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Geografia sociale e democrazia
                                    La sfida della comunicazione

                                                        a cura di
                                         Claudio Cerreti
                                       Isabelle Dumont
                                    Massimiliano Tabusi

                                                    Contributi di
        Valentina Albanese — Barbara Aldighieri — Fabio Amato
             Antonello Anappo — Paolo Barberi — Nicolas Bautès
      Rachele Borghi — Lina Maria Calandra — Alberto Cardillo
   Gianluca Casagrande — G. Mario Castellani — Claudio Cerreti
              Aline Chiabati — Livio Chiarullo — Arturo Di Bella
          Isabelle Dumont — Fabrizio Eva — Jean-Marc Fournier
              Robert Hérin — Annarita Lamberti — Mirella Loda
  Francesca Romana Luceri — Marco Maggioli — Marluci Menez
       Ronald Minot — Valentina Petrioli — Alessandro Prunesti
Lorena Rocca — Riccardo Russo — Marcella Schmidt di Friedberg
            Massimiliano Tabusi — Bruno Testa — Mauro Varotto
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                    Roma
                  () 


                ----


I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica,
   di riproduzione e di adattamento anche parziale,
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               I edizione: marzo 
Indice




7     Avvertenza / Avertissement

9     Isabelle Dumont, Massimiliano Tabusi
      Vers une géographie sociale « augmentée » ? Réflexions liminaires / Verso una
      geografia sociale «aumentata»? Riflessioni liminari
25    Robert Hérin
      Nouvelles technologies de l’information et de la communication. Contribution à
      une perspective de géographie sociale
43    Fabrizio Eva
      Febbraio-aprile 2011. I quotidiani e la Libia: una guerra perfetta
55    Mauro Varotto
      Comitati spontanei in rete. Le nuove forme di aggregazione e mobilitazione sul
      Web, tra rischi e opportunità
63    Mirella Loda
      L’analisi socio-geografica come supporto alle politiche urbane. Il caso dei dehors
73    Annarita Lamberti
      Un altro senso negli stessi luoghi. Spazi elettronici e mondo reale raccontati da-
      gli scrittori immigrati italofoni
87    Marluci Menezes
      L’espace du social dans un monde de (multi)représentations socio-spatiales. Méta-
      réflexion méthodologique à partir d’un regard géo-anthropologique
95    Francesca Romana Lugeri, Barbara Aldighieri, Bruno Testa, Alberto Cardillo
      WebGIS territoriale. Per non perdere il contatto con la realtà
105   Alessandro Prunesti, Gianluca Casagrande
      Geografia sociale, comunicazione geolocalizzata e realtà aumentata
121   Marcella Schmidt di Friedberg
      Perdersi nel cyberspazio. Il disorientamento virtuale
133   Rachele Borghi
      De l’espace normatif à l’espace performatif. Quelques réflexions à partir d’une
      recherche en cours
143   Fabio Amato, Isabelle Dumont
      Dimensioni culturali e ideologiche delle serie poliziesche in Europa e in Ameri-
      ca. Le tensioni socio-spaziali del territorio tra finzione e realtà
159   Ronald Minot
      Souriez, vous êtes filmés ! (Une vitrine pour la communauté SHS)
171   Valentina Petrioli
      Comuni agricole ed ecovillaggi. Un confronto tra le fonti
183   Massimiliano Tabusi
      Da una mailing list alla «territorializzazione» di un tetto. Ricercatori e studenti
      in lotta per una università libera, pubblica e aperta
197   Nicolas Bautès
      Formes et dynamique de l’activisme digital à Mumbai. Expérimentations ci-
      toyennes et perspectives pour la recherche impliquée
219   G. Mario Castellani
      Geografia dello zapatismo. Realtà locale e immaginario globale
223   Lorena Rocca, Aline Chiabai, Livio Chiarullo
      Capire il territorio attraverso l’e-governance. Il caso di studio di Genova
241   Valentina Albanese
      Come (e se) coesistono social networks ed esperienze di turismo sensoriale
255   Antonello Anappo
      Comunicare la storia del territorio
275   Jean-Marc Fournier
      Aló Presidente. Un nouvel outil de contrôle du temps et de l’espace géographique
      dans la révolution bolivarienne de Hugo Chávez au Venezuela ?
287   Lina Maria Calandra
      Per una geografia sociale dell’Aquila post-sisma. Comunicazione visuale e nuo-
      ve forme di democrazia
313   Arturo Di Bella
      Internet, cittadinanza attiva e azioni locali dal basso
329   Marco Maggioli, Paolo Barberi, Riccardo Russo
      L’uso degli audiovisivi per la ricerca in geografia sociale. Un caso di studio
343   Claudio Cerreti
      Commiato

351   Riferimenti bibliografici

375   Abstracts
Lorena Rocca - Aline Chiabai - Livio Chiarullo (1)



                                                     Capire il territorio attraverso
                                                                     l’e-governance
                                                              Il caso di studio di Genova




Il concetto di governance (L. Chiarullo)

    Negli ultimi anni, la gestione del territorio è divenuta un problema
di crescente complessità per diverse ragioni. Prima di tutto si riconosce
che le attuali società sono sempre più caratterizzate da una frammenta-
zione del potere tra i diversi settori politico-amministrativi, economici,
sociali. In secondo luogo si osserva che i processi di globalizzazione
dell’economia, l’unificazione europea, le trasformazioni demografiche
hanno investito le società occidentali negli ultimi vent’anni minando
l’assetto dei tradizionali strumenti di governo. Si richiedono, quindi,
nuovi strumenti di governo che incentivino un cambiamento rispetto ai
più consolidati modelli di gestione del territorio (Fighera, 2003).
    Dal punto di vista lessicale, la parola governance è sempre esistita in
inglese e francese con riferimento all’idea del governo in quanto atti-


     (1) Gli autori afferiscono rispettivamente a: Dipartimento di Geografia dell’Università di Pado-
va, e Fondazione ENI Enrico Mattei, Venezia, lorena.rocca@unipd.it; Basque Centre for Climate
Change BC3, Bilbao, e Fondazione ENI Enrico Mattei, Venezia, aline.chiabai@bc3research.org;
Fondazione ENI Enrico Mattei, Viggiano (Potenza), livio.chiarullo@feem.it. Il testo qui presentato
è stato scritto in stretta collaborazione tra gli autori, a ciascuno dei quali risale tuttavia la stesura di
specifiche parti, come indicato.
224    Lorena Rocca, Aline Chiabai, Livio Chiarullo



vità, a fronte proprio del termine government riguardante invece l’isti-
tuzione che esercita il governo (L. Bobbio, 2002a).
    Kooiman (2003) è arrivato a identificare ben dodici differenti acce-
zioni di governance corrispondenti ad altrettanti campi di utilizzo (2).
Fra questi è possibile rintracciare alcuni comuni denominatori:
    – il considerare le principali sfere istituzionali (stato, mercato e co-
munità) come ambiti non necessariamente distinti;
    – l’attenzione per i sistemi concreti di azione e decisione;
    – l’idea che una qualche forma di cooperazione sia un meccanismo
di legittimazione e di garanzia di efficacia.
    Il concetto di governance fa riferimento quindi a un nuovo sistema
di relazioni che ridefiniscono il rapporto tra coloro che sono chiamati
ad assumere decisioni vincolanti (gli attori istituzionali) e i destinatari
delle decisioni. Ciò dà luogo a un sistema decisionale pluralistico e re-
ticolare che mette a valore conoscenze e saperi diffusi (Kooiman,
1993). Mayntz (1999) nel definire il concetto di governance fa proprio
riferimento a queste nuove relazioni, dinamiche e sinergiche, tra i di-
versi attori all’interno delle quali il confine tra settore pubblico e priva-
to non è più netto (Andrew, Goldsmith, 1998).
    Come ben spiega il «Libro bianco della governance europea» pubbli-
cato dalla Commissione Europea nel 2001, la governance è un insieme
di «regole, processi e comportamenti che influenzano il modo in cui i
poteri sono esercitati e basati sull’apertura, sulla partecipazione, sulla
responsabilità, sull’efficacia e sulla coerenza dei processi decisionali»
(CE, 2001, p. 8).


     (2) Governance come minimal state, in cui la governance diventa un termine per ridefinire l’e-
stensione e le forme dell’intervento pubblico; corporate governance, con riferimento alle modalità
di organizzazione e direzione dei soggetti economici; nel New Public Management con riferimento
alla distinzione tra government e governance, e all’assunzione di metodi di lavoro privatistici nel
settore pubblico, in particolar modo rispetto ai metodi valutativi e di incentivo differenziato a se-
conda dei risultati; good governance, secondo la definizione operata dalla Banca Mondiale come
termine di confronto per valutare gli investimenti nei paesi terzi secondo modalità trasparenti, effi-
cienti e democratiche; governance socio-cibernetica, in relazione allo studio di sistemi di governo
non centralizzati e caratterizzati da una pluralità di attori e da una molteplicità di forme di azione;
governance nell’ambito delle relazioni tra network auto-organizzati e nel complesso delle relazioni
interorganizzative; governance come steering resource, con riferimento alla discussione in ambito
tedesco e olandese intorno alle potenzialità di autoregolazione della società; global governance
nell’ambito dello studio delle relazioni internazionali; governance nel senso di governo dell’econo-
mia e dei settori economici; la scuola di pensiero che lavora intorno alla coppia di parole gover-
nance e governability; governance europea, in cui si presta particolare attenzione al concorso nel-
le politiche europee di molteplici livelli di governo (si veda anche multilevel governance); gover-
nance partecipativa, che riguarda in particolare la prospettiva kooimaniana (Kooiman, 2003).
Capire il territorio attraverso l’e-governance   225



    Da un lato si abbandona la logica gerarchica e regolamentatrice che
considera lo Stato sovraordinato agli altri soggetti, dall’altro si avviano
processi inclusivi che mirano a coinvolgere in modo pro-attivo gli atto-
ri locali, detentori di risorse e conoscenze specifiche non codificate ma
presenti nel territorio in forma di sapere diffuso ed «esperienziale»
(Kooiman, 1993; Jessop, 1998; Stoker, 1998; Kooiman, 1999; Bagnasco,
Le Galès, 2002 e 2003).
    La conoscenza è qui intesa come un elemento che emerge in seno ai
processi di policy-making aperti a una pluralità di attori, attraverso prati-
che discorsive rivolte all’aggregazione o alla sintesi di saperi e interessi di
diversa origine e natura. L’identificazione e la ricombinazione delle scelte
strategiche da implementare avviene quindi tramite il ricorso a pratiche
deliberative riconducibili a quello che Habermas (1991) chiama «agire co-
municativo»: forme di azione incentrate sul linguaggio e finalizzate alla ri-
cerca di un’intesa fondata sulla condivisione di punti di vista e immagini
per il futuro. La conoscenza appare, dunque, come un prodotto dialogi-
co frutto di dibattiti aperti a una pluralità di attori, volto all’identificazione
di «visioni comuni» e al raggiungimento di posizioni condivise.
    In quest’ottica, la governance: sostiene il rafforzamento di pratiche
cooperative e di partecipazione (Bolocan Goldstein, 2000); incentiva lo
sviluppo di una comunità che, consapevole delle proprie risorse, so-
stiene se stessa (Magnaghi, 2000); avvia nuove forme e nuove modalità
per il governo e la pianificazione territoriale partendo proprio da un ri-
lancio dell’identità, dei saperi e delle peculiarità culturali del luogo.
    Si assiste così a una sorta di rovesciamento delle direttrici dell’azione
di governo che permette ai destinatari delle politiche pubbliche di in-
fluenzare in modo anche rilevante gli orientamenti delle stesse policy
(March, Olsen, 1997).
    In questo schema di cooperazione e di negoziazione, caratterizzato
da una maggiore collaborazione tra lo Stato e gli attori non statuali al-
l’interno delle reti decisionali, i nodi dell’azione di governance sono i
nuovi soggetti dell’agire politico quali le rappresentanze degli interessi
sociali, le associazioni, le organizzazioni non governative, le istituzioni
e gli attori della società civile (Mayntz, 1999).


