2. I due principali partiti nati dalle
aggregazioni del 2007 e 2008, Partito
democratico (Pd) e Popolo della libertà
(Pdl) hanno perso rispettivamente il
30% e circa la metà dell’elettorato che
li aveva scelti nel 2008.
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3. PARTITO DEMOCRATICO
• il Pd nel 2013 ha perso 3.435.958 voti rispetto alle
precedenti elezioni politiche, pari a una contrazione del
28%
• Il calo è stato significativo e diffuso sull’intero territorio
nazionale ma con picchi superiori alla media nelle regioni
meridionali (-37% rispetto al 2008) e del Centro
• la perdita più importante si è avuta in Puglia (-44,8%),
Basilicata e Calabria (-39,4%), Abruzzo (-36,5%)
• Perdite ‘minori’, comunque nell’ordine di oltre 1/5
dell’elettorato del 2008, si sono altresì registrate nelle
regioni settentrionali.
• la ‘zona rossa’ ha conferito al Pd un numero assai minore di
consensi, pari a un declino di oltre un quarto dei voti del
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2008 (-26,3%).
4. POPOLO DELLA LIBERTA’
• Il Pdl ha subito una riduzione dei consensi tra il
2008 e il 2013 pari a quasi il 50% (-46%, -
6.296.744 voti)
• nelle regioni centrali della penisola il partito di
Berlusconi ha visto ridursi il proprio elettorato
esattamente della metà (-50,1%)
• L’unica area in cui il Pdl ha ‘contenuto’ la sconfitta
è stato il Nord-est, patria del «forzaleghismo», in
cui la riduzione dei voti è stata inferiore al 40%
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5. LEGA NORD
• La Lega Nord ha perso oltre la metà dei
consensi raccolti nel 2008 (-54%, -1.631.982
voti) con una riduzione molto superiore alla
media nelle regioni della ‘zona rossa’ (-68%)
• perdita minore in Lombardia (“solo” il 44,2%
in meno)
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6. SINISTRA RADICALE
nel 2008 Sinistra Arcobaleno, Pcl,
Sinistra critica, Alternativa Comunista, nel 2013 Rivoluzione civile, Sel e Pcl)
• è possibile rilevare una crescita, sebbene contenuta,
di voti. L’avanzamento è stato di 400.000 votanti, pari
a circa il 30% in più
• la progressione maggiore si è registrata al Sud,
probabilmente in ragione dell’insediamento in aree
vicine all’influenza di Vendola e della lista promossa
dal sindaco di Napoli, De Magistris.
• Il risultato è stato invece assai meno favorevole al
Nord, e in particolare nelle regioni del Nord-ovest,
dove la crescita si è limitata a poche migliaia di voti
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7. DESTRA RADICALE
nel 2008 Forza Nuova e La Destra, nel 2013
La Destra, Casa Pound, Fiamma Tricolore, Rifondazione Missina e Forza Nuova
• I partiti riconducibili all’area politica della
Destra sono passati da quasi 1 milione di voti
a poco più di 400.000. La perdita è stata
quindi considerevole, in media del 60%, più
marcata nelle regioni del Nord rispetto al
Centro-Sud.
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8. CENTRO
• Mario Monti, ottiene poco meno di 2 milioni
di voti (1.924.281), dei quali quasi la metà
(812.136) concentrati nel Nord-Ovest e solo
una minima parte al Sud
• In generale il partito di Monti ha ereditato il
consenso politico dell’Udc moltiplicandolo
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9. MOVIMENTO 5 STELLE
• I consensi ottenuti dal partito sono stati circa
8.700.000 (per l’esattezza 8.689.168), distribuiti
abbastanza equamente su tutto il territorio
italiano
• il partito di Grillo conquista oltre 2.400.000
milioni di voti al Sud, circa 2.150.000 nelle regioni
del Nord-Ovest e 1.600.000 voti nella “zona
rossa”
• La regione che guida la graduatoria dei consensi è
la Lombardia (1.130.704), seguita dal Lazio
(928.175) e dalla Sicilia (842.617)
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10. I flussi elettorali in 9 città:
Torino, Brescia, Padova,
Bologna, Firenze, Ancona,
Napoli, Reggio Calabria,
Catania
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11. Premessa
• I flussi elettorali sono gli interscambi di voto
avvenuti fra i partiti nel corso di due elezioni
successive
• Si tratta di stime statistiche, e quindi di misure
affette da un certo margine di incertezza
• Le analisi sono effettuate «su elettori» e non
«su voti validi», al fine di poter includere nel
computo anche gli interscambi con l’area del
non voto
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12. ORIGINE DEI VOTI AL MOVIMENTO 5
STELLE
• Nella maggioranza delle città considerate il
principale tributario è rappresentato dal Partito
