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Dedicato al futuro dei miei figli.




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SENATO DELLA REPUBBLICA ITALIANA

Scheda parlamentare del Senatore: ROBUSTI GIOVANNI
XII LEGISLATURA (1994/1996)

Dati biografici ed elettorali

Nato il 1951/12/27 a Piadena (Cremona), residente a Torre de’ Picenardi
(Cremona); Imprenditore.

Eletto nel Collegio di Casalmaggiore - Viadana (Lombardia) il
1994/03/27, proclamato il 1994/04/01, convalida del 1994/09/22.

Incarichi ed uffici ricoperti

Membro della Commissione Permanente Agricoltura e produzione agroali-
mentare dal 1994/05/31 al 1996/05/08.
Membro della Commissione d’inchiesta sull’AIMA dal 1995/09/26 al
1996/05/08.
Presidente della Commissione d’inchiesta sull’AIMA dal 1995/11/16 al
1996/05/08.

Membro del Gruppo Lega Nord dal 1994/04/18 al 1996/05/08.

Attivita’ di presidenza in Commissione

Ha presieduto, integralmente o parzialmente, le seguenti sedute della
Commissione d’inchiesta sull’AIMA il 95/11/16 (P), il 95/12/13 (A),il 96/01/16 (P),
il 96/01/24 (P), il 96/01/31 (P), il 96/02/07 (P), il 96/02/13 (P), il 96/02/28 (P).


ATTIVITA’ LEGISLATIVA

Iniziativa legislativa

Ha presentato come primo firmatario i DDL:

- S0603: Istituzione dell’Ente per gli interventi sul mercato agricolo EIMA
- S0619: Istituzione di una Commissione parlamentare d’inchiesta
  sull’Azienda di Stato per gli interventi nel mercato agricolo (AIMA)
  (Ritirato).

                                         5
- S0631: Modifiche alla legge 26 gennaio 1978, n. 14, in materia di parere
  parlamentare sulle nomine in enti pubblici
- S0715: Gestione di ammasso dei prodotti agricoli
- S0772: Istituzione di una Commissione parlamentare d’ inchiesta sulla
  Federazione italiana dei consorzi agrari ( Federconsorzi )
- S0982: Nuove norme in materia di produzione, commercializzazione,
  vendita ed uso dei presidi fitosanitari
- S1007: Modifiche all’ordinamento dei consorzi agrari
- S1022: Norme per favorire l’impiego di biocarburanti di provenienza agri-
  cola a fine autotrazione e riscaldamento civile
- S1064: Modifica parziale del regime delle quote latte
- S1559: Norme relative alla legge pluriennale di spesa per l’agricoltura
- S1650: Riordino del sistema lattiero, disposizioni per l’applicazione del
  regolamento CEE 3950/92 e abrogazione della legge 26 novembre 1992,
  n. 468
- S1651: Revisione dell’imposizione fiscale gravante su alcuni consumi
  energetici degli insediamenti rurali sparsi
- S1661: Istituzione dell’Ente per la ricerca scientifica, tecnologica ed eco-
  nomica agroalimentare e forestale ( ERSTEAF )
- S1975: Norme per il riordino dell’UNIRE ed il rilancio del settore dell’ippica

Ha presentato come cofirmatario i DDL:
S0507, S0678, S0681, S0682, S0698, S0728,        S0755, S0874, S0884,
S0893, S0910, S0918, S0952, S1036, S1039,        S1126, S1210, S1231,
S1304, S1361, S1376, S1395, S1418, S1438,        S1439, S1474, S1483,
S1486, S1542, S1543, S1549, S1604, S1616,        S1639, S1655, S1658,
S1670, S1671, S1754, S1763, S1765, S1796,        S1847, S1853, S1923,
S1938, S1962, S1983, S2021, S2027, S2028,        S2029, S2095, S2131,
S2216, S2255, S2288, S2360, S2384, S2543.

Attivita’ di relatore

È stato relatore sui DDL:
- S0715: “Gestione di ammasso dei prodotti agricoli” relatore alla
  Commissione 9^ (Agricoltura e produzione agroalimentare).
- S1486: “Norme per l’uso dei traccianti di evidenziazione nella produzione
  e commercializzazione di latte in polvere ad uso zootecnico” relatore alla
  Commissione 9^ (Agricoltura e produzione agroalimentare).
- S1666: “Differimento di termini previsti da disposizioni legislative nel set-
  tore agricolo ed altre disposizioni urgenti in materia” relatore alla
  Commissione 9^ (Agricoltura e produzione agroalimentare).

                                       6
Interventi su ddl

È intervenuto sui disegni di legge:
- S0048: “Norme sulle denominazioni di origini protette, sulle indicazioni
   geografiche protette e sulle attestazioni di specificita’ dei prodotti agricoli
   e agro - alimentari e adeguamento della materia alle disposizioni comuni-
   tarie” Nella Commissione 9^ (Agricoltura): in sede referente il 95/02/07
   (discussione congiunta con S0403), il 95/03/22, il 95/03/23; in sede deli-
   berante il 95/05/17, il 95/05/23, il 95/06/13; per dichiarazione di voto: il
   95/06/13 (favorevole a nome del Gruppo).
- S0158: “Modifica al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre
   1972, n. 633, in materia di IVA zootecnica” Nella Commissione 9^
   (Agricoltura): in sede consultiva il 94/07/06, il 94/07/07.
- S0211: “Conversione in legge del decreto-legge 29 aprile 1994, n.264,
   recante gestione di ammasso dei prodotti agricoli e campagne di com-
   mercializzazione del grano per gli anni 1962 - 1963 e 1963 -1964” Nella
   Commissione 9^ (Agricoltura): in sede referente il 94/06/22. In
   Assemblea: su questioni procedurali: il 94/06/22.
- S0232: “Conversione in legge del decreto-legge 6 maggio 1994, n.271,
   recante disposizioni urgenti per le Forze di polizia” Nella Commissione 9^
   (Agricoltura): in sede consultiva il 94/06/28.
- S0252: “Norme sulle caratteristiche merceologiche dei carburanti e per
   incentivare la diffusione di veicoli e carburanti a un minore tasso di inqui-
   namento ambientale. Norme in materia di sicurezza dei veicoli a motore”
   Nella Commissione 9^ (Agricoltura): in sede consultiva il 94/07/20.
- S0281: “Disposizioni per il riordino del settore della produzione dell’uva
   da tavola” Nella Commissione 9^ (Agricoltura): in sede referente il
   94/09/28.
- S0282: “Nuove norme in materia di scarichi dei frantoi oleari” Nella
   Commissione 9^ (Agricoltura): in sede referente il 95/11/22 (discussione
   congiunta con S1181 S1197).
- S0336: “Conversione in legge del decreto-legge 25 maggio 1994, n.314,
   recante istituzione dell’Ente per gli interventi nel mercato agricolo - E. I.
   M. A. “ Nella Commissione 9^ (Agricoltura): in sede referente il 94/07/06,
   il 94/07/19 (discussione congiunta con S0480).
- S0430: “Conversione in legge del decreto-legge 15 giugno 1994, n. 377,
   recante disposizioni urgenti per fronteggiare gli incendi boschivi sul terri-
   torio nazionale” Nella Commissione 9^ (Agricoltura): in sede consultiva il
   94/07/06.
- S0480: “Istituzione dell’ente per gli interventi nel mercato agricolo” Nella
   Commissione 9^ (Agricoltura): in sede referente il 94/09/07 (discussione

                                        7
congiunta con S0336), il 94/10/19 (discussione congiunta con S0603
    S0900), il 94/10/25, il 94/11/02, il 94/11/03, il 94/11/08, il 94/11/09, il
    94/11/16, il 94/11/23, il 94/12/15 (discussione congiunta con S0603
    S1175), il 95/02/08.
-   S0515: “Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 11 agosto 1993,
    n. 375, relativo alla razionalizzazione dei sistemi di accertamento dei
    lavoratori dell’agricoltura e dei relativi contributi” Nella Commissione 9^
    (Agricoltura): in sede referente il 95/02/14 (discussione congiunta con
    S0726).
-   S0526: “Conversione in legge del decreto-legge 30 giugno 1994, n.423,
    recante gestione di ammasso dei prodotti agricoli e campagne di com-
    mercializzazione del grano per gli anni 1962 - 1963 e 1963 - 1964” Nella
    Commissione 9^ (Agricoltura): in sede referente il 94/07/26. In
    Assemblea: in sede di discussione generale: il 94/08/01 (su OdG); in
    sede di esame degli articoli: il 94/08/01; per dichiarazione di voto: il
    94/08/01 (contrario a titolo personale).
-   S0568: “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31
    maggio 1994, n. 332, recante norme per l’accelerazione delle procedure
    di dismissione di partecipazioni dello Stato e degli enti pubblici in societa’
    per azioni” Nella Commissione 9^ (Agricoltura): in sede consultiva il
    94/07/20.
-   S0588: “Conversione in legge del decreto-legge 30 maggio 1994, n. 323,
    recante disposizioni urgenti per la campagna lattiero -casearia 1994 -
    1995” Nella Commissione 9^ (Agricoltura): in sede referente il 94/07/21.
    In Assemblea: in sede di discussione generale: il 94/07/21 (su OdG).
-   S0631: “Modifiche alla legge 26 gennaio 1978, n. 14, in materia di pare-
    re parlamentare sulle nomine in enti pubblici” In Assemblea: su questioni
    procedurali: il 94/08/02.
-   S0679: “Conversione in legge del decreto-legge 25 luglio 1994, n. 464,
    recante istituzione dell’Ente per gli interventi nel mercato agricolo - EIMA”
    Nella Commissione 1^ (Affari Costituzionali): in sede consultiva il
    94/08/01. In Assemblea: su questioni procedurali: il 94/08/03.
-   S0715: “Gestione di ammasso dei prodotti agricoli” (relatore) Nella
    Commissione 9^ (Agricoltura): in sede referente il 94/11/22, il 95/02/22, il
    95/03/09.
-   S0809: “Ratifica ed esecuzione degli Atti finali concernenti i risultati dei
    negoziati dell’Uruguay Round, adottati a Marrakech il 15 aprile 1994”
    Nella Commissione 9^ (Agricoltura): in sede consultiva il 94/10/06, il
    94/10/11. In Assemblea: in sede di discussione generale: il 94/10/18 (su
    OdG); per dichiarazione di voto: il 94/10/19 (favorevole a nome del
    Gruppo).

                                         8
- S0840: “Modifiche all’ordinamento dei consorzi agrari” Nella
  Commissione 9^ (Agricoltura): in sede referente il 95/04/26 (discussione
  congiunta con S1007 S1489), il 95/09/19.
- S0865: “Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta
  sull’Azienda di Stato per gli interventi nel mercato agricolo (AIMA)” Nella
  Commissione 9^ (Agricoltura): in sede referente il 94/10/05. In
  Assemblea: in sede di discussione generale: il 95/05/18; per dichiarazio-
  ne di voto: il 95/05/18 (favorevole a nome del Gruppo).
- S1022: “Norme per favorire l’impiego di biocarburanti di provenienza agri-
  cola a fine autotrazione e riscaldamento civile” Nella Commissione 9^
  (Agricoltura): in sede consultiva il 95/02/14, il 95/02/22.
- S1105: “Conversione in legge del decreto-legge 7 novembre 1994, n.
  621, recante attuazione di regolamenti comunitari relativi alla riforma della
  politica agricola comune” Nella Commissione 9^ (Agricoltura): in sede
  referente il 94/11/15. In Assemblea: per dichiarazione di voto: il 94/11/23
  (favorevole a nome del Gruppo).
- S1117: “Conversione in legge del decreto-legge 9 novembre 1994, n. 624,
  recante interventi urgenti a favore delle zone colpite dalle eccezionali
  avversita’ atmosferiche e dagli eventi alluvionali nella prima decade del
  mese di novembre 1994” Nella Commissione 9^ (Agricoltura): in sede
  consultiva il 94/11/15.
- S1158: “Misure di razionalizzazione della finanza pubblica” Nella
  Commissione 9^ (Agricoltura): in sede consultiva il 94/11/29. In
  Assemblea: in sede di esame degli articoli: il 94/12/15 (discussione con-
  giunta con S1162 S1163), il 94/12/16 (per illustrazione emendamenti), il
  94/12/17.
- S1162: “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale
  dello Stato ( legge finanziaria 1995 )” Nella Commissione 9^ (Agricoltura):
  in sede consultiva il 94/11/30 (discussione congiunta con S1163).
- S1170: “Conversione in legge del decreto-legge 24 novembre 1994, n.
  646, recante interventi urgenti a favore delle zone colpite dalle eccezio-
  nali avversita’ atmosferiche e dagli eventi alluvionali nella prima decade
  del mese di novembre 1994” Nella Commissione 9^ (Agricoltura): in sede
  consultiva il 94/12/07.
- S1384: “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 23
  dicembre 1994, n. 727, recante norme per l’avvio degli interventi pro-
  grammati in agricoltura e per il rientro della produzione lattiera nella quota
  comunitaria” Nella Commissione 9^ (Agricoltura): in sede referente il
  95/02/21. In Assemblea: per dichiarazione di voto: il 95/02/22 (di asten-
  sione a nome del Gruppo).
- S1386-B: “Modifiche agli articoli 291 e 294 del codice di procedura pena-

                                       9
le, in materia di applicazione delle misure cautelari” In Assemblea: su
    questioni procedurali: il 95/08/03.
-   S1409: “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31
    gennaio 1995, n. 30, recante misure urgenti per la ripresa della pesca e
    dell’acquacoltura colpite dall’emergenza ambientale dell’ottobre 1994”
    Nella Commissione 9^ (Agricoltura): in sede referente il 95/03/14. In
    Assemblea: in sede di discussione generale: il 95/03/16; per dichiarazio-
    ne di voto: il 95/03/16 (contrario a nome del Gruppo).
-   S1416: “Conversione in legge del decreto-legge 23 febbraio 1995, n. 41,
    recante misure urgenti per il risanamento della finanza pubblica e per l’oc-
    cupazione nelle aree depresse” Nella Commissione 9^ (Agricoltura): in
    sede consultiva il 95/03/01. In Assemblea: in sede di esame degli artico-
    li: il 95/03/07.
-   S1476: “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 21
    gennaio 1995, n. 21, recante interventi per il settore dell’ autotrasporto di
    cose per conto terzi” In Assemblea: per dichiarazione di voto: il 95/03/16
    (favorevole a nome del Gruppo).
-   S1486: “Norme per l’uso dei traccianti di evidenziazione nella produzione
    e commercializzazione di latte in polvere ad uso zootecnico” (relatore)
    Nella Commissione 9^ (Agricoltura): in sede referente il 95/04/27, il
    95/05/02.
-   S1500: “Conversione in legge del decreto-legge 8 febbraio 1995, n. 32,
    recante disposizioni urgenti per accelerare la concessione delle agevola-
    zioni alle attivita’ gestite dalla soppressa Agenzia per la promozione dello
    sviluppo del Mezzogiorno, per la sistemazione del relativo personale,
    nonche’ per l’avvio dell’intervento ordinario nelle aree depresse del terri-
    torio nazionale” In Assemblea: per dichiarazione di voto: il 95/04/05 (con-
    trario in dissenso dal Gruppo).
-   S1551: “Conversione in legge del decreto-legge 27 marzo 1995, n. 87,
    recante istituzione dell’Ente per gli interventi nel mercato agricolo - E. I.
    M. A. “ Nella Commissione 9^ (Agricoltura): in sede referente il 95/04/06.
    In Assemblea: in sede di discussione generale: il 95/05/17; in sede di
    esame degli articoli: il 95/05/17, il 95/05/18, il 95/05/23 (per illustrazione
    emendamenti).
-   S1568: “Riorganizzazione della sperimentazione agraria ed istituzione
    dell’Ente nazionale per la ricerca agricola, alimentare e forestale ( E. N.
    R. A. A. F. )” Nella Commissione 9^ (Agricoltura): in sede referente il
    95/07/26 (discussione congiunta con S1661).
-   S1600: “Disposizioni per l’adempimento di obblighi derivanti dall’apparte-
    nenza dell’Italia alle Comunita’ europee - legge comunitaria 1994” Nella
    Commissione 9^ (Agricoltura): in sede consultiva il 95/05/10, il 95/05/16.

                                        10
Nella Commissione 1^ (Affari Costituzionali): in sede referente il 95/07/19,
    il 95/07/20. In Assemblea: in sede di esame degli articoli: il 95/11/28.
-   S1600-B: “Disposizioni per l’adempimento di obblighi derivanti dall’appar-
    tenenza dell’Italia alle Comunita’ europee - legge comunitaria 1994” In
    Assemblea: in sede di esame degli articoli: il 96/01/24.
-   S1624: “Conversione in legge del decreto-legge 7 aprile 1995, n. 109,
    recante proroga di termini a favore dei soggetti residenti nelle zone colpi-
    te dagli eventi alluvionali del novembre 1994 e disposizioni integrative del
    decreto-legge 23 febbraio 1995, n. 41, convertito, con modificazioni, dalla
    legge 22 marzo 1995, n. 85” In Assemblea: in sede di esame degli artico-
    li: il 95/05/25 (su OdG).
-   S1650: “Riordino del sistema lattiero, disposizioni per l’applicazione del
    regolamento CEE 3950/92 e abrogazione della legge 26 novembre 1992,
    n. 468” Nella Commissione 9^ (Agricoltura): in sede referente il 95/07/27
    (discussione congiunta con S1891), il 95/09/13, il 95/09/26 (discussione
    congiunta con S1891 S1987 S2015), il 95/09/27, il 95/09/28, il 95/11/29,
    il 95/12/12, il 95/12/21.
-   S1666: “Differimento di termini previsti da disposizioni legislative nel set-
    tore agricolo ed altre disposizioni urgenti in materia” (relatore)Nella
    Commissione 9^ (Agricoltura): in sede deliberante il 95/06/15, il 95/06/27,
    il 95/07/12, il 95/07/26, il 95/08/02, il 95/10/05.
-   S1729: “Celebrazione del bicentenario della Repubblica Napoletana del
    1799” Nella Commissione 9^ (Agricoltura): in sede consultiva il 95/08/03.
    - S1770: “Conversione in legge del decreto-legge 26 maggio 1995, n.
    192, recante istituzione dell’Ente per gli interventi nel mercato agricolo -
    E. I. M. A e disciplina transitoria della sua attivita’” Nella Commissione 1^
    (Affari Costituzionali): in sede consultiva il 95/05/30. In Assemblea: su
    questioni procedurali: il 95/06/01.
-   S1814: “Organizzazione e funzionamento dell’Ente per gli interventi nel
    mercato agricolo - E. I. M. A. “ Nella Commissione 9^ (Agricoltura): in
    sede referente il 95/06/15, il 95/06/20, il 95/06/22, il 95/07/04, il 95/07/05,
    il 95/07/11.
-   S1954: “Conversione in legge del decreto-legge 14 luglio 1995, n. 281,
    recante attuazione del fermo biologico della pesca nel 1995” Nella
    Commissione 9^ (Agricoltura): in sede referente il 95/07/26.
-   S2005: “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30
    giugno 1995, n. 261, recante disposizioni urgenti in materia di assistenza
    farmaceutica e di sanita’” Nella Commissione 9^ (Agricoltura): in sede
    consultiva il 95/08/02.
-   S2019: “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 1996 e
    bilancio pluriennale per il triennio 1996 - 1998” Nella Commissione 9^

                                        11
(Agricoltura): in sede consultiva il 95/10/12 (discussione congiunta con
    S2019-BIS S2156). Nella Commissione 5^ (Bilancio): in sede referente il
    95/11/01 (discussione congiunta con S2019-BIS S2156).
-   S2056: “Conversione in legge del decreto-legge 3 agosto 1995, n. 325,
    recante disposizioni per l’attuazione dei regolamenti comunitari relativi
    alla riforma della politica agricola comune per l’anno 1995” Nella
    Commissione 9^ (Agricoltura): in sede referente il 95/09/21. In
    Assemblea: per dichiarazione di voto: il 95/09/21 (favorevole a nome del
    Gruppo).
-   S2157: “Misure di razionalizzazione della finanza pubblica” Nella
    Commissione 9^ (Agricoltura): in sede consultiva il 95/10/12. Nella
    Commissione 5^ (Bilancio): in sede referente il 95/11/01 (discussione
    congiunta con voto regionale 0042). In Assemblea: in sede di discussio-
    ne generale: il 95/11/08 (su OdG) (discussione congiunta con S2019
    S2019-BIS S2156); in sede di esame degli articoli: il 95/11/09 (per illustra-
    zione emendamenti), il 95/11/13, il 95/11/14, il 95/11/15, il 95/11/16, il
    95/11/17 (su OdG).
-   S2157-B: “Misure di razionalizzazione della finanza pubblica” Nella
    Commissione 9^ (Agricoltura): in sede consultiva il 95/12/21.
-   S2169: “Conversione in legge del decreto-legge 1 settembre 1995, n.
    370, recante trasferimento all’AIMA di fondi per corrispondere agli impe-
    gni nei confronti dell’Unione europea, relativi ai prelievi nel settore lattie-
    ro - caseario” Nella Commissione 9^ (Agricoltura): in sede referente il
    95/10/18, il 95/10/19, il 95/10/24. In Assemblea: in sede di discussione
    generale: il 95/10/25; per dichiarazione di voto: il 95/10/25 (favorevole a
    nome del Gruppo).
-   S2230: “Conversione in legge del decreto-legge 27 ottobre 1995, n. 446,
    recante differimento di termini previsti da disposizioni legislative in mate-
    ria di interventi in campo economico e sociale” Nella Commissione 9^
    (Agricoltura): in sede consultiva il 95/11/08, il 95/11/14, il 95/11/22.
-   S2298: “Conversione in legge del decreto-legge 20 novembre 1995, n.
    492, recante disposizioni urgenti per il risanamento dei siti industriali del-
    l’area di Bagnoli” In Assemblea: in sede di esame degli articoli: il 96/01/18.
-   S2478: “Conversione in legge del decreto-legge 19 gennaio 1996, n. 26,
    recante rifinanziamento degli interventi programmati in agricoltura di cui
    al decreto-legge 23 dicembre 1994, n. 727, convertito, con modificazioni,
    dalla legge 24 febbraio 1995, n. 46” Nella Commissione 9^ (Agricoltura):
    in sede referente il 96/02/14, il 96/02/21. In Assemblea: su questioni pro-
    cedurali: il 96/03/13; in sede di discussione generale: il 96/03/13 (su
    OdG); per dichiarazione di voto: il 96/03/13 (favorevole a nome del
    Gruppo).

                                        12
- S2495: “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 4
  dicembre 1995, n. 518, recante interventi urgenti nei settori agricoli” Nella
  Commissione 9^ (Agricoltura): in sede referente il 96/01/31. In
  Assemblea: in sede di discussione generale: il 96/02/01.
- S2518: “Conversione in legge del decreto-legge 31 gennaio 1996, n. 41,
  recante interventi urgenti nei settori agricoli” Nella Commissione 9^
  (Agricoltura): in sede referente il 96/02/13.


ATTIVITA’ NON LEGISLATIVA (PRESENTAZIONE DI DOCUMENTI)

Atti di indirizzo e di sindacato ispettivo; rapporto di fiducia
Ha presentato come primo firmatario la mozione: n° 0052 su AZIENDE
CREDITIZIE IN PROVINCIA DI MANTOVA il 95/02/09; n° 0106 su AIMA il
95/06/21.
Ha presentato come cofirmatario la mozione: n° 0025 su QUOTE-LATTE
REGIONE SICILIA il 94/09/29; n° 0030 su CONFLITTO POTERI STATO il
94/10/12; n° 0064 su POTERI DI CONTROLLO SU FERROVIE DELLO
STATO il 95/03/22; n° 0079 su INTERVENTI PER LA ZOOTECNIA il
95/05/17; n° 0098 su INTERVENTI PER ALLEVAMENTI BOVINI DA
CARNE il 95/06/14; n° 0159 su CANCELLAZIONE PROGRAMMA AGRI-
COLTURA RADIO UNO il 95/10/12; n° 0165 su REALIZZAZIONE TRAFO-
RO BRENNERO il 95/11/15.

