SlideShare une entreprise Scribd logo
1  sur  3
Télécharger pour lire hors ligne
 

	

 

Un’evoluzione	che	fa	un	po’	specie		

	
In	 questo	 primo	 appuntamento	 dell’anno	 non	 parlerò	 di	 qualcosa	 attinente	 alla	 nostra	 professione,	 né	
tantomeno	mi	lancerò	in	previsioni	sui	mercati	finanziari;	per	quest’ultime	ci	sono	i	vari	gestori	e	intermediari	
che	provvedono	puntualmente	a	farlo	ogni	volta	sulla	stampa	specializzata,	salvo	essere	quasi	sempre	smentiti	
dal	corso	degli	eventi.	Spenderò	invece	qualche	minuto	sulla	nostra	Italia,	un	paese,	per	dirla	con	le	parole	del	
fresco	vincitore	del	Golden	Globe,	Paolo	Sorrentino,	crazy	but	beautiful.		
Si	è	appena	chiuso	il	2013,	unanimemente	riconosciuto	come	uno	tra	i	peggiori	anni	dal	dopoguerra,	e	quello	
che	si	è	da	poco	aperto	non	sembra	promettere	tanto	di	meglio,	almeno	dai	primi	vagiti.		
Scorriamo	alcuni	numeri,	peraltro	noti	a	tutti,	per	renderci	conto	del	momento	in	cui	ci	troviamo,	facendo	una	
necessaria	 distinzione	 tra	 quelli	 che	 fotografano	 l’economia	 finanziaria	 e	 quelli	 che,	 più	 impietosamente,	
riflettono	quella	reale.		
Tra	quelli	positivi	troviamo	l’andamento	del	mercato	azionario	italiano,	che	ha	segnato	un	rendimento	positivo	
del	16%	circa;	e	poi	il	livello	dello	spread,	fermatosi	intorno	a	200	punti,	ai	minimi	in	questo	periodo	di	crisi;	e	
ancora	 l’inflazione	 scesa	 all’1,2%	 (dato	 più	 basso	 dal	 2009),	 dopo	 essere	 stata	 al	 3%	 nell’anno	 precedente.	
Quest’ultimo	dato	tuttavia	è	solo	idealmente	positivo,	perché	dietro	si	nasconde	un	calo	dei	consumi	che	frena	
tutto,	prezzi	compresi.	Forse	dimentico	qualcosa,	ma	temo	che	le	belle	notizie	siano	già	finite.		
Poi	ci	sono	tutti	gli	altri	numeri	che	disegnano	l’identikit	di	una	nazione	prossima	al	collasso.	E	sono	pessimi.		
Prodotto	interno	lordo	ancora	negativo	per	il	secondo	anno	consecutivo	(‐1,7%),	debito	pubblico	che	ha	toccato	
il	suo	massimo	storico	sfondando	il	tetto	dei	duemila	miliardi	di	euro,	disoccupazione	complessiva	al	12,7%	e		
giovanile	oltre	il	quaranta	(41,6%),	gettito	IVA	in	diminuzione	nonostante	gli	aumenti	dell’aliquota,	idem	per	le	
entrate	tributarie,	ma	non	certo	per	il	caso	delle	tasse,	produzione	industriale	crollata	del	20%	negli	ultimi	dieci	
anni.	A	sigillare	il	tutto	il	49°	posto	in	termini	di	competitività	globale	(sopra	il	Kazakhstan	e	sotto	la	Lituania).		
E	 via	 così:	 consumi	 in	 frenata	 (non	 solo	 quelli	 voluttuari),	 aziende	 in	 fallimento,	 attività	 commerciali	 che	
abbassano	 la	 saracinesca	 per	 non	 alzarla	 più,	 immobiliare	 che	 non	 riparte,	 tassazione	 che	 non	 si	 ferma.	
Completano	 il	 quadro	 un	 sistema	 giudiziario	 lumaca,	 un	 apparato	 burocratico	 elefantiaco,	 un	 classe	 politica	
parassita.	
I	numeri	e	tutto	il	resto	ci	ritornano	l’immagine	di	uno	Stato	davvero	in	grande	difficoltà:	un	mezzo	disastro	a	
cui	manca	un	mezzo	passo	per	trasformarsi	in	dramma.		
E’	questo	che	aveva	in	mente	D’Azeglio	quando,	fatta	l’Italia,	disse	“Adesso	dobbiamo	fare	gli	italiani”	?	
Non	credo.	E	tantomeno	credo	stia	bene	a	nessuno	trovarsi	in	una	condizione	da	terzo	mondo.		
Questo	 è	 davvero	 un	 paese	 crazy,	 	 pazzo	 o	 pazzesco	 !	 Non	 sappiamo	 più	 come	 farci	 del	 male,	 affetti	 da	
tafazzismo	acuto	e	persistente.	Purtroppo	tutto	è	nelle	mani	di	chi	guida	e	prende	le	decisioni,	e	lo	scenario	cui		
Numero	22	del	15	gennaio	2014	

