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Appunti di viaggio dei
miei compagni
Valeria Carrieri: la tv, oggi, ci rende diversamente
intelligenti perché è un mezzo che per sua caratteristica
semplifica i contenuti, fornendoci dinamiche di fruizione
pseudo democratiche (possiamo "scegliere" di premere il
tasto on, off, 1, 2...),
a prescindere dai contenuti crea nel fruitore la
soddisfazione di aver visto o partecipato, di aver non
visto e di non aver partecipato, liberamente al prodotto
erogato da questo mezzo... la televisione ha quindi
cambiato le nostre abitudini sociali, ha modificato i tempi
di comunicazione, ha erogato un nuovo linguaggio, ha
iniziato a rendere più celere il processo di dinamicità del
pensiero...
Anna Morvillo:
Mi riallaccio alla tematica proposta dal Prof. Cecchinato citando il
testo “Infanzia, media e nuove tecnologie. Strumenti paure e
certezze” di Pira e Marrali. In esso viene riportata una ricerca
dell‟Università di Austin in Texas che sostiene che la rivoluzione
tecnologica informatica dell‟intrattenimento, e intendiamo quindi
anche la tv, stimola l‟intelligenza, essendo stato rilevato in queste
generazioni un incremento del quoziente intellettivo del 13 % e
l'accentuazione delle capacità logiche e cognitive.
E‟ un richiamo al pensiero di Steven Johnson.
Gli autori affermano poi: “Tutto dipende dai programmi
trasmessi, dalla loro qualità e dalla tipologia educativa o
meno, dall‟intervento dei genitori, nel loro stare „dentro la tv‟ e
non davanti, nel controllo intelligente del telecomando, nel non
pensare che un programma vale l‟altro, perché questo
ragionamento non è corretto nei riguardi del bambino. I media
possono svolgere un ruolo positivo per il processo per il processo
di crescita psicofisico del bambino. Possono svolgere un ruolo
positivo nel trasmettere e sviluppare programmi educativi e
culturali ....”.
Michele Talo: ……
E‟ indubbio che la televisione in questi anni abbia
contribuito alla diffusione della conoscenza e che questo
continui a farlo, offrendo un‟ampia gamma di opportunità.
Ci scagliamo contro la Tv perché siamo abituati a
considerarla sotto l‟ottica generalista, ma in realtà vi
sono a disposizione canali gratuiti educativi e istruttivi
che forse pochi seguono (….). Ne concludo che i benefici
per il nostro sistema cognitivo ricava dalla TV, siano
proporzionali al tempo che lasciamo alle informazioni
stesse per decantarsi e imprimersi. E' molto interessante
pensare a un poliziesco, come a un possibile attivatore
della nostra mente di possibili variabili da tenere in
considerazione per le nostre riflessioni, esercizio utile e
applicabile anche in altri contesti.
Giuseppina Landolfi: ……
Buonasera a tutti,
numerose sono le teorie che trattano sull'interazione con le tecnologie
dell'informazione e della comunicazione e su come modellino le
strutture mentali, le facoltà cognitive, le strategie con le quali
apprendiamo e strutturiamo il mondo della nostra esistenza.
Le due linee di sviluppo delle tecnologie dell'immagine e della
telecomunicazione si intersecano nella televisione, un medium dalle
potenzialità prodigiose.
La televisione viene percepita da numerosi studiosi come
un'estensione degli organi di senso producendo l'effetto psicologico
della presenza, un processo che trasforma la nostra mente in modo
inavvertito.
In risposta alla domanda: " La TV ci rende più intelligenti?", a mio
parere ci sono alcuni Format come quelli di quiz, programmi di scienze
e natura, programmi didattici, politici, economici e sociali che
influiscono positivamente sulle nostre strutture cognitive impegnando
diverse aree della corteccia cerebrale. Spesso alcune trasmissioni
sollecitano a tenere conto di innumerevoli fattori, a ipotizzare
relazioni, a cercare di scoprire cosa succederà dopo, a chiedersi come
ci si comporterebbe nella medesima situazione allargando in questo
modo la nostra rete cognitiva.
Barbara Gerlaini: ……
La tv, oggigiorno è assolutamente indispensabile in quasi
tutte le famiglie … in virtù dei programmi televisivi
abbiamo adeguato le nostre abitudini quotidiane. (…)
Credo pertanto che sia i programmi con i loro
contenuti, che con le loro impostazioni tecniche ma
anche lo strumento in sé in quanto presente sempre o
ovunque nella nostra vita, modifichino e sviluppino in
maniera particolare le nostre sinapsi e le nostre capacità
portandole inevitabilmente a conformarsi con il momento
storico nel quale viviamo. Potrei pensare che
l'intelligenza umana sia così mutevole e plasmabile da
conformarsi secondo gli stimoli, i contesti e gli strumenti
con i quali viene in contatto, in maniera sia consapevole
che inconsapevole al fine di permettere al soggetto la
migliore adattabilità alla realtà, per la salvaguardia della
specie.
Giorgio Vincenzo Panetta: ……
Seguendo il paradigma e pensando alla TV, si può effettivamente
affermare che con essa si è avuto l’accesso universale e poco
costoso a una densità narrativa mai vista, alla quale si è
sommato il progressivo succedersi di nuovi medium quali
videogiochi, Internet e molti altri intrattenimenti, che obbligano le
nuove generazioni ad esercitarsi dal punto di vista
cognitivo, prendendo continue decisioni, in un costante gioco
psico–emozionale che “allena” continuamente la mente.
L’ipotesi di Johnson parrebbe essere confermata dai fatti, (……)
penso, (….) che forse, proprio in conseguenza
dell’urbanizzazione - che ha portato ciascuno a chiudersi nelle
proprie abitazioni e a perdere quella dimensione di vita
comunitaria antropologicamente connaturata - la TV e gli altri
strumenti ipermediali si sono diffusi e resi indispensabili, per
collegare le stanze delle nostre case e ricostituire attraverso il
villaggio globale la comunità triviale da dove siamo partiti!
Sicuramente la TV ci rende più intelligenti, ma a quale prezzo?
Maria Trippardella: ……

Sicuramente la TV ci rende più intelligenti, ma a quale prezzo? Io
non penso,caro Giorgio, che ci sia un prezzo da pagare,io sono
convinta che tutto dipenda da cosa si guarda. Ci sono molti
programmi interessanti anche dal punto di vista culturale mentre
altri sono un attentato continuo alla nostra intelligenza;non
dobbiamo dimenticare che la nostra civiltà si è così evoluta
velocemente, nell'ultimo secolo, anche grazie alla televisione che
bene o male è uno strumento di "socializzazione" e divulgazione
di messaggi positivi o negativi. Certo tutto dipende da noi e sta a
noi saper decidere cosa vedere o mantenere il nostro lato critico
davanti ai programmi che ci vengono presentati. Sicuramente
l'uso moderato e consapevole ci rende più curiosi e intelligenti.
Mariausilia Ruocco :(…)
A mio parere la tv rende più intelligenti, più capaci di operare
confronti, riflessioni, valutazioni, interpretazioni, di comunicare, di
selezionare impegnando diverse aree della corteccia celebrale.
L'evoluzione della televisione è ben rappresentata dalla scelta delle
due serie tv considerate, Starski e Hutch con una trama
lineare, semplice, I Soprano con una trama narrativa multipla e più
complessa. La seconda impone rispetto alla prima un maggiore sforzo
cognitivo per seguire gli intrecci intricati, per completare le informazioni
non espresse chiaramente. La tv diviene quindi una "palestra
cognitiva" che allena e rafforza le capacità del pensiero. Questa
capacità di ricordare e di valutare l'ampio ventaglio di rapporti e di
storie è estremamente spendibile nella realtà complessa di oggi nella
quale siamo tutti portati ad intessere, sia per lavoro sia per la
molteplicità di occasioni di incontro, tante e varie relazioni sociali.
Concludo riportando la significativa asserzione di Johnson "Non sui
contenuti dobbiamo ragionare ma sul tipo di esperienza culturale dei
nuovi media".
Tatiana Scartabelli:(…) ..dalla TV di Stato siamo passati alla
liberalizzazione della Tv generalista, poi ai variegati canali che troviamo
con il digitale, o meglio ancora ai numerosissimi canali della tv satellitare
che ci fanno sentire ancora più “liberi di scegliere”e più parte del
“villaggio globale”con l‟avvento on-demand e della interattività tra pc e tv
ci sentiamo più attivi rispetto alla passività di un tempo....ma anche se ci
sforziamo di cercare canali con trasmissioni che suscitano il nostro
interesse o che noi reputiamo intelligenti e/o interessanti dobbiamo fare i
conti con quello che involontariamente percepiamo, assorbiamo
inconsciamente modelli sociali volgari,violenti,di infima qualità poiché il
mezzo tv è in gran parte anche questo …..e che dobbiamo fare se il
crescente consumo del mezzo televisivo a scapito del libro ha
comportato un declino delle nostre facoltà cognitive e del nostro
sviluppo sociale? ad esempio determinando che Fabio Volo abbia
venduto le stesse copie del libro di U. Eco..che dobbiamo dire?in pratica
rallegrarci solo che la gente compra ancora libri!!?.. .credo che tutto
questo compresa la TV ha contribuito a creare un nuovo tipo
d‟intelligenza o come qualcuno di voi l‟ha definita siamo“diversamente
intelligenti”…
Anna De Magistrisi ..Beh, è facile cadere nella provocazione sul
fatto che la televisione possa rendere più o meno
intelligenti, sull‟argomento ci sarebbe da disquisire per anni, secondo il
mio modesto avviso non esiste una verità in assoluto, la tv è un mezzo
così di facile fruibilità che ognuno, sceglie di guardare un contenuto non
soltanto a seconda del solo Q.I.., bensì spesso a seconda del tempo
che ha a disposizione, o dell‟attenzione che intende porre, piuttosto
dell‟attività che sta o non sta svolgendo,
Sicuramente il mezzo televisivo “informa” e “disinforma” così come le
chiacchiere da bar, da mercato e di strada; (…) forse conoscere nei
dettagli gli atti processuali esposti dai super periti a Porta a Porta etc.
etc. ci rende intelligenti al punto da farci diventare giudici di corte
d‟appello? … a dire il vero però, mia zia ultrasessantenne e con licenza
elementare con anni di tv è riuscita a diventare più efficiente del suo
medico di base, ormai dispensa consigli e cure a tutti (me compresa) al
motto di “LO HANNO DETTO ALLA TELEVISIONE” … se non è
intelligenza questa !!!
(…) mi piacerebbe chiudere con uno slogan pubblicitario (anche gli spot
fanno parte dell‟argomento) ed è esattamente una citazione che ricordo
ancora con piacere di Renzo Arbore che davanti ad una fredda birra
concludeva: “ MEDITATE GENTE, MEDITATE ! ”
Vania Sartorel ..I ragazzi e anche gli adulti davanti alla TV (
come davanti a qualsiasi altro medium) si pongono
volontariamente, ascoltano con attenzione sicuramente
diversa lo stesso argomento che potrebbero aver affrontato a
scuola perché oltre ad ascoltare possono vedere e provare
emozioni e ricordare in seguito il contenuto recepito per
elaborarlo e inserirlo nella propria rete cognitiva in maniera più
spontanea e interessata proprio perché fonte di emozioni.
Accanto alla fruizione della Tv ci deve essere poi lo
sperimentare ciò che si è visto e ascoltato; la narrazione e il
confronto con gli altri; il ripercorrere per punti quanto si è visto;
la rielaborazione personale.
Simonetta Boscolo Nale
Rifacendomi al compito dato dal prof. Cecchinato … riporto alcune
considerazioni maturate sulla televisione, tipo il bugiardino della scatola dei
medicinali (vedi video prof. Cecchinato). La televisione ha portato notevoli
cambiamenti in campo cognitivo nelle persone tra cui, a mio avviso, troviamo:
Indicazioni
sviluppa l'attenzione visiva e uditiva,
favorisce le categorizzazioni,
sviluppa l'attenzione recettiva,
sviluppa il pensiero astratto,
accentua lo sforzo cognitivo mascherandolo come passatempo
sviluppa la memoria a breve termine,
fa rivivere emozioni attraverso terzi.
