisto, ad un evento improvviso, non voluto, frutto di forze incontrollate e quindi prevalentemente negativo, spesso violento. •  Se, invece, si parla di effusione, si intende un processo originato e sviluppatosi nel tempo, effetto di cause identificabili e gestibili, non necessariamente violento. Infatti Benedetto XVI coglie anche gli aspetti positivi insiti nella globalizzazione. •  Inoltre, il latino è più preciso anche nel seguito della frase: “effusio interdependentiae in toto orbe” non è l’interdipendenza planetaria, bensì l’interdipendenza dentro tutta la terra. La lingua latina non lascia dubbi circa l’essenza del fenomeno globalizzazione: il fatto, cioè, che dentro la Terra tutto e tutti siamo interconnessi. •  Qual è la novità semantica (che ha notevoli conseguenze a proposito dello sviluppo dei popoli e dell’economia di comunità)? •  L’affermazione che la Terra è l’alveo, la casa che ci tiene uniti tutti. Questo è il fondamento della “questione ecologica” e della necessaria condivisione dei beni. 20
  • 21. BENEDETTO XVI E LA GLOBALIZZAZIONE (n. 33) - 1 " Sono due i paragrafi della cv nei quali il pontefice tratta della globalizzazione: n. 33 e n. 42. Ecco i punti salienti espressi nel n. 33: •  Globalizzazione significa interdipendenza di tutte le persone e di tutte le attività dei popoli nel mondo. Quindi, parlando di globalizzazione non ci si riferisce primariamente ad uno spazio che si è fatto, realmente, più ristretto e ravvicinato, bensì alle relazioni che i soggetti, singoli o attraverso le loro istituzioni e organizzazioni, hanno stabilito reciprocamente. Nuovi interrogativi 21
  • 22. ALCUNI NUOVI INTERROGATIVI " •  Tutte le persone sono soggetti consapevoli e protagoniste di queste relazioni o, invece, alcune (poche? molte?) sono soltanto “oggetto”?; •  C’è un governo democratico, partecipativo, comunitario della globalizzazione o questa è lasciata ad un incontrollato gioco di forze autoreferenziali? 22
  • 23. BENEDETTO XVI E LA GLOBALIZZAZIONE (n.33) – 2 " •  La globalizzazione è oggetto di attenta considerazione, da parte del Pontefice, che ne indica anche gli elementi positivi. Non solo, la forza con cui tale processo si propone richiede lo sforzo di “dilatare la ragione e di renderla capace di conoscere e di orientare queste imponenti nuove dinamiche” (n. 33). •  La globalizzazione è una sfida per la ragione, prima che un evento economico e sociale. Nell’età della globalizzazione ne va della comprensione stessa dell’uomo. •  La globalizzazione è anzitutto una questione antropologica. Nella nuova cornice della globalizzazione l’uomo è rimesso in discussione: deve comprendersi in maniera più integrale e, pertanto, più autentica. 23
  • 24. BENEDETTO XVI E LA GLOBALIZZAZIONE (n.33) - 3 " In economia la globalizzazione comporta l’avvento di una rete di relazioni, connessioni, implicazioni, legami nel mondo. Conseguentemente il governo di tali interconnessioni e, quindi, la politica sono a loro volta necessariamente obbligati a fare i conti con una diversa prospettiva. Se prima della globalizzazione lo scenario politico di riferimento poteva essere limitato a le sfere nazionali e regionali oggi l’ambito delle relazioni economiche e sociali tende a coincidere con il mondo . Di qui deriva una diversa e più pesante assunzione di responsabilità che dovrebbe essere propria della politica. 24
