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L’IMPORTANZA DELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA
Nell’equilibrio naturale il concetto di rifiuto non esiste perché tutto si basa sull’esistenza fondamentale di cicli chiusi, sia biologici che chimici, che, attraverso una serie di processi spontanei, riescono a ricostruire le condizioni di partenza.
In concreto si va a ricomporre la materia e l’energia di tutto il sistema senza dispersioni e senza sostanza residue. La chiusura del ciclo è assicurata da organismi viventi che si possono divedere in tre grandi categorie:
1. i produttori di sostanza organica (le piante); 2. i consumatori di sostanza organica (gli animali); I decompositori (microbi).
Questi ultimi si nutrono essenzialmente di organismi morti e li mineralizzano trasformandoli in materie prime utili per costruire nuova materia vivente
Se, infatti, le piante e gli animali morti non subissero alcuna trasformazione, il nostro pianeta sarebbe soltanto una grandissima discarica
Con la comparsa dell’uomo e con l’avvento della società industriale, nella vita di tutti i giorni delle attività umane, ci ritroviamo sommersi da milioni di tonnellate di rifiuti. Ogni anno un cittadino italiano ne produce, in termini di ingombro, all’incirca una quantità pari a 160 vasche da bagno.
Le nostre città sono così sommerso di rifiuti che la raccolta e lo smaltimento di essi sono diventati un problema tra i più grossi che la società moderna deve affrontare e risolvere.
Vi sono anche dei rifiuti invisibili costituiti da microinquinanti che avvelenano le falde acquifere degli acquedotti comunali, i terreni coltivati, l’aria che respiriamo. Poi esistono le scorie radioattive che nessuna discarica al mondo, in questo momento, è in grado di accogliere.
Le scorie radioattive sono in contrasto con qualsiasi forma di vita perché diventano inattivi dopo parecchie centinaia di anni. E’ un vero problema, tanto è vero che esiste un vero e proprio  traffico illegale che consente di occultarle in posti impensabili con enormi guadagni per la criminalità organizzata.
In questi anni la composizione dei rifiuti è cambiata perché è cambiata la qualità della vita relativamente all’innalzamento degli standard quantitativi anche per l’introduzione di nuove tecnologie.
Vent’anni fa la frazione organica (residui di cibi freschi) rappresentava il 44% del totale dei rifiuti solidi urbani, mentre la carta il 13%, la plastica il 5,7%. Oggi si registra un calo vertiginoso della frazione organica che è scesa al 28% e un aumento della carta al 28% e la plastica al 16%.
Ai rifiuti solidi urbani si aggiungono i rifiuti speciali derivati da attività produttive particolari, quelli provenienti dagli uffici, quelli tossici e nocivi derivanti da attività industriali.
Per avere l’idea dei rifiuti che produciamo in Italia è come se realizzassimo un grattacielo di 42 piani a base quadrata con il lato di un chilometro.  Il problema più grave da risolvere nella gestione dei rifiuti è trovare loro un’adeguata sistemazione.
PERCHE’ SI PRODUCONO RIFIUTI?
La risposta, nella nostra società consumistica, è legata al fatto che cerchiamo e ci procuriamo le cose perché ci servono, le teniamo e le conserviamo fino a che mantengono la loro utilità, quando non servono più le buttiamo.
Quando decidiamo di eliminare un prodotto, in quel preciso momento diventa un rifiuto, un avanzo che non ha nessun valore, mentre prima di sbarazzarcene era una merce che aveva una sua utilità e un suo valore.
Quindi il rifiuto ha  la sua origine nel consumo che diventa esclusivamente un imponente processo di produzione di rifiuti.
Il punto cruciale da risolvere è la gestione di tutta questa enormità di rifiuti che produciamo giornalmente. In realtà smaltire rifiuti non significa automaticamente eliminarli, concretamente non si fa altro che nasconderli alla vista cittadini.
Smaltire i rifiuti vuol dire sottoporli ad una serie di trattamenti che permettono loro di confondersi con l’ambiente circostante, infatti nel sistema tradizionale di smaltimento, vengono conferiti in discarica, interrati.
