SlideShare une entreprise Scribd logo
1  sur  117
Télécharger pour lire hors ligne
RISCHI PROFESSIONALI
                                   RISCHI PROFESSIONALI
                                    IN AMBITO SANITARIO
                                    IN AMBITO SANITARIO




    Fisico                  Biologico
                             Biologico              Allergologico
                                                     Allergologico    Ergonomico
                                                                       Ergonomico                 Stress
                                                                                                   Stress             Chimico
                                                                                                                       Chimico
     Fisico
                          Epatite (HBV, HCV)        Dermatiti da     Patologie del Rachide     Sindrome del Burn    Gas Anestetici
Radiazioni Ionizzanti      Epatite (HBV, HCV)        Dermatiti da
                                                       contatto       Patologie del Rachide     Sindrome del Burn    Gas Anestetici
 Radiazioni Ionizzanti                                                                            Out
                                                         contatto
                                                       (latex)                                      Out
                          AIDS (HIV)                     (latex)
                           AIDS (HIV)                                                                               Farmaci Antiblastici
Campi                                                                Patologie del Polso                             Farmaci Antiblastici
 Campi                                                                Patologie del Polso       Mobbing
   Elettromagnetici       TBC                                                                    Mobbing
    Elettromagnetici       TBC                            Asma                                                      Detergenti /
Microclima                                                 Asma                                                      Detergenti /
 Microclima               Morbillo, Parotite,                                                                          Disinfettanti
                           Morbillo, Parotite,                       Patologie della Spalla    Lavoro a turni            Disinfettanti
                             Rosolia                                  Patologie della Spalla    Lavoro a turni
                              Rosolia                                                                               Solventi/acidi
                                                                                                                     Solventi/acidi
                         Scabbia, CMV,
                          Scabbia, CMV,
                            Streptococco,
                             Streptococco,                                                     Organizzazione
                            Stafilococco, Herpes                      Videoterminali            Organizzazione
                                                                                                  del Lavoro
                             Stafilococco, Herpes                      Videoterminali              del Lavoro
RISCHIO FISICO



Radiazioni Ionizzanti
Radiazioni Ionizzanti




             Campi Elettromagnetici
             Campi Elettromagnetici




                                Microclima
                                Microclima
Il Rischio Biologico
 La tematica del
 Rischio biologico (RB) negli
 ambienti di lavoro (Al Rischio
 biologico viene dedicato il Titolo X
 del D.Lgs. 81/2008)
è oggi di notevole attualità, per varie
 ragioni, tra cui principalmente:
Il Rischio Biologico: perché è
ritenuto attuale e importante

 per il miglioramento delle
 conoscenze in campo
 microbiologico,
 immunologico
 ed infettivologico
Il Rischio Biologico: perché
     è ritenuto attuale e
          importante
per la promulgazione, in Italia, dal 1994,
di Decreti legislativi ad hoc, nonché
l’emanazione nel 2000 di una specifica
Direttiva dell’Unione Europea (Direttiva
CEE/CEEA/CE n° 54 del 18/09/2000)
Il Rischio Biologico: perché
    è ritenuto attuale e
         importante

per la maggiore consapevolezza
circa il RB da parte delle varie figure
professionali preposte alle attività di
prevenzione nei luoghi di lavoro
Il Rischio Biologico: perché è
ritenuto attuale e importante
 per la maggiore percezione da
 parte dei lavoratori e, più in
 generale, degli utenti dei servizi
 sanitari
Il Rischio Biologico: perché è
 ritenuto attuale e importante
per l’elevato numero di lavoratori
potenzialmente esposti al RB in varie
attività lavorative
Il Rischio Biologico: Aspetti
 di particolare importanza

 tematiche della valutazione del
 rischio biologico, con la
 identificazione del ruolo dei vari
 soggetti aziendali: Datore di
 Lavoro, Medico Competente,
 Responsabile Servizio Prevenzione e
 Protezione, Rappresentante dei
 Lavoratori per la Sicurezza
Il Rischio Biologico: Aspetti di
    particolare importanza
modalità di effettuazione ed i
contenuti della sorveglianza sanitaria
Il Rischio Biologico: Aspetti di
    particolare importanza
la formulazione del giudizio di
idoneità. Fra i vari problemi: tutela
del solo lavoratore o anche di
eventuali terzi?
Il Rischio Biologico: Aspetti di
    particolare importanza

le modalità di raccolta di dati ai fini
epidemiologici
Il Rischio Biologico: Aspetti di
    particolare importanza
il rispetto della riservatezza dei dati
sanitari
Il Rischio Biologico: Aspetti di
    particolare importanza

il tema delle vaccinazioni
obbligatorie e di quelle consigliate
o opportune
Il Rischio Biologico: Aspetti di
    particolare importanza
di rilievo significativo è inoltre il tema
degli infortuni a RB ed il conseguente
rischio di infezione, per le problematiche
relative al follow-up, per i rilevanti costi
complessivi, sanitari e non sanitari,
derivanti dalla gestione dell’infortunio
Il Rischio Biologico: Aspetti di
    particolare importanza
la gestione del RB negli ambienti di
lavoro sanitario, con l’identificazione
dei ruoli di altre figure, ad esempio
della Direzione Medica di Presidio,
dell’Igienista e della necessità di
interagire per la tutela dei pazienti
ELENCO ESEMPLIFICATIVO DI ATTIVITA’
    LAVORATIVE CHE POSSONO COMPORTARE LA
             PRESENZA DI AGENTI MICROBICI
Industrie alimentari
Agricoltura
Attività in cui vi è contatto con animali e/o con prodotti di
origine animale
Servizi sanitari comprese unità di isolamento e postmortem
Laboratori clinici, veterinari e diagnostici, esclusi laboratori di
diagnosi microbiologica
Impianti di smaltimento rifiuti e di raccolta di rifiuti speciali
potenzialmente infetti
Impianti per la depurazione delle acque di scarico
Forze di Polizia
Vigili del Fuoco
Personale dedicato alle emergenze
Idraulici
DEFINIZIONE DI RISCHIO
      BIOLOGICO

 Con il termine di rischio biologico si
intende la possibilità che, in
seguito ad esposizione o
contatto con materiali vari,
costituiti per lo più da sangue
o da altri fluidi, contenenti
agenti biologici, un soggetto
possa      infettarsi   e   poi
ammalarsi.
AGENTE BIOLOGICO
              (Art. 267)


• Per agente biologico si intende qualsiasi
  microrganismo, anche se geneticamente
  modificato, coltura cellulare ed
  endoparassita umano che potrebbe
  provocare infezioni, allergie o intossicazioni.
MICROORGANISMO
      (Art.267)
• Per microrganismo si intende
  qualsiasi entità
  microbiologica, cellulare o
  meno, in grado di riprodursi o
  trasferire materiale genetico
COLTURA CELLULARE
         (Art.267)
•Per coltura cellulare
si intende il risultato della
crescita in vitro di cellule
derivate da organismi
pluricellulari
Malattia Infettiva
Storia della malattia
           infettiva

•Esposizione
•Trasmissione
•Replicazione/Infezione
•Malattia
PERICOLOSITÀ DEGLI AGENTI
             BIOLOGICI
Per quanto riguarda la classificazione degli agenti
  biologici, la loro pericolosità è caratterizzata da:
• infettività : capacità di un microrganismo di
  penetrare e moltiplicarsi nell’ospite;
• patogenicità: capacità di produrre malattia a
  seguito di infezione;
• trasmissibilità: capacità di un microrganismo di
  venire trasmesso da un soggetto infetto ad uno
  suscettibile;
• neutralizzabilità: disponibilità di efficaci
  misure profilattiche per prevenire la malattia o
  terapeutiche per la sua cura.
CLASSIFICAZIONE DEGLI AGENTI
             BIOLOGICI (Art.268)
A seconda del rischio di infezione per l’uomo, gli agenti
  biologici vengono suddivisi in quattro gruppi:
Gruppo 1: agenti con poca probabilità di causare malattie in soggetti umani

Gruppo 2: agenti che possono causare malattie nell’uomo e costituire un rischio per i
   lavoratori; è poco probabile che si propaghino nelle comunità; sono di
norma disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche (come ad es.
per S. Aureus, C. Tetani, B. Pertussis, N. Meningitidis, N. Gonorrhoeae)

Gruppo 3: agenti che possono causare malattie gravi
  nell’uomo e costituire un serio rischio per i lavoratori;
  possono propagarsi nella comunità, ma di norma sono
  disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche
  (come ad es. per HBV, HCV, HIV, S. Typhi)

Gruppo 4: agenti che possono provocare malattie gravi nell’uomo, costituire un serio
   rischio per i lavoratori, presentare un elevato rischio di propagazione nella
   comunità, non essendo disponibili di norma efficaci misure profilattiche o
   terapeutiche (come ad es. per Virus Ebola, Variola, Crimea-Congo).
Vie di trasmissione degli agenti
                 biologici:

           » AEREA
           » PARENTERALE (EMATICA)
           » CONTATTO
           » INGESTIONE




“Le vie di trasmissione dell’agente biologico
  condizionano il procedimento di valutazione dei
  rischi”
• Il rischio biologico
  rappresenta per
  tutti gli operatori
  sanitari (dai medici,
  agli infermieri, agli
  addetti ai
  laboratori di
  analisi, ecc.) uno
  dei rischi più
  frequenti e
  caratteristici.
• L’operatore sanitario è
  infatti costantemente a
  contatto diretto con
  materiali biologici (ad
  esempio sangue, saliva,
  altri fluidi, aerosol
  respiratori) nonché da
  materiali o strumenti
  che siano stati
  contaminati da sangue o
  da altre sostanze
  risultanti
  potenzialmente infette.
AGENTI BIOLOGICI
• Gli agenti biologici che tradizionalmente
  sono più frequente causa di rischio di
  trasmissione per le diverse mansioni
  sanitarie sono rappresentati da tre agenti a
  trasmissione ematica e uno a trasmissione
  aerea: HBV, HCV, HIV, Micobatterium
  Tubercolosis.
EVOLUZIONE
• HBV   anni ’70

• HIV   anni ’80


• HCV   anni ’90


•   ?   anni 2000
RISCHIO BIOLOGICO IN AMBITO SANITARIO
         modalità di trasmissione

 In ambiente sanitario sono due le modalità di
  In ambiente sanitario sono due le modalità di
 trasmissione:
  trasmissione:
⇒Nosocomiale (da paziente infetto a
⇒Nosocomiale (da paziente infetto a
   paziente, da ambiente a paziente, da operatore
   paziente, da ambiente a paziente, da operatore
 infetto a paziente.);
  infetto a paziente.);

⇒Occupazionale (da paziente infetto o da materiali
⇒Occupazionale (da paziente infetto o da materiali
 biologici contaminati di questo ad operatore);
 biologici contaminati di questo ad operatore);
ELEMENTI DI RISCHIO
– Di grande utilità, ai fini della
  valutazione del rischio, e’
  l’acquisizione di informazioni
  epidemiologiche relative al
  rischio infettivo in ambienti
  uguali o simili a quelli studiati
  confrontando con questi tipo,
  modalità e frequenza degli
  incidenti con tipo e frequenza
  delle infezioni verificatesi
Materiale più pericoloso
                            SANGUE

Categoria più a rischio     GLI INFERMIERI

Contatti più frequenti      QUELLI PERCUTANEI


Incidente più comune
                            LA PUNTURA
                            ACCIDENTALE

Dispositivi più coinvolti   LE SIRINGHE
                            MONOUSO

                            GLI AGHI CAVI PIENI
Dispositivi più rischiosi   DI SANGUE

Circostanza abituale        DURANTE L’USO
LA STIMA DEL RISCHIO
• La stima del rischio biologico non è
  certamente una operazione agevole per
  la presenza di numerose variabili
  difficilmente prevedibili (numero dei
  microrganismi, modalità di esposizione,
  suscettibilità del singolo).
STIMA DEL RISCHIO

• E’ possibile dare una dimensione a tale
  rischio con la seguente formula:

