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Anno IX n°10 Ottobre 2013

N o a l r i c a tto A B I ! ! !

Dall’ A B I
un
a t t e g g i a me n t o
irresponsabile che genera gravi
conseguenze in categoria

In questo
numero:
- P ri m a p a g i n a No al ricatto ABI
- pa g . 7 In nome del
popolo italiano
- pa g . 8 Abbecedario
della crisi:
Depressione
- pa g . 9 Iscriviti alla FISAC

Con lettera del 16 settembre, ABI
ha comunicato la disdetta anticipata
ed unilaterale dei CCNL Aree
Professionali, Quadri Direttivi e
Dirigenti, manifestando in tal modo
la volontà di non prorogare gli stessi
oltre la data di scadenza del 30
giugno 2014, al fine di minare la
sussistenza delle parti normative ed
economiche, con riflessi anche sui
contratti aziendali.
E’ un atto grave ed arrogante, nei
modi e nei contenuti, che rompe
una tradizione che ha sempre
trovato nel dialogo le risposte ai
problemi complessi affrontati nel
tempo e che ci ha permesso di
gestire situazioni di crisi anche con
soluzioni innovative. Risulta palese
la volontà di demolire un sistema e
di volerlo ricostruire su diverse basi
di forza, scaricando sui lavoratori i
guasti di un sistema ove i banchieri
hanno le maggiori responsabilità.
Il nostro Paese fatica a ripartire e
anche
il
sistema
creditizio
attraversa una situazione critica, ma
ABI intende approfittare di questo
difficile momento per imporre le sue
soluzioni: scaricare i costi sulla

fiscalità
generale
(cioè
sui
contribuenti italiani) e sui lavoratori
(cioè su salari e occupazione). In
una fase in cui occorrono coesione
sociale e senso di responsabilità, i
banchieri non accettano di fare la
loro parte e si disimpegnano,
svincolandosi dal loro ruolo e dalla
loro funzione.
Noi ribadiamo che occorre una
banca al servizio del Paese e non
della finanza senza regole, una
banca che ritorni ad essere stimolo
allo sviluppo ed all’occupazione,

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favorisca il rilancio degli investimenti e riapra il
rubinetto del credito alle imprese e alle
f a mi g l i e .
Con la disdetta ABI distrugge un patrimonio
consolidato di positive relazioni sindacali
Risulta evidente ed esplicita l’intenzione delle
banche di arrivare ad una completa
deregolamentazione del settore, attraverso la
cancellazione
dell’attuale
modello
contrattuale, del Contratto Nazionale e del
Fondo di Solidarietà, declassando la
contrattazione di secondo livello a mera
contrattazione di carattere derogatorio e
funzionale esclusivamente alla necessità di
flessibilità e riduzione dei costi delle imprese.
Che cosa vuole ABI?
A titolo di esempio, non certo esaustivo:
• libertà di modificare ed estendere
unilateralmente gli orari di lavoro e di
sportello;
• libertà nel richiedere più flessibilità e
nell’accrescere la mobilità territoriale senza
re g o l e ;
• libertà di spostare le persone senza
limitazioni;
• abolizione dei percorsi professionali
contrattati, compresi quelli in essere;
• cancellazione degli scatti di anzianità e degli
automatismi residui;
• cancellazione delle ex­festività e delle ferie

eccedenti la dotazione ex lege.
Ma non basta: ABI muove un attacco
direttamente al salario della categoria
ABI richiede una “moderazione salariale
VISTOSA”, di fatto una riduzione del potere
d’acquisto dei salari, non riconoscendo gli
adeguamenti legati all’inflazione e lasciando
alla discrezionalità l’erogazione del salario
variabile. La contrattazione dovrebbe svolgere
la sola funzione di adeguare i livelli salariali
all’andamento
economico
dell’azienda,
rendendoli variabili e comprimibili sulla base
delle sole esigenze di redditività aziendale.
Noi invece chiediamo il mantenimento del
ruolo del CCNL, la salvaguardia del potere
d’acquisto delle retribuzioni e la tutela
dell’occupazione!
ABI ricatta e mette in discussione
sopravvivenza del Fondo di Solidarietà

la

Uno strumento che nel corso del tempo è
servito a gestire quasi 50.000 uscite dal
settore, dimostrandosi efficace per governare
le ristrutturazioni.
La riforma Fornero impone una revisione del
Fondo, ma non il suo stravolgimento:
prestazioni e diritti devono restare inalterati.
Vanno invece potenziati gli strumenti di
gestione solidaristica come le riduzioni di
orario/sospensioni dell’attività lavorativa e