In altri casi giungono ai corsi d’acqua che li trasportano fino al mare, oppure vengono bruciati disperdendosi sotto forma di fumi, più o meno pericolosi, nell’aria, o ancora abbandonati in vere e proprie discariche a cielo aperto contribuendo al continuo degrado del territorio.
Nello smaltimento dei rifiuti si distinguono delle fasi, il conferimento che è la fase iniziale in cui il produttore o possessore consegna ad altri il rifiuto. I RSU vengono conferiti al servizio pubblico fornito dal comune o da una azienda municipalizzata. I rifiuti speciali e pericolosi devono essere conferiti ad aziende specializzate.
L’ANALISI DEI RIFIUTI
L’analisi della composizione dei rifiuti è nata per migliorare la gestione operativa del loro smaltimento. Ci consente di risalire alla composizione sociale del reddito della cultura di un territorio nel tempo. E’ una disciplina nuova che nasce negli USA nel 1973 con il nome di “Garbage Project”.
Nella spazzatura delle nostre città troviamo in prevalenza avanzi alimentari, ogni anno finisce tra i rifiuti: Il 10% del pane prodotto (120-160 g. per abitante al giorno; 70-80 g di pasta alimentare arrivando ad un quantitativo di 400.000 tonn. L’anno
Il 15% della carne acquistata, vale a dire circa 50 Kg per abitante l’anno, cioè 400.000 tonn. In un anno.  oltre a questi componenti, nella spazzatura finiscono altri materiali come la plastica, l’alluminio, il vetro, carta, ecc.
I dati relativi a quello che depositiamo nei cassonetti delle nostre città non lasciano alcun dubbio: l’elemento più evidente è che gettiamo via energia.  Per esempio la carta costituisce il 28% in peso dei rifiuti, per cui quella consumata in un anno corrisponde a 40 milioni di alberi.
Per produrre una tonnellata di carta occorrono:  da materia prima 15 alberi 440.000 litri d’acqua 7.600 Kwh di energia elettrica
Da carta riciclata Nessun albero 1.800 litri d’acqua 2.700 Kwh di energia elettrica
Le lattine che vengono consumate ogni anno in Italia sono circa un miliardo e mezzo. Per produrre una tonnellata di alluminio occorrono  da materia prima Bauxite 17.000 Kwh di energia elettrica
Da lattine riciclate Nessun minerale 850 Kwh di energia elettrica  per produrre una tonnellata di plastica occorrono Per produrre una tonnellata di plastica Da materia prima 1.500 Kg di sostanze organiche 14.000 Kwh di energia elettrica
Da plastica riciclata Nessuna sostanza organica 900 Kwh di energia elettrica.
COSTI AMBIENTALI In passato è sempre mancata una seria programmazione nelle politiche relative ai rifiuti, che puntasse e studiasse, in maniera integrata, i diversi metodi di gestione e trattamento finale per ridurre l’utilizzo delle discariche.
Ancora oggi il principale sistema di smaltimento è proprio quello basato sulle discariche controllate e non, nonostante ciascun metodo alternativo disponga ormai di tecnologie efficaci ed efficienti, questi non sono ritenuti in grado di offrire le massime garanzie di sicurezza.
Il ricorso alla discarica comporta dei costi ambientali molto rilevanti, innanzitutto il mancato recupero di determinati materiali obbligandoci a consumare risorse ambientali in maniera continua e sempre con più intensità.
L’errata gestione dei rifiuti consente oltre allo spreco di energia per la bonifica dei siti inquinati, anche lo sviluppo di traffici illegali che alimentano una vero e proprio mercato internazionale con trasferimenti clandestini di rifiuti in cave abusive, terreni abbandonati.
Il danno provocato dalle cosiddette “ecomafie” è enorme sotto il profilo ambientale, perché, senza alcun rispetto delle regole, contaminano un’enorme quantità di terreno che spesso rimane nascosto, determinando un inquinamento continuo a dispetto della salute umana.
