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MERCATI
     INTERNAZIONALIZZAZIONE. Non basta fermarsi all’export, ci vuole una strategia globale




     Internazionali
     dentro
     e fuori
     “Andare all’estero” non deve essere
     una reazione alla crisi, ma un’azione
     pianificata e supportata dalle corrette
     informazioni. Ma non solo: tutti i
     processi aziendali devono entrare in
     un’ottica multiculturale

     di Letizia Olivari




 L’
                  internazionalizzazione delle aziende
                  italiane è ancora legata in modo
                  molto forte all’export e alla vecchia
                  cara Europa. Questo lo scenario che
                  emerge dalla lettura dei dati sulla
     presenza all’estero delle nostre aziende fatta
     da Ispi per Assolombarda. Paolo Magri, vice
     presidente esecutivo e direttore dell’Ispi, Istituto
     per gli Studi di Politica Internazionale, ha messo
     in luce nella sua analisi che i limiti per molte
     imprese derivano in primo luogo da uno scarso
     approfondimento della situazione di mercato che
     i paesi emergenti dimostrano. È vero che i piani
     di sviluppo delle imprese sono oggi orientati verso
     Cina, Russia e Brasile.
Paesi, però, che se fino a oggi
     hanno rappresentato la vera valvola di sfogo per l’eco-
     nomia europea ormai strozzata, presentano già i primi
     segnali di flessione in termini di inflazione e crescita.
     Ci sono altri confini da varcare, paesi che ancora
     non sono stati presi in considerazione dalle azien-
     de italiane. Lo sguardo, insomma, va spinto ancora
     oltre, verso paesi come Vietnam, Ghana, Indonesia,
     Malesia, Egitto, Ucraina dove potenzialità e “rischio
     paese” sono però ancora imprevisti. Imprenditori e
     manager non si possono muovere da soli, anche perché
     gli ostacoli sono tanti, ma il ricorso agli strumenti che

22     L’impresa n°5/2012
mercati


i diversi enti mettono a disposizione è davvero molto          Il nuovo ruolo dei professionisti
basso, sebbene spesso di qualità eccellenti. Sarà una          Un importante ruolo lo possono svolgere tutti i
ripetizione, ma gli italiani non hanno ancora imparato         professionisti che ruotano intorno alle imprese, e
a fare squadra e a utilizzare tutte le fonti di informa-       se su “L’Impresa” n. 4/2012 ci siamo occupati della
zione, i finanziamenti e le agevolazioni che sono a            consulenza, questa volta andiamo a indagare come
        disposizione. Chissà se la nuova Agenzia per           si stanno muovendo commercialisti e avvocati. Tra
                 la promozione all’estero e l’interna-         i primi, un’esperienza davvero interessante è quella
                        zionalizzazione delle imprese          progettata e avviata dall’Ordine dei dottori commer-
                              italiane nata dalle ceneri       cialisti ed esperti contabili di Venezia. «Riteniamo
                                    dell’Ice, soppresso nel    che il ruolo del commercialista debba evolvere verso
                                        luglio 2011, riusci-   una consulenza propositiva per aiutare l’imprendito-
                                            rà a catalizzare   re nella crescita e nello sviluppo – afferma Massimo
                                               l’attenzione    Miani, presidente dell’Ordine –. Dall’anno scorso
                                                  delle im-    abbiamo avviato una campagna di comunicazione ri-
                                                     prese.    volta a far conoscere i vari ambiti di competenza dei
                                                               commercialisti. Dopo una prima fase concentrata
                                                               nel cancellare alcuni luoghi comuni sulla nostra pro-
                                                               fessione, ora è partita la seconda che ha l’obiettivo
                                                               di “fare cultura”, ossia di descrivere compiutamente
                                                               le numerose attività di cui ci occupiamo. Il primo
                                                               momento è caratterizzato dallo slogan “Voglio fare
                                                               business all’estero”, accompagnato da una serie di
                                                                convegni volti a illustrare le opportunità di mercato
                                                                 offerte da alcuni paesi che si stanno distinguendo
                                                                  per la loro rapidità di sviluppo». Solo, infatti, pro-
                                                                   fessionisti preparati e informati possono davvero
                                                                    mettersi al fianco dell’imprenditore nell’esplora-
                                                                    re nuovi mercati. La professione sta cambiando,
                                                                     anche gli studi dei commercialisti devono aprir-
                                                                     si verso un orizzonte internazionale, cercando
                                                                      alleanze e partnership, aggregando diverse
                                                                      competenze e, di conseguenza, ampliando le
                                                                      dimensioni stesse degli studi professionali.
                                                                      È una sfida che devono raccogliere anche gli
                                                                      avvocati che offrono servizi alle imprese. Le
                                                                     esperienze che abbiamo raccolto sono di dupli-
                                                                     ce natura. Da una parte, chi si specializza per
                                                                     dare il massimo supporto alle aziende estere e,
                                                                    dall’altra, chi nasce internazionale per fornire
                                                                   un’assistenza a tutto tondo.

