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Libera la
fantasia…
scopri Ferrara!scopri Ferrara!scopri Ferrara!scopri Ferrara!Ogni anno più di 4 milioni di studenti si muovono per fare lezioni fuori
dalle mura scolastiche. Per il suo patrimonio storico, culturale,
paesaggistico, l’Emilia Romagna è una meta molto frequentata dal
turismo scolastico.
L’idea del nostro percorso è quella di offrire una brochure studiata per
soddisfare il desiderio di scoperta dei principali monumenti di Ferrara.
In ogni strada, in ogni angolo di Ferrara si respira la sua storia, antica e recente, ma l’immagine della
città che affascina maggiormente è legata al periodo del suo splendore rinascimentale: l’epoca della
Corte Estense. Frutto di scelte ardite e in grande anticipo sui tempi, come l’ampliamento della città
voluto da Ercole I d’Este alla fine del ‘400, il tessuto urbano è costituito da maestosi palazzi che, senza
preavviso ma con armoniosa complicità, cedono il passo a orti e giardini della città più antica.
a nostra cittàa nostra cittàa nostra cittàa nostra città
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La città di Ferrara, progettata in modo esemplare nel
Rinascimento, conserva il suo centro storico intatto.
I canoni della pianificazione urbana qui espressi ebbero una
profonda influenza per lo sviluppo dell’urbanistica nei secoli
seguenti.
Il territorio ferrarese, in cui i duchi d’Este costruirono le loro
residenze, illustra in modo peculiare il riflesso della cultura del
Rinascimento sul paesaggio naturale.
Ferrara è la città che ha visto il primo "piano Urbanistico
moderno d'Europa", realizzato da Biagio Rossetti con una
felicissima fusione tra nuovo e antico, unendo la trama della città
Medievale con il nuovo tracciato Rinascimentale.
Pagina 4 di 22
LLLLa bellezza di Ferrara non si può spiegare, va respirata. È
fatta di arte ma soprattutto di silenzi, del suono ovattato dei passi
sull’acciottolato delle vie, della luce chiara dell’est di giorno e di
quella dei lampioni gialli la notte.
Ferrara è un luogo magico dove si può davvero immaginare di
vivere ancora nel passato, dove il tempo è dilatato come quando si era
bambini e le giornate non finivano mai. A Ferrara la bellezza permea
tutto in profondità: i vicoli medioevali e le grandi strade
rinascimentali, i palazzi, le chiese, la Cattedrale, le mura, i giardini,
le piazze, le case. C’è bellezza nell’armonia, nel silenzio, nella
lentezza, nei sapori.
Daria Bignardi
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.
Il Castello degli Estensi
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La città Medioevale
Torre di avvistamento e rocca
L'origine architettonica del Castello di Ferrara risiede in un'antica torre di
avvistamento già esistente all'inizio del XIII secolo ed inserita lungo la cinta
muraria difensiva che allora delimitava la città medievale verso nord. Le
caratteristiche architettoniche di questa massiccia torre erano molto semplici:
aveva pianta quadrata ed era costruita in mattoni.
A partire dalla metà del ‘300 viene trasformata in una rocca. Da questo
momento in poi inizieranno una serie di trasformazioni che porteranno
l’edificio a raggiungere l’aspetto attuale.
Dalla rocca al castello di S. Michele
L'architetto Bartolino da Novara progettò il maniero partendo dalla
preesistente Rocca dei Leoni e la unì a tre
nuove torri. Esse vennero disposte a
quadrilatero e unite tra di loro da corpi di
fabbrica più bassi che racchiudevano un
cortile interno. La più significativa delle
trasformazioni avviene nel 1385 quando il
nemico da combattere non è solo fuori dalle
mura ma soprattutto dentro alla città. In quel
anno scoppia, infatti, una grande carestia che
riduce il popolo alla fame ma, nonostante
questo, le tasse non smettono di aumentare.
La costruzione verrà questo dedicata all’arcangelo San Michele.
Nel corso dei secoli, la sua architettura si trasforma da militare a civile
per soddisfare le esigenze dei Duchi. Per tutto il Cinquecento, diviene dimora
di una delle più originali e sfarzose Corti d’Europa.
Pagina 7 di 22
Al centro della città e suo simbolo, il Castello Estense è un monumento
di straordinaria forza, testimone e custode della storia cittadina.
Nel 1264 la forte contesa tra la famiglia Estense e i Salinguerra per
ottenere la supremazia sul territorio venne vinta dagli Estensi che da quel
momento governarono la città per tre secoli.