 

 
Marcello	Agnello
 

	

abbiamo	assistito	dal	dopoguerra	in	poi	è	desolante:	cinquanta	governi	in	cinquant’anni,	con	nessun	risultato	
tangibile.		
Poco	tempo	fa	Spagna	e	Irlanda	sembravano	sul	punto	di	portare	i	libri	in	tribunale,	oggi	viaggiano	meglio	di	
noi.	Forse	solo	Grecia	e	Portogallo	se	la	passano	un	po’	peggio,	ma	a	naso	se	non	cambia	qualcosa	resteremo	
l’unica	nazione	dei	famigerati	Piigs	a	non	essersi	ripresa.		
Il	 paradosso	 di	 oggi	 poi	 è	 questo:	 un	 governo	 delle	 cosiddette	 larghe	 intese	 che	 non	 riesce	 a	 produrre	 alcun	
risultato	per	lo	stretto	necessario,	al	contrario	capacissimo	di	inventare	nomi	assurdi	per	le	tasse	(Trise,	Tari,	
Tuc,	 Tasi,	 Iuc,	 per	 citare	 gli	 ultimi)	 complicandoci	 la	 vita	 alla	 faccia	 del	 Ministero	 della	 Semplificazione,	 con	 i	
leaders	dei	tre	principali	partiti,	PD,	Forza	Italia	e	M5S,	che	non	siedono	nemmeno	in	Parlamento,	uno	perché	
ancora	mai	eletto,	il	secondo	perché	non	lo	potrà	più	essere,	il	terzo	perché	non	lo	potrà	mai	essere.		
Curioso	no	?		
Ma	di	paradossi	potrei	riempire	le	pagine.	Uno	emblematico	descrive	il	sistema	giustizia	italiano.	Un	ragazzino	
sorpreso	nel	2010	a	mangiare	(rubare	?)	due	melograni	nell’orto	del	vicino	è	stato	assolto,	tre	anni	dopo,	per	
l’irrilevanza	del	fatto.	Ci	sono	voluti	tre	anni	per	una	conclusione	di	buon	senso.	Alzi	la	mano	chi	da	giovinetto	
non	ha	rubato	qualche	ciliegia	dai	campi	che	con	le	biciclette	aravamo	!	Saremmo	tutti	pregiudicati	se	la	logica	
fosse	questa.	Al	contrario	invece,	se	venivamo	presi	dal	contadino	o	dai	genitori,	erano	sufficienti	due	schiaffoni	
e	un	calcio	nel	sedere	per	rimetterci	sulla	strada,	in	tutti	i	sensi.	E’	proprio	pazzesco	!	
Ma	il	nostro,	per	fortuna,	è	anche	un	paese	bello,	bellissimo:	beautiful	!	
Fatto	di	cose:	opere	d’arte,	cucina,	turismo,	moda,	artigianalità,	design.	E	fatta	di	persone:	dai	Farinetti	ai	Della	
Valle,	dai	Caprotti	ai	Cucinelli,	dai	Ruffini	ai	Rosso,	solo	per	citare	i	più	noti.	Ma	è	anche	fatta,	ad	esempio,	da	
tanti	perfetti	sconosciuti,	che	non	ci	stanno,	che	credono	sia	un	paese	che	deve	rinascere.		
Come	Fabio	Franceschi,	titolare	della	Grafica	Veneta	che	a	Trebaseleghe	(dove	???)	stampa	libri	in	24	ore,	unico	
al	mondo	ad	aver	rilegato	in	tempo	zero	il	primo	instant	book	elettorale	di	Barack	Obama.	Oggi	stampa	i	libri	di	
