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HAITI Marchi Maria
L’America è un continente dove i grattacieli dicono l’ingegneria dell’uomo, dove la libertà troneggia sulle rive dell’oceano, dove la tecnologia è più avanzata, dove si incontrano e scontrano tutte le razze umane, dove sfilano i carnevali più pazzi.
In America vi sono dei luoghi dove i bambini vivono e dormono sulla strada, dove gli scolari portano in cartella la pistola, dove la sedia elettrica uccide le persone, dove l’uomo lavora come uno schiavo nelle piantagioni, dove nel fango delle favelas prolifera la disperazione del mondo.
“ Timoun Yo ”  in creolo vuol dire bambini, che ad Haiti, paese del quarto mondo, vivono in uno stato di perenne emergenza umanitaria: 1 su 3 muore prima dei 5 anni, 1 su due non va a scuola, 1 su 6 è orfano.
 
Padre Rick in un intervista parla di Haiti.. Buongiorno, mi chiamo Padre Rick Frechette e vengo dagli Stati Uniti dal Connecticut. Trovo molto interessante di parlare con amici italiani Quando ero piccolo, a West Hartford avevo come vicini una famiglia italiana e da bambini giocavamo molto insieme, ma non avrei mai immaginato che un giorno ci sarebbero stati così tanti amici dall’Italia ad aiutarci.
Questi vent’anni ad Haiti sono stati drammatici. “Drammatico” è un termine riduttivo per rendere la cosa perché c’è stato un vero sconvolgimento a livello politico, sociale ed economico, una situazione di disorganizzazione e caos.  Senza esagerare, oggi va sempre peggio a cominciare dalla povertà fino ad arrivare, purtroppo  alla produzione illegale di droga che porta con sé ogni tipo di corruzione e violenza. Poi ci sono le armi, introdotte illegalmente nel paese. Tutti possiedono una pistola e si sa che le armi in mano a persone che non sanno come usarle, e che non hanno disciplina sono molto più pericolose che nelle mani di professionisti a cui è stato insegnato come farne uso.
Problemi su problemi. Quello più grande secondo me è l’età media del paese che è di 16 anni. Questo significa che la maggior parte delle persone non conosce nient’altro se non questo tipo di realtà, ed ha soltanto queste immagini davanti agli occhi. Comunque, con tutte queste difficoltà negli ultimi anni c’è stato un momento in cui l’intero paese era bloccato. Erano i primissimi giorni dopo la caduta del governo del presidente Aristide, il paese era sotto embargo ONU, e abbiamo vissuto dei momenti veramente molto difficili. Mi è parso subito chiaro quale fosse la cosa migliore da fare per i problemi a cui stavo andando incontro: la miglior qualifica che poteva tornare utile era quella di dottore.
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PADRE RICK
In questi giorni di grande emergenza e di proteste per il carovita, in Haiti la situazione dei bambini e della popolazione è ancora più drammatica (1 bambino su 3 già in condizioni di “normalità” muore prima dei 5 anni, soprattutto per malnutrizione).  Padre Rick responsabile dei progetti N.P.H. in Haiti (tra gli altri, l’ospedale pediatrico, l’orfanotrofio di kenscoff, Scuole di strada) ha avviato un programma di distribuzione di cibo e di acqua nella capitale Port au Prince e nelle zone limitrofe, per portare immediati e concreti aiuti alla popolazione stremata dalla fame e sete.
Un terremoto devasta Haiti Premier: «Più di centomila morti» L'epicentro a 15 km dalla capitale Port-au-Prince. Molte vittime tra i Caschi blu. «Italiani in un hotel crollato» MILANO  - Il terremoto che ha devastato Haiti potrebbe aver ucciso più di centomila persone. La tragica previsione è del premier Jean Max Bellerive, intervistato dalla  Cnn : «È difficile fare una valutazione precisa del numero delle vittime - ha ammesso -, di quanti edifici e quante costruzioni siano crollati con le persone dentro. Credo che siamo al di sopra delle centomila vittime. Spero che non sia vero, spero che la gente abbia avuto il tempo di uscire in strada. Alcuni quartieri sono stati distrutti completamente, non si vede più una persona».
Il  terremoto di Haiti del 2010  è stato un  terremoto   catastrofico  di  magnitudo   7,0  M w  con  epicentro  localizzato a circa 25 chilometri in direzione ovest-sud-ovest della città di  Port-au-Prince , capitale dello Stato  caraibico  di  Haiti . La scossa principale si è verificata alle ore 16:53:09 locali (21:53:09  UTC ) di martedì  12 gennaio   2010  a 13 km di profondità. Lo  United States Geological Survey  (USGS) ha registrato una lunga serie di repliche nelle prime ore successive al sisma, quattordici delle quali di magnitudo compresa tra 5,0 e 5,9  M w .  Il numero di vittime è stimato da 112.226 a 150.000. L'entità dei danni materiali provocati dal sisma è ancora sconosciuta. Secondo la  Croce Rossa Internazionale  e l' ONU , il terremoto avrebbe coinvolto più di 3 milioni di persone.
Dolore e felicità si sono scontrati, rincorsi, quasi azzannati nel caldo afoso di questa città nella quale è difficile, forse inutile pensare a un ritorno alla normalità… E poi quale normalità?
 