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2
introdotti i contratti di solidarietà espansiva (in
un’ottica di ricambio generazionale e di
accompagnamento alla pensione).
La scomparsa del Fondo di Solidarietà
potrebbe
essere
una
inaccettabile
conseguenza derivante dalla decisione di ABI
di rifiutare il negoziato. In questo modo
andrebbero dispersi anni di sacrifici dei
bancari, che hanno garantito alla categoria un
ammortizzatore sociale ben più efficiente di
quelli pubblici.
Il Fondo di Solidarietà non è una elargizione
aziendale! È stato pensato, finanziato e
gestito attraverso la contrattazione di settore e
non ha pesato sulla collettività essendo
interamente pagato da aziende e lavoratori
della categoria.
Abi sferra un attacco pesantissimo
lavoratori del settore: troppi e inadeguati

ai

Insieme alla lettera di disdetta, Abi ha
consegnato un documento, offensivo nei
contenuti ed arrogante nei toni, in cui illustra
quella che è a suo avviso la situazione del
settore e gli interventi necessari.
I lavoratori del settore vengono etichettati
come troppo vecchi, scarsamente motivati,
culturalmente distanti dalle nuove esigenze
delle banche, marcatamente resistenti o
comunque poco disponibili al cambiamento,
alla
riconversione
e
riqualificazione
professionale; inoltre, il lavoro è considerato
troppo stabile e poco flessibile.
Si tratta di offese ed accuse immotivate che

respingiamo al mittente, ma che descrivono
chiaramente quale sia il miope atteggiamento
della nostra controparte: quello di svalorizzare
i lavoratori, attribuendo loro colpe che non
hanno e disconoscendone il ruolo primario
che oggi viene loro giustamente attribuito
come fattore di successo dell’impresa.
Il personale sarebbe ”culturalmente distante
dalle nuove esigenze” e “resistente al
cambiamento”? Si dimenticano che questo è
uno dei settori che negli ultimi anni ha subito
le trasformazioni più radicali: lavoratrici e
lavoratori si sono resi disponibili a continue
riconversioni, passando da attività di Back
Office a Front Office o ad attività commerciali.
Senza questa disponibilità e il sacrificio
conseguente,
nessuna
riorganizzazione
progettata avrebbe avuto buon esito!
Siamo troppo stabili? Qui si rovesciano i
valori: il contratto a tempo indeterminato è la
forma più diffusa nel settore e tale deve
rimanere. È una garanzia di solidità e
continuità professionale: non è un disvalore, o
vogliamo cedere alla retorica montiana del
“posto fisso noioso”?
La retribuzione dei top manager è un serio
problema per il settore e per il Paese
Siamo troppi e troppo pagati? Si dimenticano
che sul costo del lavoro pesano gli
innumerevoli contratti di consulenza, a volte
dettati semplicemente da logiche clientelari,
nonché gli stipendi e le “buone uscite”
milionarie dei top manager, di cui sono piene

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3
le
cronache. E’ scandaloso che la
liquidazione di un banchiere valga 35.000
giornate di solidarietà di un bancario!
Ecco l’ingiustizia: in pochi giorni di lavoro
percepiscono lo stipendio che un lavoratore
medio ottiene in un anno intero. E con quali
risalutati! E’ un divario inaccettabile, che
persiste nonostante i richiami, anche europei,
alla sobrietà e alla moralità.
Lo stato del settore, fra crisi aziendali e
ma n a g e r i n a d e g u a t i
Giudichiamo
inadeguat a
l’at t uale
t op
m a n a g e m e n t d e l l e b a n ch e .
Basta osservare la situazione dei bilanci
bancari,
zavorrati
da
sofferenze
e
accantonamenti, per operazioni verticistiche,
rivelatesi errate; si fa poco credito, lo si fa
male e lo si concede a soggetti di dubbia
affidabilità!
Sono manager che non hanno saputo
rinnovarsi
(sono
sempre
gli
stessi)
palesemente in ritardo rispetto alle necessità
e alle scelte da compiere, senza una chiara
visione o proposta di quello che dovrà essere
il settore dopo la crisi e di quale contributo il
settore può e deve dare al Paese per favorire
l’uscita dalla crisi.
Sono manager che si sono preoccupati solo
di generare profitti più che di avere attenzione
alle ricadute economiche e sociali sul territorio
e dei processi d’impresa.
Sono manager irresponsabili che, mentre
chiedono l’intervento del Governo a sostegno

dei bilanci delle banche, non si preoccupano
di dedicare attenzione all’economia reale, alle
imprese, alle famiglie, ai temi dello sviluppo
sostenibile, della crescita e dell’occupazione.
Sono manager inadeguati, e in alcuni casi in
malafede e truffaldini, di cui le cronache
giudiziarie ci illustrano gesta e malefatte o che
la
stessa
Banca
d’Italia
sanziona
pesantemente: ispezioni e commissariamenti
a catena, che interessano banche ad ogni
latitudine.
Succede, quando si usano le banche come
case da gioco!
ABI intende scaricare i problemi del settore,
frutto di errate scelte manageriali, interamente
sui lavoratori
Emblematica è la questione degli sportelli: si
afferma, senza un minimo accenno di
autocritica, che sono da rivedere “numero,
localizzazione e organizzazione”, anche a
fronte di un aumento dell’operatività delle reti
telematiche. In altre parole: ridurli e
rimpicciolirli.
Tuttavia, la strategia di apertura eccessiva
degli sportelli e della loro diffusione capillare è
stata perseguita a seguito di precisi errori di
valutazione manageriali: mentre in Europa se
ne riduceva la presenza, in Italia si faceva
l’esatto contrario! Ci domandiamo se ora non
si voglia compiere l’errore opposto e ci
preoccupiamo che la riduzione della presenza
fisica delle banche sul territorio possa
produrre "scopertura" in termini di servizio