L’uso delle ICT per la partecipazione e la governance (L. Chiarullo)

  L’idea che le tecnologie della comunicazione e dell’informazione
possano rappresentare un utile strumento per il progresso politico e lo
226   Lorena Rocca, Aline Chiabai, Livio Chiarullo



sviluppo democratico non è nuova. Già nel XIX secolo i sansimoniani
avevano accolto il telegrafo come uno strumento di unione universale
per realizzare l’avvicinamento tra Oriente e Occidente (Vedel, 2003).
    Le stesse aspettative sono state successivamente alimentate dalla te-
levisione considerata, al momento della sua invenzione, come un mez-
zo per rendere la conoscenza alla portata di tutti e allargare così le pos-
sibilità e lo spazio di azione del cittadino.
    Oggi, invece, sono Internet e le nuove tecnologie a creare aspettati-
ve per un rinnovo dell’azione e dell’organizzazione politica. Il Web e il
mondo virtuale offrono a cittadini, gruppi politici e istituzioni nuove
forme e nuove modalità di partecipazione politica (Kearns, Bend,
Stern, 2002). La partecipazione tramite Internet, vista la natura della re-
te, tende a trascendere i confini nazionali e istituzionali, a innescare
nuove pratiche di cittadinanza e, in alcuni casi, a favorire processi e di-
battiti che diversamente non si attiverebbero (CENSIS, 2006). Più in ge-
nerale, è possibile dire che Internet amplifica e riflette le tendenze già
esistenti di cambiamento e rottura che interessano il processo politico,
crea camere di risonanza per la voce dei cittadini e favorisce un plura-
lismo socio-culturale altrimenti difficilmente attivabile (Luisoli, 2005).
    In uno spazio virtuale opportunamente progettato, i cittadini del
Web possono interagire e sviluppare capitale sociale ed empowerment,
inteso come consapevolezza delle proprie possibilità di influenzare il
contesto per migliorarlo, accrescendo, così, la propria capacità di pren-
dere decisioni ragionate sui problemi e di adottare comportamenti ade-
guati per farvi fronte (Rocca, 2010).
    Nel territorio della rete (Rocca, 2003) il patrimonio culturale e i sa-
peri territoriali del luogo (tradizioni, pratiche consolidate nel tempo,
abitudini, potenzialità del territorio) possono emergere per essere con-
divisi e valorizzati in un’ottica di progettualità concreta. Il Web, quindi,
visto come nuova agorà decisionale all’interno del quale attivare pro-
cessi di governance elettronica (e-governance) per far emergere istanze
e aspettative per uno sviluppo locale.
    Nel corso di questi ultimi anni le iniziative di coinvolgimento dei cit-
tadini tramite le nuove tecnologie sono state numerose (Formez Italia,
2004). Tuttavia questa comunicazione è ancora troppo monodireziona-
le, di tipo vetrina, o comunque scarsamente legata a un’effettiva azione
territoriale (CENSIS, 2004). Le interazioni che avvengono nel Web, in-
fatti, difficilmente trovano effettiva applicazione nel reale e questo so-
prattutto per due motivi: da un lato la scarsa attenzione che le pubbli-
che amministrazioni ripongono in questo tipo di partecipazione e coin-
Capire il territorio attraverso l’e-governance   227



volgimento, dall’altra l’architettura dell’«ambiente» di interazione che
non sempre è idonea a supportare un dialogo multidirezionale tra gli
attori coinvolti in un processo. Sposare le potenzialità del Web con la
necessità di un rinnovato «stile» per il governo del territorio significa
adottare strumenti e software di progettazione partecipata (blog, forum
moderati, wiki, video blog, groupware) per l’attivazione di processi de-
cisionali inclusivi in cui il singolo cittadino è chiamato non solo a espri-
mere una preferenza tra differenti opzioni, ma anche a costruire, insie-
me ad altri cittadini, delle possibili alternative da mettere in campo.
    Essendo questo fenomeno relativamente recente è ancora troppo
presto per poter ragionare in termini di modelli puri: gli usi politici di
Internet sono ancora in evoluzione ed è quindi difficile anticipare gli
effetti che le diverse combinazioni tra nuove tecnologie e tradizionali
strumenti di governance e democrazia potranno produrre.


Strutturazione dei siti Web per l’e-governance

    Rifacendosi ad alcuni studi sul settore (OECD, 2003a; Vedel, 2003;
Macintosh, 2004) è possibile affermare che i capisaldi attorno ai quali
ruotano l’idea e le pratiche della governance elettronica sono: a)
l’informazione del cittadino; b) il dibattito e le discussioni; c) le oppor-
tunità deliberative e decisionali.
    Gli obiettivi che dovrebbero quindi caratterizzare un sito Web che mi-
ra a sviluppare e-governance sono sintetizzabili all’interno di tre aree:
    a) Informare. Per poter prender parte e intervenire in un processo
decisionale i cittadini devono essere informati. La divulgazione di
un’informazione chiara e pertinente su programmi, orientamenti, e poli-
tiche dei governanti è il fondamento stesso di una democrazia. L’OECD
(2001) definisce l’informazione come un primo livello di interazione tra
decisori e cittadini, come una relazione unidirezionale all’interno della
quale l’Amministrazione produce e mette a disposizione delle informa-
zioni di interesse pubblico. I portali Web divengono delle piattaforme di
comunicazione unidirezionale che permettono di far incrociare, da un
lato, l’offerta di informazioni messa in atto dai decisori e, dall’altro, le ri-
chieste di conoscenza e di consultazione proprie dei cittadini.
    Tramite il Web è infatti possibile divulgare copie di documenti origi-
nali, testi che a causa della loro mole non sono mai stati divulgati, sin-
tesi di documenti ufficiali, ma anche accedere a link che rimandano a
pagine di approfondimento, a siti che riprendono la notizia, a glossari
228   Lorena Rocca, Aline Chiabai, Livio Chiarullo



che aiutano alla comprensione del testo. Tutto questo con costi molto
bassi e in tempi relativamente brevi.
    b) Comunicare. La seconda area che permette di strutturare strumenti
di democrazia e di governance elettronica è quella all’interno della quale
si attivano forme di comunicazione e dibattiti. Internet è visto come un
luogo all’interno del quale è possibile avviare dialoghi e confronti tra cit-
tadini e, tra questi e i decisori pubblici (Rocca, 2010). La questione cen-
trale è la creazione di uno spazio virtuale pubblico, accessibile e in grado
di accogliere l’espressione di idee multiple e domande che non riuscireb-
bero a manifestarsi all’interno degli schemi istituzionali e rigidi che carat-
terizzano i classici strumenti di governo del territorio.
    All’interno di questa democrazia del confronto caratterizzata da fo-
rum, aree di discussione, mailing list, blog è possibile:
    – esprimersi senza inibizioni e su una base egualitaria;
    – contribuire ai dibattiti liberandosi da ruoli istituzionali o da distin-
zioni sociali (soprattutto grazie all’anonimato);
    – far entrare in relazione e far dialogare individui, anche geografica-
mente distanti;
    – confrontarsi con idee e modi di pensare nuovi e allo stesso tempo
vivere ruoli e modi di interagire inediti;
    – sperimentare forme di autoregolazione in cui le regole sono in-
ventate e co-prodotte, modificate tramite decisioni mutuali e condivise
dal gruppo dei partecipanti.
    c) Partecipare. La terza area che permette di strutturare un sito Web
legato all’idea della governance elettronica è legata al coinvolgimento
dei cittadini nelle decisioni politiche (Balducci, 2000). La partecipazio-
ne attiva può essere definita come una relazione multidirezionale all’in-
terno della quale i decisori riconoscono, ai differenti attori della so-
cietà, la capacità di sollevare questioni, di proporre delle politiche e di
avviare momenti di confronto per individuare azioni concrete da imple-
mentare nel territorio (Allen, Kilvington, Horn, 2002). Contrariamente
alle altre due aree nelle quali la relazione è discendente (top-down), la
partecipazione attiva permette anche delle relazioni ascendenti (bot-
tom-up) che vanno dalla consultazione puntuale dei cittadini al loro in-
tervento diretto e autonomo all’interno dei processi decisionali. Inter-
net diventa così un vettore politico supplementare che genera una di-
namica propria e degli effetti originali. Non solo un mezzo di comuni-
cazione tra governati e governanti ma anche un nuovo canale di
espressione civica, un’agorà virtuale che modifica sensibilmente il rap-
porto di forze tra cittadini e decisori politici.
Capire il territorio attraverso l’e-governance                229



                         Tab. 1. Le tre aree dell’e-governance


                             Informazione              Comunicazione                 Partecipazione

Principali strumenti Web Portali Web, mailing Forum, blog, aree di di- Forum, voto elettronico,
utilizzati               list, newsletter     scussioni tematiche, aree di discussioni tema-
                                              sondaggi                 tiche, moderate e aventi
                                                                       un obiettivo concreto
                                                                       ben definito, sondaggi
Vantaggi garantiti dal Limitati costi per la di-   Comunicazione trasver-        Possibilità di contatto in
Web                    vulgazione delle infor-     sale che supera i vincoli     modo più rapido e
                       mazioni. Possibilità di     sociali e geografici ridu-    informale con politici e
                       ricerche personalizzate     cendo allo stesso tempo       governanti. Consultazio-
                       svincolate da limiti tem-   i costi della mobilità        ni dei cittadini meno
                       porali e/o geografici                                     onerose. Attività svinco-
                                                                                 late da spazi e luoghi
Problemi e questioni Sovraccarico di informa-      Difficoltà nel garantire      Capacità ineguali nella
aperte               zioni non sempre chiare       pari opportunità di par-      formulazione di propo-
                     e pertinenti che in alcu-     tecipazione. Preponde-        ste e opinioni. Diffidenza
                     ni casi ostacola e inibi-     ranza dell’espressione        dei decisori nell’affidare
                     sce la conoscenza             sul dialogo. Passaggio        scelte e consultazioni a
                                                   dal dibattito alla decisio-   tali strumenti. Sicurezza,
                                                   ne spesso non garantito       riservatezza e autenticità
                                                                                 delle comunicazioni non
                                                                                 sempre garantite




    Nella tabella 1 sono riportati i principali strumenti Web utilizzati, i van-
taggi e le criticità che è possibile riscontrare nelle tre aree sopra descritte.
    Vedel (2003) afferma che l’utilizzo di queste tre aree (informazione,
comunicazione, partecipazione) come indicatori per l’e-governance
permette di avviare una semplice classificazione rispetto alle differenti
esperienze di democrazia e di governance elettronica avviate sino ad
ora. Applicando tale schema alle iniziative di e-governance e di e-demo-
cracy è possibile confrontare i differenti approcci arrivando a posizio-
nare le esperienze analizzate intorno a tre metafore che riprendono le
caratteristiche di ciascun asse: la città di vetro (prevalenza dell’asse del-
l’informazione), la piazza pubblica (prevalenza degli strumenti e delle
attività di confronto e dialogo), la città partecipativa (prevalenza delle
azioni volte a elaborare scelte e strategie) (Vedel, 2003). Torres (Torres,
Vicente, Basilio, 2005), tuttavia, evidenzia come il cubo ideale della go-
vernance elettronica (che corrisponde a una situazione in cui i cittadini
230      Lorena Rocca, Aline Chiabai, Livio Chiarullo



sono perfettamente informati, partecipano ai dibattiti e sono realmente
coinvolti nelle decisioni pubbliche) sia molto difficile da realizzare.