Il Castello di S. Michele ha mantenuto un uso prettamente militare, ma
già a partire dal 1450, sotto il marchese Borso d'Este, alcune sale si utilizzavano
a scopo abitativo e d'ufficio. Nei primi anni del '500, sotto il ducato di Alfonso
I, continuarono i lavori di adattamento che lo portavano a acquistare sempre
più un'immagine di residenza nobiliare adibita alla vita di corte. È da notare che
le trasformazioni ducali avvennero solo ai piani superiori dell'edificio, mentre
quelli inferiori continuarono a ricoprire un ruolo strettamente difensivo del
palazzo.
Oggi il Castello Estense di Ferrara è il simbolo della città, uno dei più
visitati monumenti italiani, prestigioso esempio conservato di castello
medievale e contemporaneamente di principesca residenza rinascimentale.
Pagina 8 di 22
La Cattedrale
Pagina 9 di 22
La Cattedrale di Ferrara risale al 1135, consacrata dal vescovo Landolfo e
voluta da Guglielmo II
Adelardi. Posta al centro della
città, è il punto di riferimento
per la vita cittadina e ha
attraversato tutte le vicende
storiche, politiche e religiose
dei diversi secoli. La chiesa, da
prima dedicata a Maria Vergine e successivamente a San Giorgio, si rese utile
non solo per ragioni comunali ed ecclesiastiche, ma anche perché un fortissimo
terremoto aveva arrecato danni alla precedente cattedrale di San Giorgio “fuori
le mura”. La Cattedrale un tempo era usata come chiesa parrocchiale mentre
oggigiorno è sede delle celebrazioni più importanti della diocesi.
La facciata della Cattedrale è costituita da tre
parti divise da contrafforti ed aperte da logge
che si innalzano in tre cuspidi uguali. Al di
sopra del portale romanico, caratterizzato dalla
ricca decorazione scultorea attribuita a Niccolò,
si trova il bellissimo protiro, sorretto da leoni
con telamoni su cui poggiano due coppie di
colonne.
Ai lati dell’arco del protiro sono inseriti i rilievi
raffiguranti, Giovanni Evangelista e Giovanni
Battista. La chiave d’arco presenta un rilievo con l’Agnus Dei. I sostegni del
protiro sono costituiti da una colonna che a sua volta è sorretta da un leone in
marmo veronese. Il telamone di sinistra è un giovane che sorregge con
entrambe le mani la colonna; il leone stiloforo è raffigurato con ariete fra le
zampe. Il secondo telamone è un vecchio che sorregge la colonna con un solo
braccio mentre l’altro lo appoggia su un ginocchio per bilanciare il peso; esso
poggia sul leone che tiene fra le zampe un bovino. Il portale racchiude una
Pagina 10 di 22
lunetta raffigurante San Giorgio ed il drago che poggia su un architrave scolpito
con alcune scene della vita Cristo.
Al di sopra, nel timpano, è
rappresentato il Giudizio Universale. I
pennacchi raffigurano la resurrezione
della carne. Al centro l’Arcangelo
Michele sta procedendo con la
Psicostasi, cioè la pesatura delle anime: gli eletti vengono condotti al Paradiso,
mentre i dannati incatenati, verso l’Inferno. La lunetta destra raffigura l’Inferno
che ingoia le anime. Dalla parte opposta si trova il Paradiso che è simboleggiato
da Abramo nel cui grembo vengono ospitate le anime degli eletti. Nel timpano
è raffigurato il Cristo Giudice, inscritto nella mandorla cosmica e attorniato da
angeli musicanti, da Maria Vergine e San Giovanni.
Pagina 11 di 22
Il palazzo dei Diamanti
Pagina 12 di 22
La città Rinascimentale
Il Palazzo dei Diamanti fu innalzato a partire dal 1493, per Sigismondo
d’Este, fratello del duca. Agli inizi del ‘500 i lavori si interruppero per essere
ripresi 60 anni dopo dal cardinale Luigi d’Este. Passato poi sotto la proprietà
della famiglia Villa, il palazzo subì alcuni ritocchi.
Ercole I voleva una nuova città e sollecitò, tutte le famiglie della corte a
costruire i loro palazzi nuovi in questa nuova area che egli mise a disposizione.
Nel giro di pochi anni vennero costruiti
20 palazzi tra cui il Palazzo dei Diamanti.
Biagio Rossetti elaborò un
progetto di grande sapienza: quella
Rinascimentale.
