1. Centro di Ricerca
Nazionale sulla
Povertà Infantile
Indici statistici di povertà e
rischio di esclusione sociale
per le regioni italiane
Luigi Ricci - Direttore Barometro
Marzo 2005
2. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
Premessa (I)
• Tra i compiti del CRNPI si annovera quello
di:
• Dimensionare il fenomeno della povertà
giovanile a livello territoriale.
2
Marzo 2005
3. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
Premessa (II)
Negli obiettivi, il monitoraggio dovrebbe
consentire di valutare il grado di povertà:
• Assoluta
• Relativa
nonché
• Il Rischio di Povertà
su scala nazionale, europea e mondiale.
3
Marzo 2005
4. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
Premessa (III)
Il presente rapporto prende in esame il fenomeno
povertà, il rischio di povertà e alcuni aspetti
del disagio sociale correlabili alle situazioni di
povertà, su scala nazionale, al livello NUTS 2
(Regioni).
L'approccio è quantitativo, ovvero le
considerazioni sono desunte dal calcolo e
dall'analisi di indicatori statistici.
4
Marzo 2005
5. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
Premessa (IV)
Le statistiche ufficiali di riferimento sono
prevalentemente di Fonte Istat, le ultime
disponibili, datate 2001-2004 .
Le altre fonti utilizzate sono: Banca d'Italia,
Ministero dell'Interno, ISAE.
Le dimensioni analizzate sono: la povertà
relativa, quella percepita e il rischio di
povertà.
5
Marzo 2005
6. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
Premessa (V)
L'Istat ha interrotto la diffusione delle statistiche
sulla povertà assoluta, creando le premesse per
un vuoto informativo che renderà impossibile
effettuare analisi comparative su scala europea
al livello NUTS 2.
I confronti mondiali, oggetto di prossimi studi,
saranno condotti sulla base dei dati UNICEF,
FAO, OCSE.
6
Marzo 2005
7. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
La metodologia (I)
Sono stati raccolti e analizzati i principali dati
relativi alle aree di ricerca definite in sede di
progettazione delle attività del CRNPI.
Le suddette aree sono attinenti alle misure dirette
della povertà assoluta, relativa e percepita, e
alle misure indirette, connesse cioè ai fattori ed
alle condizioni socio-economico-demografiche
che sono associate al rischio di povertà.
7
Marzo 2005
8. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
La metodologia (II)
Le aree per le quali sono stati calcolati gli
indicatori presentati nel rapporto, numerate in
base all'elenco originario, sono:
Per le misure dirette di povertà
n° indicatori
Area n° Denominazione
normalizzati
Area 0 Povertà Oggettiva 4
Area 16 Povertà Percepita 2
8
Marzo 2005
9. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
La metodologia (III)
Per le misure di Rischio di povertà
n° indicatori
Area n° Denominazione
normalizzati
Area 1 Fonti di sostentamento 2
Area 2 Consumi delle famiglie 3
Area 3 Abitazione 8
Area 4 Stato di salute e le aspettative di vita 6
Area 5 Numerosità e composizione dei nuclei familiari 2
Area 6 Fenomeni di disaggregazione dei nuclei familiari con figli 3
Area 7 Abbandono scolastico e l'accesso all'istruzione ai vari livelli 2
Area 8 Occupazione 3
Area 10 Microcriminalità minorile e non 4
Area 11 Diffusione delle droghe 2
Area 12 Disagio sociale 2
Area 14 Sviluppo economico locale e territoriale 5
Area 15 Percezione della qualità della vita e dei servizi pubbl. 8
9
Marzo 2005
10. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
La metodologia (IV)
I passi seguiti per la costruzione degli indicatori
e delle graduatorie, sono:
A. Selezione dei dati di base
B. Normalizzazione delle variabili
C. Standardizzazione delle variabili
D. Assegnazione di pesi alle variabili
E. Sintesi e calcolo di indici per area e globali.
10
Marzo 2005
11. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
La metodologia (V)
La selezione dei dati di base.
98 variabili incluse nel database centrale CRNPI,
suddivise tra variabili per la valutazione e
variabili ausiliarie.
Le prime (variabili per la valutazione) sono
attinenti alla povertà e ai fattori ad essa
connesse; le seconde (ausiliarie) sono state
utilizzate per la normalizzazione.
11
Marzo 2005
12. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
La metodologia (VI)
Normalizzazione delle variabili (i).
La normalizzazione ha l'obiettivo di rendere
confrontabili i dati delle diverse regioni. Essa
si basa sulla costruzione di rapporti di
derivazione, rapporti di composizione e
rapporti medi, con al numeratore la variabile
di valutazione e al denominatore un (sub-)
totale o una variabile ausiliaria.
12
Marzo 2005
13. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
La metodologia (VII)
Normalizzazione delle variabili (ii).
Attraverso la normalizzazione si elimina l'effetto
di dimensione (popolazione, superficie, ecc.)
ottenendo indicatori confrontabili per regione
(esempi: PIL pro-capite, percentuale
abitazioni senza acqua potabile, tasso di
divorzialità, ecc.)
13
Marzo 2005
14. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
La metodologia (VIII)
Standardizzazione delle variabili (i).
Attraverso la standardizzazione si elimina l'unità
di misura, ottenendo variabili confrontabili
tra loro (adimensionali).
L'obiettivo è poter aggregare "alla pari" variabili
di origine e natura diversa.
14
Marzo 2005
15. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
La metodologia (IX)
Standardizzazione delle variabili (ii).