Effetti collaterali
atrofizza l'intelligenza senso-motoria,
indebolisce il pensiero creativo,
sviluppa un atteggiamento passivo,
favorisce il realismo fattuale/sociale (ciò che si vede si pensa sia vero),
atrofizza la memoria a lungo termine poichè non facilita la comprensione
globale del messaggio restando sul superficiale vista la velocità in cui si
trasmette,
"annacqua" la dimensione emotivo-affettiva facendo prendere le distanze
dalle situazioni.
Luca Pertile


All'ottimo lavoro di Simonetta aggiungerei:
Indicazioni positive:
Aiuta l'individuo a non sentirsi "massa";
Aiuta a conoscere;


Effetti collaterali:
Deforma la percezione della realtà;
Abbassa la soglia di attenzione;
Insegna che basta chiedere per ottenere
Anna Maria Caiazzo


La tv non ci rende né più stupidi, né più intelligenti. Però
condiziona pesantemente la nostra vita” dice Francesco
Morace. Come potrebbe non farlo? Ormai fa parte di
noi, è con noi in ogni momento della giornata, è nostra
compagna di vita e non solo, in un tempo in cui la
complessità ci caratterizza, diventa indispensabile per
allenarci socialmente. Di contro come si vivrebbe senza
TV? Ormai non se ne può più fare a meno e lo stesso
effetto negativo di non distinzione della realtà dalla
finzione potrebbe diventare (o forse lo è già diventato) il
nuovo oppio dei popoli....
Maria Merolla


la TV non può sviluppare le nostra capacità cognitive, nè
stordire i nostri sensi. Può, invece, allenare alcune
capacità e abilità che rispondono alle specifiche richieste
socio-culturali che essa stessa ha contribuito a far
nascere.
In passato la tv ha puntato sulla linearità, sulla chiarezza
espositiva, sulla facile comprensione. Oggi si cerca
complessità, velocità, implementazione rapida di concetti
e "reset" automatico per lasciare spazio a nuove
informazioni.
Le nostre relazioni sociali si sono moltiplicate e noi
abbiamo bisogno più di ieri di essere al passo con i tempi.
Annunziata Cascone


Penso che la TV ci rende intelligenti; essa è un potente
mezzo di comunicazione di massa. I suoi messaggi sono
di facile decodifica, fruibili, le immagini sono
colorate, catturano la nostra attenzione.
Se usata bene la TV offre una grande occasione di
crescita. La televisione è una "grande finestra sul mondo".
Da' la possibilita' di conoscere nuovi paesi, i costumi, le
usanze, la cultura di altre civilta'. I documentari ci
permettono di andare in dietro nel tempo e conoscere la
storia di popolazioni antiche. La TV insegna a parlare in
italiano, a migliorare il lessico, arricchire il vocabolario.
Ci informa in tempo reale sui fatti che accadono in tutto il
mondo, di politica, tenendoci informati e aggiornati su tutto
Maria Antonietta Laquitana

… è indubbio, come affermato da Maria e condiviso da altri, che la
Tv ci ha reso diversi, senza voler o dover necessariamente
connotare questo aggettivo con accezioni negative o positive, ma
semplicemente accettando tale diversità, magari considerandola
come ricchezza, come tutta la moderna pedagogia ci ha ormai
abituati a pensare.
Diversi e quindi più ricchi? Questo sillogismo non sempre sembra
funzionare, non in questo campo almeno.
(…) io credo che la vera “specie in pericolo”, fra i media oggi
noti, non sia il libro - che se evolverà in altre forme non potrà più
dirsi tale (vedi il concetto di vook) – bensì proprio la tv,almeno così
come l‟abbiamo conosciuta in passato. E mi riferisco al mezzo
fisico, ai suoi contenuti ed alle sue applicazioni.
Essa è ormai da tempo alla ricerca di un‟identità perduta
o, meglio, traslata ad altro mezzo.
(…)
Michele Rinaldi

(…) che effetto cognitivo produce la TV e come trasforma la nostra
mente? Le osservazioni di McLuhan, riprese ed approfondite da
DeKerkhove, hanno dimostrato come l‟emisfero sinistro sia
deputato alle funzioni simbolico-astratte, ( il linguaggio e la
concettualizzazione), mentre quello destro costituirebbe lo spazio
del pensiero iconico ed analogico. La televisione, alimentando
l‟attività cerebro-destra, inibirebbe così la concettualizzazione a
vantaggio dell‟associazione analogica consentendo di trovare una
possibile causa non solo alla crisi di immaginazione, ma anche
giustificando le osservazioni di molti insegnanti quando affermano
che l‟esposizione televisiva provoca: scarsa attitudine alla
verbalizzazione, incapacità di attenzione, disabitua allo studio ed
alla applicazione costante.
Silvia Fusari


(…) i mezzi di comunicazione di massa ed in particolare la
televisione, presente in ogni casa, hanno certamente
contribuito allo sviluppo di abilità di decodifica e
comprensione superiori a quelle richieste da un mondo
privo di televisione, anche se probabilmente le condizioni
sociali di contorno hanno anch'esse contribuito. Come per
la lettura di un racconto, mentre si fruisce della TV
insieme si apprendono linguaggi, aspetti culturali, aspetti
formali e di decodifica del testo visivo e narrativo (sempre
più complessi, come han dimostrato le trame a confronto
dei Soprano rispetto alle serie televisive anni '70), ci si
"inserisce nel mondo" o nel gruppo sociale di
appartenenza...non rimane che scegliere il modo di fruirne
-se si è adulti- e guidarne l'uso -se si è responsabili di
bambini-.
Alessandro Cappelletto
La TV chiaramente sviluppa :
- l‟intelligenza linguistica, dimostrazione ne è il fatto che con la TV l‟Italia ha
sviluppato una lingua comune.
- l‟intelligenza naturalistica in quanto ci propone ambiti sempre diversi, luoghi
e oggetti che sono in alcuni casi lontani dalla nostra cultura.
- l‟intelligenza musicale con i programmi musicali proposti.
- l‟intelligenza interpersonale e intrapersonale attraverso la visione di
programmi di intrattenimento e di attualità.
- l‟Intelligenza esistenziale, che riguarda la capacità di riflettere sulle questioni
fondamentali concernenti l'esistenza e più in generale nell'attitudine al
ragionamento astratto per categorie concettuali universali.
I versanti verso i quali la TV ci penalizza sono quelli riguardanti
- le intelligenze spaziale, cinestetica, in quanto la TV ci da una forma piatta
delle immagini, (…) la TV è più parlata che agita da parte del telespettatore
che si avvia verso una forma cronica di sedentarietà, la TV da lo stereotipo
del telecomando, la poltrona, e “la birra”.
Inoltre la TV non aiuta in quanto non ci fa agire a sviluppare la dimensione
logico-matematica, questo penso lo si possa vedere anche dalla difficoltà che
molti nostri giovani incontrano nello studio della matematica a scuola, ma
anche dal fatto che arrivati alla scelta dei percorsi universitari si trovino
moltissimi di questi che seguono lauree classiche e pochi che si avviino a
percorsi di tipo tecnico.
Alessandra Susana
(…) la televisione e il suo linguaggio si sono talmente connaturati
nel nostro vissuto che ne ha cambiato e sta ancora cambiando
l‟impostazione. Attivando molte funzioni cognitive che coinvolgono
diversi sensi, fa sì che le informazioni si fissino maggiormente nel
nostro cervello. Un suono, una musica, un‟immagine, quando
correlati in modo accattivante, si fissano nella nostra memoria
molto di più che non sotto forma di parola scritta, per esempio.
Quindi, da un certo punto di vista, la televisione ci rende se non
più intelligenti, intelligenti in modo diverso, facendo perno sulle
tante intelligenze che compongono la nostra intelligenza. Questo
perché ci allena ad esercitare il pensiero multiplo. Tuttavia, la
televisione, per la sua stessa natura, non ci consente di interagire
con il medium stesso. Le informazioni ci vengono “calate”
dall‟alto, senza possibilità di controbattere. L‟unica possibilità che
abbiamo come utenti è di spegnerla, ma in questo modo ci
precludiamo la possibilità di interagire con gli altri utenti sul
prodotto, sui programmi sugli argomenti che vengono proposti.
Nella nostra società odierna è, infatti, un medium che aggrega e
che consente di sentirci parte di una comunità. Sta, comunque, a
noi la scelta di farne parte oppure no.
Lucia Maffione
con l‟avvento televisivo si è verificato un ritorno all‟oralità
o meglio ad una “oralità secondaria” come mediatrice di
conoscenza insieme ad una semplificazione della
comunicazione grazie all‟immediatezza delle immagini e
al rassicurante commento della “voce narrante”. si può
ricordare quanto dice McLuhan al proposito: "la Tv è
soprattutto un‟estensione del tatto, che implica un
massimo di azioni reciproche tra tutti i sensi. (...) La forma
a mosaico dell‟immagine televisiva esige partecipazione e
coinvolgimento in profondità dell‟intero essere, come il
senso del tatto. (...) L‟osservazione banale e rituale
dell‟alfabeta convenzionale, che cioè la Tv sia
un‟esperienza per spettatori passivi, è completamente
infondata. La TV è un medium che richiede una reazione
creativamente partecipazionale“ …
Simona Dora Pasqualucci
Se la TV ci rende più intelligenti? Il mio primo pensiero, davanti a
questo interrogativo, è andato alla concezione di intelligenza
perché, come ci ha indicato Gardner, non si può parlarne come di una
sorta di unico contenitore, al contrario, le forme di intelligenza sono
molteplici e in questo senso penso che un medium quale la TV
costituisca una fonte inesauribile di stimoli per le nostre diverse
intelligenze.
Oggi, con l‟evoluzione che sta avendo la TV (...) si può dire che anche
la TV, similmente a quanto è successo per il computer, è passata dalla
fase industriale (in cui l‟utente era solo fruitore all‟interno di una
programmazione generalista, più ridotta) a quella post-industriale in cui
l‟utente è “prosumer”: costruisce la sua programmazione e talvolta è
dentro alla programmazione stessa (si pensi ad es. ai reality). La TV di
oggi, come qualsiasi strumento della conoscenza, è un mezzo (e un
prodotto) mai finito, che si implementa continuamente in un processo di
reciproca costruzione fra mezzo e fruitore, in cui lo spettatore non è
passivo, a mio giudizio, come spesso si sostiene, o meglio, è passivo
chi lo è esattamente come lo è stato o lo sarebbe con qualsiasi altro
medium: viceversa, ritengo che le potenzialità della TV siano tali, il
mondo a cui ci apre sia tanto ampio (pensiamo anche a tutte le TV
straniere che è possibile vedere) che le nostre capacità riflessive e
critiche abbiano “pane per i loro denti”, se lo desideriamo.
Franco Cesari
(…) ritengo indubbio che la TV abbia concorso, negli anni, ad
aumentare le nostre facoltà cognitive: da un lato, ha contribuito a
diffondere lingue nazionali a scapito di dialetti locali, permettendo
una diffusa alfabetizzazione, almeno orale, e favorendo così
scambi relazionali a livello più esteso di quanto altrimenti
consentito dalla conoscenza e dall'uso del mero dialetto;
dall'altro, la capacità del medium televisivo del simulare una
presenza dello spettatore nei luoghi e nei contesti
rappresentati, ha generato conoscenze e stimolato curiosità nei
confronti di realtà fino ad allora ignote.

Ma questa nuova cognizione ha impattato ed impatta tutt'ora in
maniera evidente con quanto sostenuto da McLuhan: la "finestra
sul mondo" non è neutrale, ma anzi diventa essa stessa
messaggio, plasmando sia ciò che viene fatto vedere ma anche il
"come" viene fatto vedere, in questo rischiando in maniera il più
delle volte voluta, raramente del tutto incidentale e
fortuita, l'alterazione delle "reazioni sensoriali e delle forme di
percezione" in grado di generare i danni spesso rilevanti, paventati
dal professore-star americano.