Ha presentato come primo firmatario la interpellanza: n° 0160 ai Ministri
Risorse agricole, Unione europea il 94/11/03; n° 0182 ai Ministri Pres. del
Consiglio, Risorse agricole il 94/11/24 (svolta il 94/11/25). Ha presentato
come cofirmatario la interpellanza: n° 0357 ai Ministri Pres. del Consiglio,
Trasporti il 95/11/14.
Ha presentato come primo firmatario la interrogazione con risposta orale in
Assemblea: n° 00523 al Ministro Risorse agricole il 95/03/08; n° 00770 ai
Ministri Pres. del Consiglio, Risorse agricole il 95/07/05; n° 00951 al Ministro
Risorse agricole il 95/10/18; n° 01159 ai Ministri Pres. del Consiglio, Grazia
e Giustizia, Risorse agricole il 96/01/24.
Ha presentato come cofirmatario la interrogazione con risposta orale in
Assemblea: n° 00139 ai Ministri Pres. del Consiglio, Rapporti col Parlam.,
Finanze, Difesa il 94/07/26 (svolta il 94/08/03); n° 00141 al Ministro
Ambiente il 94/07/26 (svolta il 94/09/23); n° 00161 ai Ministri Affari Esteri,
Interno, Difesa, Famiglia il 94/08/01; n° 00469 al Ministro Risorse agricole il
95/02/15; n° 00473 ai Ministri Pres. del Consiglio, Tesoro, Funzione
Pubblica il 95/02/16; n° 00563 al Ministro Trasporti il 95/03/23; n° 00597 al

                                      13
Ministro Risorse agricole il 95/04/26; n° 00601 al Pres. del Consiglio il
95/04/27; n° 00658 al Ministro Trasporti il 95/05/23; n° 00840 ai Ministri
Pres. del Consiglio, Tesoro, Risorse agricole il 95/08/02; n° 01199 ai Ministri
Pres. del Consiglio, Risorse agricole, Industria, Commercio Estero, Lavori
Pubblici, Ambiente, Sanita’ il 96/02/15.
Ha presentato come primo firmatario la interrogazione con risposta scritta:
n° 00159 ai Ministri Lavori Pubblici, Difesa il 94/05/12 (risposta annunciata
il 95/03/30, pubblicata sul fascicolo n° 00032 del 95/03/29); n° 02075 ai
Ministri Universita’, Sanita’, Interno il 94/11/08; n° 02110 ai Ministri Lavori
Pubblici, Interno il 94/11/09 (risposta annunciata il 95/04/27, pubblicata sul
fascicolo n° 00034 del 95/04/26); n° 02132 ai Ministri Interno, Sanita’ il
94/11/10; n° 02679 ai Ministri Risorse agricole, Funzione Pubblica il
94/12/15; n° 03043 al Ministro Interno il 95/02/01; n° 03071 al Ministro
Risorse agricole il 95/02/02; n° 03192 ai Ministri Trasporti, Lavori Pubblici,
Ambiente, Interno il 95/02/09; n° 03352 al Ministro Interno il 95/02/22 (rispo-
sta annunciata il 95/10/05, pubblicata sul fascicolo n° 00053 del 95/10/05);
n° 03449 ai Ministri Risorse agricole, Interno il 95/02/23 (risposta annuncia-
ta il 95/09/28,
pubblicata sul fascicolo n° 00052 del 95/09/27); n° 03619 ai Ministri Pres.
del Consiglio, Grazia e Giustizia, Funzione Pubblica il 95/03/08; n° 03735 ai
Ministri Pres. del Consiglio, Funzione Pubblica il 95/03/16; n° 03736 ai
Ministri Pres. del Consiglio, Bilancio e Programm., Unione europea,
Funzione Pubblica il 95/03/16; n° 04028 al Pres. del Consiglio il 95/04/06; n°
04533 ai Ministri
Pres. del Consiglio, Grazia e Giustizia, Risorse agricole il 95/05/30; n° 04871
ai Ministri Interno, Grazia e Giustizia, Difesa il 95/06/21; n° 04873 ai Ministri
Interno, Risorse agricole, Grazia e Giustizia il 95/06/21; n° 05485 ai Ministri
Lavori Pubblici, Ambiente il 95/07/28; n° 07960 al Ministro Pubblica Istruzione
il 96/02/06; n° 07978 ai Ministri Pres. del Consiglio, Finanze, Risorse agricole
il 96/02/06; n° 08305 ai Ministri Pres. del Consiglio, Risorse agricole il
96/02/28; n° 08394 ai Ministri Pres. del Consiglio, Tesoro, Finanze il 96/02/29.
Ha presentato come cofirmatario la interrogazione con rispostascritta: n°
00201 ai Ministri Affari Esteri, Interno, Difesa, famiglia il 94/05/18; n° 01244
ai Ministri Bilancio e Programm., Tesoro, Trasporti il 94/08/05; n° 02121 al
Ministro Tesoro il 94/11/10; n° 02129 ai Ministri Lavori Pubblici, Beni
Culturali, Finanze, Lavoro e Prev. Soc. il 94/11/10 (risposta annunciata il
95/05/18, pubblicata sul fascicolo n° 00037 del 95/05/17); n° 02168 ai
Ministri Interno, Pubblica Istruzione, Risorse agricole il 94/11/11; n° 02175 al
Ministro Trasporti il 94/11/11; n° 02178 al Ministro Trasporti il 94/11/11; n°
03214 ai Ministri Lavori Pubblici, Ambiente, Risorse agricole, Funzione
Pubblica il 95/02/14 (risposta annunciata il 95/06/22, pubblicata sul fascicolo

                                       14
n° 00042 del 95/06/21); n° 03268 ai Ministri Sanita’, Grazia e Giustizia,
Interno il 95/02/16 (risposta annunciata il 95/03/23, pubblicata sul fascicolo n°
00031 del 95/03/22); n° 03270 ai Ministri Pres. del Consiglio, Trasporti il
95/02/16; n° 03375 al Ministro Trasporti il 95/02/22; n° 03791 ai Ministri Pres.
del Consiglio, Interno il 95/03/21; n° 04271 al Ministro Risorse agricole il
95/05/11; n° 04528 al Ministro Risorse agricole il 95/05/30; n° 04529 al
Ministro Lavoro e Prev. Soc. il 95/05/30 (risposta annunciata il 95/10/19, pub-
blicata sul fascicolo n° 00055 del 95/10/18); n° 04532 al Ministro Risorse agri-
cole il 95/05/30; n° 04984 al Ministro Risorse agricole il 95/06/28; n° 05304
ai Ministri Interno, Grazia e Giustizia il 95/07/19; n° 05395 ai Ministri
Industria, Commercio Estero, Risorse agricole, Sanita’ il 95/07/25; n° 05469
ai Ministri Interno, Sanita’, Poste e Telecom. il 95/07/28; n° 05638 ai Ministri
Pres. del Consiglio, Tesoro, Trasporti, Bilancio e Programm., Unione europea
il 95/08/03; n° 06132 al Ministro Pubblica Istruzione il 95/09/28 (risposta
annunciata il 95/11/30, pubblicata sul fascicolo n° 00061 del 95/11/29); n°
06524 ai Ministri Pres. del Consiglio, Interno il 95/10/25 (ritirata il 96/01/10);
n° 06846 al Ministro Finanze il 95/11/15; n° 06856 ai Ministri Pres. del
Consiglio, Interno, Trasporti, Lavori Pubblici, Ambiente, Finanze il 95/11/15;
n° 07438 ai Ministri Pres. del Consiglio, Grazia e Giustizia il 95/12/22; n°
07941 al Ministro Finanze il 96/02/01; n° 08302 al Ministro Trasporti il
96/02/28.


ATTIVITA’ NON LEGISLATIVA (INTERVENTI IN ASSEMBLEA)

Interventi procedurali

È intervenuto in Assemblea in altri dibattiti procedurali sull’ordine dei lavori il
95/07/13. Comunicazioni del Governo - Fiducia al Governo è intervenuto nel
dibattito sulla fiducia al Governo Dini-I il 95/01/31.
Interventi vari è intervenuto in Assemblea nel dibattito su argomenti non
iscritti all’ordine del giorno su DISCUSSIONE E REIEZIONE RICHIESTA
GIUNTA DI NUOVO TERMINE PER RIFERIRE SUL DOC IV, N 2 il
95/08/03.

ATTIVITA’ NON LEGISLATIVA (INTERVENTI IN COMMISSIONE)

Interventi procedurali

È intervenuto come Presidente nel dibattito sui lavori della Commissione
d’inchiesta sull’AIMA il 95/12/13, il 96/01/16.

                                        15
È intervenuto nel dibattito sui lavori nella Commissione permanente
Agricoltura e produzione agroalimentare il 94/07/07, il 94/07/26, il 94/12/21,
il 95/01/25, il 95/03/08, il 95/03/22, il 95/04/05, il 95/05/16, il 95/06/13, il
95/07/05, il 95/07/12, il 95/11/14.

È intervenuto come Presidente della Commissione d’inchiesta sull’AIMA per
comunicazioni del Presidente su TUTELA DELLA RISERVATEZZA il
96/02/07, su ATTIVITA COMMISSIONE SCIOGLIMENTO PARLAMENTO il
96/02/28.

Procedure informative

È intervenuto nella Commissione permanente Agricoltura e produzione
agroalimentare nel dibattito sulla proposta di indagine conoscitiva su
ACCORDI GATT SU SISTEMA AGROALIMENTARE il 94/09/14, su APPLI-
CAZIONE LEGGE 468/1992 QUOTE LATTE il 95/11/08, su PROFILI
OCCUPAZIONALI CONSORZI AGRARI il 95/11/08.

È intervenuto nella Commissione permanente Agricoltura e produzione
agroalimentare nell’indagine conoscitiva su ISTITUZIONE EIMA il 94/07/12.
Sindacato ispettivo

È intervenuto come presentatore nella Commissione permanente
Agricoltura e produzione agroalimentare sull’interrogazione n° 0523 il
95/03/30.

Comunicazioni del Governo

È intervenuto nella Commissione permanente Agricoltura e produzione
agroalimentare sulle comunicazioni del Governo in merito a PROBLEMI
CONCERNENTI EIMA, PESCA, QUOTE LATTE il 94/10/05, sulle comuni-
cazioni del Governo in merito a INDIRIZZI POLITICA DICASTERO il
95/02/02, sulle comunicazioni del Governo il 95/02/15, sulle comunicazioni
del Governo in merito a EIMA E PROBLEMI SETTORE AGRICOLO il
95/05/24, sulle comunicazioni del Governo in merito a ESAME DEL DDL
S1814, CONCERNENTE l’EIMA il 95/06/14.

Inchieste parlamentari

È intervenuto come Presidente della Commissione d’inchiesta sull’AIMA in
relazione a AUDIZIONE PRESIDENTE COMMISSIONE FRODI il 96/01/24,

                                      16
in relazione a AUDIZIONE MARIO ARE SUBCOMMISSARIO AIMA il
96/01/31, in relazione a AUDIZIONE PRESIDENTE REVISORI CONTI
AIMA il 96/02/13, in relazione a AUDIZIONE RAGIONIERE GENERALE
STATO il 96/02/13. È intervenuto nella Commissione d’inchiesta sull’AIMA in
relazione a AUDIZIONE ORIANI CONSIGLIERE CORTE CONTI il 96/02/07.

Interventi vari
È intervenuto sul resoconto dei lavori nella Commissione permanente
Agricoltura e produzione agroalimentare il 94/07/07.

È intervenuto come relatore nella Commissione permanente Agricoltura e
produzione agroalimentare nel dibattito per materie di competenza su RIEN-
TRO PRODUZIONE LATTE IN QUOTA COMUNITARIA il 95/05/03, il
95/05/09, il 95/05/16, il 95/05/17, documento XVI n° 0001 il 95/05/18 (rela-
zione approvata).

È intervenuto come Presidente della Commissione d’inchiesta sull’AIMA su
ELEZIONE UFFICIO DI PRESIDENZA il 95/11/16, su
CONVOCAZIONE UFFICIO DI PRESIDENZA ALLARGATO il 96/01/16, il
96/02/07.
È intervenuto nella Commissione permanente Agricoltura e produzione
agroalimentare su TRATTAMENTO PREVIDENZIALE LAVORATRICI AGRI-
COLE IN STATO DI GRAVIDANZA il 94/10/20, su DISCUSSIONE DEL DDL
S0865 SULl’ISTITUZIONE DI UNA COMMISSIONE D’INCHIESTA
SULl’AIMA il 94/11/03, su CONTRATTI DI TRASFERIMENTO DELLE
QUOTE DI PRODUZIONE LATTE il 94/11/16, su INIZIATIVA INDUSTRIALE
NEL CASERTANO E RILASCIO DI TALUNE CERTIFICAZIONI il 94/11/22,
su TALUNI URGENTI PROBLEMI RELATIVI ALLA PRODUZIONE AGRICO-
LA il 95/01/25, su PROBLEMI URGENTI SU AIUTI COMUNITARI A PRO-
DUTTORI GRANO DURO E MELE E CONTRIBUTI AGRICOLI il 95/02/07,
su ATTUAZIONE DIRETTIVA 91/414 CEE DA PARTE DEL GORVERNO il
95/03/09, su ATTUAZIONE DELLA LEGGE SULLE QUOTE DI PRODUZIO-
NE DEL LATTE il 95/04/04, su DISCUSSIONE IN ASSEMBLEA DEI DDL
ESAMINATI DALLA COMMISSIONE il 95/04/26, su TALUNI PROBLEMI
URGENTI DEL SETTORE AGRICOLO il 95/05/03, su INTERVENTO
URGENTE DEL GOVERNO PER I DANNI CAUSATI DALLA SICCITA’ E DA
GRANDINATE il 95/05/16, su ESAME DEL DDL 715 GIA’ CONCLUSO
DALLA COMMISSIONE il 95/07/12, su URGENTI PROBLEMI NEL SETTO-
RE AGRICOLO il 95/09/27, su CIRCOLARE MINISTERIALE SU UTILIZZO
DI SEMI CERTIFICATI il 95/10/24.
È intervenuto nella Commissione permanente Agricoltura e produzione

                                    17
agroalimentare sull’atto del Governo (SCHEMA DLEG) in relazione a CAR-
RIERE NON DIRETTIVE CORPO FORESTALE STATO (Atto del Governo
n° 0057) il 95/01/25, (SCHEMA DLEG) in relazione a COMMERCIO PRO-
DOTTI FITOSANITARI (Schema decreto att. direttive n° 0067) il 95/03/08,
(SCHEMA DLEG) in relazione a PRODUZIONE AGRICOLA CON METODO
BIOLOGICO (Schema decreto att. direttive n° 0068) il 95/03/08, (SCHEMA
DLEG) in relazione a PRODOTTI FITOSANITARI (Schema decreto att.
direttive n° 0067) il 95/03/14, (Schema decreto att. direttive n° 0067) il
95/03/15 (approvato parere favorevole con osservazioni).

È intervenuto nella Commissione permanente Agricoltura e produzione
agroalimentare sulla proposta di nomina di VELLUTI ZATI SIMONE alla cari-
ca di PRESIDENTE dell’Ente ISTITUTO SELVICOLTURA AREZZO
(Proposta di nomina n° 0006) il 94/09/21 (approvato parerefavorevole).




                                   18
Prefazione




È da qualche anno che sto pensando di scrivere un libro. Almeno dal 1998
penso sia giusto mettere nero su bianco cosa è successo durante questa
lunga battaglia politica e sindacale delle cosiddette quote latte. Ho sempre
rinviato perché i fatti sono andati più veloci, rispetto al tempo della sintesi.
Da perito agrario, in gergo “perito badilografo” o perito del badile, mastico
più la terra che l’italiano. Forse anche questo è stato un deterrente nello scri-
vere. Addirittura un intero libro mi sembrava troppo. Le domande dei figli, di
mia moglie, o semplicemente degli amici che spesso tacciono curiosità su
quello che mi succede, in questi anni sono emerse e hanno fatto una gran-
de matassa di dubbi. Di buste verdi e gialle (atti giudiziari e raccomandate)
ne arrivano ancora molte. Di articoli di stampa che mi dipingono come un
perenne truffatore e quindi “sputtanato” ne sono usciti tanti e ne escono
ancora. Le domande si fanno sempre più preoccupate e insistenti. Siamo
nel 2008 e, un po’ per caso, divento europarlamentare in sostituzione di
Umberto Bossi. Si riaprano le danze della politica che, tra le cose buone, ha
il dovere di essere, almeno di provare ad essere, trasparente davanti agli
elettori.
Mario, uno dei quattro della banda di figli che io, ma soprattutto mia moglie,
abbiamo messo al mondo e cresciuto, decide di fare il giornalista. Diventa
dottore in lettere e pare che il suo lavoro gli riesca bene. Insomma: vuoi
vedere che è la volta buona per scrivere qualcosa che assomigli ad un libro?




                                       19
COME FARE

Come si fa a mettere dentro a un libro tutto quello che è successo e sta
ancora succedendo attorno alla rivoluzione agricola europea e globale in
corso? Potrei stare sul romanzato essendoci in molti passaggi tutti i presup-
posti, ma perderemmo i dettagli, le analisi documentali, i riferimenti all’attua-
lità. Oppure potrei restare sulla descrizione tecnica, molto documentata, ma
che diventerebbe veramente eccessiva. Alla fine ho optato per un racconto
con le prove. Al contrario di un giallo dove l’incertezza e la sfumatura regna-
no sovrane, qui ci saranno riferimenti a vari atti giudiziari o politici allegati al
libro.
I fatti di questi anni hanno dei risvolti di umanità ma anche di cattiveria, di
fedeltà e di ingratitudine, di genialità e di assoluta imbecillità che non si pos-
sono perdere nel tempo. Contemporaneamente non si può perdere il filo
della storia né la documentazione probante.
Lo scritto sarà figlio di domande che Mario si sente di farmi o che nel tempo
mi sono state fatte. Quando sentirò l’esigenza di fare riferimento a documen-
tazione lo specificherò. La documentazione citata la troverete completa nel
sito internet www.giovannirobusti.org da dove potrete scaricare tutta la
“carta” che volete, oppure nel CD allegato al libro che rispetto al sito perde
il tempo, invecchia.


CHI PAGA?

Io di tasca mia. La storia che vi racconto nasce da una politica comunitaria
malamente imposta e peggio gestita e vede il suo epilogo nella rivoluzione
agroalimentare globalizzata in atto, che l’Unione Europea è chiamata a por-
tare avanti: speriamo meglio di quanto fatto finora. Tutto questo rientra nel
mio lavoro di parlamentare europeo, anche se a tempo scaduto. Per questo
sono già ben pagato.
Dopo aver distribuito le prime copie se avrà un senso, se piace, chiederò un
prezzo di copertina, forse andrò anche in libreria. Ma questa sarà un’altra
storia: "Solo il cd allegato è finanziato con i fondi europei del capitolo 4000”,
utilizzati per sostenere le attività collegate all'Europa. E in questa vicenda
l'Europa è stata tirata in ballo anche troppo spesso.




                                        20
Nota di Mario Robusti

Spiegare i motivi per cui io, “figlio di”, mi occupo di questo libro è difficile. Un
padre così ingombrante e importante é un fardello con cui si fanno difficilmen-
te i conti. Da una parte c’é l’orgoglio, lo stimolo, la responsabilità di avere un
genitore che ha scoperchiato, da solo, alcune fra le più grandi truffe che siano
mai state messe in atto nel nostro Paese. Sotto la patina luccicante però c’é il
resto, di cui non ti rendi conto fino a quando non ti arriva addosso. Le chiama-
te dei carabinieri o dei politici, la Guardia di Finanza che ti gira per casa, i gior-
nali: che prima soffiano di maestrale a favore del “Che” della Padania e dopo
poco preannunciano burrasca, dipingendo ad arte (molto difficile da imparare)
la figura di mio padre come quella di un delinquente.
Forse anche per questo ho scelto la carriera giornalistica, per ora giunta alle
soglie della sezione parmense del quotidiano “La Repubblica”. Nella provincia
emiliana ho lavorato come cronista, facendomi le suole delle scarpe: a contar-
le sono 3 paia in due anni e mezzo fra radio, televisione e internet. Come direb-
be il mio direttore Antonio Mascolo: “Ancora non basta”.
Per Repubblica ho lavorato a due notizie con rilevanza internazionale: Sono io
il fotografo della prostituta nigeriana rinchiusa nella cella del comando della
polizia municipale di Parma nell’agosto del 2008 (“Lo show della sicurezza”).
Mentre con Giacomo Talignani (vero “padre” della notizia), Alessia Ripani e
Stefania Parmeggiani, ho lavorato al caso Emmanuel Bonsu, lo studente gha-
nese picchiato e insultato il 29 settembre 2008 da alcuni agenti della polizia
municipale di Parma. A questi traguardi, che a 25 anni non mi aspettavo, sono
arrivato soprattutto grazie a quella “gabbia di matti” di via Bixio, dove ho trova-
to “penne” eccezionali e persone dotate di umanità e capacità di indignarsi.
Dimenticavo: nessuno, se non amici intimi, sapevano della mia parentela
ingombrante.
Quando mio padre è subentrato a Bossi nel Parlamento Europeo, abbiamo ini-
ziato a pensare a questo libro. Mi sono reso conto che potevo mettere final-
mente il babbo su una sedia e farmi raccontare la vicenda vera di questi 13
anni. Il problema era solo affrontare la cosa. Un aspetto non facile: quando fai
un’intervista devi misurare chi hai di fronte, e non è normale misurare un geni-
tore, il padre.
Ho trovato un Giovanni Robusti diverso da quello che, ad ogni articolo di “sput-
tanamento”, faceva spallucce di fronte alla possibilità di una querela. Un padre
che ha posto una sola condizione per creare questo libro: la trasparenza.
“Racconto solo se posso raccontare tutto - mi ha detto - carte alla mano”.
Volevamo dipingere un quadro in cui l’osservatore avesse di fronte tutto il pos-
sibile per giudicare. Da qui era nata l’idea di allegare un CD con la documen-
tazione. A carte stampate abbiamo misurato 73 cm di fogli impilati. Un boschet-

                                         21
to di betulle. Senza contare tutti gli allegati alle sentenze e alle relazioni, che
occupano qualche monolocale e che prima o poi troveranno spazio online.
Ho impostato gli allegati del CD per capitoli generali: dentro ad ogni tema trat-
tato ci sono i documenti più significativi. Non abbiamo dettagliato molto la rubri-
ca di ricerca per lasciare anche a voi lo stesso piacere di cercare i documenti,
anche se in modo meno problematico del nostro: ci sono quindi fonti che non
sono citate nel libro, ma che possono servirvi per ampliare un po’ la visuale su
quello che era la situazione all’epoca dei fatti. Carte in bianco e nero che cer-
cano di dare qualche tocco di colore a vicende ormai sbiadite.
Ovviamente alla data di pubblicazione del libro ci saremo dimenticati qualco-
sa: in casa Robusti é un’arte rimontare gli utensili e restare con quattro viti in
mano. Per questo nel sito inseriremo un link alla tabella degli allegati. Ci sarà
anche un indirizzo mail per scrivermi e comunicarmi, oltre alle impressioni, agli
insulti e ad altre varie amenità, anche richieste di documentazione che sarò
ben lieto di inviare.
Visto che sarà un argomento rinfacciato, metto le mani avanti: mio padre ci ha
messo cinque mesi per convincermi a lavorare su questo libro. Il tentativo é riu-
scito solo perché altri mi hanno consigliato di sfruttare questa strada. Dal mio
punto di vista non volevo essere etichettato come il “figlio di” che si fa racco-
mandare. Ma sarebbe stato uno spreco di opportunità non fare 6 mesi di espe-
rienza in un’istituzione europea.
Lui non ha mai voluto nascondersi dietro a nessun dito e non lo ha fatto nem-
meno stavolta, facendo le cose alla luce del sole. Mio padre consente ad un
giornalista giovane e che pare abbia dimostrato nei fatti di lavorare con serie-
tà, di far un’esperienza giornalistica nel Parlamento Europeo. Tutti considere-
rebbero questa un’azione pregevole. Non vedo perché lo sia di meno se il gior-
nalista è parente o figlio. Se qualcuno avrà qualcosa da dire, eventualmente
risponderemo. Intanto resto al freddo di Bruxelles per fare un’esperienza da
addetto stampa, con un Europarlamentare che non sta di certo con le mani in
mano.

Detto questo, vi lascio alle mille curiosità e alle domande che, davanti a un
padre così, può fare un figlio. Le risposte non sono state cambiate, solo even-
tualmente corrette nella forma; che a volte un “perito badilografo” tende a non
rispettare.
Scusate per gli errori e per la mancanza di consecutio temporum, ma dovete
prendere questo libro per quello che é: una seria e sincera analisi di fatti che
hanno coinvolto il nostro Paese e che ancora lo coinvolgono. In poche parole
una verità; che sia la verità più condivisa o la verità più difficile da ascoltare,
questo non spetta a me deciderlo.
Buona lettura.

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                                               Giovanni Robusti pre-politico

          Tanto per inquadrare il personaggio, ce la fai a sintetizzare i tuoi
          primi 40 anni in una pagina?
Proviamo: sono del 1951. Fine dicembre del ‘51. Non mi appassiono allo
zodiaco ma quando capita ascolto l’oroscopo del capricorno. Mio padre,
Mario, ha fatto la guerra da socialista, quelli veri e convinti. Poi ha messo in
piedi una piccola impresa edile negli anni della ricostruzione. Purtroppo
quando io avevo 6 anni, mio padre è morto. Un brutto infarto. Mia madre,
Maria di cognome Tonna, cattolica praticante, figlia di agricoltori, si rimboc-
ca le maniche e tra mille difficoltà tira su due figli; io e Giuseppe, di 4 anni
più giovane. Con l’aiuto di don Primo Bottini, parroco del paesello della
bassa cremonese dove siamo andati a vivere, il paese dei nonni, studio in
seminario a Cremona. All’epoca il seminario serviva anche per questo: se
poi ne usciva un prete tanto meglio. Alla meno peggio ne restava un buon
padre di famiglia, istruito. Finite le scuole medie, finisce anche la vocazione,
quindi il seminario, e si arriva alla prima grande scelta. Lavorare o continua-
re. Grazie al buon Dio, a mia madre e alle assistenti sociali ENAOLI (ente
nazionale assistenza orfani lavoratori italiani: spesso visto tra gli enti inutili
ma per me non lo è stato) ho iniziato le superiori, agraria, ospite del collegio
vescovile Gregorio XIV (che a Cremona tutti conoscono come “Lo
Sfondrati”). Voglio ricordare l’economo del collegio che per me e per molti è
stato un grande, seppur a volte incompreso, educatore: Claudio Gandolfi.
Per tutti il Signor Claudio. Sono molte le persone a cui devo tanto. Il signor
Claudio ha un posto molto privilegiato in questa lista.
Siccome la sfiga non viene mai sola, per un’ospedalizzazione sbagliata (e
non voglio andare oltre) mia madre muore sotto i ferri, durante una notte che
non ho mai raccontato volentieri. Tocca a me tirare avanti con un fratello più
giovane. Con una schiettezza brutale ma efficace Don Primo Bottini mi ha
descritto il mio futuro: “Ricordati sempre che da oggi sei figlio di nessuno”.
Nonostante il grande affetto e l’incolmabile riconoscenza che provo per gli
zii Giacomo e Gina, che mi hanno cresciuto, devo ammettere che il legame
con i genitori resta comunque unico e che lo apprezzi sempre di più quan-
do non li hai. La mia famiglia di origine è la cosa che mi è sempre mancata
in tutta la mia esperienza di vita.
Finisco la media superiore con il massimo dei voti di quell’anno. Non posso
perdere tempo a fare l’università. Inizio a lavorare e mi sposo con Lucia.
Avevo 20 anni e lo rifarei. In una gelida mattina di gennaio, un brutto inci-
dente in macchina porta via anche mio fratello: sano, sobrio e poco più che

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maggiorenne. Ero già sposato con due figlie. Avevo meno di 25 anni. A 40
anni mi ero già costruito, fisicamente - con le mie mani e quelle di mio suo-
cero, “il Tullio” - una casa. Ero da qualche anno dirigente d’azienda per una
nota multinazionale nel settore sementiero, dopo vent’anni passati a fare il
tecnico agricolo. Mi metto in proprio alla ricerca di nuovi stimoli. Che sono
venuti giù come la grandine.