                R=PxExT
R = rischio di contrarre l’infezione
P = prevalenza dell’agente infettante
E = frequenza dell’esposizione efficace al
  pericolo (ovvero probabilità di avere un
  incidente)
T = efficacia di trasmissione dell’agente a
  seguito di una singola esposizione
Obblighi del datore di lavoro
• Valutazione del rischio
• Attuazione misure tecniche,
  organizzative, procedurali e igieniche,
  per evitare ogni esposizione degli
  stessi ad agenti biologici.- Precauzioni
  standard
• Messa a disposizione dei DPI
• Informazioni e formazione
• Sorveglianza sanitaria preventiva,
  periodica e post-esposizione, profilassi
  vaccinale.
Lavaggio mani        Decontaminazione
                                  strumenti



                     PRECAUZIONI
Tutti i pazienti
                      STANDARD
potenzialmente
    infetti

                                    Contenitori
                                    per raccolta
                      D.P.I.
                      N.P.D.
Dispositivo per prelievi ed
 infusioni con sistema di
   sicurezza integrato
    Figura 1              Figura 2




               Figura 3
Siringa monouso con
 sistema di sicurezza
      integrato
Figura 1                Figura 2




           Figura 3
La Sorveglianza Sanitaria negli
    operatori sanitari esposti a RB
• Accertamenti preventivi

• Accertamenti periodici

• Accertamenti straordinari a seguito di
  esposizioni professionali (profilassi post-
  esposizione)
VACCINAZIONI

E’ compito del Medico Competente:
• Prescrivere vaccini efficaci per i lavoratori non immuni
• Informare i lavoratori circa vantaggi ed inconvenienti sia della
  vaccinazione che della non vaccinazione

               Linee guida SIMLII-ISPESL
RACCOMANDATE PER TUTTI GLI               RACCOMANDATE IN CASI
           OS                                 PARTICOLARI
          HBV                                     TBC
    Morbillo, Parotite, Rosolia                      HAV
            Varicella                               Tifo
            Influenza

     La vaccinazione non deve essere considerata come alternativa
  a misure di contenimento ma come una misura di sicurezza ulteriore
RISCHIO ALLERGOLOGICO




     Latice e guanti
     Latice e guanti
RISCHIO ALLERGOLOGICO: GUANTI IN LATICE


⇒ Additivi chimici utilizzati nei processi di produzione:
⇒ Additivi chimici utilizzati nei processi di produzione:
  acceleranti (tiurami, carbamati, ecc), antiossidanti
   acceleranti (tiurami, carbamati, ecc), antiossidanti
 (derivati perafenilendiamina, ecc), vulcanizzanti
  (derivati perafenilendiamina, ecc), vulcanizzanti
 (benzoile perossido ecc)
  (benzoile perossido ecc)


⇒ Lubrificanti / Rivestimenti interni:
⇒ Lubrificanti / Rivestimenti interni:
  amido di mais, carbonato di calcio, polietilen-
   amido di mais, carbonato di calcio, polietilen-
 silicone,
 silicone,    polimeri acrilici, rivestimenti
              polimeri acrilici, rivestimenti
 poliuretanici.
 poliuretanici.
RISCHIO ALLERGOLOGICO: LATICE


⇒Latice o gomma naturale (emulsione contenente per
⇒Latice o gomma naturale (emulsione contenente per
 il 30-35% un polimero naturale = cis 1-4polisoprene,
  il 30-35% un polimero naturale = cis 1-4polisoprene,
 3% di grassi, 2% di proteine, 60-65% di acqua)
  3% di grassi, 2% di proteine, 60-65% di acqua)


PREVALENZA DI SENSIBILIZZAZIONE NEL PERSONALE
PREVALENZA DI SENSIBILIZZAZIONE NEL PERSONALE
SANITARIO: 8-12%
SANITARIO: 8-12%
Manufatti in
Guanti, palloni ambu, maschere
per anestesia, tubi endotracheali,
                                         latex:
cateteri, circuito per anestesia,       comparto
cannule intravenose, di Mayo,           sanitario
lacci emostatici, cerotti, barriere
interdentali, siringhe, deflussori,
drenaggi,                 elettrodi,
sfigmomanometro,        apparecchi
ortodontici, stetoscopi, sondini
nasali, occhiali di protezione,
respiratori facciali, grembiuli
protettivi, contagocce per colliri,
        tappini flaconi dei farmaci
etc.
Patologie allergiche da latex
• Orticaria da
  contatto
• Orticaria
  generalizzata
• DC immediata
  (Protein contact
  dermatitis)
• Manifestazioni
           respiratorie
  (oculorinite,asma
  bronchiale)
Prevenzione
• Eliminazione o riduzione dei
  manufatti in latice
• Inteventi sia per pazienti che per
  lavoratori
• Screening per i pazienti e percorsi
  safety free e safety safe
• Sorveglianza sanitaria preventiva e
  periodica per i lavoratori con
  limitazioni alla mansione specifica
Movimentazione manuale dei carichi
Si intende per movimentazione manuale dei carichi le operazioni
di trasporto o di sostegno di un carico ad opera di uno o più
lavoratori, comprese le azioni del sollevare, deporre, spingere,
tirare, portare o spostare un carico che, per le loro
caratteristiche o in conseguenza delle condizioni ergonomiche
sfavorevoli, comportano tra l'altro rischi di lesioni dorso-lombari.
    Normate nel D.Lgs. 81/08 in materia di Sicurezza sul
    Lavoro
    Al TITOLO VI e ALLEGATO XXXIII
•   RISCHIO DA MMC E’ UBIQUITARIO E CAUSA SPESSO
    DISTURBI AL RACHIDE E LOMBALGIA


•   IL MAL DI SCHIENA, NELL’ARCO DELLA VITA , INTERESSA
    CIRCA IL 70% DELLA POPOLAZIONE; DI QUESTA, CIRCA
    IL 25% SVILUPPA EPISODI DI SCIATALGIA.


•   GLI INFORTUNI DA M.M.C E P. SONO AI PRIMI POSTI
    NELLA GRADUATORIA DEGLI INFORTUNI LAVORATIVI E
    ANCHE LE MP DA MMC SONO AI PRIMI POSTI.


•   LA CATEGORIA DEGLI INFERMIERI RISULTA LA PIU’
    ESPOSTA, SIA PER QUANTO RIGUARDA LE MALATTIE
    DELLA COLONNA, CHE PER QUANTO CONCERNE GLI
    INFORTUNI DA M.M.C E PAZIENTI
MAL DI SCHIENA: fattori di
         rischio

I fattori di rischio per la colonna vertebrale
evidenziati dagli studi sperimentali e statistico-
epidemiologici sono rappresentati da:
-  Movimentazione manuale dei carichi
-  Vibrazioni trasmesse a tutto il corpo (WBV)
-  Posture incongrue (fisse / protratte)
-  Movimenti e torsioni abnormi del tronco
Caratterizzazione e
  valutazione del rischio
• La prevenzione del rischio di patologie da
  sovraccarico biomeccanico, in particolare
  dorso-lombari, connesse alle attività
  lavorative di movimentazione manuale dei
  carichi dovrà considerare, in modo
  integrato, il complesso degli elementi di
  riferimento e dei fattori individuali di
  rischio (ALLEGATO XXXIII d.Lgs 81/08)
ELEMENTI DI RIFERIMENTO

• 1. CARATTERISTICHE DEL CARICO
• La movimentazione manuale di un carico può costituire un
    rischio di patologie da sovraccarico biomeccanico, in
    particolare dorso-lombari nei seguenti casi:
• il carico è troppo pesante;
• è ingombrante o difficile da afferrare;
• è in equilibrio instabile o il suo contenuto rischia di spostarsi;
• è collocato in una posizione tale per cui deve essere tenuto o
    maneggiato a una certa distanza dal tronco o con una
    torsione o inclinazione del tronco;
• può, a motivo della struttura esterna e/o della consistenza,
    comportare lesioni per il lavoratore, in particolare in caso di
    urto.
• 2. SFORZO FISICO RICHIESTO
• Lo sforzo fisico può presentare rischi di patologie
   da sovraccarico biomeccanico, in particolare
   dorso-lombari nei seguenti casi:
• è eccessivo;
• può essere effettuato soltanto con un movimento
   di torsione del tronco;
• può comportare un movimento brusco del carico;
• è compiuto col corpo in posizione instabile.
•      3. CARATTERISTICHE DELL’AMBIENTE DI LAVORO
•      Le caratteristiche dell'ambiente di lavoro possono aumentare le
       possibilità di rischio di patologie da sovraccarico biomeccanico, in
       particolare dorso-lombari nei seguenti casi:
•   lo spazio libero, in particolare verticale, è insufficiente per lo
       svolgimento dell'attività richiesta;
•   il pavimento è ineguale, quindi presenta rischi di inciampo o è
       scivoloso
•   il posto o l'ambiente di lavoro non consentono al lavoratore la
       movimentazione manuale di carichi a un'altezza di sicurezza o in
       buona posizione;
•   il pavimento o il piano di lavoro presenta dislivelli che implicano la
       manipolazione del carico a livelli diversi;
•   il pavimento o il punto di appoggio sono instabili;
•   la temperatura, l'umidità o la ventilazione sono inadeguate.
• 4. ESIGENZE CONNESSE ALL’ATTIVITÀ
• sforzi fisici che sollecitano in particolare la
   colonna vertebrale, troppo frequenti o troppo
   prolungati;
• pause e periodi di recupero fisiologico
   insufficienti;
• distanze troppo grandi di sollevamento, di
   abbassamento o di trasporto;
• un ritmo imposto da un processo che non può
                      essere modulato dal
   lavoratore.
FATTORI INDIVIDUALI DI
                RISCHIO
•   Fatto salvo quanto previsto dalla normativa vigente in tema di tutela e
    sostegno della maternità e di protezione dei giovani sul lavoro, il lavoratore
    può correre un rischio nei seguenti casi:
•   indumenti, calzature o altri effetti personali inadeguati portati dal
    lavoratore;
•   fattori ormonali (menopausa)
•   costituzione fisica (sovrappeso, obesità, patologie congenite colonna)
•   gravidanze portate a termine
•   pratica di alcune attività sportive (rugby, soll.pesi)
•   pregressi fratture e/o traumi vertebrali, bacino
•   insufficienza o inadeguatezza delle conoscenze o della formazione o
    dell’addestramento
•   FATTORI PSICOSOCIALI :
    - INSODDISFAZIONE LAVORATIVA
    - CONFLITTO TRA VITA LAVORATIVA ED EXTRALAVORATIVA
    - INSODDISFAZIONE PER IL PROPRIO TEMPO   LIBERO
     DATI STATISTICI EVIDENZIANO COME UN 5% RISENTA DEGLI ASPETTI PSICOLOGICI
Etiopatologia del danno al
         rachide
• Una parte rilevante del rischio è
  determinata dal carico sui dischi
  intervertebrali
Carico sui dischi lombari
•Il carico è determinato anche dalla postura
Carico sui dischi vertebrali nelle diverse posture
Il personale sanitario
addetto all’assistenza dei pazienti
(infermieri, ausiliari, ecc.)
risulta nella letteratura scientifica nazionale
ed internazionale tra le
categorie lavorative maggiormente affette
da disturbi acuti o cronici del rachide lombare.
Prevalenze standardizzate di LBP (Low-back pain
sindrome)




Tratto da: dott. E. Occhipinti - Ergonomia della Movimentazione dei pazienti – Alba 17÷19 maggio 2006
Carico discale per operatori sanitari:

Misure di carichi lombosacrali durante manovre di sollevamento o
trasferimento di pazienti non collaboranti (NC)
(Limite Azione 350 kg; Limite Massimo 650 kg)




      Tratto da: dott. E. Occhipinti - Ergonomia della Movimentazione dei pazienti – Alba 17÷19 maggio 2006
Carico discale per operatori sanitari:

  Trasferimento da letto a carrozzina
  (paziente Non Collaborante – 70 kg)




  Tratto da: dott. E. Occhipinti - Ergonomia della Movimentazione dei pazienti – Alba 17÷19 maggio 2006
METODI DIVALUTAZIONE DEL RISCHIO
 DA MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI
     CARICHI E DEI PAZIENTI


     VALUTAZIONE DEL RISCHIO

                  AZIONI DI TRASPORTO - TRAINO - SPINTA
                      SCHEDE DI SNOOK - CIRIELLO

                        SOLLEVAMENTO OGGETTI
                           MODELLO NIOSH

                  MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI PAZIENTI
                             INDICE MAPO
OPERAZIONI DI
   TRASPORTO - TRAINO E
         SPINTA

• Il rischio si valuta con il Metodo Snook-Cirello
• SI VALUTANO LE FORZE ESERCITATE CON
  L’INTERO CORPO, ESPRESSE IN KG., DI
  CARRELLI – TRASPALLET - LETTI -
  APPARECCHIATURE ECC.