COSA FARE Come abbiamo visto lo sviluppo economico e l’industrializzazione ha aumentato la produzione dei rifiuti modificandone anche le caratteristiche.
Se carta e cartone rimangono la parte più consistente dei rifiuti, vi sono altri materiali che stanno aumentando rapidamente. Alluminio, plastiche e sostanze sintetiche stanno sostituendo sempre di più i materiali tradizionali come il vetro, il ferro e le fibre vegetali.
Oggi si va sempre più affermando la necessità di affrontare il “nemico” rifiuto in maniera combinata delle e la soluzione si trova sempre nella formula magica delle    4 R: riduzione, riuso, riciclaggio, recupero.
Riduzione alla fonte è la scelta più rilevante nella gestione dei rifiuti, nell’ambito delle politiche di produzione e di consumo ecosostenibile. Usare meno materiale per la produzione di un prodotto significa ridurre l’estrazione di materia prima e ridurre lo smaltimento.
Riuso vuol dire usare più volte uno stesso prodotto e quindi aumentare il suo valore d’uso ed evitare che se ne producano altri per svolgere la stessa funzione. Un caso significativo è quello delle bottiglie di vetro con cauzione.
Riciclaggio e recupero, il rifiuto sarà riciclato andando a sostituire altre materie prime e portando con se il suo contenuto di energia; attraverso le operazioni di recupero è possibile ricavare materia direttamente dai rifiuti (compostaggio) o energia (elettrica o vapore) dalla combustine degli stessi.
RIFIUTI: ECCO IL MIRACOLO EST EST.... EST!provare per credere! Centro Riciclo Vedelago  Via Molino 17  Vedelago Treviso   tel 0423.700178  Fax 0423-700186   Info@centroriciclo.com Ecosystemic  SABBIA SINTETICA
www.ambientebrescia.it 47
48 La filiera TM +  riciclo IMPIANTO DEL CENTRO RICICLO VEDELAGO  PER LA PRODUZIONE DEL GRANULATO CONFORME ALLE NORME   UNI 10667/14
Provenienza del rifiuto scarti da selezione interna  (plastiche sporche, elementi di arredo, ecc) Frazione secca residua urbana Scarti industriali e da impianti di selezione di terzi Processo di lavorazione Controllo, asporto frazioni selezionabili, triturazione miscela Separazione dei materiali ferrosi e non ferrosi Estrusione Granulazione e vagliatura (per granulometria) potenzialità 10.000 – 12.000 t/anno Centro Riciclo Vedelago Valorizzazione dello scarto (produzione del granulato “sabbia sintetica”): 49
LE PRIORITA’ E’ necessario coinvolgere le amministrazioni pubbliche ma anche i singoli cittadini: Produrre meno rifiuti Produrre rifiuti meno pericolosi Programmare su scala territoriale le gestione dei rifiuti
Promuovere il recupero di materia dai rifiuti Promuovere il recupero di energia dai rifiuti Per raggiungere questo obiettivi è necessario adottare precise linee guida:
Il principio di prossimità, i rifiuti vanno smaltiti più vicino possibile al luogo di produzione; Il principio di autosufficienza, ogni territorio omogeneo deve disporre di una capacità di smaltimento adeguata; Il principio di chi inquina paga, il costo dello smaltimento deve essere sostenuto da chi produce rifiuti;
Il principio delle 4 R, la gradualità degli interventi deve rispondere ad un preciso ordine di priorità che vede al primo posto la riduzione dei rifiuti; Il principio della riduzione degli impianti inquinanti nell’ambito delle tecnologie di smaltimento finale.