E' stato utilizzato di preferenza il metodo della
standardizzazione rispetto al massimo, con
una variante consistente nell'imporre al
denominatore un limite superiore dato dalla
media della variabile su tutte le regioni più
tre volte lo scostamento quadratico medio.
15
Marzo 2005
16. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
La metodologia (X)
Standardizzazione delle variabili (iii).
In definitiva il valore standardizzato è dato da:
IN i
IS i *100
Min Maxi IN i ; Media IN i 3* i
dove IN è l'indicatore normalizzato, e lo scarto
quadratico medio dei valori.
16
Marzo 2005
17. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
La metodologia (XI)
Standardizzazione delle variabili (iv).
Per le sole variabili normalizzate che possono
assumere anche valori negativi è stato
utilizzato il metodo del range 0-1, consistente
nel calcolo della formula:
IN i Min IN i
IS i *100
Max i IN i Min IN i
17
Marzo 2005
18. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
La metodologia (XII)
Riferimenti di letteratura.
L'intera procedura, ma soprattutto le fasi di
standardizzazione e sintesi, si ispirano a
procedure di letteratura statistica (in Italia
alimentata soprattutto dai contributi dei proff. Erba
e Mazziotta).
Le procedure di standardizzazione maggiormente
utilizzate in letteratura sono 4, quelle di
sintesi ancora 4 con due ulteriori varianti.
18
Marzo 2005
19. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
La metodologia (XIII)
Assegnazione di pesi (I).
La procedura di sintesi adottata in questo lavoro
prevede l'assegnazione di diversi pesi
soggettivi alle variabili standardizzate
calcolate.
I pesi riflettono l'importanza che tali variabili
hanno, per il ricercatore, nell'economia del
fenomeno.
19
Marzo 2005
20. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
La metodologia (XIV)
Assegnazione di pesi (II).
I pesi sono assegnati a due livelli:
• Al primo livello essi riguardano le singole variabili
standardizzate e vengono utilizzati per costruire
graduatorie parziali per ogni area di ricerca
• Al secondo livello i pesi riguardano le aree di
ricerca e vengono utilizzati per costruire la
graduatoria complessiva finale.
20
Marzo 2005
21. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
La metodologia (XV)
Assegnazione di pesi (III).
Nell'assegnare i pesi si è tenuto conto della
presenza di variabili correlate tra loro
matematicamente e/o logicamente, cosicché
la somma dei pesi di dette variabili
rispecchia l'importanza che nel complesso è
attribuita all'aspetto che esse misurano.
21
Marzo 2005
22. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
La metodologia (XVI)
Sintesi e calcolo di indici di area e globali (I).
La sintesi a livello di area di ricerca è stata
ottenuta come media aritmetica ponderata
delle corrispondenti variabili standardizzate,
calcolate con i rispettivi pesi.
La sintesi globale è stata ottenuta come media
aritmetica ponderata degli indici di area.
22
Marzo 2005
23. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
La metodologia (XVI)
Sintesi e calcolo di indici di area e globali (II).
Le aree di ricerca con meno di tre indicatori sono state
aggregate ad altre attinenti ad esse.
Gli indici di area (e relative graduatorie) prodotti sono
10, indicati con lettere progressive dalla A alla J.
Tramite i suddetti 10 sono stati calcolati due indici
generali denominati Indice di povertà relativa
CRNPI e Indice di Rischio di Povertà e Disagio
Sociale CRNPI.
23
Marzo 2005
24. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
I risultati (I)
Valori alti dell'Indice di
Povertà si registrano,
nell'ordine, in Sicilia,
Calabria, Basilicata,
Puglia, Campania e Molise.
La graduatoria del Rischio
di Povertà vede invece al
primo posto la Campania,
seguita da Sicilia e
Calabria.
24
Marzo 2005
25. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
I risultati (II)
Abruzzo
Basilicata
Calabria
Campania
Emilia-Romagna
Friuli-Venezia
Lazio
Liguria
Lombardia
Marche
Molise
Piemonte
Puglia
Sardegna
Sicilia
Toscana
Trentino-Alto Adige
Umbria
Valle d'Aosta
Veneto
ITALIA
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
Indice di povertà relativa CRNPI Indice di Rischio di Povertà e Disagio Sociale CRNPI
25
Marzo 2005
26. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
I risultati (III)
La povertà è concentrata nelle regioni
meridionali
La prima regione del Centro-Nord in graduatoria è
l'Umbria, che occupa il nono posto con un
punteggio di 46 centesimi. Tutte le regioni del
centro-nord sono al di sotto della media nazionale
(53), mentre quelle del sud sono tutte al di sopra.
La Sicilia è nettamente al primo posto (91 pt.).
26
Marzo 2005
27. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
I risultati (IV)
Il rischio di povertà è concentrato nelle
regioni meridionali, ma si annida anche
nelle aree metropolitane del Centro
La prima regione del Centro-Nord in graduatoria è in
questo caso il Lazio, che occupa il settimo posto
con un punteggio di 56 centesimi, superiore di 4 pt.
alla media nazionale. La Campania assume
nettamente il comando (81 pt.), a 6 pt. di distanza
dalla Sicilia, seconda.
27
Marzo 2005
28. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
I risultati (V)
Le situazioni migliori si riscontrano nelle
regioni del Centro-Nord con un tessuto
sociale più "a misura d'uomo"
In termini di povertà relativa, le regioni migliori sono
Toscana (31 pt.), Marche (33), Valle d'Aosta (35),
Veneto (35).