• LA RILEVAZIONE AVVIENE TRAMITE
  DINAMOMETRO I DATI INTERESSANO LA
  MASSIMA FORZA INIZIALE E LA
  MASSIMA FORZA DI MANTENIMENTO.
SNOOK E CIRIELLO
    DEFINISCE IL MASSIMO SFORZO (FI- FM)
    RACCOMANDABILE IN RELAZIONE A:

•   SESSO
•   FREQUENZA DI AZIONE
•   PERCORSO
•   ALTEZZA DELLE MANI DA TERRA
    DURANTE L’AZIONE
RISCHIO DA MOVIMENTAZIONE
             MANUALE DEI CARICHI
             OPERAZIONI DI SOLLEVAMENTO OGGETTI
                       MODELLO NIOSH

•   KG                     X   ( PESO RACCOMANDATO OTTIMALE)
•   FATTORE ALTEZZA        X   (ALTEZZA DELLE MANI DA TERRA)
•   FATTORE DISLOCAZIONE   X   (DISTANZA VERTICALE DEL PESO)
•   FATTORE ORIZZONTALE    X   (DISTANZA MASSIMA DEL PESO

                                         DAL CORPO)
•   FATTORE ASIMMETRIA     X   (DISLOCAZIONE ANGOLARE DEL

                                         PESO)
•   FATTORE FREQUENZA      X   (FREQUENZA DEGLI ATTI AL
                                         MINUTO)
•   FATTORE PRESA          X   (GIUDIZIO SULLA PRESA DEL

                                         CARICO)
RISCHIO DA MOVIMENTAZIONE MANUALE
                DEI CARICHI


 
 
 
 
 
 
 
73
    RISCHIO DA MOVIMENTAZIONE MANUALE
                DEI CARICHI
                       INDICE DI SOLLEVAMENTO

•   I. S. < 0,75                    RISCHIO TRASCURABILE


•   I. S.     0,75 – 1,25          LIVELLO DI ATTENZIONE
                                    ATTIVARE LA SORVEGLIANZA
                                    SANITARIA
                                    CON PERIODICITA’ TRIENNALE E
                                    FORMAZIONE.
•   I. S. >   1,25                            R I S C H I O
                                  - PREVENZIONE PRIMARIA
                                  - PRIORITA’ A SITUAZIONI CON I. S

                                    PIU’ ELEVATO
                                  - SORVEGLIANZA SANITARIA
                                    ANNUALE
                                  - FORMAZIONE ED ADDESTRAMENTO
Indice sintetico di esposizione
MAPO
Movimentazione Assistita Pazienti Ospedalizzati*



 La metodologia di valutazione MAPO è stata proposta nel
 1999 dall’Unità di ricerca EPM (Ergonomia della Postura e del
 Movimento - Clinica del Lavoro L. Devoto, Università degli studi di
 Milano).




* Vedi Monografia: La medicina del Lavoro maggio 1999; 90, 2: 152-172
La logica sottesa nell’indice sintetico di esposizione MAPO
MAPO: dove è applicabile?
Può essere applicato
     - ai reparti di degenza

Scarsamente applicabile
(per sotto o sovrastima del rischio MMP)
                 - ai reparti di:
Rianimazione
Geriatria
Psichiatria
MAPO Cosa valuta?
 Il rischio complessivo cui è esposto il personale di assistenza
(Infermieri, Ausiliari, ecc.) senza   distinguere la qualifica;

 Il rischio complessivo derivante da azioni di movimentazione
manuale di carichi/oggetti viene considerato residuale.
 Il rischio complessivo derivante da azioni di traino e spinta
viene considerato trascurabile.

 La valutazione deve essere ripetuta per ogni singolo
reparto.
MAPO: Contenuti dei dati raccolti per la
valutazione del rischio

Carico assistenziale (n° letti, n° e tipo operatori,        Colloquio
n° pazienti non autosufficienti nel reparto di degenza e nel Caposala:
periodo di osservazione);
                                                             I^ parte
                                                             scheda
   Tipo e grado di disabilità (pz. totalmente o Rilevazione
parzialmente non collaboranti);
Formazione specifica degli operatori (effettuata/non eff. ,
inadeguata).

Attrezzature    in dotazione (ausili per la movimentazione Sopralluogo:
dei pazienti);                                             II^ parte
                                                           scheda
Caratteristiche                  strutturali        degli rilevazione
ambienti (camere di degenza, bagni, ecc.);
MAPO Cosa non valuta?
 Non prevede una valutazione “personalizzata” per il singolo
operatore;

 Non tiene conto del sesso del lavoratore;

 Non viene considerata l’anzianità lavorativa del singolo
operatore;

 Non prevede un’analisi (quali-quantitativa) delle
eventuali posture incongrue assunte dall’operatore durante la
movimentazione dei pazienti.

 Non valuta i fattori psicosociali
Indice di esposizione sintetico MAPO
Indice Mapo                      Esposizione
   0 ÷ 1,5                      Trascurabile
              Esposizione Media: piano di intervento a
              medio/lungo termine. Azioni:
  1,51 ÷ 5     Dotazione di attrezzature
               Sorveglianza sanitaria
               Formazione
              Esposizione Elevata: piano di intervento a breve
              termine. Azioni:
    >5         Dotazione di attrezzature
               Sorveglianza sanitaria
               Formazione
Aspetti preventivi
• Sorveglianza Sanitaria
• Formazione, informazione e
  addestramento
• Misure preventive tecniche e
  organizzative
• Art. 168 Obblighi dei datori di lavoro
a) organizza I posti di lavoro in modo che la
   movimentazione dei carichi assicuri le condizioni di
   sicurezza e salute;

b) valuta, se possibile anche in fase di progettazione, le
   condizioni di sicurezza e di salute connesse la lavoro in
   questione tenendo conto dell’ allegato XXXIII;

c) evita o riduce I rischi, particolarmente di patologie dorso
   lombari, adottando le misure adeguate, tenendo conto in
   particolare dei fattori di rischio individuali, delle
   caratteristiche dell’ambiente di lavoro e delle esigenze che
   tale attività comporta in base all’alleago XXXIII;

d) sottopone i lavoratori alla sorveglianza sanitaria di cui
   all’art.41, sulla base della valutazione del rischio e dei
   fattori individuali di rischio di cui all’allegato XXXIII
Sorveglianza sanitaria
Il decreto 81/08 prevede che il datore di lavoro faccia sottoporre
a sorveglianza sanitaria gli addetti ad attività di movimentazione
manuale di carichi dal medico competente. Comprende:

1) Accertamenti sanitari preventivi al fine di valutare
l’eventuale presenza di controindicazioni al lavoro
specifico.
2) Accertamenti sanitari periodici al fine di controllare
lo stato di salute del lavoratore. Il medico competente
può avvalersi, per motivate ragioni, della collaborazione
di medici specialisti scelti dal datore di lavoro che ne
sopporta gli oneri.
Si conclude con una diagnosi e il giudizio di idoneità
alla mansione specifica
•Informazione, formazione e addestramento
1. Il datore di lavoro fornisce ai lavoratori informazioni, in
particolare per quanto riguarda:
a) il peso e le altre caratteristiche del carico
movimentato;
b) Il datore di lavoro assicura ai lavoratori una
formazione adeguata in relazione ai rischi lavorativi e
alle modalità di corretta esecuzione delle attività.
2. Il DL fornisce ai lavoratori l’addestramento adeguato
in merito alle corrette manovre e procedure nella mmc
Dotazione di attrezzature:
• Sollevatori (fattore):
  disponibilità numerica, tipo e
  caratteristiche degli accessori.
  Deve essere indagato se la
  dotazione risulta congrua
  rispetto alle esigenze o se vi
  siano motivi di scarsa
  utilizzazione




• Ausili minori: eventuale
  dotazione di ausili quali “teli ad
  alto scorrimento”, cintura
  ergonomica, tavolette, rulli.
Dotazione di attrezzature:

• Sollevatori o altri ausili per le
  operazioni di igiene del pz.:
  barella-doccia, vasca o doccia
  attrezzata, sedile sollevatore
  per vasca fissa.


• Carrozzine: numero totale,
  stato di manutenzione,
  frenabilità, rimovibilità dei
  braccioli e del poggiapiedi,
  l’altezza dello schienale, e la
  larghezza totale della
  carrozzina
Caratteristiche degli ambienti di lavoro


• Bagni: presenza di doccia o vasca, larghezza della porta di
  accesso, modalità di apertura, gli spazi liberi, eventuale
  presenza di ingombri per l’utilizzazione di ausili e/o
  carrozzine, altezza del WC e la presenza di maniglioni
  laterali.
• Camere di degenza: caratteristiche relative agli spazi
  operativi (spazi esistenti fra i letti e al fondo letto, spazio
  occupato dal comodino, presenza di eventuali ingombri
  rimovibili); caratteristiche dei letti (altezza, presenza di
  ruote e caratteristiche delle spondine, comandi di
  regolazione,altezza libera presente sotto il letto per
  l’eventuale accesso di ausili; poltrone utilizzate dai pz. non
  autosufficienti e altezza del piano sedile
• Operazioni sussidiarie di
  movimentazione (traino, spinta)
  Caratteristiche degli accessi, dei percorsi
  effettuati e delle barelle in dotazione.
IL RISCHIO DA
      STRESS LAVORO-CORRELATO

• ACCORDO EUROPEO STRESS SUL LAVORO (8/10/2004)

• DECRETO LEGISLATIVO N.81 APRILE 2008

 Art.15 prescrive il rispetto dei principi ergonomici “anche
 per il lavoro monotono e ripetitivo”


 Titolo VII (VDT) prevede la valutazione dell’affaticamento
 mentale “ai fini della valutazione del rischio”
LO STRESS LAVORO-CORRELATO
            Di cosa stiamo parlando
•Contrariamente a quanto comunemente si crede, lo stress non è una malattia, ma
una modalità fisiologica di adattamento (eustress o stress positivo).

•Alla metà degli Anni 50, Hans Selye lo definì come la “sindrome generale di
adattamento alle sollecitazioni/richieste (stressor) dell’ambiente”, necessario alla
sopravvivenza e alla vita. Lo stress, infatti, è la risposta complessa prodotta da un
soggetto, nell’interazione con l’ambiente: senza stress, diceva Selye, c’è la morte.

•Ciascuno di noi, in maniera del tutto soggettiva, in virtù del patrimonio ereditario e
delle esperienze vissute, filtra le diverse richieste compensando individualmente lo
stimolo stressogeno.
•“Per fronteggiare le situazioni, l’individuo mette in atto le proprie strategie
comportamentali che vanno sotto il nome di coping (in italiano si potrebbe tradurre
col termine cavarsela). Gli stili di coping dipendono appunto dalle caratteristiche
del soggetto e dalle esperienze personali. Da ciò consegue la
soggettività/individualità nella risposta di stress” (ISPESL, 2002).
LO STRESS LAVORO-CORRELATO
          Di cosa stiamo parlando

•Tuttavia, in condizioni particolari, la risposta di adattamento può divenire
disfunzionale, ossia non è più in grado di soddisfare l’obiettivo (in questo caso si
parla di distress o stress negativo).

•Questo può verificarsi o perché le richieste sono eccessivamente intense o
perché durano troppo a lungo, superando quindi le possibilità di compensazione
del soggetto.