  • 25. BENEDETTO XVI E LA GLOBALIZZAZIONE (n. 33) - 4 " •  La globalizzazione, come non è frutto del caso, altrettanto non è senza un fine: questo non è l’allargamento dei mercati, bensì la trasfigurazione della famiglia umana nella “civiltà dell’amore”. Affinché tale civiltà dell’amore si realizzi occorre: •  assumere un nuovo stile abituale di vita coerente con la dignità umana e fondato sulla carità e sulla verità: la crescita personale avviene in un cotesto comunitario caratterizzato da fraternità e inclusione; •  vivere la solidarietà a tutti i livelli a partire della famiglia – prima cellula della società – sino alle sfere più ampie di relazionalità sul piano nazionale, regionale, mondiale; •  prepararsi all’avvento dell’amore attraverso l’educazione, cioè mediante l’affinamento dello spirito, che richiede rispetto e senso della bellezza 25
  • 26. BENEDETTO XVI E LA GLOBALIZZAZIONE (n. 42) - 1 " •  La globalizzazione non deve essere pensata in modo deterministico “come se le dinamiche in atto fossero prodotte da anonime forze impersonali e da strutture indipendenti dalla volontà umana”. Quindi primariamente il Papa richiama alla responsabilità e alla fatica del pensiero: adagiarsi su una concezione fatalistica e deterministica significa prima di tutto abdicare alla ragione e rinunciare alla responsabilità etica di orientare i processi in atto; 26
  • 27. BENEDETTO XVI E LA GLOBALIZZAZIONE (n. 42) - 2 " •  La globalizzazione è una realtà umana complessa, cioè ricca, che contiene in sé differenti radici e orientamenti culturali, i quali devono essere compresi innanzi tutto mediante discernimento orientato a una nuova progettualità: “dobbiamo assumere con realismo, fiducia, speranza le nuove responsabilità a cui ci chiama lo scenario di un mondo che ha bisogno di un profondo rinnovamento culturale e della riscoperta di valori di fondo su cui costruire un futuro migliore” (n. 21) •  La globalizzazione risponde al criterio di verità a due precise condizioni: - se si fonda sulla dignità della persona e sull’unità della famiglia umana; - se favorisce lo sviluppo umano e la realizzazione del bene comune. 27
  • 28. COMPITO ETICO " Non essere vittime, ma protagonisti! Che cosa significa: •  non dobbiamo piegare la mente alla rassegnazione di fronte alla globalizzazione, ma assumere responsabilmente il compito di guidarla; •  in che modo? Sotto la guida della ragione, orientata dalla carità e dalla verità. 28
  • 29. COMPLESSA " Comunemente, quando si pensa a qualcosa di complesso vengono in mente problemi intricati, e quindi, vie spesso impercorribili. •  Il latino ci facilita: complesso è ciò che tiene unito, che mantiene assieme. •  Ecco un esempio di complessità: un’ orchestra: tanti strumenti, ma un’unica sinfonia. 29
  • 30. PERCHÉ LA GLOBALIZZAZIONE È COMPLESSA? " Risponde Benedetto XVI: la globalizzazione tiene in sé molte ragioni e molte forze. Quindi bisogna mettere all’opera la ragione, il pensiero, la mente. Prima che questione economica, la globalizzazione è questione culturale. Infatti la soluzione pratica, suggerita dal Pontefice, è questa: promuovere un orientamento culturale, aperto alla trascendenza, basato sui principi permanenti della dottrina sociale, specie quelli personalista e comunitario. 30
  • 31. PERSONALISMO ASTRATTO O PERSONE? " La direzione culturale, da imprimere alla globalizzazione, non solo deve fondarsi sui principi personalista e comunitario, ma deve coinvolgere le persone e le comunità. 31
  • 32. BENEDETTO XVI RILEGGE LA POPULORUM PROGRESSIO " Benedetto XVI dedica l’intero primo capitolo della CV ai contributi di Paolo VI; in particolare richiama la Populorum progressio (1967), l’Humanae vitae (1968) e l’esortazione apostolica Evangelii nuntiandi (1975). 32