                                                                   Gli aspetti da valutare
                                                                «Molto spesso accade che vi sia una mancan-
                                                               za di conoscenza degli obblighi di legge, di tipo
                                                               economico-commerciale e di gestione che le aziende
                                                               hanno nei diversi paesi – afferma l’avvocato Ana
                                                               Fernández Gil, dello studio legale spagnolo Ana
                                                               Fernández & Geval specializzato nell’assistenza
                                                               delle aziende italiane che vogliono investire in Spa-
                                                               gna –. Questo accade sia perché le imprese italiane
                                                               presuppongono che funzioni in un modo simile al
                                                               sistema italiano, o perché in uno studio commerciale
                                                               non sono stati sollevati quesiti al riguardo. Proprio
                                                               per questi motivi, è necessario avere a disposizione
                                                               un team di professionisti che metta a disposizione le

                                                                                                    L’impresa n°5/2012     23
mercati


proprie conoscenze per le regole      Intervista a Aude Pouplier
commerciali, legali e ammini-
strative dei due paesi in modo
tale da avere una consulenza pre-
cisa e risposte circostanziate a
                                      Pmi troppo etnocentriche
qualunque domanda, per tutto          di Letizia Olivari
ciò che riguarda l’internaziona-
lizzazione delle imprese italiane
in terra iberica».                    Qual è l’approccio più corretto per un      Quando un’azienda italiana va all’este-
Secondo l’avvocato Cristi-            processo di internazionalizzazione?         ro ha una concezione etnocentrica,
na Gandolfi dell’area legale di       Internazionalizzarsi è ancora perce-        con due polarità o dalla sede si cerca
Irdnetconsulting, società che         pito come fenomeno esogeno: vado            di tenere tutto sotto controllo, oppure
opera come network per sup-           oltre confine per cogliere delle op-        le filiali vengono abbandonate a loro
portare le aziende italiane in        portunità. Si considera raramente che       stesse. In tutti e due i casi l’azienda
estremo e medio oriente, gli          il processo di internazionalizzazione       non si arricchisce delle esperienze,
aspetti da valutare sono diversi,     deve essere endogeno e inclusivo. Oc-       delle idee e dei diversi punti di vista
a seconda della tipologia di pre-     corre che tutti i settori aziendali ven-    che possono provenire dalle filiali. È
senza all’estero. «Nel comparto       gano rivisti in un’ottica internazionale,   tutta creatività che si perde. Un altro
industriale e produttivo mani-        a partire dai CdA, che sono per lo          cambiamento riguarda la multicultu-
fatturiero, il problema principale    più monoculturali. Si pensi all’inno-       ralità dei team di lavoro, è provato da
è rappresentato dalla necessità       vazione e sviluppo. Ci sono paesi nel       molti studi che le aziende che danno
di offrire produzioni sempre più      mondo con una ricerca di alto livello,      spazio alla diversità culturale e di ge-
qualificanti e innovative. Con-       si possono allacciare relazioni fina-       nere hanno performance più elevate.
siderato l’elevato investimento       lizzate al trasferimento di tecnologia.     Ma il cambiamento fa paura, la paura
e la necessità di acquisire nuo-      Non occorre sempre reinventare tutto.       genera chiusura.
ve quote di mercato, il primo         Un altro esempio: le aziende italiane si    Questo riguarda tutte le generazioni
passo è costituito, quindi, dal-      rivolgono in minima parte a fornitori       di imprenditori e manager?
la creazione di una sufficiente       all’estero, eppure potrebbero trovare in    C’è una grande parte di imprendi-
rete di vendita e spesso dalla        molte occasioni un ottimo rapporto          tori che ha avuto successo negli anni
produzione laddove il prodotto        qualità/prezzo. In poche parole, tutti i    passati con l’export, che non riesce a
verrà commercializzato. Diversa       processi organizzativi aziendali vanno      vedere questa necessità di cambia-
è, invece l’internazionalizzazione    orientati all’internazionalizzazione.       mento, altri che la capiscono ma per
di aziende italiane che entrino       Occorre quindi un cambiamento               l’età fanno fatica a modificare la loro
a far parte, a vario titolo, di       profondo della cultura aziendale?           strategia. Il problema, però, è che
strutture estere o già interna-       Le Pmi italiane spesso vivono con ti-       vedo anche tanti giovani ancorati a
zionalizzate. Quest’ipotesi non       more l’aprirsi all’estero. Credo che sia    vecchi schemi organizzativi. Le ri-
è necessariamente rappresentata       qui la radice dell’eccessiva omogeneità     sorse più predisposte vanno all’estero
dalla vendita pura e semplice a       delle aziende italiane che si riscontra a   e non tornano indietro. Il problema
un investitore, finanziario o in-     tutti i livelli. L’internazionalizzazione   nasce anche dal fatto che si utilizza-
dustriale, estero. In tale ipotesi    non deve essere una reazione alla crisi,    no ancora vecchi schemi di carriera,
le attenzioni principali devono       ma occorre avere una strategia (parola      nei quali difficilmente si chiede di
essere rivolte ai processi d’inte-    spesso tabù) supportata da un sistema       prendersi dei rischi.	                n
grazione». Uno degli aspetti più      di informazioni che ora è piuttosto
delicati in questo tipo di opera-     carente. Per esempio, l’innovazione
zioni è legato a tutta la gestione    tecnologica mondiale non è monito-
delle risorse umane sia sul fronte    rata. Troppe aziende non conoscono
organizzativo sia su quello delle     i propri concorrenti internazionali, sia
relazioni industriali e sindacali.    diretti sia quelli di sostituzione. Per
                                      non parlare poi delle informazioni sui
Cosa manca agli                       cambiamenti politici, regolamentari
imprenditori italiani                 ed economici. Senza informazioni si
«L’imprenditore italiano è cono-      perdono opportunità di lavoro e di
sciuto per le sue forti capacità di   finanziamento.
intuizione imprenditoriali e sa       E il cambiamento organizzativo, in
“annusare” i mercati − sottolinea     quale direzione deve andare?                     Aude Pouplier, presidente
                                                                                       Agre International