Il progetto ISAAC: il modello di e-governance proposto (L. Rocca)

    ISAAC (Integrated e-Services for Advanced Access to Heritage in
Cultural Tourist Destinations) è un progetto finanziato dalla Commissio-
ne Europea all’interno del programma IST (Information Society and Te-
chnologies). Lo scopo del progetto è quello di sviluppare nuovi servizi
on line a beneficio di turisti, residenti e decisori locali. Tra i partner del
progetto oltre a enti specializzati nel settore delle nuove tecnologie vi
sono Università, centri di ricerca e tre città europee: Genova, Leipzig e
Amsterdam (Chiabai, Chiarullo, 2007).
    Nello specifico la Fondazione ENI Enrico Mattei ha supportato la spe-
rimentazione nella città di Genova. La prima fase ha previsto la realizza-
zione di un website per l’attivazione di processi di e-governance locale
legata ai beni culturali della città di Genova e ai servizi on line a essi as-
sociati. Nella seconda fase si è provveduto a pubblicare on line il portale
Web e a utilizzarlo all’interno di blended focus groups (caratterizzati da
attività sia in presenza sia on line) al fine di testarlo e di attivare un pro-
cesso di governance volto a far emergere idee e aspettative per valorizza-
re e rendere maggiormente fruibili i beni culturali della città di Genova.
    Partendo da quanto detto nel paragrafo precedente si è deciso di
strutturare ISAAC e-governance website in tre sezioni: informare; comu-
nicare; partecipare.


Sezione informare

   Obiettivo di questa sezione del sito www.feem-project.net/isaac è
quello di divulgare informazioni sui beni culturali e turistici di Geno-
va (3) al fine di fornire quegli strumenti indispensabili per conoscere le
risorse culturali e turistiche della città e, allo stesso tempo, essere ag-
giornati su eventi e manifestazioni a esse legati.
   Il punto di forza di questa sezione è la natura ipertestuale (multi-se-
quenziale, multi-lineare) dei documenti inseriti. Le informazioni sui
principali luoghi di Genova, infatti, possono essere lette seguendo l’or-

      (3) Le informazioni presenti sono state elaborate con il contributo della Municipalità di Genova.
Capire il territorio attraverso l’e-governance   231




Fig. 39. ISAAC e-governance website – Sezione informare: il Palazzo Ducale


dine sequenziale stabilito dal gruppo di ricerca oppure possono essere
«sfogliate» a piacimento dal lettore che, a partire dalla stessa schermata
può accedere a link di approfondimento, sondaggi, news correlate, di-
battiti eccetera. In questo modo ogni singolo navigatore diviene co-au-
tore della propria personale navigazione.
    L’idea è quella di offrire all’utente indicazioni storico-culturali sem-
plici che possono poi essere approfondite in siti specifici accessibili tra-
mite link esterni indicati in ciascuna pagina.
    La figura 39 mostra, a titolo esemplificativo, la pagina informativa
dedicata al Palazzo Ducale di Genova. Al centro della pagina vi è una
foto del bene culturale seguita da una descrizione testuale dello stesso.
Sulla destra si trovano link che rimandano ad altre pagine del sito (son-
daggi, news, foto) che trattano dello stesso bene/luogo culturale. Sulla
sinistra è visualizzato il menù generale del sito che permette quindi di
uscire da questa pagina informativa dedicata al Palazzo Ducale per ac-
cedere ad altre pagine. In basso si trova il link che rimanda a un sito
esterno interamente dedicato al Palazzo Ducale.


Sezione comunicare

    Obiettivo di questa sezione è quello di raccogliere e pubblicare nel
sito idee e contributi provenienti dai navigatori del sito. In questa se-
232   Lorena Rocca, Aline Chiabai, Livio Chiarullo




         Fig. 40. ISAAC e-governance website – Sezione comunicare


zione l’utente è infatti invitato a pubblicare on line testi, foto, video,
commenti che sintetizzano il proprio personale sguardo e punto di vi-
sta rispetto alla città di Genova e alle sue risorse culturali (fig. 40).


Sezione partecipare

   È questa la sezione del sito utilizzata per lo svolgimento delle attività
on line dei blended focus groups. Partendo da un’idea di e-governance,
che promuove l’utilizzo del Web per lo sviluppo di visioni secondo una
logica non aggregativa ma integrativa, si è allestito un «ambiente» facili-
tante la partecipazione e l’integrazione dei differenti punti di vista. Il fi-
ne è quello di utilizzare le potenzialità del Web 2.0 per creare nuovo
sapere e nuova conoscenza condivisa evitando la semplice somma del-
le differenti posizioni in gioco (Rocca, 2010).
   Per accedere a questa sezione, strutturata come «area riservata» e
moderata dal gruppo di ricerca della FEEM (Fondazione ENI Enrico
Mattei), è necessaria una registrazione che fornisce login e password.
Una volta loggato ogni partecipante al blended focus group può acce-
dere a questo «luogo» virtuale o attivare un processo di governance lo-
cale incentrato sui beni culturali della città di Genova. I blended focus
groups realizzati a Genova avevano obiettivi e target specifici per cui
sono state create più aree riservate, identiche per struttura ma differen-
Capire il territorio attraverso l’e-governance            233



                       Tab. 2. Gli strumenti per la comunicazione

«La tua voce», un repository che raccoglie testimonianze video, audio, testuali inviate dagli utenti
del sito e che permettono di scoprire e apprezzare in modo originale la città di Genova e i suoi
beni cultuali. Foto, narrazioni, testimonianze diventano spunti per dialogare con altri cittadini del
Web. Utilizzando il link «fai sentire la tua voce» è possibile accedere al form per l’invio dei mate-
riali (video, audio, testi) da pubblicare nel sito
I «sondaggi» che permettono in modo immediato e semplice di conoscere l’opinione dei navigato-
ri rispetto ad alcuni temi suggeriti dai redattori del sito. È possibile anche inserire un commento al
sondaggio che viene pubblicato on line e rimane visibile per tutti gli utenti. Il link «archivio son-
daggi» permette di visualizzare i risultati e i commenti relativi a sondaggi ormai chiusi
«I dibattiti» on line moderati (visibili anche nella HP del sito) grazie ai quali si avviano, stimolati da
una domanda-guida suggerita dai moderatori, confronti e discussioni tra i navigatori del sito



ti per temi affrontati. Al momento della registrazione l’utente viene as-
sociato al suo specifico blended focus group per cui, una volta loggato,
egli visualizza solo l’area di lavoro del gruppo di appartenenza e il ri-
spettivo GeoBlog. Solo lo staff di ricerca può accedere oltre che modifi-
care tutte le aree riservate attivate nel sito.


Il GeoBlog

    Il GeoBlog, appositamente strutturato dalla FEEM, è uno strumento
Web che consente di localizzare spazialmente dibattiti e riflessioni, per-
mettendo quindi di realizzare forme di partecipazione interattiva su
mappe accessibili tramite Internet. Al centro vi è il concetto di Web so-
cial networking che crea, comunica, e intesse relazioni. Il GeoBlog, in
quest’ottica diviene un’applicazione collaborativa del Web 2.0 che favo-
risce la comunicazione asincrona basata sulla parola scritta e dà la pos-
sibilità di contribuire alla discussione nei tempi e nei modi che più si
adattano alle esigenze del gruppo e del singolo, incentivando così le
prassi riflessive sul testo scritto e il confronto.
    La finalità del GeoBlog di www.isaac-genovaculture.eu è quella di
consentire ai partecipanti dei blended focus groups di esprimere in modo
semplice e diretto le proprie opinioni su problematiche legate a specifici
luoghi/beni della città di Genova. Il risultato di tale processo è quindi la
costruzione di mappe cognitive tematiche sviluppate in progress (4) che


    (4) I singoli luoghi/beni culturali su cui dibattere variano in base ai suggerimenti dei singoli
utenti.
234   Lorena Rocca, Aline Chiabai, Livio Chiarullo




Fig. 41. ISAAC e-governance website – Sezione partecipare: il GeoBlog
www.isaac-genovaculture.eu


mostrano le criticità, le azioni di miglioramento, i servizi da implementa-
re delle risorse culturali di Genova (fig. 41).
    L’inserimento di un marker (puntatore rosso) in un punto della
mappa consente di associare a uno specifico luogo un dibattito, visua-
lizzabile nella parte destra dello schermo. Tutti gli utenti registrati pos-
sono partecipare al dibattito moderato dal gruppo di ricerca FEEM. Uti-
lizzando il tasto «leggi i commenti» si visualizzano i messaggi di altri
utenti, oppure, utilizzando il tasto «aggiungi commento» si inseriscono
nuovi messaggi e/o si risponde a quelli precedentemente inseriti. È
questa una modalità che permette di generare dibattiti e discussioni su
un argomento che, a sua volta, fa riferimento a un determinato luogo
del territorio visualizzabile sulla mappa. Così la comunicazione non av-
viene tra luogo e luogo ma diventa essa stessa un luogo (Rocca, 2010).
    Per i residenti e per i turisti si tratta di un mezzo chiaro e trasparen-
te per far sentire la propria voce e far emergere le proprie istanze; per i
decisori e i service providers rappresenta invece uno strumento di co-
stante monitoraggio di desideri, opinioni, situazioni problematiche.
    L’applicazione sperimentale del GeoBlog ha messo in evidenza an-
che le possibili applicazioni di tale strumento. Uno sviluppo ulteriore
Capire il territorio attraverso l’e-governance        235



potrebbe essere ad esempio quello di favorire, in modo permanente,
l’interazione e lo scambio tra decisori e altri attori sociali in un’ottica di
ricognizione continua dei bisogni dei residenti e dell’efficacia delle
scelte della pubblica amministrazione.


I blended focus groups (L. Chiarullo, L. Rocca)

    Questa modalità «mista» (blended) di confronto e dialogo risulta par-
ticolarmente adatta a realtà complesse e diversificate come quelle at-
tuali. Offre infatti ai partecipanti del focus group la possibilità di auto-
gestire tempi e luoghi per la partecipazione riuscendo quindi ad adat-
tarsi alle necessità di ognuno. Tale metodologia (applicata solo in un
precedente progetto FEEM www.feempandora.it: Chiarullo, Rocca,
2003) coniuga le tecniche tradizionali per la gestione dei gruppi (quali
ad esempio i focus groups) con le tecnologie ICT. L’idea dei blended
focus groups (ibidem) nasce dalle riflessioni sviluppatesi all’interno
della Blended learning intesa come modalità di insegnamento che in-
tegra la formazione di tipo e-learning con interventi in presenza (5). Il
Web e le nuove tecnologie diventano quindi scaffolding per supporta-
re (in modalità sincrona e/o asincrona) le azioni e i dibattiti che si atti-
vano in presenza. Nello specifico i blended focus groups sono struttura-
ti in due fasi. La prima fase si svolge in modo tradizionale, face to face,
e ha l’obiettivo di far conoscere i partecipanti, presentare il tema di di-
scussione e avviare il dibattito. La seconda fase, invece, si svolge on li-
ne all’interno di un’area Web (accessibile solo ai partecipanti iscritti)
moderata da un facilitatore e ha l’obiettivo di far proseguire on line le
attività e i dibattiti avviati in presenza. Si lascia quindi al partecipante
l’autonomia di gestire tempi e luoghi per riflettere, leggere i contributi
degli altri partecipanti ed esprimere, utilizzando gli strumenti comuni-
cativi del Web, i propri pensieri. La chiusura dei lavori e quindi del
blended focus group può avvenire sia on line, affidando al facilitatore il
compito di sintetizzare e pubblicare i temi e le indicazioni emerse dal
dibattito, sia in presenza con un incontro finale per la condivisione dei
risultati ottenuti (Chiarullo, Rocca, 2007).