Massimiliano Buson
la tv viene considerata un medium "freddo" che pone nello
spettatore nel percepire in maniera sinestetica e non
selettiva, attivando la partecipazione all‟azione e utilizzando parti
diverse del cervello.... quindi da un lato abbiamo il fatto che il
medium ci rende più intelligenti, dall'altro attiviamo nuove reti
neurali e ne perdiamo altre.....in riferimento all'ultima parte del suo
intervento l'aumento dell'intelligenza ha portato sicuramente alla
possibilità di seguire trame multiple all'interno dello stesso
programma e come dice lei ad un aumento delle capacità di
relazione interpersonali, ma anche a perdere un a parte di quella
coscienza critica che dovrebbe essere intrinseca in ogni uomo e
che attraverso il medium tv viene compromessa in quanto molte
volte diamo per scontato o "vero" quello che ci viene proposto
senza effettivamente chiederci se è vero, anche perchè il tempo
stesso nel programma non favorisce questo troppo veloce per
attivare la riflessione restiamo concentrati sulle immagini sul testo
sui movimenti dei personaggi, e non riflettiamo su quello che
vediamo, alla fine del programma quindi ci resta impresso "solo"
quello che abbiamo visto …. quindi alla sua domanda la tv ci
rende più intelligenti? la mia risposta è si, ma qualcosa altro viene
perso nella nostra mente.....
Silvia Ballarini
Secondo quanto studiato dal libro, provo a rispondere alla sua
provocazione Prof. Cosa intendeva McLuhan con "il medium è il
messaggio?" A mio parere indipendentemente dal contenuto di
una trasmissione televisiva, è la televisione stessa che produce
degli effetti. Noi siamo in una società che è abbastanza plasmata
dalla televisione: non tanto dai programmi della televisione, ma
dalla televisione come medium. Il vero messaggio che può
trasmettere la radio,il giornale e in questo caso la televisione è
costituito dalla natura del medium stesso. E' la struttura
comunicativa di ogni medium che lo rende non neutrale, perché
essa suscita negli utenti-spettatori determinati comportamenti e
modi di pensare. La televisione è un mezzo che "inchioda" chi la
guarda in una sorta di immobilità fisica (stare per del tempo seduti
a guardarla) e mentale (poiché favorisce lo sviluppo di una mente
non interattiva ma passiva, al contrario di internet ). Credo che la
televisione abbia avuto anche un ruolo di rassicurazione, di
conforto...A chi non sono capitati momenti bui dove ciò che
rimaneva era accendere quel piccolo contenitore tecnologico e la
mente riusciva a "staccare un po‟ la spina"?
Giulia Boari
io credo che i media siano di per sé "innocui". Certo sono
nati e nasceranno in determinati contesti politici e sociali
non neutrali, che hanno preferito lo studio e lo sviluppo di
questi rispetto ad altri, ma è l'uso cosciente che noi ne
facciamo che deve fare la differenza.
Dubito fortemente che , nel mondo adulto, ci si ritrovi
inchiodati alla tv in uno stato così demenziale ed alienante
(soprattutto con la poca saggezza che si può rintracciare
attualmente in televisione...). Per quanto riguarda invece i
bambini e gli adolescenti, beh, credo che in quei casi sia
importante un'educazione al mezzo tecnologico e al
suo uso sano e costruttivo. E' seguendo questa
via, credo, che la tv, potrà renderci più intelligenti: saperla
spegnere quando necessario e accenderla con cautela e
per scelta.
Antonella Lo Presti
Nel corso degli ultimi 50 anni sicuramente la TV ha contribuito
all'unificazione linguistica (Franco Cesari) a creare il senso di
appartenenza al gruppo (Michele Talo) con una consistente
crescita (acritica?) delle relazioni interpersonali (Max Buson) e
delle capacità comunicative basate su
confronti, riflessioni, valutazioni e interpretazioni (Mariausilia
Ruocco), ma oltre a tutto ciò, oltre i modelli culturali veicolati, la
televisione ha creato una nuova dimensione simbolica in cui il
predominio culturale della scrittura è stato messo in
discussione da una oralità secondaria (Ong), in cui la
narrazione/comunicazione è fatta di suoni ed immagini.
La presenza della televisione è così rilevante da essere un vero
spartiacque, nell'immaginario collettivo, tra ciò che esiste e ciò che
non esiste perché essa, più degli altri media, per facilità
d'uso, realismo e immediatezza è un medium trasparente che
occulta la mediazione.
Inoltre non bisogna dimenticare che la TV ha un effetto
rassicurante e dà consistenza al bisogno degli individui di
socializzare e di appartenere. Un po', forse, quello che il buon
McLuhan intendeva dire quando diceva che il medium è (anche)
il massaggio.
Maria Gentile
Io personalmente penso che essa non ci renda più intelligenti o al
contrario più stupidi, dico semplicemente che la televisione
influenza in un modo o nell‟altro la vita di tutti noi. Essa agisce
come potente strumento di persuasione, in maniera indiretta e
diversa da persona a persona: ogni telespettatore assimila un
messaggio televisivo, mescolandolo alla propria cultura e al
proprio carattere. C‟è chi la guarda per farsi un‟opinione, discorso
che vale anche per le elezioni politiche, dove poco interessa la
“par condicio” perché i 10 min. di un politico che sa usare questo
mezzo, valgono come due ore del leader che non sa servirsene;
c‟è chi ne fa un uso strumentale, (si segue un programma per
stare insieme, per fare coesione, si commenta, si discute, si parla
in somma); non è da trascurare che la televisione è di fatto un
mezzo educativo importante, soprattutto nel caso di bambini molto
esposti ad essa e con poche alternative disponibili. La Televisione
in sé non può essere né buona né “cattiva” ( Karl
Popper), trattandosi di un insieme di circuiti elettronici. Bisogna
accostarsi alle nuove tecnologie in modo critico, perchè possano
contribuire a un'educazione formativa, la soluzione si trova in
come guardiamo la televisione.
Annalisa Pagliuca
La televisione invece aveva un forte potere di attrazione per la
novità di immagini, luci, suoni, forme narrative fino ad allora
pressochè sconosciute e che hanno agito immediatamente e
profondamente nelle attività cerebrali delle persone in assenza di
una qualsiasi barriera o giudizio, quindi acriticamente. L'"ipse dixit"
di cui si parlava in un altro forum.
Questo a mio avviso ha fatto e fa ancora la differenza tra un
apprendimento faticoso(quello scolastico) e un apprendimento
piacevole(la tv)anche se forse meno costruttivo sotto alcuni punti
di vista.
Aggiungo però che anche se evidentemente la televisione per la
sua capacità di veicolare messaggi che entrano in comunicazione
con i processi mentali più profondi giungendo ad essi in modo
diretto e superando il filtro del piano cognitivo, come sostengono
Parola e Trinchero, può favorire lo sviluppo dell'intelligenza, di
contro non perdiamo forse la fantasia e l' immaginazione stimolate
dalla lettura di un libro?
Stefano Cappuccio
Sento il bisogno di "saperne di più" perché alcune considerazioni
mi trovano in crisi e accettare conclusioni di tipo causa-effetto
sprovvisto come mi sento di dati certi, mi lascia con
un'espressione poco convinta. Non mi è chiaro ad esempio come
l'enorme diffusione della TV , in confronto a quella
dell'istruzione, possa dimostrare la maggiore influenza della prima
nella determinazione di un livello più elevato di Intelligenza nelle
persone. Altra domanda che mi pongo è se ciò che arriva dalla TV
possa/debba essere considerato tout court un messaggio che
entra in comunicazione con i processi mentali più profondi, con
modalità preferenziali da consentirgli con essi accesso
diretto, ignorando " il filtro del piano cognitivo" e soprattutto come
possa favorire lo sviluppo dell'intelligenza. ( ammesso sia una
sola, Gardner docet ) . Devo approfondire e grazie per gli stimoli.
Un'ultima riflessione: chi ha rilevato la crescita del livello di
Q.I., che dati aveva per fare un confronto credibile? Ricordo a
riguardo alcune lezioni del prof. Pedrabissi, Statistica Psicometrica
a Psicologia, e le sue considerazioni sui metodi con cui venivano
effettuate certe rilevazioni. .
Maria Grazia Ottaviani
Solo facendo una riflessione più ampia sugli effetti
sinergici di più fattori (scolarizzazione di
massa, consumismo, Internet e uso del computer...)
forse si riesce a dare la giusta valutazione al ruolo
che la televisione ha e ha avuto … Aggiungerei
tuttavia che, la televisione è stata in grado e lo è
tuttora, di raggiungere persone di ogni
età, estrazione sociale, cultura e
scolarizzazione, consentendo un accesso
praticamente "sincrono" con il mondo che sta fuori
dalle mura delle nostre case e in questo
probabilmente la televisione fa la differenza rispetto
anche alla scelta di un buon libro.... Essa entra
passivamente nella nostra quotidianità e per
sceglierla basta poco sforzo, la scelta di leggere un
libro, invece, ne richiede qualcuno in più...
Anna Angelotto
Secondo me la TV può rappresentare un occasione di
crescita in relazione all‟uso che se ne fa, infatti come
afferma Popper “il mezzo televisivo in se non è ne buono
ne cattivo”. La televisione rappresenta una “finestra sul
mondo” e ci dona la possibilità di abbattere le barriere
spaziali, facendoci “guardare” ogni angolo
dell‟universo, e in alcuni casi temporali, attraverso i
documentari storici o preistorici.
Infatti grazie al mezzo televisivo, mio figlio di 7 anni in
classe durante una ricerca di geografia ha detto che da
grande andrà in Australia per visitare la barriera
corallina, inoltre da grande vuole fare il paleontologo, in
quanto essendo appassionato di dinosauri, vuole
approfondire gli studi e le ricerche. Secondo me la
televisione può aiutare a contribuire, insieme agli altri
medium, alla costruzione della “conoscenza”e a fare in
modo che non sia più relagata a luoghi e a persone ma
divenga sempre più patrimonio di tutti.
Sandra Costa
Credo che lo sviluppo della capacità di vedere sia il valore aggiunto a
ciò che inconsapevolmente veniamo portati a fare dai programmi
televisivi; la conoscenza di come noi „funzioniamo‟ rispetto a un
determinato linguaggio e come questo linguaggio funziona rispetto al
mezzo che lo veicola (regole, relazioni, codici simbolici), sono strade
che andrebbero percorse attraverso la formazione.
Se infatti “ la TV ci impegna ad un lavoro di decodifica del
linguaggio televisivo che nel corso degli anni, adeguandosi alle
mutate realtà sociali, diviene progressivamente più complesso”, e
se “Gli artifici linguistici sono molteplici, ma il più significativo
consiste nella rappresentazioni di trame narrative multiple e più
complesse”, allora l‟urgenza non è tanto creare allarmismi verso lo
strumento, quanto farci carico del cambiamento dei modi di apprendere
che la televisione ha portato; rispondere alla necessità di uno sguardo
competente rispetto alle specificità dello stesso strumento, sguardo
che, solo se educato, svilupperà processi attivi e interattivi di
comprensione e decodifica, dilatando gli orizzonti del nostro
vedere, contrastando la passività. Se poi si promuove anche una
produzione televisiva educativamente orientata, allora c‟è un ulteriore
valore aggiunto.
Vincenzo Filetti
NESSUN MEZZO E' PERICOLOSO SE GLI UTENTI NE
CONOSCONO IL PERICOLO"


Condivido se parliamo di adulti.
Condivido tutti i commenti dei colleghi sulle possibilità di
espansione-amplificazione cognitiva

Condivido poco se parliamo di bambini incapaci di
differenziare il reale dall' irreale-virtuale .

Sappiamo bene cosa hanno prodotto i cartoni giapponesi
sulle menti di bambini che hanno subito un'alterazione
percettiva del mondo reale a causa del "lancio dei
componenti" (Jeeg robot d'acciao) per cui pur NON
essendo un misoneista, (nè moralista e bacchettone)
starei attento a decantare le virtù della televisione.
Maria Carmelina Mattana
Molti studiosi e intellettuali si sono interrogati sui rischi sociali
e individuali derivati dalla tv, un problema aperto, anzi sempre
più pregnante vista la diffusione capillare e il continuo
emergere di tecnologie sofisticate.
A mio avviso, la tv ci rende intelligenti se impariamo ad
utilizzarla in modo attivo e consapevole senza più
abbandonarci passivamente ad essa (Popper) e scegliendo
accuratamente i programmi e le “dosi” con cui assimilarli. Solo
se il fruitore, sarà dotato di capacità critica potrà decodificare
il coacervo di contenuti da essa proposti e utilizzarli nel modo
migliore per risolvere un problema.
Trovo interessanti le rilevazioni di Johnson, quando ci parla di
trasmissioni che , si pongono come”palestra cognitiva che
allena la nostra intelligenza sociale".
Concordo con l‟ affermazione della collega Maria M. quando
sostiene che la tv ci ha resi semplicemente diversi, specchio
di una complessità generale dovuta a trasformazioni
storiche, politiche, sociali.