Il Rischio di Povertà è minore in Valle d'Aosta e
Trentino A.A. (37 pt.), seguite da Emilia-R. e
Lombardia (38) e dal Veneto (39)
28
Marzo 2005
29. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
I risultati (VI)
Posizionamento delle regioni
• I due Indici sono fortemente
correlati tra loro (89%)
• sette regioni meridionali sono sopra
la media nazionale per entrambi gli
indici
• Abruzzo e Lazio sono gli unici casi
di collocazione discordante rispetto
alla media nazionale
29
Marzo 2005
30. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
I risultati (VII)
Povertà relativa – elenco indicatori
normalizzati
Area 0 Povertà Oggettiva
Area 16 Povertà Percepita
Incidenza delle famiglie povere
Incremento povertà: Delta 2003 su 2002
Intensità della povertà
Incidenza minori poveri
Famiglie che ritengono insuff. le proprie risorse ec. su 100
Famiglie che percepiscono un forte peggioramento delle cond.ni econ.che, su 100
30
Marzo 2005
31. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
I risultati
(VIII)
Povertà relativa
– indicatori
normalizzati
31
Marzo 2005
32. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
I risultati
(IX)
Povertà relativa
– indicatori
standardiz-
zati
32
Marzo 2005
33. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
I risultati (X)
Rischio di Povertà visione di insieme
33
Marzo 2005
34. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
I risultati (XI)
Tutti gli indicatori del Rischio di Povertà devono essere
letti al negativo: i valori alti indicano pertanto una
situazione difficile, mentre i valori bassi indicano
una situazione soddisfacente.
I valori relativi alle fonti di sostentamento (redditi) e ai
consumi sono bassi in tutto il meridione.
I punteggi sulle abitazioni non raggiungono valori
elevati in nessuna regione, ma sono più alti al
meridione, nel Lazio e nelle piccole regioni del
Nord (Trentino e Valle d'Aosta).
34
Marzo 2005
35. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
I risultati (XII)
Nell'area della Salute la situazione è maggiormente
differenziata. La struttura demografica di alcune
società del centro-nord determina valori elevati
anche nelle situazioni più ricche. Tuttavia, le punte
più negative si registrano in Campania e Sicilia.
La situazione occupazionale è gravissima in Campania e
Sicilia, e comunque grave in generale in tutto il
Meridione. Essa è senz'altro la prima emergenza da
affrontare per ridurre il rischio di povertà in quelle
regioni.
35
Marzo 2005
36. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
I risultati (XIII)
La criminalità minorile e non, misurata con dati
ufficiali, non mostra picchi rilevanti nella misura
attesa. Tra i valori superiori alla media emergono
insieme alle regioni del Sud, anche realtà
relativamente ricche, come Lazio e Piemonte.
La situazione economica complessiva costituisce uno
svantaggio competitivo marcato per le popolazioni
del Sud, Calabria e Campania in testa.
36
Marzo 2005
37. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
I risultati (XIV)
Punteggi Indici - Nord-Ovest Nel Nord-Ovest la
100
situazione meno brillante
Valle d'Aosta 80 è quella ligure, la
Piemonte
60
migliore in Valle d'Aosta
40
Liguria
20
0
Indice povertà relativa Indice Rischio di Povertà
Punteggi Indici - Triveneto
Nel Triveneto gli indici Trentino-Alto Adige
100
80
si attestano a livelli 60
Veneto
molto bassi, 40
Friuli-Venezia Giulia 20
specialmente in Veneto e 0
Indice povertà relativa Indice Rischio di
Trentino A.A. Povertà
37
Marzo 2005
38. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
I risultati (XV)
Punteggi Indici - Dorsale
Anche le regioni della
Lombardia
100
80
dorsale Milano-Bologna-
Em ilia-Rom agna
60 Firenze presentano una
Toscana
40
situazione soddisfacente
20
0
Indice povertà relativa Indice Rischio di Povertà
Punteggi Indici - Centro
100
Al Centro, il Lazio si Marche
80
caratterizza per un Umbria 60
rischio di povertà e Lazio
40
20
disagio sociale elevato. 0
Indice povertà relativa Indice Rischio di Povertà
38
Marzo 2005
39. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
I risultati (XVI)
Punteggi Indici - Adriatico meridionale
100 La zona adriatica
Abruzzo
80
meridionale vede Puglia
60
Molise
40
e Molise ai vertici dei
Puglia 20 livelli di povertà.
0
Indice povertà relativa Indice Rischio di
Povertà
Punteggi Indici - Tirreno Sud
Le regioni della Campania
100
Tirrenica Sud sono, 80
60
Basilicata
insieme a Sicilia e 40
Calabria
Puglia, quelle con i più 20
0
alti valori di povertà Indice povertà relativa Indice Rischio di
Povertà
39
Marzo 2005
40. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
I risultati (XVII)
Punteggi Indici - Isole
100 Infine le Isole, con una
Sardegna 80
60
differenza marcata tra la
Sicilia 40 Sicilia (la situazione
20
0 peggiore) e la Sardegna
Indice povertà relativa Indice Rischio di
Povertà
Nei grafici seguenti sono riassunti i punteggi di area del Rischio di
Povertà, regione per regione, ed evidenziati quelli che ricadono nei
quartili superiore (i 5 punteggi più negativi nelle 20 regioni) e
inferiore (i 5 punteggi più positivi).
L'ordine di presentazione delle regioni è quello della graduatoria
dell'indice di povertà relativa.