Vantaggi  del Riciclo Totale 1 -  Riduce drasticamente le bollette rifiuti attraverso i rimborsi CONAI e vendita dell’estruso ottenuto dalle frazioni residue che sarebbero andate a smaltimento. 2 – Costa 1/10 in investimenti di impianti rispetto ad inceneritori  3    Crea nuova occupazione         (da 20-30 a 1 rispetto a inceneritori e discariche). 3 – E’ flessibile verso il cambiamento quali/quantitativo del mercato  4 – Si adatta alla conformazione del territorio con una filiera corta ed ai suoi stili di vita. 5 - Può essere collocato in una delle tante aree produttive dismesse. 6 – Ha un ritorno degli investimenti (ROI) di poco più di due anni. 7 – Si può implementare nell’ordine di mesi e non di lustri come i TCV. 8 – Permette il decollo delle energie rinnovabili perché non usufruisce del 7% della bolletta e lo lascia alle vere rinnovabili. 9 – Permette il controllo trasparente attraverso la governance territoriale. 11 – Fa decadere automaticamente le 4 procedure di infrazione UE contro l’Italia per la truffa CIP6 con risparmio delle relative sanzioni. 12 – E’ un impianto scalare perché si può usare per un comune o più comuni, ATO, regione.
DECALOGO DEL CITTADINO Evitare gli sprechi Evitare prodotti “usa e getta” Scegliere prodotti con imballaggi ridotti Preferire i vuoti a rendere, non usare plastica a perdere Scegliere prodotti e imballaggi di carta,legno, vetro e sostanze naturali
Se si ha un giardino, recuperare la frazione organica dei rifiuti per produrre compost Separare la spazzatura per la raccolta differenziata Utilizzare i contenitori per la raccolta differenziata Invitare gli altri ad assumere lo stesso comportamento.
58 Grazie per l’attenzione! La preoccupazione per l’uomo e il suo destino deve rimanere l’interesse prevalente  della tecnica…perché le creazioni della nostra mente siano una benedizione e non  una maledizione per l’umanità. Non dimenticatelo mai in mezzo ai vostri diagrammi  e alle vostre equazioni. ( discorso al California Institute of Technology, Pasadena, Feb.1931)

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Raccolta differenziata e Vedelago (Movimento 5 stelle di Teramo)

  • 2. Nell’equilibrio naturale il concetto di rifiuto non esiste perché tutto si basa sull’esistenza fondamentale di cicli chiusi, sia biologici che chimici, che, attraverso una serie di processi spontanei, riescono a ricostruire le condizioni di partenza.
  • 3. In concreto si va a ricomporre la materia e l’energia di tutto il sistema senza dispersioni e senza sostanza residue. La chiusura del ciclo è assicurata da organismi viventi che si possono divedere in tre grandi categorie:
  • 4. 1. i produttori di sostanza organica (le piante); 2. i consumatori di sostanza organica (gli animali); I decompositori (microbi).
  • 5. Questi ultimi si nutrono essenzialmente di organismi morti e li mineralizzano trasformandoli in materie prime utili per costruire nuova materia vivente
  • 6. Se, infatti, le piante e gli animali morti non subissero alcuna trasformazione, il nostro pianeta sarebbe soltanto una grandissima discarica
  • 7. Con la comparsa dell’uomo e con l’avvento della società industriale, nella vita di tutti i giorni delle attività umane, ci ritroviamo sommersi da milioni di tonnellate di rifiuti. Ogni anno un cittadino italiano ne produce, in termini di ingombro, all’incirca una quantità pari a 160 vasche da bagno.
  • 8. Le nostre città sono così sommerso di rifiuti che la raccolta e lo smaltimento di essi sono diventati un problema tra i più grossi che la società moderna deve affrontare e risolvere.
  • 9. Vi sono anche dei rifiuti invisibili costituiti da microinquinanti che avvelenano le falde acquifere degli acquedotti comunali, i terreni coltivati, l’aria che respiriamo. Poi esistono le scorie radioattive che nessuna discarica al mondo, in questo momento, è in grado di accogliere.
  • 10. Le scorie radioattive sono in contrasto con qualsiasi forma di vita perché diventano inattivi dopo parecchie centinaia di anni. E’ un vero problema, tanto è vero che esiste un vero e proprio traffico illegale che consente di occultarle in posti impensabili con enormi guadagni per la criminalità organizzata.