 
 
 
 

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  • 2. L’America è un continente dove i grattacieli dicono l’ingegneria dell’uomo, dove la libertà troneggia sulle rive dell’oceano, dove la tecnologia è più avanzata, dove si incontrano e scontrano tutte le razze umane, dove sfilano i carnevali più pazzi.
  • 3. In America vi sono dei luoghi dove i bambini vivono e dormono sulla strada, dove gli scolari portano in cartella la pistola, dove la sedia elettrica uccide le persone, dove l’uomo lavora come uno schiavo nelle piantagioni, dove nel fango delle favelas prolifera la disperazione del mondo.
  • 4. “ Timoun Yo ” in creolo vuol dire bambini, che ad Haiti, paese del quarto mondo, vivono in uno stato di perenne emergenza umanitaria: 1 su 3 muore prima dei 5 anni, 1 su due non va a scuola, 1 su 6 è orfano.
  • 5.  
  • 6. Padre Rick in un intervista parla di Haiti.. Buongiorno, mi chiamo Padre Rick Frechette e vengo dagli Stati Uniti dal Connecticut. Trovo molto interessante di parlare con amici italiani Quando ero piccolo, a West Hartford avevo come vicini una famiglia italiana e da bambini giocavamo molto insieme, ma non avrei mai immaginato che un giorno ci sarebbero stati così tanti amici dall’Italia ad aiutarci.
  • 7. Questi vent’anni ad Haiti sono stati drammatici. “Drammatico” è un termine riduttivo per rendere la cosa perché c’è stato un vero sconvolgimento a livello politico, sociale ed economico, una situazione di disorganizzazione e caos. Senza esagerare, oggi va sempre peggio a cominciare dalla povertà fino ad arrivare, purtroppo alla produzione illegale di droga che porta con sé ogni tipo di corruzione e violenza. Poi ci sono le armi, introdotte illegalmente nel paese. Tutti possiedono una pistola e si sa che le armi in mano a persone che non sanno come usarle, e che non hanno disciplina sono molto più pericolose che nelle mani di professionisti a cui è stato insegnato come farne uso.
  • 8. Problemi su problemi. Quello più grande secondo me è l’età media del paese che è di 16 anni. Questo significa che la maggior parte delle persone non conosce nient’altro se non questo tipo di realtà, ed ha soltanto queste immagini davanti agli occhi. Comunque, con tutte queste difficoltà negli ultimi anni c’è stato un momento in cui l’intero paese era bloccato. Erano i primissimi giorni dopo la caduta del governo del presidente Aristide, il paese era sotto embargo ONU, e abbiamo vissuto dei momenti veramente molto difficili. Mi è parso subito chiaro quale fosse la cosa migliore da fare per i problemi a cui stavo andando incontro: la miglior qualifica che poteva tornare utile era quella di dottore.
  • 9.
  • 11. In questi giorni di grande emergenza e di proteste per il carovita, in Haiti la situazione dei bambini e della popolazione è ancora più drammatica (1 bambino su 3 già in condizioni di “normalità” muore prima dei 5 anni, soprattutto per malnutrizione). Padre Rick responsabile dei progetti N.P.H. in Haiti (tra gli altri, l’ospedale pediatrico, l’orfanotrofio di kenscoff, Scuole di strada) ha avviato un programma di distribuzione di cibo e di acqua nella capitale Port au Prince e nelle zone limitrofe, per portare immediati e concreti aiuti alla popolazione stremata dalla fame e sete.
  • 12. Un terremoto devasta Haiti Premier: «Più di centomila morti» L'epicentro a 15 km dalla capitale Port-au-Prince. Molte vittime tra i Caschi blu. «Italiani in un hotel crollato» MILANO - Il terremoto che ha devastato Haiti potrebbe aver ucciso più di centomila persone. La tragica previsione è del premier Jean Max Bellerive, intervistato dalla Cnn : «È difficile fare una valutazione precisa del numero delle vittime - ha ammesso -, di quanti edifici e quante costruzioni siano crollati con le persone dentro. Credo che siamo al di sopra delle centomila vittime. Spero che non sia vero, spero che la gente abbia avuto il tempo di uscire in strada. Alcuni quartieri sono stati distrutti completamente, non si vede più una persona».
  • 13. Il terremoto di Haiti del 2010 è stato un terremoto catastrofico di magnitudo 7,0 M w con epicentro localizzato a circa 25 chilometri in direzione ovest-sud-ovest della città di Port-au-Prince , capitale dello Stato caraibico di Haiti . La scossa principale si è verificata alle ore 16:53:09 locali (21:53:09 UTC ) di martedì 12 gennaio 2010 a 13 km di profondità. Lo United States Geological Survey (USGS) ha registrato una lunga serie di repliche nelle prime ore successive al sisma, quattordici delle quali di magnitudo compresa tra 5,0 e 5,9 M w . Il numero di vittime è stimato da 112.226 a 150.000. L'entità dei danni materiali provocati dal sisma è ancora sconosciuta. Secondo la Croce Rossa Internazionale e l' ONU , il terremoto avrebbe coinvolto più di 3 milioni di persone.
  • 14. Dolore e felicità si sono scontrati, rincorsi, quasi azzannati nel caldo afoso di questa città nella quale è difficile, forse inutile pensare a un ritorno alla normalità… E poi quale normalità?
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