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4
fornito a imprese e famiglie. Qual è il senso di
paragonarci a stati europei dalla differente
densità di popolazione, in un territorio
geograficamente non paragonabile all’Italia e
con una circolazione del contante alle volte
anche dimezzata rispetto al nostro Paese?
Non sarebbe invece più opportuno ragionare
in altro modo? Cioè domandarci se invece
non sia il caso di qualificare ancora meglio la
presenza della banche con una proposta più
avanzata in termini di contenuto tecnologico e
di valore aggiunto fornito dal servizio?
La sfida vera è sui contenuti
Dunque ABI intende cambiare il modo di fare
banca nel Paese giudicando gli attuali CCNL
troppo onerosi e non corrispondenti alla
banca di oggi. Ci sorge spontanea una
domanda: quali comportamenti credibili
intende attuare per modificare un sistema che

da troppi anni impoverisce le famiglie, non
sostiene le imprese, il territorio e che,
contemporaneamente, arricchisce personaggi
di dubbia eticità, generando crediti inesigibili
che, in troppi casi, stanno affondando nelle
sofferenze gli stessi istituti di credito?
Il sindacato non teme il confronto, il sindacato
pretende il rispetto degli accordi sottoscritti e
contrasta chi pensa di poter rinnovare un
contratto partendo da zero attraverso lo
smantellamento di quanto esistente, con un
unico fine: mantenere i propri privilegi e le
proprie faraoniche retribuzioni.
Tutta la categoria è impegnata e pronta a
sostenere una mobilitazione che si prospetta
lunga e difficile e il cui primo obbiettivo è il
ritiro della disdetta anticipata dei CCNL ed il
rinvio della scadenza del Fondo esuberi.

S CI O PE R O G E N E R AL E
IL 31 OTTOBRE
Con tro l a d i sd etta u n i l a tera l e ed a n ti ci pa ta d ei CCN L d eci sa d a ABI
Per i l m a n ten i m en to d el Fon d o d i Sol i d a ri età
Con tro l e m i n a cce d i u l teri ori ta g l i a l l ’occu pa zi on e e a l l e retri bu zi on i n el settore
I n d i fesa d el m od el l o con tra ttu a l e fon d a to su l CCN L e su l l a con tra tta zi on e a zi en d a l e
I n ri sposta a l d i sprezzo verso l e l a vora tri ci ed i l a vora tori d el cred i to m ostra to d a i ba n ch i eri
Per u n m od el l o d i ba n ca ch e con tri bu i sca a l ri l a n ci o econ om i co e prod u tti vo d el Pa ese
Per porre fi n e a g l i sprech i e a g l i sti pen d i fa ra on i ci d ei top m a n a g er n el l e ba n ch e

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5
M o d a l i tà d i s c i o p e r o

L'intera giornata di giovedì 31 ottobre 2013.

Specifichiamo di seguito le modalità di effettuazione dell’astensione dal lavoro per i lavoratori
conorario di lavoro diverso da quello definito standard dal Contratto Nazionale:
• Turnisti: dall’inizio di ciascun turno e per tutta la durata dello stesso (il turno notturno da
considerarsi quello che inizia nella serata dello stesso giorno solare della proclamazione)
• Part time orizzontale: l’intera giornata lavorativa prevista individualmente (il Part Time
verticale sciopera come il tempo pieno se nella giornata di proclamazione effettua la
prestazione lavorativa).
• Distribuzioni dell'orario 6x6, 4x9,: l’intera giornata di lavoro.
• Flessibilità extra standard, dall’inizio dell'orario di lavoro per tutto l’orario giornaliero.
• Quadri direttivi: l’ intera giornata di prestazione, indipendentemente dalla collocazione oraria.

In data 11 ottobre le OO.SS. Felsa­Cisl, Nidil­Cgil, Uil­Temp hanno formalmente aderito (con
propria comunicazione alla Commissione di Garanzia Scioperi) per i lavoratori in regime di
somministrazione presso le Aziende di credito allo sciopero nazionale di categoria del 31
o t t o b re 2 0 1 3 .