La Terranova concretizzava
urbanisticamente il nuovo pensiero del mecenatismo di Ercole: a differenza
della città Mediovale, la nuova città si rappresentava con l’idea della prospettiva
che era il concetto fondamentale su cui si fondava il nuovo modo di vedere.
Ercole I immaginava la nuova città senza possibilità di interclusioni e
sbarramenti che costituiva la novità su cui si basava il principio del vedere
moderno.
Dal 1586 il palazzo fu residenza di Cesare d’Este. Al primo piano si
riconosce il grande salone dal soffitto di legno, usato per celebrazioni e
festeggiamenti. Nell’ala nord si aprono cinque ambienti decorati con un ricco
cassettonato e delle decorazioni grottesche sulle pareti, la seconda stanza è la
famosa Sala del Parto, realizzata in occasione della nascita di Alfonso III, figlio
di Cesare e Virginia de’ Medici. La terza stanza dell’appartamento di Virginia è
Pagina 13 di 22
la cosiddetta Camera Matrimoniale, anch’essa addobbata come le precedenti,
ma con uno solo sfondo ottagonale.
La facciata del palazzo è composta da bugne: pietre sbozzate a diamante,
inclinate verso il basso nella zona
inferiore, verso il centro nella zona
mediana e verso l’alto nella parte
superiore, creando così un effetto di
luce particolare.
Il Palazzo prende il nome dagli 8500 “diamanti” che compongono le
punte di marmo dell’originale rivestimento.
È uno degli edifici rinascimentali più celebri al mondo e fu acquistato dal
comune nel 1832. Al piano terreno sono situati gli spazi destinati ad importanti
esposizioni temporanee. Mentre al primo piano l’edificio ospita la Pinacoteca
Nazionale di Ferrara, che conserva una collezione storica e artistica di
eccezionale valore.
Lo splendido Palazzo si trova al centro dell’Addizione Erculea, vale a
dire la zona nord della città
ampliata da Ercole I d’Este per
fortificare la città da Venezia,
sull’importante incrocio chiamato
“Quadrivio degli angeli” che è il
cuore della “città nova”. La nuova città imitava l’impianto del Castrum
Romano, un impianto ortogonale costituito di larghe e spaziose vie parallele
che si intrecciano ad angolo retto. L’angolo è decorato da una particolareggiata
lesena, il culmine è un grazioso balconcino, che accentua la direttrice visiva
verso la vicina Piazza Ariostea.
Pagina 14 di 22
Ferrara… leggenda o realtà?
Ferrara è una città straordinaria dove fascino e atmosfera si fondono tra leggenda e realtà.
Pagina 15 di 22
Il prezioso mistero nascosto nella pietra
Sin dal tempo della sua costruzione si narra che in una delle bugne del
sontuoso palazzo, fosse nascosto, per volere di Ercole
I, un preziosissimo Diamante a lui appartenuto.
Il capo mastro che aveva provveduto a celare la
magnifica gemma tra le “pietre di diamante” fu
invitato a corte, da un ambasciatore di Ercole perché
voleva incontrarlo personalmente.
Pieno d’emozione, l’uomo si recò a Palazzo dove fu accolto tra decoro e
cerimonie. Gli venne poi chiesto se ricordasse sotto quale pietra aveva
chiuso il brillante.
Con soddisfazione l’uomo indicò la posizione esatta. Immediatamente fu
condotto nelle segrete del Castello, venne accecato e gli fu troncata la
lingua per non far trapelare l’importante segreto per sempre.
Pagina 16 di 22
Un amore impossibile
Parisina figlia di Andrea Malatesta, Signore di Cesena, aveva solo pochi giorni
quando perse la madre, avvelenata dal proprio padre.
Parisina a dodici anni, dopo la morte improvvisa del padre venne mandata a
Rimini presso lo zio Carlo Malatesta per curarne l’educazione. Dopo pochi anni,
per il consolidamento dell'alleanza fra la signoria degli Este con i Malatesta, si
decise il matrimonio di Parisina con Niccolò, da poco rimasto vedovo.
A Ferrara Parisina, non fu accolta tra i fasti, perché il suo arrivo coincise con la
peste e venne rinchiusa nel Castello con vari figli naturali del marito fra i quali
Ugo, che ha un anno meno di lei. I rapporti con lui erano molto tesi. Il ragazzo
non perdonava a Niccolò di non avere invece sposato sua madre, e temeva che
Parisina potesse dare eredi legittimi al marchese.
In realtà, già da tempo, a Ferrara e nel contado circolava questa voce: “di qua e
di là dal Po, son tutti figli di Niccolò”.