  • 33. PUNTI SALIENTI DELLA PP " •  La Dottrina Sociale della Chiesa (DSC) o insegnamento o magistero sociale della Chiesa deve essere compresa all’interno del patrimonio della Rivelazione e della Tradizione, pur sapendo valutare di volta in volta i diversi e nuovi termini in cui la questione sociale si presenta. •  Il riferimento a Paolo VI consente a Benedetto XVI di richiamare i fondamenti metafisici ed etici,relativi all’essere e all’agire su cui deve reggere la comprensione della questione sociale, e le relative conseguenze. 33
  • 34. FONDAMENTI - 1 " •  La concezione trascendente della persona umana: “senza la prospettiva di una vita eterna, il progresso umano in questo mondo rimane privo di respiro” (CV n. 11). •  La prospettiva di una vita eterna, che conferisce alla vita umana una dimensione di largo respiro, dilatandola oltre il calendario biologico e, soprattutto, consegnandola alla dimensione della speranza, cui il Pontefice ha dedicato l’intera enciclica Spe salvi (2007). •  La persona, come essere trascendente, esige un’interpretazione metafisica dell’humanum, in cui la relazionalità è elemento essenziale (55). La persona, secondo il pensiero cristiano, è, costitutivamente, soggetto e relazione. Quindi non basta affermare che l’uomo è “essere-per” o “essere-con”; la persona, cristianamente intesa, è “essere-in-sé-per”. La persona ha una propria originale identità, che non può attuarsi se rimane confinata in se stessa; vive solo se si dona, morendo in certo modo, a se stessa. Come dice Gesù Cristo : “In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto” (Gv 12, 24). 34
  • 35. FONDAMENTI - 2 " •  La libertà della persona non consiste nell’agire senza vincoli “nell’ebbrezza di una totale autonomia” (70) in cui l’individuo viene assunto come metro di ogni cosa, bensì “nella risposta all’appello dell’essere, a cominciare dall’essere che siamo noi stessi” (70). •  In breve, la libertà è assumere responsabilmente la vocazione all’essere persona dotata di dignità trascendente. Sono libero perché mi realizzo come essere in relazione, fatto per il dono. Qui trova fondamento l’agire morale. 35
  • 36. FONDAMENTI - 3 " •  Se la relazione è costitutiva dell’essere persona, l’amore o agape – cui Benedetto XVI ha dedicato la sua prima enciclica Deus caritas est (2005) – diviene la categoria ermeneutica primaria per capire sia l’essere personale, sia il suo agire che si concretizza storicamente nella società e nelle istituzioni governate da norme e principi condivisi. •  Riferito alla storia contemporanea, soprattutto alla fase della globalizzazione, l’amore si attua attraverso il principio della fraternità, che disvela l’umanità come appartenente ad un’unica famiglia. Di qui l’esigenza di un’economia basata su questo nuovo criterio: l’economia del bene comune. 36
  • 37. FONDAMENTI - 4 " •  Amore e Verità non sono prodotti umani, ma precedono l’essere dell’uomo: sono doni che vanno accolti con responsabile libertà. In questo modo Benedetto XVI sottrae a qualunque forma di soggettivismo la comprensione e la costruzione della felicità umana e della realizzazione del vero progresso. 37
  • 38. CONSEGUENZE " Dai fondamenti già elencati derivano alcune necessarie conseguenze in ambito: •  antropologico •  sociologico •  filosofico •  teologico •  economico •  giuridico - politico 38
  • 39. CONSEGUENZE ANTROPOLOGICHE ED ETICHE " Dalla concezione trascendente della persona discende che: •  è creatura ad immagine di Dio, •  la sua dignità è inviolabile, •  l’apertura alla vita è al centro del vero sviluppo (Cfr. CV nn. 28.44), •  la persona è un essere comunitario, •  le norme morali non sono frutto di patti storici, bensì hanno una origine trascendente, •  è dovere della persona assumersi la responsabilità dello sviluppo umano integrale, •  non esiste ecologia naturale senza ecologia umana, •  l’orizzonte dello autentico sviluppo è la realizzazione di tutto l’uomo e tutti gli uomini, •  l’io è dono, da cui discende l’imperativo di amare l’altro come se stessi (Cfr. Mt 22, 39). 39