  • 11. In questi anni la composizione dei rifiuti è cambiata perché è cambiata la qualità della vita relativamente all’innalzamento degli standard quantitativi anche per l’introduzione di nuove tecnologie.
  • 12. Vent’anni fa la frazione organica (residui di cibi freschi) rappresentava il 44% del totale dei rifiuti solidi urbani, mentre la carta il 13%, la plastica il 5,7%. Oggi si registra un calo vertiginoso della frazione organica che è scesa al 28% e un aumento della carta al 28% e la plastica al 16%.
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  • 14. Ai rifiuti solidi urbani si aggiungono i rifiuti speciali derivati da attività produttive particolari, quelli provenienti dagli uffici, quelli tossici e nocivi derivanti da attività industriali.
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  • 16. Per avere l’idea dei rifiuti che produciamo in Italia è come se realizzassimo un grattacielo di 42 piani a base quadrata con il lato di un chilometro. Il problema più grave da risolvere nella gestione dei rifiuti è trovare loro un’adeguata sistemazione.
  • 18. La risposta, nella nostra società consumistica, è legata al fatto che cerchiamo e ci procuriamo le cose perché ci servono, le teniamo e le conserviamo fino a che mantengono la loro utilità, quando non servono più le buttiamo.
  • 19. Quando decidiamo di eliminare un prodotto, in quel preciso momento diventa un rifiuto, un avanzo che non ha nessun valore, mentre prima di sbarazzarcene era una merce che aveva una sua utilità e un suo valore.
  • 20. Quindi il rifiuto ha la sua origine nel consumo che diventa esclusivamente un imponente processo di produzione di rifiuti.
  • 21. Il punto cruciale da risolvere è la gestione di tutta questa enormità di rifiuti che produciamo giornalmente. In realtà smaltire rifiuti non significa automaticamente eliminarli, concretamente non si fa altro che nasconderli alla vista cittadini.
  • 22. Smaltire i rifiuti vuol dire sottoporli ad una serie di trattamenti che permettono loro di confondersi con l’ambiente circostante, infatti nel sistema tradizionale di smaltimento, vengono conferiti in discarica, interrati.
  • 23. In altri casi giungono ai corsi d’acqua che li trasportano fino al mare, oppure vengono bruciati disperdendosi sotto forma di fumi, più o meno pericolosi, nell’aria, o ancora abbandonati in vere e proprie discariche a cielo aperto contribuendo al continuo degrado del territorio.
  • 24. Nello smaltimento dei rifiuti si distinguono delle fasi, il conferimento che è la fase iniziale in cui il produttore o possessore consegna ad altri il rifiuto. I RSU vengono conferiti al servizio pubblico fornito dal comune o da una azienda municipalizzata. I rifiuti speciali e pericolosi devono essere conferiti ad aziende specializzate.
  • 26. L’analisi della composizione dei rifiuti è nata per migliorare la gestione operativa del loro smaltimento. Ci consente di risalire alla composizione sociale del reddito della cultura di un territorio nel tempo. E’ una disciplina nuova che nasce negli USA nel 1973 con il nome di “Garbage Project”.
  • 27. Nella spazzatura delle nostre città troviamo in prevalenza avanzi alimentari, ogni anno finisce tra i rifiuti: Il 10% del pane prodotto (120-160 g. per abitante al giorno; 70-80 g di pasta alimentare arrivando ad un quantitativo di 400.000 tonn. L’anno
  • 28. Il 15% della carne acquistata, vale a dire circa 50 Kg per abitante l’anno, cioè 400.000 tonn. In un anno. oltre a questi componenti, nella spazzatura finiscono altri materiali come la plastica, l’alluminio, il vetro, carta, ecc.
  • 29. I dati relativi a quello che depositiamo nei cassonetti delle nostre città non lasciano alcun dubbio: l’elemento più evidente è che gettiamo via energia. Per esempio la carta costituisce il 28% in peso dei rifiuti, per cui quella consumata in un anno corrisponde a 40 milioni di alberi.