                                     24
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                                                                  LA POLITICA

          È a questo punto che arriva la politica, vero?
Come per la stragrande maggioranza dei cittadini, si pensa alla casa, al
lavoro, alla famiglia ai figli. La politica arriva quando ti piombano addosso il
caso Moro, le Brigate Rosse, la strage di Bologna. Immagino sia stato così
per tanti della mia generazione. Era troppo importante fare, accumulare,
piuttosto che fermarsi un attimo a pensare soprattutto in quel periodo, dopo
lo stravolgente 1968 che già da solo aveva cambiato il mondo. Sulla bocca
di tutti c’era il menefreghismo più evidente: si arrangeranno, sentivi dire in
giro spesso. Si sono arrangiati eccome!
Sino a quando un amico qui, uno là, iniziano a farsi coinvolgere dalla politi-
ca attiva. Uno in particolare diventa parlamentare della Lega Nord. Inizio
inconsapevolmente a farmi coinvolgere. Mi arriva la richiesta, dall’amico
parlamentare, di un parere sulla riforma dei Consorzi Agrari. Io avevo lavo-
rato al Consorzio Agrario, è stata la palestra di tanti diplomati e laureati.
Molti amici ci lavorano ancora oggi. La relazione, scritta di sera sul tavolo
della cucina di casa, me la trovo pubblicata sugli atti parlamentari pratica-
mente tal quale. È un’emozione non da poco, ma soprattutto la constatazio-
ne che alla fine non è poi così difficile. Poi, un “boccone” tira l’altro; mi sono
trovato coinvolto da tecnico agrario nella sezione di Mantova della Lega
Nord - Lega Lombarda. Ho preso la tessera nella sezione di Casalmaggiore,
animata da un mitico Marco Pasquali. Così ho iniziato: togliendo tempo al
lavoro, a rubare serate alla famiglia; trovandomi dentro fino al collo in una
vera passione. Che non mi ha mai più mollato.

           E al Senato, come ci arrivi?
Quello, si fa per dire, è stata la mia rovina! Dopo tangentopoli si mette a far
politica Berlusconi, nasce Forza Italia e si allea con la Lega al Nord e con
Alleanza nazionale al Sud. Arriviamo in fretta alle elezioni del 1994 dopo soli
due anni di legislatura. Nessuno sapeva chi ero fuori dalla stretta cerchia
politica di Mantova e Cremona e forse anche lì non tutti mi avevano ben pre-
sente. Le uniche cose certe erano che avevo un’esperienza agricola, che a
Casalmaggiore c’era una sezione della Lega che funzionava egregiamente
(non solo per merito mio) e che a Mantova l’attività agraria aveva lasciato un
segno. Mi candidano nel collegio 26 del Senato: inizia nella bassa brescia-
na e finisce a Suzzara. Si passa dall’area bianca, ai rossi più accesi. Era e
resta un collegio improbabile per una coalizione di centro destra. Così come
i politici di sinistra cercano quel collegio come oro, quelli di destra lo evitano

                                       25
come la peste. Da cremonese che operava a Mantova e rappresentava il
casalasco, ero la sintesi giusta per quel collegio poco ambito, quasi una
casella da riempire nelle liste elettorali. Fui candidato io.

         Fu una vittoria grandiosa!
Si, vincemmo alla grande e dappertutto. Da noi, nel collegio 26, vincemmo
e basta, ma già vincere lì era un successo. Lì cambiò la mia vita. Mi trovai
catapultato al Senato a 42 anni. E iniziai a lavorarci sul serio. Purtroppo durò
poco. Due anni. Nel 1996 mettemmo in crisi con delle buone ragioni il gover-
no Berlusconi e tornammo a votare. Io ebbi una sorte dal sapore di beffa.
Venni candidato in un collegio sicuro nel proporzionale che a 10 giorni dal
deposito delle candidature cambiò per un altro, sempre al proporzionale,
molto meno sicuro. Misteri delle segreterie politiche dei partiti. Io ero a
Roma a chiudere i lavori della Commissione bicamerale d’inchiesta
sull’AIMA, che presiedevo, e non mi curavo più di tanto delle candidature.
Ho sempre ritenuto e ancora ritengo che debba essere il Partito a valutare
quali uomini schierare, preferenze o non preferenze. Il risultato delle elezio-
ni e cioè i voti, sono l’unica risorsa vera dei partiti, in ogni senso. Gli eletti
vengono dopo i voti e a quel punto se il Partito ha sbagliato la scelta degli
uomini è quello che paga il conto più salato. In poche parole restai a casa
tra i pochissimi schierati al proporzionale. Miglior sorte ebbe chi mi sostituì.
Ma a casa avevo lasciato andare alla deriva il lavoro che, alla fine, era nau-
fragato. Dopo due anni di politica ero in una posizione terribile. Senza pro-
fessione, senza ruolo politico e istituzionale e con così tanti nemici, arrivati
a causa del lavoro al Senato, che sarebbero bastati per il resto dei miei gior-
ni. Venne in soccorso Umberto Bossi che mi “consigliò” come assessore a
Mantova dove la Lega amministrava la Provincia. Fù una bella esperienza
operativa che terminò perché soprafatta dallo scoppio della protesta di
Linate. In 3 anni mi trovai catapultato prima da semplice cittadino a
Senatore, infine a sindacalista sulle prime pagine dei giornali.

         Prima di parlare dei cobas e di Linate però ci sono alcune cose da
         approfondire sul Parlamento: pare il tuo curriculum sembra pesante,
         di uno che ha pestato i piedi a chi non è abituato a farseli pestare.
Si, i guai alla fine te li vai sempre a cercare. Andiamo per gradi. Arrivo al
Senato della Repubblica, ho 42 anni e sono tra i più giovani (al Senato si
viene eletti dopo i 40).
Sono, come tanti altri amici, un signor nessuno capitato lì per caso e che per
gli apparati resterà per poco tempo. In pratica non ti “caga” nessuno. Da
questa situazione però ricavi anche dei vantaggi. Se vuoi hai degli spazi
inattesi. Purtroppo per me ho preso di mira degli spazi “pesanti”.

                                       26
L’inizio della nomea “Robusti” nasce la sera in cui arriva in aula al Senato
un decreto legge da convertire. Uno dei tanti che veniva dal governo prece-
dente, venduto come un atto necessario per chiudere le pendenze del pas-
sato e poi cambiare marcia. Queste cose non a caso arrivano al voto di sera
o nei giorni di scarsa presenza. Io il decreto non solo me lo lessi, ma cercai
di capire. Si trattava, per me, di un argomento noto: i Consorzi Agrari. Io ci
sono nato professionalmente al Consorzio Agrario, è da lì che ho iniziato a
fare il perito “badilografo”. Il decreto trattava il rimborso ai Consorzi Agrari
dei crediti vantati per lavori svolti nel dopoguerra, ammassando grano per la
gente che aveva tanta fame e pochi soldi. In sintesi si tratta di pagare 1.000
(mille) miliardi di lire per crediti che la Federconsorzi cercava di esigere dagli
anni 80. Crediti che all’origine, negli anni ‘50, valevano pochi milioni di lire e
che erano stati “munti” per decenni e adesso si tentava di incassarli al mas-
simo valore possibile. Dopo aver spolpato la vacca si tentava di venderla per
grassa e pasciuta. Ma c’era una coincidenza sospetta. Non uno ma tanti
governi precedenti, caduti sotto la scure di tangentopoli, avevano inutilmen-
te provato a far convertire in legge lo stesso decreto senza successo.
Possibile che i parlamenti precedenti, spazzati via dalla collera della gente,
avessero negato una conversione che a noi veniva presentata come un atto
dovuto?
Io quella sera, durante la discussione sul decreto ammassi grano, interven-
go in aula. Erano le prime volte e cerco di far capire ai colleghi che stavamo
per regalare 1000 miliardi di lire a chi aveva fatto fallire la Federconsorzi e
che quei soldi non erano dovuti, o almeno non tutti. Il mio capogruppo, il
Senatore Tabladini, capisce la situazione e lascia libertà di voto. Il decreto è
bocciato. Per un solo voto di scarto: evidentemente il mio. Per descrivere il
casino che ne seguì non basterebbe un libro. Magari potremmo anche farlo.
Quel voto mi ha messo contro il “sistema”, gli apparati, le potenti confedera-
zioni agricole che nei Consorzi agrari hanno ancora comoda residenza. Ma
non mi fermai lì.
                                 * allegato nel CD: FEDIT - AMMASSI GRANO.

          In questi casi di incidenti di percorso, chi tira i fili della politica cerca
          di capire chi ci sia dall’altra parte no? Se si tratta di un caso isolato,
          di un colpo di sfortuna, dell’ultimo pierino capitato per caso facendo
          la frittata o se ci siano coperture politiche, una strategia del partito.
Infatti. A quel punto c’erano solo due strade: omologarsi e chiedere un pre-
mio per non rompere oltre le palle o dimostrare che non era un caso, che il
partito era con me. Scelsi la seconda strada e, anche questo, lo rifarei. Sai
bene che io con le mani in mano faccio fatica a starci e che considero un’of-
fesa alla mia intelligenza, poco o tanta che sia, capire e non fare nulla.

                                          27
Scavai dentro al fallimento di Federconsorzi. Trovai.
Trovai tanto da costruire una sorta di teorema che finì negli atti della Procura
della Repubblica di Roma come il “teorema Robusti”. Scrissi un testo per un
esposto in Procura e lo portai al sostituto procuratore di Roma, dott.
Nebbioso. Fui ascoltato, avevo buoni argomenti e l’indagine partì. Le mie
informazioni sommate a quelle di tanti altri onesti funzionari dello Stato
hanno portato alla rimozione del tribunale fallimentare di Roma ed al rinvio
dell’indagine al tribunale di Perugia. Non so se negli allegati sono riuscito a
raccogliere tutti gli atti dell’indagine Federconsorzi, si tratta di tonnellate di
carta. Il processo finì dopo una decina di anni con una sostanziale impuni-
tà, ma non con una piena assoluzione. Di certo ho fatto cambiare disegni a
un bel po’ di gente che conta.
                                   * allegato nel CD : FEDIT - Teorema Robusti.


        Per un caso così importante il partito ti avrà appoggiato: quanti par-
        lamentari ti hanno supportato firmando l’esposto?
Nessuno. Non per paura o peggio, per omertà. Spesso ciò è frutto di igno-
ranza sul piano tecnico. Comunque io non ebbi ricadute dirette. Nessuno mi
denunciò o meglio nessuno fece qualcosa di risaputo. In fin dei conti avevo
agito nel pieno delle mie prerogative istituzionali.

         Com’è parlare al Senato?
Non facile, te l’assicuro. Ti si secca la gola in fretta, perdi il filo del discorso,
tutti vanno avanti a chiacchierare come se nulla fosse e ciò ti spiazza. Ma a
questo ci fai la mano e riesci a dire quello che vuoi, bene o male. Poi se ti
conquisti la fiducia dei tuoi colleghi riesci anche ad incidere. Mi ricordo con
piacere il lavoro con un collega dell’ex PCI in commissione agricoltura.
Riuscimmo a far confluire i nostri gruppi e quindi la maggioranza di quel
periodo (ne cambiammo due in 2 anni) su una linea di riforma dell’AIMA che
non piacque per nulla al Ministro dell’epoca (era un tecnico, meglio dire un
burocrate, il dott. Lucchetti) tanto che il decreto fu fermato al Senato e mai
ripresentato alla Camera. Affossato.
A Roma è soltanto difficile starci per lavorare: anche il giovedì e quando
serve il venerdì per leggersi gli atti e soprattutto capire dove ci sono le trap-
pole. Essere in ufficio al mattino alle 8.00.

         Alle 8.00 del mattino a Roma?
Già, non è prassi e spesso gli uscieri quando ci vedevano arrivare così pre-
sto strabuzzavano gli occhi. Roma è una città che va a letto tardi la notte e
alle 8.00 c’è poca gente in giro e si lavora bene. Eravamo e siamo gente del

                                         28
nebbioso NORD che, semplicemente, lavora.

         Dicevi che le carte sono piene di trappole. Ma cos’è, una guerra
         contro chi vuol tirare pacchi e fregature alla gente?
Sembra un po’ catastrofico, ma bisogna averla vissuta per capire. Non è che
hai agenti segreti da combattere o delinquenti da smascherare. Hai tuttavia
sempre la diffidenza verso chi lavora, senza sentirsi un privilegiato, per una
causa che ha del rivoluzionario. Ti faccio un esempio di “trappoloni” che mi
ha colpito. Stiamo approvando la prima finanziaria della legislatura. I sinda-
cati agricoli (Coldiretti – Confagricoltura – Cia) sono sul piede di guerra, bat-
tono i pugni sul tavolo. Una cosa gli dà fastidio: la Lega Nord, quel Veneto
di Paolo Casagrande in particolare, stanno portando avanti da tempo una
battaglia per far in modo che i contributi sindacali che l’INPS trattiene auto-
maticamente agli agricoltori per girarli al sindacato stesso siano trattenuti su
base volontaria. Si tratta di una questione di trasparenza e giustizia.
Quell’anno nella legge finanziaria viene inserita dal Governo una norma che
obbliga l’INPS a farsi dare la delega dai singoli agricoltori per operare le trat-
tenute. Purtroppo Alleanza Nazionale, che era in maggioranza con noi al
governo, propone un emendamento, nascosto fra altri cento, scritto in poli-
tichese e incomprensibile. L’emendamento passa senza che nemmeno io,
noi della Lega, ce ne accorgiamo. E la nostra proposta viene stravolta,
togliendo agli agricoltori il diritto alla trasparenza. Da quella finanziaria mi
risulta che gli apparati confederali agricoli siano andati avanti pressoché
indisturbati a riscuotere attraverso INPS i contributi “volontari” dei loro, a
volte anche presunti, associati. Questo è il clima, questo è l’ambiente e in
questo ambiente non puoi rilassarti.




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                                                        CONTRO IL SISTEMA

         Passiamo ad Aima. Un apparato su cui hai indagato molto, mi sembra.
Aima è un argomento anche peggiore della FEDIT. AIMA è stato ed è, sotto
il nome AGEA, l’enorme contenitore di soldi la cui distribuzione dipendeva in
gran parte dalla politica. Se volessimo sovrapporre i tempi elettorali, che in
Italia sono stati molto frequenti, con l’attivazione delle campagne di aiuti
agricoli, la comprensione del ruolo di AIMA sarebbe evidente. Detto in modo
meno politico: decidere una campagna di ritiro delle pesche, di pomodori,
delle patate o di limoni, in un preciso periodo e in una precisa zona, che
magari coincideva con il collegio elettorale del potente di turno, dipendeva
dalla discrezionalità dei dirigenti AIMA a loro volta nominati dalla politica. Lo
spirito è forte, ma la carne?
Nell’allegata relazione del Presidente della Commissione bicamerale d’inda-
gine sull’AIMA (il Sen. Giovanni Robusti) scritta intanto che gli altri facevano
la loro campagna elettorale, si trova tanto da capire. Oggi sono passati 15
anni ed essendo, formalmente, ancora io il presidente della commissione
perché troncata nel suo mandato dalla fine anticipata della legislatura,
posso ritenere sia corretto dare ampia pubblicazione a questi dati, a suo
tempo consegnati ai vari organi dello Stato e del Governo di entrambi gli
schieramenti politici.
Soprattutto perché poi, durante il successivo mandato parlamentare (1°
governo Prodi), tutti si guardarono bene dal rimettere in moto la commissio-
ne AIMA. Forse perché si stava scavando nella direzione giusta.
                                       * allegato nel CD AIMA - Commissione


         Anche perché nel frattempo non sei stato rieletto.
Diciamo pure che sono stato trombato, che è il termine forse più brutto ma
certo il più chiaro. Se fossi stato rieletto, secondo i funzionari delle due
camere, quella commissione avrebbe potuto continuare in automatico.
Aima sarebbe un argomento da approfondire perché è stato il più grande
buco nero dell’agricoltura italiana. Non è solo questione di diritto penale, di
galera, di ingiustificati arricchimenti per molte generazioni. Il problema è che
i soldi spariti in Aima li abbiamo semplicemente spesi troppo spesso male:
se li avessimo spesi bene il vantaggio sarebbe immane. Quelli che opera-
vano, quelli che hanno visto, sono stati zitti e le strutture di rappresentanza,
gli stessi beneficiari, dormivano o guardavano da un’altra parte. Forse spes-
so non lo facevano nemmeno gratis. Il danno è doppio. Oltre alle truffe,

                                       30
vanno considerate le mancate opportunità.
Tre piccoli esempi che sono comprensibilissimi:
         - Alcool: Aima ritirava alcool dal mercato per mantenere il prezzo
sostenibile. Questo alcool era stoccato dappertutto comprese le navi ferme
nei porti. Quando era ora di venderlo si scopriva che spesso, l’alcool non
c’era più. Risultava semplicemente EVAPORATO. Tutto! Qualcuno ha chiu-
so occhi e orecchi, ma di certo non ha chiuso le mani.
         - Pesche al macero: Ci sono riscontri sul fatto che sono state por-
tate al macero nell’ambito di un ritiro pagato da AIMA quantità enormi di
pesche. Pesche trasportate con una 500 FIAT. Ma quanti viaggi avrà fatto,
per la miseria? Forse nemmeno uno perché, della 5oo FIAT, c’era solo la
targa sulle bolle in entrata. Era talmente facile farla franca che non si sono
nemmeno preoccupati di dare credibilità alle carte.
         - Grano duro: E qui siamo allo scandalo più grande. Nel mese di
luglio di ogni anno Aima incarica soggetti privati per ritirare il grano e così
sostenere il prezzo del mercato. Il grano resta nei magazzini anche per alcu-
ni anni. Ogni tanto sono fatti dei controlli per verificare se il grano c’è anco-
ra. Tuttavia tra maggio e luglio i magazzini, all’insaputa (almeno formale) di
AIMA, sono svuotati e poi riempiti di nuovo. Tu dirai che hanno fatto un buon
servizio, che hanno ringiovanito la merce. Peccato che se vendo il grano
duro a maggio incasso 10 e se lo riacquisto a luglio durante la trebbiatura,
per riempire i magazzini prima dell’arrivo dei controlli dell’AIMA, spendo 1.
Perché a luglio c’è tanto grano duro appena raccolto. Se quella operazione
l’avesse fatta AIMA o se solo avesse controllato i magazzini da maggio a
luglio, avrebbe guadagnato 9. Ma AIMA non aveva bisogno di guadagnare,
anzi le era proibito perché era una grande macchina per spendere soldi pub-
blici.

         Tipiche magagne italiane di quel periodo. Ma poi l’Unione Europea
         effettuava i controlli e ci puniva, mi auguro?
L’Unione Europa c’era già ed era proprio dall’Unione che arrivavano i soldi
per gli interventi sui mercati agricoli. Ti ricordo solo che la politica agricola
Europea inibisce ogni azione diretta dei singoli stati membri. E non del tutto
casualmente l’Ente pagatore dei soldi della politica comune europea era
proprio e sempre la stessa AIMA. È in questo contesto, in questo clima, con
questa gente che si è iniziato a gestire il regime delle quote latte. Peccato
che quella gestione spesso delegata all’esterno (Unalat n.d.r) sia costata
sino al 1993, alle casse pubbliche, qualcosa come 5.000 (cinquemila) miliar-
di di vecchie lire circa e non solo. Ma questo se non ti spiace lo vedremo al
momento opportuno.
L’Europa c’entra sull’Aima per non aver vigilato. Se dormisse o guardasse

                                       31
dall’altra parte per dolo non lo so. Ognuno dice la sua e cerca di passare il
cerino acceso agli altri. Quando a Bruxelles, come a Roma, gli apparati
hanno protetto il loro fondo schiena, di tutto il resto gliene importa poco.
Qualcuno dice che rubare è un’altra cosa. Anche la responsabilità, quella
vera, quella seria, della cosa comune è tutta un’altra cosa.


         Ma come arrivano i soldi europei agli agricoltori. Mi sembra che pas-
         sino per un po’ troppe mani, no?
I soldi europei non sono pagati dalle casse della Comunità che oltre a non
poterlo fare fisicamente non avrebbe la personalità giuridica per farlo. I soldi
la Comunità li prende dai cittadini europei attraverso una parte dell’IVA e una
quota delle tasse, oltre che dai dazi e altre piccole voci. Poi la Commissione
europea e il consiglio dei primi ministri stabilisce come spenderli attraverso
degli enti che pagano e controllano con i soldi della UE. Per far capire dove
sta il nocciolo del problema ti racconto questa: Divento presidente della
Commissione bicamerale d’inchiesta sull’AIMA e, senza far tanto chiasso
perché se no mi sarei dovuto portare dietro la “corte” di funzionari e di poli-
tici, organizzo una visita agli uffici di Bruxelles preposti al rapporto con
AIMA; e a un certo punto capisco che nell’Europa dei 15 paesi membri, ci
sono oltre 100 enti pagatori. Mentre per l’Italia ne avevamo uno solo.
                                 * allegato nel CD : FOCUS / BILANCIO UE.

        Possiamo dire che per una volta gli italiani sono stati più bravi?
No, come al solito siamo stati più furbi perché mettere tutto il tesoretto in un
posto solo, e oltretutto a Roma, permette un controllo più facile dei soldi,
realizzabile da poche persone. Non è questione di sospetti gratuiti. È espe-
rienza vissuta. Su AIMA si potrebbe scrivere un libro da solo.
L’informatizzazione, le nomine interne... Negli allegati c’è molto, ma è solo
un piccolo campionario.

         Ma scusa, una volta che avete scoperto come stavano le cose, per-
ché non è stato fatto nulla?
Proprio nulla no. A parte gli atti ispettivi come le interrogazioni parlamentari
alle quali nessuno risponde mai, abbiamo proposto un DDL (disegno di
legge; quell’atto che spesso serve a produrre l’effetto-annuncio) che è
diventato operativo ed ha generato la Commissione d’inchiesta menzionata.
Abbiamo acceso un riflettore sulla gestione extra-CIPE dei soldi AIMA, tanto
che alla fine il Governo ha dovuto modificare la norma, e non fu l’unica modi-
fica che il Governo fu costretto a fare per le mie intemperanze più che inter-
pellanze.

                                      32
Aspetta, mi spieghi cosa sono i fondi extra -CIPE di Aima?
Il fatto. Come in tutti i bilanci che si rispettino si prevede una spesa e poi si
verifica a fine anno il saldo. Se ne hai spesi di più hai un disavanzo che devi
ripianare. Se hai speso meno, hai un avanzo del quale di solito puoi dispor-
re l’anno dopo. Nella amministrazione pubblica c‘è il Comitato
Interministeriale per la Programmazione Economica (CIPE) che indica le
linee della spesa. Per aggirare questo vincolo, là dentro in Aima, e forse non
solo lì, si erano inventati un meccanismo forse non geniale ma che funzio-
nava bene. Impostavano delle previsioni di spesa che su alcuni capitoli
erano ben più elevate del prevedibile. Sapevano già prima che sarebbero
rimasti dei soldi. A fine anno prendevano gli avanzi e li mettevano tutti in un
capitolo di spese unico quali disponibilità di spesa per l’anno successivo. A
quel punto quei soldi erano spendibili a discrezione del Consiglio di
Amministrazione (composto sempre dagli stessi 3 dell’Ave Maria) e il gioco
per aggirare il potere decisionale di spesa era fatto. Nessuno rubava nulla,
almeno non con quel meccanismo. Semplicemente avevano dei soldi, e non
pochi, per fare interventi di cui non dovevano dar conto di nulla a nessuno
e non certo al CIPE che avrebbe dovuto decidere le linee della spesa.
Servivano magari per dare una mano al partito di tizio o di caio, magari orga-
nizzando il ritiro dei surplus di patate da mandare al macero qua o la, oppu-
re destinando alimenti al terzo mondo; dove non si sa a chi vanno ma si sa
bene da chi vengono acquistati. In questo modo non si andava a scomoda-
re il CIPE. A me rimane il dubbio che il giochino non sia stato solo di Aima
ma non ho mai potuto verificarlo; da comune mortale cittadino, trombato.