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6
Dem a n si on a m en to: i l l eg i tti m i tà e ri sa rci m en to d el d a n n o
Nel dettaglio, con la sentenza 2 0 82 9 , la Cassazione si è pronunciata sul caso
di un dipendente di una banca che si è rivolto al giudice per chiedere il
risarcimento del danno da demansionamento, subito, secondo il lavoratore, a
seguito dell'operazione societaria che ha coinvolto il piccolo istituto di credito
per cui lavorava, assorbito in uno di maggiori dimensioni. I giudici di merito
hanno condannato la banca a risarcire il danno alla professionalità
affermando che non vi è stata equivalenza in concreto tra le mansioni in
precedenza svolte, come vicedirettore e responsabile di tutte le operazioni
bancarie, rispetto a quelle successivamente assegnate relative alla
concessione di crediti. La banca ha fatto ricorso in Cassazione, sostenendo
che nel confronto delle mansioni gioca un ruolo fondamentale l'operazione
societaria di assorbimento di un istituto di credito in un altro. In sostanza, si
legge nel ricorso, le mansioni lavorative del funzionario di una piccola banca non possono
essere ragguagliate a quelle, pure nominalmente identiche, espletate presso un istituto
bancario di dimensioni, peso e prestigio di gran lunga superiori: il giudizio di equivalenza deve
tener conto anche della nuova organizzazione imprenditoriale. Ma la Cassazione non condivide
il ragionamento del datore di lavoro e respinge il ricorso, affermando che il giudizio di
equivalenza si basa non su una pretesa «sovrapposizione» di realtà aziendali non comparabili
per dimensioni e importanza, ma sulla verifica in concreto dei compiti svolti dal dipendente nei
due istituti bancari.

Dem a n si on a m en to professi on a l e e respon sa bi l i tà sol i d a l e.
Con la sentenza 2 0 71 6 la Cassazione ha invece affrontato il caso di una cessione di ramo di
azienda, a seguito della quale alcuni dipendenti sono passati dal settore produttivo a quello
delle pulizie subendo un danno da demansionamento. Il risarcimento è stato riconosciuto dai
giudici di merito a carico sia dell'azienda cedente sia di quella subentrante, in regime di
responsabilità solidale. La società contesta il ragionamento dei magistrati sostenendo invece
che il corretto esercizio del mutamento di mansioni del dipendente (ius variandi) trascenda dal
rapporto con il lavoratore e sia estraneo alla vicenda negoziale traslativa, mentre attiene a
scelte imprenditoriali complessive alle quali il cessionario è totalmente estraneo. Di
conseguenza, secondo l'azienda, il cessionario non può essere chiamato a rispondere in solido
con il cedente, se i crediti non trovino riscontro nei libri contabili obbligatori. Di diverso avviso
la Cassazione che, respingendo il ricorso, ha chiarito che il risarcimento da dequalificazione
professionale genera un credito che può essere fatto valere in via solidale nei confronti
dell'azienda cessionaria. A condizione, conclude la sentenza, che i lavoratori dimostrino gli
elementi del trasferimento di azienda (o, comunque, vicende che comportino una continuità
aziendale alla stregua della giurisprudenza comunitaria) e la continuità del rapporto di lavoro,
che costituisce la base della garanzia della salvaguardia della posizione del lavoratore. Del
resto, l'unico caso in cui non opera la solidarietà prevista dall'articolo 2112 del Codice civile è
quello della cessazione del rapporto di lavoro prima della cessione.
FONTE IL SOLE

24 ORE

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Fisac Varese Informa - Ottobre 2013 - Sciopero ed altro