    (5) La caratteristica del blended learning sta nell’alternanza/integrazione di diversi approcci
pedagogici (cognitivismo, costruttivismo...), di tecnologie che sfruttano il Web come punto di ac-
cesso privilegiato (LMCS, streaming video...) e di diverse tipologie di materiali accessibili (CD-
ROM, immagini, documenti in formato elettronico, documenti cartacei, test autovalutativi...).
236     Lorena Rocca, Aline Chiabai, Livio Chiarullo



                    Tab. 3. Tipologie di e-services delineate nel progetto

Informazioni                         Pagine Web contenenti informazioni testuali (storico-culturali, turistiche,
Web Information                      di pubblica utilità ecc.) legate a uno specifico bene/luogo della città.
                                     Contengono anche un calendario degli eventi in programma e la possi-
                                     bilità di effettuare thematic search
Sito Web personalizzabile            Servizio on line che permette agli utenti di identificarsi in uno specifi-
Profiling                            co «profilo» (turista, cittadino, imprenditore ecc.) e offre quindi solo le
                                     informazioni selezionate per quella specifica tipologia di utente. Que-
                                     sto permette di evitare «il sovraccarico» delle informazioni ricevute
Newsletter                           Bollettino informativo su eventi, manifestazioni, spettacoli, news di
Newsletter                           vario tipo che possono essere di interesse per l’utente. Scaricabile
                                     direttamente da un sito
Video, foto e audio downloading Materiali e documenti multimediali, scaricabili sul proprio PC, mobi-
Video, photo and audio download le o palmare oppure visualizzabili on line
Giochi Virtuali                      Giochi virtuali a livello didattico che permettono di esplorare la città
Virtual games                        e conoscerne i monumenti che la caratterizzano
Mappa interattiva con tour virtuali Mappe speciali che offrono percorsi della città/luogo culturale secon-
Interactive map with virtual tours do le richieste dell’utente e con informazioni riguardanti diverse aree
                                    di interesse: architettura, musica, storia (mappe digitali tematiche). In
                                    molti casi tali mappe interattive offrono anche tour virtuali della città
                                    realizzati tramite video, immagini e presentazioni interattive
Pianificatore/Agenda di viaggio     Un programma/software che permette di pianificare un viaggio in
Journey planner                     una qualsiasi meta turistico-culturale. Per poter usufruire di questo
                                    servizio on line, è necessario disporre di un sistema di navigazione
                                    satellitare (GPS). Permette di scaricare sul proprio apparecchio (pc,
                                    cellulare, palmare) mappe, visite guidate, informazioni e consigli
                                    sulla durata della visita, sui possibili mezzi di trasporto ecc.
Messaggi promozionali                Servizio on line che permette di ricevere informazioni sulle attrazioni
Promotional spot                     turistico-culturali tramite SMS. Questi SMS attivabili su richiesta posso-
                                     no includere ad esempio informazioni su eventi e manifestazioni in
                                     programma in città
One-stop shop                        Sito Internet con diversi servizi on line ricollegabili tutti a un determi-
One-stop shop                        nato bene culturale. Ad esempio: calendario delle manifestazioni tea-
                                     trali, piantina del teatro con i posti liberi, prenotazione posti e bigliet-
                                     ti on line, presentazione audio/video dell’opera in MP3
Blog e spazio on line autogestito    È uno spazio Web personale e gestito in modo autonomo all’interno
Blogs and personal promotion         del quale è possibile inserire testi, foto e materiali vari (legati ad esem-
                                     pio a uno specifico bene culturale) da condividere e mettere a dispo-
                                     sizione di altri. Spesso il visitatore ha la possibilità di commentare i
                                     messaggi inseriti in questo «diario personale»
Comunità virtuali                    Tramite Web forum, chat room, programmi di messaggistica istanta-
e-community                          nea, è possibile scambiare idee e informazioni con altri utenti on line.
                                     Questo permette di creare vere e proprie comunità virtuali costituite
                                     da persone interessate a un comune argomento
Sistema di partecipazione on line    Tramite Web forum, chat room, programmi di messaggistica, è possi-
e-participation                      bile scambiare informazioni e confrontarsi con altri utenti e suggeri-
                                     re possibili interventi per contribuire alla vita culturale della città
Sistema di e-governance              Sistema Web che facilita l’interazione fra i cittadini e le autorità loca-
e-governance                         li. In alcuni casi questi sistemi permettono anche di votare attraver-
                                     so Internet oppure partecipare a sondaggi (on line) di opinione
Capire il territorio attraverso l’e-governance              237



Applicazione al caso di studio ISAAC (A. Chiabai)

   Gli obiettivi dei blended focus groups organizzati nel progetto (6) so-
no stati: riconoscere dal basso il patrimonio territoriale presente in Ge-
nova attraverso la condivisione di visioni e di valori territoriali; aumen-
tare il coinvolgimento di tutti gli attori sociali per incentivare il ricono-
scimento della propria cultura e identità e così facendo produrre nuova
conoscenza territoriale; promuovere la diffusione di una cultura della
responsabilità rispetto ai luoghi in cui si abita; utilizzare le nuove tec-
nologie e il Web come strumenti utili per rendere visibile il processo di
empowerment e i risultati di sintesi emersi dal processo; creare un mo-
dello innovativo di indagine territoriale e di azione sul campo con ele-
menti di replicabilità ad altri contesti.
   Le agende di ciascun focus group, prima di essere utilizzate a Geno-
va, sono state testate all’interno di una simulazione svolta presso la se-
de FEEM di Venezia. Queste simulazioni hanno permesso di individua-
re domande e sezioni non chiare nelle agende e di apportare le dovute
modifiche.
   In sintesi le domande chiave sono state: «Quali sono i luoghi signifi-
cativi della città di Genova?»; «Quali sono i valori territoriali aggiunti le-
gati a tali luoghi?»; «Quali servizi on line occorre sviluppare per valoriz-
zare questi luoghi?».


Analisi percezioni utenti: siti culturali e valori aggiunti territoriali per
Genova (A. Chiabai)

  I primi quattro incontri (7) organizzati con la metodologia dei blen-
ded focus groups hanno coinvolto tre tipologie differenti di attori so-

     (6) I primi due blended focus groups si sono svolti nel mese di aprile del 2007 e hanno coinvol-
to rispettivamente il primo i residenti, il secondo i turisti. I successivi sono stati svolti con service pro-
viders locali e service providers esterni nel mese di ottobre del 2007. In tutto sono stati coinvolti 37
partecipanti (8 cittadini, 8 turisti, 11 service providers locali, 10 service providers esterni). Il quinto
blended focus group si è svolto nel mese di febbraio 2008 e ha coinvolto 15 partecipanti di cui 7 re-
sidenti, 3 turisti, 5 service providers. Anche in questo caso per il reclutamento dei partecipanti si è
partiti dalla una lista definita dal gruppo di ricerca che poi è stata completata utilizzando il metodo
della «palla di neve». Gli incontri si sono svolti a Genova presso la sede FEEM.
     (7) I primi quattro blended focus groups rispondevano agli stessi obiettivi e avevano la mede-
sima struttura. Questi hanno permesso di individuare da un lato i luoghi più significativi della città
di Genova e dall’altro i servizi on line da sviluppare per la loro valorizzazione. Il quinto focus
group, con obiettivi e struttura differenti dai primi, ha permesso di selezionare, per ciascuno dei
luoghi significativi della città, i servizi on line ritenuti prioritari.
238   Lorena Rocca, Aline Chiabai, Livio Chiarullo



ciali (residenti, turisti, service providers, locali ed esterni) considerati
portatori di punti di vista importanti per la gestione del patrimonio
culturale della città di Genova. Le attività in presenza e i dibattiti avvia-
ti on line all’interno del GeoBlog hanno permesso di far emergere
quelli che sono i luoghi/beni culturali densi di valore e quindi più si-
gnificativi. Il Porto Antico, la Lanterna, il Centro Storico, Via Garibaldi,
Boccadasse, i giardini di Nervi, la chiesa di San Lorenzo sono i luoghi
densi di valori scelti da almeno due delle tre categorie di attori coin-
volti. In particolare il Porto Antico è stato riconosciuto il sito più turi-
stico (44% delle preferenze), cuore storico della città di Genova. La
Lanterna è percepito come simbolo della città. A esso viene associato
un valore turistico e culturale (con il 66% delle preferenze). Il Centro
Storico e Via Garibaldi (in cui si trova Palazzo Rolli riconosciuto patri-
monio dall’UNESCO) sono visti da tutti come l’area in cui sono raccol-
ti ed espressi i valori culturali della città. Boccadasse e i giardini di
Nervi vengono visti come luoghi di denso valore ambientale e turisti-
co. La chiesa di San Lorenzo, cattedrale della città e importante luogo
di culto di Genova, infine, risulta essere densa di valore storico e so-
ciale (in totale 58% delle preferenze).
    Una volta identificati e definiti i luoghi/siti culturali e i valori territo-
ri annessi, il passo successivo è stato quello di capire qual è il livello
di partecipazione e interattività che si richiede a un servizio on line
per la valorizzazione dei beni culturali di Genova. Da questa analisi
emerge come il gruppo dei servizi di tipo comunicativo è quello con-
siderato maggiormente rilevante. Emerge cioè come il «cittadino del
Web» percepisca sempre più la rete e le TIC anche come luogo virtua-
le all’interno del quale comunicare con altri navigatori sui propri cam-
pi di interesse e creare delle vere e proprie comunità virtuali che
scambiano idee e conoscenze su temi specifici. Parallelamente si os-
serva come il gruppo di servizi partecipativi on line sia ancora scarsa-
mente preso in considerazione. L’utilizzo del Web per promuovere e
avviare azioni concrete per lo sviluppo del territorio è preso in consi-
derazione solo in modo marginale. La partecipazione on line è ancora
vista con diffidenza. Nonostante vi sia una crescente richiesta a parte-
cipare in modo attivo alle decisioni collettive, gli strumenti Web sono
considerati non adatti per tale scopo forse anche a causa della non co-
noscenza delle innumerevoli potenzialità del Web 2.0. Tali servizi an-
drebbero quindi promossi ulteriormente anche dalle municipalità che
per prime potrebbero trarre vantaggio da queste potenzialità collabo-
rative della rete.
Capire il territorio attraverso l’e-governance        239



Conclusioni (A. Chiabai)

    Il modello di e-governance adottato da ISAAC per la città di Genova
rappresenta un sistema innovativo di analisi del territorio per l’elabora-
zione di strategie di sviluppo e gestione basate sul consenso dei princi-
pali attori sociali coinvolti nel processo. L’utilizzo delle TIC e del Web
ha permesso infatti di implementare, in maniera efficace, un processo
partecipativo a livello di comunità locali. L’approccio si basa sull’analisi
delle preferenze degli utenti, metodo che normalmente si applica ai be-
ni comunemente scambiati sul mercato. In questo senso, si tratta di un
modello innovativo basato su un’analisi bottom-up.
    Il modello proposto ha permesso, in primo luogo, di identificare i
siti culturali secondo le percezioni dei diversi attori sociali e di far affio-
rare i valori intangibili legati al territorio incentrati sulla rappresentazio-
ne e interpretazione personale degli stessi. In secondo luogo, sempre
in base alle percezioni e preferenze individuali, si è definito il livello
desiderato di partecipazione e interattività dei servizi on line.
    I risultati hanno dimostrato che, allo stato attuale, i servizi on line
partecipativi sono purtroppo ancora visti con sospetto e scetticismo.
Ciononostante il sito Web di e-governance proposto è stato riconosciu-
to, dai diversi attori sociali, come un mezzo effettivo di comunicazione
e di interazione con l’amministrazione pubblica.
    Gli esiti ottenuti suggeriscono quindi la necessità di un maggior sfor-
zo da parte della comunità scientifica e delle amministrazioni pubbli-
che nell’amplificare il raggio d’azione della governance e nell’attivare
buone prassi in grado di promuovere l’accettazione e l’utilizzo degli
strumenti partecipativi per la gestione del territorio.