                                       33
4

                                                       LA GUERRA DEL LATTE

        AIMA è stato un caso bello grosso. Ma come dicevi non è l’unico e
        non possiamo fermarci qui, anche se pare sia il nocciolo del proble-
        ma. Andiamo avanti: dopo la commissione AIMA e le elezioni in cui
        sei stato trombato, sei uscito dal Parlamento e sono scoppiate le
        proteste di Linate. C’è un nesso o sei capitato nel posto sbagliato al
        momento giusto?
A parte i momento giusti e i luoghi sbagliati o viceversa, che sono sempre
soggettivi, il salto è troppo lungo per capire. Prima occorre fare dei punti
intermedi che coinvolgono molto intensamente il lavoro parlamentare di quei
due anni. Lavoro di cui, la storia di questi anni delle quote latte è figlia. Il pro-
blema è nato dentro al Parlamento e proprio nel periodo in cui c’ero anch’io.
Le scelte fatte dentro il Parlamento hanno poi generato il problema fuori,
come spesso accade nella vita di tutti i giorni.

          Ma come è possibile? Le quote sono state imposte dall’Unione
          Europea nel 1983, come ha fatto a nascere il problema nel 1994?
Questa anche se non la sola, è la solita situazione in cui si “ciurla nel mani-
co” consapevolmente, scaricando le colpe sull’Europa. Se siamo arrivati a
questo punto di incertezza sul futuro dell’Europa, se gli Irlandesi hanno boc-
ciato il trattato di Lisbona e di certo lo avrebbero fatto anche molti degli altri
cittadini europei se fossero stati chiamati a votare, è anche merito della
superficialità con la quale la classe politica europea scarica le proprie colpe
sulla comunità europea. In questo modo scaricano le colpe su se stessi per-
ché chi decide, in Europa, sono gli stessi membri dei governi nazionali.
L’Europa come genericamente definiamo la Commissione Europea, non ha
alcuna colpa nella questione quote latte italiana. Magari poteva intervenire
prima, magari poteva girarsi meno spesso dall’altra parte, ma le colpe non
sono sue. Certo, i ministri e i funzionari italiani a Bruxelles leggevano la
“Gazzetta dello Sport” intanto che gli altri usavano la calcolatrice e la testa
per decidere come imporre delle inevitabili quote di produzione di latte.
Leggiti l’allegata relazione della Corte dei Conti che ha incriminato i ministri
competenti per danno erariale.
                                         * allegato nel CD : CORTE dei CONTI.
La colpa della gestione quote latte è tutta italiana. Voglio solo riportare qui,
come virgolettato, la conclusione della Commissione Governativa voluta
subito dopo i trattori a Linate. Una commissione voluta da una legge del
Parlamento Italiano, per capire e indagare sul problema. La commissione, di

                                         34
cui in allegato trovi gli atti
                * allegato nel CD QUOTE LATTE - COMMISSIONE LECCA.
era presieduta da un generale della Guardia di Finanza e composta da 3
magistrati e due legali. Ha lavorato intensamente ma per pochi mesi ed ha
concluso così:

                                   RELAZIONE
                   della Commissione Governativa di indagine
                    sulle quote-latte istituita ai sensi dell’art.7
                            d.l. 31 gennaio 1997 n.11

                                               1-14 vedi allegato relazione integrale

15.     Considerazioni conclusive

15.1   Sulla base dei dati acquisiti da questa Commissione, dei documenti consul-
       tati e del materiale testimoniale raccolto (in gran parte suffragato da sup-
       porti documentali) si possono formulare le seguenti conclusioni in ordine ai
       quesiti posti dal d.l. n.11/97 convertito nella legge n.81/97:

       a) responsabilità nella gestione del sistema delle quote latte
       Al riguardo è emerso quanto segue:
       - ritardi nell’adeguamento della normativa italiana a quella comunitaria,
          peraltro sovente con provvedimenti legislativi in contrasto con quest’ulti-
          ma e a volte con provvedimenti non perfettamente coerenti tra loro;
       - ulteriore responsabilità dello Stato, come membro della Comunità, per
          non aver predisposto un’Autorità statale di effettivo controllo, come
          richiesto dalla Unione europea e come “accettato” dall’Italia nell’accor-
          do formale dell’11 aprile 1994;
       - gravi, evidenti ed inconfutabili responsabilità dell’UNALAT e delle
          “retrostanti” Associazioni professionali di categoria maggiormente rap-
          presentative (Coldiretti, Cia, Confagricoltura), che hanno, fino al 1992 e
          cioè per circa cinque anni, concretamente gestito l’intero sistema in
          maniera inadeguata, con comportamenti, per taluni aspetti, oggi al vaglio
          della magistratura penale;
       - responsabilità dell’Amministrazione ministeriale sicuramente sino alla

          do, sia per specifici comportamenti sottoposti a censura dalla magistra-
          campagna lattiera 1993-94, sia per culpa in eligendo e culpa in vigilan-

          tura contabile dello Stato, sia per l’irrigidimento in una insostenibile
          richiesta, alla Comunità, di aumento del QGG italiano per una sicura
          non-autosufficienza italiana per quanto riguarda la produzione lattiera

                                         35
(ma v. Allegato sub 146 un’analoga questione sollevata dagli europarla-
  mentari inglesi il 9 giugno 1993 e la risposta negativa del Commissario
  Steichen del 29 settembre 1993) e per un’asserita sottovalutazione dei
  dati di produzione dell’anno 1983 di riferimento, cui corrispondevano,
  sul piano interno, da un lato la mancanza di dati certi della produzione di
  latte nazionale e, dall’altro, una sorta di induzione, talvolta esplicita,
  degli allevatori italiani alla massima commercializzazione produttiva
  possibile di latte quasi a ragione e a comprova della insistente richiesta
  di aumento, senza la dovuta presa in considerazione degli effetti che una
  dissennata produzione avrebbe avuto sulla responsabilità del pagamento
  del prelievo e sulla conseguente perdita, per l’intera agricoltura italiana
  e non dei soli allevatori, dei fondi del FEOGA, stante la giurisprudenza
  della Corte di giustizia in ordine alla legittimità dell’operato della
  Commissione del trattenimento, a titolo compensativo del debito, delle
  somme dovuteci per aiuti agricoli;
- responsabilità della quasi totalità delle Regioni che sono rimaste presso-
  ché inerti rispetto alle attività di controllo loro demandate dalla legge
  n.468/92, per di più con la parcellizzazione dei centri chiamati, sulla
  carta, al controllo che ha reso difficili, per non dire impossibili, indirizzi
  unitari o che, come nel caso dell’ammissione di allevatori ai piani di svi-
  luppo o di giovani allevatori ai premi di insediamento, ha comportato
  l’incomprensione di distinti, ma connessi, problemi;
- responsabilità dell’AIMA (con alcuni dirigenti e funzionari oggi interes-
  sati da indagini e provvedimenti dell’autorità giudiziaria penale) che,
  chiamata nel 1993 alla “gestione” delle quote e dopo il tentativo disastro-
  so di avvalersi dei dati UNALAT, si è affidata, per l’informatizzazione dei
  dati e per i controlli di competenza nel settore, ad organismi privati
  (CCIA e CSIA, la cui partecipazione azionaria, in qualche modo facente
  capo alle principali associazioni agricole e/o all’UNALAT, ovverosia agli
  stessi controllati, veniva contestata dalla UE) e che, con ingente spesa a
  carico dello Stato, ha finora pubblicato sempre in ritardo, rispetto alle
  campagne lattiero-casearie, i bollettini contenenti le assegnazioni di
  quote individuali, e che non è riuscita finora a “fotografare” la realtà
  produttiva italiana, dato che i bollettini continuano ad essere pieni di
  errori (tanto da essere più volte “annullati” dai vari TAR), talché l’inte-
  ro settore si presenta, ancora oggi, avvolto da gravi incertezze;
- responsabilità, a partire dalla campagna lattiera-casearia 1993-94, da
  parte di innumerevoli acquirenti, i quali nella redazione dei modelli L/1
  hanno trasmesso dati errati, in diversi casi volutamente non rispondenti
  al latte effettivamente conferito né ai reali conferitori, assumendo ed uti-
  lizzando fatture per operazioni inesistenti, nonché indicando dati fiscali

                                  36
erronei (partite IVA, codici fiscali) al fine di impedire l’individuazione
  esatta dei produttori e di procurarsi disponibilità di quote (e di costi) per
  occultare traffici illeciti taluni dei quali già segnalati all’AG;
- responsabilità da parte di taluni soggetti che, pur titolari di quota, in real-
  tà non hanno prodotto latte ma hanno coperto la quota loro assegnata
  emettendo o tollerando che a loro nome si emettessero fatture per produ-
  zioni di latte mai realizzate.

b) Situazione attuale
L’incrocio dei dati acquisiti da questa Commissione, in modulo informatiz-
zato pur se effettuato necessariamente a campione, ha permesso di rilevare
alcune anomalie che incidono fortemente sia sul sistema delle quote, sia sul-
l’intero comparto lattiero-caseario.
Si può, all’esito dell’esame dei dati, affermare con ragionevole certezza che:
- l’Italia è interessata da circolazione di latte e di prodotti derivati di dub-
   bia provenienza, di latte non fatturato e che pertanto sfugge ad ogni con-
   trollo che sia meramente formale o cartaceo;
- non tutto il latte, che in apparenza o formalmente è vaccino, è in realtà
   veramente tale, provenendo da manipolazione e/o alterazioni di latte in
   polvere;
- vi è una non precisata quantità di latte di provenienza estera che, in
   assenza di controllo, è utilizzata come latte prodotto in Italia, determinan-
   do così un aggravamento del nostro sforamento del QGG;
- vi sono fenomeni irregolari, come nel caso di aziende del nord che ad
   aziende del sud risultano associate con varie forme contrattuali elusive
   della normativa comunitaria e nazionale e che, per la loro natura priva-
   tistica diversa dalle ipotesi contrattuali considerate dal diritto comunita-
   rio, sono sottratte anche ai previsti controlli cartacei da parte delle
   Regioni e/o dell’AIMA; e come nel caso di produttori che, pur in assenza
   di quote, producono latte compensando la loro produzione con quote
   assegnate a chi in realtà non produce latte, e tutto ciò quando, invece, la
   corretta gestione del sistema imporrebbe di assegnare le quote solo a chi
   realmente produce.




                                   37
La conclusione della Commissione è fin troppo chiara. Siccome
         però a vedere la situazione di oggi pare che non sia finita così, per-
         ché siete voi indicati come i “delinquenti”, penso che la questione
         quote latte vada spiegata un po’ meglio. Quindi torniamo al periodo
         del Parlamento e di quando tu eri in Commissione Agricoltura al
         Senato. Quando in fin dei conti è nato tutto.
Bisognerebbe partire da molto prima, cercando di non divagare troppo.
Tuttavia, senza accennare al passato, non si può capire il presente.
L’agricoltura, dal 1962, è l’unico settore gestito solo dalla Unione Europea,
la vecchia CEE. Ci sono state tre grandi fasi in questa politica. Dal trattato
di Roma, fino al 1980, l’Europa deve potenziare la sua produzione agricola.
Il continente è appena uscito da una guerra devastante e la popolazione
deve mangiare, prima di tutto. Il sistema adottato dalla CEE è tanto sempli-
ce quanto efficace. Tutti i prodotti alimentari che entrano in Europa devono
pagare dazio. Ciò consente, stabilendo il singolo dazio, di fissare il prezzo
della produzione interna praticamente dove si vuole, determinando un ine-
vitabile aumento della produzione stessa. Gli agricoltori guadagnano e inve-
stono in lavoro, tecnologia e... cervello. Inoltre i dazi riscossi dalle importa-
zioni, che sono tanti visto che produciamo poco e importiamo tanto, consen-
tono di investire in agricoltura molto danaro pubblico.

         Quindi negli anni ‘50 e ‘60, ad esempio con il grano importato per
         fare la pasta, la CEE finanzia la costruzione dei pastifici, degli stoc-
         caggi, degli essicatoi, delle macchine agricole?
Seppur troppo sintetico, in pratica si. Faccio un esempio: Un commerciante
americano vende in Europa 1000 ton di grano a 100 dollari la tonnellata.
Arrivato al porto di Genova o di qualsiasi altra località europea con la sua
bella nave, prima di scaricare il grano deve pagare un dazio di 80 dollari la
tonnellata. Il valore di quel grano, appena scaricato a Genova è quindi di
180 dollari. È evidente che il grano nostrano costerà pressapoco quel valo-
re. Quindi il produttore agricolo europeo ha un vantaggio sul produttore
americano rappresentato dal valore dazio. Inoltre la CEE incassava da quel
dazio tanti dollari che le permettevano di finanziare lo stesso agricoltore nel-
l’acquisto di macchine, oppure nella costruzione di infrastrutture: stalle,
magazzini eccetera. Fin qui tutto chiaro?
La cosa funzionò tanto bene che verso gli anni 80, complice anche un’evo-
luzione tecnologica agricola irripetibile, la produzione interna divenne trop-
pa. Con l’avvento delle sementi ibride, degli antiparassitari e diserbanti di
sintesi e dei fertilizzanti chimici, verso gli anni 80 la produzione interna supe-
rò la domanda. Eravamo arrivati all’eccedenza. Ma l’eccedenza comportava
delle ricadute pesanti. Infatti non solo l’Europa non incassava più i dazi per-

                                       38
ché non si importavano più alimenti. Ma per sostenere il prezzo di mercato
doveva ritirare le eccedenze e venderle all’estero. Poco male dirai tu.
Purtroppo il nostro amico americano che ci vendeva la tonnellata di grano a
100 dollari oltre che essere un pochino arrabbiato perché non ce la vende-
va più, era sempre là, fuori dai nostri confini che cercava di vendere la sua
tonnellata di grano a qualche altro paese più povero. Ebbene noi CEE con
le nostre eccedenze ritirate dal mercato, ovviamente a 180 dollari per poter
permettere agli agricoltori di sopravvivere mantenendo il livello di prezzo di
prima, siamo costretti a svendere il nostro grano all’estero a meno di 100
dollari, rimettendoci così gli 80 che prima abbiamo speculato. Puoi immagi-
nare gli effetti finanzari e di bilancio di tutto ciò.

         Un tracollo.
Non proprio. L’obiettivo principale era stato raggiunto. Semplicemente anda-
va cambiata la politica. Dall’incentivo si passò al disincentivo della produzio-
ne. Si mantennero i dazi che costituivano una barriera all’ingresso, ma si
invitarono i produttori a produrre meno. Solo che gli inviti non bastano,
soprattutto con chi ha a disposizione la terra e la coltiva con passione. Di
fronte al perdurare se non al crescere delle eccedenze, alla CEE non rima-
neva che una soluzione: settore per settore, secondo la gravità della situa-
zione e cioè secondo le eccedenze che pesavano sulle casse comunitarie,
andavano assunti provvedimenti restrittivi. Si andava dalla multa per le
eccedenze produttive di grano alle quote di produzione come per il latte,
dalla tassa sulla distillazione del vino sino all’aumento delle superfici coltiva-
te destinate al “No food” o lasciate incolte, “Seat aside”.

         Risultato?
Si rallentò la produzione, ma non si risolse il problema di fondo, le ecceden-
ze restavano e andavano gestite. In questo contesto nascono le quote latte.
Oggi è tutt’altra musica ma anche tutt’altra storia. Poi la vedremo.

        Ma gli agricoltori, come si sono comportati di fronte ad una restrizio-
        ne della loro produzione. Per loro si trattava di una riduzione del
        lavoro, del guadagno, del prodotto: immagino che si siano rifiutati di
        produrre di meno.
No, dove i governi hanno saputo applicarle, le cose hanno funzionato. Da
noi semplicemente le quote hanno deciso di non applicarle. Le decisioni del
Consiglio Europeo scontavano - e ancora scontano - la necessità dei singo-
li governi nazionali che compongono il Consiglio e la Commissione, di fare
ognuno i propri interessi nazionali. È una contraddizione, certo. Anzi è la
grande contraddizione che resterà sino a quando il potere in Europa sarà

                                       39
dei governi e non dei popoli. Nei paesi centro-nord europei forse la politica
agricola è stata condivisa. In Italia, Spagna e Grecia è stata subita. La distin-
zione geografica non è casuale.

         Non mi pare che abbiate, subìto. Non penso che per strada con i
         trattori ci siate andati per fare la spesa al supermercato o che la poli-
         zia l’abbiate “lavata” con del detersivo. Se non sbaglio era qualcosa
         di ben più pesante e puzzolente...
Certo! Ma devo spiegare meglio. Nelle quote latte, così come nella distilla-
zione del vino e in tanti altri settori, gli agricoltori hanno seguito le indicazio-
ni loro trasmesse dai governi o meglio dalle organizzazioni agricole.
Coldiretti-Confagricoltura-CIA avevano il monopolio del settore. Dicevano
agli agricoltori cosa fare o non fare. Compreso come e chi votare, ovviamen-
te. Il caso quote latte è forse il più esemplificativo. La delegazione italiana
che va a Bruxelles nel 1982 per contrattare il regolamento che introduce le
quote del latte, arriva armata con tanta voglia di “ferie”, poca competenza in
materia e, soprattutto, nessun dato credibile sulla situazione nazionale. Per
di più, se l’Europa è vista ancora oggi come un’istituzione distante, allora era
una galassia fuori dall’universo. Il ministro di allora ( che a buona memoria
era il bergamasco DC Pandolfi) torna da Bruxelles con un accordo tanto
accettato quanto inaccettabile. I politici nostrani decidono che “tanto la cosa
durerà poco” e che le quote a noi italiani non servivano. Occorreva sempli-
cemente trovare il modo per aggirarle. La soluzione fu semplice, banale e
stupida. Le quote latte che ci aveva dato la CEE erano poche? Bene: basta-
va che ai produttori ne venissero distribuite di più. Detto in altro modo. A
Bruxelles abbiamo sottoscritto 9 milioni di tonnellate di quota, ma ce ne ser-
vono 110 perché abbiamo fatto male i conti? Visto che tanto il sistema dure-
rà poco, ai produttori diamo 110, 120 milioni di tonnellate di quote, quello
che serve. Poi con la CEE ci metteremo a posto in qualche modo, fra qual-
che anno.

          Cioè vuoi dire che lo Stato Italiano ha barato sui numeri con
          Bruxelles?
Lo stato non bara mai! Semmai fa barare qualcuno mentre è girato dall’altra
parte. Succede molto più spesso di quanto tu possa immaginare. Il cavillo
italiota, la soluzione giusta per confondere le acque, anzi il latte, è stata
chiamata UNALAT, Unione tra le Associazioni dei produttori di Lattea cui lo
Stato italiano ha affidato tutte le quote nazionali. “Ci penserà poi Unalat a
organizzare la distribuzione ai produttori” hanno pensato. La commissione
Lecca ricorda che UNALAT nasce tra i tavoli delle organizzazioni sindacali
agricole, e lì rimane. È una creatura dei sindacati. Sostanzialmente, una

                                        40
scatola vuota che gli allevatori spinta-neamente sono costretti a riempire. I
soldi pagati dallo Stato alla CEE per l’inadempienza di Unalat sono tanti, ma
proprio tanti, e la Corte dei Conti lo rileva puntualmente. Unalat distribuisce
ai produttori quote latte per un totale ben superiore a quante la CEE ne
aveva date all’Italia. Semplice: il produttore continua a produrre senza pro-
blemi perché le quote le ha, anche se non dovrebbe averle. Questa storia
parte nel 1983 anno di introduzione del regime delle quote e va avanti sino
al 1996. Magia politica italiota da manuale.

          Non è possibile che la CEE non si sia resa conto di nulla.
Certo che se ne resero conto: Noi Italia siamo il pozzo in cui scaricarono le
loro eccedenze di latte, visto che possiamo produrre solo la metà di quello
che “beviamo”. Noi non stiamo alle regole ma loro non sanno dove buttare
il loro latte e per un poco sopportano. Ma i paesi nord europei quando sono
arrivati a Bruxelles hanno trattato e lottato con competenza, preparazione e
determinazione; hanno tirato fuori un regolamento che congelava la situa-
zione al punto in cui era. I paesi eccedentari potevano continuare a produr-
re eccedenze, mentre i deficitari come Italia, Spagna e Grecia si sarebbero
bevuti a vita le eccedenze nordiche.
Ci siamo fatti infinocchiare, punto e basta. O forse non eravamo consape-
voli. Sarebbe bastato negoziare il principio per il quale i paesi deficitari
avrebbero potuto aumentare la loro produzione sino al pareggio tra doman-
da e offerta interna. Tanto noi non ci saremmo mai arrivati, perché non
abbiamo terra a sufficienza per produrre tutto il latte che consumiamo.
Comunque la CEE si rese conto del giochino italiota perché alla fine di ogni
anno lattiero venivano dichiarate le produzioni di latte e l’Italia dichiarava
produzioni, almeno sulla carta, superiori alla quota che la CEE gli aveva
dato. Basta che ti dia una letta agli allegati.
                                * allegato nel CD : QUOTE LATTE EUROPA.
Non guardare se su alcuni documenti, non ci sono le carte intestate. I buro-
crati usano spesso il sistema di mandare la lettera di accompagnamento
sulla bella carta intestata e poi allegare le informazioni concrete su carta
bianca. Non si sa mai, ci si potrebbe rimettere il fondo schiena, metaforica-
mente s’intende.

         Latte prodotto solo sulla carta?
Si, perché la produzione di latte reale è ben altra cosa. Occorre essere più
dettagliati, è su questo dato che si gioca la partita. Infatti le multe del latte
sono figlie delle dichiarazioni di produzione che l’Italia ha fatto alla CEE, per-
ché se stessimo alle stime fatte dalla CEE probabilmente le multe non ci
sarebbero. Ho fatto al Senato, tra il disinteresse generale, una conferenza

                                       41
stampa con documenti alla mano che dimostravo come, a partire almeno dal
1994, l’Italia ha dichiarato sulla carta ben più latte prodotto di quanto non
avesse rilevato la CEE con i suoi uffici statistici.

          Scusa, fammi capire bene: noi abbiamo dichiarato sulla carta più
          latte di quanto secondo l’Unione Europea producevamo? Cioè...
          tentando di fare i furbi ci siamo imbrogliati da soli?
Si, sembra grottesco ma è così. L’Italia ha sempre dichiarato più produzione
sia di quella che la CEE stimava che di quella che sarebbe stata possibile sti-
mare valutando il potenziale produttivo delle vacche presenti nelle stalle ita-
liane, che non erano mica censite dal faraone d’Egitto ma dai sistemi del
ministero della Sanità. Attraverso i veterinari si controllano le stalle, o alla luce
dei fatti dovrebbe essere così. Anche per questo la lettura dei capitoli della
commissione Lecca è “gustosa”. Ti riporto qui solo un piccolo spunto.

                                   RELAZIONE
                   della Commissione Governativa di indagine
                    sulle quote-latte istituita ai sensi dell’art.7
                            d.l. 31 gennaio 1997 n.11

Capitolo. 9.4
      La verifica operata dal FEOGA appena qualche tempo dopo la missione di
      controllo in Italia (il 20/24 giugno 1994) aveva portato a constatare “6.582
      doppie registrazioni per circa 432.000 tonnellate di consegna nel 1991/92
      apparentemente introdotte due volte; 10.902 registrazioni di produttori
      apparentemente senza codice fiscale, né codice IVA - ciò che dovrebbe esse-
      re impossibile - per un quantitativo di 287.492 tonnellate di consegne nel
      1991/92 attestate; registrazioni relative a 31.953 produttori dove nel
      1991/92 venivano attestate 1.066.564 tonnellate, senza riferimento ad un’as-
      sociazione di produttori, mentre le consegne dei produttori non-associati
      sono reputate essere solo un decimo di questo importo. I risultati di tale veri-
      fica vennero trasmessi dalla Commissione europea, al Direttore Generale
      del Ministero dell’Agricoltura ed al Direttore Generale dell’AIMA, senza
      tuttavia che venissero assunti i provvedimenti richiesti dalla gravità del
      caso.