  • 1. Anno IX n°10 Ottobre 2013 N o a l r i c a tto A B I ! ! ! Dall’ A B I un a t t e g g i a me n t o irresponsabile che genera gravi conseguenze in categoria In questo numero: - P ri m a p a g i n a No al ricatto ABI - pa g . 7 In nome del popolo italiano - pa g . 8 Abbecedario della crisi: Depressione - pa g . 9 Iscriviti alla FISAC Con lettera del 16 settembre, ABI ha comunicato la disdetta anticipata ed unilaterale dei CCNL Aree Professionali, Quadri Direttivi e Dirigenti, manifestando in tal modo la volontà di non prorogare gli stessi oltre la data di scadenza del 30 giugno 2014, al fine di minare la sussistenza delle parti normative ed economiche, con riflessi anche sui contratti aziendali. E’ un atto grave ed arrogante, nei modi e nei contenuti, che rompe una tradizione che ha sempre trovato nel dialogo le risposte ai problemi complessi affrontati nel tempo e che ci ha permesso di gestire situazioni di crisi anche con soluzioni innovative. Risulta palese la volontà di demolire un sistema e di volerlo ricostruire su diverse basi di forza, scaricando sui lavoratori i guasti di un sistema ove i banchieri hanno le maggiori responsabilità. Il nostro Paese fatica a ripartire e anche il sistema creditizio attraversa una situazione critica, ma ABI intende approfittare di questo difficile momento per imporre le sue soluzioni: scaricare i costi sulla fiscalità generale (cioè sui contribuenti italiani) e sui lavoratori (cioè su salari e occupazione). In una fase in cui occorrono coesione sociale e senso di responsabilità, i banchieri non accettano di fare la loro parte e si disimpegnano, svincolandosi dal loro ruolo e dalla loro funzione. Noi ribadiamo che occorre una banca al servizio del Paese e non della finanza senza regole, una banca che ritorni ad essere stimolo allo sviluppo ed all’occupazione, Seg u i ci su Fa cebook e cl i cca M I PI ACE su l l a pa g i n a h ttp: //www. fa cebook. com /Fi sa cCg i l Va rese Affermare e Conquistare Diritti! Supplemento di "CGIL Notizie Varese" a cura della Federazione Italiana Sindacale Assicurazioni Credito Varese Via N. Bixio 37 Tel. 0332. 276220 Fax 0332. 262002 e-mail fisacvarese@cgil. lombardia. it
  • 2. favorisca il rilancio degli investimenti e riapra il rubinetto del credito alle imprese e alle f a mi g l i e . Con la disdetta ABI distrugge un patrimonio consolidato di positive relazioni sindacali Risulta evidente ed esplicita l’intenzione delle banche di arrivare ad una completa deregolamentazione del settore, attraverso la cancellazione dell’attuale modello contrattuale, del Contratto Nazionale e del Fondo di Solidarietà, declassando la contrattazione di secondo livello a mera contrattazione di carattere derogatorio e funzionale esclusivamente alla necessità di flessibilità e riduzione dei costi delle imprese. Che cosa vuole ABI? A titolo di esempio, non certo esaustivo: • libertà di modificare ed estendere unilateralmente gli orari di lavoro e di sportello; • libertà nel richiedere più flessibilità e nell’accrescere la mobilità territoriale senza re g o l e ; • libertà di spostare le persone senza limitazioni; • abolizione dei percorsi professionali contrattati, compresi quelli in essere; • cancellazione degli scatti di anzianità e degli automatismi residui; • cancellazione delle ex­festività e delle ferie eccedenti la dotazione ex lege. Ma non basta: ABI muove un attacco direttamente al salario della categoria ABI richiede una “moderazione salariale VISTOSA”, di fatto una riduzione del potere d’acquisto dei salari, non riconoscendo gli adeguamenti legati all’inflazione e lasciando alla discrezionalità l’erogazione del salario variabile. La contrattazione dovrebbe svolgere la sola funzione di adeguare i livelli salariali all’andamento economico dell’azienda, rendendoli variabili e comprimibili sulla base delle sole esigenze di redditività aziendale. Noi invece chiediamo il mantenimento del ruolo del CCNL, la salvaguardia del potere d’acquisto delle retribuzioni e la tutela dell’occupazione! ABI ricatta e mette in discussione sopravvivenza del Fondo di Solidarietà la Uno strumento che nel corso del tempo è servito a gestire quasi 50.000 uscite dal settore, dimostrandosi efficace per governare le ristrutturazioni. La riforma Fornero impone una revisione del Fondo, ma non il suo stravolgimento: prestazioni e diritti devono restare inalterati. Vanno invece potenziati gli strumenti di gestione solidaristica come le riduzioni di orario/sospensioni dell’attività lavorativa e Seg u i ci su Fa cebook e per ri m a n ere sem pre a g g i orn a to cl i cca M I PI ACE su h ttp: //www. fa cebook. com /Fi sa cCg i l Va rese Affermare e Conquistare Diritti! Supplemento di "CGIL Notizie Varese" a cura della Federazione Italiana Sindacale Assicurazioni Credito Varese Via N. Bixio 37 Tel. 0332. 276220 Fax 0332. 262002 e-mail fisacvarese@cgil. lombardia. it 2