Alla fine della sua vita si mormorerà che abbia avuto ottocento amanti, oltre a tre
regolari mogli.
Agli inizi del 1400 Parisina espresse il desiderio di andare a Ravenna per far
visita ai parenti. Il marito acconsentì a patto che fosse accompagnata dal figlio
Ugo. Fu in questa occasione che tra i due esplose l’ardore e divennero amanti.
Al loro ritorno a Ferrara, la storia fedifraga
continuò tra incontri segreti nella delizie di
Quartesana e Fossadalbero.
La voce di questo amore giunse alle orecchie di
Niccolò. Il marchese, furibondo e roso dal dubbio,
fece fare un’apertura sul pavimento del suo studio
in corrispondenza della camera di Parisina, che permise di cogliere in flagrante gli
amanti durante la loro passione.
Vennero fatti decapitare prima l’uno poi l’altra ponendo così fine al loro
clandestino amore.
Pagina 17 di 22
San Giorgio e il drago
Si narra che a Silem, in Libia, viveva in uno stagno un drago mostruoso che a
volte giungeva fino in città dove con il suo fiato avvelenava chiunque gli capitasse a
tiro.
Gli abitanti gli offrivano per placarlo due pecore al giorno, ma quando queste
cominciarono a scarseggiare furono costretti a immolare una pecora e un giovane
scelto a sorte.
Un giorno fu estratta la giovane figlia del re, la principessa Silene. Il re, sgomento
provò ad offrire il suo patrimonio e metà del regno per salvarla, ma la popolazione
si ribellò, avendo visto morire tanti suoi figli. Dopo otto giorni di tentativi, il re,
alla fine, dovette cedere e la giovane si avviò verso lo stagno per essere offerta al
drago. La ragazza, in lacrime, fu portata sulla sponda del lago in attesa del
proprio destino.
In quel momento passò di lì il giovane cavaliere Giorgio, il quale saputo
dell'imminente sacrificio, tranquillizzò la principessa, promettendole il suo
intervento per evitarle la morte crudele.
Quando il drago emerse dalle acque, schizzando fuoco e fumo dalle narici, Giorgio
non si spaventò e affidandosi a Dio lo trafisse con la sua lancia, ferendolo e
facendolo cadere a terra. Poi disse alla principessa Silene di non aver timore e di
avvolgere la sua cintura al collo del drago, il quale prese a seguirla mansueto come
un cagnolino verso la città. Gli abitanti
erano atterriti nel vedere il drago
avvicinarsi, ma Giorgio li rasserenò
dicendo loro di non aver timore poiché
“Non temete, il Signore mi ha permesso
di liberarvi da questo mostro: credete a
Cristo, riceverete il battesimo e io ucciderò
il mostro. Iddio mi ha mandato a voi per
liberarvi dal drago: se abbraccerete la fede
in Cristo, riceverete il battesimo e io
ucciderò il mostro".
Allora il re e la popolazione si convertirono, il cavaliere uccise il drago e lo fece
portare fuori dalla città trascinato da quattro paia di buoi.
Pagina 18 di 22
Ferrara è ancora oggi molto devota al santo che è divenuto suo protettore.
La lettura che danno i ferraresi della leggenda è appena differente: la città
d’acqua, riconosce nel fiume Po la figura del “Drago” che emerge e straripa
portando distruzione e devastazione.
La giovinetta è Ferrara stessa e, il prode Cavaliere, il progresso imposto dalla
Signoria d’Este che ha perfezionato il corso del fiume, rendendolo meno pericoloso
con bonifiche ed argini.
La “Legenda Aurea” è una raccolta di vite di santi scritta nel XIII secolo,
dal vescovo di Genova Jacopo da Varagine.