Purtroppo, la produzione su cui si determinano le multe è solo quella dichia-
rata dallo stato membro. Le verifiche successive della CEE per loro natura
possono essere solo al rialzo. Noi paese, abbiamo dichiarato di più nella
disperata speranza di avere più quote. Questa era la strategia almeno sino
al 2000. Poi, dopo aver dichiarato di più, pagato le multe e non aver ricevu-

                                         42
to le quote, abbiamo cambiato idea e adesso le quote in più non le voglia-
mo, a sentire le campane della Coldiretti & C. Valli a capire!
         O siamo sadomasochisti oppure c’è qualche altra ragione per fare
         tutto ciò. Quale?
È la stessa domanda che mi sono fatto io quando ho iniziato a capire meglio.
Ho cercato di darmi delle risposte e sono giunto ad alcune conclusioni :
Aima conosceva benissimo il giochino delle 3 carte che aveva messo in
piedi UNALAT. Perché alla fine le persone, gira e volta, erano sempre le
stesse

                                   RELAZIONE
                   della Commissione Governativa di indagine
                    sulle quote-latte istituita ai sensi dell’art.7
                             d.l. 31 gennaio 1997 n.11

Capitolo 9.4
       Ad ulteriore conferma delle “commistioni” tra le organizzazioni sindacali e
       l’amministrazione pubblica, non si può sottacere la composizione del
       Consiglio di amministrazione dell’AIMA per come è stabilito dalla sua legge
       istitutiva. Tale Consiglio, nella sua versione del 26 luglio 1988, prevedeva tra
       i suoi componenti: “per. agr. Gottero e sig. Martorana, su conferma della
       Confederazione Nazionale Coltivatori Diretti; il dott. Alessandra, su confer-
       ma della Confederazione Generale dell’Agricoltura Italiana; il dott. Donati,
       su conferma della Confederazione Italiana Coltivatori”, mentre il Consiglio
       di Amministrazione nominato il 4 agosto 1993 contemplava tra i suoi com-
       ponenti: “sig. Martorana, su designazione della Confederazione Nazionale
       Coltivatori Diretti; dr. Ferraccioli su designazione della Confederazione
       Generale dell’Agricoltura; dr. Pascale su designazione della
       Confederazione Italiana Allevatori”. In tempi più recenti (8 aprile 1994) può
       ricordarsi la sostituzione di un membro del detto Consiglio di amministrazio-
       ne, disposta dall’allora Ministro in carica, con la seguente formula: “Ritenuto
       di scegliere nell’ambito della terna proposta dalla Coldiretti il nominativo
       del sig. Paolo Nigro, attuale Vice Presidente di tale Confederazione, quale
       componente del Consiglio di Amministrazione dell’AIMA, in sostituzione del
       sig. Onofrio Martorana:” (v. delibere commissariali EIMA del 22 marzo
       1995 - Allegato sub 85 - e del 9 maggio 1995 - Allegato sub 103).

Il regime delle quote prevedeva che qualcuno lo gestisse a tutti i livelli e que-
sto generava potere. Gli uffici della triplice sindacale che il buon Paolo
Casagrande chiama “i 3 porcellini”, si reggono ancora oggi sulle carte e sui
bisogni della burocrazia. Se non ci sono bisogni, occorre crearli. Ma se da