  • 40. CONSEGUENZE FILOSOFICHE " •  Dilatare la ragione: è il tema ricorrente nella maggior parte degli insegnamenti del Papa. Se Giovanni Paolo II ha proclamato l’invito a spalancare le porte a Cristo, Benedetto XVI non cessa di incoraggiare a superare le barriere che tengono prigioniera la ragione umana. Ideologie, false utopie, pregiudizi, illusione di autosufficienza tecnologica ed economica: queste le principali chiusure della ragione umana. •  Superare ogni forma di riduzionismo: impedendo alla ragione di dialogare con l’alterità, la trascendenza, la fede, il divino, non la si irrobustisce, quasi si trattasse di preservarla da forme di inquinamento, ma la si limita, illudendosi di rafforzarla. La forza critica della ragione esige, per sua natura, di rapportarsi seriamente e serenamente con tutto ciò che la modernità ha preteso di riservare a sé. I vari saperi - soprattutto quando queste si spingono verso frontiere mai finora esplorate - non possono evitare di farsi accompagnare da una razionalità aperta, cosciente che anche Dio ha diritto di cittadinanza pubblica (56). •  Aprirsi al prodigio della conoscenza: quando conosco, non colgo soltanto il dato che cercavo, ma sperimento sempre “un di più, che assomiglia molto a un dono 40 ricevuto, ad un’altezza a cui ci sentiamo elevati” (77)
  • 41. CONSEGUENZE TEOLOGICHE " Il fulcro del pensiero di Benedetto XVI sullo sviluppo integrale della persona e di ogni persona risiede nel modello di amore trinitario: “In particolare, alla luce del mistero rivelato della Trinità si comprende che la vera apertura non significa dispersione centrifuga, ma compenetrazione profonda” (54). Il modello trinitario è il paradigma dell’inclusione relazionale di tutte le persone e di tutti i popoli nell’unica comunità della famiglia umana. Per chiunque voglia dilatare i confini della ragione, la Trinità è un criterio di ispirazione per la costruzione delle relazioni umane. 41
  • 42. CONSEGUENZE SOCIOLOGICHE " •  L’economia è attività umana e sociale, non la scienza della mera efficienza; quindi nell’agire economico è necessario considerare gli aspetti valoriali, i significati, gli scopi prima che i risultati in termini di reddito, profitto, mercato; •  L’essere umano è un valore indisponibile. Esso va compreso all’interno delle dinamiche sociali e culturali, quindi non si può trattarlo come se fosse un mero “dato” •  Il principio di sussidiarietà come criterio guida per la realizzazione dello sviluppo umano; consente di superare ogni forma di assistenzialismo e riconosce concretamente la dignità della persona e la sua capacità di assumersi liberamente responsabilità verso gli altri; •  La presenza di gravi ingiustizie e la contemporanea indifferenza verso le stesse: “Mentre i poveri del mondo bussano ancora alle porte dell’opulenza, il mondo ricco rischia di non sentire più quei colpi alla sua porta, per una coscienza ormai incapace di riconoscere l’umano” (75). 42
  • 43. CONSEGUENZE ECONOMICHE " •  La concezione dell’economia, che Benedetto XVI accoglie da tutto l’insegnamento della Chiesa, è la seguente:”La Chiesa ritiene da sempre che l’agire economico non sia da considerare antisociale. Il mercato non è, e non deve perciò diventare, di per sé il luogo della sopraffazione del forte sul debole. La società non deve proteggersi dal mercato, come se lo sviluppo di quest’ultimo comportasse ipso facto la morte dei rapporti autenticamente umani. .. Non va dimenticato che il mercato non esiste allo stato puro. Esso trae forma dalle configurazioni culturali che lo specificano e lo orientano” (n. 36). •  Dunque? “La sfera economica non è né eticamente neutrale né di sua natura disumana e antisociale. Essa appartiene all’attività dell’uomo e, proprio perché umana, deve essere strutturata e istituzionalizzata eticamente” (n. 36). 43