Comprendre le territoire par l’e-gouvernance : le cas de Gênes

    Les outils participatifs représentent un défi important pour les communautés locales afin
de promouvoir un nouveau concept du territoire ; à l’époque numérique actuelle, les
Technologies de l’Information et de la Communication et les services Web peuvent jouer un
rôle crucial dans ce contexte.
    Cet article présente une approche méthodologique d’e-gouvernance utilisée dans un cas
d’étude spécifique, construit pour une ville italienne, Gênes. L’étude fait partie d’un Projet
Européen FP6 ISAAC « Integrated e-Services for Advanced Access to Heritage in Cultural
Tourist Destinations ». La méthode est construite pour impliquer les différents acteurs sociaux
(résidents, touristes, fournisseurs de services et décideurs publics) dans la gestion du terri-
toire et des biens culturels et elle est basée sur les préférences des utilisateurs et la satisfac-
tion des clients.
240    Lorena Rocca, Aline Chiabai, Livio Chiarullo



     Le modèle proposé a permis en premier lieu d’identifier les sites culturels sur la base des
perceptions des différents acteurs sociaux et de reconnaître les valeurs intangibles liées au
territoire basées sur l’interprétation personnelle. Deuxièmement, un niveau « désiré » de par-
ticipation et d’interactivité des services en ligne a été défini, compte tenu des perceptions et
des préférences individuelles.
     Les résultats démontrent que les modèles de participation en ligne ne sont pas encore
suffisamment développés et reconnus par les différents acteurs sociaux. Les citoyens sont
conscients du potentiel représenté par la Toile comme outil pour fournir des informations
de manière passive. Promouvoir la communication entre les citoyens et l’administration
publique est également apprécié ; à l’inverse, l’utilisation de la Toile pour améliorer les déci-
sions sur le territoire et basée sur la participation reste encore à développer.
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Capire il territorio attraverso l\'e-governance