Harry	 Potter,	 lavora	 per	 il	 New	 York	 Times,	 El	 Pais,	 la	 Pravda,	 fa	 concorrenza	 ai	 più	 grandi	 del	 suo	 settore,	
supera	Mondadori	e	Rizzoli.		
Come	 Antonio	 Sanguinetti,	 fondatore	 della	 Skymeeting	 di	 Ortonovo	 (dove	 ???	 La	 Spezia)	 in	 crescita	 del	 20%	
all’anno	fornendo	piattaforme	per	videoconferenze	web‐based	(cioè	senza	dover	installare	nulla	sui	computer),	
fruibili	 anche	 su	 dispositivi	 mobili,	 che	 ha	 compreso	 come	 la	 crisi	 avrebbe	 imposto	 risparmi	 anche	 sulle	
trasferte.	Risultato:	videoconferenze	per	i	dipendenti,	che	possono	essere	anche	fuori	ufficio,	e	costi	contenuti	
per	le	aziende.		
Come	 Marco	 Paini,	 dell’omonima	 rubinetteria	 di	 Pogno	 (ehhh	 ???	 Novara),	 diventato	 unico	 fornitore	 italiano	
per	Ikea	in	tutto	il	mondo,	vincendo	anche	la	concorrenza	dei	cinesi.	Azienda	che	ha	saputo	coniugare	qualità	e	
prezzo,	perfino	ritornando	a	produrre	in	Italia	dopo	aver	delocalizzato,	come	molti,	all’estero.		
Sono	solo	piccoli	esempi	di	grandi	persone	che	non	ci	stanno	a	vedere	il	proprio	paese	andare	indietro	ma	che	
sono	 andati	 avanti	 costruendo	 “nonostante”	 tutto,	 e	 non	 confidando	 nel	 …	 “se”	 fosse	 meglio.	 E	 come	 loro,	
moltissimi	altri.	E	come	tutti	questi,	spero	ognuno	di	noi.		
E’	 il	 miglior	 augurio	 che	 posso	 fare	 a	 tutti	 noi	 per	 l’anno	 appena	 iniziato:	 facciamo	 la	 nostra	 piccola	 parte,	
partendo	dal	recuperare	il	senso	civico	smarrito,	dal	partecipare,	dal	prendere	coscienza,	dal	rifiutare	la	logica	
che	intanto	niente	cambia,	nelle	grandi	come	nelle	piccole	cose,	nei	macro	sistemi	come	nella	vita	quotidiana.	
	Sarebbe	già	un	grande	passo	avanti:	fermiamo	questa	involuzione	della	specie	prima	che	diventi	una	specie	di	
rivoluzione.		
	
	
	
Numero	22	del	15	gennaio	2014	

 

 
Marcello	Agnello
 

	

Numero	22	del	15	gennaio	2014	

 

 
Marcello	Agnello

Contenu connexe

Similaire à Mercati € Mercanti _ numero 22

Il mostro di fi renzi
Il mostro di fi renziIl mostro di fi renzi
Il mostro di fi renziPaolo Soro
 
La situazione economica italiana
La situazione economica italianaLa situazione economica italiana
La situazione economica italianaKevin Tempestini
 
Previsioni per il 2013: insostenibilità e transizione
Previsioni per il 2013: insostenibilità e transizionePrevisioni per il 2013: insostenibilità e transizione
Previsioni per il 2013: insostenibilità e transizioneHoro Capital
 