Sandro Pavanato
(….)
L‟attività della mente è in costante interazione con il mondo
dell‟informazione e della comunicazione; le tecnologie della
comunicazione permeano il nostro ambiente, la nostra
esperienza.
Ogni medium, entrando in rapporto con l‟uomo, trasforma e
amplia le vie dell‟esperienza, della conoscenza. In modo
diverso, anche la televisione modifica i modelli cognitivi, non
attraverso i contenuti o i valori che intende veicolare, ma in
quanto messaggio, in base alle sue peculiarità di media con
cui trasforma e accresce le nostre modalità di pensiero (M.
McLuhan).
Quindi possiamo condividere il paradosso di Steven
Johnson, secondo cui anche la televisione ci rende più
intelligenti.
E ancora, non più intelligenti rispetto ai nostri antenati, ma
forniti di un‟intelligenza diversa (J. R. Flynn).
Maddalena Pinato
... sicuramente la televisione sollecita i nostri sensi influendo sul
nostro modo di percepire, identificare e interpretare ciò che
vediamo rendendoci forse più “intelligenti”, come dice M. Luisa, o
forse più “abili” nel valutare, nel rielaborare e anche
contestualizzare ciò che entra nel nostro campo visivo.
Una provocazione di cui chiedo venia …. Quali sensazioni
produce oggi la visione del film di Charlie Chaplin “Tempi
Moderni”? Questo omino piccolo piccolo che al termine della
giornata trascorsa davanti alla catena di montaggio finito il turno di
lavoro continua ad avvitare “bulloni” scambiando addirittura il
bottone della giacca della ragazza per uno di questi… Forse ci
vien da sorridere ma in fondo il timore rispetto a quello che
facciamo mentre guardiamo la televisione è un po‟ questo: essere
presi dal vortice delle immagini, dei suoni, delle voci che
inevitabilmente ci fanno rimanere “incollati” a quel fantastico
“quadrato magico”che è la televisione …. Più intelligenti o più
stupidi? Nulla di tutto ciò forse …. Forse siamo diversi, come
diverso è il nostro modo di rapportarci al mondo e la televisione ha
sicuramente contribuito a “formarci” ( o a deformarci a seconda
della chiave di lettura di ciascuno) e a farci essere ciò che ora
siamo.
Manuela Oliveri
Stabilito che non si tratti di un aumento o di una diminuzione
dell‟intelligenza (chiaramente a mio parere) ma che si tratti di un
cambiamento di questa, credo anche che questo processo sia
fortemente correlato con il cambiamento del medium e che le due cose
si influenzino reciprocamente. (…)
Personalmente non ritengo che la televisione sia una finestra sul
mondo in quanto, come tutti i medium, ci da una visione parziale e
specifica della realtà, ma sta al soggetto e al suo ventaglio di
conoscenze comporre, con quei tasselli e con la propria storia, il puzzle
della propria (…)
Sono perfettamente d‟accordo con Sandra Costa quando dice che
l’urgenza non è tanto creare allarmismi verso lo strumento, quanto farci
carico del cambiamento dei modi di apprendere che la televisione ha
portato; rispondere alla necessità di uno sguardo competente rispetto
alle specificità dello stesso strumento, sguardo che, solo se
educato, svilupperà processi attivi e interattivi di comprensione e
decodifica, dilatando gli orizzonti del nostro vedere, contrastando la
passività, (…) Non sono infatti d‟accordo con Max Buson quando dice
che la televisione compromette una parte di quella coscienza critica che
dovrebbe essere intrinseca in ogni uomo. in quanto credo che questa
non sia una responsabilità del medium quanto appunto dell‟educazione.
Il medium modifica il mio modo di pensare non la mia capacità di farlo.
Giuseppina Elefante
Nel corso del tempo la T.V. ha modificato lo spazio intorno a
noi, ha ampliato le nostre percezioni, ci ha portato fuori delle
nostre case e ci ha mostrato mondi nuovi: reali e irreali. Ha inoltre
condizionato il nostro modo di fruire il tempo; alcuni di noi hanno
cominciato a scandire i momenti della giornata in relazione degli
appuntamenti televisivi. Insomma nel bene e nel male ha
contribuito a costruire e allargare le nostre conoscenze. Dobbiamo
tuttavia rilevare com‟ è oggi cambiato il nostro modo di fruire di
questo medium. Nei primi anni in cui la T.V. è entrata nella nostra
storia, noi spettatori ci accontentavamo semplicemente di
assistere ai programmi, oggi invece siamo diventati più
esigenti, siamo noi a scegliere il momento in cui guardarla e come
guardarla, insomma abbiamo imparato ad utilizzarla in modo
interattivo ( grazie anche agli enormi progressi della T.V. digitale ).
Potrei affermare che il mezzo televisivo ci rende diversamente
intelligenti nel senso che ci stimola sempre più a riflessioni
metacognitive. Termino il mio pensiero affermando che la T.V. può
renderci sì intelligenti, ma solo sei siamo capaci di utilizzarla in
modo critico e consapevole.
Vania Maria Sperman
Sicuramente la televisione non ci permette di essere interattivi
quanto altri media, ma è comunque un prolungamento dei nostri
sensi, al punto tale da farci sentire in qualità di spettatori/fruitori
partecipi ad avvenimenti in tempo reale. La costruzione di
narrazioni a complessità sempre maggiore, con trame a relazioni
che richiedono attenzione, decodifica e
interpretazione, rielaborazione dei rapporti e delle connessioni da
parte di chi le guarda, stimola l‟attivazione dei costrutti mentali del
singolo obbligandolo a co-costruire dentro di sè quanto affrontato
attraverso lo schermo.
Ma, assodato questo, ho una domanda che vorrei rilanciare, ed è
questa: visto che molte volte la televisione è un po‟ Pinocchio (mi
riferisco alla veridicità dei contenuti trasmessi), mi viene da
chiedermi “E‟ un bene o un male che la tv sia bugiarda? Non sarà
forse che il doversi continuamente interrogare su come accogliere
e condividere i contenuti trasmessi, sia una delle leve più
importanti per sviluppare la nostra intelligenza insieme alla nostra
coscienza?”
Enrica Pagano
Cari Luca, VAnia, MAnuela, Barbara, Maddalena;
trovo che le vostre riflessioni si stiano muovendo verso una zona che è quella
della consapevolezza dell'uso del medium TV. Non credo che il cuore del
problema possa essere legato a fasce di età (si rischiano le generalizzazioni)
in quanto conosco miei allievi (adolescenti) che ormai hanno smesso di
guardare la tv e preferiscono il computer perché con esso possono
scegliere, ricercare, interagire, altri che la guardano in modo molto selettivo;
altri invece che bevono passivamente ogni goccia distillata dalla TV senza
alcun senso critico. Così come conosco anziani che guardano qualsiasi
prodotto in tv, specialmente se è facile da digerire proprio per un loro bisogno
di compagnia, altri che scelgono in modo molto mirato e selettivo cosa
guardare, come i miei anziani genitori (160 anni in due ).
Lo sviluppo del senso critico di cui parlava Vania spesso, ma non
sempre, accompagna le competenze dei digital native (i nostri ragazzi)
quanto i cosiddetti "migrants", che si accostano ai media con uno spirito
sempre più disincantato, sviluppando (ed è qui che credo che l'educazione e
la formazione debbano pesantemente e responsabilmente spendere il
proprio ruolo) quello che Marc Prensky definisce come "digital
wisdom", saggezza digitale, che va a sostituire il diritto di acquisizione del
marchio di native solo in base alla data di nascita. Questa saggezza è data
dall'uso sapiente, responsabile e critico degli strumenti di cui quasi tutti oggi
disponiamo, consapevoli delle trasformazioni profonde che l'uso degli stessi
hanno prodotto nelle nostre capacità di attenzione, di comprensione, di
elaborazione delle nuove conoscenze.
Maria Teresa Cafiero
A mio parere,la televisione è ben altra cosa rispetto ad altri
tipologie di media (come internet), in quanto proprio a causa
del basso livello interattivo che si ha con la TV,l‟unico uso
competente che se ne potrebbe fare sarebbe quello relativo
alla qualità della programmazione, ma… l‟interazione, il
confronto, lo scambio? La TV è condizionante a
prescindere, perché è pensata, è organizzata già per sua
natura di medium a sortire un certo tipo di effetto, che ogni
persona poi recepisce, rifiuta o approva, secondo proprie
esperienze o gusti. Parlare invece di quei media dove
l‟interazione è necessaria è,sempre a mio modesto
parere, altra cosa, in quanto in questo caso il coinvolgimento
non solo emotivo, ma “fisico” può condizionare vere e proprie
funzioni, come la capacità di socializzazione, di
astrazione, quella di concentrazione, ma anche di modalità
relazionale o comunicativa. In questo caso educare ad una
“saggezza mediale” potrebbe essere vantaggioso e
produttivo, soprattutto a partire dalla scuola...ma questo è un
altro discorso da approfondire!
Ciro Sannino
provo ad offrire il mio contributo con spunti diversi. Nel libro “Il
ritorno del medium” di Vanni Codelupi, ho letto che l‟uomo utilizza
lo schermo per riflettersi e attraverso di esso vede non solo la sua
immagine, ma anche la sua estensione, un riflesso della sua
personalità e un‟altra realtà. Questa esperienza è, per lui, simile
alla morte. Un evento così sconvolgente da creargli uno choc tale
da desiderare di difendersi con il torpore. Dovrei allora pensare
che la tv non rende più intelligenti, ma addormenta le nostre
capacità intellettive? Io ritengo invece che il medium televisivo
consenta di moltiplicare le possibilità di indagare, pur richiedendo
l‟esercizio costante di un pensiero critico ben sviluppato. Penso
dunque, che la TV ci renda intelligenti, ma deve essere usata
bene. Ho notato che i miei figli riescono ad individuare il
programma più interessante per loro molto facilmente e uno dei
programmi che preferiscono è “Little einstein”; mi diverto ad
osservarli interagire e partecipare attivamente al cartone: li vedo
alzare le mani e gridare “partenza”: Si crea cosi un momento
piacevole anche per i genitori. E‟ importante però che la TV non
diventi un “parcheggio” ma che offra una grande occasione di
crescita.
Rosa Ascione
La domanda che il professore pone è un po‟ quella che
prima o poi tutti si sono posti almeno una volta nella vita.
Anch‟io spesso, in passato, quando i miei figli guardavano
la TV, mi sono interrogata sugli eventuali effetti di
quest‟ultima: i bambini di fronte al piccolo schermo si
tranquillizzano, sono rapiti dalle immagini … Forse per
questo si sente spesso parlare di TV baby sitter… In
realtà, ad una più attenta analisi, ci accorgiamo che
numerosi programmi sviluppano il livello di
comunicazione, dando l‟opportunità di conoscere anche
altri codici espressivi, il livello di coinvolgimento emotivo e
di allargare i propri ambiti di interesse. Inoltre nella
percezione dei bambini la TV, ben dosata, contribuisce ad
abbattere le distanze, accorciare i tempi di fruizione di
determinate informazioni. Tutto ciò genera
un arricchimento del bagaglio culturale del bambino e
contribuisce alla formazione di quest‟ultimo.
Anna Andolfo
Buona sera,
ho letto con vivo interesse gli interventi dei
colleghi, che mi sembrano ricchissimi di spunti per
nuovi approfondimenti. Vorrei comunque riportare
delle righe, scritte da Bachmair in “Cosa fa la
televisione,” perché ritengo che esprima
poeticamente uno degli aspetti positivi del medium
in oggetto:
“La televisione è in realtà un mezzo ideale che
consente al bambino di tornare immediatamente
dal mondo della fantasia alla vita concreta, con la
stessa rapidità di volare nel mondo della
fantasia, quando la realtà non si può più affrontare.
Tutto quello di cui c’è bisogno, per fantasticare, è
un bottone per accendere e spegnere.”
Filomena Barone
Salve a tutti,
In merito all‟input offerto dal professore, penso che la questione
sulla bontà del medium televisivo sia nata con il mezzo stesso. Da
sempre si sentono pareri autorevoli che lo demonizzano o, al
contrario che lo innalzano alle glorie degli altari, ma anche
posizioni intermedie che affiancano i suoi effetti al sostrato socio –
culturale e al livello di sviluppo cognitivo – emotivo del
telespettatore.