Lo stress può colpire qualsiasi luogo di lavoro e lavoratore, indipendentemente
dalle dimensioni dell’azienda, dal settore di attività, dal livello gerarchico o dalla
tipologia del rapporto di lavoro.
Perciò, ferma restando la definizione di Selye, riconosciuta da tutta la comunità
scientifica, generalmente si tende a focalizzare l’attenzione sull’aspetto
disfunzionale del fenomeno soprattutto per le conseguenze negative che
comporta, sia a livello personale che delle imprese e della società tutta.
RISCHI PSICOSOCIALI

I Rischi Psicosociali possono incidere sia sulla salute
fisica che psichica in modo diretto ed indiretto, attraverso
l’esperienza di stress.



Gli effetti dei Rischi Psicosociali possono essere
identificati:
                           STRESS

                           BURNOUT

                           MOBBING
RISCHI PSICOSOCIALI

                            STRESS
• Lo stress è il secondo problema di salute legato all’attività
  lavorativa riferito più frequentemente in Europa

• Lo stress interessa più di un lavoratore europeo su quattro

• Dagli studi condotti emerge che una percentule compresa tra
  il 50% e il 60% di tutte le giornate lavorative perse è dovuta
  allo stress

• Nel 2002 il costo economico dello stress legato all’attività
  lavorativa nell’UE a 15 stati era di circa 20 Milioni di EUR

• Il numero di persone che soffrono di stress legato all’attività
lavorativa è destinato ad aumentare
                                   http://osha.europa.eu/topics/stress
ALCUNE DEFINIZIONI DI STRESS



• E’ un fenomeno arcaico così come la reazione che provoca è la
“ risposta aspecifica dell’organismo ad ogni richiesta di
modificazione effettuata su di esso”. (Selye 1935)



Lo stress è quindi la risposta di adattamento che
permette all’organismo di fronteggiare le
situazioni che si presentano quotidianamente.
LO STRESS LAVORO-CORRELATO
               Altre Definizioni
“Reazioni fisiche ed emotive dannose che si manifestano quando le richieste
lavorative non sono commisurate alle capacità, alle risorse o alle esigenze dei
lavoratori” (National Institute for Occupational Safety and Health, NIOSH, 1999).

“Lo stress si manifesta quando le persone percepiscono uno squilibrio tra le
richieste avanzate nei loro confronti e le risorse a loro disposizione per far fronte a
tali richieste” (European Agency for Safety and Health at Work, 2000).

“… Lo stress non è una malattia, ma una situazione di prolungata tensione può
ridurre l’efficienza sul lavoro e può determinare un cattivo stato di salute.
Lo stress lavoro correlato può essere causato da fattori diversi come il contenuto
del lavoro, l’eventuale inadeguatezza nella gestione dell’organizzazione del lavoro
e dell’ambiente di lavoro, carenze nella comunicazione, ecc.” ( Accordo Quadro
Europeo, 2008, art. 3).
• IL PASSAGGIO DALLA TENSIONE
  (STRESS) ALLO STRAPPO (STRAIN)
  DISTINGUE        L’ EUSTRESS DAL
  DISTRESS E A LIVELLO SOGGETTIVO
  SEGNA IL PASSAGGIO DAL
       BENESSERE AL MALESSERE.
                     MALESSERE
• ESSENDO GLOBALI, MOLTE REAZIONI
  PSICOFISICHE SONO IDENTICHE IN
  SITUAZIONI POSITIVE E NEGATIVE, E’
  LA LETTURA CHE NE DA IL SOGGETTO
  CHE LE TIPIZZA
Quando le pressioni che agiscono sulle
EUSTRESS    persone rientrano all’interno di un limite
            tollerabile
                   Reazione armoniosa:
                     Stress positivo




DISTRESS:
            Quando per un periodo più o meno lungo si
            è sottoposti a situazioni che superano la
            propria capacità di farvi fronte
                   Reazione distruttiva:
                     Stress negativo
Nel processo di adattamento all’ambiente si possono individuare:

             3 fasi dello stress
 FASE DI ALLARME: l’organismo reagisce agli stressors
 Attraverso la mobilitazione delle energie difensive: reazione
 di attivazione

 FASE DI RESISTENZA: precario equilibrio delle difese allertate
 precedentemente/ consente un adattamento massimo/ si attiva
 se gli stressors sono prolungati e intensi

 ESAURIMENTO FUNZIONALE: fase di perdita graduale
 della capacita’ di adattamento allo stressor insorgenza
           di patologie psicosomatiche di vario tipo
LO SVILUPPO DELLA
         SINDROME GENERALE DI ADATTAMENTO



LIVELLO DI
ATTIVAZIONE


soglia




   FASE DI     FASE DI RESISTENZA   FASE DI
   ALLARME                            ESAURIMENTO
Occupazioni maggiormente stressanti
 (University of Manchester,1987)
      1.    Minatori (8.3)
      2.    Agenti di polizia (7.7)
      3.    Agenti di custodia carceraria (7.5)
      4.    Lavoratori delle costruzioni (7.5)
      5.    Piloti di aereo (7.5)
      6.    Giornalisti (7.5)
      7.    Dentisti (7.3)
      8.    Attori (7.2)
      9.    Medici (6.8)
      10.   Operatori radiotelevisivi (6.8)
      11.   Infermieri (6.5)
U T
      -O
   RN
BU
BURNOUT
         ( da to burn,bruciare)




Condizione di completo esaurimento
fisico ed emotivo in seguito alla
esposizione duratura ad una situazione
lavorativa stressogena
Il BURNOUT insorge più frequentemente quando…

 In soggetti motivati con aspettative maggiori riguardo al lavoro
                                                  (Maslach 1976)
 La sindrome è provocata dal continuo contatto con persone
portatrici di sofferenza, sia fisica che sociale:

INTERAZIONE sociale               STRESS
Operatore- Cliente
(investimento emotivo)




                                         Job Burnout
 Infermieri,
                             Fenomeno che può verificarsi in
 Medici,
                             qualsiasi contesto organizzativo
 Psicologi

 Insegnanti
                             Rapporto Professionista – Lavoro
 poliziotti
                                       (Maslach e Leiter, 1999)
BI NG
   M OB
IL
MOBBING

“Fenomeno caratterizzato da violenze morali e
psicologiche messe in atto nei confronti di uno o
più lavoratori da parte dei colleghi o dei
superiori”.

                        (Leymann,1990; Zapf, Knorz e
      Kulla,1996;              Einarsen,2000; Hoel e
                                        Cooper,2000)
Etimologia del termine “mobbing”


• Il termine mobbing
  deriva dal verbo inglese:
  “to mob” che significa
  “ledere”, “aggredire”.
Etimologia del termine
             “mobbing”
• In Etologia “To mob”= l’attacco
  collettivo di una moltitudine di animali
  più deboli contro il più forte

• In psicologia/diritto/medicina “il
  mobbing” è la persecuzione psicologia
  nell’ ambiente di lavoro.
La conseguenza finale
      del Mobbing è

     l’estromissione

fisica o morale del soggetto
      dal posto di lavoro
… e ancora


MOBBING ORIZZONTALE     MOBBING VERTICALE




  sono i                le attività
  comportamenti         mobbizzanti sono
  aggressivi tra pari   esercitate dal
  grado e quindi        sottoposto verso il
  perpetrati            superiore gerarchico
  orizzontalmente tra   o viceversa.
  colleghi
PATOLOGIE STRESS CORRELATE
IL MOBBING NON È UNO STATO MA UN MECCANISMO


La violenza morale si manifesta
   attraverso attacchi contro:
           la persona
          la funzione
            il ruolo
           lo status
VALUTAZIONE DEI RISCHI COME
    PASSAGGIO FONDAMENTALE PER
    MISURE PREVENTIVE DEI RISCHI
           PSICO-SOCIALI
                 In ambito preventivo abbiamo:
                    INTERVENTI PRIMARI:
•organizzazione del lavoro e aspetti ergonomici del
lavoro(stressori);
                  INTERVENTI SECONDARI :
•per migliorare attraverso interventi formativi le conoscenze
dei lavoratori in rapporto ai rischi stress correlati
(contenimento degli effetti negativi)
                   INTERVENTI TERZIARI:
    Controllo della gravità del danno mediante interventi di
assistenza ai lavoratori (contenimento della gravità del danno)

Contenu connexe

Tendances

Rischio chimico e_cancerogeno
Rischio chimico e_cancerogenoRischio chimico e_cancerogeno
Rischio chimico e_cancerogeno
Lorenzo Bracaloni
 

Tendances (20)

Rischio chimico e_cancerogeno
Rischio chimico e_cancerogenoRischio chimico e_cancerogeno
Rischio chimico e_cancerogeno
 
OSS II - Prima lezione
OSS II - Prima lezioneOSS II - Prima lezione
OSS II - Prima lezione
 
Tutela della Salute e Sicurezza nei Luoghi di Lavoro
Tutela della Salute e Sicurezza nei Luoghi di LavoroTutela della Salute e Sicurezza nei Luoghi di Lavoro
Tutela della Salute e Sicurezza nei Luoghi di Lavoro
 
Slide corso sicurezza
Slide corso sicurezzaSlide corso sicurezza
Slide corso sicurezza
 
Sicurezza sul Lavoro: dlsg 81/2008
Sicurezza sul Lavoro: dlsg 81/2008Sicurezza sul Lavoro: dlsg 81/2008
Sicurezza sul Lavoro: dlsg 81/2008
 
igiene
 igiene igiene
igiene
 
Rischio incendio, di Veronica Galli
Rischio incendio, di Veronica GalliRischio incendio, di Veronica Galli
Rischio incendio, di Veronica Galli
 
informazione, formazione addestramento all'uso delle attrezzature di lavoro
informazione, formazione addestramento all'uso delle attrezzature di lavoroinformazione, formazione addestramento all'uso delle attrezzature di lavoro
informazione, formazione addestramento all'uso delle attrezzature di lavoro
 
Formazione generale lavoratori
Formazione generale lavoratoriFormazione generale lavoratori
Formazione generale lavoratori
 
Sicurezza e salute nei luoghi di lavoro
Sicurezza e salute nei luoghi di lavoroSicurezza e salute nei luoghi di lavoro
Sicurezza e salute nei luoghi di lavoro
 
La valutazione dei rischi e il documento di valutazione dei rischi
La valutazione dei rischi e il documento di valutazione dei rischiLa valutazione dei rischi e il documento di valutazione dei rischi
La valutazione dei rischi e il documento di valutazione dei rischi
 
OSS II - Seconda lezione
OSS II - Seconda lezioneOSS II - Seconda lezione
OSS II - Seconda lezione
 
STRESS LAVORO-CORRELATO, MOBBING, BURNOUT - Dott. Nicola Armenise Psicologo d...
STRESS LAVORO-CORRELATO, MOBBING, BURNOUT - Dott. Nicola Armenise Psicologo d...STRESS LAVORO-CORRELATO, MOBBING, BURNOUT - Dott. Nicola Armenise Psicologo d...
STRESS LAVORO-CORRELATO, MOBBING, BURNOUT - Dott. Nicola Armenise Psicologo d...
 
LA SINDROME DA BURN-OUT
LA SINDROME DA BURN-OUTLA SINDROME DA BURN-OUT
LA SINDROME DA BURN-OUT
 
B3 Rischio chimico def
B3 Rischio chimico defB3 Rischio chimico def
B3 Rischio chimico def
 
Organizzazione della prevenzione aziendale in materia di salute e sicurezza n...
Organizzazione della prevenzione aziendale in materia di salute e sicurezza n...Organizzazione della prevenzione aziendale in materia di salute e sicurezza n...
Organizzazione della prevenzione aziendale in materia di salute e sicurezza n...
 
OSS 2 - quarta lezione I
OSS 2 - quarta lezione IOSS 2 - quarta lezione I
OSS 2 - quarta lezione I
 
Rischi specifici 81 2008
Rischi specifici  81 2008Rischi specifici  81 2008
Rischi specifici 81 2008
 
infortuni ed uso delle attrezzature di lavoro
infortuni ed uso delle attrezzature di lavoroinfortuni ed uso delle attrezzature di lavoro
infortuni ed uso delle attrezzature di lavoro
 
Documento di valutazione dei rischi (DVR). A cosa serve?
Documento di valutazione dei rischi (DVR). A cosa serve?Documento di valutazione dei rischi (DVR). A cosa serve?
Documento di valutazione dei rischi (DVR). A cosa serve?
 

