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Appunti sulla crisi crisi economica
1. Crisi economica
“ il lavoro -secondo la concezione capitalista”.
http://www.utopie.it/economia_sostenibile/capitalismo.htm
Il lavoro dipendente organizzato dai proprietari dei mezzi di produzione. Oltre alle risorse economiche
materiali, la società dispone anche di una risorsa immateriale, il capitale umano, la cui principale
manifestazione è il lavoro. Il capitale umano è una risorsa personale e il capitalismo (a differenza ad es.
dello schiavismo) riconosce la completa libertà di ogni individuo di disporre del proprio lavoro. Tuttavia,
una caratteristica essenziale di questo sistema è che chi non possiede altre risorse economiche oltre al
proprio lavoro deve prestare la propria opera sotto la direzione dei proprietari dei mezzi di produzione
dietro pagamento di un compenso contrattuale. In altri termini, nel capitalismo i proprietari dei mezzi di
produzione hanno anche il diritto di comperare il lavoro altrui e organizzarlo allo scopo di produrre beni dai
quali ricavare un reddito. Il luogo dove avviene la produzione organizzata in questo modo è l'impresa
capitalista, il reddito dei lavoratori si chiama salario, quello dei proprietari si chiama profitto, secondo la
formula PROFITTO = VALORE DELLA PRODUZIONE - SALARI E ALTRI COSTI
New York Times
Il discorso di Obama dà una spinta
all'energia pulita
"Per dare finalmente alla luce una 'clean
energy economy', noi dovremo raddoppiare
2. la produzione di energie alternative nei
prossi tre anni" ha affermato Obama in un
discorso alla George Mason University,
Fairfax, Virginia. “Noi modernizzeremo più
del 75% dei palazzi federali e miglioreremo
l'efficienza energetica di due milioni di case
americane: ciò farà risparmiare ai
contribuenti miliardi sulle bollette
energetiche”.
Obama ha anche dichiarato che la nazione
deve cominciare a costruire una rete
intelligente capace di minori dispersioni, di
meno blackout e di resistere perfino a
eventuali attacchi, oltre che risparmiare
soldi e aiutare le energie rinnovabili.
Obama ha a lungo parlato della creazione di
nuove priorità energetiche come candidato
presidenziale, e spesso ha fatto cenno della
creazione di nuovi posti di lavoro ("green
jobs"). Il suo discorso odierno serve anche a
rassicurare una flotta di industrie di energia
rinnovabile, che sperano in un pacchetto di
incentivi.
BBC
Gli elementi chiave dello Stimulus Plan di
Obama
Immediati tagli di tasse per 1.000 dollari a
famiglia
Creazione di una nuova rete a banda larga
Benefits sull'assistenza per i disoccupati
Raddoppio degli investimenti sulle energie
alternative e il ridisegno della griglia
energetica
Boston Globe
Il pezzo più verde del discorso di Obama:
Possiamo davvero avere una "clean energy
economy"?
Barack Obama ha concesso enormi
speranze agli ambientalisti oggi,
impegnandosi per la nascita di una
economia a energia pulita. I suoi commenti
- che hanno avuto una così vasta eco -
danno il più chiaro segnale del suo tentativo
di creare una sorta di "green New Deal"
3. combinando la creazioje di posti di lavoro
con l'energia pulita e la modernizzazione
delle infrastrutture.
Reuters
I piani sull'energia verde di Obama creano
insieme speranza e scetticismo
I sostenitori delle energie alternative e
dell'efficienza energetica sono stati deliziati
giovedì dal discorso del Presidente eletto
Barack Obama sul sostegno all'economia,
ma alcuni analisti avvertono che la sua
agenda energetica potrebbe essere urtata
con le turbolenze al Congresso e dal
rallentamento dell'economia.
Wall Street Journal
Obama: L'eco-efficienza nello Stimulus Plan
Il Presidente eletto Barack Obama sembra
determinato a mostrare che i suoi piani
energetici e ambientali non saranno
intaccati dall'aumentare del deficit federale
(che potrebbe raggiungere 1,2 trilioni di
dollari quest'anno).
Parlando questa mattina morning a
Washington, D.C., Obama ha dato un
esempio di ciò che potrebbe fungere da
stimolo a breve termine per l'economiae nel
contempo consentire risparmi per le finanze
pubbliche a lungo termine: la
ristrutturazione eco-efficiente degli edifici
pubblici americani. "Ciò consentirebbe
risparmi di miliardi di dollari al governo
federale e al contribuente”. Ora Obama
deve convincere gli scettici che una rapida
azione sulle infrastrutture energetiche non
preclude un'azione altrettanto risoluta sul
cambiamento climatico.
Il Riformista
Usa; Obama: sgravi a 95% americani e spesa
per scuole, energia
"Dobbiamo fare scelte difficili" per porre "le
fondamenta di un nuovo sistema
economico", ha detto Obama.