                                                                                                    L’impresa n°5/2012       25
mercati


l’avvocato Enrico Castaldi, dello studio      “Come” vanno le imprese?
Castaldi Mourre & Partners che ha un
                                              Le modalità di internazionalizzazione
gruppo di lavoro interamente dedicato
all’internazionalizzazione guidato dai
partner Steven Sprague, Gaspare Dori,                           Esportazioni                                                                                                94%

Marco Bianchi −. Gli esempi celebri                           Fornitori esteri                                                                   71%

non mancano certo. L’italiano ha (anco-             Uffici di rappresentanza                     13%

ra) una natura non arrogante e quindi sa                 Filiali/joint venture
                                              commerciali/assistenza tecnica
                                                                                             10%
entrare abbastanza rapidamente in sin-        Filiali/joint venture produttive          6%
                                                                                                                               (possibili più modalità)

tonia con altri contesti culturali. Quello       Centri di ricerca e sviluppo         3%
che spesso fanno difetto sono le capa-                                          0%         10%     20%        30%        40%    50%      60%         70%        80%      90%      100%
cità di pianificazione, di strutturazione
e la possibilità di porre risorse umane
sufficienti al servizio di un proget-
to d’internazionalizzazione». Concordi
tutti nell’affermare che è fondamentale
                                              “Dove” vanno le imprese?
per l’imprenditore capire il mercato e il                     Presenza 2011                                                        Sviluppo 2012-2014
                                                              (% imprese internazionalizzate)                                           (% imprese con piani di sviluppo)
contesto economico e sociale nel quale              Francia                                                   52%              25%                                    Cina
vuole essere presente. In questo quadro          Germania                                               46%                       23%                                 Russia

anche la funzione dell’avvocato va ben              Spagna                                 34%                                    23%                                 Brasile

oltre la verifica degli accordi e dei con-     Regno Unito                       24%                                                    19%                           Germania