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Vi aspettiamo…
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Francesca Baruffa
Sara Bosi
Miriam Corticelli
Vanessa Finotto
Veronica Gessi
Kola Aferdita
Elisa Lollini
Giulia Marchesini
Monica Martinelli
Federica Piludu
Sara Pincelli
Laura Sangiorgi
Jessica Scanavini
Ambra Vincenzi
Ambito turistico
Gruppo classe 2a
B
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Si ringrazia:
Il Dirigente Scolastico
Dott.ssa Isabella Fedozzi
I Docenti
Prof.ssa Silvia Balzani
Prof.ssa Daniela Braga
Prof. Alessandro Mariotti
Prof.ssa Valeria Rigliaco
Gli Assistenti Tecnici
Sig.ra Rita Bernini
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Vieni da Noi: San Marco dei Cavoti
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Vieni da Noi: Ferrara

  • 1. Pagina 1 di 22 F e r r a r a
  • 2. Pagina 2 di 22 Libera la fantasia… scopri Ferrara!scopri Ferrara!scopri Ferrara!scopri Ferrara!Ogni anno più di 4 milioni di studenti si muovono per fare lezioni fuori dalle mura scolastiche. Per il suo patrimonio storico, culturale, paesaggistico, l’Emilia Romagna è una meta molto frequentata dal turismo scolastico. L’idea del nostro percorso è quella di offrire una brochure studiata per soddisfare il desiderio di scoperta dei principali monumenti di Ferrara. In ogni strada, in ogni angolo di Ferrara si respira la sua storia, antica e recente, ma l’immagine della città che affascina maggiormente è legata al periodo del suo splendore rinascimentale: l’epoca della Corte Estense. Frutto di scelte ardite e in grande anticipo sui tempi, come l’ampliamento della città voluto da Ercole I d’Este alla fine del ‘400, il tessuto urbano è costituito da maestosi palazzi che, senza preavviso ma con armoniosa complicità, cedono il passo a orti e giardini della città più antica. a nostra cittàa nostra cittàa nostra cittàa nostra città
  • 3. Pagina 3 di 22 La città di Ferrara, progettata in modo esemplare nel Rinascimento, conserva il suo centro storico intatto. I canoni della pianificazione urbana qui espressi ebbero una profonda influenza per lo sviluppo dell’urbanistica nei secoli seguenti. Il territorio ferrarese, in cui i duchi d’Este costruirono le loro residenze, illustra in modo peculiare il riflesso della cultura del Rinascimento sul paesaggio naturale. Ferrara è la città che ha visto il primo "piano Urbanistico moderno d'Europa", realizzato da Biagio Rossetti con una felicissima fusione tra nuovo e antico, unendo la trama della città Medievale con il nuovo tracciato Rinascimentale.
  • 4. Pagina 4 di 22 LLLLa bellezza di Ferrara non si può spiegare, va respirata. È fatta di arte ma soprattutto di silenzi, del suono ovattato dei passi sull’acciottolato delle vie, della luce chiara dell’est di giorno e di quella dei lampioni gialli la notte. Ferrara è un luogo magico dove si può davvero immaginare di vivere ancora nel passato, dove il tempo è dilatato come quando si era bambini e le giornate non finivano mai. A Ferrara la bellezza permea tutto in profondità: i vicoli medioevali e le grandi strade rinascimentali, i palazzi, le chiese, la Cattedrale, le mura, i giardini, le piazze, le case. C’è bellezza nell’armonia, nel silenzio, nella lentezza, nei sapori. Daria Bignardi
  • 5. Pagina 5 di 22 . Il Castello degli Estensi
  • 6. Pagina 6 di 22 La città Medioevale Torre di avvistamento e rocca L'origine architettonica del Castello di Ferrara risiede in un'antica torre di avvistamento già esistente all'inizio del XIII secolo ed inserita lungo la cinta muraria difensiva che allora delimitava la città medievale verso nord. Le caratteristiche architettoniche di questa massiccia torre erano molto semplici: aveva pianta quadrata ed era costruita in mattoni. A partire dalla metà del ‘300 viene trasformata in una rocca. Da questo momento in poi inizieranno una serie di trasformazioni che porteranno l’edificio a raggiungere l’aspetto attuale. Dalla rocca al castello di S. Michele L'architetto Bartolino da Novara progettò il maniero partendo dalla preesistente Rocca dei Leoni e la unì a tre nuove torri. Esse vennero disposte a quadrilatero e unite tra di loro da corpi di fabbrica più bassi che racchiudevano un cortile interno. La più significativa delle trasformazioni avviene nel 1385 quando il nemico da combattere non è solo fuori dalle mura ma soprattutto dentro alla città. In quel anno scoppia, infatti, una grande carestia che riduce il popolo alla fame ma, nonostante questo, le tasse non smettono di aumentare. La costruzione verrà questo dedicata all’arcangelo San Michele. Nel corso dei secoli, la sua architettura si trasforma da militare a civile per soddisfare le esigenze dei Duchi. Per tutto il Cinquecento, diviene dimora di una delle più originali e sfarzose Corti d’Europa.