  • 1. Geografia sociale e democrazia La sfida della comunicazione a cura di Claudio Cerreti Isabelle Dumont Massimiliano Tabusi Contributi di Valentina Albanese — Barbara Aldighieri — Fabio Amato Antonello Anappo — Paolo Barberi — Nicolas Bautès Rachele Borghi — Lina Maria Calandra — Alberto Cardillo Gianluca Casagrande — G. Mario Castellani — Claudio Cerreti Aline Chiabati — Livio Chiarullo — Arturo Di Bella Isabelle Dumont — Fabrizio Eva — Jean-Marc Fournier Robert Hérin — Annarita Lamberti — Mirella Loda Francesca Romana Luceri — Marco Maggioli — Marluci Menez Ronald Minot — Valentina Petrioli — Alessandro Prunesti Lorena Rocca — Riccardo Russo — Marcella Schmidt di Friedberg Massimiliano Tabusi — Bruno Testa — Mauro Varotto
  • 2. Copyright © MMXII ARACNE editrice S.r.l. www.aracneeditrice.it info@aracneeditrice.it via Raffaele Garofalo, /A–B  Roma ()   ---- I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Non sono assolutamente consentite le fotocopie senza il permesso scritto dell’Editore. I edizione: marzo 
  • 3. Indice 7 Avvertenza / Avertissement 9 Isabelle Dumont, Massimiliano Tabusi Vers une géographie sociale « augmentée » ? Réflexions liminaires / Verso una geografia sociale «aumentata»? Riflessioni liminari 25 Robert Hérin Nouvelles technologies de l’information et de la communication. Contribution à une perspective de géographie sociale 43 Fabrizio Eva Febbraio-aprile 2011. I quotidiani e la Libia: una guerra perfetta 55 Mauro Varotto Comitati spontanei in rete. Le nuove forme di aggregazione e mobilitazione sul Web, tra rischi e opportunità 63 Mirella Loda L’analisi socio-geografica come supporto alle politiche urbane. Il caso dei dehors 73 Annarita Lamberti Un altro senso negli stessi luoghi. Spazi elettronici e mondo reale raccontati da- gli scrittori immigrati italofoni 87 Marluci Menezes L’espace du social dans un monde de (multi)représentations socio-spatiales. Méta- réflexion méthodologique à partir d’un regard géo-anthropologique 95 Francesca Romana Lugeri, Barbara Aldighieri, Bruno Testa, Alberto Cardillo WebGIS territoriale. Per non perdere il contatto con la realtà 105 Alessandro Prunesti, Gianluca Casagrande Geografia sociale, comunicazione geolocalizzata e realtà aumentata 121 Marcella Schmidt di Friedberg Perdersi nel cyberspazio. Il disorientamento virtuale 133 Rachele Borghi De l’espace normatif à l’espace performatif. Quelques réflexions à partir d’une recherche en cours
  • 4. 143 Fabio Amato, Isabelle Dumont Dimensioni culturali e ideologiche delle serie poliziesche in Europa e in Ameri- ca. Le tensioni socio-spaziali del territorio tra finzione e realtà 159 Ronald Minot Souriez, vous êtes filmés ! (Une vitrine pour la communauté SHS) 171 Valentina Petrioli Comuni agricole ed ecovillaggi. Un confronto tra le fonti 183 Massimiliano Tabusi Da una mailing list alla «territorializzazione» di un tetto. Ricercatori e studenti in lotta per una università libera, pubblica e aperta 197 Nicolas Bautès Formes et dynamique de l’activisme digital à Mumbai. Expérimentations ci- toyennes et perspectives pour la recherche impliquée 219 G. Mario Castellani Geografia dello zapatismo. Realtà locale e immaginario globale 223 Lorena Rocca, Aline Chiabai, Livio Chiarullo Capire il territorio attraverso l’e-governance. Il caso di studio di Genova 241 Valentina Albanese Come (e se) coesistono social networks ed esperienze di turismo sensoriale 255 Antonello Anappo Comunicare la storia del territorio 275 Jean-Marc Fournier Aló Presidente. Un nouvel outil de contrôle du temps et de l’espace géographique dans la révolution bolivarienne de Hugo Chávez au Venezuela ? 287 Lina Maria Calandra Per una geografia sociale dell’Aquila post-sisma. Comunicazione visuale e nuo- ve forme di democrazia 313 Arturo Di Bella Internet, cittadinanza attiva e azioni locali dal basso 329 Marco Maggioli, Paolo Barberi, Riccardo Russo L’uso degli audiovisivi per la ricerca in geografia sociale. Un caso di studio 343 Claudio Cerreti Commiato 351 Riferimenti bibliografici 375 Abstracts
  • 5. Lorena Rocca - Aline Chiabai - Livio Chiarullo (1) Capire il territorio attraverso l’e-governance Il caso di studio di Genova Il concetto di governance (L. Chiarullo) Negli ultimi anni, la gestione del territorio è divenuta un problema di crescente complessità per diverse ragioni. Prima di tutto si riconosce che le attuali società sono sempre più caratterizzate da una frammenta- zione del potere tra i diversi settori politico-amministrativi, economici, sociali. In secondo luogo si osserva che i processi di globalizzazione dell’economia, l’unificazione europea, le trasformazioni demografiche hanno investito le società occidentali negli ultimi vent’anni minando l’assetto dei tradizionali strumenti di governo. Si richiedono, quindi, nuovi strumenti di governo che incentivino un cambiamento rispetto ai più consolidati modelli di gestione del territorio (Fighera, 2003). Dal punto di vista lessicale, la parola governance è sempre esistita in inglese e francese con riferimento all’idea del governo in quanto atti- (1) Gli autori afferiscono rispettivamente a: Dipartimento di Geografia dell’Università di Pado- va, e Fondazione ENI Enrico Mattei, Venezia, lorena.rocca@unipd.it; Basque Centre for Climate Change BC3, Bilbao, e Fondazione ENI Enrico Mattei, Venezia, aline.chiabai@bc3research.org; Fondazione ENI Enrico Mattei, Viggiano (Potenza), livio.chiarullo@feem.it. Il testo qui presentato è stato scritto in stretta collaborazione tra gli autori, a ciascuno dei quali risale tuttavia la stesura di specifiche parti, come indicato.
  • 6. 224 Lorena Rocca, Aline Chiabai, Livio Chiarullo vità, a fronte proprio del termine government riguardante invece l’isti- tuzione che esercita il governo (L. Bobbio, 2002a). Kooiman (2003) è arrivato a identificare ben dodici differenti acce- zioni di governance corrispondenti ad altrettanti campi di utilizzo (2). Fra questi è possibile rintracciare alcuni comuni denominatori: – il considerare le principali sfere istituzionali (stato, mercato e co- munità) come ambiti non necessariamente distinti; – l’attenzione per i sistemi concreti di azione e decisione; – l’idea che una qualche forma di cooperazione sia un meccanismo di legittimazione e di garanzia di efficacia. Il concetto di governance fa riferimento quindi a un nuovo sistema di relazioni che ridefiniscono il rapporto tra coloro che sono chiamati ad assumere decisioni vincolanti (gli attori istituzionali) e i destinatari delle decisioni. Ciò dà luogo a un sistema decisionale pluralistico e re- ticolare che mette a valore conoscenze e saperi diffusi (Kooiman, 1993). Mayntz (1999) nel definire il concetto di governance fa proprio riferimento a queste nuove relazioni, dinamiche e sinergiche, tra i di- versi attori all’interno delle quali il confine tra settore pubblico e priva- to non è più netto (Andrew, Goldsmith, 1998). Come ben spiega il «Libro bianco della governance europea» pubbli- cato dalla Commissione Europea nel 2001, la governance è un insieme di «regole, processi e comportamenti che influenzano il modo in cui i poteri sono esercitati e basati sull’apertura, sulla partecipazione, sulla responsabilità, sull’efficacia e sulla coerenza dei processi decisionali» (CE, 2001, p. 8). (2) Governance come minimal state, in cui la governance diventa un termine per ridefinire l’e- stensione e le forme dell’intervento pubblico; corporate governance, con riferimento alle modalità di organizzazione e direzione dei soggetti economici; nel New Public Management con riferimento alla distinzione tra government e governance, e all’assunzione di metodi di lavoro privatistici nel settore pubblico, in particolar modo rispetto ai metodi valutativi e di incentivo differenziato a se- conda dei risultati; good governance, secondo la definizione operata dalla Banca Mondiale come termine di confronto per valutare gli investimenti nei paesi terzi secondo modalità trasparenti, effi- cienti e democratiche; governance socio-cibernetica, in relazione allo studio di sistemi di governo non centralizzati e caratterizzati da una pluralità di attori e da una molteplicità di forme di azione; governance nell’ambito delle relazioni tra network auto-organizzati e nel complesso delle relazioni interorganizzative; governance come steering resource, con riferimento alla discussione in ambito tedesco e olandese intorno alle potenzialità di autoregolazione della società; global governance nell’ambito dello studio delle relazioni internazionali; governance nel senso di governo dell’econo- mia e dei settori economici; la scuola di pensiero che lavora intorno alla coppia di parole gover- nance e governability; governance europea, in cui si presta particolare attenzione al concorso nel- le politiche europee di molteplici livelli di governo (si veda anche multilevel governance); gover- nance partecipativa, che riguarda in particolare la prospettiva kooimaniana (Kooiman, 2003).
  • 7. Capire il territorio attraverso l’e-governance 225 Da un lato si abbandona la logica gerarchica e regolamentatrice che considera lo Stato sovraordinato agli altri soggetti, dall’altro si avviano processi inclusivi che mirano a coinvolgere in modo pro-attivo gli atto- ri locali, detentori di risorse e conoscenze specifiche non codificate ma presenti nel territorio in forma di sapere diffuso ed «esperienziale» (Kooiman, 1993; Jessop, 1998; Stoker, 1998; Kooiman, 1999; Bagnasco, Le Galès, 2002 e 2003). La conoscenza è qui intesa come un elemento che emerge in seno ai processi di policy-making aperti a una pluralità di attori, attraverso prati- che discorsive rivolte all’aggregazione o alla sintesi di saperi e interessi di diversa origine e natura. L’identificazione e la ricombinazione delle scelte strategiche da implementare avviene quindi tramite il ricorso a pratiche deliberative riconducibili a quello che Habermas (1991) chiama «agire co- municativo»: forme di azione incentrate sul linguaggio e finalizzate alla ri- cerca di un’intesa fondata sulla condivisione di punti di vista e immagini per il futuro. La conoscenza appare, dunque, come un prodotto dialogi- co frutto di dibattiti aperti a una pluralità di attori, volto all’identificazione di «visioni comuni» e al raggiungimento di posizioni condivise. In quest’ottica, la governance: sostiene il rafforzamento di pratiche cooperative e di partecipazione (Bolocan Goldstein, 2000); incentiva lo sviluppo di una comunità che, consapevole delle proprie risorse, so- stiene se stessa (Magnaghi, 2000); avvia nuove forme e nuove modalità per il governo e la pianificazione territoriale partendo proprio da un ri- lancio dell’identità, dei saperi e delle peculiarità culturali del luogo. Si assiste così a una sorta di rovesciamento delle direttrici dell’azione di governo che permette ai destinatari delle politiche pubbliche di in- fluenzare in modo anche rilevante gli orientamenti delle stesse policy (March, Olsen, 1997). In questo schema di cooperazione e di negoziazione, caratterizzato da una maggiore collaborazione tra lo Stato e gli attori non statuali al- l’interno delle reti decisionali, i nodi dell’azione di governance sono i nuovi soggetti dell’agire politico quali le rappresentanze degli interessi sociali, le associazioni, le organizzazioni non governative, le istituzioni e gli attori della società civile (Mayntz, 1999). L’uso delle ICT per la partecipazione e la governance (L. Chiarullo) L’idea che le tecnologie della comunicazione e dell’informazione possano rappresentare un utile strumento per il progresso politico e lo
  • 8. 226 Lorena Rocca, Aline Chiabai, Livio Chiarullo sviluppo democratico non è nuova. Già nel XIX secolo i sansimoniani avevano accolto il telegrafo come uno strumento di unione universale per realizzare l’avvicinamento tra Oriente e Occidente (Vedel, 2003). Le stesse aspettative sono state successivamente alimentate dalla te- levisione considerata, al momento della sua invenzione, come un mez- zo per rendere la conoscenza alla portata di tutti e allargare così le pos- sibilità e lo spazio di azione del cittadino. Oggi, invece, sono Internet e le nuove tecnologie a creare aspettati- ve per un rinnovo dell’azione e dell’organizzazione politica. Il Web e il mondo virtuale offrono a cittadini, gruppi politici e istituzioni nuove forme e nuove modalità di partecipazione politica (Kearns, Bend, Stern, 2002). La partecipazione tramite Internet, vista la natura della re- te, tende a trascendere i confini nazionali e istituzionali, a innescare nuove pratiche di cittadinanza e, in alcuni casi, a favorire processi e di- battiti che diversamente non si attiverebbero (CENSIS, 2006). Più in ge- nerale, è possibile dire che Internet amplifica e riflette le tendenze già esistenti di cambiamento e rottura che interessano il processo politico, crea camere di risonanza per la voce dei cittadini e favorisce un plura- lismo socio-culturale altrimenti difficilmente attivabile (Luisoli, 2005). In uno spazio virtuale opportunamente progettato, i cittadini del Web possono interagire e sviluppare capitale sociale ed empowerment, inteso come consapevolezza delle proprie possibilità di influenzare il contesto per migliorarlo, accrescendo, così, la propria capacità di pren- dere decisioni ragionate sui problemi e di adottare comportamenti ade- guati per farvi fronte (Rocca, 2010). Nel territorio della rete (Rocca, 2003) il patrimonio culturale e i sa- peri territoriali del luogo (tradizioni, pratiche consolidate nel tempo, abitudini, potenzialità del territorio) possono emergere per essere con- divisi e valorizzati in un’ottica di progettualità concreta. Il Web, quindi, visto come nuova agorà decisionale all’interno del quale attivare pro- cessi di governance elettronica (e-governance) per far emergere istanze e aspettative per uno sviluppo locale. Nel corso di questi ultimi anni le iniziative di coinvolgimento dei cit- tadini tramite le nuove tecnologie sono state numerose (Formez Italia, 2004). Tuttavia questa comunicazione è ancora troppo monodireziona- le, di tipo vetrina, o comunque scarsamente legata a un’effettiva azione territoriale (CENSIS, 2004). Le interazioni che avvengono nel Web, in- fatti, difficilmente trovano effettiva applicazione nel reale e questo so- prattutto per due motivi: da un lato la scarsa attenzione che le pubbli- che amministrazioni ripongono in questo tipo di partecipazione e coin-
  • 9. Capire il territorio attraverso l’e-governance 227 volgimento, dall’altra l’architettura dell’«ambiente» di interazione che non sempre è idonea a supportare un dialogo multidirezionale tra gli attori coinvolti in un processo. Sposare le potenzialità del Web con la necessità di un rinnovato «stile» per il governo del territorio significa adottare strumenti e software di progettazione partecipata (blog, forum moderati, wiki, video blog, groupware) per l’attivazione di processi de- cisionali inclusivi in cui il singolo cittadino è chiamato non solo a espri- mere una preferenza tra differenti opzioni, ma anche a costruire, insie- me ad altri cittadini, delle possibili alternative da mettere in campo. Essendo questo fenomeno relativamente recente è ancora troppo presto per poter ragionare in termini di modelli puri: gli usi politici di Internet sono ancora in evoluzione ed è quindi difficile anticipare gli effetti che le diverse combinazioni tra nuove tecnologie e tradizionali strumenti di governance e democrazia potranno produrre. Strutturazione dei siti Web per l’e-governance Rifacendosi ad alcuni studi sul settore (OECD, 2003a; Vedel, 2003; Macintosh, 2004) è possibile affermare che i capisaldi attorno ai quali ruotano l’idea e le pratiche della governance elettronica sono: a) l’informazione del cittadino; b) il dibattito e le discussioni; c) le oppor- tunità deliberative e decisionali. Gli obiettivi che dovrebbero quindi caratterizzare un sito Web che mi- ra a sviluppare e-governance sono sintetizzabili all’interno di tre aree: a) Informare. Per poter prender parte e intervenire in un processo decisionale i cittadini devono essere informati. La divulgazione di un’informazione chiara e pertinente su programmi, orientamenti, e poli- tiche dei governanti è il fondamento stesso di una democrazia. L’OECD (2001) definisce l’informazione come un primo livello di interazione tra decisori e cittadini, come una relazione unidirezionale all’interno della quale l’Amministrazione produce e mette a disposizione delle informa- zioni di interesse pubblico. I portali Web divengono delle piattaforme di comunicazione unidirezionale che permettono di far incrociare, da un lato, l’offerta di informazioni messa in atto dai decisori e, dall’altro, le ri- chieste di conoscenza e di consultazione proprie dei cittadini. Tramite il Web è infatti possibile divulgare copie di documenti origi- nali, testi che a causa della loro mole non sono mai stati divulgati, sin- tesi di documenti ufficiali, ma anche accedere a link che rimandano a pagine di approfondimento, a siti che riprendono la notizia, a glossari