MA HA SENSO “FIDARSI” DELLO SPREAD ?
MA  HA  SENSO  “FIDARSI”  DELLO  SPREAD  ?MA  HA  SENSO  “FIDARSI”  DELLO  SPREAD  ?
MA HA SENSO “FIDARSI” DELLO SPREAD ?tramerper
 
Editoriale - L'ennesimo regalo di Monti. Una manovra bis da 16 miliardi
Editoriale - L'ennesimo regalo di Monti. Una manovra bis da 16 miliardiEditoriale - L'ennesimo regalo di Monti. Una manovra bis da 16 miliardi
Editoriale - L'ennesimo regalo di Monti. Una manovra bis da 16 miliardipdl-approfondimenti
 

Similaire à Mercati € Mercanti _ numero 22 (11)

Scenari economici 19
Scenari economici 19Scenari economici 19
Scenari economici 19
 
L'investitore razionale n.1
L'investitore razionale n.1L'investitore razionale n.1
L'investitore razionale n.1
 
L'ottobre nero del nostro debito
L'ottobre nero del nostro debitoL'ottobre nero del nostro debito
L'ottobre nero del nostro debito
 
Il mostro di fi renzi
Il mostro di fi renziIl mostro di fi renzi
Il mostro di fi renzi
 
La situazione economica italiana
La situazione economica italianaLa situazione economica italiana
La situazione economica italiana
 
La tempesta perfetta
La tempesta perfettaLa tempesta perfetta
La tempesta perfetta
 
Previsioni per il 2013: insostenibilità e transizione
Previsioni per il 2013: insostenibilità e transizionePrevisioni per il 2013: insostenibilità e transizione
Previsioni per il 2013: insostenibilità e transizione
 
MA HA SENSO “FIDARSI” DELLO SPREAD ?
MA  HA  SENSO  “FIDARSI”  DELLO  SPREAD  ?MA  HA  SENSO  “FIDARSI”  DELLO  SPREAD  ?
MA HA SENSO “FIDARSI” DELLO SPREAD ?
 
CHI TROPPO VUOLE ...
CHI TROPPO VUOLE ...CHI TROPPO VUOLE ...
CHI TROPPO VUOLE ...
 
BNL Focus #02
BNL Focus #02BNL Focus #02
BNL Focus #02
 
Editoriale - L'ennesimo regalo di Monti. Una manovra bis da 16 miliardi
Editoriale - L'ennesimo regalo di Monti. Una manovra bis da 16 miliardiEditoriale - L'ennesimo regalo di Monti. Una manovra bis da 16 miliardi
Editoriale - L'ennesimo regalo di Monti. Una manovra bis da 16 miliardi
 

Plus de Marcello Agnello

Mercati € Mercanti n .9
Mercati € Mercanti n .9 Mercati € Mercanti n .9
Mercati € Mercanti n .9 Marcello Agnello
 
Mercati € Mercanti n. 8
Mercati € Mercanti n. 8 Mercati € Mercanti n. 8
Mercati € Mercanti n. 8 Marcello Agnello
 
Mercati € Mercanti n. 6
Mercati € Mercanti n. 6 Mercati € Mercanti n. 6
Mercati € Mercanti n. 6 Marcello Agnello
 
Mercati € Mercanti n. 5
Mercati € Mercanti n. 5 Mercati € Mercanti n. 5
Mercati € Mercanti n. 5 Marcello Agnello
 
Mercati € Mercanti n. 3
Mercati € Mercanti n. 3 Mercati € Mercanti n. 3
Mercati € Mercanti n. 3 Marcello Agnello
 
Mercati € Mercanti n. 2
Mercati € Mercanti n. 2 Mercati € Mercanti n. 2
Mercati € Mercanti n. 2 Marcello Agnello
 
Mercati € Mercanti _ numero 41
Mercati € Mercanti _ numero 41Mercati € Mercanti _ numero 41
Mercati € Mercanti _ numero 41Marcello Agnello
 