Anche per quanto riguarda gli effetti della TV sull‟intelligenza i
pareri sono discordi: c‟è chi predica gli effetti negativi della tv (uno
per tutti Popper, che definisce la TV una “cattiva maestra”) e chi
invece sostiene che aumenti il QI, come dei ricercatori
dell‟università del Texas o, ancora chi afferma che, perché
abbiano un effetto decisamente positivo, occorre che i programmi
siano adeguati al target cui sono dedicati, soprattutto quando si
tratta di programma per ragazzi. In ogni caso, da
insegnante, ritengo che i nuovi media, a partire dalla TV, offrano
numerosi e interessanti spunti pedagogici, da non scartare
pregiudizialmente.
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Forum la televisione ci rende intelligenti

  • 1. Forum Appunti di viaggio dei miei compagni
  • 2. Valeria Carrieri: la tv, oggi, ci rende diversamente intelligenti perché è un mezzo che per sua caratteristica semplifica i contenuti, fornendoci dinamiche di fruizione pseudo democratiche (possiamo "scegliere" di premere il tasto on, off, 1, 2...), a prescindere dai contenuti crea nel fruitore la soddisfazione di aver visto o partecipato, di aver non visto e di non aver partecipato, liberamente al prodotto erogato da questo mezzo... la televisione ha quindi cambiato le nostre abitudini sociali, ha modificato i tempi di comunicazione, ha erogato un nuovo linguaggio, ha iniziato a rendere più celere il processo di dinamicità del pensiero...
  • 3. Anna Morvillo: Mi riallaccio alla tematica proposta dal Prof. Cecchinato citando il testo “Infanzia, media e nuove tecnologie. Strumenti paure e certezze” di Pira e Marrali. In esso viene riportata una ricerca dell‟Università di Austin in Texas che sostiene che la rivoluzione tecnologica informatica dell‟intrattenimento, e intendiamo quindi anche la tv, stimola l‟intelligenza, essendo stato rilevato in queste generazioni un incremento del quoziente intellettivo del 13 % e l'accentuazione delle capacità logiche e cognitive. E‟ un richiamo al pensiero di Steven Johnson. Gli autori affermano poi: “Tutto dipende dai programmi trasmessi, dalla loro qualità e dalla tipologia educativa o meno, dall‟intervento dei genitori, nel loro stare „dentro la tv‟ e non davanti, nel controllo intelligente del telecomando, nel non pensare che un programma vale l‟altro, perché questo ragionamento non è corretto nei riguardi del bambino. I media possono svolgere un ruolo positivo per il processo per il processo di crescita psicofisico del bambino. Possono svolgere un ruolo positivo nel trasmettere e sviluppare programmi educativi e culturali ....”.
  • 4. Michele Talo: …… E‟ indubbio che la televisione in questi anni abbia contribuito alla diffusione della conoscenza e che questo continui a farlo, offrendo un‟ampia gamma di opportunità. Ci scagliamo contro la Tv perché siamo abituati a considerarla sotto l‟ottica generalista, ma in realtà vi sono a disposizione canali gratuiti educativi e istruttivi che forse pochi seguono (….). Ne concludo che i benefici per il nostro sistema cognitivo ricava dalla TV, siano proporzionali al tempo che lasciamo alle informazioni stesse per decantarsi e imprimersi. E' molto interessante pensare a un poliziesco, come a un possibile attivatore della nostra mente di possibili variabili da tenere in considerazione per le nostre riflessioni, esercizio utile e applicabile anche in altri contesti.
  • 5. Giuseppina Landolfi: …… Buonasera a tutti, numerose sono le teorie che trattano sull'interazione con le tecnologie dell'informazione e della comunicazione e su come modellino le strutture mentali, le facoltà cognitive, le strategie con le quali apprendiamo e strutturiamo il mondo della nostra esistenza. Le due linee di sviluppo delle tecnologie dell'immagine e della telecomunicazione si intersecano nella televisione, un medium dalle potenzialità prodigiose. La televisione viene percepita da numerosi studiosi come un'estensione degli organi di senso producendo l'effetto psicologico della presenza, un processo che trasforma la nostra mente in modo inavvertito. In risposta alla domanda: " La TV ci rende più intelligenti?", a mio parere ci sono alcuni Format come quelli di quiz, programmi di scienze e natura, programmi didattici, politici, economici e sociali che influiscono positivamente sulle nostre strutture cognitive impegnando diverse aree della corteccia cerebrale. Spesso alcune trasmissioni sollecitano a tenere conto di innumerevoli fattori, a ipotizzare relazioni, a cercare di scoprire cosa succederà dopo, a chiedersi come ci si comporterebbe nella medesima situazione allargando in questo modo la nostra rete cognitiva.
  • 6. Barbara Gerlaini: …… La tv, oggigiorno è assolutamente indispensabile in quasi tutte le famiglie … in virtù dei programmi televisivi abbiamo adeguato le nostre abitudini quotidiane. (…) Credo pertanto che sia i programmi con i loro contenuti, che con le loro impostazioni tecniche ma anche lo strumento in sé in quanto presente sempre o ovunque nella nostra vita, modifichino e sviluppino in maniera particolare le nostre sinapsi e le nostre capacità portandole inevitabilmente a conformarsi con il momento storico nel quale viviamo. Potrei pensare che l'intelligenza umana sia così mutevole e plasmabile da conformarsi secondo gli stimoli, i contesti e gli strumenti con i quali viene in contatto, in maniera sia consapevole che inconsapevole al fine di permettere al soggetto la migliore adattabilità alla realtà, per la salvaguardia della specie.
  • 7. Giorgio Vincenzo Panetta: …… Seguendo il paradigma e pensando alla TV, si può effettivamente affermare che con essa si è avuto l’accesso universale e poco costoso a una densità narrativa mai vista, alla quale si è sommato il progressivo succedersi di nuovi medium quali videogiochi, Internet e molti altri intrattenimenti, che obbligano le nuove generazioni ad esercitarsi dal punto di vista cognitivo, prendendo continue decisioni, in un costante gioco psico–emozionale che “allena” continuamente la mente. L’ipotesi di Johnson parrebbe essere confermata dai fatti, (……) penso, (….) che forse, proprio in conseguenza dell’urbanizzazione - che ha portato ciascuno a chiudersi nelle proprie abitazioni e a perdere quella dimensione di vita comunitaria antropologicamente connaturata - la TV e gli altri strumenti ipermediali si sono diffusi e resi indispensabili, per collegare le stanze delle nostre case e ricostituire attraverso il villaggio globale la comunità triviale da dove siamo partiti! Sicuramente la TV ci rende più intelligenti, ma a quale prezzo?
  • 8. Maria Trippardella: …… Sicuramente la TV ci rende più intelligenti, ma a quale prezzo? Io non penso,caro Giorgio, che ci sia un prezzo da pagare,io sono convinta che tutto dipenda da cosa si guarda. Ci sono molti programmi interessanti anche dal punto di vista culturale mentre altri sono un attentato continuo alla nostra intelligenza;non dobbiamo dimenticare che la nostra civiltà si è così evoluta velocemente, nell'ultimo secolo, anche grazie alla televisione che bene o male è uno strumento di "socializzazione" e divulgazione di messaggi positivi o negativi. Certo tutto dipende da noi e sta a noi saper decidere cosa vedere o mantenere il nostro lato critico davanti ai programmi che ci vengono presentati. Sicuramente l'uso moderato e consapevole ci rende più curiosi e intelligenti.
  • 9. Mariausilia Ruocco :(…) A mio parere la tv rende più intelligenti, più capaci di operare confronti, riflessioni, valutazioni, interpretazioni, di comunicare, di selezionare impegnando diverse aree della corteccia celebrale. L'evoluzione della televisione è ben rappresentata dalla scelta delle due serie tv considerate, Starski e Hutch con una trama lineare, semplice, I Soprano con una trama narrativa multipla e più complessa. La seconda impone rispetto alla prima un maggiore sforzo cognitivo per seguire gli intrecci intricati, per completare le informazioni non espresse chiaramente. La tv diviene quindi una "palestra cognitiva" che allena e rafforza le capacità del pensiero. Questa capacità di ricordare e di valutare l'ampio ventaglio di rapporti e di storie è estremamente spendibile nella realtà complessa di oggi nella quale siamo tutti portati ad intessere, sia per lavoro sia per la molteplicità di occasioni di incontro, tante e varie relazioni sociali. Concludo riportando la significativa asserzione di Johnson "Non sui contenuti dobbiamo ragionare ma sul tipo di esperienza culturale dei nuovi media".
  • 10. Tatiana Scartabelli:(…) ..dalla TV di Stato siamo passati alla liberalizzazione della Tv generalista, poi ai variegati canali che troviamo con il digitale, o meglio ancora ai numerosissimi canali della tv satellitare che ci fanno sentire ancora più “liberi di scegliere”e più parte del “villaggio globale”con l‟avvento on-demand e della interattività tra pc e tv ci sentiamo più attivi rispetto alla passività di un tempo....ma anche se ci sforziamo di cercare canali con trasmissioni che suscitano il nostro interesse o che noi reputiamo intelligenti e/o interessanti dobbiamo fare i conti con quello che involontariamente percepiamo, assorbiamo inconsciamente modelli sociali volgari,violenti,di infima qualità poiché il mezzo tv è in gran parte anche questo …..e che dobbiamo fare se il crescente consumo del mezzo televisivo a scapito del libro ha comportato un declino delle nostre facoltà cognitive e del nostro sviluppo sociale? ad esempio determinando che Fabio Volo abbia venduto le stesse copie del libro di U. Eco..che dobbiamo dire?in pratica rallegrarci solo che la gente compra ancora libri!!?.. .credo che tutto questo compresa la TV ha contribuito a creare un nuovo tipo d‟intelligenza o come qualcuno di voi l‟ha definita siamo“diversamente intelligenti”…
  • 11. Anna De Magistrisi ..Beh, è facile cadere nella provocazione sul fatto che la televisione possa rendere più o meno intelligenti, sull‟argomento ci sarebbe da disquisire per anni, secondo il mio modesto avviso non esiste una verità in assoluto, la tv è un mezzo così di facile fruibilità che ognuno, sceglie di guardare un contenuto non soltanto a seconda del solo Q.I.., bensì spesso a seconda del tempo che ha a disposizione, o dell‟attenzione che intende porre, piuttosto dell‟attività che sta o non sta svolgendo, Sicuramente il mezzo televisivo “informa” e “disinforma” così come le chiacchiere da bar, da mercato e di strada; (…) forse conoscere nei dettagli gli atti processuali esposti dai super periti a Porta a Porta etc. etc. ci rende intelligenti al punto da farci diventare giudici di corte d‟appello? … a dire il vero però, mia zia ultrasessantenne e con licenza elementare con anni di tv è riuscita a diventare più efficiente del suo medico di base, ormai dispensa consigli e cure a tutti (me compresa) al motto di “LO HANNO DETTO ALLA TELEVISIONE” … se non è intelligenza questa !!! (…) mi piacerebbe chiudere con uno slogan pubblicitario (anche gli spot fanno parte dell‟argomento) ed è esattamente una citazione che ricordo ancora con piacere di Renzo Arbore che davanti ad una fredda birra concludeva: “ MEDITATE GENTE, MEDITATE ! ”
  • 12. Vania Sartorel ..I ragazzi e anche gli adulti davanti alla TV ( come davanti a qualsiasi altro medium) si pongono volontariamente, ascoltano con attenzione sicuramente diversa lo stesso argomento che potrebbero aver affrontato a scuola perché oltre ad ascoltare possono vedere e provare emozioni e ricordare in seguito il contenuto recepito per elaborarlo e inserirlo nella propria rete cognitiva in maniera più spontanea e interessata proprio perché fonte di emozioni. Accanto alla fruizione della Tv ci deve essere poi lo sperimentare ciò che si è visto e ascoltato; la narrazione e il confronto con gli altri; il ripercorrere per punti quanto si è visto; la rielaborazione personale.