Il piano di incentivi all'economia americana
su cui sta lavorando il presidente eletto
4. Barack Obama "contribuirà a creare circa
tre milioni di posti di lavoro" e include "un
piano di sviluppo energetico che farà
risparmiare miliardi di dollari". Lo ha detto
il presidente eletto Barack Obama durante il
discorso pronunciato alla George Mason
University di Fairfax, in Virginia. Obama ha
inoltre sottolineato l'impegno a favore della
scuola e del miglioramento delle
infrastrutture. "Lavoreremo per
modernizzare gli edifici federali,
costruiremo strade, ponti e scuole,
fornendo le dotazioni tecnologiche
necessarie nel ventunesimo secolo.
Investiremo nelle nuove tecnologie e nelle
energie rinnovabili", ha detto il presidente
eletto. Il presidente eletto ha inoltre
ribadito che, come promesso durante la
campagna elettorale, saranno previsti sgravi
fiscali per il 95 per cento degli americani.
Rai News 24
Obama: gli Usa raddoppieranno la
produzione di energia alternativa in 3 anni
Il presidente eletto Barack Obama
s'impegna a raddoppiare nell'arco di tre
anni la produzione di energia alternativa
negli Stati Uniti. L'iniziativa fa parte del
programma di aiuti all'economia che Obama
intende avviare per far fronte alla
recessione. Il piano di rilancio dell'economia
predisposto dal team che entrerà alla Casa
Bianca ha un costo di 775 miliardi di dollari.
La Stampa
Due visioni della ripresa
Barack Obama espone da Fairfax, Virginia, il
progetto di «ricostruire» l’economia
nazionale e Nicolas Sarkozy da Parigi ribatte
che l’America non è più l’unico leader del
mondo e dovrà scendere a patti per
realizzare il «nuovo capitalismo». Il dialogo
a distanza fra il presidente eletto degli Stati
Uniti e l’inquilino dell’Eliseo inaugura il
confronto globale su che cosa bisogna
costruire sulle ceneri del 2008 che, secondo
quanto afferma uno studio degli economisti
5. del «Council on Foreign Relations» di New
York, «sarà ricordato come l’anno in cui il
sistema finanziario moderno è crollato».
I due leader partono da bisogni differenti.
Per Obama la priorità è scongiurare la
depressione nazionale facendo leva su
energie alternative, grandi opere, riforma
sanitaria, tagli fiscali e sviluppo di Internet
al fine di «trasformare l’America
indirizzando la ricchezza verso la classe
media», come suggerisce il rapporto
«Progressive Growth» firmato dal co-
presidente del team di transizione John
Podesta.
Per Sarkozy invece la priorità è disegnare un
nuovo sistema economico internazionale
che metta al riparo l’Europa da nuovi
terremoti.
TG5
Il piano di Obama: cambiare, e subito
Un piano da 800 miliardi di dollari per
salvare l'America da una recessione ancora
più dura: il presidente eletto, Barak Obama,
ha rilanciato - con un forte e accorato
discorso all'Università George Mason in
Virginia - il suo pacchetto di stimoli di fronte
a un'economia in crisi che ha prodotto negli
ultimi mesi quasi tre milioni di disoccupati.
Non perde tempo l'uomo che il prossimo 20
gennaio entrerà alla Casa Bianca: dichiara
finita l'era dell'irresponsabilità che ha
portato alla catastrofe e si si è presentato
ancora una volta come il rappresentante di
Main street - l'uomo comune americano -
contro Wall street, il regno della finanza,
responsabile appunto del crollo economico.
Obama insiste: servono decisioni
immediate, a partire dal taglio di tasse - per
un valore di 1.000 dollari a famiglia - a
favore del 95 per cento della popolazione
americana e a riforme - in senso sociale -
della sanità e dell'istruzione. E poi un nuovo
modello di sviluppo capace di consumare e
inquinare di meno, dunque un piano di
investimenti per riconvertire l'America che
6. servirà da volano alla ripresa
dell'occupazione e della crescita. Se
riuscisse nel suo intento di risollevare
l'America sarebbe un super eroe come
spiderman, il fumetto che Obama ha
confessato di leggere e di collezionare. Ed
ecco che nel prossimo numero della rivista
dell'uomo ragno - uscirà propio il 20
gennaio, giorno del suo insediamento -
Peter Paker, l'alterego di spiderman,
scoprirà due Obama identici e salverà
quello vero smascherando l'impostore.
Il neo eletto Presidente degli Stati Uniti da sempre sostenitore dello sviluppo di nuove fonti di energia, ha
scelto come capo del Dipartimento per l’Energia Steven Chu, conosciutissimo promotore di combustibili
alternativi e tra i primi sostenitori di ricerche scientifiche che potessero far fronte al problema del
cambiamento climatico.
Le Riforme di Barack Obama nell’ambito ambientale
Barack Obama non ha fatto mistero che l'ambiente rappresenti, insieme alle guerre ed alla crisi
finanziaria, una priorità, una linea d’azione strategica della sua Presidenza. Il presidente
prevede,infatti la ricerca dell’indipendenza energetica e la riduzione del ricorso al petrolio.
• Per la produzione di energia elettrica in campo il progetto di arrivare al 10% di produzione da
fonti rinnovabili (oggi fermo all’8%) entro il 2012.