Mercati € Mercanti _ numero 40
Mercati € Mercanti _ numero 40Mercati € Mercanti _ numero 40
Mercati € Mercanti _ numero 40Marcello Agnello
 
Mercati € Mercanti _ numero 39
Mercati € Mercanti _ numero 39Mercati € Mercanti _ numero 39
Mercati € Mercanti _ numero 39Marcello Agnello
 
Mercati € Mercanti _ numero 38
Mercati € Mercanti _ numero 38Mercati € Mercanti _ numero 38
Mercati € Mercanti _ numero 38Marcello Agnello
 
Mercati € Mercanti _ numero 37
Mercati € Mercanti _ numero 37Mercati € Mercanti _ numero 37
Mercati € Mercanti _ numero 37Marcello Agnello
 
Mercati € Mercanti _ numero 36
Mercati € Mercanti _ numero 36Mercati € Mercanti _ numero 36
Mercati € Mercanti _ numero 36Marcello Agnello
 
Mercati € Mercanti _ numero 35
Mercati € Mercanti _ numero 35Mercati € Mercanti _ numero 35
Mercati € Mercanti _ numero 35Marcello Agnello
 

Plus de Marcello Agnello (20)

Mercati € Mercanti n .9
Mercati € Mercanti n .9 Mercati € Mercanti n .9
Mercati € Mercanti n .9
 
Mercati € Mercanti n. 8
Mercati € Mercanti n. 8 Mercati € Mercanti n. 8
Mercati € Mercanti n. 8
 
Mercati € Mercanti n.7
Mercati € Mercanti n.7Mercati € Mercanti n.7
Mercati € Mercanti n.7
 
Mercati € Mercanti n. 6
Mercati € Mercanti n. 6 Mercati € Mercanti n. 6
Mercati € Mercanti n. 6
 
Mercati € Mercanti n. 5
Mercati € Mercanti n. 5 Mercati € Mercanti n. 5
Mercati € Mercanti n. 5
 
Mercati € Mercanti n. 4
Mercati € Mercanti n. 4Mercati € Mercanti n. 4
Mercati € Mercanti n. 4
 
Mercati € Mercanti n. 3
Mercati € Mercanti n. 3 Mercati € Mercanti n. 3
Mercati € Mercanti n. 3
 
Mercati € Mercanti n. 2
Mercati € Mercanti n. 2 Mercati € Mercanti n. 2
Mercati € Mercanti n. 2
 
Mercati € Mercanti n.1
Mercati € Mercanti n.1 Mercati € Mercanti n.1
Mercati € Mercanti n.1
 
2016 12 world excellence
2016 12 world excellence2016 12 world excellence
2016 12 world excellence
 
Presentazione
PresentazionePresentazione
Presentazione
 
Millennium Sim è
Millennium Sim èMillennium Sim è
Millennium Sim è
 
2015 08 bluerating
2015 08 bluerating2015 08 bluerating
2015 08 bluerating
 
Mercati € Mercanti _ numero 41
Mercati € Mercanti _ numero 41Mercati € Mercanti _ numero 41
Mercati € Mercanti _ numero 41
 
Mercati € Mercanti _ numero 40
Mercati € Mercanti _ numero 40Mercati € Mercanti _ numero 40
Mercati € Mercanti _ numero 40
 
Mercati € Mercanti _ numero 39
Mercati € Mercanti _ numero 39Mercati € Mercanti _ numero 39
Mercati € Mercanti _ numero 39
 
Mercati € Mercanti _ numero 38
Mercati € Mercanti _ numero 38Mercati € Mercanti _ numero 38
Mercati € Mercanti _ numero 38
 
Mercati € Mercanti _ numero 37
Mercati € Mercanti _ numero 37Mercati € Mercanti _ numero 37
Mercati € Mercanti _ numero 37
 
Mercati € Mercanti _ numero 36
Mercati € Mercanti _ numero 36Mercati € Mercanti _ numero 36
Mercati € Mercanti _ numero 36
 