  • 13. Simonetta Boscolo Nale Rifacendomi al compito dato dal prof. Cecchinato … riporto alcune considerazioni maturate sulla televisione, tipo il bugiardino della scatola dei medicinali (vedi video prof. Cecchinato). La televisione ha portato notevoli cambiamenti in campo cognitivo nelle persone tra cui, a mio avviso, troviamo: Indicazioni sviluppa l'attenzione visiva e uditiva, favorisce le categorizzazioni, sviluppa l'attenzione recettiva, sviluppa il pensiero astratto, accentua lo sforzo cognitivo mascherandolo come passatempo sviluppa la memoria a breve termine, fa rivivere emozioni attraverso terzi. Effetti collaterali atrofizza l'intelligenza senso-motoria, indebolisce il pensiero creativo, sviluppa un atteggiamento passivo, favorisce il realismo fattuale/sociale (ciò che si vede si pensa sia vero), atrofizza la memoria a lungo termine poichè non facilita la comprensione globale del messaggio restando sul superficiale vista la velocità in cui si trasmette, "annacqua" la dimensione emotivo-affettiva facendo prendere le distanze dalle situazioni.
  • 14. Luca Pertile All'ottimo lavoro di Simonetta aggiungerei: Indicazioni positive: Aiuta l'individuo a non sentirsi "massa"; Aiuta a conoscere; Effetti collaterali: Deforma la percezione della realtà; Abbassa la soglia di attenzione; Insegna che basta chiedere per ottenere
  • 15. Anna Maria Caiazzo La tv non ci rende né più stupidi, né più intelligenti. Però condiziona pesantemente la nostra vita” dice Francesco Morace. Come potrebbe non farlo? Ormai fa parte di noi, è con noi in ogni momento della giornata, è nostra compagna di vita e non solo, in un tempo in cui la complessità ci caratterizza, diventa indispensabile per allenarci socialmente. Di contro come si vivrebbe senza TV? Ormai non se ne può più fare a meno e lo stesso effetto negativo di non distinzione della realtà dalla finzione potrebbe diventare (o forse lo è già diventato) il nuovo oppio dei popoli....
  • 16. Maria Merolla la TV non può sviluppare le nostra capacità cognitive, nè stordire i nostri sensi. Può, invece, allenare alcune capacità e abilità che rispondono alle specifiche richieste socio-culturali che essa stessa ha contribuito a far nascere. In passato la tv ha puntato sulla linearità, sulla chiarezza espositiva, sulla facile comprensione. Oggi si cerca complessità, velocità, implementazione rapida di concetti e "reset" automatico per lasciare spazio a nuove informazioni. Le nostre relazioni sociali si sono moltiplicate e noi abbiamo bisogno più di ieri di essere al passo con i tempi.
  • 17. Annunziata Cascone Penso che la TV ci rende intelligenti; essa è un potente mezzo di comunicazione di massa. I suoi messaggi sono di facile decodifica, fruibili, le immagini sono colorate, catturano la nostra attenzione. Se usata bene la TV offre una grande occasione di crescita. La televisione è una "grande finestra sul mondo". Da' la possibilita' di conoscere nuovi paesi, i costumi, le usanze, la cultura di altre civilta'. I documentari ci permettono di andare in dietro nel tempo e conoscere la storia di popolazioni antiche. La TV insegna a parlare in italiano, a migliorare il lessico, arricchire il vocabolario. Ci informa in tempo reale sui fatti che accadono in tutto il mondo, di politica, tenendoci informati e aggiornati su tutto
  • 18. Maria Antonietta Laquitana … è indubbio, come affermato da Maria e condiviso da altri, che la Tv ci ha reso diversi, senza voler o dover necessariamente connotare questo aggettivo con accezioni negative o positive, ma semplicemente accettando tale diversità, magari considerandola come ricchezza, come tutta la moderna pedagogia ci ha ormai abituati a pensare. Diversi e quindi più ricchi? Questo sillogismo non sempre sembra funzionare, non in questo campo almeno. (…) io credo che la vera “specie in pericolo”, fra i media oggi noti, non sia il libro - che se evolverà in altre forme non potrà più dirsi tale (vedi il concetto di vook) – bensì proprio la tv,almeno così come l‟abbiamo conosciuta in passato. E mi riferisco al mezzo fisico, ai suoi contenuti ed alle sue applicazioni. Essa è ormai da tempo alla ricerca di un‟identità perduta o, meglio, traslata ad altro mezzo. (…)
  • 19. Michele Rinaldi (…) che effetto cognitivo produce la TV e come trasforma la nostra mente? Le osservazioni di McLuhan, riprese ed approfondite da DeKerkhove, hanno dimostrato come l‟emisfero sinistro sia deputato alle funzioni simbolico-astratte, ( il linguaggio e la concettualizzazione), mentre quello destro costituirebbe lo spazio del pensiero iconico ed analogico. La televisione, alimentando l‟attività cerebro-destra, inibirebbe così la concettualizzazione a vantaggio dell‟associazione analogica consentendo di trovare una possibile causa non solo alla crisi di immaginazione, ma anche giustificando le osservazioni di molti insegnanti quando affermano che l‟esposizione televisiva provoca: scarsa attitudine alla verbalizzazione, incapacità di attenzione, disabitua allo studio ed alla applicazione costante.
  • 20. Silvia Fusari (…) i mezzi di comunicazione di massa ed in particolare la televisione, presente in ogni casa, hanno certamente contribuito allo sviluppo di abilità di decodifica e comprensione superiori a quelle richieste da un mondo privo di televisione, anche se probabilmente le condizioni sociali di contorno hanno anch'esse contribuito. Come per la lettura di un racconto, mentre si fruisce della TV insieme si apprendono linguaggi, aspetti culturali, aspetti formali e di decodifica del testo visivo e narrativo (sempre più complessi, come han dimostrato le trame a confronto dei Soprano rispetto alle serie televisive anni '70), ci si "inserisce nel mondo" o nel gruppo sociale di appartenenza...non rimane che scegliere il modo di fruirne -se si è adulti- e guidarne l'uso -se si è responsabili di bambini-.
  • 21. Alessandro Cappelletto La TV chiaramente sviluppa : - l‟intelligenza linguistica, dimostrazione ne è il fatto che con la TV l‟Italia ha sviluppato una lingua comune. - l‟intelligenza naturalistica in quanto ci propone ambiti sempre diversi, luoghi e oggetti che sono in alcuni casi lontani dalla nostra cultura. - l‟intelligenza musicale con i programmi musicali proposti. - l‟intelligenza interpersonale e intrapersonale attraverso la visione di programmi di intrattenimento e di attualità. - l‟Intelligenza esistenziale, che riguarda la capacità di riflettere sulle questioni fondamentali concernenti l'esistenza e più in generale nell'attitudine al ragionamento astratto per categorie concettuali universali. I versanti verso i quali la TV ci penalizza sono quelli riguardanti - le intelligenze spaziale, cinestetica, in quanto la TV ci da una forma piatta delle immagini, (…) la TV è più parlata che agita da parte del telespettatore che si avvia verso una forma cronica di sedentarietà, la TV da lo stereotipo del telecomando, la poltrona, e “la birra”. Inoltre la TV non aiuta in quanto non ci fa agire a sviluppare la dimensione logico-matematica, questo penso lo si possa vedere anche dalla difficoltà che molti nostri giovani incontrano nello studio della matematica a scuola, ma anche dal fatto che arrivati alla scelta dei percorsi universitari si trovino moltissimi di questi che seguono lauree classiche e pochi che si avviino a percorsi di tipo tecnico.
  • 22. Alessandra Susana (…) la televisione e il suo linguaggio si sono talmente connaturati nel nostro vissuto che ne ha cambiato e sta ancora cambiando l‟impostazione. Attivando molte funzioni cognitive che coinvolgono diversi sensi, fa sì che le informazioni si fissino maggiormente nel nostro cervello. Un suono, una musica, un‟immagine, quando correlati in modo accattivante, si fissano nella nostra memoria molto di più che non sotto forma di parola scritta, per esempio. Quindi, da un certo punto di vista, la televisione ci rende se non più intelligenti, intelligenti in modo diverso, facendo perno sulle tante intelligenze che compongono la nostra intelligenza. Questo perché ci allena ad esercitare il pensiero multiplo. Tuttavia, la televisione, per la sua stessa natura, non ci consente di interagire con il medium stesso. Le informazioni ci vengono “calate” dall‟alto, senza possibilità di controbattere. L‟unica possibilità che abbiamo come utenti è di spegnerla, ma in questo modo ci precludiamo la possibilità di interagire con gli altri utenti sul prodotto, sui programmi sugli argomenti che vengono proposti. Nella nostra società odierna è, infatti, un medium che aggrega e che consente di sentirci parte di una comunità. Sta, comunque, a noi la scelta di farne parte oppure no.
  • 23. Lucia Maffione con l‟avvento televisivo si è verificato un ritorno all‟oralità o meglio ad una “oralità secondaria” come mediatrice di conoscenza insieme ad una semplificazione della comunicazione grazie all‟immediatezza delle immagini e al rassicurante commento della “voce narrante”. si può ricordare quanto dice McLuhan al proposito: "la Tv è soprattutto un‟estensione del tatto, che implica un massimo di azioni reciproche tra tutti i sensi. (...) La forma a mosaico dell‟immagine televisiva esige partecipazione e coinvolgimento in profondità dell‟intero essere, come il senso del tatto. (...) L‟osservazione banale e rituale dell‟alfabeta convenzionale, che cioè la Tv sia un‟esperienza per spettatori passivi, è completamente infondata. La TV è un medium che richiede una reazione creativamente partecipazionale“ …
  • 24. Simona Dora Pasqualucci Se la TV ci rende più intelligenti? Il mio primo pensiero, davanti a questo interrogativo, è andato alla concezione di intelligenza perché, come ci ha indicato Gardner, non si può parlarne come di una sorta di unico contenitore, al contrario, le forme di intelligenza sono molteplici e in questo senso penso che un medium quale la TV costituisca una fonte inesauribile di stimoli per le nostre diverse intelligenze. Oggi, con l‟evoluzione che sta avendo la TV (...) si può dire che anche la TV, similmente a quanto è successo per il computer, è passata dalla fase industriale (in cui l‟utente era solo fruitore all‟interno di una programmazione generalista, più ridotta) a quella post-industriale in cui l‟utente è “prosumer”: costruisce la sua programmazione e talvolta è dentro alla programmazione stessa (si pensi ad es. ai reality). La TV di oggi, come qualsiasi strumento della conoscenza, è un mezzo (e un prodotto) mai finito, che si implementa continuamente in un processo di reciproca costruzione fra mezzo e fruitore, in cui lo spettatore non è passivo, a mio giudizio, come spesso si sostiene, o meglio, è passivo chi lo è esattamente come lo è stato o lo sarebbe con qualsiasi altro medium: viceversa, ritengo che le potenzialità della TV siano tali, il mondo a cui ci apre sia tanto ampio (pensiamo anche a tutte le TV straniere che è possibile vedere) che le nostre capacità riflessive e critiche abbiano “pane per i loro denti”, se lo desideriamo.
  • 25. Franco Cesari (…) ritengo indubbio che la TV abbia concorso, negli anni, ad aumentare le nostre facoltà cognitive: da un lato, ha contribuito a diffondere lingue nazionali a scapito di dialetti locali, permettendo una diffusa alfabetizzazione, almeno orale, e favorendo così scambi relazionali a livello più esteso di quanto altrimenti consentito dalla conoscenza e dall'uso del mero dialetto; dall'altro, la capacità del medium televisivo del simulare una presenza dello spettatore nei luoghi e nei contesti rappresentati, ha generato conoscenze e stimolato curiosità nei confronti di realtà fino ad allora ignote. Ma questa nuova cognizione ha impattato ed impatta tutt'ora in maniera evidente con quanto sostenuto da McLuhan: la "finestra sul mondo" non è neutrale, ma anzi diventa essa stessa messaggio, plasmando sia ciò che viene fatto vedere ma anche il "come" viene fatto vedere, in questo rischiando in maniera il più delle volte voluta, raramente del tutto incidentale e fortuita, l'alterazione delle "reazioni sensoriali e delle forme di percezione" in grado di generare i danni spesso rilevanti, paventati dal professore-star americano.