  • 3. introdotti i contratti di solidarietà espansiva (in un’ottica di ricambio generazionale e di accompagnamento alla pensione). La scomparsa del Fondo di Solidarietà potrebbe essere una inaccettabile conseguenza derivante dalla decisione di ABI di rifiutare il negoziato. In questo modo andrebbero dispersi anni di sacrifici dei bancari, che hanno garantito alla categoria un ammortizzatore sociale ben più efficiente di quelli pubblici. Il Fondo di Solidarietà non è una elargizione aziendale! È stato pensato, finanziato e gestito attraverso la contrattazione di settore e non ha pesato sulla collettività essendo interamente pagato da aziende e lavoratori della categoria. Abi sferra un attacco pesantissimo lavoratori del settore: troppi e inadeguati ai Insieme alla lettera di disdetta, Abi ha consegnato un documento, offensivo nei contenuti ed arrogante nei toni, in cui illustra quella che è a suo avviso la situazione del settore e gli interventi necessari. I lavoratori del settore vengono etichettati come troppo vecchi, scarsamente motivati, culturalmente distanti dalle nuove esigenze delle banche, marcatamente resistenti o comunque poco disponibili al cambiamento, alla riconversione e riqualificazione professionale; inoltre, il lavoro è considerato troppo stabile e poco flessibile. Si tratta di offese ed accuse immotivate che respingiamo al mittente, ma che descrivono chiaramente quale sia il miope atteggiamento della nostra controparte: quello di svalorizzare i lavoratori, attribuendo loro colpe che non hanno e disconoscendone il ruolo primario che oggi viene loro giustamente attribuito come fattore di successo dell’impresa. Il personale sarebbe ”culturalmente distante dalle nuove esigenze” e “resistente al cambiamento”? Si dimenticano che questo è uno dei settori che negli ultimi anni ha subito le trasformazioni più radicali: lavoratrici e lavoratori si sono resi disponibili a continue riconversioni, passando da attività di Back Office a Front Office o ad attività commerciali. Senza questa disponibilità e il sacrificio conseguente, nessuna riorganizzazione progettata avrebbe avuto buon esito! Siamo troppo stabili? Qui si rovesciano i valori: il contratto a tempo indeterminato è la forma più diffusa nel settore e tale deve rimanere. È una garanzia di solidità e continuità professionale: non è un disvalore, o vogliamo cedere alla retorica montiana del “posto fisso noioso”? La retribuzione dei top manager è un serio problema per il settore e per il Paese Siamo troppi e troppo pagati? Si dimenticano che sul costo del lavoro pesano gli innumerevoli contratti di consulenza, a volte dettati semplicemente da logiche clientelari, nonché gli stipendi e le “buone uscite” milionarie dei top manager, di cui sono piene Seg u i ci su Fa cebook e per ri m a n ere sem pre a g g i orn a to cl i cca M I PI ACE su h ttp: //www. fa cebook. com /Fi sa cCg i l Va rese Affermare e Conquistare Diritti! Supplemento di "CGIL Notizie Varese" a cura della Federazione Italiana Sindacale Assicurazioni Credito Varese Via N. Bixio 37 Tel. 0332. 276220 Fax 0332. 262002 e-mail fisacvarese@cgil. lombardia. it 3
  • 4. le cronache. E’ scandaloso che la liquidazione di un banchiere valga 35.000 giornate di solidarietà di un bancario! Ecco l’ingiustizia: in pochi giorni di lavoro percepiscono lo stipendio che un lavoratore medio ottiene in un anno intero. E con quali risalutati! E’ un divario inaccettabile, che persiste nonostante i richiami, anche europei, alla sobrietà e alla moralità. Lo stato del settore, fra crisi aziendali e ma n a g e r i n a d e g u a t i Giudichiamo inadeguat a l’at t uale t op m a n a g e m e n t d e l l e b a n ch e . Basta osservare la situazione dei bilanci bancari, zavorrati da sofferenze e accantonamenti, per operazioni verticistiche, rivelatesi errate; si fa poco credito, lo si fa male e lo si concede a soggetti di dubbia affidabilità! Sono manager che non hanno saputo rinnovarsi (sono sempre gli stessi) palesemente in ritardo rispetto alle necessità e alle scelte da compiere, senza una chiara visione o proposta di quello che dovrà essere il settore dopo la crisi e di quale contributo il settore può e deve dare al Paese per favorire l’uscita dalla crisi. Sono manager che si sono preoccupati solo di generare profitti più che di avere attenzione alle ricadute economiche e sociali sul territorio e dei processi d’impresa. Sono manager irresponsabili che, mentre chiedono l’intervento del Governo a sostegno dei bilanci delle banche, non si preoccupano di dedicare attenzione all’economia reale, alle imprese, alle famiglie, ai temi dello sviluppo sostenibile, della crescita e dell’occupazione. Sono manager inadeguati, e in alcuni casi in malafede e truffaldini, di cui le cronache giudiziarie ci illustrano gesta e malefatte o che la stessa Banca d’Italia sanziona pesantemente: ispezioni e commissariamenti a catena, che interessano banche ad ogni latitudine. Succede, quando si usano le banche come case da gioco! ABI intende scaricare i problemi del settore, frutto di errate scelte manageriali, interamente sui lavoratori Emblematica è la questione degli