• Spingere al massimo i programmi di efficienza energetica che dovrebbero creare almeno 5 milioni
di nuovi posti di lavoro nell’industria “verde”.
• Riportare il livello di emissioni a quello del 1990 entro il 2020 e riduzione dell’80% entro il 2050.
7. • Produrre il 15% dell’energia utilizzando fonti rinnovabili.
• Dare alla luce una “clean Energy economy”, raddoppiando la produzione di energie alternative
• Raddoppiare gli investimenti sulle energie alternative e il ridisegno della griglia energetica.
Punto nodale della proposta è il “cap and trade”, meccanismo che dovrebbe aiutare nel controllo delle
emissioni.
Obama vorrebbe seguire l’esempio del mercato europeo e spingere le imprese americane a produrre
sempre meno gas serra in modo da ottenere quote di emissione, “emission trading”, poi rivendibili
all’interno del mercato dell’energia.
La nuova proposta non ha però trovato il consenso dei repubblicani che temono che questo meccanismo
porterà all’esodo delle aziende inquinanti in altri Paesi come Cina e India con il conseguente aumento dei
prezzi al consumo.
Il voto della Camera dei rappresentanti è stato fissato per agosto, anche se il “via ilbera” definitivo non
arriverà prima della fine dell’anno. Il progetto della Camera prevede la consegna, a titolo gratuito, di
circa l’85 % dei permessi di emissioni, mentre i restanti saranno messi all’asta. I fondi raccolti saranno
quindi destinati al governo.
Obama si è dichiarato molto soddisfatto: “Siamo più vicini alla promessa di un’economia ad energia
pulita che renderà il nostro Paese meno dipendente dal petrolio straniero, fiscalizzerà i contaminanti e
creerà milioni di posti di lavoro”.
Il neo eletto Presidente degli Stati Uniti da sempre sostenitore dello sviluppo di nuove fonti di energia, ha
scelto come capo del Dipartimento per l’Energia Steven Chu, conosciutissimo promotore di combustibili
alternativi e tra i primi sostenitori di ricerche scientifiche che potessero far fronte al problema del
cambiamento climatico.
Obama ha affermato che siamo ormai nel 21° secolo e tutti dobbiamo essere pienamente consapevoli del
fatto che l’economia e la sicurezza nazionale sono strettamente collegate all’energia. Tantissimi dei
problemi nazionali, ha spiegato Obama, derivano dalla dipendenza dall’estero per quanto riguarda il
petrolio, attualmente la principale fonte di energia utilizzata.
La squadra “ambientale” messa in piedi da Obama svolgerà, quindi, un ruolo importante nel suo intento
principale: rilanciare l’economia degli Stati Uniti, stimolando l’uso di energie rinnovabili e, allo stesso
tempo, creare milioni di posti di lavoro mediante la riduzione della dipendenza dell’America dai Paesi
fornitori di petrolio.
8. Ma qui finiscono le analogie tra accusa e difesa. Secondo Perotti gli economisti sono senz’altro da
condannare (anche se la condanna chiesta non è troppo pesante, "sette anni di reclusione, perché con
meno di cinque anni in Italia non si va neanche in galera, e almeno un anno al fresco gli economisti se lo
meritano"), perché, quando la crisi è esplosa, hanno continuato ad annaspare: non ne hanno compreso
appieno le ragioni, non hanno saputo indicare le vie per affrontarla al meglio. E la ragione è semplice: non
conoscevano a sufficienza, o forse non conoscevano affatto, il mondo della finanza. I subprime e le loro
evoluzioni, i problemi legati alla senior tranche, le mille vie delle cartolarizzazioni per cui i titoli diventavano
irriconoscibili persino agli stessi emittenti.
• Cosa si sarebbe potuto fare per evitare tutto questo? Anna Maria Lusardi ha una sua personale
ricetta, condivisa peraltro anche da molti economisti italiani: l’alfabetizzazione finanziaria rende i
cittadini consapevoli delle proprie scelte, evita che facciano scelte dannose per se stessi e per il
mercato. Ma basta per spiegare la crisi dire, statistiche in mano, che i cittadini americani erano e
sono (del resto come quelli italiani, anche la Banca d’Italia e l’Abi possono esibire statistiche
altrettanto scoraggianti) più che ignoranti in materia finanziaria? Oppure, come ha obiettato uno
studente, "è al medico che tocca dire al paziente che cos’ha e quali medicine deve prendere, e non
al malato capire i sintomi e farsi una prescrizione?".
"Bisogna iniziare seriamente a porsi il problema di avviare un programma di educazione finanziaria. - ha
ribadito con forza Anna Maria Lusardi - Le banche hanno probabilmente dato il via alla crisi e ne sono state
coinvolte, dando capitali a prestito a persone che non offrivano sufficienti garanzie. E i broker si sono
sicuramente arricchiti alle spalle dei consumatori. Tuttavia la responsabilità è diffusa. In un mondo in cui i
meccanismi sono sempre più complessi e cresce il rischio di speculazioni, la conoscenza finanziaria è
indispensabile