  • 7. Pagina 7 di 22 Al centro della città e suo simbolo, il Castello Estense è un monumento di straordinaria forza, testimone e custode della storia cittadina. Nel 1264 la forte contesa tra la famiglia Estense e i Salinguerra per ottenere la supremazia sul territorio venne vinta dagli Estensi che da quel momento governarono la città per tre secoli. Il Castello di S. Michele ha mantenuto un uso prettamente militare, ma già a partire dal 1450, sotto il marchese Borso d'Este, alcune sale si utilizzavano a scopo abitativo e d'ufficio. Nei primi anni del '500, sotto il ducato di Alfonso I, continuarono i lavori di adattamento che lo portavano a acquistare sempre più un'immagine di residenza nobiliare adibita alla vita di corte. È da notare che le trasformazioni ducali avvennero solo ai piani superiori dell'edificio, mentre quelli inferiori continuarono a ricoprire un ruolo strettamente difensivo del palazzo. Oggi il Castello Estense di Ferrara è il simbolo della città, uno dei più visitati monumenti italiani, prestigioso esempio conservato di castello medievale e contemporaneamente di principesca residenza rinascimentale.
  • 8. Pagina 8 di 22 La Cattedrale
  • 9. Pagina 9 di 22 La Cattedrale di Ferrara risale al 1135, consacrata dal vescovo Landolfo e voluta da Guglielmo II Adelardi. Posta al centro della città, è il punto di riferimento per la vita cittadina e ha attraversato tutte le vicende storiche, politiche e religiose dei diversi secoli. La chiesa, da prima dedicata a Maria Vergine e successivamente a San Giorgio, si rese utile non solo per ragioni comunali ed ecclesiastiche, ma anche perché un fortissimo terremoto aveva arrecato danni alla precedente cattedrale di San Giorgio “fuori le mura”. La Cattedrale un tempo era usata come chiesa parrocchiale mentre oggigiorno è sede delle celebrazioni più importanti della diocesi. La facciata della Cattedrale è costituita da tre parti divise da contrafforti ed aperte da logge che si innalzano in tre cuspidi uguali. Al di sopra del portale romanico, caratterizzato dalla ricca decorazione scultorea attribuita a Niccolò, si trova il bellissimo protiro, sorretto da leoni con telamoni su cui poggiano due coppie di colonne. Ai lati dell’arco del protiro sono inseriti i rilievi raffiguranti, Giovanni Evangelista e Giovanni Battista. La chiave d’arco presenta un rilievo con l’Agnus Dei. I sostegni del protiro sono costituiti da una colonna che a sua volta è sorretta da un leone in marmo veronese. Il telamone di sinistra è un giovane che sorregge con entrambe le mani la colonna; il leone stiloforo è raffigurato con ariete fra le zampe. Il secondo telamone è un vecchio che sorregge la colonna con un solo braccio mentre l’altro lo appoggia su un ginocchio per bilanciare il peso; esso poggia sul leone che tiene fra le zampe un bovino. Il portale racchiude una
  • 10. Pagina 10 di 22 lunetta raffigurante San Giorgio ed il drago che poggia su un architrave scolpito con alcune scene della vita Cristo. Al di sopra, nel timpano, è rappresentato il Giudizio Universale. I pennacchi raffigurano la resurrezione della carne. Al centro l’Arcangelo Michele sta procedendo con la Psicostasi, cioè la pesatura delle anime: gli eletti vengono condotti al Paradiso, mentre i dannati incatenati, verso l’Inferno. La lunetta destra raffigura l’Inferno che ingoia le anime. Dalla parte opposta si trova il Paradiso che è simboleggiato da Abramo nel cui grembo vengono ospitate le anime degli eletti. Nel timpano è raffigurato il Cristo Giudice, inscritto nella mandorla cosmica e attorniato da angeli musicanti, da Maria Vergine e San Giovanni.