sportelli: si afferma, senza un minimo accenno di autocritica, che sono da rivedere “numero, localizzazione e organizzazione”, anche a fronte di un aumento dell’operatività delle reti telematiche. In altre parole: ridurli e rimpicciolirli. Tuttavia, la strategia di apertura eccessiva degli sportelli e della loro diffusione capillare è stata perseguita a seguito di precisi errori di valutazione manageriali: mentre in Europa se ne riduceva la presenza, in Italia si faceva l’esatto contrario! Ci domandiamo se ora non si voglia compiere l’errore opposto e ci preoccupiamo che la riduzione della presenza fisica delle banche sul territorio possa produrre "scopertura" in termini di servizio Seg u i ci su Fa cebook e per ri m a n ere sem pre a g g i orn a to cl i cca M I PI ACE su h ttp: //www. fa cebook. com /Fi sa cCg i l Va rese Affermare e Conquistare Diritti! Supplemento di "CGIL Notizie Varese" a cura della Federazione Italiana Sindacale Assicurazioni Credito Varese Via N. Bixio 37 Tel. 0332. 276220 Fax 0332. 262002 e-mail fisacvarese@cgil. lombardia. it 4
  • 5. fornito a imprese e famiglie. Qual è il senso di paragonarci a stati europei dalla differente densità di popolazione, in un territorio geograficamente non paragonabile all’Italia e con una circolazione del contante alle volte anche dimezzata rispetto al nostro Paese? Non sarebbe invece più opportuno ragionare in altro modo? Cioè domandarci se invece non sia il caso di qualificare ancora meglio la presenza della banche con una proposta più avanzata in termini di contenuto tecnologico e di valore aggiunto fornito dal servizio? La sfida vera è sui contenuti Dunque ABI intende cambiare il modo di fare banca nel Paese giudicando gli attuali CCNL troppo onerosi e non corrispondenti alla banca di oggi. Ci sorge spontanea una domanda: quali comportamenti credibili intende attuare per modificare un sistema che da troppi anni impoverisce le famiglie, non sostiene le imprese, il territorio e che, contemporaneamente, arricchisce personaggi di dubbia eticità, generando crediti inesigibili che, in troppi casi, stanno affondando nelle sofferenze gli stessi istituti di credito? Il sindacato non teme il confronto, il sindacato pretende il rispetto degli accordi sottoscritti e contrasta chi pensa di poter rinnovare un contratto partendo da zero attraverso lo smantellamento di quanto esistente, con un unico fine: mantenere i propri privilegi e le proprie faraoniche retribuzioni. Tutta la categoria è impegnata e pronta a sostenere una mobilitazione che si prospetta lunga e difficile e il cui primo obbiettivo è il ritiro della disdetta anticipata dei CCNL ed il rinvio della scadenza del Fondo esuberi. S CI O PE R O G E N E R AL E IL 31 OTTOBRE Con tro l a d i sd etta u n i l a tera l e ed a n ti ci pa ta d ei CCN L d eci sa d a ABI Per i l m a n ten i m en to d el Fon d o d i Sol i d a ri età Con tro l e m i n a cce d i u l teri ori ta g l i a l l ’occu pa zi on e e a l l e retri bu zi on i n el settore I n d i fesa d el m od el l o con tra ttu a l e fon d a to su l CCN L e su l l a con tra tta zi on e a zi en d a l e I n ri sposta a l d i sprezzo verso l e l a vora tri ci ed i l a vora tori d el cred i to m ostra to d a i ba n ch i eri Per u n m od el l o d i ba n ca ch e con tri bu i sca a l ri l a n ci o econ om i co e prod u tti vo d el Pa ese Per porre fi n e a g l i sprech i e a g l i sti pen d i fa ra on i ci d ei top m a n a g er n el l e ba n ch e Seg u i ci su Fa cebook e per ri m a n ere sem pre a g g i orn a to cl i cca M I PI ACE su h ttp: //www. fa cebook. com /Fi sa cCg i l Va rese Affermare e Conquistare Diritti! Supplemento di "CGIL Notizie Varese" a cura della Federazione Italiana Sindacale Assicurazioni Credito Varese Via N. Bixio 37 Tel. 0332. 276220 Fax 0332. 262002 e-mail fisacvarese@cgil. lombardia. it 5
  • 6. M o d a l i tà d i s c i o p e r o L'intera giornata di giovedì 31 ottobre 2013. Specifichiamo di seguito le modalità di effettuazione dell’astensione dal lavoro per i lavoratori conorario di lavoro diverso da quello definito standard dal Contratto Nazionale: • Turnisti: dall’inizio di ciascun turno e per tutta la durata dello stesso (il turno notturno da considerarsi quello che inizia nella serata dello stesso giorno solare della proclamazione) • Part time orizzontale: l’intera giornata lavorativa prevista individualmente (il Part Time verticale sciopera come il tempo pieno se nella giornata di proclamazione effettua la prestazione lavorativa). • Distribuzioni dell'orario 6x6, 4x9,: l’intera giornata di lavoro. • Flessibilità extra standard, dall’inizio dell'orario di lavoro per tutto l’orario giornaliero. • Quadri direttivi: l’ intera giornata di prestazione, indipendentemente dalla collocazione oraria. In data 11 ottobre le OO.SS. Felsa­Cisl, Nidil­Cgil, Uil­Temp hanno formalmente aderito (con propria comunicazione alla Commissione di Garanzia Scioperi) per i lavoratori in regime di somministrazione presso le Aziende di credito allo sciopero nazionale di categoria del 31 o t t o b re 2 0 1 3 . Seg u i ci su Fa cebook e per ri m a n ere sem pre a g g i orn a to cl i cca M I PI ACE su h ttp: //www. fa cebook. com /Fi sa cCg i l Va rese Affermare e Conquistare Diritti! Supplemento di "CGIL Notizie Varese" a cura della Federazione Italiana Sindacale Assicurazioni Credito Varese Via N. Bixio 37 Tel. 0332. 276220 Fax 0332. 262002 e-mail fisacvarese@cgil. lombardia. it 6