Mercati € Mercanti _ numero 35
Mercati € Mercanti _ numero 35Mercati € Mercanti _ numero 35
Mercati € Mercanti _ numero 35
 

Mercati € Mercanti _ numero 22

  • 1.     Un’evoluzione che fa un po’ specie In questo primo appuntamento dell’anno non parlerò di qualcosa attinente alla nostra professione, né tantomeno mi lancerò in previsioni sui mercati finanziari; per quest’ultime ci sono i vari gestori e intermediari che provvedono puntualmente a farlo ogni volta sulla stampa specializzata, salvo essere quasi sempre smentiti dal corso degli eventi. Spenderò invece qualche minuto sulla nostra Italia, un paese, per dirla con le parole del fresco vincitore del Golden Globe, Paolo Sorrentino, crazy but beautiful. Si è appena chiuso il 2013, unanimemente riconosciuto come uno tra i peggiori anni dal dopoguerra, e quello che si è da poco aperto non sembra promettere tanto di meglio, almeno dai primi vagiti. Scorriamo alcuni numeri, peraltro noti a tutti, per renderci conto del momento in cui ci troviamo, facendo una necessaria distinzione tra quelli che fotografano l’economia finanziaria e quelli che, più impietosamente, riflettono quella reale. Tra quelli positivi troviamo l’andamento del mercato azionario italiano, che ha segnato un rendimento positivo del 16% circa; e poi il livello dello spread, fermatosi intorno a 200 punti, ai minimi in questo periodo di crisi; e ancora l’inflazione scesa all’1,2% (dato più basso dal 2009), dopo essere stata al 3% nell’anno precedente. Quest’ultimo dato tuttavia è solo idealmente positivo, perché dietro si nasconde un calo dei consumi che frena tutto, prezzi compresi. Forse dimentico qualcosa, ma temo che le belle notizie siano già finite. Poi ci sono tutti gli altri numeri che disegnano l’identikit di una nazione prossima al collasso. E sono pessimi. Prodotto interno lordo ancora negativo per il secondo anno consecutivo (‐1,7%), debito pubblico che ha toccato il suo massimo storico sfondando il tetto dei duemila miliardi di euro, disoccupazione complessiva al 12,7% e giovanile oltre il quaranta (41,6%), gettito IVA in diminuzione nonostante gli aumenti dell’aliquota, idem per le entrate tributarie, ma non certo per il caso delle tasse, produzione industriale crollata del 20% negli ultimi dieci anni. A sigillare il tutto il 49° posto in termini di competitività globale (sopra il Kazakhstan e sotto la Lituania). E via così: consumi in frenata (non solo quelli voluttuari), aziende in fallimento, attività commerciali che abbassano la saracinesca per non alzarla più, immobiliare che non riparte, tassazione che non si ferma. Completano il quadro un sistema giudiziario lumaca, un apparato burocratico elefantiaco, un classe politica parassita. I numeri e tutto il resto ci ritornano l’immagine di uno Stato davvero in grande difficoltà: un mezzo disastro a cui manca un mezzo passo per trasformarsi in dramma. E’ questo che aveva in mente D’Azeglio quando, fatta l’Italia, disse “Adesso dobbiamo fare gli italiani” ? Non credo. E tantomeno credo stia bene a nessuno trovarsi in una condizione da terzo mondo. Questo è davvero un paese crazy, pazzo o pazzesco ! Non sappiamo più come farci del male, affetti da tafazzismo acuto e persistente. Purtroppo tutto è nelle mani di chi guida e prende le decisioni, e lo scenario cui Numero 22 del 15 gennaio 2014     Marcello Agnello