                                                                                                                                        19%                           Usa
tratti e si spinge nel supporto fin dalle               Usa                     23%
                                                                                                                                             16%                      India
                                                   Svizzera                     23%
prime fasi del progetto. Accompagnare                  Cina
                                                                                                                                               14%                    Francia
                                                                          18%
i clienti nel percorso di internazionaliz-           Russia             16%
                                                                                                                                                     10%              Spagna

zazione, vuol dire per uno studio legale             Belgio         13%
                                                                                                                                                       9%             Regno Unito

saper parlare il loro linguaggio ed essere          Polonia         13%
                                                                                                                                                          8%          Turchia
                                                                                                                                                           7%         Polonia
consapevoli che la firma del contratto              Turchia        12%
                                                                                                   Asia                                                     6%        Argentina
non è la fine ma l’inizio. Con questa          Paesi Bassi        11%
                                                                                                   Europa                                                   6%        Emirati Arabi
                                                                  11%
prospettiva l’avvocato allora saprà indi-           Brasile                                        Africa                                                   6%        Arabia
                                                    Austria      10%                               America
care ai clienti i differenti “percorsi con-          Grecia      10%                               Oceania
                                                                                                                                                               5%     Svizzera
                                                                                                                                                                4%    Romania
trattuali” che possono essere utilizzati              India      10%                                                                                            4%    Austria
per raggiungere i loro obiettivi impren-          Romania        9%                                                                                             4%    Egitto
ditoriali, identificando i pro e i contro            Egitto      9%                                                                                             4%    Belgio

di ogni percorso. Quindi, strutturare il      Emirati Arabi      9%                                                                                             4%    Corea del Sud

percorso prescelto, identificando i pos-         Portogallo      9%                                                                                             4%    Ucraina

sibili ostacoli, rischi e anche “patologie”
contrattuali che si possono incontrare
per minimizzare i rischi legali e massi-      Gli ostacoli sulla via
mizzare la possibilità di raggiungere gli
obiettivi. «Non credo che la funzione
                                              dell’internazionalizzazione
dell’avvocato sia solo quella di verificare   Le maggiori difficoltà
se un accordo è conforme al diritto ap-                                Dimesione aziendale                                                                                      33%
plicabile, ma piuttosto quella di aiutare                                     Vincoli culturali                                                                       29%
la costruzione dell’accordo stesso – con-                           Costi di accesso elevati                                                                   26%
clude Castaldi –. Per fare la prima cosa                Scarsa conoscenza mercati esteri                                                       21%
è sufficiente una serie di verifiche con                            Scarsa assistenza enti                                        16%
lawyers locali. Per riuscire nella seconda                      Inaffidabilità partner locali                                          15%

ci vogliono esperienza e “culture aper-                         Instabilità paese ospitante                                      13%

te”. I responsabili del nostro gruppo di                      Credito bancario difficoltoso                              9%

lavoro sull’internazionalizzazione delle                          Inadeguatezza personale                           7%

imprese hanno esperienze decennali in                              Inadeguatezza strutture              2%

contesti culturali e giuridici differenti.     Insufficienti supporti informatici in azienda           1%

Credo che il maggior servizio che pro-                                   Scarsa connettività       0%

poniamo siano le professionalità e le                                           Altre difficoltà            10%

esperienze dei nostri avvocati».	        n
                                              Fonte: Ispi, Istituto per gli studi di politica internazionale – Assolombarda


                                                                                                                                              L’impresa n°5/2012                      27

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L'intervista alla Dott.ssa Pouplier: "PMI troppo etnocentriche"