En vedette

SEAGRUPPO - 1. fattori di rischio, prevenzione e protezione, sorveglianza san...
SEAGRUPPO - 1. fattori di rischio, prevenzione e protezione, sorveglianza san...SEAGRUPPO - 1. fattori di rischio, prevenzione e protezione, sorveglianza san...
SEAGRUPPO - 1. fattori di rischio, prevenzione e protezione, sorveglianza san...
seagruppo
 
Satellite metalli tossici-monza-1-
Satellite metalli tossici-monza-1-Satellite metalli tossici-monza-1-
Satellite metalli tossici-monza-1-
mercuriometallico
 
Linee giuda sul monitoraggio biologico
Linee giuda sul monitoraggio biologicoLinee giuda sul monitoraggio biologico
Linee giuda sul monitoraggio biologico
Dario
 
Movimentazione manuale dei carichi (81/08)
Movimentazione manuale dei carichi (81/08)Movimentazione manuale dei carichi (81/08)
Movimentazione manuale dei carichi (81/08)
Dario
 
Modulo formazione generale
Modulo formazione generaleModulo formazione generale
Modulo formazione generale
plinior
 
Dispensa sicurezza
Dispensa sicurezzaDispensa sicurezza
Dispensa sicurezza
mimmopnl
 

En vedette (18)

SEAGRUPPO - 1. fattori di rischio, prevenzione e protezione, sorveglianza san...
SEAGRUPPO - 1. fattori di rischio, prevenzione e protezione, sorveglianza san...SEAGRUPPO - 1. fattori di rischio, prevenzione e protezione, sorveglianza san...
SEAGRUPPO - 1. fattori di rischio, prevenzione e protezione, sorveglianza san...
 
84 sostanze e prodotti pericolosi
84   sostanze e prodotti pericolosi84   sostanze e prodotti pericolosi
84 sostanze e prodotti pericolosi
 
Satellite metalli tossici-monza-1-
Satellite metalli tossici-monza-1-Satellite metalli tossici-monza-1-
Satellite metalli tossici-monza-1-
 
Manuale sicurezza lavoro
Manuale sicurezza lavoroManuale sicurezza lavoro
Manuale sicurezza lavoro
 
61 inail rischio chimico edilizia
61   inail rischio chimico edilizia61   inail rischio chimico edilizia
61 inail rischio chimico edilizia
 
Linee giuda sul monitoraggio biologico
Linee giuda sul monitoraggio biologicoLinee giuda sul monitoraggio biologico
Linee giuda sul monitoraggio biologico
 
Agenti Fisici
Agenti FisiciAgenti Fisici
Agenti Fisici
 
Rischio biologico
Rischio biologicoRischio biologico
Rischio biologico
 
Movimentazione manuale dei carichi (81/08)
Movimentazione manuale dei carichi (81/08)Movimentazione manuale dei carichi (81/08)
Movimentazione manuale dei carichi (81/08)
 
Sorveglianza sanitaria 2. rischio biologico
Sorveglianza sanitaria 2. rischio biologicoSorveglianza sanitaria 2. rischio biologico
Sorveglianza sanitaria 2. rischio biologico
 
Modulo formazione generale
Modulo formazione generaleModulo formazione generale
Modulo formazione generale
 
Sicurezza lavoro
Sicurezza lavoroSicurezza lavoro
Sicurezza lavoro
 
Carboni Valerio - Fornazione generale sicurezza
Carboni Valerio - Fornazione generale sicurezzaCarboni Valerio - Fornazione generale sicurezza
Carboni Valerio - Fornazione generale sicurezza
 
Dispensa sicurezza
Dispensa sicurezzaDispensa sicurezza
Dispensa sicurezza
 
Vademecum Formazione Sicurezza Sul Lavoro
Vademecum Formazione Sicurezza Sul LavoroVademecum Formazione Sicurezza Sul Lavoro
Vademecum Formazione Sicurezza Sul Lavoro
 
Sicurezza sui luoghi di lavoro ; D.Lgs. n° 81/2008
Sicurezza sui luoghi di lavoro ; D.Lgs. n° 81/2008Sicurezza sui luoghi di lavoro ; D.Lgs. n° 81/2008
Sicurezza sui luoghi di lavoro ; D.Lgs. n° 81/2008
 
La formazione sulla Sicurezza sul Lavoro
La formazione sulla Sicurezza sul LavoroLa formazione sulla Sicurezza sul Lavoro
La formazione sulla Sicurezza sul Lavoro
 
Sicurezza sul posto di lavoro (Base)
Sicurezza sul posto di lavoro (Base)Sicurezza sul posto di lavoro (Base)
Sicurezza sul posto di lavoro (Base)
 

Similaire à Parte rischi specifici (10)

Rischio biologico
Rischio biologicoRischio biologico
Rischio biologico
 
Rischio biologico
Rischio biologicoRischio biologico
Rischio biologico
 
igiene del lavoro - Il rischio biologico
igiene del lavoro - Il rischio biologicoigiene del lavoro - Il rischio biologico
igiene del lavoro - Il rischio biologico
 
Seagruppo - Rischio biologico
Seagruppo - Rischio biologicoSeagruppo - Rischio biologico
Seagruppo - Rischio biologico
 
Dispensa zampedri mg4 ud1 14 15
Dispensa zampedri mg4 ud1 14 15Dispensa zampedri mg4 ud1 14 15
Dispensa zampedri mg4 ud1 14 15
 
Valutazione rischi in piscina e sistemi di autocontrollo
Valutazione rischi in piscina e sistemi di autocontrolloValutazione rischi in piscina e sistemi di autocontrollo
Valutazione rischi in piscina e sistemi di autocontrollo
 
1 base lav slides
1 base lav slides1 base lav slides
1 base lav slides
 
Rischio di esposizione ad agenti chimici
Rischio di esposizione ad agenti chimiciRischio di esposizione ad agenti chimici
Rischio di esposizione ad agenti chimici
 
Il rischio biologico, di Veronica Galli
Il rischio biologico, di Veronica GalliIl rischio biologico, di Veronica Galli
Il rischio biologico, di Veronica Galli
 
367 inail parassiti
367   inail parassiti367   inail parassiti
367 inail parassiti
 

Plus de Lorenzo Bracaloni

Plus de Lorenzo Bracaloni (7)

Tutela donne e_gravidanza
Tutela donne e_gravidanzaTutela donne e_gravidanza
Tutela donne e_gravidanza
 
Risonanza magnetica
Risonanza magneticaRisonanza magnetica
Risonanza magnetica
 
Rischio biologico approfondimento
Rischio biologico approfondimentoRischio biologico approfondimento
Rischio biologico approfondimento
 
Parte generale
Parte generaleParte generale
Parte generale
 
Lavoro notturno
Lavoro notturnoLavoro notturno
Lavoro notturno
 
VDT
VDTVDT
VDT
 
Calendario II anno infermieristica Pisa
Calendario II anno infermieristica PisaCalendario II anno infermieristica Pisa
Calendario II anno infermieristica Pisa
 