  • 26. Massimiliano Buson la tv viene considerata un medium "freddo" che pone nello spettatore nel percepire in maniera sinestetica e non selettiva, attivando la partecipazione all‟azione e utilizzando parti diverse del cervello.... quindi da un lato abbiamo il fatto che il medium ci rende più intelligenti, dall'altro attiviamo nuove reti neurali e ne perdiamo altre.....in riferimento all'ultima parte del suo intervento l'aumento dell'intelligenza ha portato sicuramente alla possibilità di seguire trame multiple all'interno dello stesso programma e come dice lei ad un aumento delle capacità di relazione interpersonali, ma anche a perdere un a parte di quella coscienza critica che dovrebbe essere intrinseca in ogni uomo e che attraverso il medium tv viene compromessa in quanto molte volte diamo per scontato o "vero" quello che ci viene proposto senza effettivamente chiederci se è vero, anche perchè il tempo stesso nel programma non favorisce questo troppo veloce per attivare la riflessione restiamo concentrati sulle immagini sul testo sui movimenti dei personaggi, e non riflettiamo su quello che vediamo, alla fine del programma quindi ci resta impresso "solo" quello che abbiamo visto …. quindi alla sua domanda la tv ci rende più intelligenti? la mia risposta è si, ma qualcosa altro viene perso nella nostra mente.....
  • 27. Silvia Ballarini Secondo quanto studiato dal libro, provo a rispondere alla sua provocazione Prof. Cosa intendeva McLuhan con "il medium è il messaggio?" A mio parere indipendentemente dal contenuto di una trasmissione televisiva, è la televisione stessa che produce degli effetti. Noi siamo in una società che è abbastanza plasmata dalla televisione: non tanto dai programmi della televisione, ma dalla televisione come medium. Il vero messaggio che può trasmettere la radio,il giornale e in questo caso la televisione è costituito dalla natura del medium stesso. E' la struttura comunicativa di ogni medium che lo rende non neutrale, perché essa suscita negli utenti-spettatori determinati comportamenti e modi di pensare. La televisione è un mezzo che "inchioda" chi la guarda in una sorta di immobilità fisica (stare per del tempo seduti a guardarla) e mentale (poiché favorisce lo sviluppo di una mente non interattiva ma passiva, al contrario di internet ). Credo che la televisione abbia avuto anche un ruolo di rassicurazione, di conforto...A chi non sono capitati momenti bui dove ciò che rimaneva era accendere quel piccolo contenitore tecnologico e la mente riusciva a "staccare un po‟ la spina"?
  • 28. Giulia Boari io credo che i media siano di per sé "innocui". Certo sono nati e nasceranno in determinati contesti politici e sociali non neutrali, che hanno preferito lo studio e lo sviluppo di questi rispetto ad altri, ma è l'uso cosciente che noi ne facciamo che deve fare la differenza. Dubito fortemente che , nel mondo adulto, ci si ritrovi inchiodati alla tv in uno stato così demenziale ed alienante (soprattutto con la poca saggezza che si può rintracciare attualmente in televisione...). Per quanto riguarda invece i bambini e gli adolescenti, beh, credo che in quei casi sia importante un'educazione al mezzo tecnologico e al suo uso sano e costruttivo. E' seguendo questa via, credo, che la tv, potrà renderci più intelligenti: saperla spegnere quando necessario e accenderla con cautela e per scelta.
  • 29. Antonella Lo Presti Nel corso degli ultimi 50 anni sicuramente la TV ha contribuito all'unificazione linguistica (Franco Cesari) a creare il senso di appartenenza al gruppo (Michele Talo) con una consistente crescita (acritica?) delle relazioni interpersonali (Max Buson) e delle capacità comunicative basate su confronti, riflessioni, valutazioni e interpretazioni (Mariausilia Ruocco), ma oltre a tutto ciò, oltre i modelli culturali veicolati, la televisione ha creato una nuova dimensione simbolica in cui il predominio culturale della scrittura è stato messo in discussione da una oralità secondaria (Ong), in cui la narrazione/comunicazione è fatta di suoni ed immagini. La presenza della televisione è così rilevante da essere un vero spartiacque, nell'immaginario collettivo, tra ciò che esiste e ciò che non esiste perché essa, più degli altri media, per facilità d'uso, realismo e immediatezza è un medium trasparente che occulta la mediazione. Inoltre non bisogna dimenticare che la TV ha un effetto rassicurante e dà consistenza al bisogno degli individui di socializzare e di appartenere. Un po', forse, quello che il buon McLuhan intendeva dire quando diceva che il medium è (anche) il massaggio.
  • 30. Maria Gentile Io personalmente penso che essa non ci renda più intelligenti o al contrario più stupidi, dico semplicemente che la televisione influenza in un modo o nell‟altro la vita di tutti noi. Essa agisce come potente strumento di persuasione, in maniera indiretta e diversa da persona a persona: ogni telespettatore assimila un messaggio televisivo, mescolandolo alla propria cultura e al proprio carattere. C‟è chi la guarda per farsi un‟opinione, discorso che vale anche per le elezioni politiche, dove poco interessa la “par condicio” perché i 10 min. di un politico che sa usare questo mezzo, valgono come due ore del leader che non sa servirsene; c‟è chi ne fa un uso strumentale, (si segue un programma per stare insieme, per fare coesione, si commenta, si discute, si parla in somma); non è da trascurare che la televisione è di fatto un mezzo educativo importante, soprattutto nel caso di bambini molto esposti ad essa e con poche alternative disponibili. La Televisione in sé non può essere né buona né “cattiva” ( Karl Popper), trattandosi di un insieme di circuiti elettronici. Bisogna accostarsi alle nuove tecnologie in modo critico, perchè possano contribuire a un'educazione formativa, la soluzione si trova in come guardiamo la televisione.
  • 31. Annalisa Pagliuca La televisione invece aveva un forte potere di attrazione per la novità di immagini, luci, suoni, forme narrative fino ad allora pressochè sconosciute e che hanno agito immediatamente e profondamente nelle attività cerebrali delle persone in assenza di una qualsiasi barriera o giudizio, quindi acriticamente. L'"ipse dixit" di cui si parlava in un altro forum. Questo a mio avviso ha fatto e fa ancora la differenza tra un apprendimento faticoso(quello scolastico) e un apprendimento piacevole(la tv)anche se forse meno costruttivo sotto alcuni punti di vista. Aggiungo però che anche se evidentemente la televisione per la sua capacità di veicolare messaggi che entrano in comunicazione con i processi mentali più profondi giungendo ad essi in modo diretto e superando il filtro del piano cognitivo, come sostengono Parola e Trinchero, può favorire lo sviluppo dell'intelligenza, di contro non perdiamo forse la fantasia e l' immaginazione stimolate dalla lettura di un libro?
  • 32. Stefano Cappuccio Sento il bisogno di "saperne di più" perché alcune considerazioni mi trovano in crisi e accettare conclusioni di tipo causa-effetto sprovvisto come mi sento di dati certi, mi lascia con un'espressione poco convinta. Non mi è chiaro ad esempio come l'enorme diffusione della TV , in confronto a quella dell'istruzione, possa dimostrare la maggiore influenza della prima nella determinazione di un livello più elevato di Intelligenza nelle persone. Altra domanda che mi pongo è se ciò che arriva dalla TV possa/debba essere considerato tout court un messaggio che entra in comunicazione con i processi mentali più profondi, con modalità preferenziali da consentirgli con essi accesso diretto, ignorando " il filtro del piano cognitivo" e soprattutto come possa favorire lo sviluppo dell'intelligenza. ( ammesso sia una sola, Gardner docet ) . Devo approfondire e grazie per gli stimoli. Un'ultima riflessione: chi ha rilevato la crescita del livello di Q.I., che dati aveva per fare un confronto credibile? Ricordo a riguardo alcune lezioni del prof. Pedrabissi, Statistica Psicometrica a Psicologia, e le sue considerazioni sui metodi con cui venivano effettuate certe rilevazioni. .
  • 33. Maria Grazia Ottaviani Solo facendo una riflessione più ampia sugli effetti sinergici di più fattori (scolarizzazione di massa, consumismo, Internet e uso del computer...) forse si riesce a dare la giusta valutazione al ruolo che la televisione ha e ha avuto … Aggiungerei tuttavia che, la televisione è stata in grado e lo è tuttora, di raggiungere persone di ogni età, estrazione sociale, cultura e scolarizzazione, consentendo un accesso praticamente "sincrono" con il mondo che sta fuori dalle mura delle nostre case e in questo probabilmente la televisione fa la differenza rispetto anche alla scelta di un buon libro.... Essa entra passivamente nella nostra quotidianità e per sceglierla basta poco sforzo, la scelta di leggere un libro, invece, ne richiede qualcuno in più...
  • 34. Anna Angelotto Secondo me la TV può rappresentare un occasione di crescita in relazione all‟uso che se ne fa, infatti come afferma Popper “il mezzo televisivo in se non è ne buono ne cattivo”. La televisione rappresenta una “finestra sul mondo” e ci dona la possibilità di abbattere le barriere spaziali, facendoci “guardare” ogni angolo dell‟universo, e in alcuni casi temporali, attraverso i documentari storici o preistorici. Infatti grazie al mezzo televisivo, mio figlio di 7 anni in classe durante una ricerca di geografia ha detto che da grande andrà in Australia per visitare la barriera corallina, inoltre da grande vuole fare il paleontologo, in quanto essendo appassionato di dinosauri, vuole approfondire gli studi e le ricerche. Secondo me la televisione può aiutare a contribuire, insieme agli altri medium, alla costruzione della “conoscenza”e a fare in modo che non sia più relagata a luoghi e a persone ma divenga sempre più patrimonio di tutti.
  • 35. Sandra Costa Credo che lo sviluppo della capacità di vedere sia il valore aggiunto a ciò che inconsapevolmente veniamo portati a fare dai programmi televisivi; la conoscenza di come noi „funzioniamo‟ rispetto a un determinato linguaggio e come questo linguaggio funziona rispetto al mezzo che lo veicola (regole, relazioni, codici simbolici), sono strade che andrebbero percorse attraverso la formazione. Se infatti “ la TV ci impegna ad un lavoro di decodifica del linguaggio televisivo che nel corso degli anni, adeguandosi alle mutate realtà sociali, diviene progressivamente più complesso”, e se “Gli artifici linguistici sono molteplici, ma il più significativo consiste nella rappresentazioni di trame narrative multiple e più complesse”, allora l‟urgenza non è tanto creare allarmismi verso lo strumento, quanto farci carico del cambiamento dei modi di apprendere che la televisione ha portato; rispondere alla necessità di uno sguardo competente rispetto alle specificità dello stesso strumento, sguardo che, solo se educato, svilupperà processi attivi e interattivi di comprensione e decodifica, dilatando gli orizzonti del nostro vedere, contrastando la passività. Se poi si promuove anche una produzione televisiva educativamente orientata, allora c‟è un ulteriore valore aggiunto.
  • 36. Vincenzo Filetti NESSUN MEZZO E' PERICOLOSO SE GLI UTENTI NE CONOSCONO IL PERICOLO" Condivido se parliamo di adulti. Condivido tutti i commenti dei colleghi sulle possibilità di espansione-amplificazione cognitiva Condivido poco se parliamo di bambini incapaci di differenziare il reale dall' irreale-virtuale . Sappiamo bene cosa hanno prodotto i cartoni giapponesi sulle menti di bambini che hanno subito un'alterazione percettiva del mondo reale a causa del "lancio dei componenti" (Jeeg robot d'acciao) per cui pur NON essendo un misoneista, (nè moralista e bacchettone) starei attento a decantare le virtù della televisione.
  • 37. Maria Carmelina Mattana Molti studiosi e intellettuali si sono interrogati sui rischi sociali e individuali derivati dalla tv, un problema aperto, anzi sempre più pregnante vista la diffusione capillare e il continuo emergere di tecnologie sofisticate. A mio avviso, la tv ci rende intelligenti se impariamo ad utilizzarla in modo attivo e consapevole senza più abbandonarci passivamente ad essa (Popper) e scegliendo accuratamente i programmi e le “dosi” con cui assimilarli. Solo se il fruitore, sarà dotato di capacità critica potrà decodificare il coacervo di contenuti da essa proposti e utilizzarli nel modo migliore per risolvere un problema. Trovo interessanti le rilevazioni di Johnson, quando ci parla di trasmissioni che , si pongono come”palestra cognitiva che allena la nostra intelligenza sociale". Concordo con l‟ affermazione della collega Maria M. quando sostiene che la tv ci ha resi semplicemente diversi, specchio di una complessità generale dovuta a trasformazioni storiche, politiche, sociali.