  • 30. Per produrre una tonnellata di carta occorrono: da materia prima 15 alberi 440.000 litri d’acqua 7.600 Kwh di energia elettrica
  • 31. Da carta riciclata Nessun albero 1.800 litri d’acqua 2.700 Kwh di energia elettrica
  • 32. Le lattine che vengono consumate ogni anno in Italia sono circa un miliardo e mezzo. Per produrre una tonnellata di alluminio occorrono da materia prima Bauxite 17.000 Kwh di energia elettrica
  • 33. Da lattine riciclate Nessun minerale 850 Kwh di energia elettrica per produrre una tonnellata di plastica occorrono Per produrre una tonnellata di plastica Da materia prima 1.500 Kg di sostanze organiche 14.000 Kwh di energia elettrica
  • 34. Da plastica riciclata Nessuna sostanza organica 900 Kwh di energia elettrica.
  • 35. COSTI AMBIENTALI In passato è sempre mancata una seria programmazione nelle politiche relative ai rifiuti, che puntasse e studiasse, in maniera integrata, i diversi metodi di gestione e trattamento finale per ridurre l’utilizzo delle discariche.
  • 36. Ancora oggi il principale sistema di smaltimento è proprio quello basato sulle discariche controllate e non, nonostante ciascun metodo alternativo disponga ormai di tecnologie efficaci ed efficienti, questi non sono ritenuti in grado di offrire le massime garanzie di sicurezza.
  • 37. Il ricorso alla discarica comporta dei costi ambientali molto rilevanti, innanzitutto il mancato recupero di determinati materiali obbligandoci a consumare risorse ambientali in maniera continua e sempre con più intensità.
  • 38. L’errata gestione dei rifiuti consente oltre allo spreco di energia per la bonifica dei siti inquinati, anche lo sviluppo di traffici illegali che alimentano una vero e proprio mercato internazionale con trasferimenti clandestini di rifiuti in cave abusive, terreni abbandonati.
  • 39. Il danno provocato dalle cosiddette “ecomafie” è enorme sotto il profilo ambientale, perché, senza alcun rispetto delle regole, contaminano un’enorme quantità di terreno che spesso rimane nascosto, determinando un inquinamento continuo a dispetto della salute umana.
  • 40. COSA FARE Come abbiamo visto lo sviluppo economico e l’industrializzazione ha aumentato la produzione dei rifiuti modificandone anche le caratteristiche.
  • 41. Se carta e cartone rimangono la parte più consistente dei rifiuti, vi sono altri materiali che stanno aumentando rapidamente. Alluminio, plastiche e sostanze sintetiche stanno sostituendo sempre di più i materiali tradizionali come il vetro, il ferro e le fibre vegetali.
  • 42. Oggi si va sempre più affermando la necessità di affrontare il “nemico” rifiuto in maniera combinata delle e la soluzione si trova sempre nella formula magica delle 4 R: riduzione, riuso, riciclaggio, recupero.
  • 43. Riduzione alla fonte è la scelta più rilevante nella gestione dei rifiuti, nell’ambito delle politiche di produzione e di consumo ecosostenibile. Usare meno materiale per la produzione di un prodotto significa ridurre l’estrazione di materia prima e ridurre lo smaltimento.
  • 44. Riuso vuol dire usare più volte uno stesso prodotto e quindi aumentare il suo valore d’uso ed evitare che se ne producano altri per svolgere la stessa funzione. Un caso significativo è quello delle bottiglie di vetro con cauzione.
  • 45. Riciclaggio e recupero, il rifiuto sarà riciclato andando a sostituire altre materie prime e portando con se il suo contenuto di energia; attraverso le operazioni di recupero è possibile ricavare materia direttamente dai rifiuti (compostaggio) o energia (elettrica o vapore) dalla combustine degli stessi.