40
Marzo 2005
41. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
I risultati (XVIII)
N° 1 in
Indice Povertà Punteggi regionali - Sicilia
B Reddito/consum i
C Abitazione
D Salute
E Fam iglie
F Occupazione/istruzione
G Crim inalità
H Droga e disagio
I Econom ia
J Percezione qualità vita
Indice Rischio di povertà CRNPI
Graduatoria 2
0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0 80,0 90,0 100,0
Quartile superiore: Quartile inferiore:
• B, C, D, E, F, G, I, J •H
• 8 aree • 1 area
41
Marzo 2005
42. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
I risultati (XIX)
N° 2 in
Indice Povertà Punteggi regionali - Calabria
B Reddito/consum i
C Abitazione
D Salute
E Fam iglie
F Occupazione/istruzione
G Crim inalità
H Droga e disagio
I Econom ia
J Percezione qualità vita
Indice Rischio di povertà CRNPI
Graduatoria 3
0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0 80,0 90,0 100,0
Quartile superiore: Quartile inferiore:
• B, C, E, F, I •-
• 5 aree • 0 aree
42
Marzo 2005
43. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
I risultati (XX)
N° 3 in
Indice Povertà Punteggi regionali - Basilicata
B Reddito/consum i
C Abitazione
D Salute
E Fam iglie
F Occupazione/istruzione
G Crim inalità
H Droga e disagio
I Econom ia
J Percezione qualità vita
Indice Rischio di povertà CRNPI
Graduatoria 6
0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0 80,0 90,0 100,0
Quartile superiore: Quartile inferiore:
• B, C, F, I • D, G, J
• 4 aree • 3 aree
43
Marzo 2005
44. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
I risultati (XXI)
N° 4 in
Indice Povertà Punteggi regionali - Puglia
B Reddito/consum i
C Abitazione
D Salute
E Fam iglie
F Occupazione/istruzione
G Crim inalità
H Droga e disagio
I Econom ia
J Percezione qualità vita
Indice Rischio di povertà CRNPI
Graduatoria 4
0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0 80,0 90,0 100,0
Quartile superiore: Quartile inferiore:
• B, I •H
• 2 aree • 1 area
44
Marzo 2005
45. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
I risultati (XXII)
N° 5 in
Indice Povertà Punteggi regionali - Campania
B Reddito/consum i
C Abitazione
D Salute
E Fam iglie
F Occupazione/istruzione
G Crim inalità
H Droga e disagio
I Econom ia
J Percezione qualità vita
Indice Rischio di povertà CRNPI
Graduatoria
1
0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0 80,0 90,0 100,0
Quartile superiore: Quartile inferiore:
• B, C, D, E, F, G, I, J •-
• 8 aree • 0 aree
45
Marzo 2005
46. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
I risultati (XXIII)
N° 6 in
Indice Povertà Punteggi regionali - Molise
B Reddito/consum i
C Abitazione
D Salute
E Fam iglie
F Occupazione/istruzione
G Crim inalità
H Droga e disagio
I Econom ia
J Percezione qualità vita
Indice Rischio di povertà CRNPI
Graduatoria 8
0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0 80,0
Quartile superiore: Quartile inferiore:
•H • D, J
• 1 area • 2 aree
46
Marzo 2005
47. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
I risultati (XXIV)
N° 7 in
Indice Povertà Punteggi regionali - Sardegna
B Reddito/consum i
C Abitazione
D Salute
E Fam iglie
F Occupazione/istruzione
G Crim inalità
H Droga e disagio
I Econom ia
J Percezione qualità vita
Indice Rischio di povertà CRNPI
Graduatoria 5
0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0 80,0 90,0
Quartile superiore: Quartile inferiore:
• E, F, G •-
• 3 aree • 0 aree
47
Marzo 2005
48. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
I risultati (XXV)
N° 8 in
Indice Povertà Punteggi regionali - Abruzzo
B Reddito/consum i
C Abitazione
D Salute
E Fam iglie
F Occupazione/istruzione
G Crim inalità
H Droga e disagio
I Econom ia
J Percezione qualità vita
Indice Rischio di povertà CRNPI
Graduatoria 9
0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0
Quartile superiore: Quartile inferiore:
•- •-
• 0 aree • 0 aree
48
Marzo 2005
49. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
I risultati (XXVI)
N° 9 in
Indice Povertà Punteggi regionali - Umbria
B Reddito/consum i
C Abitazione
D Salute
E Fam iglie
F Occupazione/istruzione
G Crim inalità
H Droga e disagio
I Econom ia
J Percezione qualità vita
Indice Rischio di povertà CRNPI
Graduatoria 12
0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0
Quartile superiore: Quartile inferiore:
•H • D, G
• 1 area • 2 aree
49
Marzo 2005
50. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
I risultati (XXVII)
N° 10 in
Indice Povertà Punteggi regionali - Friuli
B Reddito/consum i
C Abitazione
D Salute
E Fam iglie
F Occupazione/istruzione
G Crim inalità
H Droga e disagio
I Econom ia
J Percezione qualità vita
Indice Rischio di povertà CRNPI
Graduatoria 15
0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0
Quartile superiore: Quartile inferiore:
•- • C, F, H, I
• 0 aree • 4 aree
50
Marzo 2005
51. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
I risultati (XXVIII)
N° 11 in
Indice Povertà Punteggi regionali - Liguria
B Reddito/consum i
C Abitazione
D Salute
E Fam iglie
F Occupazione/istruzione
G Crim inalità
H Droga e disagio
I Econom ia
J Percezione qualità vita
Indice Rischio di povertà CRNPI
Graduatoria 10
0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0
Quartile superiore: Quartile inferiore:
• D, H •E
• 2 aree • 1 area
51
Marzo 2005
52. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
I risultati (XXIX)
N° 12 in
Indice Povertà Punteggi regionali - Trentino A.A.