  • 44. ECONOMIA COME COSTRUZIONE CULTURALE " •  L’economia è un’ attività che implica molti aspetti: organizzativi, tecnici, giuridici, politici, sociali, etici; quindi non può ridursi alla semplice “contabilità aziendale” dei profitti e delle perdite; •  L’economia si può considerare come processo complesso retto da tre logiche: •  Logica contrattualistica, come scambio di equivalenti; •  Logica politica, come regolazione degli scambi mediante leggi improntate alla giusta distribuzione delle risorse; •  Logica della gratuità, come dono senza contropartita. •  Conclusione del Pontefice: “L’economia globalizzata sembra privilegiare la prima logica, quella dello scambio contrattuale, ma direttamente o indirettamente dimostra di avere bisogno anche delle altre due, la logica politica e la logica del dono senza 44 contropartita” (n. 37)]
  • 45. ECONOMIA COME SISTEMA SOCIALE " L’economia si configura secondo vari sistemi sociali. Questi devono essere animati da culture coerenti col valore della dignità umana e orientate alla realizzazione del bene comune. Ciò significa che l’economia è una scienza fatta dall’uomo per l’uomo, non un insieme di leggi che lo devono sovrastare. Quindi, se notiamo che l’economia ha prodotto alcune distorsioni, non si deve demonizzare l’economia, che rimane pur sempre un semplice strumento, ma si deve “chiamare in causa l’uomo, la sua coscienza morale e la sua responsabilità personale e sociale” (n. 36). 45
  • 46. LEGGI DEL MERCATO? " Non ci si può nascondere dietro affermazioni quali: “queste sono le leggi del mercato”, oppure “così vanno le cose”. L’uomo deve riprendere su di sé il governo (oggi si preferisce parlare di governance) dei fatti economici. 46
  • 47. LA SFIDA " Se vogliamo che lo sviluppo sia di ogni uomo e di tutto l’uomo, dobbiamo affrontare e vincere una grande sfida: “mostrare, a livello sia di pensiero sia di comportamenti, che non solo i tradizionali principi dell’etica sociale, quali la trasparenza, l’onestà e la responsabilità non possono venire trascurati o attenuati, ma anche che nei rapporti mercantili il principio di gratuità e la logica del dono come espressione della fraternità possono e devono trovare posto entro la normale attività economica. Ciò è un’esigenza dell’uomo nel momento attuale, ma anche un’esigenza della stessa ragione economica”. (36) 47
  • 48. CONSIDERAZIONI SULLA GRANDE SFIDA - 1 " •  La logica della gratuità e il principio del dono sono richiesti dall’uomo attuale. Ciò significa che nella cultura attuale è presente l’esigenza di un cambio radicale nel modo di pensare e gestire l’economia. Ne sono testimonianza le numerose iniziative quali banca etica, commercio equo e solidale, altro mercato, fondi etici e la diffusione, benché a ritmi talora incerti, della responsabilità sociale di impresa (Corporate Social Responsibility). •  La logica della gratuità e il principio del dono sono un’esigenza della stessa ragione economica. Ciò significa che la scienza economica sta sperimentando una sorta di entropia, dalla quale può salvarsi solo se imbocca la via di un’economia diversa, un’economia il cui fine sia diverso: non il profitto come fine unico ed esclusivo, ma il bene comune. 48