democratico
• il flusso maggiore al M5s viene dal Pd a Torino,
Brescia, Bologna, Firenze, Ancona
• Il secondo contributo importante al M5s viene
dalla Lega, soprattutto nelle zone “bianche”
• Il terzo partito a donare voti al M5s è
rappresentato dall’Italia dei valori: a Torino il 20%
dei voti del M5s viene dall’Idv
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13. • C’è poi un flusso che viene al Movimento 5 stelle
dalle estreme, sia di sinistra che di destra. Si
tratta di flussi di modesta entità in quanto
provenienti da piccoli partiti, ma presenti in tutte
le città
• Abbastanza irregolare è il flusso che viene al
Movimento da ex-astensionisti; nel complesso
non è stato determinante nel successo del
Movimento
• Infine un dato articolato sul piano territoriale:
praticamente nulle sono state le conversioni
verso il Movimento da parte di elettori del Pdl nel
Centro Nord; mentre questi flussi sono ben visibili
a Napoli e Reggio Calabria
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14. SPUNTI INTERPRETATIVI
• non stupiscono i flussi in arrivo da Lega Nord e Idv:
entrambi i partiti hanno per anni intercettato gli umori anti-
establishment di una parte dell’elettorato che,
evidentemente deluso, si è ora rivolto a chi si è
impossessato della protesta con nuovo e ben maggiore
vigore.
• estrema sinistra: contiguità politica con quest’area di
importanti settori del Movimento 5 stelle, specie nella sua
fase iniziale.
• estrema destra: si può spiegare col fatto che il Movimento
si è impossessato della protesta sociale da qualsiasi parte
essa provenga, confermando in ciò la reiterata
affermazione di Grillo di non essere né di sinistra né di
destra
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15. • Nel complesso il M5s ha sottratto molti voti al
Pd, mentre ha inciso solo marginalmente (e
solo nel Sud) sull’elettorato del Pdl. E’
possibile supporre che l’indignazione morale
nei confronti della politica che ha motivato
molti degli elettori a votare M5s sia più diffusa
nell’elettorato del Pd che in quello del Pdl.
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16. DOVE SONO FINITI I VOTI DEL 2008
DEL PDL?
• duplice registro:
• Centro-nord: i flussi evidenziano Scelta civica
di Monti come area prioritaria di destinazione
dei transfughi del Pdl
• Sud: è l’astensione la principale destinataria
delle perdite del Pdl
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27. • In Emilia Romagna il quadro politico è analogo
a quello nazionale.
• Il Movimento 5 Stelle ottiene circa un quarto
dei consensi. Il Pd rimane primo partito ma
arretra perdendo oltre il 22% dei propri
elettori.
• Perdono consensi in maniera anche più
pesante il Pdl (-45%) e la Lega Nord (-68%),
che torna ai livelli del 2001.
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28. • Il 24,6% che il M5S ottiene in regione si
discosta di poco dal dato nazionale (25,6),
dunque anche in Emilia Romagna un elettore
su quattro ha scelto un voto di rottura rispetto
ai partiti tradizionali.
• Il dato disaggregato per provincia riserva
tuttavia qualche sorpresa
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30. • Il Partito democratico rimane il primo partito in
regione, con il 37% dei voti validi, ma arretra di quasi 9
punti percentuali rispetto alle politiche del 2008
• In termini assoluti si tratta di quasi 300.000 elettori in
meno rispetto a cinque anni fa. Oltre un elettore su
cinque, fra coloro che avevano scelto il Pd, ha cambiato
preferenza, o non si è recato alle urne.
• È un arretramento ancora più pesante rispetto al dato
nazionale (-7,8 punti percentuali), che conferma una
tendenza di lungo periodo, lenta ma continua, verso
una “normalizzazione” della regione rossa per
eccellenza
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31. • Ancora più fosco il quadro per il Pdl,
abbandonato quasi dalla metà dei propri
elettori.
• A livello regionale il partito di Berlusconi deve
accontentarsi del 16,3% ed è terzo partito,
distanziato da Pd e M5s.
• Cinque anni fa raggiungeva il 28,6%, il calo è
stato dunque di 12,3 punti percentuali.
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32. • Infine il dato della Lega Nord, la cui avanzata
nel cuore dell’Italia “rossa” aveva destato
clamore nel 2008 (7,8%) e nel 2010 (13,7%).
Oggi resta ben poco di quei risultati eclatanti.
• Il partito di Maroni scivola indietro al 2,6%,
tornando sostanzialmente ai livelli del 2001
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