B Reddito/consum i
C Abitazione
D Salute
E Fam iglie
F Occupazione/istruzione
G Crim inalità
H Droga e disagio
I Econom ia
J Percezione qualità vita
Indice Rischio di povertà CRNPI
Graduatoria 19
0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0
Quartile superiore: Quartile inferiore:
•E • B, D, F, I, J
• 1 area • 5 aree
52
Marzo 2005
53. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
I risultati (XXX)
N° 13 in
Indice Povertà Punteggi regionali - Piemonte
B Reddito/consum i
C Abitazione
D Salute
E Fam iglie
F Occupazione/istruzione
G Crim inalità
H Droga e disagio
I Econom ia
J Percezione qualità vita
Indice Rischio di povertà CRNPI
Graduatoria 11
0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0
Quartile superiore: Quartile inferiore:
• D, G, J •E
• 3 aree • 1 area
53
Marzo 2005
54. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
I risultati (XXXI)
N° 14 in
Indice Povertà Punteggi regionali - Lazio
B Reddito/consum i
C Abitazione
D Salute
E Fam iglie
F Occupazione/istruzione
G Crim inalità
H Droga e disagio
I Econom ia
J Percezione qualità vita
Indice Rischio di povertà CRNPI
Graduatoria 7
0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0 80,0
Quartile superiore: Quartile inferiore:
• C, D, G, H, J •-
• 5 aree • 0 aree
54
Marzo 2005
55. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
I risultati (XXXII)
N° 15 in
Indice Povertà Punteggi regionali - Lombardia
B Reddito/consum i
C Abitazione
D Salute
E Fam iglie
F Occupazione/istruzione
G Crim inalità
H Droga e disagio
I Econom ia
J Percezione qualità vita
Indice Rischio di povertà CRNPI
Graduatoria 17
0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0
Quartile superiore: Quartile inferiore:
•J • B, C, E, F, H, I
• 1 area • 6 aree
55
Marzo 2005
56. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
I risultati (XXXIII)
N° 16 in
Indice Povertà Punteggi regionali - Emilia-Romagna
B Reddito/consum i
C Abitazione
D Salute
E Fam iglie
F Occupazione/istruzione
G Crim inalità
H Droga e disagio
I Econom ia
J Percezione qualità vita
Indice Rischio di povertà CRNPI
Graduatoria 18
0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0
Quartile superiore: Quartile inferiore:
•H • B, C, E, F, I
• 1 area • 5 aree
56
Marzo 2005
57. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
I risultati (XXXIV)
N° 17 in
Indice Povertà Punteggi regionali - Veneto
B Reddito/consum i
C Abitazione
D Salute
E Fam iglie
F Occupazione/istruzione
G Crim inalità
H Droga e disagio
I Econom ia
J Percezione qualità vita
Indice Rischio di povertà CRNPI
Graduatoria 16
0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0
Quartile superiore: Quartile inferiore:
•- • B, C, G
• 0 aree • 3 aree
57
Marzo 2005
58. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
I risultati (XXXV)
N° 18 in
Indice Povertà Punteggi regionali - Valle d'Aosta
B Reddito/consum i
C Abitazione
D Salute
E Fam iglie
F Occupazione/istruzione
G Crim inalità
H Droga e disagio
I Econom ia
J Percezione qualità vita
Indice Rischio di povertà CRNPI
Graduatoria 20
0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0
Quartile superiore: Quartile inferiore:
•- • B, F, G, H, I, J
• 0 aree • 6 aree
58
Marzo 2005
59. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
I risultati (XXXVI)
N° 19 in
Indice Povertà Punteggi regionali - Marche
B Reddito/consum i
C Abitazione
D Salute
E Fam iglie
F Occupazione/istruzione
G Crim inalità
H Droga e disagio
I Econom ia
J Percezione qualità vita
Indice Rischio di povertà CRNPI
Graduatoria 13
0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0
Quartile superiore: Quartile inferiore:
•- • C, D, G, J
• 0 aree • 4 aree
59
Marzo 2005
60. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
I risultati (XXXVII)
N° 20 in
Indice Povertà Punteggi regionali - Toscana
B Reddito/consum i
C Abitazione
D Salute
E Fam iglie
F Occupazione/istruzione
G Crim inalità
H Droga e disagio
I Econom ia
J Percezione qualità vita
Indice Rischio di povertà CRNPI
Graduatoria 14
0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0
Quartile superiore: Quartile inferiore:
•- •E
• 0 aree • 1 area
60
Marzo 2005
61. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
I risultati (XXXVIII)
Reddito e Consumi – elenco indicatori
normalizzati
Area 1 Fonti di sostentamento
Area 2 Consumi delle famiglie
Gap rispetto al reddito disponibile pro-capite
Gap rispetto al redd. Int. lavoro pro-capite
Gap rispetto ai consumi delle famiglie pro-capite, Eurolire '95
Gap rispetto alla spesa media mensile familiare
Quota di consumi alimentari
I Gap sono le differenze rispetto alla media nazionale. Tanto
più elevata è la differenza, tanto più alto risulta il Gap.
Gli aspetti presi in esame sono: il reddito, i consumi, la spesa f
61
Marzo 2005
62. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
I risultati
(XXXIX)
Reddito e
consumi –
indicatori
normalizzati
62
Marzo 2005
63. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
I risultati (XL)
I calabresi presentano un gap rispetto al reddito medio
nazionale di circa 4.600 Euro (annuali) a testa. Anche
Campania e Sicilia superano i 4.500 Euro, mentre in
Emilia-Romagna si registra invece una eccedenza di
oltre 3.700 Euro.