  • 49. CONSIDERAZIONI SULLA GRANDE SFIDA - 2 " •  La grande sfida deve essere affrontata a livello di pensiero. Ciò significa che occorre instaurare a livello teoretico un nuovo statuto epistemologico, che dispieghi le ragioni della logica del dono come capace di e necessaria a dare ragione della nuova scienza economica. •  La grande sfida deve essere affrontata a livello di comportamenti. Ciò significa che le nuove maglie dell’economia del dono devono essere in grado di intessere di sé l’agire concreto del e nel mercato e non come fatti episodici ed eccezionali, bensì come “normale” attività economica. 49
  • 50. COME RISPONDE ALLA GRANDE SFIDA LA CV? " Attraverso la proposta dell’antropologia cristiana, che si riassume nell’idea dell’umanesimo integrale. Come a dire: è la stessa costituzione ontologica dell’uomo a richiedere una svolta radicale dell’homo oeconomicus. Quindi, o si abbraccia la nuova visione dell’economia, o ne va della stessa realtà dell’uomo. 50
  • 51. LA GRANDE SFIDA - 1 " A proposito della “grande sfida”, il testo latino della CV permette di avanzare due osservazioni: •  usa un aggettivo assai forte: dice che la sfida non solo è grande, bensì massima (summa provocatio). Pertanto non si tratta di uno dei tanti compiti a cui l’uomo contemporaneo è chiamato, ma del compito massimo, il più importante. È un impegno assoluto quello a cui l’uomo è interpellato. 51
  • 52. LA GRANDE SFIDA - 2 " In che cosa consiste la grandezza somma di tale compito? Nel duplice compito di dimostrare (non solo mostrare), e di sperimentare, con il pensiero e con il comportamento, che il principio di gratuità può trovare posto dentro la normale attività economica. 52
  • 53. DUPLICE COMPITO " Pertanto occorre dare prova (questo è il significato di una dimostrazione) che: •  a livello teorico il principio di gratuità è sufficiente a fondare un’economia efficace, oltre che rispettosa del progresso umano; •  a livello pratico esistono concretamente situazioni (organizzazioni, aziende, imprese) che funzionano sul fondamento del principio di gratuità. 53
  • 54. DOMANDE " •  Esistono forme di “impresa fondate sul principio di gratuità”? •  Esistono scuole di pensiero che dimostrano la possibilità e la funzionalità di una impresa del dono? 54
  • 55. IL TITOLO " Perché il Pontefice tratta dello sviluppo integrale umano dal punto di vista dell’amore (caritas) e della verità? Questa la risposta complessiva, desunta dal n. 1 della Caritas in Veritate (CV): •  l’amore è una forza straordinaria, che spinge le persone a impegnarsi con coraggio e generosità nel campo della giustizia e della pace; •  aderendo al progetto che Dio ha su ciascun uomo, questi trova la sua verità, assumendo la quale diventa libero. 55
  • 56. VERITÀ " La verità, di cui parla Benedetto XVI nella CV, è Cristo, anzi il Volto della sua Persona. In questo modo l’impegno per lo sviluppo integrale umano diventa impegno concreto per una persona bene identificata (il Volto), il cui profilo abbraccia anche la dimensione trascendente. 56
  • 57. CIRCOLARITÀ ERMENEUTICA " Tutto il ragionamento svolto dal Pontefice si muove all’interno di una circolarità ermeneutica, che ha valore fondativo: (2) la verità va cercata, trovata ed espressa nell’”economia” della carità, ma la carità a sua volta va compresa, avvalorata e praticata nella luce della verità. In questo modo non avremo solo reso un servizio alla carità, illuminata dalla verità, ma avremo anche contribuito ad accreditare la verità, mostrandone il potere di autenticazione e di persuasione nel concreto del vivere sociale. Cosa, questa, di non poco conto oggi, in un contesto sociale e culturale che relativizza la verità, diventando spesso di essa incurante e ad essa restio. 57
  • 58. " FINE 58