  • 11. Pagina 11 di 22 Il palazzo dei Diamanti
  • 12. Pagina 12 di 22 La città Rinascimentale Il Palazzo dei Diamanti fu innalzato a partire dal 1493, per Sigismondo d’Este, fratello del duca. Agli inizi del ‘500 i lavori si interruppero per essere ripresi 60 anni dopo dal cardinale Luigi d’Este. Passato poi sotto la proprietà della famiglia Villa, il palazzo subì alcuni ritocchi. Ercole I voleva una nuova città e sollecitò, tutte le famiglie della corte a costruire i loro palazzi nuovi in questa nuova area che egli mise a disposizione. Nel giro di pochi anni vennero costruiti 20 palazzi tra cui il Palazzo dei Diamanti. Biagio Rossetti elaborò un progetto di grande sapienza: quella Rinascimentale. La Terranova concretizzava urbanisticamente il nuovo pensiero del mecenatismo di Ercole: a differenza della città Mediovale, la nuova città si rappresentava con l’idea della prospettiva che era il concetto fondamentale su cui si fondava il nuovo modo di vedere. Ercole I immaginava la nuova città senza possibilità di interclusioni e sbarramenti che costituiva la novità su cui si basava il principio del vedere moderno. Dal 1586 il palazzo fu residenza di Cesare d’Este. Al primo piano si riconosce il grande salone dal soffitto di legno, usato per celebrazioni e festeggiamenti. Nell’ala nord si aprono cinque ambienti decorati con un ricco cassettonato e delle decorazioni grottesche sulle pareti, la seconda stanza è la famosa Sala del Parto, realizzata in occasione della nascita di Alfonso III, figlio di Cesare e Virginia de’ Medici. La terza stanza dell’appartamento di Virginia è
  • 13. Pagina 13 di 22 la cosiddetta Camera Matrimoniale, anch’essa addobbata come le precedenti, ma con uno solo sfondo ottagonale. La facciata del palazzo è composta da bugne: pietre sbozzate a diamante, inclinate verso il basso nella zona inferiore, verso il centro nella zona mediana e verso l’alto nella parte superiore, creando così un effetto di luce particolare. Il Palazzo prende il nome dagli 8500 “diamanti” che compongono le punte di marmo dell’originale rivestimento. È uno degli edifici rinascimentali più celebri al mondo e fu acquistato dal comune nel 1832. Al piano terreno sono situati gli spazi destinati ad importanti esposizioni temporanee. Mentre al primo piano l’edificio ospita la Pinacoteca Nazionale di Ferrara, che conserva una collezione storica e artistica di eccezionale valore. Lo splendido Palazzo si trova al centro dell’Addizione Erculea, vale a dire la zona nord della città ampliata da Ercole I d’Este per fortificare la città da Venezia, sull’importante incrocio chiamato “Quadrivio degli angeli” che è il cuore della “città nova”. La nuova città imitava l’impianto del Castrum Romano, un impianto ortogonale costituito di larghe e spaziose vie parallele che si intrecciano ad angolo retto. L’angolo è decorato da una particolareggiata lesena, il culmine è un grazioso balconcino, che accentua la direttrice visiva verso la vicina Piazza Ariostea.
  • 14. Pagina 14 di 22 Ferrara… leggenda o realtà? Ferrara è una città straordinaria dove fascino e atmosfera si fondono tra leggenda e realtà.
  • 15. Pagina 15 di 22 Il prezioso mistero nascosto nella pietra Sin dal tempo della sua costruzione si narra che in una delle bugne del sontuoso palazzo, fosse nascosto, per volere di Ercole I, un preziosissimo Diamante a lui appartenuto. Il capo mastro che aveva provveduto a celare la magnifica gemma tra le “pietre di diamante” fu invitato a corte, da un ambasciatore di Ercole perché voleva incontrarlo personalmente. Pieno d’emozione, l’uomo si recò a Palazzo dove fu accolto tra decoro e cerimonie. Gli venne poi chiesto se ricordasse sotto quale pietra aveva chiuso il brillante. Con soddisfazione l’uomo indicò la posizione esatta. Immediatamente fu condotto nelle segrete del Castello, venne accecato e gli fu troncata la lingua per non far trapelare l’importante segreto per sempre.
  • 16. Pagina 16 di 22 Un amore impossibile Parisina figlia di Andrea Malatesta, Signore di Cesena, aveva solo pochi giorni quando perse la madre, avvelenata dal proprio padre. Parisina a dodici anni, dopo la morte improvvisa del padre venne mandata a Rimini presso lo zio Carlo Malatesta per curarne l’educazione. Dopo pochi anni, per il consolidamento dell'alleanza fra la signoria degli Este con i Malatesta, si decise il matrimonio di Parisina con Niccolò, da poco rimasto vedovo. A Ferrara Parisina, non fu accolta tra i fasti, perché il suo arrivo coincise con la peste e venne rinchiusa nel Castello con vari figli naturali del marito fra i quali Ugo, che ha un anno meno di lei. I rapporti con lui erano molto tesi. Il ragazzo non perdonava a Niccolò di non avere invece sposato sua madre, e temeva che Parisina potesse dare eredi legittimi al marchese. In realtà, già da tempo, a Ferrara e nel contado circolava questa voce: “di qua e di là dal Po, son tutti figli di Niccolò”. Alla fine della sua vita si mormorerà che abbia avuto ottocento amanti, oltre a tre regolari mogli. Agli inizi del 1400 Parisina espresse il desiderio di andare a Ravenna per far visita ai parenti. Il marito acconsentì a patto che fosse accompagnata dal figlio Ugo. Fu in questa occasione che tra i due esplose l’ardore e divennero amanti. Al loro ritorno a Ferrara, la storia fedifraga continuò tra incontri segreti nella delizie di Quartesana e Fossadalbero. La voce di questo amore giunse alle orecchie di Niccolò. Il marchese, furibondo e roso dal dubbio, fece fare un’apertura sul pavimento del suo studio in corrispondenza della camera di Parisina, che permise di cogliere in flagrante gli amanti durante la loro passione. Vennero fatti decapitare prima l’uno poi l’altra ponendo così fine al loro clandestino amore.