Il gap dei consumi è invece massimo in Campania
(2.850 Euro) e Basilicata (oltre 2.700).
La Spesa mensile familiare è minore in Sicilia e
Calabria, mentre in Lombardia si registra la maggiore
eccedenza rispetto alla media naz.le (350 Euro)
63
Marzo 2005
64. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
I risultati
(XLI)
Reddito e
consumi–
indicatori
standardizzati
64
Marzo 2005
65. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
I risultati (XLII)
Abitazioni – elenco indicatori normalizzati
Area 3 Abitazione
Gap rispetto alla superficie abitabile per ab.
Famiglie senza abitazione (%)
Famiglie che non occupano case di proprietà (%)
Abitazioni senza acqua potabile (%)
Abitazioni senza gabinetto (%)
Abitazioni senza riscaldamento (%)
Abitazioni senza acqua calda (%)
Abitazioni senza telefono (%)
Per le abitazioni sono stati considerati: il godimento o no
dell'abitazione, il possesso, la superficie per abitante e la
dotazione infrastrutturale e dei servizi.
65
Marzo 2005
66. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
I risultati (XLIII)
Abitazioni –
indicatori
normalizzati
66
Marzo 2005
67. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
I risultati (XLIV)
Le famiglie senza abitazione in Italia sono lo 0,7% del
totale. L'incidenza è più che raddoppiata nel Lazio
(1,5%).
Il 29% dei residenti del Paese occupa abitazioni non di
proprietà. In Campania tale incidenza è del 38,5%.
I residenti della Campania, inoltre, usufruiscono
mediamente di sette mq. in meno rispetto alla media
nazionale (36 mq a testa). Anche in Basilicata la
situazione è critica (-5,6 mq.).
67
Marzo 2005
68. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
I risultati (XLV)
In Sardegna il 4,2% delle abitazioni non dispone di
acqua potabile, in Calabria il 3,5% e in Sicilia il 3,4%.
Nelle regioni del Nord tale fenomeno è quasi assente.
Le dotazioni dei servizi di riscaldamento e acqua calda
sono certamente influenzati anche dal clima, cosicché in
Sicilia oltre un terzo delle abitazioni non ha impianto di
riscaldamento.
Il telefono è assente nel 16% delle abitazioni italiane,
con un picco del 25% in Campania e Sicilia.
68
Marzo 2005
69. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
I risultati (XLVI)
Abitazioni
–
indicatori
standar-
dizzati
69
Marzo 2005
70. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
I risultati (XLVII)
Salute – elenco indicatori normalizzati
Area 4 Stato di salute e le aspettative di vita
Gap Speranza di vita alla nascita Maschi
Gap speranza di vita alla nascita femmine
Mortalità primo anno di età (per 1000 bambini)
Giornate di degenza ospedaliera pro-capite
Tasso di consumo di farmaci in 2 gg.
Tasso di consumo di farmaci in 2 gg. minori di 14 anni
Oltre alla speranza di vita alla nascita sono stati considerati i
livelli di mortalità infantile, le degenze ospedaliere e il
consumo di farmaci, sia a livello complessivo che con
riferimento ai minori di 14 anni.
70
Marzo 2005
71. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
I risultati
(XLVIII)
Salute –
indicatori
normaliz-
zati
71
Marzo 2005
72. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
I risultati (XLIX)
La Campania presenta valori significativamente inferiori alla
media della speranza di vita alla nascita (-1,4 anni per i maschi, -
1,5 per le femmine). La seconda regione nella graduatoria dei gap
è nettamente distanziata dalla Campania per la componente
maschile, mentre la tallona in quella femminile (Sicilia, -0,6 anni
per i maschi, -1,4 per le femmine). I valori più elevati della
speranza di vita si registrano viceversa nelle Marche (+ 1,3 anni
per i maschi, + 1,1 per le femmine).
La mortalità infantile è più elevata in Sicilia (6,3 per mille nel
primo anno di vita), Liguria (6,1, valore determinato forse dalla
struttura demografica – più anziana) e Puglia (5,8).
72
Marzo 2005
73. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
I risultati (L)
In merito a degenze e consumo di farmaci le differenze tra le
regioni sono minime (il Coefficiente di Variazione è,
rispettivamente, del 14% e del 12%). Invece, si riscontrano delle
differenziazioni nel consumo di farmaci tra i minori di 14 anni,
ma a tutto svantaggio delle regioni più ricche quali Lombardia
(22,4%) e Valle d'Aosta (20,8%).
Occorre quindi integrare il quadro statistico con misure dirette
dello stato di salute, con particolare riferimento alle malattie
legate a condizioni di privazione e denutrimento.
73
Marzo 2005
74. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
I risultati
(LI)
Salute –
indicatori
standar-
dizzati
74
Marzo 2005
75. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
I risultati (LII)
Nuclei familiari – elenco indicatori
normalizzati
Area 5 Numerosità e composizione dei nuclei familiari
Area 6 Fenomeni di disaggregazione dei nuclei familiari con figli
Incidenza famiglie con 4 o + figli
Incidenza famiglie con 6 o + componenti
Tassi di separazione coniugale (per 1000)
Tassi di divorzialità (per 1000)
Figli affidati ogni 100000 ab.