  • 1. MERCATI INTERNAZIONALIZZAZIONE. Non basta fermarsi all’export, ci vuole una strategia globale Internazionali dentro e fuori “Andare all’estero” non deve essere una reazione alla crisi, ma un’azione pianificata e supportata dalle corrette informazioni. Ma non solo: tutti i processi aziendali devono entrare in un’ottica multiculturale di Letizia Olivari L’ internazionalizzazione delle aziende italiane è ancora legata in modo molto forte all’export e alla vecchia cara Europa. Questo lo scenario che emerge dalla lettura dei dati sulla presenza all’estero delle nostre aziende fatta da Ispi per Assolombarda. Paolo Magri, vice presidente esecutivo e direttore dell’Ispi, Istituto per gli Studi di Politica Internazionale, ha messo in luce nella sua analisi che i limiti per molte imprese derivano in primo luogo da uno scarso approfondimento della situazione di mercato che i paesi emergenti dimostrano. È vero che i piani di sviluppo delle imprese sono oggi orientati verso Cina, Russia e Brasile.
Paesi, però, che se fino a oggi hanno rappresentato la vera valvola di sfogo per l’eco- nomia europea ormai strozzata, presentano già i primi segnali di flessione in termini di inflazione e crescita. Ci sono altri confini da varcare, paesi che ancora non sono stati presi in considerazione dalle azien- de italiane. Lo sguardo, insomma, va spinto ancora oltre, verso paesi come Vietnam, Ghana, Indonesia, Malesia, Egitto, Ucraina dove potenzialità e “rischio paese” sono però ancora imprevisti. Imprenditori e manager non si possono muovere da soli, anche perché gli ostacoli sono tanti, ma il ricorso agli strumenti che 22 L’impresa n°5/2012
  • 2. mercati i diversi enti mettono a disposizione è davvero molto Il nuovo ruolo dei professionisti basso, sebbene spesso di qualità eccellenti. Sarà una Un importante ruolo lo possono svolgere tutti i ripetizione, ma gli italiani non hanno ancora imparato professionisti che ruotano intorno alle imprese, e a fare squadra e a utilizzare tutte le fonti di informa- se su “L’Impresa” n. 4/2012 ci siamo occupati della zione, i finanziamenti e le agevolazioni che sono a consulenza, questa volta andiamo a indagare come disposizione. Chissà se la nuova Agenzia per si stanno muovendo commercialisti e avvocati. Tra la promozione all’estero e l’interna- i primi, un’esperienza davvero interessante è quella zionalizzazione delle imprese progettata e avviata dall’Ordine dei dottori commer- italiane nata dalle ceneri cialisti ed esperti contabili di Venezia. «Riteniamo dell’Ice, soppresso nel che il ruolo del commercialista debba evolvere verso luglio 2011, riusci- una consulenza propositiva per aiutare l’imprendito- rà a catalizzare re nella crescita e nello sviluppo – afferma Massimo l’attenzione Miani, presidente dell’Ordine –. Dall’anno scorso delle im- abbiamo avviato una campagna di comunicazione ri- prese. volta a far conoscere i vari ambiti di competenza dei commercialisti. Dopo una prima fase concentrata nel cancellare alcuni luoghi comuni sulla nostra pro- fessione, ora è partita la seconda che ha l’obiettivo di “fare cultura”, ossia di descrivere compiutamente le numerose attività di cui ci occupiamo. Il primo momento è caratterizzato dallo slogan “Voglio fare business all’estero”, accompagnato da una serie di convegni volti a illustrare le opportunità di mercato offerte da alcuni paesi che si stanno distinguendo per la loro rapidità di sviluppo». Solo, infatti, pro- fessionisti preparati e informati possono davvero mettersi al fianco dell’imprenditore nell’esplora- re nuovi mercati. La professione sta cambiando, anche gli studi dei commercialisti devono aprir- si verso un orizzonte internazionale, cercando alleanze e partnership, aggregando diverse competenze e, di conseguenza, ampliando le dimensioni stesse degli studi professionali. È una sfida che devono raccogliere anche gli avvocati che offrono servizi alle imprese. Le esperienze che abbiamo raccolto sono di dupli- ce natura. Da una parte, chi si specializza per dare il massimo supporto alle aziende estere e, dall’altra, chi nasce internazionale per fornire un’assistenza a tutto tondo. Gli aspetti da valutare «Molto spesso accade che vi sia una mancan- za di conoscenza degli obblighi di legge, di tipo economico-commerciale e di gestione che le aziende hanno nei diversi paesi – afferma l’avvocato Ana Fernández Gil, dello studio legale spagnolo Ana Fernández & Geval specializzato nell’assistenza delle aziende italiane che vogliono investire in Spa- gna –. Questo accade sia perché le imprese italiane presuppongono che funzioni in un modo simile al sistema italiano, o perché in uno studio commerciale non sono stati sollevati quesiti al riguardo. Proprio per questi motivi, è necessario avere a disposizione un team di professionisti che metta a disposizione le L’impresa n°5/2012 23