Parte rischi specifici

  • 1. RISCHI PROFESSIONALI RISCHI PROFESSIONALI IN AMBITO SANITARIO IN AMBITO SANITARIO Fisico Biologico Biologico Allergologico Allergologico Ergonomico Ergonomico Stress Stress Chimico Chimico Fisico Epatite (HBV, HCV) Dermatiti da Patologie del Rachide Sindrome del Burn Gas Anestetici Radiazioni Ionizzanti Epatite (HBV, HCV) Dermatiti da contatto Patologie del Rachide Sindrome del Burn Gas Anestetici Radiazioni Ionizzanti Out contatto (latex) Out AIDS (HIV) (latex) AIDS (HIV) Farmaci Antiblastici Campi Patologie del Polso Farmaci Antiblastici Campi Patologie del Polso Mobbing Elettromagnetici TBC Mobbing Elettromagnetici TBC Asma Detergenti / Microclima Asma Detergenti / Microclima Morbillo, Parotite, Disinfettanti Morbillo, Parotite, Patologie della Spalla Lavoro a turni Disinfettanti Rosolia Patologie della Spalla Lavoro a turni Rosolia Solventi/acidi Solventi/acidi Scabbia, CMV, Scabbia, CMV, Streptococco, Streptococco, Organizzazione Stafilococco, Herpes Videoterminali Organizzazione del Lavoro Stafilococco, Herpes Videoterminali del Lavoro
  • 2. RISCHIO FISICO Radiazioni Ionizzanti Radiazioni Ionizzanti Campi Elettromagnetici Campi Elettromagnetici Microclima Microclima
  • 3. Il Rischio Biologico La tematica del Rischio biologico (RB) negli ambienti di lavoro (Al Rischio biologico viene dedicato il Titolo X del D.Lgs. 81/2008) è oggi di notevole attualità, per varie ragioni, tra cui principalmente:
  • 4. Il Rischio Biologico: perché è ritenuto attuale e importante per il miglioramento delle conoscenze in campo microbiologico, immunologico ed infettivologico
  • 5. Il Rischio Biologico: perché è ritenuto attuale e importante per la promulgazione, in Italia, dal 1994, di Decreti legislativi ad hoc, nonché l’emanazione nel 2000 di una specifica Direttiva dell’Unione Europea (Direttiva CEE/CEEA/CE n° 54 del 18/09/2000)
  • 6. Il Rischio Biologico: perché è ritenuto attuale e importante per la maggiore consapevolezza circa il RB da parte delle varie figure professionali preposte alle attività di prevenzione nei luoghi di lavoro
  • 7. Il Rischio Biologico: perché è ritenuto attuale e importante per la maggiore percezione da parte dei lavoratori e, più in generale, degli utenti dei servizi sanitari
  • 8. Il Rischio Biologico: perché è ritenuto attuale e importante per l’elevato numero di lavoratori potenzialmente esposti al RB in varie attività lavorative
  • 9. Il Rischio Biologico: Aspetti di particolare importanza tematiche della valutazione del rischio biologico, con la identificazione del ruolo dei vari soggetti aziendali: Datore di Lavoro, Medico Competente, Responsabile Servizio Prevenzione e Protezione, Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza
  • 10. Il Rischio Biologico: Aspetti di particolare importanza modalità di effettuazione ed i contenuti della sorveglianza sanitaria
  • 11. Il Rischio Biologico: Aspetti di particolare importanza la formulazione del giudizio di idoneità. Fra i vari problemi: tutela del solo lavoratore o anche di eventuali terzi?
  • 12. Il Rischio Biologico: Aspetti di particolare importanza le modalità di raccolta di dati ai fini epidemiologici
  • 13. Il Rischio Biologico: Aspetti di particolare importanza il rispetto della riservatezza dei dati sanitari
  • 14. Il Rischio Biologico: Aspetti di particolare importanza il tema delle vaccinazioni obbligatorie e di quelle consigliate o opportune
  • 15. Il Rischio Biologico: Aspetti di particolare importanza di rilievo significativo è inoltre il tema degli infortuni a RB ed il conseguente rischio di infezione, per le problematiche relative al follow-up, per i rilevanti costi complessivi, sanitari e non sanitari, derivanti dalla gestione dell’infortunio
  • 16. Il Rischio Biologico: Aspetti di particolare importanza la gestione del RB negli ambienti di lavoro sanitario, con l’identificazione dei ruoli di altre figure, ad esempio della Direzione Medica di Presidio, dell’Igienista e della necessità di interagire per la tutela dei pazienti
  • 17. ELENCO ESEMPLIFICATIVO DI ATTIVITA’ LAVORATIVE CHE POSSONO COMPORTARE LA PRESENZA DI AGENTI MICROBICI Industrie alimentari Agricoltura Attività in cui vi è contatto con animali e/o con prodotti di origine animale Servizi sanitari comprese unità di isolamento e postmortem Laboratori clinici, veterinari e diagnostici, esclusi laboratori di diagnosi microbiologica Impianti di smaltimento rifiuti e di raccolta di rifiuti speciali potenzialmente infetti Impianti per la depurazione delle acque di scarico Forze di Polizia Vigili del Fuoco Personale dedicato alle emergenze Idraulici
  • 18. DEFINIZIONE DI RISCHIO BIOLOGICO Con il termine di rischio biologico si intende la possibilità che, in seguito ad esposizione o contatto con materiali vari, costituiti per lo più da sangue o da altri fluidi, contenenti agenti biologici, un soggetto possa infettarsi e poi ammalarsi.
  • 19. AGENTE BIOLOGICO (Art. 267) • Per agente biologico si intende qualsiasi microrganismo, anche se geneticamente modificato, coltura cellulare ed endoparassita umano che potrebbe provocare infezioni, allergie o intossicazioni.
  • 20. MICROORGANISMO (Art.267) • Per microrganismo si intende qualsiasi entità microbiologica, cellulare o meno, in grado di riprodursi o trasferire materiale genetico
  • 21. COLTURA CELLULARE (Art.267) •Per coltura cellulare si intende il risultato della crescita in vitro di cellule derivate da organismi pluricellulari
  • 22.
  • 24. Storia della malattia infettiva •Esposizione •Trasmissione •Replicazione/Infezione •Malattia
  • 25. PERICOLOSITÀ DEGLI AGENTI BIOLOGICI Per quanto riguarda la classificazione degli agenti biologici, la loro pericolosità è caratterizzata da: • infettività : capacità di un microrganismo di penetrare e moltiplicarsi nell’ospite; • patogenicità: capacità di produrre malattia a seguito di infezione; • trasmissibilità: capacità di un microrganismo di venire trasmesso da un soggetto infetto ad uno suscettibile; • neutralizzabilità: disponibilità di efficaci misure profilattiche per prevenire la malattia o terapeutiche per la sua cura.
  • 26. CLASSIFICAZIONE DEGLI AGENTI BIOLOGICI (Art.268) A seconda del rischio di infezione per l’uomo, gli agenti biologici vengono suddivisi in quattro gruppi: Gruppo 1: agenti con poca probabilità di causare malattie in soggetti umani Gruppo 2: agenti che possono causare malattie nell’uomo e costituire un rischio per i lavoratori; è poco probabile che si propaghino nelle comunità; sono di norma disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche (come ad es. per S. Aureus, C. Tetani, B. Pertussis, N. Meningitidis, N. Gonorrhoeae) Gruppo 3: agenti che possono causare malattie gravi nell’uomo e costituire un serio rischio per i lavoratori; possono propagarsi nella comunità, ma di norma sono disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche (come ad es. per HBV, HCV, HIV, S. Typhi) Gruppo 4: agenti che possono provocare malattie gravi nell’uomo, costituire un serio rischio per i lavoratori, presentare un elevato rischio di propagazione nella comunità, non essendo disponibili di norma efficaci misure profilattiche o terapeutiche (come ad es. per Virus Ebola, Variola, Crimea-Congo).
  • 27. Vie di trasmissione degli agenti biologici: » AEREA » PARENTERALE (EMATICA) » CONTATTO » INGESTIONE “Le vie di trasmissione dell’agente biologico condizionano il procedimento di valutazione dei rischi”
  • 28. • Il rischio biologico rappresenta per tutti gli operatori sanitari (dai medici, agli infermieri, agli addetti ai laboratori di analisi, ecc.) uno dei rischi più frequenti e caratteristici.
  • 29. • L’operatore sanitario è infatti costantemente a contatto diretto con materiali biologici (ad esempio sangue, saliva, altri fluidi, aerosol respiratori) nonché da materiali o strumenti che siano stati contaminati da sangue o da altre sostanze risultanti potenzialmente infette.
  • 30. AGENTI BIOLOGICI • Gli agenti biologici che tradizionalmente sono più frequente causa di rischio di trasmissione per le diverse mansioni sanitarie sono rappresentati da tre agenti a trasmissione ematica e uno a trasmissione aerea: HBV, HCV, HIV, Micobatterium Tubercolosis.
  • 31. EVOLUZIONE • HBV anni ’70 • HIV anni ’80 • HCV anni ’90 • ? anni 2000
  • 32. RISCHIO BIOLOGICO IN AMBITO SANITARIO modalità di trasmissione In ambiente sanitario sono due le modalità di In ambiente sanitario sono due le modalità di trasmissione: trasmissione: ⇒Nosocomiale (da paziente infetto a ⇒Nosocomiale (da paziente infetto a paziente, da ambiente a paziente, da operatore paziente, da ambiente a paziente, da operatore infetto a paziente.); infetto a paziente.); ⇒Occupazionale (da paziente infetto o da materiali ⇒Occupazionale (da paziente infetto o da materiali biologici contaminati di questo ad operatore); biologici contaminati di questo ad operatore);
  • 33. ELEMENTI DI RISCHIO – Di grande utilità, ai fini della valutazione del rischio, e’ l’acquisizione di informazioni epidemiologiche relative al rischio infettivo in ambienti uguali o simili a quelli studiati confrontando con questi tipo, modalità e frequenza degli incidenti con tipo e frequenza delle infezioni verificatesi
  • 34. Materiale più pericoloso SANGUE Categoria più a rischio GLI INFERMIERI Contatti più frequenti QUELLI PERCUTANEI Incidente più comune LA PUNTURA ACCIDENTALE Dispositivi più coinvolti LE SIRINGHE MONOUSO GLI AGHI CAVI PIENI Dispositivi più rischiosi DI SANGUE Circostanza abituale DURANTE L’USO
  • 35. LA STIMA DEL RISCHIO • La stima del rischio biologico non è certamente una operazione agevole per la presenza di numerose variabili difficilmente prevedibili (numero dei microrganismi, modalità di esposizione, suscettibilità del singolo).
  • 36. STIMA DEL RISCHIO • E’ possibile dare una dimensione a tale rischio con la seguente formula: R=PxExT R = rischio di contrarre l’infezione P = prevalenza dell’agente infettante E = frequenza dell’esposizione efficace al pericolo (ovvero probabilità di avere un incidente) T = efficacia di trasmissione dell’agente a seguito di una singola esposizione
  • 37. Obblighi del datore di lavoro • Valutazione del rischio • Attuazione misure tecniche, organizzative, procedurali e igieniche, per evitare ogni esposizione degli stessi ad agenti biologici.- Precauzioni standard • Messa a disposizione dei DPI • Informazioni e formazione • Sorveglianza sanitaria preventiva, periodica e post-esposizione, profilassi vaccinale.
  • 38. Lavaggio mani Decontaminazione strumenti PRECAUZIONI Tutti i pazienti STANDARD potenzialmente infetti Contenitori per raccolta D.P.I. N.P.D.
  • 39.
  • 40.
  • 41.
  • 42. Dispositivo per prelievi ed infusioni con sistema di sicurezza integrato Figura 1 Figura 2 Figura 3
  • 43. Siringa monouso con sistema di sicurezza integrato Figura 1 Figura 2 Figura 3
  • 44. La Sorveglianza Sanitaria negli operatori sanitari esposti a RB • Accertamenti preventivi • Accertamenti periodici • Accertamenti straordinari a seguito di esposizioni professionali (profilassi post- esposizione)
  • 45. VACCINAZIONI E’ compito del Medico Competente: • Prescrivere vaccini efficaci per i lavoratori non immuni • Informare i lavoratori circa vantaggi ed inconvenienti sia della vaccinazione che della non vaccinazione Linee guida SIMLII-ISPESL RACCOMANDATE PER TUTTI GLI RACCOMANDATE IN CASI OS PARTICOLARI HBV TBC Morbillo, Parotite, Rosolia HAV Varicella Tifo Influenza La vaccinazione non deve essere considerata come alternativa a misure di contenimento ma come una misura di sicurezza ulteriore
  • 46. RISCHIO ALLERGOLOGICO Latice e guanti Latice e guanti
  • 47. RISCHIO ALLERGOLOGICO: GUANTI IN LATICE ⇒ Additivi chimici utilizzati nei processi di produzione: ⇒ Additivi chimici utilizzati nei processi di produzione: acceleranti (tiurami, carbamati, ecc), antiossidanti acceleranti (tiurami, carbamati, ecc), antiossidanti (derivati perafenilendiamina, ecc), vulcanizzanti (derivati perafenilendiamina, ecc), vulcanizzanti (benzoile perossido ecc) (benzoile perossido ecc) ⇒ Lubrificanti / Rivestimenti interni: ⇒ Lubrificanti / Rivestimenti interni: amido di mais, carbonato di calcio, polietilen- amido di mais, carbonato di calcio, polietilen- silicone, silicone, polimeri acrilici, rivestimenti polimeri acrilici, rivestimenti poliuretanici. poliuretanici.