  • 2.   abbiamo assistito dal dopoguerra in poi è desolante: cinquanta governi in cinquant’anni, con nessun risultato tangibile. Poco tempo fa Spagna e Irlanda sembravano sul punto di portare i libri in tribunale, oggi viaggiano meglio di noi. Forse solo Grecia e Portogallo se la passano un po’ peggio, ma a naso se non cambia qualcosa resteremo l’unica nazione dei famigerati Piigs a non essersi ripresa. Il paradosso di oggi poi è questo: un governo delle cosiddette larghe intese che non riesce a produrre alcun risultato per lo stretto necessario, al contrario capacissimo di inventare nomi assurdi per le tasse (Trise, Tari, Tuc, Tasi, Iuc, per citare gli ultimi) complicandoci la vita alla faccia del Ministero della Semplificazione, con i leaders dei tre principali partiti, PD, Forza Italia e M5S, che non siedono nemmeno in Parlamento, uno perché ancora mai eletto, il secondo perché non lo potrà più essere, il terzo perché non lo potrà mai essere. Curioso no ? Ma di paradossi potrei riempire le pagine. Uno emblematico descrive il sistema giustizia italiano. Un ragazzino sorpreso nel 2010 a mangiare (rubare ?) due melograni nell’orto del vicino è stato assolto, tre anni dopo, per l’irrilevanza del fatto. Ci sono voluti tre anni per una conclusione di buon senso. Alzi la mano chi da giovinetto non ha rubato qualche ciliegia dai campi che con le biciclette aravamo ! Saremmo tutti pregiudicati se la logica fosse questa. Al contrario invece, se venivamo presi dal contadino o dai genitori, erano sufficienti due schiaffoni e un calcio nel sedere per rimetterci sulla strada, in tutti i sensi. E’ proprio pazzesco ! Ma il nostro, per fortuna, è anche un paese bello, bellissimo: beautiful ! Fatto di cose: opere d’arte, cucina, turismo, moda, artigianalità, design. E fatta di persone: dai Farinetti ai Della Valle, dai Caprotti ai Cucinelli, dai Ruffini ai Rosso, solo per citare i più noti. Ma è anche fatta, ad esempio, da tanti perfetti sconosciuti, che non ci stanno, che credono sia un paese che deve rinascere. Come Fabio Franceschi, titolare della Grafica Veneta che a Trebaseleghe (dove ???) stampa libri in 24 ore, unico al mondo ad aver rilegato in tempo zero il primo instant book elettorale di Barack Obama. Oggi stampa i libri di Harry Potter, lavora per il New York Times, El Pais, la Pravda, fa concorrenza ai più grandi del suo settore, supera Mondadori e Rizzoli. Come Antonio Sanguinetti, fondatore della Skymeeting di Ortonovo (dove ??? La Spezia) in crescita del 20% all’anno fornendo piattaforme per videoconferenze web‐based (cioè senza dover installare nulla sui computer), fruibili anche su dispositivi mobili, che ha compreso come la crisi avrebbe imposto risparmi anche sulle trasferte. Risultato: videoconferenze per i dipendenti, che possono essere anche fuori ufficio, e costi contenuti per le aziende. Come Marco Paini, dell’omonima rubinetteria di Pogno (ehhh ??? Novara), diventato unico fornitore italiano per Ikea in tutto il mondo, vincendo anche la concorrenza dei cinesi. Azienda che ha saputo coniugare qualità e prezzo, perfino ritornando a produrre in Italia dopo aver delocalizzato, come molti, all’estero. Sono solo piccoli esempi di grandi persone che non ci stanno a vedere il proprio paese andare indietro ma che sono andati avanti costruendo “nonostante” tutto, e non confidando nel … “se” fosse meglio. E come loro, moltissimi altri. E come tutti questi, spero ognuno di noi. E’ il miglior augurio che posso fare a tutti noi per l’anno appena iniziato: facciamo la nostra piccola parte, partendo dal recuperare il senso civico smarrito, dal partecipare, dal prendere coscienza, dal rifiutare la logica che intanto niente cambia, nelle grandi come nelle piccole cose, nei macro sistemi come nella vita quotidiana. Sarebbe già un grande passo avanti: fermiamo questa involuzione della specie prima che diventi una specie di rivoluzione. Numero 22 del 15 gennaio 2014     Marcello Agnello