  • 7. Dem a n si on a m en to: i l l eg i tti m i tà e ri sa rci m en to d el d a n n o Nel dettaglio, con la sentenza 2 0 82 9 , la Cassazione si è pronunciata sul caso di un dipendente di una banca che si è rivolto al giudice per chiedere il risarcimento del danno da demansionamento, subito, secondo il lavoratore, a seguito dell'operazione societaria che ha coinvolto il piccolo istituto di credito per cui lavorava, assorbito in uno di maggiori dimensioni. I giudici di merito hanno condannato la banca a risarcire il danno alla professionalità affermando che non vi è stata equivalenza in concreto tra le mansioni in precedenza svolte, come vicedirettore e responsabile di tutte le operazioni bancarie, rispetto a quelle successivamente assegnate relative alla concessione di crediti. La banca ha fatto ricorso in Cassazione, sostenendo che nel confronto delle mansioni gioca un ruolo fondamentale l'operazione societaria di assorbimento di un istituto di credito in un altro. In sostanza, si legge nel ricorso, le mansioni lavorative del funzionario di una piccola banca non possono essere ragguagliate a quelle, pure nominalmente identiche, espletate presso un istituto bancario di dimensioni, peso e prestigio di gran lunga superiori: il giudizio di equivalenza deve tener conto anche della nuova organizzazione imprenditoriale. Ma la Cassazione non condivide il ragionamento del datore di lavoro e respinge il ricorso, affermando che il giudizio di equivalenza si basa non su una pretesa «sovrapposizione» di realtà aziendali non comparabili per dimensioni e importanza, ma sulla verifica in concreto dei compiti svolti dal dipendente nei due istituti bancari. Dem a n si on a m en to professi on a l e e respon sa bi l i tà sol i d a l e. Con la sentenza 2 0 71 6 la Cassazione ha invece affrontato il caso di una cessione di ramo di azienda, a seguito della quale alcuni dipendenti sono passati dal settore produttivo a quello delle pulizie subendo un danno da demansionamento. Il risarcimento è stato riconosciuto dai giudici di merito a carico sia dell'azienda cedente sia di quella subentrante, in regime di responsabilità solidale. La società contesta il ragionamento dei magistrati sostenendo invece che il corretto esercizio del mutamento di mansioni del dipendente (ius variandi) trascenda dal rapporto con il lavoratore e sia estraneo alla vicenda negoziale traslativa, mentre attiene a scelte imprenditoriali complessive alle quali il cessionario è totalmente estraneo. Di conseguenza, secondo l'azienda, il cessionario non può essere chiamato a rispondere in solido con il cedente, se i crediti non trovino riscontro nei libri contabili obbligatori. Di diverso avviso la Cassazione che, respingendo il ricorso, ha chiarito che il risarcimento da dequalificazione professionale genera un credito che può essere fatto valere in via solidale nei confronti dell'azienda cessionaria. A condizione, conclude la sentenza, che i lavoratori dimostrino gli elementi del trasferimento di azienda (o, comunque, vicende che comportino una continuità aziendale alla stregua della giurisprudenza comunitaria) e la continuità del rapporto di lavoro, che costituisce la base della garanzia della salvaguardia della posizione del lavoratore. Del resto, l'unico caso in cui non opera la solidarietà prevista dall'articolo 2112 del Codice civile è quello della cessazione del rapporto di lavoro prima della cessione. FONTE IL SOLE 24 ORE Seg u i ci su Fa cebook e per ri m a n ere sem pre a g g i orn a to cl i cca M I PI ACE su h ttp: //www. fa cebook. com /Fi sa cCg i l Va rese Affermare e Conquistare Diritti! Supplemento di "CGIL Notizie Varese" a cura della Federazione Italiana Sindacale Assicurazioni Credito Varese Via N. Bixio 37 Tel. 0332. 276220 Fax 0332. 262002 e-mail fisacvarese@cgil. lombardia. it 7
  • 8. Seg u i ci su Fa cebook e per ri m a n ere sem pre a g g i orn a to cl i cca M I PI ACE su h ttp: //www. fa cebook. com /Fi sa cCg i l Va rese Affermare e Conquistare Diritti! Supplemento di "CGIL Notizie Varese" a cura della Federazione Italiana Sindacale Assicurazioni Credito Varese Via N. Bixio 37 Tel. 0332. 276220 Fax 0332. 262002 e-mail fisacvarese@cgil. lombardia. it 8
  • 9. Seg u i ci su Fa cebook e per ri m a n ere sem pre a g g i orn a to cl i cca M I PI ACE su h ttp: //www. fa cebook. com /Fi sa cCg i l Va rese Affermare e Conquistare Diritti! Supplemento di "CGIL Notizie Varese" a cura della Federazione Italiana Sindacale Assicurazioni Credito Varese Via N. Bixio 37 Tel. 0332. 276220 Fax 0332. 262002 e-mail fisacvarese@cgil. lombardia. it 9