In questa sezione vengono presi in esame gli aspetti legati alla
numerosità dei nuclei familiari (una delle cause prime di povertà) e
alla disaggregazione delle famiglie (separazioni e divorzi) che
conducono spesso a condizioni di povertà anche soggetti che
lavorano e percepiscono un reddito di medio livello.
75
Marzo 2005
76. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
I risultati
(LIII)
Nuclei familiari–
indicatori
normalizzati
76
Marzo 2005
77. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
I risultati (LIV)
I nuclei familiari più numerosi si ritrovano al Sud. I casi più
eclatanti, qui valutati in termini di incidenza delle famiglie con 6
o più componenti, sono più numerosi in Campania (4%) e
Calabria (3%). Le famiglie che hanno 4 o più figli (a prescindere
dal numero degli adulti) sono invece il 3,3% in Calabria e il 3%
netto in Campania. In entrambi i casi è la Liguria la regione che
presenta i valori minimi (0,5% di famiglie oltre 5 componenti,
0,3% di famiglie con 4 o più figli).
I fenomeni di disaggregazione colpiscono in misura maggiore il
centro nord. La regione più interessata è la Valle d'Aosta, seguita
dal Piemonte. Le separazioni sono elevate anche nel Lazio.
77
Marzo 2005
78. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
I risultati
(LV)
Nuclei
familiari–
indicatori
standar-
dizzati
78
Marzo 2005
79. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
I risultati (LVI)
Istruzione e lavoro – elenco indicatori
normalizzati
Area 7 Abbandono scolastico e l'accesso all'istruzione ai vari livelli
Area 8 Occupazione
Popolazione non scolarizzata (per 100 residenti)
Popolazione con titolo al massimo di licenza media inferiore (per 100 residenti)
Tasso di disoccupazione
Quota pop. non attiva (%)
Gap addetti manifatturieri (ogni 100 ab.)
La disoccupazione è una delle cause primarie di povertà. La
componente lavoro è qui descritta anche con riferimento alla quota
di popolazione non attiva e agli addetti al settore manifatturiero,
posti di lavoro composti soprattutto da operai e figure professionali
non intellettuali.
79
Marzo 2005
80. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
I risultati
(LVII)
Istruzione/lavoro
– indicatori
normalizzati
80
Marzo 2005
81. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
I risultati (LVIII)
La forbice tra le regioni è alta soprattutto in termini occupazionali
(Coefficiente di Variazione =73%), dove sono Calabria (23,4% di
disoccupati), Campania (20,2%) e Sicilia (20,1%) a subire le
conseguenze più gravi. In termini di popolazione attiva si
evidenzia invece una forte omogeneizzazione anche se sono
ancora le regioni del Sud a presentare i valori meno favorevoli,
evidentemente a causa di un effetto da scoraggiamento.
La popolazione non scolarizzata ha la più alta incidenza in
Molise, Puglia e Calabria (38%), con differenze contenute
rispetto alla media nazionale e alle situazioni più favorevoli
(Lazio, 28%).
81
Marzo 2005
82. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
I risultati
(LIX)
Istruzione/
lavoro –
indicatori
standardizzati
82
Marzo 2005
83. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
I risultati (LX)
Criminalità – elenco indicatori normalizzati
Area 10 Microcriminalità minorile e non
Delitti per 100000 ab.
Persone denunciate per 100000 ab.
Minorenni denunciati per 100000 ab.
Minorenni condannati per 100000 ab.
Vengono considerate le componenti della criminalità complessiva
e giovanile, così come sono misurate dalle statistiche ufficiali sulle
denunce, sui delitti commessi e sulle persone condannate.
L'indicatore sui minorenni condannati riguarda i soli residenti,
mentre quello sui minorenni denunciati prende in considerazione la
località dove è stata sporta la denuncia.
83
Marzo 2005
84. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
I risultati
(LXI)
Criminalità –
indicatori
normalizzati
84
Marzo 2005
85. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
I risultati (LXII)
L'indicatore che fa registrare la maggior variabilità è il numero di
minorenni residenti condannati ogni 100 mila ab. (CV=104,9). I
valori più alti dell'indice si registrano in Sicilia (10,6 minorenni
condannati ogni 100000 ab.) e Campania (10,2). Segue la
Sardegna con 7,7.
Gli altri indicatori fanno riscontrare differenze minime, oltre a
essere influenzati da diverse composizioni dello stock dei delitti e
diverse propensioni a ricorrere allo strumento della denuncia.
I delitti denunciati raggiungono il picco massimo in Liguria e
Lazio (oltre 5.400 ogni 100 mila ab.); le persone denunciate sono
di più in Calabria e Liguria (oltre 1.750 ogni 100.000); i
minorenni denunciati in Friuli (53 ogni 100.000 ab.).
85
Marzo 2005
86. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
I risultati
(LXIII)
Criminalità –
indicatori
standardizzati
86
Marzo 2005
87. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
I risultati (LXIV)
Droga e disagio sociale – elenco indicatori
normalizzati
Area 11 Diffusione delle droghe
Area 12 Disagio sociale
Tossicodipendenti in trattamento per 100000 ab.
Decessi per overdose ogni 100000 ab.
Residenti in Istituti Ass.li ogni 100000 ab.
Quota di spesa ass.le Province per "Contrasto alla povertà ed esclusione sociale"
Il fenomeno della droga viene misurato attraverso le statistiche ufficiali
sui tossicodipendenti in trattamento presso le strutture pubbliche e i
decessi per overdose. La spesa delle Province per il contrasto alla
povertà e alla esclusione e i residenti in Istituti Ass.li completano il
quadro, ma sono stati considerati con pesi più bassi in virtù della loro
connessione con scelte di natura politico-amministrativa.