  • 3. mercati proprie conoscenze per le regole Intervista a Aude Pouplier commerciali, legali e ammini- strative dei due paesi in modo tale da avere una consulenza pre- cisa e risposte circostanziate a Pmi troppo etnocentriche qualunque domanda, per tutto di Letizia Olivari ciò che riguarda l’internaziona- lizzazione delle imprese italiane in terra iberica». Qual è l’approccio più corretto per un Quando un’azienda italiana va all’este- Secondo l’avvocato Cristi- processo di internazionalizzazione? ro ha una concezione etnocentrica, na Gandolfi dell’area legale di Internazionalizzarsi è ancora perce- con due polarità o dalla sede si cerca Irdnetconsulting, società che pito come fenomeno esogeno: vado di tenere tutto sotto controllo, oppure opera come network per sup- oltre confine per cogliere delle op- le filiali vengono abbandonate a loro portare le aziende italiane in portunità. Si considera raramente che stesse. In tutti e due i casi l’azienda estremo e medio oriente, gli il processo di internazionalizzazione non si arricchisce delle esperienze, aspetti da valutare sono diversi, deve essere endogeno e inclusivo. Oc- delle idee e dei diversi punti di vista a seconda della tipologia di pre- corre che tutti i settori aziendali ven- che possono provenire dalle filiali. È senza all’estero. «Nel comparto gano rivisti in un’ottica internazionale, tutta creatività che si perde. Un altro industriale e produttivo mani- a partire dai CdA, che sono per lo cambiamento riguarda la multicultu- fatturiero, il problema principale più monoculturali. Si pensi all’inno- ralità dei team di lavoro, è provato da è rappresentato dalla necessità vazione e sviluppo. Ci sono paesi nel molti studi che le aziende che danno di offrire produzioni sempre più mondo con una ricerca di alto livello, spazio alla diversità culturale e di ge- qualificanti e innovative. Con- si possono allacciare relazioni fina- nere hanno performance più elevate. siderato l’elevato investimento lizzate al trasferimento di tecnologia. Ma il cambiamento fa paura, la paura e la necessità di acquisire nuo- Non occorre sempre reinventare tutto. genera chiusura. ve quote di mercato, il primo Un altro esempio: le aziende italiane si Questo riguarda tutte le generazioni passo è costituito, quindi, dal- rivolgono in minima parte a fornitori di imprenditori e manager? la creazione di una sufficiente all’estero, eppure potrebbero trovare in C’è una grande parte di imprendi- rete di vendita e spesso dalla molte occasioni un ottimo rapporto tori che ha avuto successo negli anni produzione laddove il prodotto qualità/prezzo. In poche parole, tutti i passati con l’export, che non riesce a verrà commercializzato. Diversa processi organizzativi aziendali vanno vedere questa necessità di cambia- è, invece l’internazionalizzazione orientati all’internazionalizzazione. mento, altri che la capiscono ma per di aziende italiane che entrino Occorre quindi un cambiamento l’età fanno fatica a modificare la loro a far parte, a vario titolo, di profondo della cultura aziendale? strategia. Il problema, però, è che strutture estere o già interna- Le Pmi italiane spesso vivono con ti- vedo anche tanti giovani ancorati a zionalizzate. Quest’ipotesi non more l’aprirsi all’estero. Credo che sia vecchi schemi organizzativi. Le ri- è necessariamente rappresentata qui la radice dell’eccessiva omogeneità sorse più predisposte vanno all’estero dalla vendita pura e semplice a delle aziende italiane che si riscontra a e non tornano indietro. Il problema un investitore, finanziario o in- tutti i livelli. L’internazionalizzazione nasce anche dal fatto che si utilizza- dustriale, estero. In tale ipotesi non deve essere una reazione alla crisi, no ancora vecchi schemi di carriera, le attenzioni principali devono ma occorre avere una strategia (parola nei quali difficilmente si chiede di essere rivolte ai processi d’inte- spesso tabù) supportata da un sistema prendersi dei rischi. n grazione». Uno degli aspetti più di informazioni che ora è piuttosto delicati in questo tipo di opera- carente. Per esempio, l’innovazione zioni è legato a tutta la gestione