  • 10. 228 Lorena Rocca, Aline Chiabai, Livio Chiarullo che aiutano alla comprensione del testo. Tutto questo con costi molto bassi e in tempi relativamente brevi. b) Comunicare. La seconda area che permette di strutturare strumenti di democrazia e di governance elettronica è quella all’interno della quale si attivano forme di comunicazione e dibattiti. Internet è visto come un luogo all’interno del quale è possibile avviare dialoghi e confronti tra cit- tadini e, tra questi e i decisori pubblici (Rocca, 2010). La questione cen- trale è la creazione di uno spazio virtuale pubblico, accessibile e in grado di accogliere l’espressione di idee multiple e domande che non riuscireb- bero a manifestarsi all’interno degli schemi istituzionali e rigidi che carat- terizzano i classici strumenti di governo del territorio. All’interno di questa democrazia del confronto caratterizzata da fo- rum, aree di discussione, mailing list, blog è possibile: – esprimersi senza inibizioni e su una base egualitaria; – contribuire ai dibattiti liberandosi da ruoli istituzionali o da distin- zioni sociali (soprattutto grazie all’anonimato); – far entrare in relazione e far dialogare individui, anche geografica- mente distanti; – confrontarsi con idee e modi di pensare nuovi e allo stesso tempo vivere ruoli e modi di interagire inediti; – sperimentare forme di autoregolazione in cui le regole sono in- ventate e co-prodotte, modificate tramite decisioni mutuali e condivise dal gruppo dei partecipanti. c) Partecipare. La terza area che permette di strutturare un sito Web legato all’idea della governance elettronica è legata al coinvolgimento dei cittadini nelle decisioni politiche (Balducci, 2000). La partecipazio- ne attiva può essere definita come una relazione multidirezionale all’in- terno della quale i decisori riconoscono, ai differenti attori della so- cietà, la capacità di sollevare questioni, di proporre delle politiche e di avviare momenti di confronto per individuare azioni concrete da imple- mentare nel territorio (Allen, Kilvington, Horn, 2002). Contrariamente alle altre due aree nelle quali la relazione è discendente (top-down), la partecipazione attiva permette anche delle relazioni ascendenti (bot- tom-up) che vanno dalla consultazione puntuale dei cittadini al loro in- tervento diretto e autonomo all’interno dei processi decisionali. Inter- net diventa così un vettore politico supplementare che genera una di- namica propria e degli effetti originali. Non solo un mezzo di comuni- cazione tra governati e governanti ma anche un nuovo canale di espressione civica, un’agorà virtuale che modifica sensibilmente il rap- porto di forze tra cittadini e decisori politici.
  • 11. Capire il territorio attraverso l’e-governance 229 Tab. 1. Le tre aree dell’e-governance Informazione Comunicazione Partecipazione Principali strumenti Web Portali Web, mailing Forum, blog, aree di di- Forum, voto elettronico, utilizzati list, newsletter scussioni tematiche, aree di discussioni tema- sondaggi tiche, moderate e aventi un obiettivo concreto ben definito, sondaggi Vantaggi garantiti dal Limitati costi per la di- Comunicazione trasver- Possibilità di contatto in Web vulgazione delle infor- sale che supera i vincoli modo più rapido e mazioni. Possibilità di sociali e geografici ridu- informale con politici e ricerche personalizzate cendo allo stesso tempo governanti. Consultazio- svincolate da limiti tem- i costi della mobilità ni dei cittadini meno porali e/o geografici onerose. Attività svinco- late da spazi e luoghi Problemi e questioni Sovraccarico di informa- Difficoltà nel garantire Capacità ineguali nella aperte zioni non sempre chiare pari opportunità di par- formulazione di propo- e pertinenti che in alcu- tecipazione. Preponde- ste e opinioni. Diffidenza ni casi ostacola e inibi- ranza dell’espressione dei decisori nell’affidare sce la conoscenza sul dialogo. Passaggio scelte e consultazioni a dal dibattito alla decisio- tali strumenti. Sicurezza, ne spesso non garantito riservatezza e autenticità delle comunicazioni non sempre garantite Nella tabella 1 sono riportati i principali strumenti Web utilizzati, i van- taggi e le criticità che è possibile riscontrare nelle tre aree sopra descritte. Vedel (2003) afferma che l’utilizzo di queste tre aree (informazione, comunicazione, partecipazione) come indicatori per l’e-governance permette di avviare una semplice classificazione rispetto alle differenti esperienze di democrazia e di governance elettronica avviate sino ad ora. Applicando tale schema alle iniziative di e-governance e di e-demo- cracy è possibile confrontare i differenti approcci arrivando a posizio- nare le esperienze analizzate intorno a tre metafore che riprendono le caratteristiche di ciascun asse: la città di vetro (prevalenza dell’asse del- l’informazione), la piazza pubblica (prevalenza degli strumenti e delle attività di confronto e dialogo), la città partecipativa (prevalenza delle azioni volte a elaborare scelte e strategie) (Vedel, 2003). Torres (Torres, Vicente, Basilio, 2005), tuttavia, evidenzia come il cubo ideale della go- vernance elettronica (che corrisponde a una situazione in cui i cittadini
  • 12. 230 Lorena Rocca, Aline Chiabai, Livio Chiarullo sono perfettamente informati, partecipano ai dibattiti e sono realmente coinvolti nelle decisioni pubbliche) sia molto difficile da realizzare. Il progetto ISAAC: il modello di e-governance proposto (L. Rocca) ISAAC (Integrated e-Services for Advanced Access to Heritage in Cultural Tourist Destinations) è un progetto finanziato dalla Commissio- ne Europea all’interno del programma IST (Information Society and Te- chnologies). Lo scopo del progetto è quello di sviluppare nuovi servizi on line a beneficio di turisti, residenti e decisori locali. Tra i partner del progetto oltre a enti specializzati nel settore delle nuove tecnologie vi sono Università, centri di ricerca e tre città europee: Genova, Leipzig e Amsterdam (Chiabai, Chiarullo, 2007). Nello specifico la Fondazione ENI Enrico Mattei ha supportato la spe- rimentazione nella città di Genova. La prima fase ha previsto la realizza- zione di un website per l’attivazione di processi di e-governance locale legata ai beni culturali della città di Genova e ai servizi on line a essi as- sociati. Nella seconda fase si è provveduto a pubblicare on line il portale Web e a utilizzarlo all’interno di blended focus groups (caratterizzati da attività sia in presenza sia on line) al fine di testarlo e di attivare un pro- cesso di governance volto a far emergere idee e aspettative per valorizza- re e rendere maggiormente fruibili i beni culturali della città di Genova. Partendo da quanto detto nel paragrafo precedente si è deciso di strutturare ISAAC e-governance website in tre sezioni: informare; comu- nicare; partecipare. Sezione informare Obiettivo di questa sezione del sito www.feem-project.net/isaac è quello di divulgare informazioni sui beni culturali e turistici di Geno- va (3) al fine di fornire quegli strumenti indispensabili per conoscere le risorse culturali e turistiche della città e, allo stesso tempo, essere ag- giornati su eventi e manifestazioni a esse legati. Il punto di forza di questa sezione è la natura ipertestuale (multi-se- quenziale, multi-lineare) dei documenti inseriti. Le informazioni sui principali luoghi di Genova, infatti, possono essere lette seguendo l’or- (3) Le informazioni presenti sono state elaborate con il contributo della Municipalità di Genova.
  • 13. Capire il territorio attraverso l’e-governance 231 Fig. 39. ISAAC e-governance website – Sezione informare: il Palazzo Ducale dine sequenziale stabilito dal gruppo di ricerca oppure possono essere «sfogliate» a piacimento dal lettore che, a partire dalla stessa schermata può accedere a link di approfondimento, sondaggi, news correlate, di- battiti eccetera. In questo modo ogni singolo navigatore diviene co-au- tore della propria personale navigazione. L’idea è quella di offrire all’utente indicazioni storico-culturali sem- plici che possono poi essere approfondite in siti specifici accessibili tra- mite link esterni indicati in ciascuna pagina. La figura 39 mostra, a titolo esemplificativo, la pagina informativa dedicata al Palazzo Ducale di Genova. Al centro della pagina vi è una foto del bene culturale seguita da una descrizione testuale dello stesso. Sulla destra si trovano link che rimandano ad altre pagine del sito (son- daggi, news, foto) che trattano dello stesso bene/luogo culturale. Sulla sinistra è visualizzato il menù generale del sito che permette quindi di uscire da questa pagina informativa dedicata al Palazzo Ducale per ac- cedere ad altre pagine. In basso si trova il link che rimanda a un sito esterno interamente dedicato al Palazzo Ducale. Sezione comunicare Obiettivo di questa sezione è quello di raccogliere e pubblicare nel sito idee e contributi provenienti dai navigatori del sito. In questa se-
  • 14. 232 Lorena Rocca, Aline Chiabai, Livio Chiarullo Fig. 40. ISAAC e-governance website – Sezione comunicare zione l’utente è infatti invitato a pubblicare on line testi, foto, video, commenti che sintetizzano il proprio personale sguardo e punto di vi- sta rispetto alla città di Genova e alle sue risorse culturali (fig. 40). Sezione partecipare È questa la sezione del sito utilizzata per lo svolgimento delle attività on line dei blended focus groups. Partendo da un’idea di e-governance, che promuove l’utilizzo del Web per lo sviluppo di visioni secondo una logica non aggregativa ma integrativa, si è allestito un «ambiente» facili- tante la partecipazione e l’integrazione dei differenti punti di vista. Il fi- ne è quello di utilizzare le potenzialità del Web 2.0 per creare nuovo sapere e nuova conoscenza condivisa evitando la semplice somma del- le differenti posizioni in gioco (Rocca, 2010). Per accedere a questa sezione, strutturata come «area riservata» e moderata dal gruppo di ricerca della FEEM (Fondazione ENI Enrico Mattei), è necessaria una registrazione che fornisce login e password. Una volta loggato ogni partecipante al blended focus group può acce- dere a questo «luogo» virtuale o attivare un processo di governance lo- cale incentrato sui beni culturali della città di Genova. I blended focus groups realizzati a Genova avevano obiettivi e target specifici per cui sono state create più aree riservate, identiche per struttura ma differen-
  • 15. Capire il territorio attraverso l’e-governance 233 Tab. 2. Gli strumenti per la comunicazione «La tua voce», un repository che raccoglie testimonianze video, audio, testuali inviate dagli utenti del sito e che permettono di scoprire e apprezzare in modo originale la città di Genova e i suoi beni cultuali. Foto, narrazioni, testimonianze diventano spunti per dialogare con altri cittadini del Web. Utilizzando il link «fai sentire la tua voce» è possibile accedere al form per l’invio dei mate- riali (video, audio, testi) da pubblicare nel sito I «sondaggi» che permettono in modo immediato e semplice di conoscere l’opinione dei navigato- ri rispetto ad alcuni temi suggeriti dai redattori del sito. È possibile anche inserire un commento al sondaggio che viene pubblicato on line e rimane visibile per tutti gli utenti. Il link «archivio son- daggi» permette di visualizzare i risultati e i commenti relativi a sondaggi ormai chiusi «I dibattiti» on line moderati (visibili anche nella HP del sito) grazie ai quali si avviano, stimolati da una domanda-guida suggerita dai moderatori, confronti e discussioni tra i navigatori del sito ti per temi affrontati. Al momento della registrazione l’utente viene as- sociato al suo specifico blended focus group per cui, una volta loggato, egli visualizza solo l’area di lavoro del gruppo di appartenenza e il ri- spettivo GeoBlog. Solo lo staff di ricerca può accedere oltre che modifi- care tutte le aree riservate attivate nel sito. Il GeoBlog Il GeoBlog, appositamente strutturato dalla FEEM, è uno strumento Web che consente di localizzare spazialmente dibattiti e riflessioni, per- mettendo quindi di realizzare forme di partecipazione interattiva su mappe accessibili tramite Internet. Al centro vi è il concetto di Web so- cial networking che crea, comunica, e intesse relazioni. Il GeoBlog, in quest’ottica diviene un’applicazione collaborativa del Web 2.0 che favo- risce la comunicazione asincrona basata sulla parola scritta e dà la pos- sibilità di contribuire alla discussione nei tempi e nei modi che più si adattano alle esigenze del gruppo e del singolo, incentivando così le prassi riflessive sul testo scritto e il confronto. La finalità del GeoBlog di www.isaac-genovaculture.eu è quella di consentire ai partecipanti dei blended focus groups di esprimere in modo semplice e diretto le proprie opinioni su problematiche legate a specifici luoghi/beni della città di Genova. Il risultato di tale processo è quindi la costruzione di mappe cognitive tematiche sviluppate in progress (4) che (4) I singoli luoghi/beni culturali su cui dibattere variano in base ai suggerimenti dei singoli utenti.
  • 16. 234 Lorena Rocca, Aline Chiabai, Livio Chiarullo Fig. 41. ISAAC e-governance website – Sezione partecipare: il GeoBlog www.isaac-genovaculture.eu mostrano le criticità, le azioni di miglioramento, i servizi da implementa- re delle risorse culturali di Genova (fig. 41). L’inserimento di un marker (puntatore rosso) in un punto della mappa consente di associare a uno specifico luogo un dibattito, visua- lizzabile nella parte destra dello schermo. Tutti gli utenti registrati pos- sono partecipare al dibattito moderato dal gruppo di ricerca FEEM. Uti- lizzando il tasto «leggi i commenti» si visualizzano i messaggi di altri utenti, oppure, utilizzando il tasto «aggiungi commento» si inseriscono nuovi messaggi e/o si risponde a quelli precedentemente inseriti. È questa una modalità che permette di generare dibattiti e discussioni su un argomento che, a sua volta, fa riferimento a un determinato luogo del territorio visualizzabile sulla mappa. Così la comunicazione non av- viene tra luogo e luogo ma diventa essa stessa un luogo (Rocca, 2010). Per i residenti e per i turisti si tratta di un mezzo chiaro e trasparen- te per far sentire la propria voce e far emergere le proprie istanze; per i decisori e i service providers rappresenta invece uno strumento di co- stante monitoraggio di desideri, opinioni, situazioni problematiche. L’applicazione sperimentale del GeoBlog ha messo in evidenza an- che le possibili applicazioni di tale strumento. Uno sviluppo ulteriore