  • 46. RIFIUTI: ECCO IL MIRACOLO EST EST.... EST!provare per credere! Centro Riciclo Vedelago Via Molino 17 Vedelago Treviso tel 0423.700178 Fax 0423-700186 Info@centroriciclo.com Ecosystemic SABBIA SINTETICA
  • 48. 48 La filiera TM + riciclo IMPIANTO DEL CENTRO RICICLO VEDELAGO PER LA PRODUZIONE DEL GRANULATO CONFORME ALLE NORME UNI 10667/14
  • 49. Provenienza del rifiuto scarti da selezione interna (plastiche sporche, elementi di arredo, ecc) Frazione secca residua urbana Scarti industriali e da impianti di selezione di terzi Processo di lavorazione Controllo, asporto frazioni selezionabili, triturazione miscela Separazione dei materiali ferrosi e non ferrosi Estrusione Granulazione e vagliatura (per granulometria) potenzialità 10.000 – 12.000 t/anno Centro Riciclo Vedelago Valorizzazione dello scarto (produzione del granulato “sabbia sintetica”): 49
  • 50.
  • 51. LE PRIORITA’ E’ necessario coinvolgere le amministrazioni pubbliche ma anche i singoli cittadini: Produrre meno rifiuti Produrre rifiuti meno pericolosi Programmare su scala territoriale le gestione dei rifiuti
  • 52. Promuovere il recupero di materia dai rifiuti Promuovere il recupero di energia dai rifiuti Per raggiungere questo obiettivi è necessario adottare precise linee guida:
  • 53. Il principio di prossimità, i rifiuti vanno smaltiti più vicino possibile al luogo di produzione; Il principio di autosufficienza, ogni territorio omogeneo deve disporre di una capacità di smaltimento adeguata; Il principio di chi inquina paga, il costo dello smaltimento deve essere sostenuto da chi produce rifiuti;
  • 54. Il principio delle 4 R, la gradualità degli interventi deve rispondere ad un preciso ordine di priorità che vede al primo posto la riduzione dei rifiuti; Il principio della riduzione degli impianti inquinanti nell’ambito delle tecnologie di smaltimento finale.
  • 55. Vantaggi del Riciclo Totale 1 - Riduce drasticamente le bollette rifiuti attraverso i rimborsi CONAI e vendita dell’estruso ottenuto dalle frazioni residue che sarebbero andate a smaltimento. 2 – Costa 1/10 in investimenti di impianti rispetto ad inceneritori 3 Crea nuova occupazione (da 20-30 a 1 rispetto a inceneritori e discariche). 3 – E’ flessibile verso il cambiamento quali/quantitativo del mercato 4 – Si adatta alla conformazione del territorio con una filiera corta ed ai suoi stili di vita. 5 - Può essere collocato in una delle tante aree produttive dismesse. 6 – Ha un ritorno degli investimenti (ROI) di poco più di due anni. 7 – Si può implementare nell’ordine di mesi e non di lustri come i TCV. 8 – Permette il decollo delle energie rinnovabili perché non usufruisce del 7% della bolletta e lo lascia alle vere rinnovabili. 9 – Permette il controllo trasparente attraverso la governance territoriale. 11 – Fa decadere automaticamente le 4 procedure di infrazione UE contro l’Italia per la truffa CIP6 con risparmio delle relative sanzioni. 12 – E’ un impianto scalare perché si può usare per un comune o più comuni, ATO, regione.
  • 56. DECALOGO DEL CITTADINO Evitare gli sprechi Evitare prodotti “usa e getta” Scegliere prodotti con imballaggi ridotti Preferire i vuoti a rendere, non usare plastica a perdere Scegliere prodotti e imballaggi di carta,legno, vetro e sostanze naturali
  • 57. Se si ha un giardino, recuperare la frazione organica dei rifiuti per produrre compost Separare la spazzatura per la raccolta differenziata Utilizzare i contenitori per la raccolta differenziata Invitare gli altri ad assumere lo stesso comportamento.
  • 58. 58 Grazie per l’attenzione! La preoccupazione per l’uomo e il suo destino deve rimanere l’interesse prevalente della tecnica…perché le creazioni della nostra mente siano una benedizione e non una maledizione per l’umanità. Non dimenticatelo mai in mezzo ai vostri diagrammi e alle vostre equazioni. ( discorso al California Institute of Technology, Pasadena, Feb.1931)