  • 48. RISCHIO ALLERGOLOGICO: LATICE ⇒Latice o gomma naturale (emulsione contenente per ⇒Latice o gomma naturale (emulsione contenente per il 30-35% un polimero naturale = cis 1-4polisoprene, il 30-35% un polimero naturale = cis 1-4polisoprene, 3% di grassi, 2% di proteine, 60-65% di acqua) 3% di grassi, 2% di proteine, 60-65% di acqua) PREVALENZA DI SENSIBILIZZAZIONE NEL PERSONALE PREVALENZA DI SENSIBILIZZAZIONE NEL PERSONALE SANITARIO: 8-12% SANITARIO: 8-12%
  • 49. Manufatti in Guanti, palloni ambu, maschere per anestesia, tubi endotracheali, latex: cateteri, circuito per anestesia, comparto cannule intravenose, di Mayo, sanitario lacci emostatici, cerotti, barriere interdentali, siringhe, deflussori, drenaggi, elettrodi, sfigmomanometro, apparecchi ortodontici, stetoscopi, sondini nasali, occhiali di protezione, respiratori facciali, grembiuli protettivi, contagocce per colliri, tappini flaconi dei farmaci etc.
  • 50. Patologie allergiche da latex • Orticaria da contatto • Orticaria generalizzata • DC immediata (Protein contact dermatitis) • Manifestazioni respiratorie (oculorinite,asma bronchiale)
  • 51. Prevenzione • Eliminazione o riduzione dei manufatti in latice • Inteventi sia per pazienti che per lavoratori • Screening per i pazienti e percorsi safety free e safety safe • Sorveglianza sanitaria preventiva e periodica per i lavoratori con limitazioni alla mansione specifica
  • 52. Movimentazione manuale dei carichi Si intende per movimentazione manuale dei carichi le operazioni di trasporto o di sostegno di un carico ad opera di uno o più lavoratori, comprese le azioni del sollevare, deporre, spingere, tirare, portare o spostare un carico che, per le loro caratteristiche o in conseguenza delle condizioni ergonomiche sfavorevoli, comportano tra l'altro rischi di lesioni dorso-lombari. Normate nel D.Lgs. 81/08 in materia di Sicurezza sul Lavoro Al TITOLO VI e ALLEGATO XXXIII
  • 53. RISCHIO DA MMC E’ UBIQUITARIO E CAUSA SPESSO DISTURBI AL RACHIDE E LOMBALGIA • IL MAL DI SCHIENA, NELL’ARCO DELLA VITA , INTERESSA CIRCA IL 70% DELLA POPOLAZIONE; DI QUESTA, CIRCA IL 25% SVILUPPA EPISODI DI SCIATALGIA. • GLI INFORTUNI DA M.M.C E P. SONO AI PRIMI POSTI NELLA GRADUATORIA DEGLI INFORTUNI LAVORATIVI E ANCHE LE MP DA MMC SONO AI PRIMI POSTI. • LA CATEGORIA DEGLI INFERMIERI RISULTA LA PIU’ ESPOSTA, SIA PER QUANTO RIGUARDA LE MALATTIE DELLA COLONNA, CHE PER QUANTO CONCERNE GLI INFORTUNI DA M.M.C E PAZIENTI
  • 54. MAL DI SCHIENA: fattori di rischio I fattori di rischio per la colonna vertebrale evidenziati dagli studi sperimentali e statistico- epidemiologici sono rappresentati da: -  Movimentazione manuale dei carichi -  Vibrazioni trasmesse a tutto il corpo (WBV) -  Posture incongrue (fisse / protratte) -  Movimenti e torsioni abnormi del tronco
  • 55. Caratterizzazione e valutazione del rischio • La prevenzione del rischio di patologie da sovraccarico biomeccanico, in particolare dorso-lombari, connesse alle attività lavorative di movimentazione manuale dei carichi dovrà considerare, in modo integrato, il complesso degli elementi di riferimento e dei fattori individuali di rischio (ALLEGATO XXXIII d.Lgs 81/08)
  • 56. ELEMENTI DI RIFERIMENTO • 1. CARATTERISTICHE DEL CARICO • La movimentazione manuale di un carico può costituire un rischio di patologie da sovraccarico biomeccanico, in particolare dorso-lombari nei seguenti casi: • il carico è troppo pesante; • è ingombrante o difficile da afferrare; • è in equilibrio instabile o il suo contenuto rischia di spostarsi; • è collocato in una posizione tale per cui deve essere tenuto o maneggiato a una certa distanza dal tronco o con una torsione o inclinazione del tronco; • può, a motivo della struttura esterna e/o della consistenza, comportare lesioni per il lavoratore, in particolare in caso di urto.
  • 57. • 2. SFORZO FISICO RICHIESTO • Lo sforzo fisico può presentare rischi di patologie da sovraccarico biomeccanico, in particolare dorso-lombari nei seguenti casi: • è eccessivo; • può essere effettuato soltanto con un movimento di torsione del tronco; • può comportare un movimento brusco del carico; • è compiuto col corpo in posizione instabile.
  • 58. 3. CARATTERISTICHE DELL’AMBIENTE DI LAVORO • Le caratteristiche dell'ambiente di lavoro possono aumentare le possibilità di rischio di patologie da sovraccarico biomeccanico, in particolare dorso-lombari nei seguenti casi: • lo spazio libero, in particolare verticale, è insufficiente per lo svolgimento dell'attività richiesta; • il pavimento è ineguale, quindi presenta rischi di inciampo o è scivoloso • il posto o l'ambiente di lavoro non consentono al lavoratore la movimentazione manuale di carichi a un'altezza di sicurezza o in buona posizione; • il pavimento o il piano di lavoro presenta dislivelli che implicano la manipolazione del carico a livelli diversi; • il pavimento o il punto di appoggio sono instabili; • la temperatura, l'umidità o la ventilazione sono inadeguate.
  • 59. • 4. ESIGENZE CONNESSE ALL’ATTIVITÀ • sforzi fisici che sollecitano in particolare la colonna vertebrale, troppo frequenti o troppo prolungati; • pause e periodi di recupero fisiologico insufficienti; • distanze troppo grandi di sollevamento, di abbassamento o di trasporto; • un ritmo imposto da un processo che non può essere modulato dal lavoratore.
  • 60. FATTORI INDIVIDUALI DI RISCHIO • Fatto salvo quanto previsto dalla normativa vigente in tema di tutela e sostegno della maternità e di protezione dei giovani sul lavoro, il lavoratore può correre un rischio nei seguenti casi: • indumenti, calzature o altri effetti personali inadeguati portati dal lavoratore; • fattori ormonali (menopausa) • costituzione fisica (sovrappeso, obesità, patologie congenite colonna) • gravidanze portate a termine • pratica di alcune attività sportive (rugby, soll.pesi) • pregressi fratture e/o traumi vertebrali, bacino • insufficienza o inadeguatezza delle conoscenze o della formazione o dell’addestramento • FATTORI PSICOSOCIALI : - INSODDISFAZIONE LAVORATIVA - CONFLITTO TRA VITA LAVORATIVA ED EXTRALAVORATIVA - INSODDISFAZIONE PER IL PROPRIO TEMPO LIBERO DATI STATISTICI EVIDENZIANO COME UN 5% RISENTA DEGLI ASPETTI PSICOLOGICI
  • 61. Etiopatologia del danno al rachide • Una parte rilevante del rischio è determinata dal carico sui dischi intervertebrali
  • 62. Carico sui dischi lombari
  • 63. •Il carico è determinato anche dalla postura Carico sui dischi vertebrali nelle diverse posture
  • 64. Il personale sanitario addetto all’assistenza dei pazienti (infermieri, ausiliari, ecc.) risulta nella letteratura scientifica nazionale ed internazionale tra le categorie lavorative maggiormente affette da disturbi acuti o cronici del rachide lombare.
  • 65. Prevalenze standardizzate di LBP (Low-back pain sindrome) Tratto da: dott. E. Occhipinti - Ergonomia della Movimentazione dei pazienti – Alba 17÷19 maggio 2006
  • 66. Carico discale per operatori sanitari: Misure di carichi lombosacrali durante manovre di sollevamento o trasferimento di pazienti non collaboranti (NC) (Limite Azione 350 kg; Limite Massimo 650 kg) Tratto da: dott. E. Occhipinti - Ergonomia della Movimentazione dei pazienti – Alba 17÷19 maggio 2006
  • 67. Carico discale per operatori sanitari: Trasferimento da letto a carrozzina (paziente Non Collaborante – 70 kg) Tratto da: dott. E. Occhipinti - Ergonomia della Movimentazione dei pazienti – Alba 17÷19 maggio 2006
  • 68. METODI DIVALUTAZIONE DEL RISCHIO DA MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI E DEI PAZIENTI VALUTAZIONE DEL RISCHIO AZIONI DI TRASPORTO - TRAINO - SPINTA SCHEDE DI SNOOK - CIRIELLO SOLLEVAMENTO OGGETTI MODELLO NIOSH MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI PAZIENTI INDICE MAPO
  • 69. OPERAZIONI DI TRASPORTO - TRAINO E SPINTA • Il rischio si valuta con il Metodo Snook-Cirello • SI VALUTANO LE FORZE ESERCITATE CON L’INTERO CORPO, ESPRESSE IN KG., DI CARRELLI – TRASPALLET - LETTI - APPARECCHIATURE ECC. • LA RILEVAZIONE AVVIENE TRAMITE DINAMOMETRO I DATI INTERESSANO LA MASSIMA FORZA INIZIALE E LA MASSIMA FORZA DI MANTENIMENTO.
  • 70. SNOOK E CIRIELLO DEFINISCE IL MASSIMO SFORZO (FI- FM) RACCOMANDABILE IN RELAZIONE A: • SESSO • FREQUENZA DI AZIONE • PERCORSO • ALTEZZA DELLE MANI DA TERRA DURANTE L’AZIONE
  • 71. RISCHIO DA MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI OPERAZIONI DI SOLLEVAMENTO OGGETTI MODELLO NIOSH • KG X ( PESO RACCOMANDATO OTTIMALE) • FATTORE ALTEZZA X (ALTEZZA DELLE MANI DA TERRA) • FATTORE DISLOCAZIONE X (DISTANZA VERTICALE DEL PESO) • FATTORE ORIZZONTALE X (DISTANZA MASSIMA DEL PESO DAL CORPO) • FATTORE ASIMMETRIA X (DISLOCAZIONE ANGOLARE DEL PESO) • FATTORE FREQUENZA X (FREQUENZA DEGLI ATTI AL MINUTO) • FATTORE PRESA X (GIUDIZIO SULLA PRESA DEL CARICO)
  • 72. RISCHIO DA MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI              
  • 73. 73 RISCHIO DA MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI INDICE DI SOLLEVAMENTO • I. S. < 0,75 RISCHIO TRASCURABILE • I. S. 0,75 – 1,25 LIVELLO DI ATTENZIONE ATTIVARE LA SORVEGLIANZA SANITARIA CON PERIODICITA’ TRIENNALE E FORMAZIONE. • I. S. > 1,25 R I S C H I O - PREVENZIONE PRIMARIA - PRIORITA’ A SITUAZIONI CON I. S PIU’ ELEVATO - SORVEGLIANZA SANITARIA ANNUALE - FORMAZIONE ED ADDESTRAMENTO
  • 74. Indice sintetico di esposizione MAPO Movimentazione Assistita Pazienti Ospedalizzati* La metodologia di valutazione MAPO è stata proposta nel 1999 dall’Unità di ricerca EPM (Ergonomia della Postura e del Movimento - Clinica del Lavoro L. Devoto, Università degli studi di Milano). * Vedi Monografia: La medicina del Lavoro maggio 1999; 90, 2: 152-172
  • 75. La logica sottesa nell’indice sintetico di esposizione MAPO
  • 76. MAPO: dove è applicabile? Può essere applicato - ai reparti di degenza Scarsamente applicabile (per sotto o sovrastima del rischio MMP) - ai reparti di: Rianimazione Geriatria Psichiatria
  • 77. MAPO Cosa valuta?  Il rischio complessivo cui è esposto il personale di assistenza (Infermieri, Ausiliari, ecc.) senza distinguere la qualifica;  Il rischio complessivo derivante da azioni di movimentazione manuale di carichi/oggetti viene considerato residuale.  Il rischio complessivo derivante da azioni di traino e spinta viene considerato trascurabile.  La valutazione deve essere ripetuta per ogni singolo reparto.
  • 78. MAPO: Contenuti dei dati raccolti per la valutazione del rischio Carico assistenziale (n° letti, n° e tipo operatori, Colloquio n° pazienti non autosufficienti nel reparto di degenza e nel Caposala: periodo di osservazione); I^ parte scheda  Tipo e grado di disabilità (pz. totalmente o Rilevazione parzialmente non collaboranti); Formazione specifica degli operatori (effettuata/non eff. , inadeguata). Attrezzature in dotazione (ausili per la movimentazione Sopralluogo: dei pazienti); II^ parte scheda Caratteristiche strutturali degli rilevazione ambienti (camere di degenza, bagni, ecc.);
  • 79. MAPO Cosa non valuta?  Non prevede una valutazione “personalizzata” per il singolo operatore;  Non tiene conto del sesso del lavoratore;  Non viene considerata l’anzianità lavorativa del singolo operatore;  Non prevede un’analisi (quali-quantitativa) delle eventuali posture incongrue assunte dall’operatore durante la movimentazione dei pazienti.  Non valuta i fattori psicosociali
  • 80. Indice di esposizione sintetico MAPO Indice Mapo Esposizione 0 ÷ 1,5 Trascurabile Esposizione Media: piano di intervento a medio/lungo termine. Azioni: 1,51 ÷ 5  Dotazione di attrezzature  Sorveglianza sanitaria  Formazione Esposizione Elevata: piano di intervento a breve termine. Azioni: >5  Dotazione di attrezzature  Sorveglianza sanitaria  Formazione
  • 81. Aspetti preventivi • Sorveglianza Sanitaria • Formazione, informazione e addestramento • Misure preventive tecniche e organizzative