  • 17. Capire il territorio attraverso l’e-governance 235 potrebbe essere ad esempio quello di favorire, in modo permanente, l’interazione e lo scambio tra decisori e altri attori sociali in un’ottica di ricognizione continua dei bisogni dei residenti e dell’efficacia delle scelte della pubblica amministrazione. I blended focus groups (L. Chiarullo, L. Rocca) Questa modalità «mista» (blended) di confronto e dialogo risulta par- ticolarmente adatta a realtà complesse e diversificate come quelle at- tuali. Offre infatti ai partecipanti del focus group la possibilità di auto- gestire tempi e luoghi per la partecipazione riuscendo quindi ad adat- tarsi alle necessità di ognuno. Tale metodologia (applicata solo in un precedente progetto FEEM www.feempandora.it: Chiarullo, Rocca, 2003) coniuga le tecniche tradizionali per la gestione dei gruppi (quali ad esempio i focus groups) con le tecnologie ICT. L’idea dei blended focus groups (ibidem) nasce dalle riflessioni sviluppatesi all’interno della Blended learning intesa come modalità di insegnamento che in- tegra la formazione di tipo e-learning con interventi in presenza (5). Il Web e le nuove tecnologie diventano quindi scaffolding per supporta- re (in modalità sincrona e/o asincrona) le azioni e i dibattiti che si atti- vano in presenza. Nello specifico i blended focus groups sono struttura- ti in due fasi. La prima fase si svolge in modo tradizionale, face to face, e ha l’obiettivo di far conoscere i partecipanti, presentare il tema di di- scussione e avviare il dibattito. La seconda fase, invece, si svolge on li- ne all’interno di un’area Web (accessibile solo ai partecipanti iscritti) moderata da un facilitatore e ha l’obiettivo di far proseguire on line le attività e i dibattiti avviati in presenza. Si lascia quindi al partecipante l’autonomia di gestire tempi e luoghi per riflettere, leggere i contributi degli altri partecipanti ed esprimere, utilizzando gli strumenti comuni- cativi del Web, i propri pensieri. La chiusura dei lavori e quindi del blended focus group può avvenire sia on line, affidando al facilitatore il compito di sintetizzare e pubblicare i temi e le indicazioni emerse dal dibattito, sia in presenza con un incontro finale per la condivisione dei risultati ottenuti (Chiarullo, Rocca, 2007). (5) La caratteristica del blended learning sta nell’alternanza/integrazione di diversi approcci pedagogici (cognitivismo, costruttivismo...), di tecnologie che sfruttano il Web come punto di ac- cesso privilegiato (LMCS, streaming video...) e di diverse tipologie di materiali accessibili (CD- ROM, immagini, documenti in formato elettronico, documenti cartacei, test autovalutativi...).
  • 18. 236 Lorena Rocca, Aline Chiabai, Livio Chiarullo Tab. 3. Tipologie di e-services delineate nel progetto Informazioni Pagine Web contenenti informazioni testuali (storico-culturali, turistiche, Web Information di pubblica utilità ecc.) legate a uno specifico bene/luogo della città. Contengono anche un calendario degli eventi in programma e la possi- bilità di effettuare thematic search Sito Web personalizzabile Servizio on line che permette agli utenti di identificarsi in uno specifi- Profiling co «profilo» (turista, cittadino, imprenditore ecc.) e offre quindi solo le informazioni selezionate per quella specifica tipologia di utente. Que- sto permette di evitare «il sovraccarico» delle informazioni ricevute Newsletter Bollettino informativo su eventi, manifestazioni, spettacoli, news di Newsletter vario tipo che possono essere di interesse per l’utente. Scaricabile direttamente da un sito Video, foto e audio downloading Materiali e documenti multimediali, scaricabili sul proprio PC, mobi- Video, photo and audio download le o palmare oppure visualizzabili on line Giochi Virtuali Giochi virtuali a livello didattico che permettono di esplorare la città Virtual games e conoscerne i monumenti che la caratterizzano Mappa interattiva con tour virtuali Mappe speciali che offrono percorsi della città/luogo culturale secon- Interactive map with virtual tours do le richieste dell’utente e con informazioni riguardanti diverse aree di interesse: architettura, musica, storia (mappe digitali tematiche). In molti casi tali mappe interattive offrono anche tour virtuali della città realizzati tramite video, immagini e presentazioni interattive Pianificatore/Agenda di viaggio Un programma/software che permette di pianificare un viaggio in Journey planner una qualsiasi meta turistico-culturale. Per poter usufruire di questo servizio on line, è necessario disporre di un sistema di navigazione satellitare (GPS). Permette di scaricare sul proprio apparecchio (pc, cellulare, palmare) mappe, visite guidate, informazioni e consigli sulla durata della visita, sui possibili mezzi di trasporto ecc. Messaggi promozionali Servizio on line che permette di ricevere informazioni sulle attrazioni Promotional spot turistico-culturali tramite SMS. Questi SMS attivabili su richiesta posso- no includere ad esempio informazioni su eventi e manifestazioni in programma in città One-stop shop Sito Internet con diversi servizi on line ricollegabili tutti a un determi- One-stop shop nato bene culturale. Ad esempio: calendario delle manifestazioni tea- trali, piantina del teatro con i posti liberi, prenotazione posti e bigliet- ti on line, presentazione audio/video dell’opera in MP3 Blog e spazio on line autogestito È uno spazio Web personale e gestito in modo autonomo all’interno Blogs and personal promotion del quale è possibile inserire testi, foto e materiali vari (legati ad esem- pio a uno specifico bene culturale) da condividere e mettere a dispo- sizione di altri. Spesso il visitatore ha la possibilità di commentare i messaggi inseriti in questo «diario personale» Comunità virtuali Tramite Web forum, chat room, programmi di messaggistica istanta- e-community nea, è possibile scambiare idee e informazioni con altri utenti on line. Questo permette di creare vere e proprie comunità virtuali costituite da persone interessate a un comune argomento Sistema di partecipazione on line Tramite Web forum, chat room, programmi di messaggistica, è possi- e-participation bile scambiare informazioni e confrontarsi con altri utenti e suggeri- re possibili interventi per contribuire alla vita culturale della città Sistema di e-governance Sistema Web che facilita l’interazione fra i cittadini e le autorità loca- e-governance li. In alcuni casi questi sistemi permettono anche di votare attraver- so Internet oppure partecipare a sondaggi (on line) di opinione
  • 19. Capire il territorio attraverso l’e-governance 237 Applicazione al caso di studio ISAAC (A. Chiabai) Gli obiettivi dei blended focus groups organizzati nel progetto (6) so- no stati: riconoscere dal basso il patrimonio territoriale presente in Ge- nova attraverso la condivisione di visioni e di valori territoriali; aumen- tare il coinvolgimento di tutti gli attori sociali per incentivare il ricono- scimento della propria cultura e identità e così facendo produrre nuova conoscenza territoriale; promuovere la diffusione di una cultura della responsabilità rispetto ai luoghi in cui si abita; utilizzare le nuove tec- nologie e il Web come strumenti utili per rendere visibile il processo di empowerment e i risultati di sintesi emersi dal processo; creare un mo- dello innovativo di indagine territoriale e di azione sul campo con ele- menti di replicabilità ad altri contesti. Le agende di ciascun focus group, prima di essere utilizzate a Geno- va, sono state testate all’interno di una simulazione svolta presso la se- de FEEM di Venezia. Queste simulazioni hanno permesso di individua- re domande e sezioni non chiare nelle agende e di apportare le dovute modifiche. In sintesi le domande chiave sono state: «Quali sono i luoghi signifi- cativi della città di Genova?»; «Quali sono i valori territoriali aggiunti le- gati a tali luoghi?»; «Quali servizi on line occorre sviluppare per valoriz- zare questi luoghi?». Analisi percezioni utenti: siti culturali e valori aggiunti territoriali per Genova (A. Chiabai) I primi quattro incontri (7) organizzati con la metodologia dei blen- ded focus groups hanno coinvolto tre tipologie differenti di attori so- (6) I primi due blended focus groups si sono svolti nel mese di aprile del 2007 e hanno coinvol- to rispettivamente il primo i residenti, il secondo i turisti. I successivi sono stati svolti con service pro- viders locali e service providers esterni nel mese di ottobre del 2007. In tutto sono stati coinvolti 37 partecipanti (8 cittadini, 8 turisti, 11 service providers locali, 10 service providers esterni). Il quinto blended focus group si è svolto nel mese di febbraio 2008 e ha coinvolto 15 partecipanti di cui 7 re- sidenti, 3 turisti, 5 service providers. Anche in questo caso per il reclutamento dei partecipanti si è partiti dalla una lista definita dal gruppo di ricerca che poi è stata completata utilizzando il metodo della «palla di neve». Gli incontri si sono svolti a Genova presso la sede FEEM. (7) I primi quattro blended focus groups rispondevano agli stessi obiettivi e avevano la mede- sima struttura. Questi hanno permesso di individuare da un lato i luoghi più significativi della città di Genova e dall’altro i servizi on line da sviluppare per la loro valorizzazione. Il quinto focus group, con obiettivi e struttura differenti dai primi, ha permesso di selezionare, per ciascuno dei luoghi significativi della città, i servizi on line ritenuti prioritari.
  • 20. 238 Lorena Rocca, Aline Chiabai, Livio Chiarullo ciali (residenti, turisti, service providers, locali ed esterni) considerati portatori di punti di vista importanti per la gestione del patrimonio culturale della città di Genova. Le attività in presenza e i dibattiti avvia- ti on line all’interno del GeoBlog hanno permesso di far emergere quelli che sono i luoghi/beni culturali densi di valore e quindi più si- gnificativi. Il Porto Antico, la Lanterna, il Centro Storico, Via Garibaldi, Boccadasse, i giardini di Nervi, la chiesa di San Lorenzo sono i luoghi densi di valori scelti da almeno due delle tre categorie di attori coin- volti. In particolare il Porto Antico è stato riconosciuto il sito più turi- stico (44% delle preferenze), cuore storico della città di Genova. La Lanterna è percepito come simbolo della città. A esso viene associato un valore turistico e culturale (con il 66% delle preferenze). Il Centro Storico e Via Garibaldi (in cui si trova Palazzo Rolli riconosciuto patri- monio dall’UNESCO) sono visti da tutti come l’area in cui sono raccol- ti ed espressi i valori culturali della città. Boccadasse e i giardini di Nervi vengono visti come luoghi di denso valore ambientale e turisti- co. La chiesa di San Lorenzo, cattedrale della città e importante luogo di culto di Genova, infine, risulta essere densa di valore storico e so- ciale (in totale 58% delle preferenze). Una volta identificati e definiti i luoghi/siti culturali e i valori territo- ri annessi, il passo successivo è stato quello di capire qual è il livello di partecipazione e interattività che si richiede a un servizio on line per la valorizzazione dei beni culturali di Genova. Da questa analisi emerge come il gruppo dei servizi di tipo comunicativo è quello con- siderato maggiormente rilevante. Emerge cioè come il «cittadino del Web» percepisca sempre più la rete e le TIC anche come luogo virtua- le all’interno del quale comunicare con altri navigatori sui propri cam- pi di interesse e creare delle vere e proprie comunità virtuali che scambiano idee e conoscenze su temi specifici. Parallelamente si os- serva come il gruppo di servizi partecipativi on line sia ancora scarsa- mente preso in considerazione. L’utilizzo del Web per promuovere e avviare azioni concrete per lo sviluppo del territorio è preso in consi- derazione solo in modo marginale. La partecipazione on line è ancora vista con diffidenza. Nonostante vi sia una crescente richiesta a parte- cipare in modo attivo alle decisioni collettive, gli strumenti Web sono considerati non adatti per tale scopo forse anche a causa della non co- noscenza delle innumerevoli potenzialità del Web 2.0. Tali servizi an- drebbero quindi promossi ulteriormente anche dalle municipalità che per prime potrebbero trarre vantaggio da queste potenzialità collabo- rative della rete.
  • 21. Capire il territorio attraverso l’e-governance 239 Conclusioni (A. Chiabai) Il modello di e-governance adottato da ISAAC per la città di Genova rappresenta un sistema innovativo di analisi del territorio per l’elabora- zione di strategie di sviluppo e gestione basate sul consenso dei princi- pali attori sociali coinvolti nel processo. L’utilizzo delle TIC e del Web ha permesso infatti di implementare, in maniera efficace, un processo partecipativo a livello di comunità locali. L’approccio si basa sull’analisi delle preferenze degli utenti, metodo che normalmente si applica ai be- ni comunemente scambiati sul mercato. In questo senso, si tratta di un modello innovativo basato su un’analisi bottom-up. Il modello proposto ha permesso, in primo luogo, di identificare i siti culturali secondo le percezioni dei diversi attori sociali e di far affio- rare i valori intangibili legati al territorio incentrati sulla rappresentazio- ne e interpretazione personale degli stessi. In secondo luogo, sempre in base alle percezioni e preferenze individuali, si è definito il livello desiderato di partecipazione e interattività dei servizi on line. I risultati hanno dimostrato che, allo stato attuale, i servizi on line partecipativi sono purtroppo ancora visti con sospetto e scetticismo. Ciononostante il sito Web di e-governance proposto è stato riconosciu- to, dai diversi attori sociali, come un mezzo effettivo di comunicazione e di interazione con l’amministrazione pubblica. Gli esiti ottenuti suggeriscono quindi la necessità di un maggior sfor- zo da parte della comunità scientifica e delle amministrazioni pubbli- che nell’amplificare il raggio d’azione della governance e nell’attivare buone prassi in grado di promuovere l’accettazione e l’utilizzo degli strumenti partecipativi per la gestione del territorio. Comprendre le territoire par l’e-gouvernance : le cas de Gênes Les outils participatifs représentent un défi important pour les communautés locales afin de promouvoir un nouveau concept du territoire ; à l’époque numérique actuelle, les Technologies de l’Information et de la Communication et les services Web peuvent jouer un rôle crucial dans ce contexte. Cet article présente une approche méthodologique d’e-gouvernance utilisée dans un cas d’étude spécifique, construit pour une ville italienne, Gênes. L’étude fait partie d’un Projet Européen FP6 ISAAC « Integrated e-Services for Advanced Access to Heritage in Cultural Tourist Destinations ». La méthode est construite pour impliquer les différents acteurs sociaux (résidents, touristes, fournisseurs de services et décideurs publics) dans la gestion du terri- toire et des biens culturels et elle est basée sur les préférences des utilisateurs et la satisfac- tion des clients.
  • 22. 240 Lorena Rocca, Aline Chiabai, Livio Chiarullo Le modèle proposé a permis en premier lieu d’identifier les sites culturels sur la base des perceptions des différents acteurs sociaux et de reconnaître les valeurs intangibles liées au territoire basées sur l’interprétation personnelle. Deuxièmement, un niveau « désiré » de par- ticipation et d’interactivité des services en ligne a été défini, compte tenu des perceptions et des préférences individuelles. Les résultats démontrent que les modèles de participation en ligne ne sont pas encore suffisamment développés et reconnus par les différents acteurs sociaux. Les citoyens sont conscients du potentiel représenté par la Toile comme outil pour fournir des informations de manière passive. Promouvoir la communication entre les citoyens et l’administration publique est également apprécié ; à l’inverse, l’utilisation de la Toile pour améliorer les déci- sions sur le territoire et basée sur la participation reste encore à développer.
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