87
Marzo 2005
88. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
I risultati
(LXV)
Disagio –
indicatori
normalizzati
88
Marzo 2005
89. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
I risultati (LXVI)
I decessi per overdose nel 2003 hanno raggiunto i massimi livelli
nelle regioni del Centro, nello specifico Umbria (7,2 ogni
100.000 abitanti) e Lazio (6,6). Al contempo i tossicodipendenti
in trattamento sono 66 ogni 100.000 in Emilia-Romagna (1^ in
graduatoria), 49 ogni 100.000 in Umbria (2^), solo 11 ogni
100.000 ab. in Sicilia. In merito alla spesa ass.le delle Province
per la lotta alla povertà, si registra paradossalmente che essa è al
di sotto della media nazionale (6%) in tutte le regioni meridionali,
eccetto la Calabria (19%) e l'Abruzzo (15%). Il valore più alto si
registra in Liguria (36%). Molise e Basilicata, infine, sono le
regioni con le più alte incidenze di ricoverati in istituti
assistenziali.
89
Marzo 2005
90. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
I risultati
(LXVII)
Disagio –
indicatori
standardizzati
90
Marzo 2005
91. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
I risultati (LXVIII)
Sviluppo economico – elenco indicatori
normalizzati
Area 14 Sviluppo economico locale e territoriale
Gap PIL pro-capite
Gap Unità di lavoro per 100 ab.
Gap Unità locali per 100 ab.
Gap Consumo di energia elettrica usi ind.li ogni 1000 ab.
Gap Consumo di energia elettrica usi dom. ogni 1000 ab.
Il principale indicatore di sviluppo economico è il PIL (Prodotto Interno
Lordo) pro-capite, qua misurato in termini di gap rispetto alla media
nazionale.
A completamento dell'informazione derivata dal PIL, si prendono in
considerazione le Unità Locali, le Unità di Lavoro e i consumi di energia.
91
Marzo 2005
92. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
I risultati
(LXIX)
Sviluppo econ. –
indicatori
normalizzati
92
Marzo 2005
93. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
I risultati (LXX)
I gap più marcati rispetto al PIL pro-capite nazionale sono
localizzati in Calabria e Campania (risp. 6.348 e 6.081 Euro in
meno a testa), seguite da Puglia (-5.913) e Sicilia (5.455).
Le uniche regioni del Centro-Nord con gap rispetto alla media
nazionale sono Umbria (873 Euro a testa) e Marche (appena 70).
Il dato sulle Unità di Lavoro, desunto dalla Contabilità Regionale
Istat, conferma le difficoltà sul fronte occupazionale di Sicilia,
Campania, Calabria, Basilicata e Puglia. In merito alle Unità
Locali sono Sicilia e Calabria ad evidenziare il gap maggiore (2,4
u.l. ogni 100 ab.). Similmente, il gap relativo all'energia elettrica
per uso industriale è elevato in Calabria (2,1 KWh per 1000 ab.) e
Campania (1,7). L'uso domestico è invece più contratto in
Basilicata e Molise (0,3 KWh in meno ogni 1000 ab.).
93
Marzo 2005
94. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
I risultati
(LXXI)
Sviluppo econ.
– indicatori
standardizzati
94
Marzo 2005
95. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
I risultati (LXXII)
Servizi e condizioni di vita – elenco indicatori
normalizzati
Area 15 Percezione della qualità della vita e dei servizi pubbl.
Famiglie che giudicano eccessiva la sporcizia nelle strade nella propria zona
Famiglie che giudicano eccessiva la difficoltà di collegamento nella propria zona
Famiglie che giudicano eccessivo il traffico nella propria zona
Famiglie che giudicano eccessivo l'inquinamento dell'aria nella propria zona
Famiglie che giudicano eccessivo il rumore nella propria zona
Famiglie che giudicano eccessiva la criminalità nella propria zona
Famiglie che giudicano insodd. l'erogazione dell'acqua nella propria zona
Famiglie che giudicano non prudente bere acqua di rubinetto nella propria zona
Questa sezione prende in esame il livello percepito di alcuni servizi
primari (acqua, trasporti, pulizia e decoro urbano) e delle condizioni di
vita ambientali e sociali delle popolazioni.
95
Marzo 2005
96. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
I risultati (LXXIII)
Servizi –
indicatori
normaliz-
zati
96
Marzo 2005
97. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
I risultati (LXXIV)
Il disagio espresso dalle famiglie raggiunge i picchi più elevati in
Campania (indice=85) e Lazio (78). In Campania si registrano i
livelli maggiori nella criminalità percepita (48 famiglie su 100 la
giudicano eccessiva), nelle difficoltà di collegamento (eccessive
per 42 famiglie su 100), nel rumore (53). Nel Lazio il disagio è il
massimo riscontrato a livello nazionale in merito a sporcizia
(eccessiva per 52 famiglie su 100), inquinamento dell'aria (52) e
traffico (64).
In ordine all'erogazione e alla qualità dell'acqua "del sindaco", le
famiglie calabresi e siciliane giudicano insoddisfacente
l'erogazione (44 su 100 in Calabria, 41 in Sicilia), mentre è nelle
Isole che non è prudente berla (71 famiglie su 100 in Sardegna,
66 in Sicilia).
97
Marzo 2005
98. Indici statistici di povertà nelle regioni italiane
I risultati (LXXV)
Servizi –
indicatori
standar-
dizzati
98
Marzo 2005