  • 17. Pagina 17 di 22 San Giorgio e il drago Si narra che a Silem, in Libia, viveva in uno stagno un drago mostruoso che a volte giungeva fino in città dove con il suo fiato avvelenava chiunque gli capitasse a tiro. Gli abitanti gli offrivano per placarlo due pecore al giorno, ma quando queste cominciarono a scarseggiare furono costretti a immolare una pecora e un giovane scelto a sorte. Un giorno fu estratta la giovane figlia del re, la principessa Silene. Il re, sgomento provò ad offrire il suo patrimonio e metà del regno per salvarla, ma la popolazione si ribellò, avendo visto morire tanti suoi figli. Dopo otto giorni di tentativi, il re, alla fine, dovette cedere e la giovane si avviò verso lo stagno per essere offerta al drago. La ragazza, in lacrime, fu portata sulla sponda del lago in attesa del proprio destino. In quel momento passò di lì il giovane cavaliere Giorgio, il quale saputo dell'imminente sacrificio, tranquillizzò la principessa, promettendole il suo intervento per evitarle la morte crudele. Quando il drago emerse dalle acque, schizzando fuoco e fumo dalle narici, Giorgio non si spaventò e affidandosi a Dio lo trafisse con la sua lancia, ferendolo e facendolo cadere a terra. Poi disse alla principessa Silene di non aver timore e di avvolgere la sua cintura al collo del drago, il quale prese a seguirla mansueto come un cagnolino verso la città. Gli abitanti erano atterriti nel vedere il drago avvicinarsi, ma Giorgio li rasserenò dicendo loro di non aver timore poiché “Non temete, il Signore mi ha permesso di liberarvi da questo mostro: credete a Cristo, riceverete il battesimo e io ucciderò il mostro. Iddio mi ha mandato a voi per liberarvi dal drago: se abbraccerete la fede in Cristo, riceverete il battesimo e io ucciderò il mostro". Allora il re e la popolazione si convertirono, il cavaliere uccise il drago e lo fece portare fuori dalla città trascinato da quattro paia di buoi.
  • 18. Pagina 18 di 22 Ferrara è ancora oggi molto devota al santo che è divenuto suo protettore. La lettura che danno i ferraresi della leggenda è appena differente: la città d’acqua, riconosce nel fiume Po la figura del “Drago” che emerge e straripa portando distruzione e devastazione. La giovinetta è Ferrara stessa e, il prode Cavaliere, il progresso imposto dalla Signoria d’Este che ha perfezionato il corso del fiume, rendendolo meno pericoloso con bonifiche ed argini. La “Legenda Aurea” è una raccolta di vite di santi scritta nel XIII secolo, dal vescovo di Genova Jacopo da Varagine.
  • 19. Pagina 19 di 22 Vi aspettiamo…
  • 20. Pagina 20 di 22 Francesca Baruffa Sara Bosi Miriam Corticelli Vanessa Finotto Veronica Gessi Kola Aferdita Elisa Lollini Giulia Marchesini Monica Martinelli Federica Piludu Sara Pincelli Laura Sangiorgi Jessica Scanavini Ambra Vincenzi Ambito turistico Gruppo classe 2a B
  • 21. Pagina 21 di 22 Si ringrazia: Il Dirigente Scolastico Dott.ssa Isabella Fedozzi I Docenti Prof.ssa Silvia Balzani Prof.ssa Daniela Braga Prof. Alessandro Mariotti Prof.ssa Valeria Rigliaco Gli Assistenti Tecnici Sig.ra Rita Bernini Sig.ra Donatella Colognesi Sig.ra Michela Corradini