                                          43
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  • 3. Dedicato al futuro dei miei figli. 3
  • 4. 4
  • 5. SENATO DELLA REPUBBLICA ITALIANA Scheda parlamentare del Senatore: ROBUSTI GIOVANNI XII LEGISLATURA (1994/1996) Dati biografici ed elettorali Nato il 1951/12/27 a Piadena (Cremona), residente a Torre de’ Picenardi (Cremona); Imprenditore. Eletto nel Collegio di Casalmaggiore - Viadana (Lombardia) il 1994/03/27, proclamato il 1994/04/01, convalida del 1994/09/22. Incarichi ed uffici ricoperti Membro della Commissione Permanente Agricoltura e produzione agroali- mentare dal 1994/05/31 al 1996/05/08. Membro della Commissione d’inchiesta sull’AIMA dal 1995/09/26 al 1996/05/08. Presidente della Commissione d’inchiesta sull’AIMA dal 1995/11/16 al 1996/05/08. Membro del Gruppo Lega Nord dal 1994/04/18 al 1996/05/08. Attivita’ di presidenza in Commissione Ha presieduto, integralmente o parzialmente, le seguenti sedute della Commissione d’inchiesta sull’AIMA il 95/11/16 (P), il 95/12/13 (A),il 96/01/16 (P), il 96/01/24 (P), il 96/01/31 (P), il 96/02/07 (P), il 96/02/13 (P), il 96/02/28 (P). ATTIVITA’ LEGISLATIVA Iniziativa legislativa Ha presentato come primo firmatario i DDL: - S0603: Istituzione dell’Ente per gli interventi sul mercato agricolo EIMA - S0619: Istituzione di una Commissione parlamentare d’inchiesta sull’Azienda di Stato per gli interventi nel mercato agricolo (AIMA) (Ritirato). 5
  • 6. - S0631: Modifiche alla legge 26 gennaio 1978, n. 14, in materia di parere parlamentare sulle nomine in enti pubblici - S0715: Gestione di ammasso dei prodotti agricoli - S0772: Istituzione di una Commissione parlamentare d’ inchiesta sulla Federazione italiana dei consorzi agrari ( Federconsorzi ) - S0982: Nuove norme in materia di produzione, commercializzazione, vendita ed uso dei presidi fitosanitari - S1007: Modifiche all’ordinamento dei consorzi agrari - S1022: Norme per favorire l’impiego di biocarburanti di provenienza agri- cola a fine autotrazione e riscaldamento civile - S1064: Modifica parziale del regime delle quote latte - S1559: Norme relative alla legge pluriennale di spesa per l’agricoltura - S1650: Riordino del sistema lattiero, disposizioni per l’applicazione del regolamento CEE 3950/92 e abrogazione della legge 26 novembre 1992, n. 468 - S1651: Revisione dell’imposizione fiscale gravante su alcuni consumi energetici degli insediamenti rurali sparsi - S1661: Istituzione dell’Ente per la ricerca scientifica, tecnologica ed eco- nomica agroalimentare e forestale ( ERSTEAF ) - S1975: Norme per il riordino dell’UNIRE ed il rilancio del settore dell’ippica Ha presentato come cofirmatario i DDL: S0507, S0678, S0681, S0682, S0698, S0728, S0755, S0874, S0884, S0893, S0910, S0918, S0952, S1036, S1039, S1126, S1210, S1231, S1304, S1361, S1376, S1395, S1418, S1438, S1439, S1474, S1483, S1486, S1542, S1543, S1549, S1604, S1616, S1639, S1655, S1658, S1670, S1671, S1754, S1763, S1765, S1796, S1847, S1853, S1923, S1938, S1962, S1983, S2021, S2027, S2028, S2029, S2095, S2131, S2216, S2255, S2288, S2360, S2384, S2543. Attivita’ di relatore È stato relatore sui DDL: - S0715: “Gestione di ammasso dei prodotti agricoli” relatore alla Commissione 9^ (Agricoltura e produzione agroalimentare). - S1486: “Norme per l’uso dei traccianti di evidenziazione nella produzione e commercializzazione di latte in polvere ad uso zootecnico” relatore alla Commissione 9^ (Agricoltura e produzione agroalimentare). - S1666: “Differimento di termini previsti da disposizioni legislative nel set- tore agricolo ed altre disposizioni urgenti in materia” relatore alla Commissione 9^ (Agricoltura e produzione agroalimentare). 6
  • 7. Interventi su ddl È intervenuto sui disegni di legge: - S0048: “Norme sulle denominazioni di origini protette, sulle indicazioni geografiche protette e sulle attestazioni di specificita’ dei prodotti agricoli e agro - alimentari e adeguamento della materia alle disposizioni comuni- tarie” Nella Commissione 9^ (Agricoltura): in sede referente il 95/02/07 (discussione congiunta con S0403), il 95/03/22, il 95/03/23; in sede deli- berante il 95/05/17, il 95/05/23, il 95/06/13; per dichiarazione di voto: il 95/06/13 (favorevole a nome del Gruppo). - S0158: “Modifica al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, in materia di IVA zootecnica” Nella Commissione 9^ (Agricoltura): in sede consultiva il 94/07/06, il 94/07/07. - S0211: “Conversione in legge del decreto-legge 29 aprile 1994, n.264, recante gestione di ammasso dei prodotti agricoli e campagne di com- mercializzazione del grano per gli anni 1962 - 1963 e 1963 -1964” Nella Commissione 9^ (Agricoltura): in sede referente il 94/06/22. In Assemblea: su questioni procedurali: il 94/06/22. - S0232: “Conversione in legge del decreto-legge 6 maggio 1994, n.271, recante disposizioni urgenti per le Forze di polizia” Nella Commissione 9^ (Agricoltura): in sede consultiva il 94/06/28. - S0252: “Norme sulle caratteristiche merceologiche dei carburanti e per incentivare la diffusione di veicoli e carburanti a un minore tasso di inqui- namento ambientale. Norme in materia di sicurezza dei veicoli a motore” Nella Commissione 9^ (Agricoltura): in sede consultiva il 94/07/20. - S0281: “Disposizioni per il riordino del settore della produzione dell’uva da tavola” Nella Commissione 9^ (Agricoltura): in sede referente il 94/09/28. - S0282: “Nuove norme in materia di scarichi dei frantoi oleari” Nella Commissione 9^ (Agricoltura): in sede referente il 95/11/22 (discussione congiunta con S1181 S1197). - S0336: “Conversione in legge del decreto-legge 25 maggio 1994, n.314, recante istituzione dell’Ente per gli interventi nel mercato agricolo - E. I. M. A. “ Nella Commissione 9^ (Agricoltura): in sede referente il 94/07/06, il 94/07/19 (discussione congiunta con S0480). - S0430: “Conversione in legge del decreto-legge 15 giugno 1994, n. 377, recante disposizioni urgenti per fronteggiare gli incendi boschivi sul terri- torio nazionale” Nella Commissione 9^ (Agricoltura): in sede consultiva il 94/07/06. - S0480: “Istituzione dell’ente per gli interventi nel mercato agricolo” Nella Commissione 9^ (Agricoltura): in sede referente il 94/09/07 (discussione 7
  • 8. congiunta con S0336), il 94/10/19 (discussione congiunta con S0603 S0900), il 94/10/25, il 94/11/02, il 94/11/03, il 94/11/08, il 94/11/09, il 94/11/16, il 94/11/23, il 94/12/15 (discussione congiunta con S0603 S1175), il 95/02/08. - S0515: “Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 11 agosto 1993, n. 375, relativo alla razionalizzazione dei sistemi di accertamento dei lavoratori dell’agricoltura e dei relativi contributi” Nella Commissione 9^ (Agricoltura): in sede referente il 95/02/14 (discussione congiunta con S0726). - S0526: “Conversione in legge del decreto-legge 30 giugno 1994, n.423, recante gestione di ammasso dei prodotti agricoli e campagne di com- mercializzazione del grano per gli anni 1962 - 1963 e 1963 - 1964” Nella Commissione 9^ (Agricoltura): in sede referente il 94/07/26. In Assemblea: in sede di discussione generale: il 94/08/01 (su OdG); in sede di esame degli articoli: il 94/08/01; per dichiarazione di voto: il 94/08/01 (contrario a titolo personale). - S0568: “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 maggio 1994, n. 332, recante norme per l’accelerazione delle procedure di dismissione di partecipazioni dello Stato e degli enti pubblici in societa’ per azioni” Nella Commissione 9^ (Agricoltura): in sede consultiva il 94/07/20. - S0588: “Conversione in legge del decreto-legge 30 maggio 1994, n. 323, recante disposizioni urgenti per la campagna lattiero -casearia 1994 - 1995” Nella Commissione 9^ (Agricoltura): in sede referente il 94/07/21. In Assemblea: in sede di discussione generale: il 94/07/21 (su OdG). - S0631: “Modifiche alla legge 26 gennaio 1978, n. 14, in materia di pare- re parlamentare sulle nomine in enti pubblici” In Assemblea: su questioni procedurali: il 94/08/02. - S0679: “Conversione in legge del decreto-legge 25 luglio 1994, n. 464, recante istituzione dell’Ente per gli interventi nel mercato agricolo - EIMA” Nella Commissione 1^ (Affari Costituzionali): in sede consultiva il 94/08/01. In Assemblea: su questioni procedurali: il 94/08/03. - S0715: “Gestione di ammasso dei prodotti agricoli” (relatore) Nella Commissione 9^ (Agricoltura): in sede referente il 94/11/22, il 95/02/22, il 95/03/09. - S0809: “Ratifica ed esecuzione degli Atti finali concernenti i risultati dei negoziati dell’Uruguay Round, adottati a Marrakech il 15 aprile 1994” Nella Commissione 9^ (Agricoltura): in sede consultiva il 94/10/06, il 94/10/11. In Assemblea: in sede di discussione generale: il 94/10/18 (su OdG); per dichiarazione di voto: il 94/10/19 (favorevole a nome del Gruppo). 8
  • 9. - S0840: “Modifiche all’ordinamento dei consorzi agrari” Nella Commissione 9^ (Agricoltura): in sede referente il 95/04/26 (discussione congiunta con S1007 S1489), il 95/09/19. - S0865: “Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sull’Azienda di Stato per gli interventi nel mercato agricolo (AIMA)” Nella Commissione 9^ (Agricoltura): in sede referente il 94/10/05. In Assemblea: in sede di discussione generale: il 95/05/18; per dichiarazio- ne di voto: il 95/05/18 (favorevole a nome del Gruppo). - S1022: “Norme per favorire l’impiego di biocarburanti di provenienza agri- cola a fine autotrazione e riscaldamento civile” Nella Commissione 9^ (Agricoltura): in sede consultiva il 95/02/14, il 95/02/22. - S1105: “Conversione in legge del decreto-legge 7 novembre 1994, n. 621, recante attuazione di regolamenti comunitari relativi alla riforma della politica agricola comune” Nella Commissione 9^ (Agricoltura): in sede referente il 94/11/15. In Assemblea: per dichiarazione di voto: il 94/11/23 (favorevole a nome del Gruppo). - S1117: “Conversione in legge del decreto-legge 9 novembre 1994, n. 624, recante interventi urgenti a favore delle zone colpite dalle eccezionali avversita’ atmosferiche e dagli eventi alluvionali nella prima decade del mese di novembre 1994” Nella Commissione 9^ (Agricoltura): in sede consultiva il 94/11/15. - S1158: “Misure di razionalizzazione della finanza pubblica” Nella Commissione 9^ (Agricoltura): in sede consultiva il 94/11/29. In Assemblea: in sede di esame degli articoli: il 94/12/15 (discussione con- giunta con S1162 S1163), il 94/12/16 (per illustrazione emendamenti), il 94/12/17. - S1162: “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 1995 )” Nella Commissione 9^ (Agricoltura): in sede consultiva il 94/11/30 (discussione congiunta con S1163). - S1170: “Conversione in legge del decreto-legge 24 novembre 1994, n. 646, recante interventi urgenti a favore delle zone colpite dalle eccezio- nali avversita’ atmosferiche e dagli eventi alluvionali nella prima decade del mese di novembre 1994” Nella Commissione 9^ (Agricoltura): in sede consultiva il 94/12/07. - S1384: “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 23 dicembre 1994, n. 727, recante norme per l’avvio degli interventi pro- grammati in agricoltura e per il rientro della produzione lattiera nella quota comunitaria” Nella Commissione 9^ (Agricoltura): in sede referente il 95/02/21. In Assemblea: per dichiarazione di voto: il 95/02/22 (di asten- sione a nome del Gruppo). - S1386-B: “Modifiche agli articoli 291 e 294 del codice di procedura pena- 9
  • 10. le, in materia di applicazione delle misure cautelari” In Assemblea: su questioni procedurali: il 95/08/03. - S1409: “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 gennaio 1995, n. 30, recante misure urgenti per la ripresa della pesca e dell’acquacoltura colpite dall’emergenza ambientale dell’ottobre 1994” Nella Commissione 9^ (Agricoltura): in sede referente il 95/03/14. In Assemblea: in sede di discussione generale: il 95/03/16; per dichiarazio- ne di voto: il 95/03/16 (contrario a nome del Gruppo). - S1416: “Conversione in legge del decreto-legge 23 febbraio 1995, n. 41, recante misure urgenti per il risanamento della finanza pubblica e per l’oc- cupazione nelle aree depresse” Nella Commissione 9^ (Agricoltura): in sede consultiva il 95/03/01. In Assemblea: in sede di esame degli artico- li: il 95/03/07. - S1476: “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 21 gennaio 1995, n. 21, recante interventi per il settore dell’ autotrasporto di cose per conto terzi” In Assemblea: per dichiarazione di voto: il 95/03/16 (favorevole a nome del Gruppo). - S1486: “Norme per l’uso dei traccianti di evidenziazione nella produzione e commercializzazione di latte in polvere ad uso zootecnico” (relatore) Nella Commissione 9^ (Agricoltura): in sede referente il 95/04/27, il 95/05/02. - S1500: “Conversione in legge del decreto-legge 8 febbraio 1995, n. 32, recante disposizioni urgenti per accelerare la concessione delle agevola- zioni alle attivita’ gestite dalla soppressa Agenzia per la promozione dello sviluppo del Mezzogiorno, per la sistemazione del relativo personale, nonche’ per l’avvio dell’intervento ordinario nelle aree depresse del terri- torio nazionale” In Assemblea: per dichiarazione di voto: il 95/04/05 (con- trario in dissenso dal Gruppo). - S1551: “Conversione in legge del decreto-legge 27 marzo 1995, n. 87, recante istituzione dell’Ente per gli interventi nel mercato agricolo - E. I. M. A. “ Nella Commissione 9^ (Agricoltura): in sede referente il 95/04/06. In Assemblea: in sede di discussione generale: il 95/05/17; in sede di esame degli articoli: il 95/05/17, il 95/05/18, il 95/05/23 (per illustrazione emendamenti). - S1568: “Riorganizzazione della sperimentazione agraria ed istituzione dell’Ente nazionale per la ricerca agricola, alimentare e forestale ( E. N. R. A. A. F. )” Nella Commissione 9^ (Agricoltura): in sede referente il 95/07/26 (discussione congiunta con S1661). - S1600: “Disposizioni per l’adempimento di obblighi derivanti dall’apparte- nenza dell’Italia alle Comunita’ europee - legge comunitaria 1994” Nella Commissione 9^ (Agricoltura): in sede consultiva il 95/05/10, il 95/05/16. 10
  • 11. Nella Commissione 1^ (Affari Costituzionali): in sede referente il 95/07/19, il 95/07/20. In Assemblea: in sede di esame degli articoli: il 95/11/28. - S1600-B: “Disposizioni per l’adempimento di obblighi derivanti dall’appar- tenenza dell’Italia alle Comunita’ europee - legge comunitaria 1994” In Assemblea: in sede di esame degli articoli: il 96/01/24. - S1624: “Conversione in legge del decreto-legge 7 aprile 1995, n. 109, recante proroga di termini a favore dei soggetti residenti nelle zone colpi- te dagli eventi alluvionali del novembre 1994 e disposizioni integrative del decreto-legge 23 febbraio 1995, n. 41, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 marzo 1995, n. 85” In Assemblea: in sede di esame degli artico- li: il 95/05/25 (su OdG). - S1650: “Riordino del sistema lattiero, disposizioni per l’applicazione del regolamento CEE 3950/92 e abrogazione della legge 26 novembre 1992, n. 468” Nella Commissione 9^ (Agricoltura): in sede referente il 95/07/27 (discussione congiunta con S1891), il 95/09/13, il 95/09/26 (discussione congiunta con S1891 S1987 S2015), il 95/09/27, il 95/09/28, il 95/11/29, il 95/12/12, il 95/12/21. - S1666: “Differimento di termini previsti da disposizioni legislative nel set- tore agricolo ed altre disposizioni urgenti in materia” (relatore)Nella Commissione 9^ (Agricoltura): in sede deliberante il 95/06/15, il 95/06/27, il 95/07/12, il 95/07/26, il 95/08/02, il 95/10/05. - S1729: “Celebrazione del bicentenario della Repubblica Napoletana del 1799” Nella Commissione 9^ (Agricoltura): in sede consultiva il 95/08/03. - S1770: “Conversione in legge del decreto-legge 26 maggio 1995, n. 192, recante istituzione dell’Ente per gli interventi nel mercato agricolo - E. I. M. A e disciplina transitoria della sua attivita’” Nella Commissione 1^ (Affari Costituzionali): in sede consultiva il 95/05/30. In Assemblea: su questioni procedurali: il 95/06/01. - S1814: “Organizzazione e funzionamento dell’Ente per gli interventi nel mercato agricolo - E. I. M. A. “ Nella Commissione 9^ (Agricoltura): in sede referente il 95/06/15, il 95/06/20, il 95/06/22, il 95/07/04, il 95/07/05, il 95/07/11. - S1954: “Conversione in legge del decreto-legge 14 luglio 1995, n. 281, recante attuazione del fermo biologico della pesca nel 1995” Nella Commissione 9^ (Agricoltura): in sede referente il 95/07/26. - S2005: “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 giugno 1995, n. 261, recante disposizioni urgenti in materia di assistenza farmaceutica e di sanita’” Nella Commissione 9^ (Agricoltura): in sede consultiva il 95/08/02. - S2019: “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 1996 e bilancio pluriennale per il triennio 1996 - 1998” Nella Commissione 9^ 11
  • 12. (Agricoltura): in sede consultiva il 95/10/12 (discussione congiunta con S2019-BIS S2156). Nella Commissione 5^ (Bilancio): in sede referente il 95/11/01 (discussione congiunta con S2019-BIS S2156). - S2056: “Conversione in legge del decreto-legge 3 agosto 1995, n. 325, recante disposizioni per l’attuazione dei regolamenti comunitari relativi alla riforma della politica agricola comune per l’anno 1995” Nella Commissione 9^ (Agricoltura): in sede referente il 95/09/21. In Assemblea: per dichiarazione di voto: il 95/09/21 (favorevole a nome del Gruppo). - S2157: “Misure di razionalizzazione della finanza pubblica” Nella Commissione 9^ (Agricoltura): in sede consultiva il 95/10/12. Nella Commissione 5^ (Bilancio): in sede referente il 95/11/01 (discussione congiunta con voto regionale 0042). In Assemblea: in sede di discussio- ne generale: il 95/11/08 (su OdG) (discussione congiunta con S2019 S2019-BIS S2156); in sede di esame degli articoli: il 95/11/09 (per illustra- zione emendamenti), il 95/11/13, il 95/11/14, il 95/11/15, il 95/11/16, il 95/11/17 (su OdG). - S2157-B: “Misure di razionalizzazione della finanza pubblica” Nella Commissione 9^ (Agricoltura): in sede consultiva il 95/12/21. - S2169: “Conversione in legge del decreto-legge 1 settembre 1995, n. 370, recante trasferimento all’AIMA di fondi per corrispondere agli impe- gni nei confronti dell’Unione europea, relativi ai prelievi nel settore lattie- ro - caseario” Nella Commissione 9^ (Agricoltura): in sede referente il 95/10/18, il 95/10/19, il 95/10/24. In Assemblea: in sede di discussione generale: il 95/10/25; per dichiarazione di voto: il 95/10/25 (favorevole a nome del Gruppo). - S2230: “Conversione in legge del decreto-legge 27 ottobre 1995, n. 446, recante differimento di termini previsti da disposizioni legislative in mate- ria di interventi in campo economico e sociale” Nella Commissione 9^ (Agricoltura): in sede consultiva il 95/11/08, il 95/11/14, il 95/11/22. - S2298: “Conversione in legge del decreto-legge 20 novembre 1995, n. 492, recante disposizioni urgenti per il risanamento dei siti industriali del- l’area di Bagnoli” In Assemblea: in sede di esame degli articoli: il 96/01/18. - S2478: “Conversione in legge del decreto-legge 19 gennaio 1996, n. 26, recante rifinanziamento degli interventi programmati in agricoltura di cui al decreto-legge 23 dicembre 1994, n. 727, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 febbraio 1995, n. 46” Nella Commissione 9^ (Agricoltura): in sede referente il 96/02/14, il 96/02/21. In Assemblea: su questioni pro- cedurali: il 96/03/13; in sede di discussione generale: il 96/03/13 (su OdG); per dichiarazione di voto: il 96/03/13 (favorevole a nome del Gruppo). 12
  • 13. - S2495: “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 4 dicembre 1995, n. 518, recante interventi urgenti nei settori agricoli” Nella Commissione 9^ (Agricoltura): in sede referente il 96/01/31. In Assemblea: in sede di discussione generale: il 96/02/01. - S2518: “Conversione in legge del decreto-legge 31 gennaio 1996, n. 41, recante interventi urgenti nei settori agricoli” Nella Commissione 9^ (Agricoltura): in sede referente il 96/02/13. ATTIVITA’ NON LEGISLATIVA (PRESENTAZIONE DI DOCUMENTI) Atti di indirizzo e di sindacato ispettivo; rapporto di fiducia Ha presentato come primo firmatario la mozione: n° 0052 su AZIENDE CREDITIZIE IN PROVINCIA DI MANTOVA il 95/02/09; n° 0106 su AIMA il 95/06/21. Ha presentato come cofirmatario la mozione: n° 0025 su QUOTE-LATTE REGIONE SICILIA il 94/09/29; n° 0030 su CONFLITTO POTERI STATO il 94/10/12; n° 0064 su POTERI DI CONTROLLO SU FERROVIE DELLO STATO il 95/03/22; n° 0079 su INTERVENTI PER LA ZOOTECNIA il 95/05/17; n° 0098 su INTERVENTI PER ALLEVAMENTI BOVINI DA CARNE il 95/06/14; n° 0159 su CANCELLAZIONE PROGRAMMA AGRI- COLTURA RADIO UNO il 95/10/12; n° 0165 su REALIZZAZIONE TRAFO- RO BRENNERO il 95/11/15. Ha presentato come primo firmatario la interpellanza: n° 0160 ai Ministri Risorse agricole, Unione europea il 94/11/03; n° 0182 ai Ministri Pres. del Consiglio, Risorse agricole il 94/11/24 (svolta il 94/11/25). Ha presentato come cofirmatario la interpellanza: n° 0357 ai Ministri Pres. del Consiglio, Trasporti il 95/11/14. Ha presentato come primo firmatario la interrogazione con risposta orale in Assemblea: n° 00523 al Ministro Risorse agricole il 95/03/08; n° 00770 ai Ministri Pres. del Consiglio, Risorse agricole il 95/07/05; n° 00951 al Ministro Risorse agricole il 95/10/18; n° 01159 ai Ministri Pres. del Consiglio, Grazia e Giustizia, Risorse agricole il 96/01/24. Ha presentato come cofirmatario la interrogazione con risposta orale in Assemblea: n° 00139 ai Ministri Pres. del Consiglio, Rapporti col Parlam., Finanze, Difesa il 94/07/26 (svolta il 94/08/03); n° 00141 al Ministro Ambiente il 94/07/26 (svolta il 94/09/23); n° 00161 ai Ministri Affari Esteri, Interno, Difesa, Famiglia il 94/08/01; n° 00469 al Ministro Risorse agricole il 95/02/15; n° 00473 ai Ministri Pres. del Consiglio, Tesoro, Funzione Pubblica il 95/02/16; n° 00563 al Ministro Trasporti il 95/03/23; n° 00597 al 13
  • 14. Ministro Risorse agricole il 95/04/26; n° 00601 al Pres. del Consiglio il 95/04/27; n° 00658 al Ministro Trasporti il 95/05/23; n° 00840 ai Ministri Pres. del Consiglio, Tesoro, Risorse agricole il 95/08/02; n° 01199 ai Ministri Pres. del Consiglio, Risorse agricole, Industria, Commercio Estero, Lavori Pubblici, Ambiente, Sanita’ il 96/02/15. Ha presentato come primo firmatario la interrogazione con risposta scritta: n° 00159 ai Ministri Lavori Pubblici, Difesa il 94/05/12 (risposta annunciata il 95/03/30, pubblicata sul fascicolo n° 00032 del 95/03/29); n° 02075 ai Ministri Universita’, Sanita’, Interno il 94/11/08; n° 02110 ai Ministri Lavori Pubblici, Interno il 94/11/09 (risposta annunciata il 95/04/27, pubblicata sul fascicolo n° 00034 del 95/04/26); n° 02132 ai Ministri Interno, Sanita’ il 94/11/10; n° 02679 ai Ministri Risorse agricole, Funzione Pubblica il 94/12/15; n° 03043 al Ministro Interno il 95/02/01; n° 03071 al Ministro Risorse agricole il 95/02/02; n° 03192 ai Ministri Trasporti, Lavori Pubblici, Ambiente, Interno il 95/02/09; n° 03352 al Ministro Interno il 95/02/22 (rispo- sta annunciata il 95/10/05, pubblicata sul fascicolo n° 00053 del 95/10/05); n° 03449 ai Ministri Risorse agricole, Interno il 95/02/23 (risposta annuncia- ta il 95/09/28, pubblicata sul fascicolo n° 00052 del 95/09/27); n° 03619 ai Ministri Pres. del Consiglio, Grazia e Giustizia, Funzione Pubblica il 95/03/08; n° 03735 ai Ministri Pres. del Consiglio, Funzione Pubblica il 95/03/16; n° 03736 ai Ministri Pres. del Consiglio, Bilancio e Programm., Unione europea, Funzione Pubblica il 95/03/16; n° 04028 al Pres. del Consiglio il 95/04/06; n° 04533 ai Ministri Pres. del Consiglio, Grazia e Giustizia, Risorse agricole il 95/05/30; n° 04871 ai Ministri Interno, Grazia e Giustizia, Difesa il 95/06/21; n° 04873 ai Ministri Interno, Risorse agricole, Grazia e Giustizia il 95/06/21; n° 05485 ai Ministri Lavori Pubblici, Ambiente il 95/07/28; n° 07960 al Ministro Pubblica Istruzione il 96/02/06; n° 07978 ai Ministri Pres. del Consiglio, Finanze, Risorse agricole il 96/02/06; n° 08305 ai Ministri Pres. del Consiglio, Risorse agricole il 96/02/28; n° 08394 ai Ministri Pres. del Consiglio, Tesoro, Finanze il 96/02/29. Ha presentato come cofirmatario la interrogazione con rispostascritta: n° 00201 ai Ministri Affari Esteri, Interno, Difesa, famiglia il 94/05/18; n° 01244 ai Ministri Bilancio e Programm., Tesoro, Trasporti il 94/08/05; n° 02121 al Ministro Tesoro il 94/11/10; n° 02129 ai Ministri Lavori Pubblici, Beni Culturali, Finanze, Lavoro e Prev. Soc. il 94/11/10 (risposta annunciata il 95/05/18, pubblicata sul fascicolo n° 00037 del 95/05/17); n° 02168 ai Ministri Interno, Pubblica Istruzione, Risorse agricole il 94/11/11; n° 02175 al Ministro Trasporti il 94/11/11; n° 02178 al Ministro Trasporti il 94/11/11; n° 03214 ai Ministri Lavori Pubblici, Ambiente, Risorse agricole, Funzione Pubblica il 95/02/14 (risposta annunciata il 95/06/22, pubblicata sul fascicolo 14
  • 15. n° 00042 del 95/06/21); n° 03268 ai Ministri Sanita’, Grazia e Giustizia, Interno il 95/02/16 (risposta annunciata il 95/03/23, pubblicata sul fascicolo n° 00031 del 95/03/22); n° 03270 ai Ministri Pres. del Consiglio, Trasporti il 95/02/16; n° 03375 al Ministro Trasporti il 95/02/22; n° 03791 ai Ministri Pres. del Consiglio, Interno il 95/03/21; n° 04271 al Ministro Risorse agricole il 95/05/11; n° 04528 al Ministro Risorse agricole il 95/05/30; n° 04529 al Ministro Lavoro e Prev. Soc. il 95/05/30 (risposta annunciata il 95/10/19, pub- blicata sul fascicolo n° 00055 del 95/10/18); n° 04532 al Ministro Risorse agri- cole il 95/05/30; n° 04984 al Ministro Risorse agricole il 95/06/28; n° 05304 ai Ministri Interno, Grazia e Giustizia il 95/07/19; n° 05395 ai Ministri Industria, Commercio Estero, Risorse agricole, Sanita’ il 95/07/25; n° 05469 ai Ministri Interno, Sanita’, Poste e Telecom. il 95/07/28; n° 05638 ai Ministri Pres. del Consiglio, Tesoro, Trasporti, Bilancio e Programm., Unione europea il 95/08/03; n° 06132 al Ministro Pubblica Istruzione il 95/09/28 (risposta annunciata il 95/11/30, pubblicata sul fascicolo n° 00061 del 95/11/29); n° 06524 ai Ministri Pres. del Consiglio, Interno il 95/10/25 (ritirata il 96/01/10); n° 06846 al Ministro Finanze il 95/11/15; n° 06856 ai Ministri Pres. del Consiglio, Interno, Trasporti, Lavori Pubblici, Ambiente, Finanze il 95/11/15; n° 07438 ai Ministri Pres. del Consiglio, Grazia e Giustizia il 95/12/22; n° 07941 al Ministro Finanze il 96/02/01; n° 08302 al Ministro Trasporti il 96/02/28. ATTIVITA’ NON LEGISLATIVA (INTERVENTI IN ASSEMBLEA) Interventi procedurali È intervenuto in Assemblea in altri dibattiti procedurali sull’ordine dei lavori il 95/07/13. Comunicazioni del Governo - Fiducia al Governo è intervenuto nel dibattito sulla fiducia al Governo Dini-I il 95/01/31. Interventi vari è intervenuto in Assemblea nel dibattito su argomenti non iscritti all’ordine del giorno su DISCUSSIONE E REIEZIONE RICHIESTA GIUNTA DI NUOVO TERMINE PER RIFERIRE SUL DOC IV, N 2 il 95/08/03. ATTIVITA’ NON LEGISLATIVA (INTERVENTI IN COMMISSIONE) Interventi procedurali È intervenuto come Presidente nel dibattito sui lavori della Commissione d’inchiesta sull’AIMA il 95/12/13, il 96/01/16. 15
  • 16. È intervenuto nel dibattito sui lavori nella Commissione permanente Agricoltura e produzione agroalimentare il 94/07/07, il 94/07/26, il 94/12/21, il 95/01/25, il 95/03/08, il 95/03/22, il 95/04/05, il 95/05/16, il 95/06/13, il 95/07/05, il 95/07/12, il 95/11/14. È intervenuto come Presidente della Commissione d’inchiesta sull’AIMA per comunicazioni del Presidente su TUTELA DELLA RISERVATEZZA il 96/02/07, su ATTIVITA COMMISSIONE SCIOGLIMENTO PARLAMENTO il 96/02/28. Procedure informative È intervenuto nella Commissione permanente Agricoltura e produzione agroalimentare nel dibattito sulla proposta di indagine conoscitiva su ACCORDI GATT SU SISTEMA AGROALIMENTARE il 94/09/14, su APPLI- CAZIONE LEGGE 468/1992 QUOTE LATTE il 95/11/08, su PROFILI OCCUPAZIONALI CONSORZI AGRARI il 95/11/08. È intervenuto nella Commissione permanente Agricoltura e produzione agroalimentare nell’indagine conoscitiva su ISTITUZIONE EIMA il 94/07/12. Sindacato ispettivo È intervenuto come presentatore nella Commissione permanente Agricoltura e produzione agroalimentare sull’interrogazione n° 0523 il 95/03/30. Comunicazioni del Governo È intervenuto nella Commissione permanente Agricoltura e produzione agroalimentare sulle comunicazioni del Governo in merito a PROBLEMI CONCERNENTI EIMA, PESCA, QUOTE LATTE il 94/10/05, sulle comuni- cazioni del Governo in merito a INDIRIZZI POLITICA DICASTERO il 95/02/02, sulle comunicazioni del Governo il 95/02/15, sulle comunicazioni del Governo in merito a EIMA E PROBLEMI SETTORE AGRICOLO il 95/05/24, sulle comunicazioni del Governo in merito a ESAME DEL DDL S1814, CONCERNENTE l’EIMA il 95/06/14. Inchieste parlamentari È intervenuto come Presidente della Commissione d’inchiesta sull’AIMA in relazione a AUDIZIONE PRESIDENTE COMMISSIONE FRODI il 96/01/24, 16
  • 17. in relazione a AUDIZIONE MARIO ARE SUBCOMMISSARIO AIMA il 96/01/31, in relazione a AUDIZIONE PRESIDENTE REVISORI CONTI AIMA il 96/02/13, in relazione a AUDIZIONE RAGIONIERE GENERALE STATO il 96/02/13. È intervenuto nella Commissione d’inchiesta sull’AIMA in relazione a AUDIZIONE ORIANI CONSIGLIERE CORTE CONTI il 96/02/07. Interventi vari È intervenuto sul resoconto dei lavori nella Commissione permanente Agricoltura e produzione agroalimentare il 94/07/07. È intervenuto come relatore nella Commissione permanente Agricoltura e produzione agroalimentare nel dibattito per materie di competenza su RIEN- TRO PRODUZIONE LATTE IN QUOTA COMUNITARIA il 95/05/03, il 95/05/09, il 95/05/16, il 95/05/17, documento XVI n° 0001 il 95/05/18 (rela- zione approvata). È intervenuto come Presidente della Commissione d’inchiesta sull’AIMA su ELEZIONE UFFICIO DI PRESIDENZA il 95/11/16, su CONVOCAZIONE UFFICIO DI PRESIDENZA ALLARGATO il 96/01/16, il 96/02/07. È intervenuto nella Commissione permanente Agricoltura e produzione agroalimentare su TRATTAMENTO PREVIDENZIALE LAVORATRICI AGRI- COLE IN STATO DI GRAVIDANZA il 94/10/20, su DISCUSSIONE DEL DDL S0865 SULl’ISTITUZIONE DI UNA COMMISSIONE D’INCHIESTA SULl’AIMA il 94/11/03, su CONTRATTI DI TRASFERIMENTO DELLE QUOTE DI PRODUZIONE LATTE il 94/11/16, su INIZIATIVA INDUSTRIALE NEL CASERTANO E RILASCIO DI TALUNE CERTIFICAZIONI il 94/11/22, su TALUNI URGENTI PROBLEMI RELATIVI ALLA PRODUZIONE AGRICO- LA il 95/01/25, su PROBLEMI URGENTI SU AIUTI COMUNITARI A PRO- DUTTORI GRANO DURO E MELE E CONTRIBUTI AGRICOLI il 95/02/07, su ATTUAZIONE DIRETTIVA 91/414 CEE DA PARTE DEL GORVERNO il 95/03/09, su ATTUAZIONE DELLA LEGGE SULLE QUOTE DI PRODUZIO- NE DEL LATTE il 95/04/04, su DISCUSSIONE IN ASSEMBLEA DEI DDL ESAMINATI DALLA COMMISSIONE il 95/04/26, su TALUNI PROBLEMI URGENTI DEL SETTORE AGRICOLO il 95/05/03, su INTERVENTO URGENTE DEL GOVERNO PER I DANNI CAUSATI DALLA SICCITA’ E DA GRANDINATE il 95/05/16, su ESAME DEL DDL 715 GIA’ CONCLUSO DALLA COMMISSIONE il 95/07/12, su URGENTI PROBLEMI NEL SETTO- RE AGRICOLO il 95/09/27, su CIRCOLARE MINISTERIALE SU UTILIZZO DI SEMI CERTIFICATI il 95/10/24. È intervenuto nella Commissione permanente Agricoltura e produzione 17