tecnologica mondiale non è monito- delle risorse umane sia sul fronte rata. Troppe aziende non conoscono organizzativo sia su quello delle i propri concorrenti internazionali, sia relazioni industriali e sindacali. diretti sia quelli di sostituzione. Per non parlare poi delle informazioni sui Cosa manca agli cambiamenti politici, regolamentari imprenditori italiani ed economici. Senza informazioni si «L’imprenditore italiano è cono- perdono opportunità di lavoro e di sciuto per le sue forti capacità di finanziamento. intuizione imprenditoriali e sa E il cambiamento organizzativo, in “annusare” i mercati − sottolinea quale direzione deve andare? Aude Pouplier, presidente Agre International L’impresa n°5/2012 25
  • 4. mercati l’avvocato Enrico Castaldi, dello studio “Come” vanno le imprese? Castaldi Mourre & Partners che ha un Le modalità di internazionalizzazione gruppo di lavoro interamente dedicato all’internazionalizzazione guidato dai partner Steven Sprague, Gaspare Dori, Esportazioni 94% Marco Bianchi −. Gli esempi celebri Fornitori esteri 71% non mancano certo. L’italiano ha (anco- Uffici di rappresentanza 13% ra) una natura non arrogante e quindi sa Filiali/joint venture commerciali/assistenza tecnica 10% entrare abbastanza rapidamente in sin- Filiali/joint venture produttive 6% (possibili più modalità) tonia con altri contesti culturali. Quello Centri di ricerca e sviluppo 3% che spesso fanno difetto sono le capa- 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% cità di pianificazione, di strutturazione e la possibilità di porre risorse umane sufficienti al servizio di un proget- to d’internazionalizzazione». Concordi tutti nell’affermare che è fondamentale “Dove” vanno le imprese? per l’imprenditore capire il mercato e il Presenza 2011 Sviluppo 2012-2014 (% imprese internazionalizzate) (% imprese con piani di sviluppo) contesto economico e sociale nel quale Francia 52% 25% Cina vuole essere presente. In questo quadro Germania 46% 23% Russia anche la funzione dell’avvocato va ben Spagna 34% 23% Brasile oltre la verifica degli accordi e dei con- Regno Unito 24% 19% Germania 19% Usa tratti e si spinge nel supporto fin dalle Usa 23% 16% India Svizzera 23% prime fasi del progetto. Accompagnare Cina 14% Francia 18% i clienti nel percorso di internazionaliz- Russia 16% 10% Spagna zazione, vuol dire per uno studio legale Belgio 13% 9% Regno Unito saper parlare il loro linguaggio ed essere Polonia 13% 8% Turchia 7% Polonia consapevoli che la firma del contratto Turchia 12% Asia 6% Argentina non è la fine ma l’inizio. Con questa Paesi Bassi 11% Europa 6% Emirati Arabi 11% prospettiva l’avvocato allora saprà indi- Brasile Africa 6% Arabia Austria 10% America care ai clienti i differenti “percorsi con- Grecia 10% Oceania 5% Svizzera 4% Romania trattuali” che possono essere utilizzati India 10% 4% Austria per raggiungere i loro obiettivi impren- Romania 9% 4% Egitto ditoriali, identificando i pro e i contro Egitto 9% 4% Belgio di ogni percorso. Quindi, strutturare il Emirati Arabi 9% 4% Corea del Sud percorso prescelto, identificando i pos- Portogallo 9% 4% Ucraina sibili ostacoli, rischi e anche “patologie” contrattuali che si possono incontrare per minimizzare i rischi legali e massi- Gli ostacoli sulla via mizzare la possibilità di raggiungere gli obiettivi. «Non credo che la funzione dell’internazionalizzazione dell’avvocato sia solo quella di verificare Le maggiori difficoltà se un accordo è conforme al diritto ap- Dimesione aziendale 33% plicabile, ma piuttosto quella di aiutare Vincoli culturali 29% la costruzione dell’accordo stesso – con- Costi di accesso elevati 26% clude Castaldi –. Per fare la prima cosa Scarsa conoscenza mercati esteri 21% è sufficiente una serie di verifiche con Scarsa assistenza enti 16% lawyers locali. Per riuscire nella seconda Inaffidabilità partner locali 15% ci vogliono esperienza e “culture aper- Instabilità paese ospitante 13% te”. I responsabili del nostro gruppo di Credito bancario difficoltoso 9% lavoro sull’internazionalizzazione delle Inadeguatezza personale 7% imprese hanno esperienze decennali in Inadeguatezza strutture 2% contesti culturali e giuridici differenti. Insufficienti supporti informatici in azienda 1% Credo che il maggior servizio che pro- Scarsa connettività 0% poniamo siano le professionalità e le Altre difficoltà 10% esperienze dei nostri avvocati». n Fonte: Ispi, Istituto per gli studi di politica internazionale – Assolombarda L’impresa n°5/2012 27