  • 38. Sandro Pavanato (….) L‟attività della mente è in costante interazione con il mondo dell‟informazione e della comunicazione; le tecnologie della comunicazione permeano il nostro ambiente, la nostra esperienza. Ogni medium, entrando in rapporto con l‟uomo, trasforma e amplia le vie dell‟esperienza, della conoscenza. In modo diverso, anche la televisione modifica i modelli cognitivi, non attraverso i contenuti o i valori che intende veicolare, ma in quanto messaggio, in base alle sue peculiarità di media con cui trasforma e accresce le nostre modalità di pensiero (M. McLuhan). Quindi possiamo condividere il paradosso di Steven Johnson, secondo cui anche la televisione ci rende più intelligenti. E ancora, non più intelligenti rispetto ai nostri antenati, ma forniti di un‟intelligenza diversa (J. R. Flynn).
  • 39. Maddalena Pinato ... sicuramente la televisione sollecita i nostri sensi influendo sul nostro modo di percepire, identificare e interpretare ciò che vediamo rendendoci forse più “intelligenti”, come dice M. Luisa, o forse più “abili” nel valutare, nel rielaborare e anche contestualizzare ciò che entra nel nostro campo visivo. Una provocazione di cui chiedo venia …. Quali sensazioni produce oggi la visione del film di Charlie Chaplin “Tempi Moderni”? Questo omino piccolo piccolo che al termine della giornata trascorsa davanti alla catena di montaggio finito il turno di lavoro continua ad avvitare “bulloni” scambiando addirittura il bottone della giacca della ragazza per uno di questi… Forse ci vien da sorridere ma in fondo il timore rispetto a quello che facciamo mentre guardiamo la televisione è un po‟ questo: essere presi dal vortice delle immagini, dei suoni, delle voci che inevitabilmente ci fanno rimanere “incollati” a quel fantastico “quadrato magico”che è la televisione …. Più intelligenti o più stupidi? Nulla di tutto ciò forse …. Forse siamo diversi, come diverso è il nostro modo di rapportarci al mondo e la televisione ha sicuramente contribuito a “formarci” ( o a deformarci a seconda della chiave di lettura di ciascuno) e a farci essere ciò che ora siamo.
  • 40. Manuela Oliveri Stabilito che non si tratti di un aumento o di una diminuzione dell‟intelligenza (chiaramente a mio parere) ma che si tratti di un cambiamento di questa, credo anche che questo processo sia fortemente correlato con il cambiamento del medium e che le due cose si influenzino reciprocamente. (…) Personalmente non ritengo che la televisione sia una finestra sul mondo in quanto, come tutti i medium, ci da una visione parziale e specifica della realtà, ma sta al soggetto e al suo ventaglio di conoscenze comporre, con quei tasselli e con la propria storia, il puzzle della propria (…) Sono perfettamente d‟accordo con Sandra Costa quando dice che l’urgenza non è tanto creare allarmismi verso lo strumento, quanto farci carico del cambiamento dei modi di apprendere che la televisione ha portato; rispondere alla necessità di uno sguardo competente rispetto alle specificità dello stesso strumento, sguardo che, solo se educato, svilupperà processi attivi e interattivi di comprensione e decodifica, dilatando gli orizzonti del nostro vedere, contrastando la passività, (…) Non sono infatti d‟accordo con Max Buson quando dice che la televisione compromette una parte di quella coscienza critica che dovrebbe essere intrinseca in ogni uomo. in quanto credo che questa non sia una responsabilità del medium quanto appunto dell‟educazione. Il medium modifica il mio modo di pensare non la mia capacità di farlo.
  • 41. Giuseppina Elefante Nel corso del tempo la T.V. ha modificato lo spazio intorno a noi, ha ampliato le nostre percezioni, ci ha portato fuori delle nostre case e ci ha mostrato mondi nuovi: reali e irreali. Ha inoltre condizionato il nostro modo di fruire il tempo; alcuni di noi hanno cominciato a scandire i momenti della giornata in relazione degli appuntamenti televisivi. Insomma nel bene e nel male ha contribuito a costruire e allargare le nostre conoscenze. Dobbiamo tuttavia rilevare com‟ è oggi cambiato il nostro modo di fruire di questo medium. Nei primi anni in cui la T.V. è entrata nella nostra storia, noi spettatori ci accontentavamo semplicemente di assistere ai programmi, oggi invece siamo diventati più esigenti, siamo noi a scegliere il momento in cui guardarla e come guardarla, insomma abbiamo imparato ad utilizzarla in modo interattivo ( grazie anche agli enormi progressi della T.V. digitale ). Potrei affermare che il mezzo televisivo ci rende diversamente intelligenti nel senso che ci stimola sempre più a riflessioni metacognitive. Termino il mio pensiero affermando che la T.V. può renderci sì intelligenti, ma solo sei siamo capaci di utilizzarla in modo critico e consapevole.
  • 42. Vania Maria Sperman Sicuramente la televisione non ci permette di essere interattivi quanto altri media, ma è comunque un prolungamento dei nostri sensi, al punto tale da farci sentire in qualità di spettatori/fruitori partecipi ad avvenimenti in tempo reale. La costruzione di narrazioni a complessità sempre maggiore, con trame a relazioni che richiedono attenzione, decodifica e interpretazione, rielaborazione dei rapporti e delle connessioni da parte di chi le guarda, stimola l‟attivazione dei costrutti mentali del singolo obbligandolo a co-costruire dentro di sè quanto affrontato attraverso lo schermo. Ma, assodato questo, ho una domanda che vorrei rilanciare, ed è questa: visto che molte volte la televisione è un po‟ Pinocchio (mi riferisco alla veridicità dei contenuti trasmessi), mi viene da chiedermi “E‟ un bene o un male che la tv sia bugiarda? Non sarà forse che il doversi continuamente interrogare su come accogliere e condividere i contenuti trasmessi, sia una delle leve più importanti per sviluppare la nostra intelligenza insieme alla nostra coscienza?”
  • 43. Enrica Pagano Cari Luca, VAnia, MAnuela, Barbara, Maddalena; trovo che le vostre riflessioni si stiano muovendo verso una zona che è quella della consapevolezza dell'uso del medium TV. Non credo che il cuore del problema possa essere legato a fasce di età (si rischiano le generalizzazioni) in quanto conosco miei allievi (adolescenti) che ormai hanno smesso di guardare la tv e preferiscono il computer perché con esso possono scegliere, ricercare, interagire, altri che la guardano in modo molto selettivo; altri invece che bevono passivamente ogni goccia distillata dalla TV senza alcun senso critico. Così come conosco anziani che guardano qualsiasi prodotto in tv, specialmente se è facile da digerire proprio per un loro bisogno di compagnia, altri che scelgono in modo molto mirato e selettivo cosa guardare, come i miei anziani genitori (160 anni in due ). Lo sviluppo del senso critico di cui parlava Vania spesso, ma non sempre, accompagna le competenze dei digital native (i nostri ragazzi) quanto i cosiddetti "migrants", che si accostano ai media con uno spirito sempre più disincantato, sviluppando (ed è qui che credo che l'educazione e la formazione debbano pesantemente e responsabilmente spendere il proprio ruolo) quello che Marc Prensky definisce come "digital wisdom", saggezza digitale, che va a sostituire il diritto di acquisizione del marchio di native solo in base alla data di nascita. Questa saggezza è data dall'uso sapiente, responsabile e critico degli strumenti di cui quasi tutti oggi disponiamo, consapevoli delle trasformazioni profonde che l'uso degli stessi hanno prodotto nelle nostre capacità di attenzione, di comprensione, di elaborazione delle nuove conoscenze.
  • 44. Maria Teresa Cafiero A mio parere,la televisione è ben altra cosa rispetto ad altri tipologie di media (come internet), in quanto proprio a causa del basso livello interattivo che si ha con la TV,l‟unico uso competente che se ne potrebbe fare sarebbe quello relativo alla qualità della programmazione, ma… l‟interazione, il confronto, lo scambio? La TV è condizionante a prescindere, perché è pensata, è organizzata già per sua natura di medium a sortire un certo tipo di effetto, che ogni persona poi recepisce, rifiuta o approva, secondo proprie esperienze o gusti. Parlare invece di quei media dove l‟interazione è necessaria è,sempre a mio modesto parere, altra cosa, in quanto in questo caso il coinvolgimento non solo emotivo, ma “fisico” può condizionare vere e proprie funzioni, come la capacità di socializzazione, di astrazione, quella di concentrazione, ma anche di modalità relazionale o comunicativa. In questo caso educare ad una “saggezza mediale” potrebbe essere vantaggioso e produttivo, soprattutto a partire dalla scuola...ma questo è un altro discorso da approfondire!
  • 45. Ciro Sannino provo ad offrire il mio contributo con spunti diversi. Nel libro “Il ritorno del medium” di Vanni Codelupi, ho letto che l‟uomo utilizza lo schermo per riflettersi e attraverso di esso vede non solo la sua immagine, ma anche la sua estensione, un riflesso della sua personalità e un‟altra realtà. Questa esperienza è, per lui, simile alla morte. Un evento così sconvolgente da creargli uno choc tale da desiderare di difendersi con il torpore. Dovrei allora pensare che la tv non rende più intelligenti, ma addormenta le nostre capacità intellettive? Io ritengo invece che il medium televisivo consenta di moltiplicare le possibilità di indagare, pur richiedendo l‟esercizio costante di un pensiero critico ben sviluppato. Penso dunque, che la TV ci renda intelligenti, ma deve essere usata bene. Ho notato che i miei figli riescono ad individuare il programma più interessante per loro molto facilmente e uno dei programmi che preferiscono è “Little einstein”; mi diverto ad osservarli interagire e partecipare attivamente al cartone: li vedo alzare le mani e gridare “partenza”: Si crea cosi un momento piacevole anche per i genitori. E‟ importante però che la TV non diventi un “parcheggio” ma che offra una grande occasione di crescita.
  • 46. Rosa Ascione La domanda che il professore pone è un po‟ quella che prima o poi tutti si sono posti almeno una volta nella vita. Anch‟io spesso, in passato, quando i miei figli guardavano la TV, mi sono interrogata sugli eventuali effetti di quest‟ultima: i bambini di fronte al piccolo schermo si tranquillizzano, sono rapiti dalle immagini … Forse per questo si sente spesso parlare di TV baby sitter… In realtà, ad una più attenta analisi, ci accorgiamo che numerosi programmi sviluppano il livello di comunicazione, dando l‟opportunità di conoscere anche altri codici espressivi, il livello di coinvolgimento emotivo e di allargare i propri ambiti di interesse. Inoltre nella percezione dei bambini la TV, ben dosata, contribuisce ad abbattere le distanze, accorciare i tempi di fruizione di determinate informazioni. Tutto ciò genera un arricchimento del bagaglio culturale del bambino e contribuisce alla formazione di quest‟ultimo.
  • 47. Anna Andolfo Buona sera, ho letto con vivo interesse gli interventi dei colleghi, che mi sembrano ricchissimi di spunti per nuovi approfondimenti. Vorrei comunque riportare delle righe, scritte da Bachmair in “Cosa fa la televisione,” perché ritengo che esprima poeticamente uno degli aspetti positivi del medium in oggetto: “La televisione è in realtà un mezzo ideale che consente al bambino di tornare immediatamente dal mondo della fantasia alla vita concreta, con la stessa rapidità di volare nel mondo della fantasia, quando la realtà non si può più affrontare. Tutto quello di cui c’è bisogno, per fantasticare, è un bottone per accendere e spegnere.”
  • 48. Filomena Barone Salve a tutti, In merito all‟input offerto dal professore, penso che la questione sulla bontà del medium televisivo sia nata con il mezzo stesso. Da sempre si sentono pareri autorevoli che lo demonizzano o, al contrario che lo innalzano alle glorie degli altari, ma anche posizioni intermedie che affiancano i suoi effetti al sostrato socio – culturale e al livello di sviluppo cognitivo – emotivo del telespettatore. Anche per quanto riguarda gli effetti della TV sull‟intelligenza i pareri sono discordi: c‟è chi predica gli effetti negativi della tv (uno per tutti Popper, che definisce la TV una “cattiva maestra”) e chi invece sostiene che aumenti il QI, come dei ricercatori dell‟università del Texas o, ancora chi afferma che, perché abbiano un effetto decisamente positivo, occorre che i programmi siano adeguati al target cui sono dedicati, soprattutto quando si tratta di programma per ragazzi. In ogni caso, da insegnante, ritengo che i nuovi media, a partire dalla TV, offrano numerosi e interessanti spunti pedagogici, da non scartare pregiudizialmente.