  • 18. agroalimentare sull’atto del Governo (SCHEMA DLEG) in relazione a CAR- RIERE NON DIRETTIVE CORPO FORESTALE STATO (Atto del Governo n° 0057) il 95/01/25, (SCHEMA DLEG) in relazione a COMMERCIO PRO- DOTTI FITOSANITARI (Schema decreto att. direttive n° 0067) il 95/03/08, (SCHEMA DLEG) in relazione a PRODUZIONE AGRICOLA CON METODO BIOLOGICO (Schema decreto att. direttive n° 0068) il 95/03/08, (SCHEMA DLEG) in relazione a PRODOTTI FITOSANITARI (Schema decreto att. direttive n° 0067) il 95/03/14, (Schema decreto att. direttive n° 0067) il 95/03/15 (approvato parere favorevole con osservazioni). È intervenuto nella Commissione permanente Agricoltura e produzione agroalimentare sulla proposta di nomina di VELLUTI ZATI SIMONE alla cari- ca di PRESIDENTE dell’Ente ISTITUTO SELVICOLTURA AREZZO (Proposta di nomina n° 0006) il 94/09/21 (approvato parerefavorevole). 18
  • 19. Prefazione È da qualche anno che sto pensando di scrivere un libro. Almeno dal 1998 penso sia giusto mettere nero su bianco cosa è successo durante questa lunga battaglia politica e sindacale delle cosiddette quote latte. Ho sempre rinviato perché i fatti sono andati più veloci, rispetto al tempo della sintesi. Da perito agrario, in gergo “perito badilografo” o perito del badile, mastico più la terra che l’italiano. Forse anche questo è stato un deterrente nello scri- vere. Addirittura un intero libro mi sembrava troppo. Le domande dei figli, di mia moglie, o semplicemente degli amici che spesso tacciono curiosità su quello che mi succede, in questi anni sono emerse e hanno fatto una gran- de matassa di dubbi. Di buste verdi e gialle (atti giudiziari e raccomandate) ne arrivano ancora molte. Di articoli di stampa che mi dipingono come un perenne truffatore e quindi “sputtanato” ne sono usciti tanti e ne escono ancora. Le domande si fanno sempre più preoccupate e insistenti. Siamo nel 2008 e, un po’ per caso, divento europarlamentare in sostituzione di Umberto Bossi. Si riaprano le danze della politica che, tra le cose buone, ha il dovere di essere, almeno di provare ad essere, trasparente davanti agli elettori. Mario, uno dei quattro della banda di figli che io, ma soprattutto mia moglie, abbiamo messo al mondo e cresciuto, decide di fare il giornalista. Diventa dottore in lettere e pare che il suo lavoro gli riesca bene. Insomma: vuoi vedere che è la volta buona per scrivere qualcosa che assomigli ad un libro? 19
  • 20. COME FARE Come si fa a mettere dentro a un libro tutto quello che è successo e sta ancora succedendo attorno alla rivoluzione agricola europea e globale in corso? Potrei stare sul romanzato essendoci in molti passaggi tutti i presup- posti, ma perderemmo i dettagli, le analisi documentali, i riferimenti all’attua- lità. Oppure potrei restare sulla descrizione tecnica, molto documentata, ma che diventerebbe veramente eccessiva. Alla fine ho optato per un racconto con le prove. Al contrario di un giallo dove l’incertezza e la sfumatura regna- no sovrane, qui ci saranno riferimenti a vari atti giudiziari o politici allegati al libro. I fatti di questi anni hanno dei risvolti di umanità ma anche di cattiveria, di fedeltà e di ingratitudine, di genialità e di assoluta imbecillità che non si pos- sono perdere nel tempo. Contemporaneamente non si può perdere il filo della storia né la documentazione probante. Lo scritto sarà figlio di domande che Mario si sente di farmi o che nel tempo mi sono state fatte. Quando sentirò l’esigenza di fare riferimento a documen- tazione lo specificherò. La documentazione citata la troverete completa nel sito internet www.giovannirobusti.org da dove potrete scaricare tutta la “carta” che volete, oppure nel CD allegato al libro che rispetto al sito perde il tempo, invecchia. CHI PAGA? Io di tasca mia. La storia che vi racconto nasce da una politica comunitaria malamente imposta e peggio gestita e vede il suo epilogo nella rivoluzione agroalimentare globalizzata in atto, che l’Unione Europea è chiamata a por- tare avanti: speriamo meglio di quanto fatto finora. Tutto questo rientra nel mio lavoro di parlamentare europeo, anche se a tempo scaduto. Per questo sono già ben pagato. Dopo aver distribuito le prime copie se avrà un senso, se piace, chiederò un prezzo di copertina, forse andrò anche in libreria. Ma questa sarà un’altra storia: "Solo il cd allegato è finanziato con i fondi europei del capitolo 4000”, utilizzati per sostenere le attività collegate all'Europa. E in questa vicenda l'Europa è stata tirata in ballo anche troppo spesso. 20
  • 21. Nota di Mario Robusti Spiegare i motivi per cui io, “figlio di”, mi occupo di questo libro è difficile. Un padre così ingombrante e importante é un fardello con cui si fanno difficilmen- te i conti. Da una parte c’é l’orgoglio, lo stimolo, la responsabilità di avere un genitore che ha scoperchiato, da solo, alcune fra le più grandi truffe che siano mai state messe in atto nel nostro Paese. Sotto la patina luccicante però c’é il resto, di cui non ti rendi conto fino a quando non ti arriva addosso. Le chiama- te dei carabinieri o dei politici, la Guardia di Finanza che ti gira per casa, i gior- nali: che prima soffiano di maestrale a favore del “Che” della Padania e dopo poco preannunciano burrasca, dipingendo ad arte (molto difficile da imparare) la figura di mio padre come quella di un delinquente. Forse anche per questo ho scelto la carriera giornalistica, per ora giunta alle soglie della sezione parmense del quotidiano “La Repubblica”. Nella provincia emiliana ho lavorato come cronista, facendomi le suole delle scarpe: a contar- le sono 3 paia in due anni e mezzo fra radio, televisione e internet. Come direb- be il mio direttore Antonio Mascolo: “Ancora non basta”. Per Repubblica ho lavorato a due notizie con rilevanza internazionale: Sono io il fotografo della prostituta nigeriana rinchiusa nella cella del comando della polizia municipale di Parma nell’agosto del 2008 (“Lo show della sicurezza”). Mentre con Giacomo Talignani (vero “padre” della notizia), Alessia Ripani e Stefania Parmeggiani, ho lavorato al caso Emmanuel Bonsu, lo studente gha- nese picchiato e insultato il 29 settembre 2008 da alcuni agenti della polizia municipale di Parma. A questi traguardi, che a 25 anni non mi aspettavo, sono arrivato soprattutto grazie a quella “gabbia di matti” di via Bixio, dove ho trova- to “penne” eccezionali e persone dotate di umanità e capacità di indignarsi. Dimenticavo: nessuno, se non amici intimi, sapevano della mia parentela ingombrante. Quando mio padre è subentrato a Bossi nel Parlamento Europeo, abbiamo ini- ziato a pensare a questo libro. Mi sono reso conto che potevo mettere final- mente il babbo su una sedia e farmi raccontare la vicenda vera di questi 13 anni. Il problema era solo affrontare la cosa. Un aspetto non facile: quando fai un’intervista devi misurare chi hai di fronte, e non è normale misurare un geni- tore, il padre. Ho trovato un Giovanni Robusti diverso da quello che, ad ogni articolo di “sput- tanamento”, faceva spallucce di fronte alla possibilità di una querela. Un padre che ha posto una sola condizione per creare questo libro: la trasparenza. “Racconto solo se posso raccontare tutto - mi ha detto - carte alla mano”. Volevamo dipingere un quadro in cui l’osservatore avesse di fronte tutto il pos- sibile per giudicare. Da qui era nata l’idea di allegare un CD con la documen- tazione. A carte stampate abbiamo misurato 73 cm di fogli impilati. Un boschet- 21
  • 22. to di betulle. Senza contare tutti gli allegati alle sentenze e alle relazioni, che occupano qualche monolocale e che prima o poi troveranno spazio online. Ho impostato gli allegati del CD per capitoli generali: dentro ad ogni tema trat- tato ci sono i documenti più significativi. Non abbiamo dettagliato molto la rubri- ca di ricerca per lasciare anche a voi lo stesso piacere di cercare i documenti, anche se in modo meno problematico del nostro: ci sono quindi fonti che non sono citate nel libro, ma che possono servirvi per ampliare un po’ la visuale su quello che era la situazione all’epoca dei fatti. Carte in bianco e nero che cer- cano di dare qualche tocco di colore a vicende ormai sbiadite. Ovviamente alla data di pubblicazione del libro ci saremo dimenticati qualco- sa: in casa Robusti é un’arte rimontare gli utensili e restare con quattro viti in mano. Per questo nel sito inseriremo un link alla tabella degli allegati. Ci sarà anche un indirizzo mail per scrivermi e comunicarmi, oltre alle impressioni, agli insulti e ad altre varie amenità, anche richieste di documentazione che sarò ben lieto di inviare. Visto che sarà un argomento rinfacciato, metto le mani avanti: mio padre ci ha messo cinque mesi per convincermi a lavorare su questo libro. Il tentativo é riu- scito solo perché altri mi hanno consigliato di sfruttare questa strada. Dal mio punto di vista non volevo essere etichettato come il “figlio di” che si fa racco- mandare. Ma sarebbe stato uno spreco di opportunità non fare 6 mesi di espe- rienza in un’istituzione europea. Lui non ha mai voluto nascondersi dietro a nessun dito e non lo ha fatto nem- meno stavolta, facendo le cose alla luce del sole. Mio padre consente ad un giornalista giovane e che pare abbia dimostrato nei fatti di lavorare con serie- tà, di far un’esperienza giornalistica nel Parlamento Europeo. Tutti considere- rebbero questa un’azione pregevole. Non vedo perché lo sia di meno se il gior- nalista è parente o figlio. Se qualcuno avrà qualcosa da dire, eventualmente risponderemo. Intanto resto al freddo di Bruxelles per fare un’esperienza da addetto stampa, con un Europarlamentare che non sta di certo con le mani in mano. Detto questo, vi lascio alle mille curiosità e alle domande che, davanti a un padre così, può fare un figlio. Le risposte non sono state cambiate, solo even- tualmente corrette nella forma; che a volte un “perito badilografo” tende a non rispettare. Scusate per gli errori e per la mancanza di consecutio temporum, ma dovete prendere questo libro per quello che é: una seria e sincera analisi di fatti che hanno coinvolto il nostro Paese e che ancora lo coinvolgono. In poche parole una verità; che sia la verità più condivisa o la verità più difficile da ascoltare, questo non spetta a me deciderlo. Buona lettura. 22
  • 23. 1 Giovanni Robusti pre-politico Tanto per inquadrare il personaggio, ce la fai a sintetizzare i tuoi primi 40 anni in una pagina? Proviamo: sono del 1951. Fine dicembre del ‘51. Non mi appassiono allo zodiaco ma quando capita ascolto l’oroscopo del capricorno. Mio padre, Mario, ha fatto la guerra da socialista, quelli veri e convinti. Poi ha messo in piedi una piccola impresa edile negli anni della ricostruzione. Purtroppo quando io avevo 6 anni, mio padre è morto. Un brutto infarto. Mia madre, Maria di cognome Tonna, cattolica praticante, figlia di agricoltori, si rimboc- ca le maniche e tra mille difficoltà tira su due figli; io e Giuseppe, di 4 anni più giovane. Con l’aiuto di don Primo Bottini, parroco del paesello della bassa cremonese dove siamo andati a vivere, il paese dei nonni, studio in seminario a Cremona. All’epoca il seminario serviva anche per questo: se poi ne usciva un prete tanto meglio. Alla meno peggio ne restava un buon padre di famiglia, istruito. Finite le scuole medie, finisce anche la vocazione, quindi il seminario, e si arriva alla prima grande scelta. Lavorare o continua- re. Grazie al buon Dio, a mia madre e alle assistenti sociali ENAOLI (ente nazionale assistenza orfani lavoratori italiani: spesso visto tra gli enti inutili ma per me non lo è stato) ho iniziato le superiori, agraria, ospite del collegio vescovile Gregorio XIV (che a Cremona tutti conoscono come “Lo Sfondrati”). Voglio ricordare l’economo del collegio che per me e per molti è stato un grande, seppur a volte incompreso, educatore: Claudio Gandolfi. Per tutti il Signor Claudio. Sono molte le persone a cui devo tanto. Il signor Claudio ha un posto molto privilegiato in questa lista. Siccome la sfiga non viene mai sola, per un’ospedalizzazione sbagliata (e non voglio andare oltre) mia madre muore sotto i ferri, durante una notte che non ho mai raccontato volentieri. Tocca a me tirare avanti con un fratello più giovane. Con una schiettezza brutale ma efficace Don Primo Bottini mi ha descritto il mio futuro: “Ricordati sempre che da oggi sei figlio di nessuno”. Nonostante il grande affetto e l’incolmabile riconoscenza che provo per gli zii Giacomo e Gina, che mi hanno cresciuto, devo ammettere che il legame con i genitori resta comunque unico e che lo apprezzi sempre di più quan- do non li hai. La mia famiglia di origine è la cosa che mi è sempre mancata in tutta la mia esperienza di vita. Finisco la media superiore con il massimo dei voti di quell’anno. Non posso perdere tempo a fare l’università. Inizio a lavorare e mi sposo con Lucia. Avevo 20 anni e lo rifarei. In una gelida mattina di gennaio, un brutto inci- dente in macchina porta via anche mio fratello: sano, sobrio e poco più che 23
  • 24. maggiorenne. Ero già sposato con due figlie. Avevo meno di 25 anni. A 40 anni mi ero già costruito, fisicamente - con le mie mani e quelle di mio suo- cero, “il Tullio” - una casa. Ero da qualche anno dirigente d’azienda per una nota multinazionale nel settore sementiero, dopo vent’anni passati a fare il tecnico agricolo. Mi metto in proprio alla ricerca di nuovi stimoli. Che sono venuti giù come la grandine. 24
  • 25. 2 LA POLITICA È a questo punto che arriva la politica, vero? Come per la stragrande maggioranza dei cittadini, si pensa alla casa, al lavoro, alla famiglia ai figli. La politica arriva quando ti piombano addosso il caso Moro, le Brigate Rosse, la strage di Bologna. Immagino sia stato così per tanti della mia generazione. Era troppo importante fare, accumulare, piuttosto che fermarsi un attimo a pensare soprattutto in quel periodo, dopo lo stravolgente 1968 che già da solo aveva cambiato il mondo. Sulla bocca di tutti c’era il menefreghismo più evidente: si arrangeranno, sentivi dire in giro spesso. Si sono arrangiati eccome! Sino a quando un amico qui, uno là, iniziano a farsi coinvolgere dalla politi- ca attiva. Uno in particolare diventa parlamentare della Lega Nord. Inizio inconsapevolmente a farmi coinvolgere. Mi arriva la richiesta, dall’amico parlamentare, di un parere sulla riforma dei Consorzi Agrari. Io avevo lavo- rato al Consorzio Agrario, è stata la palestra di tanti diplomati e laureati. Molti amici ci lavorano ancora oggi. La relazione, scritta di sera sul tavolo della cucina di casa, me la trovo pubblicata sugli atti parlamentari pratica- mente tal quale. È un’emozione non da poco, ma soprattutto la constatazio- ne che alla fine non è poi così difficile. Poi, un “boccone” tira l’altro; mi sono trovato coinvolto da tecnico agrario nella sezione di Mantova della Lega Nord - Lega Lombarda. Ho preso la tessera nella sezione di Casalmaggiore, animata da un mitico Marco Pasquali. Così ho iniziato: togliendo tempo al lavoro, a rubare serate alla famiglia; trovandomi dentro fino al collo in una vera passione. Che non mi ha mai più mollato. E al Senato, come ci arrivi? Quello, si fa per dire, è stata la mia rovina! Dopo tangentopoli si mette a far politica Berlusconi, nasce Forza Italia e si allea con la Lega al Nord e con Alleanza nazionale al Sud. Arriviamo in fretta alle elezioni del 1994 dopo soli due anni di legislatura. Nessuno sapeva chi ero fuori dalla stretta cerchia politica di Mantova e Cremona e forse anche lì non tutti mi avevano ben pre- sente. Le uniche cose certe erano che avevo un’esperienza agricola, che a Casalmaggiore c’era una sezione della Lega che funzionava egregiamente (non solo per merito mio) e che a Mantova l’attività agraria aveva lasciato un segno. Mi candidano nel collegio 26 del Senato: inizia nella bassa brescia- na e finisce a Suzzara. Si passa dall’area bianca, ai rossi più accesi. Era e resta un collegio improbabile per una coalizione di centro destra. Così come i politici di sinistra cercano quel collegio come oro, quelli di destra lo evitano 25
  • 26. come la peste. Da cremonese che operava a Mantova e rappresentava il casalasco, ero la sintesi giusta per quel collegio poco ambito, quasi una casella da riempire nelle liste elettorali. Fui candidato io. Fu una vittoria grandiosa! Si, vincemmo alla grande e dappertutto. Da noi, nel collegio 26, vincemmo e basta, ma già vincere lì era un successo. Lì cambiò la mia vita. Mi trovai catapultato al Senato a 42 anni. E iniziai a lavorarci sul serio. Purtroppo durò poco. Due anni. Nel 1996 mettemmo in crisi con delle buone ragioni il gover- no Berlusconi e tornammo a votare. Io ebbi una sorte dal sapore di beffa. Venni candidato in un collegio sicuro nel proporzionale che a 10 giorni dal deposito delle candidature cambiò per un altro, sempre al proporzionale, molto meno sicuro. Misteri delle segreterie politiche dei partiti. Io ero a Roma a chiudere i lavori della Commissione bicamerale d’inchiesta sull’AIMA, che presiedevo, e non mi curavo più di tanto delle candidature. Ho sempre ritenuto e ancora ritengo che debba essere il Partito a valutare quali uomini schierare, preferenze o non preferenze. Il risultato delle elezio- ni e cioè i voti, sono l’unica risorsa vera dei partiti, in ogni senso. Gli eletti vengono dopo i voti e a quel punto se il Partito ha sbagliato la scelta degli uomini è quello che paga il conto più salato. In poche parole restai a casa tra i pochissimi schierati al proporzionale. Miglior sorte ebbe chi mi sostituì. Ma a casa avevo lasciato andare alla deriva il lavoro che, alla fine, era nau- fragato. Dopo due anni di politica ero in una posizione terribile. Senza pro- fessione, senza ruolo politico e istituzionale e con così tanti nemici, arrivati a causa del lavoro al Senato, che sarebbero bastati per il resto dei miei gior- ni. Venne in soccorso Umberto Bossi che mi “consigliò” come assessore a Mantova dove la Lega amministrava la Provincia. Fù una bella esperienza operativa che terminò perché soprafatta dallo scoppio della protesta di Linate. In 3 anni mi trovai catapultato prima da semplice cittadino a Senatore, infine a sindacalista sulle prime pagine dei giornali. Prima di parlare dei cobas e di Linate però ci sono alcune cose da approfondire sul Parlamento: pare il tuo curriculum sembra pesante, di uno che ha pestato i piedi a chi non è abituato a farseli pestare. Si, i guai alla fine te li vai sempre a cercare. Andiamo per gradi. Arrivo al Senato della Repubblica, ho 42 anni e sono tra i più giovani (al Senato si viene eletti dopo i 40). Sono, come tanti altri amici, un signor nessuno capitato lì per caso e che per gli apparati resterà per poco tempo. In pratica non ti “caga” nessuno. Da questa situazione però ricavi anche dei vantaggi. Se vuoi hai degli spazi inattesi. Purtroppo per me ho preso di mira degli spazi “pesanti”. 26
  • 27. L’inizio della nomea “Robusti” nasce la sera in cui arriva in aula al Senato un decreto legge da convertire. Uno dei tanti che veniva dal governo prece- dente, venduto come un atto necessario per chiudere le pendenze del pas- sato e poi cambiare marcia. Queste cose non a caso arrivano al voto di sera o nei giorni di scarsa presenza. Io il decreto non solo me lo lessi, ma cercai di capire. Si trattava, per me, di un argomento noto: i Consorzi Agrari. Io ci sono nato professionalmente al Consorzio Agrario, è da lì che ho iniziato a fare il perito “badilografo”. Il decreto trattava il rimborso ai Consorzi Agrari dei crediti vantati per lavori svolti nel dopoguerra, ammassando grano per la gente che aveva tanta fame e pochi soldi. In sintesi si tratta di pagare 1.000 (mille) miliardi di lire per crediti che la Federconsorzi cercava di esigere dagli anni 80. Crediti che all’origine, negli anni ‘50, valevano pochi milioni di lire e che erano stati “munti” per decenni e adesso si tentava di incassarli al mas- simo valore possibile. Dopo aver spolpato la vacca si tentava di venderla per grassa e pasciuta. Ma c’era una coincidenza sospetta. Non uno ma tanti governi precedenti, caduti sotto la scure di tangentopoli, avevano inutilmen- te provato a far convertire in legge lo stesso decreto senza successo. Possibile che i parlamenti precedenti, spazzati via dalla collera della gente, avessero negato una conversione che a noi veniva presentata come un atto dovuto? Io quella sera, durante la discussione sul decreto ammassi grano, interven- go in aula. Erano le prime volte e cerco di far capire ai colleghi che stavamo per regalare 1000 miliardi di lire a chi aveva fatto fallire la Federconsorzi e che quei soldi non erano dovuti, o almeno non tutti. Il mio capogruppo, il Senatore Tabladini, capisce la situazione e lascia libertà di voto. Il decreto è bocciato. Per un solo voto di scarto: evidentemente il mio. Per descrivere il casino che ne seguì non basterebbe un libro. Magari potremmo anche farlo. Quel voto mi ha messo contro il “sistema”, gli apparati, le potenti confedera- zioni agricole che nei Consorzi agrari hanno ancora comoda residenza. Ma non mi fermai lì. * allegato nel CD: FEDIT - AMMASSI GRANO. In questi casi di incidenti di percorso, chi tira i fili della politica cerca di capire chi ci sia dall’altra parte no? Se si tratta di un caso isolato, di un colpo di sfortuna, dell’ultimo pierino capitato per caso facendo la frittata o se ci siano coperture politiche, una strategia del partito. Infatti. A quel punto c’erano solo due strade: omologarsi e chiedere un pre- mio per non rompere oltre le palle o dimostrare che non era un caso, che il partito era con me. Scelsi la seconda strada e, anche questo, lo rifarei. Sai bene che io con le mani in mano faccio fatica a starci e che considero un’of- fesa alla mia intelligenza, poco o tanta che sia, capire e non fare nulla. 27
  • 28. Scavai dentro al fallimento di Federconsorzi. Trovai. Trovai tanto da costruire una sorta di teorema che finì negli atti della Procura della Repubblica di Roma come il “teorema Robusti”. Scrissi un testo per un esposto in Procura e lo portai al sostituto procuratore di Roma, dott. Nebbioso. Fui ascoltato, avevo buoni argomenti e l’indagine partì. Le mie informazioni sommate a quelle di tanti altri onesti funzionari dello Stato hanno portato alla rimozione del tribunale fallimentare di Roma ed al rinvio dell’indagine al tribunale di Perugia. Non so se negli allegati sono riuscito a raccogliere tutti gli atti dell’indagine Federconsorzi, si tratta di tonnellate di carta. Il processo finì dopo una decina di anni con una sostanziale impuni- tà, ma non con una piena assoluzione. Di certo ho fatto cambiare disegni a un bel po’ di gente che conta. * allegato nel CD : FEDIT - Teorema Robusti. Per un caso così importante il partito ti avrà appoggiato: quanti par- lamentari ti hanno supportato firmando l’esposto? Nessuno. Non per paura o peggio, per omertà. Spesso ciò è frutto di igno- ranza sul piano tecnico. Comunque io non ebbi ricadute dirette. Nessuno mi denunciò o meglio nessuno fece qualcosa di risaputo. In fin dei conti avevo agito nel pieno delle mie prerogative istituzionali. Com’è parlare al Senato? Non facile, te l’assicuro. Ti si secca la gola in fretta, perdi il filo del discorso, tutti vanno avanti a chiacchierare come se nulla fosse e ciò ti spiazza. Ma a questo ci fai la mano e riesci a dire quello che vuoi, bene o male. Poi se ti conquisti la fiducia dei tuoi colleghi riesci anche ad incidere. Mi ricordo con piacere il lavoro con un collega dell’ex PCI in commissione agricoltura. Riuscimmo a far confluire i nostri gruppi e quindi la maggioranza di quel periodo (ne cambiammo due in 2 anni) su una linea di riforma dell’AIMA che non piacque per nulla al Ministro dell’epoca (era un tecnico, meglio dire un burocrate, il dott. Lucchetti) tanto che il decreto fu fermato al Senato e mai ripresentato alla Camera. Affossato. A Roma è soltanto difficile starci per lavorare: anche il giovedì e quando serve il venerdì per leggersi gli atti e soprattutto capire dove ci sono le trap- pole. Essere in ufficio al mattino alle 8.00. Alle 8.00 del mattino a Roma? Già, non è prassi e spesso gli uscieri quando ci vedevano arrivare così pre- sto strabuzzavano gli occhi. Roma è una città che va a letto tardi la notte e alle 8.00 c’è poca gente in giro e si lavora bene. Eravamo e siamo gente del 28
  • 29. nebbioso NORD che, semplicemente, lavora. Dicevi che le carte sono piene di trappole. Ma cos’è, una guerra contro chi vuol tirare pacchi e fregature alla gente? Sembra un po’ catastrofico, ma bisogna averla vissuta per capire. Non è che hai agenti segreti da combattere o delinquenti da smascherare. Hai tuttavia sempre la diffidenza verso chi lavora, senza sentirsi un privilegiato, per una causa che ha del rivoluzionario. Ti faccio un esempio di “trappoloni” che mi ha colpito. Stiamo approvando la prima finanziaria della legislatura. I sinda- cati agricoli (Coldiretti – Confagricoltura – Cia) sono sul piede di guerra, bat- tono i pugni sul tavolo. Una cosa gli dà fastidio: la Lega Nord, quel Veneto di Paolo Casagrande in particolare, stanno portando avanti da tempo una battaglia per far in modo che i contributi sindacali che l’INPS trattiene auto- maticamente agli agricoltori per girarli al sindacato stesso siano trattenuti su base volontaria. Si tratta di una questione di trasparenza e giustizia. Quell’anno nella legge finanziaria viene inserita dal Governo una norma che obbliga l’INPS a farsi dare la delega dai singoli agricoltori per operare le trat- tenute. Purtroppo Alleanza Nazionale, che era in maggioranza con noi al governo, propone un emendamento, nascosto fra altri cento, scritto in poli- tichese e incomprensibile. L’emendamento passa senza che nemmeno io, noi della Lega, ce ne accorgiamo. E la nostra proposta viene stravolta, togliendo agli agricoltori il diritto alla trasparenza. Da quella finanziaria mi risulta che gli apparati confederali agricoli siano andati avanti pressoché indisturbati a riscuotere attraverso INPS i contributi “volontari” dei loro, a volte anche presunti, associati. Questo è il clima, questo è l’ambiente e in questo ambiente non puoi rilassarti. 29
  • 30. 3 CONTRO IL SISTEMA Passiamo ad Aima. Un apparato su cui hai indagato molto, mi sembra. Aima è un argomento anche peggiore della FEDIT. AIMA è stato ed è, sotto il nome AGEA, l’enorme contenitore di soldi la cui distribuzione dipendeva in gran parte dalla politica. Se volessimo sovrapporre i tempi elettorali, che in Italia sono stati molto frequenti, con l’attivazione delle campagne di aiuti agricoli, la comprensione del ruolo di AIMA sarebbe evidente. Detto in modo meno politico: decidere una campagna di ritiro delle pesche, di pomodori, delle patate o di limoni, in un preciso periodo e in una precisa zona, che magari coincideva con il collegio elettorale del potente di turno, dipendeva dalla discrezionalità dei dirigenti AIMA a loro volta nominati dalla politica. Lo spirito è forte, ma la carne? Nell’allegata relazione del Presidente della Commissione bicamerale d’inda- gine sull’AIMA (il Sen. Giovanni Robusti) scritta intanto che gli altri facevano la loro campagna elettorale, si trova tanto da capire. Oggi sono passati 15 anni ed essendo, formalmente, ancora io il presidente della commissione perché troncata nel suo mandato dalla fine anticipata della legislatura, posso ritenere sia corretto dare ampia pubblicazione a questi dati, a suo tempo consegnati ai vari organi dello Stato e del Governo di entrambi gli schieramenti politici. Soprattutto perché poi, durante il successivo mandato parlamentare (1° governo Prodi), tutti si guardarono bene dal rimettere in moto la commissio- ne AIMA. Forse perché si stava scavando nella direzione giusta. * allegato nel CD AIMA - Commissione Anche perché nel frattempo non sei stato rieletto. Diciamo pure che sono stato trombato, che è il termine forse più brutto ma certo il più chiaro. Se fossi stato rieletto, secondo i funzionari delle due camere, quella commissione avrebbe potuto continuare in automatico. Aima sarebbe un argomento da approfondire perché è stato il più grande buco nero dell’agricoltura italiana. Non è solo questione di diritto penale, di galera, di ingiustificati arricchimenti per molte generazioni. Il problema è che i soldi spariti in Aima li abbiamo semplicemente spesi troppo spesso male: se li avessimo spesi bene il vantaggio sarebbe immane. Quelli che opera- vano, quelli che hanno visto, sono stati zitti e le strutture di rappresentanza, gli stessi beneficiari, dormivano o guardavano da un’altra parte. Forse spes- so non lo facevano nemmeno gratis. Il danno è doppio. Oltre alle truffe, 30
  • 31. vanno considerate le mancate opportunità. Tre piccoli esempi che sono comprensibilissimi: - Alcool: Aima ritirava alcool dal mercato per mantenere il prezzo sostenibile. Questo alcool era stoccato dappertutto comprese le navi ferme nei porti. Quando era ora di venderlo si scopriva che spesso, l’alcool non c’era più. Risultava semplicemente EVAPORATO. Tutto! Qualcuno ha chiu- so occhi e orecchi, ma di certo non ha chiuso le mani. - Pesche al macero: Ci sono riscontri sul fatto che sono state por- tate al macero nell’ambito di un ritiro pagato da AIMA quantità enormi di pesche. Pesche trasportate con una 500 FIAT. Ma quanti viaggi avrà fatto, per la miseria? Forse nemmeno uno perché, della 5oo FIAT, c’era solo la targa sulle bolle in entrata. Era talmente facile farla franca che non si sono nemmeno preoccupati di dare credibilità alle carte. - Grano duro: E qui siamo allo scandalo più grande. Nel mese di luglio di ogni anno Aima incarica soggetti privati per ritirare il grano e così sostenere il prezzo del mercato. Il grano resta nei magazzini anche per alcu- ni anni. Ogni tanto sono fatti dei controlli per verificare se il grano c’è anco- ra. Tuttavia tra maggio e luglio i magazzini, all’insaputa (almeno formale) di AIMA, sono svuotati e poi riempiti di nuovo. Tu dirai che hanno fatto un buon servizio, che hanno ringiovanito la merce. Peccato che se vendo il grano duro a maggio incasso 10 e se lo riacquisto a luglio durante la trebbiatura, per riempire i magazzini prima dell’arrivo dei controlli dell’AIMA, spendo 1. Perché a luglio c’è tanto grano duro appena raccolto. Se quella operazione l’avesse fatta AIMA o se solo avesse controllato i magazzini da maggio a luglio, avrebbe guadagnato 9. Ma AIMA non aveva bisogno di guadagnare, anzi le era proibito perché era una grande macchina per spendere soldi pub- blici. Tipiche magagne italiane di quel periodo. Ma poi l’Unione Europea effettuava i controlli e ci puniva, mi auguro? L’Unione Europa c’era già ed era proprio dall’Unione che arrivavano i soldi per gli interventi sui mercati agricoli. Ti ricordo solo che la politica agricola Europea inibisce ogni azione diretta dei singoli stati membri. E non del tutto casualmente l’Ente pagatore dei soldi della politica comune europea era proprio e sempre la stessa AIMA. È in questo contesto, in questo clima, con questa gente che si è iniziato a gestire il regime delle quote latte. Peccato che quella gestione spesso delegata all’esterno (Unalat n.d.r) sia costata sino al 1993, alle casse pubbliche, qualcosa come 5.000 (cinquemila) miliar- di di vecchie lire circa e non solo. Ma questo se non ti spiace lo vedremo al momento opportuno. L’Europa c’entra sull’Aima per non aver vigilato. Se dormisse o guardasse 31