  • 82. • Art. 168 Obblighi dei datori di lavoro a) organizza I posti di lavoro in modo che la movimentazione dei carichi assicuri le condizioni di sicurezza e salute; b) valuta, se possibile anche in fase di progettazione, le condizioni di sicurezza e di salute connesse la lavoro in questione tenendo conto dell’ allegato XXXIII; c) evita o riduce I rischi, particolarmente di patologie dorso lombari, adottando le misure adeguate, tenendo conto in particolare dei fattori di rischio individuali, delle caratteristiche dell’ambiente di lavoro e delle esigenze che tale attività comporta in base all’alleago XXXIII; d) sottopone i lavoratori alla sorveglianza sanitaria di cui all’art.41, sulla base della valutazione del rischio e dei fattori individuali di rischio di cui all’allegato XXXIII
  • 83. Sorveglianza sanitaria Il decreto 81/08 prevede che il datore di lavoro faccia sottoporre a sorveglianza sanitaria gli addetti ad attività di movimentazione manuale di carichi dal medico competente. Comprende: 1) Accertamenti sanitari preventivi al fine di valutare l’eventuale presenza di controindicazioni al lavoro specifico. 2) Accertamenti sanitari periodici al fine di controllare lo stato di salute del lavoratore. Il medico competente può avvalersi, per motivate ragioni, della collaborazione di medici specialisti scelti dal datore di lavoro che ne sopporta gli oneri. Si conclude con una diagnosi e il giudizio di idoneità alla mansione specifica
  • 84. •Informazione, formazione e addestramento 1. Il datore di lavoro fornisce ai lavoratori informazioni, in particolare per quanto riguarda: a) il peso e le altre caratteristiche del carico movimentato; b) Il datore di lavoro assicura ai lavoratori una formazione adeguata in relazione ai rischi lavorativi e alle modalità di corretta esecuzione delle attività. 2. Il DL fornisce ai lavoratori l’addestramento adeguato in merito alle corrette manovre e procedure nella mmc
  • 85. Dotazione di attrezzature: • Sollevatori (fattore): disponibilità numerica, tipo e caratteristiche degli accessori. Deve essere indagato se la dotazione risulta congrua rispetto alle esigenze o se vi siano motivi di scarsa utilizzazione • Ausili minori: eventuale dotazione di ausili quali “teli ad alto scorrimento”, cintura ergonomica, tavolette, rulli.
  • 86. Dotazione di attrezzature: • Sollevatori o altri ausili per le operazioni di igiene del pz.: barella-doccia, vasca o doccia attrezzata, sedile sollevatore per vasca fissa. • Carrozzine: numero totale, stato di manutenzione, frenabilità, rimovibilità dei braccioli e del poggiapiedi, l’altezza dello schienale, e la larghezza totale della carrozzina
  • 87. Caratteristiche degli ambienti di lavoro • Bagni: presenza di doccia o vasca, larghezza della porta di accesso, modalità di apertura, gli spazi liberi, eventuale presenza di ingombri per l’utilizzazione di ausili e/o carrozzine, altezza del WC e la presenza di maniglioni laterali. • Camere di degenza: caratteristiche relative agli spazi operativi (spazi esistenti fra i letti e al fondo letto, spazio occupato dal comodino, presenza di eventuali ingombri rimovibili); caratteristiche dei letti (altezza, presenza di ruote e caratteristiche delle spondine, comandi di regolazione,altezza libera presente sotto il letto per l’eventuale accesso di ausili; poltrone utilizzate dai pz. non autosufficienti e altezza del piano sedile
  • 88. • Operazioni sussidiarie di movimentazione (traino, spinta) Caratteristiche degli accessi, dei percorsi effettuati e delle barelle in dotazione.
  • 89.
  • 90.
  • 91.
  • 92.
  • 93.
  • 94.
  • 95. IL RISCHIO DA STRESS LAVORO-CORRELATO • ACCORDO EUROPEO STRESS SUL LAVORO (8/10/2004) • DECRETO LEGISLATIVO N.81 APRILE 2008 Art.15 prescrive il rispetto dei principi ergonomici “anche per il lavoro monotono e ripetitivo” Titolo VII (VDT) prevede la valutazione dell’affaticamento mentale “ai fini della valutazione del rischio”
  • 96. LO STRESS LAVORO-CORRELATO Di cosa stiamo parlando •Contrariamente a quanto comunemente si crede, lo stress non è una malattia, ma una modalità fisiologica di adattamento (eustress o stress positivo). •Alla metà degli Anni 50, Hans Selye lo definì come la “sindrome generale di adattamento alle sollecitazioni/richieste (stressor) dell’ambiente”, necessario alla sopravvivenza e alla vita. Lo stress, infatti, è la risposta complessa prodotta da un soggetto, nell’interazione con l’ambiente: senza stress, diceva Selye, c’è la morte. •Ciascuno di noi, in maniera del tutto soggettiva, in virtù del patrimonio ereditario e delle esperienze vissute, filtra le diverse richieste compensando individualmente lo stimolo stressogeno. •“Per fronteggiare le situazioni, l’individuo mette in atto le proprie strategie comportamentali che vanno sotto il nome di coping (in italiano si potrebbe tradurre col termine cavarsela). Gli stili di coping dipendono appunto dalle caratteristiche del soggetto e dalle esperienze personali. Da ciò consegue la soggettività/individualità nella risposta di stress” (ISPESL, 2002).
  • 97. LO STRESS LAVORO-CORRELATO Di cosa stiamo parlando •Tuttavia, in condizioni particolari, la risposta di adattamento può divenire disfunzionale, ossia non è più in grado di soddisfare l’obiettivo (in questo caso si parla di distress o stress negativo). •Questo può verificarsi o perché le richieste sono eccessivamente intense o perché durano troppo a lungo, superando quindi le possibilità di compensazione del soggetto. Lo stress può colpire qualsiasi luogo di lavoro e lavoratore, indipendentemente dalle dimensioni dell’azienda, dal settore di attività, dal livello gerarchico o dalla tipologia del rapporto di lavoro. Perciò, ferma restando la definizione di Selye, riconosciuta da tutta la comunità scientifica, generalmente si tende a focalizzare l’attenzione sull’aspetto disfunzionale del fenomeno soprattutto per le conseguenze negative che comporta, sia a livello personale che delle imprese e della società tutta.
  • 98. RISCHI PSICOSOCIALI I Rischi Psicosociali possono incidere sia sulla salute fisica che psichica in modo diretto ed indiretto, attraverso l’esperienza di stress. Gli effetti dei Rischi Psicosociali possono essere identificati:  STRESS  BURNOUT  MOBBING
  • 99. RISCHI PSICOSOCIALI STRESS • Lo stress è il secondo problema di salute legato all’attività lavorativa riferito più frequentemente in Europa • Lo stress interessa più di un lavoratore europeo su quattro • Dagli studi condotti emerge che una percentule compresa tra il 50% e il 60% di tutte le giornate lavorative perse è dovuta allo stress • Nel 2002 il costo economico dello stress legato all’attività lavorativa nell’UE a 15 stati era di circa 20 Milioni di EUR • Il numero di persone che soffrono di stress legato all’attività lavorativa è destinato ad aumentare http://osha.europa.eu/topics/stress
  • 100. ALCUNE DEFINIZIONI DI STRESS • E’ un fenomeno arcaico così come la reazione che provoca è la “ risposta aspecifica dell’organismo ad ogni richiesta di modificazione effettuata su di esso”. (Selye 1935) Lo stress è quindi la risposta di adattamento che permette all’organismo di fronteggiare le situazioni che si presentano quotidianamente.
  • 101. LO STRESS LAVORO-CORRELATO Altre Definizioni “Reazioni fisiche ed emotive dannose che si manifestano quando le richieste lavorative non sono commisurate alle capacità, alle risorse o alle esigenze dei lavoratori” (National Institute for Occupational Safety and Health, NIOSH, 1999). “Lo stress si manifesta quando le persone percepiscono uno squilibrio tra le richieste avanzate nei loro confronti e le risorse a loro disposizione per far fronte a tali richieste” (European Agency for Safety and Health at Work, 2000). “… Lo stress non è una malattia, ma una situazione di prolungata tensione può ridurre l’efficienza sul lavoro e può determinare un cattivo stato di salute. Lo stress lavoro correlato può essere causato da fattori diversi come il contenuto del lavoro, l’eventuale inadeguatezza nella gestione dell’organizzazione del lavoro e dell’ambiente di lavoro, carenze nella comunicazione, ecc.” ( Accordo Quadro Europeo, 2008, art. 3).
  • 102. • IL PASSAGGIO DALLA TENSIONE (STRESS) ALLO STRAPPO (STRAIN) DISTINGUE L’ EUSTRESS DAL DISTRESS E A LIVELLO SOGGETTIVO SEGNA IL PASSAGGIO DAL BENESSERE AL MALESSERE. MALESSERE • ESSENDO GLOBALI, MOLTE REAZIONI PSICOFISICHE SONO IDENTICHE IN SITUAZIONI POSITIVE E NEGATIVE, E’ LA LETTURA CHE NE DA IL SOGGETTO CHE LE TIPIZZA
  • 103. Quando le pressioni che agiscono sulle EUSTRESS persone rientrano all’interno di un limite tollerabile Reazione armoniosa: Stress positivo DISTRESS: Quando per un periodo più o meno lungo si è sottoposti a situazioni che superano la propria capacità di farvi fronte Reazione distruttiva: Stress negativo
  • 104. Nel processo di adattamento all’ambiente si possono individuare: 3 fasi dello stress FASE DI ALLARME: l’organismo reagisce agli stressors Attraverso la mobilitazione delle energie difensive: reazione di attivazione FASE DI RESISTENZA: precario equilibrio delle difese allertate precedentemente/ consente un adattamento massimo/ si attiva se gli stressors sono prolungati e intensi ESAURIMENTO FUNZIONALE: fase di perdita graduale della capacita’ di adattamento allo stressor insorgenza di patologie psicosomatiche di vario tipo
  • 105. LO SVILUPPO DELLA SINDROME GENERALE DI ADATTAMENTO LIVELLO DI ATTIVAZIONE soglia FASE DI FASE DI RESISTENZA FASE DI ALLARME ESAURIMENTO
  • 106. Occupazioni maggiormente stressanti (University of Manchester,1987) 1. Minatori (8.3) 2. Agenti di polizia (7.7) 3. Agenti di custodia carceraria (7.5) 4. Lavoratori delle costruzioni (7.5) 5. Piloti di aereo (7.5) 6. Giornalisti (7.5) 7. Dentisti (7.3) 8. Attori (7.2) 9. Medici (6.8) 10. Operatori radiotelevisivi (6.8) 11. Infermieri (6.5)
  • 107. U T -O RN BU
  • 108. BURNOUT ( da to burn,bruciare) Condizione di completo esaurimento fisico ed emotivo in seguito alla esposizione duratura ad una situazione lavorativa stressogena
  • 109. Il BURNOUT insorge più frequentemente quando…  In soggetti motivati con aspettative maggiori riguardo al lavoro (Maslach 1976)  La sindrome è provocata dal continuo contatto con persone portatrici di sofferenza, sia fisica che sociale: INTERAZIONE sociale STRESS Operatore- Cliente (investimento emotivo) Job Burnout Infermieri, Fenomeno che può verificarsi in Medici, qualsiasi contesto organizzativo Psicologi Insegnanti Rapporto Professionista – Lavoro poliziotti (Maslach e Leiter, 1999)
  • 110. BI NG M OB IL
  • 111. MOBBING “Fenomeno caratterizzato da violenze morali e psicologiche messe in atto nei confronti di uno o più lavoratori da parte dei colleghi o dei superiori”. (Leymann,1990; Zapf, Knorz e Kulla,1996; Einarsen,2000; Hoel e Cooper,2000)
  • 112. Etimologia del termine “mobbing” • Il termine mobbing deriva dal verbo inglese: “to mob” che significa “ledere”, “aggredire”.
  • 113. Etimologia del termine “mobbing” • In Etologia “To mob”= l’attacco collettivo di una moltitudine di animali più deboli contro il più forte • In psicologia/diritto/medicina “il mobbing” è la persecuzione psicologia nell’ ambiente di lavoro.
  • 114. La conseguenza finale del Mobbing è l’estromissione fisica o morale del soggetto dal posto di lavoro
  • 115. … e ancora MOBBING ORIZZONTALE MOBBING VERTICALE sono i le attività comportamenti mobbizzanti sono aggressivi tra pari esercitate dal grado e quindi sottoposto verso il perpetrati superiore gerarchico orizzontalmente tra o viceversa. colleghi
  • 116. PATOLOGIE STRESS CORRELATE IL MOBBING NON È UNO STATO MA UN MECCANISMO La violenza morale si manifesta attraverso attacchi contro: la persona la funzione il ruolo lo status
  • 117. VALUTAZIONE DEI RISCHI COME PASSAGGIO FONDAMENTALE PER MISURE PREVENTIVE DEI RISCHI PSICO-SOCIALI In ambito preventivo abbiamo: INTERVENTI PRIMARI: •organizzazione del lavoro e aspetti ergonomici del lavoro(stressori); INTERVENTI SECONDARI : •per migliorare attraverso interventi formativi le conoscenze dei lavoratori in rapporto ai rischi stress correlati (contenimento degli effetti negativi) INTERVENTI TERZIARI: Controllo della gravità del danno mediante interventi di assistenza ai lavoratori (contenimento della gravità del danno)