  • 32. dall’altra parte per dolo non lo so. Ognuno dice la sua e cerca di passare il cerino acceso agli altri. Quando a Bruxelles, come a Roma, gli apparati hanno protetto il loro fondo schiena, di tutto il resto gliene importa poco. Qualcuno dice che rubare è un’altra cosa. Anche la responsabilità, quella vera, quella seria, della cosa comune è tutta un’altra cosa. Ma come arrivano i soldi europei agli agricoltori. Mi sembra che pas- sino per un po’ troppe mani, no? I soldi europei non sono pagati dalle casse della Comunità che oltre a non poterlo fare fisicamente non avrebbe la personalità giuridica per farlo. I soldi la Comunità li prende dai cittadini europei attraverso una parte dell’IVA e una quota delle tasse, oltre che dai dazi e altre piccole voci. Poi la Commissione europea e il consiglio dei primi ministri stabilisce come spenderli attraverso degli enti che pagano e controllano con i soldi della UE. Per far capire dove sta il nocciolo del problema ti racconto questa: Divento presidente della Commissione bicamerale d’inchiesta sull’AIMA e, senza far tanto chiasso perché se no mi sarei dovuto portare dietro la “corte” di funzionari e di poli- tici, organizzo una visita agli uffici di Bruxelles preposti al rapporto con AIMA; e a un certo punto capisco che nell’Europa dei 15 paesi membri, ci sono oltre 100 enti pagatori. Mentre per l’Italia ne avevamo uno solo. * allegato nel CD : FOCUS / BILANCIO UE. Possiamo dire che per una volta gli italiani sono stati più bravi? No, come al solito siamo stati più furbi perché mettere tutto il tesoretto in un posto solo, e oltretutto a Roma, permette un controllo più facile dei soldi, realizzabile da poche persone. Non è questione di sospetti gratuiti. È espe- rienza vissuta. Su AIMA si potrebbe scrivere un libro da solo. L’informatizzazione, le nomine interne... Negli allegati c’è molto, ma è solo un piccolo campionario. Ma scusa, una volta che avete scoperto come stavano le cose, per- ché non è stato fatto nulla? Proprio nulla no. A parte gli atti ispettivi come le interrogazioni parlamentari alle quali nessuno risponde mai, abbiamo proposto un DDL (disegno di legge; quell’atto che spesso serve a produrre l’effetto-annuncio) che è diventato operativo ed ha generato la Commissione d’inchiesta menzionata. Abbiamo acceso un riflettore sulla gestione extra-CIPE dei soldi AIMA, tanto che alla fine il Governo ha dovuto modificare la norma, e non fu l’unica modi- fica che il Governo fu costretto a fare per le mie intemperanze più che inter- pellanze. 32
  • 33. Aspetta, mi spieghi cosa sono i fondi extra -CIPE di Aima? Il fatto. Come in tutti i bilanci che si rispettino si prevede una spesa e poi si verifica a fine anno il saldo. Se ne hai spesi di più hai un disavanzo che devi ripianare. Se hai speso meno, hai un avanzo del quale di solito puoi dispor- re l’anno dopo. Nella amministrazione pubblica c‘è il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (CIPE) che indica le linee della spesa. Per aggirare questo vincolo, là dentro in Aima, e forse non solo lì, si erano inventati un meccanismo forse non geniale ma che funzio- nava bene. Impostavano delle previsioni di spesa che su alcuni capitoli erano ben più elevate del prevedibile. Sapevano già prima che sarebbero rimasti dei soldi. A fine anno prendevano gli avanzi e li mettevano tutti in un capitolo di spese unico quali disponibilità di spesa per l’anno successivo. A quel punto quei soldi erano spendibili a discrezione del Consiglio di Amministrazione (composto sempre dagli stessi 3 dell’Ave Maria) e il gioco per aggirare il potere decisionale di spesa era fatto. Nessuno rubava nulla, almeno non con quel meccanismo. Semplicemente avevano dei soldi, e non pochi, per fare interventi di cui non dovevano dar conto di nulla a nessuno e non certo al CIPE che avrebbe dovuto decidere le linee della spesa. Servivano magari per dare una mano al partito di tizio o di caio, magari orga- nizzando il ritiro dei surplus di patate da mandare al macero qua o la, oppu- re destinando alimenti al terzo mondo; dove non si sa a chi vanno ma si sa bene da chi vengono acquistati. In questo modo non si andava a scomoda- re il CIPE. A me rimane il dubbio che il giochino non sia stato solo di Aima ma non ho mai potuto verificarlo; da comune mortale cittadino, trombato. 33
  • 34. 4 LA GUERRA DEL LATTE AIMA è stato un caso bello grosso. Ma come dicevi non è l’unico e non possiamo fermarci qui, anche se pare sia il nocciolo del proble- ma. Andiamo avanti: dopo la commissione AIMA e le elezioni in cui sei stato trombato, sei uscito dal Parlamento e sono scoppiate le proteste di Linate. C’è un nesso o sei capitato nel posto sbagliato al momento giusto? A parte i momento giusti e i luoghi sbagliati o viceversa, che sono sempre soggettivi, il salto è troppo lungo per capire. Prima occorre fare dei punti intermedi che coinvolgono molto intensamente il lavoro parlamentare di quei due anni. Lavoro di cui, la storia di questi anni delle quote latte è figlia. Il pro- blema è nato dentro al Parlamento e proprio nel periodo in cui c’ero anch’io. Le scelte fatte dentro il Parlamento hanno poi generato il problema fuori, come spesso accade nella vita di tutti i giorni. Ma come è possibile? Le quote sono state imposte dall’Unione Europea nel 1983, come ha fatto a nascere il problema nel 1994? Questa anche se non la sola, è la solita situazione in cui si “ciurla nel mani- co” consapevolmente, scaricando le colpe sull’Europa. Se siamo arrivati a questo punto di incertezza sul futuro dell’Europa, se gli Irlandesi hanno boc- ciato il trattato di Lisbona e di certo lo avrebbero fatto anche molti degli altri cittadini europei se fossero stati chiamati a votare, è anche merito della superficialità con la quale la classe politica europea scarica le proprie colpe sulla comunità europea. In questo modo scaricano le colpe su se stessi per- ché chi decide, in Europa, sono gli stessi membri dei governi nazionali. L’Europa come genericamente definiamo la Commissione Europea, non ha alcuna colpa nella questione quote latte italiana. Magari poteva intervenire prima, magari poteva girarsi meno spesso dall’altra parte, ma le colpe non sono sue. Certo, i ministri e i funzionari italiani a Bruxelles leggevano la “Gazzetta dello Sport” intanto che gli altri usavano la calcolatrice e la testa per decidere come imporre delle inevitabili quote di produzione di latte. Leggiti l’allegata relazione della Corte dei Conti che ha incriminato i ministri competenti per danno erariale. * allegato nel CD : CORTE dei CONTI. La colpa della gestione quote latte è tutta italiana. Voglio solo riportare qui, come virgolettato, la conclusione della Commissione Governativa voluta subito dopo i trattori a Linate. Una commissione voluta da una legge del Parlamento Italiano, per capire e indagare sul problema. La commissione, di 34
  • 35. cui in allegato trovi gli atti * allegato nel CD QUOTE LATTE - COMMISSIONE LECCA. era presieduta da un generale della Guardia di Finanza e composta da 3 magistrati e due legali. Ha lavorato intensamente ma per pochi mesi ed ha concluso così: RELAZIONE della Commissione Governativa di indagine sulle quote-latte istituita ai sensi dell’art.7 d.l. 31 gennaio 1997 n.11 1-14 vedi allegato relazione integrale 15. Considerazioni conclusive 15.1 Sulla base dei dati acquisiti da questa Commissione, dei documenti consul- tati e del materiale testimoniale raccolto (in gran parte suffragato da sup- porti documentali) si possono formulare le seguenti conclusioni in ordine ai quesiti posti dal d.l. n.11/97 convertito nella legge n.81/97: a) responsabilità nella gestione del sistema delle quote latte Al riguardo è emerso quanto segue: - ritardi nell’adeguamento della normativa italiana a quella comunitaria, peraltro sovente con provvedimenti legislativi in contrasto con quest’ulti- ma e a volte con provvedimenti non perfettamente coerenti tra loro; - ulteriore responsabilità dello Stato, come membro della Comunità, per non aver predisposto un’Autorità statale di effettivo controllo, come richiesto dalla Unione europea e come “accettato” dall’Italia nell’accor- do formale dell’11 aprile 1994; - gravi, evidenti ed inconfutabili responsabilità dell’UNALAT e delle “retrostanti” Associazioni professionali di categoria maggiormente rap- presentative (Coldiretti, Cia, Confagricoltura), che hanno, fino al 1992 e cioè per circa cinque anni, concretamente gestito l’intero sistema in maniera inadeguata, con comportamenti, per taluni aspetti, oggi al vaglio della magistratura penale; - responsabilità dell’Amministrazione ministeriale sicuramente sino alla do, sia per specifici comportamenti sottoposti a censura dalla magistra- campagna lattiera 1993-94, sia per culpa in eligendo e culpa in vigilan- tura contabile dello Stato, sia per l’irrigidimento in una insostenibile richiesta, alla Comunità, di aumento del QGG italiano per una sicura non-autosufficienza italiana per quanto riguarda la produzione lattiera 35
  • 36. (ma v. Allegato sub 146 un’analoga questione sollevata dagli europarla- mentari inglesi il 9 giugno 1993 e la risposta negativa del Commissario Steichen del 29 settembre 1993) e per un’asserita sottovalutazione dei dati di produzione dell’anno 1983 di riferimento, cui corrispondevano, sul piano interno, da un lato la mancanza di dati certi della produzione di latte nazionale e, dall’altro, una sorta di induzione, talvolta esplicita, degli allevatori italiani alla massima commercializzazione produttiva possibile di latte quasi a ragione e a comprova della insistente richiesta di aumento, senza la dovuta presa in considerazione degli effetti che una dissennata produzione avrebbe avuto sulla responsabilità del pagamento del prelievo e sulla conseguente perdita, per l’intera agricoltura italiana e non dei soli allevatori, dei fondi del FEOGA, stante la giurisprudenza della Corte di giustizia in ordine alla legittimità dell’operato della Commissione del trattenimento, a titolo compensativo del debito, delle somme dovuteci per aiuti agricoli; - responsabilità della quasi totalità delle Regioni che sono rimaste presso- ché inerti rispetto alle attività di controllo loro demandate dalla legge n.468/92, per di più con la parcellizzazione dei centri chiamati, sulla carta, al controllo che ha reso difficili, per non dire impossibili, indirizzi unitari o che, come nel caso dell’ammissione di allevatori ai piani di svi- luppo o di giovani allevatori ai premi di insediamento, ha comportato l’incomprensione di distinti, ma connessi, problemi; - responsabilità dell’AIMA (con alcuni dirigenti e funzionari oggi interes- sati da indagini e provvedimenti dell’autorità giudiziaria penale) che, chiamata nel 1993 alla “gestione” delle quote e dopo il tentativo disastro- so di avvalersi dei dati UNALAT, si è affidata, per l’informatizzazione dei dati e per i controlli di competenza nel settore, ad organismi privati (CCIA e CSIA, la cui partecipazione azionaria, in qualche modo facente capo alle principali associazioni agricole e/o all’UNALAT, ovverosia agli stessi controllati, veniva contestata dalla UE) e che, con ingente spesa a carico dello Stato, ha finora pubblicato sempre in ritardo, rispetto alle campagne lattiero-casearie, i bollettini contenenti le assegnazioni di quote individuali, e che non è riuscita finora a “fotografare” la realtà produttiva italiana, dato che i bollettini continuano ad essere pieni di errori (tanto da essere più volte “annullati” dai vari TAR), talché l’inte- ro settore si presenta, ancora oggi, avvolto da gravi incertezze; - responsabilità, a partire dalla campagna lattiera-casearia 1993-94, da parte di innumerevoli acquirenti, i quali nella redazione dei modelli L/1 hanno trasmesso dati errati, in diversi casi volutamente non rispondenti al latte effettivamente conferito né ai reali conferitori, assumendo ed uti- lizzando fatture per operazioni inesistenti, nonché indicando dati fiscali 36
  • 37. erronei (partite IVA, codici fiscali) al fine di impedire l’individuazione esatta dei produttori e di procurarsi disponibilità di quote (e di costi) per occultare traffici illeciti taluni dei quali già segnalati all’AG; - responsabilità da parte di taluni soggetti che, pur titolari di quota, in real- tà non hanno prodotto latte ma hanno coperto la quota loro assegnata emettendo o tollerando che a loro nome si emettessero fatture per produ- zioni di latte mai realizzate. b) Situazione attuale L’incrocio dei dati acquisiti da questa Commissione, in modulo informatiz- zato pur se effettuato necessariamente a campione, ha permesso di rilevare alcune anomalie che incidono fortemente sia sul sistema delle quote, sia sul- l’intero comparto lattiero-caseario. Si può, all’esito dell’esame dei dati, affermare con ragionevole certezza che: - l’Italia è interessata da circolazione di latte e di prodotti derivati di dub- bia provenienza, di latte non fatturato e che pertanto sfugge ad ogni con- trollo che sia meramente formale o cartaceo; - non tutto il latte, che in apparenza o formalmente è vaccino, è in realtà veramente tale, provenendo da manipolazione e/o alterazioni di latte in polvere; - vi è una non precisata quantità di latte di provenienza estera che, in assenza di controllo, è utilizzata come latte prodotto in Italia, determinan- do così un aggravamento del nostro sforamento del QGG; - vi sono fenomeni irregolari, come nel caso di aziende del nord che ad aziende del sud risultano associate con varie forme contrattuali elusive della normativa comunitaria e nazionale e che, per la loro natura priva- tistica diversa dalle ipotesi contrattuali considerate dal diritto comunita- rio, sono sottratte anche ai previsti controlli cartacei da parte delle Regioni e/o dell’AIMA; e come nel caso di produttori che, pur in assenza di quote, producono latte compensando la loro produzione con quote assegnate a chi in realtà non produce latte, e tutto ciò quando, invece, la corretta gestione del sistema imporrebbe di assegnare le quote solo a chi realmente produce. 37
  • 38. La conclusione della Commissione è fin troppo chiara. Siccome però a vedere la situazione di oggi pare che non sia finita così, per- ché siete voi indicati come i “delinquenti”, penso che la questione quote latte vada spiegata un po’ meglio. Quindi torniamo al periodo del Parlamento e di quando tu eri in Commissione Agricoltura al Senato. Quando in fin dei conti è nato tutto. Bisognerebbe partire da molto prima, cercando di non divagare troppo. Tuttavia, senza accennare al passato, non si può capire il presente. L’agricoltura, dal 1962, è l’unico settore gestito solo dalla Unione Europea, la vecchia CEE. Ci sono state tre grandi fasi in questa politica. Dal trattato di Roma, fino al 1980, l’Europa deve potenziare la sua produzione agricola. Il continente è appena uscito da una guerra devastante e la popolazione deve mangiare, prima di tutto. Il sistema adottato dalla CEE è tanto sempli- ce quanto efficace. Tutti i prodotti alimentari che entrano in Europa devono pagare dazio. Ciò consente, stabilendo il singolo dazio, di fissare il prezzo della produzione interna praticamente dove si vuole, determinando un ine- vitabile aumento della produzione stessa. Gli agricoltori guadagnano e inve- stono in lavoro, tecnologia e... cervello. Inoltre i dazi riscossi dalle importa- zioni, che sono tanti visto che produciamo poco e importiamo tanto, consen- tono di investire in agricoltura molto danaro pubblico. Quindi negli anni ‘50 e ‘60, ad esempio con il grano importato per fare la pasta, la CEE finanzia la costruzione dei pastifici, degli stoc- caggi, degli essicatoi, delle macchine agricole? Seppur troppo sintetico, in pratica si. Faccio un esempio: Un commerciante americano vende in Europa 1000 ton di grano a 100 dollari la tonnellata. Arrivato al porto di Genova o di qualsiasi altra località europea con la sua bella nave, prima di scaricare il grano deve pagare un dazio di 80 dollari la tonnellata. Il valore di quel grano, appena scaricato a Genova è quindi di 180 dollari. È evidente che il grano nostrano costerà pressapoco quel valo- re. Quindi il produttore agricolo europeo ha un vantaggio sul produttore americano rappresentato dal valore dazio. Inoltre la CEE incassava da quel dazio tanti dollari che le permettevano di finanziare lo stesso agricoltore nel- l’acquisto di macchine, oppure nella costruzione di infrastrutture: stalle, magazzini eccetera. Fin qui tutto chiaro? La cosa funzionò tanto bene che verso gli anni 80, complice anche un’evo- luzione tecnologica agricola irripetibile, la produzione interna divenne trop- pa. Con l’avvento delle sementi ibride, degli antiparassitari e diserbanti di sintesi e dei fertilizzanti chimici, verso gli anni 80 la produzione interna supe- rò la domanda. Eravamo arrivati all’eccedenza. Ma l’eccedenza comportava delle ricadute pesanti. Infatti non solo l’Europa non incassava più i dazi per- 38
  • 39. ché non si importavano più alimenti. Ma per sostenere il prezzo di mercato doveva ritirare le eccedenze e venderle all’estero. Poco male dirai tu. Purtroppo il nostro amico americano che ci vendeva la tonnellata di grano a 100 dollari oltre che essere un pochino arrabbiato perché non ce la vende- va più, era sempre là, fuori dai nostri confini che cercava di vendere la sua tonnellata di grano a qualche altro paese più povero. Ebbene noi CEE con le nostre eccedenze ritirate dal mercato, ovviamente a 180 dollari per poter permettere agli agricoltori di sopravvivere mantenendo il livello di prezzo di prima, siamo costretti a svendere il nostro grano all’estero a meno di 100 dollari, rimettendoci così gli 80 che prima abbiamo speculato. Puoi immagi- nare gli effetti finanzari e di bilancio di tutto ciò. Un tracollo. Non proprio. L’obiettivo principale era stato raggiunto. Semplicemente anda- va cambiata la politica. Dall’incentivo si passò al disincentivo della produzio- ne. Si mantennero i dazi che costituivano una barriera all’ingresso, ma si invitarono i produttori a produrre meno. Solo che gli inviti non bastano, soprattutto con chi ha a disposizione la terra e la coltiva con passione. Di fronte al perdurare se non al crescere delle eccedenze, alla CEE non rima- neva che una soluzione: settore per settore, secondo la gravità della situa- zione e cioè secondo le eccedenze che pesavano sulle casse comunitarie, andavano assunti provvedimenti restrittivi. Si andava dalla multa per le eccedenze produttive di grano alle quote di produzione come per il latte, dalla tassa sulla distillazione del vino sino all’aumento delle superfici coltiva- te destinate al “No food” o lasciate incolte, “Seat aside”. Risultato? Si rallentò la produzione, ma non si risolse il problema di fondo, le ecceden- ze restavano e andavano gestite. In questo contesto nascono le quote latte. Oggi è tutt’altra musica ma anche tutt’altra storia. Poi la vedremo. Ma gli agricoltori, come si sono comportati di fronte ad una restrizio- ne della loro produzione. Per loro si trattava di una riduzione del lavoro, del guadagno, del prodotto: immagino che si siano rifiutati di produrre di meno. No, dove i governi hanno saputo applicarle, le cose hanno funzionato. Da noi semplicemente le quote hanno deciso di non applicarle. Le decisioni del Consiglio Europeo scontavano - e ancora scontano - la necessità dei singo- li governi nazionali che compongono il Consiglio e la Commissione, di fare ognuno i propri interessi nazionali. È una contraddizione, certo. Anzi è la grande contraddizione che resterà sino a quando il potere in Europa sarà 39
  • 40. dei governi e non dei popoli. Nei paesi centro-nord europei forse la politica agricola è stata condivisa. In Italia, Spagna e Grecia è stata subita. La distin- zione geografica non è casuale. Non mi pare che abbiate, subìto. Non penso che per strada con i trattori ci siate andati per fare la spesa al supermercato o che la poli- zia l’abbiate “lavata” con del detersivo. Se non sbaglio era qualcosa di ben più pesante e puzzolente... Certo! Ma devo spiegare meglio. Nelle quote latte, così come nella distilla- zione del vino e in tanti altri settori, gli agricoltori hanno seguito le indicazio- ni loro trasmesse dai governi o meglio dalle organizzazioni agricole. Coldiretti-Confagricoltura-CIA avevano il monopolio del settore. Dicevano agli agricoltori cosa fare o non fare. Compreso come e chi votare, ovviamen- te. Il caso quote latte è forse il più esemplificativo. La delegazione italiana che va a Bruxelles nel 1982 per contrattare il regolamento che introduce le quote del latte, arriva armata con tanta voglia di “ferie”, poca competenza in materia e, soprattutto, nessun dato credibile sulla situazione nazionale. Per di più, se l’Europa è vista ancora oggi come un’istituzione distante, allora era una galassia fuori dall’universo. Il ministro di allora ( che a buona memoria era il bergamasco DC Pandolfi) torna da Bruxelles con un accordo tanto accettato quanto inaccettabile. I politici nostrani decidono che “tanto la cosa durerà poco” e che le quote a noi italiani non servivano. Occorreva sempli- cemente trovare il modo per aggirarle. La soluzione fu semplice, banale e stupida. Le quote latte che ci aveva dato la CEE erano poche? Bene: basta- va che ai produttori ne venissero distribuite di più. Detto in altro modo. A Bruxelles abbiamo sottoscritto 9 milioni di tonnellate di quota, ma ce ne ser- vono 110 perché abbiamo fatto male i conti? Visto che tanto il sistema dure- rà poco, ai produttori diamo 110, 120 milioni di tonnellate di quote, quello che serve. Poi con la CEE ci metteremo a posto in qualche modo, fra qual- che anno. Cioè vuoi dire che lo Stato Italiano ha barato sui numeri con Bruxelles? Lo stato non bara mai! Semmai fa barare qualcuno mentre è girato dall’altra parte. Succede molto più spesso di quanto tu possa immaginare. Il cavillo italiota, la soluzione giusta per confondere le acque, anzi il latte, è stata chiamata UNALAT, Unione tra le Associazioni dei produttori di Lattea cui lo Stato italiano ha affidato tutte le quote nazionali. “Ci penserà poi Unalat a organizzare la distribuzione ai produttori” hanno pensato. La commissione Lecca ricorda che UNALAT nasce tra i tavoli delle organizzazioni sindacali agricole, e lì rimane. È una creatura dei sindacati. Sostanzialmente, una 40
  • 41. scatola vuota che gli allevatori spinta-neamente sono costretti a riempire. I soldi pagati dallo Stato alla CEE per l’inadempienza di Unalat sono tanti, ma proprio tanti, e la Corte dei Conti lo rileva puntualmente. Unalat distribuisce ai produttori quote latte per un totale ben superiore a quante la CEE ne aveva date all’Italia. Semplice: il produttore continua a produrre senza pro- blemi perché le quote le ha, anche se non dovrebbe averle. Questa storia parte nel 1983 anno di introduzione del regime delle quote e va avanti sino al 1996. Magia politica italiota da manuale. Non è possibile che la CEE non si sia resa conto di nulla. Certo che se ne resero conto: Noi Italia siamo il pozzo in cui scaricarono le loro eccedenze di latte, visto che possiamo produrre solo la metà di quello che “beviamo”. Noi non stiamo alle regole ma loro non sanno dove buttare il loro latte e per un poco sopportano. Ma i paesi nord europei quando sono arrivati a Bruxelles hanno trattato e lottato con competenza, preparazione e determinazione; hanno tirato fuori un regolamento che congelava la situa- zione al punto in cui era. I paesi eccedentari potevano continuare a produr- re eccedenze, mentre i deficitari come Italia, Spagna e Grecia si sarebbero bevuti a vita le eccedenze nordiche. Ci siamo fatti infinocchiare, punto e basta. O forse non eravamo consape- voli. Sarebbe bastato negoziare il principio per il quale i paesi deficitari avrebbero potuto aumentare la loro produzione sino al pareggio tra doman- da e offerta interna. Tanto noi non ci saremmo mai arrivati, perché non abbiamo terra a sufficienza per produrre tutto il latte che consumiamo. Comunque la CEE si rese conto del giochino italiota perché alla fine di ogni anno lattiero venivano dichiarate le produzioni di latte e l’Italia dichiarava produzioni, almeno sulla carta, superiori alla quota che la CEE gli aveva dato. Basta che ti dia una letta agli allegati. * allegato nel CD : QUOTE LATTE EUROPA. Non guardare se su alcuni documenti, non ci sono le carte intestate. I buro- crati usano spesso il sistema di mandare la lettera di accompagnamento sulla bella carta intestata e poi allegare le informazioni concrete su carta bianca. Non si sa mai, ci si potrebbe rimettere il fondo schiena, metaforica- mente s’intende. Latte prodotto solo sulla carta? Si, perché la produzione di latte reale è ben altra cosa. Occorre essere più dettagliati, è su questo dato che si gioca la partita. Infatti le multe del latte sono figlie delle dichiarazioni di produzione che l’Italia ha fatto alla CEE, per- ché se stessimo alle stime fatte dalla CEE probabilmente le multe non ci sarebbero. Ho fatto al Senato, tra il disinteresse generale, una conferenza 41
  • 42. stampa con documenti alla mano che dimostravo come, a partire almeno dal 1994, l’Italia ha dichiarato sulla carta ben più latte prodotto di quanto non avesse rilevato la CEE con i suoi uffici statistici. Scusa, fammi capire bene: noi abbiamo dichiarato sulla carta più latte di quanto secondo l’Unione Europea producevamo? Cioè... tentando di fare i furbi ci siamo imbrogliati da soli? Si, sembra grottesco ma è così. L’Italia ha sempre dichiarato più produzione sia di quella che la CEE stimava che di quella che sarebbe stata possibile sti- mare valutando il potenziale produttivo delle vacche presenti nelle stalle ita- liane, che non erano mica censite dal faraone d’Egitto ma dai sistemi del ministero della Sanità. Attraverso i veterinari si controllano le stalle, o alla luce dei fatti dovrebbe essere così. Anche per questo la lettura dei capitoli della commissione Lecca è “gustosa”. Ti riporto qui solo un piccolo spunto. RELAZIONE della Commissione Governativa di indagine sulle quote-latte istituita ai sensi dell’art.7 d.l. 31 gennaio 1997 n.11 Capitolo. 9.4 La verifica operata dal FEOGA appena qualche tempo dopo la missione di controllo in Italia (il 20/24 giugno 1994) aveva portato a constatare “6.582 doppie registrazioni per circa 432.000 tonnellate di consegna nel 1991/92 apparentemente introdotte due volte; 10.902 registrazioni di produttori apparentemente senza codice fiscale, né codice IVA - ciò che dovrebbe esse- re impossibile - per un quantitativo di 287.492 tonnellate di consegne nel 1991/92 attestate; registrazioni relative a 31.953 produttori dove nel 1991/92 venivano attestate 1.066.564 tonnellate, senza riferimento ad un’as- sociazione di produttori, mentre le consegne dei produttori non-associati sono reputate essere solo un decimo di questo importo. I risultati di tale veri- fica vennero trasmessi dalla Commissione europea, al Direttore Generale del Ministero dell’Agricoltura ed al Direttore Generale dell’AIMA, senza tuttavia che venissero assunti i provvedimenti richiesti dalla gravità del caso. Purtroppo, la produzione su cui si determinano le multe è solo quella dichia- rata dallo stato membro. Le verifiche successive della CEE per loro natura possono essere solo al rialzo. Noi paese, abbiamo dichiarato di più nella disperata speranza di avere più quote. Questa era la strategia almeno sino al 2000. Poi, dopo aver dichiarato di più, pagato le multe e non aver ricevu- 42
  • 43. to le quote, abbiamo cambiato idea e adesso le quote in più non le voglia- mo, a sentire le campane della Coldiretti & C. Valli a capire! O siamo sadomasochisti oppure c’è qualche altra ragione per fare tutto ciò. Quale? È la stessa domanda che mi sono fatto io quando ho iniziato a capire meglio. Ho cercato di darmi delle risposte e sono giunto ad alcune conclusioni : Aima conosceva benissimo il giochino delle 3 carte che aveva messo in piedi UNALAT. Perché alla fine le persone, gira e volta, erano sempre le stesse RELAZIONE della Commissione Governativa di indagine sulle quote-latte istituita ai sensi dell’art.7 d.l. 31 gennaio 1997 n.11 Capitolo 9.4 Ad ulteriore conferma delle “commistioni” tra le organizzazioni sindacali e l’amministrazione pubblica, non si può sottacere la composizione del Consiglio di amministrazione dell’AIMA per come è stabilito dalla sua legge istitutiva. Tale Consiglio, nella sua versione del 26 luglio 1988, prevedeva tra i suoi componenti: “per. agr. Gottero e sig. Martorana, su conferma della Confederazione Nazionale Coltivatori Diretti; il dott. Alessandra, su confer- ma della Confederazione Generale dell’Agricoltura Italiana; il dott. Donati, su conferma della Confederazione Italiana Coltivatori”, mentre il Consiglio di Amministrazione nominato il 4 agosto 1993 contemplava tra i suoi com- ponenti: “sig. Martorana, su designazione della Confederazione Nazionale Coltivatori Diretti; dr. Ferraccioli su designazione della Confederazione Generale dell’Agricoltura; dr. Pascale su designazione della Confederazione Italiana Allevatori”. In tempi più recenti (8 aprile 1994) può ricordarsi la sostituzione di un membro del detto Consiglio di amministrazio- ne, disposta dall’allora Ministro in carica, con la seguente formula: “Ritenuto di scegliere nell’ambito della terna proposta dalla Coldiretti il nominativo del sig. Paolo Nigro, attuale Vice Presidente di tale Confederazione, quale componente del Consiglio di Amministrazione dell’AIMA, in sostituzione del sig. Onofrio Martorana:” (v. delibere commissariali EIMA del 22 marzo 1995 - Allegato sub 85 - e del 9 maggio 1995 - Allegato sub 103). Il regime delle quote prevedeva che qualcuno lo gestisse a tutti i livelli e que- sto generava potere. Gli uffici della triplice sindacale che il buon Paolo Casagrande chiama “i 3 porcellini”, si reggono ancora oggi sulle carte e sui bisogni della burocrazia. Se non ci sono bisogni, occorre crearli. Ma se da 43