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Giuseppe Carpentieri
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                           Segretario del circolo MDF di
                                      Parma




                              Parma, 16 marzo 2013


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MDF è un’ass. promozione sociale
•   Associazione fondata 15 dicembre 2007 su ispirazione di M. Pallante

•   Struttura:
    •   Direttivo e coordinamento nazionale

    •   Circoli territoriali (n=23) e gruppi (n=20) diffusi sul territorio nazionale

    •   Gruppi di lavoro tematici: imprenditori, salute, educazione, urbanista




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Le nostre peculiarietà
•   Cambiamenti radicali


•   Esperienza pratica


•   Comunità




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Movimento per la Decrescita Felice
Secondo il nostro movimento l'azione si deve attuare su tre
livelli, come uno sgabello a 3 gambe :

                                             Politica
 Tecnologie                 cultura



                                                Stili di vita




                   www.decrescitafelice.it
Stili di vita




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L’ Università del Saper Fare – www.unisf.it
  Sandali riciclati
                                Pane




                                                sapone

                                                sapone




Autocostruzione solare        Detersivi

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La politica

consulenza
                       Dal
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                                          contaminazione

             Locale


                          Nazionale ed
                         Internazionale




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Cambiare paradigma culturale

• Il PIL è un indicatore monetario notoriamente obsoleto e
fuoriviante

• “misurare” il benessere con “indicatori” più adeguati
(Benessere Equo e Sostenibile, BES)

• progettare la “civiltà contadina modernizzata”




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Cambiare paradigma culturale
•   Lo psicologo e filosofo umanista Erich Fromm
    ricorda il fatto che milioni di persone condividano gli
    stessi vizi non rendi questi vizi virtù
•   In una cultura collettiva, giudizi e ragionamenti si
    basano su quelle che vengono percepite come le
    verità    del   paradigma        fondamentale.    Di
    conseguenza, se le credenze paradigmatiche di
    una cultura fossero false o inesatte, la popolazione
    che avesse consapevolmente operato secondo
    quelle      credenze       fallaci     esprimerebbe
    collettivamente giudizi e ragionamenti di cattiva
    qualità.
•   Fonte: BRUCE LIPTON, STEVE BHAERMAN, evoluzione spontanea, Macro Edizioni 2010, pag.258




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La crescita non è sostenibile
         Mondo finito vs Crescita Infinita

2° Legge della termodinamica :
E’ impossibile realizzare una trasformazione il cui
unico risultato preveda che tutto il calore assorbito
da una sorgente omogenea sia interamente
trasformato in lavoro



               PRINCIPIO DI ENTROPIA

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La crescita non è sostenibile
Terra:
Spazio bioriproduttivo: 12 miliardi di ettari       1,8 ettari procapite

Consumo umano medio 2,2 ettari!!!           30% in più della capacità
                                       rigenerazione della biosfera

Cittadino americano: 9,6 ettari

Cittadino italiano: 3,8


Modi di vita occidentali per tutti




                          www.decrescitafelice.it
Svelare la credenza del PIL
L’affermazione che la crescita economica sia indispensabile per far
   crescere l’occupazione viene ripetuta come un mantra benché,
   a differenza del mantra, non abbia lo scopo di liberare la mente
   dalla realtà illusoria, ma di avvilupparla in una illusione irreale,
   priva di riscontri empirici e di fondamenti teorici. Dal 1960 al
   1998 in Italia il prodotto interno lordo a prezzi costanti si è più
   che triplicato, passando da 423.828 a 1.416.055 miliardi di lire
   (valori a prezzi 1990), la popolazione è cresciuta da 48.967.000
   a 57.040.000 abitanti, con un incremento del 16,5 per cento, ma
   il numero degli occupati è rimasto costantemente intorno ai 20
   milioni (erano 20.330.000 nel 1960 e 20.435.000 nel 1998). Una
   crescita così rilevante non solo non ha fatto crescere
   l’occupazione in valori assoluti, ma l’ha fatta diminuire in
   percentuale, dal 41,5 al 35,8 per cento della popolazione. *
  *MAURIZIO PALLANTE, “estratto” da Orientare la politica economica e industriale a creare occupazione nelle tecnologie che
  riducono l’impronta ecologica. Perugia, 9 ottobre 2010




                                          www.decrescitafelice.it
Cosa c’è nel PIL?




Consumi        Sprechi                   Consumi
indotti                                  che non
dalla                                    incrementano
pubblicità                               il benessere


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Cosa c’è nel PIL?
             Produzione energia elettrica

             tipo di impianto                                     efficienza
             centrale termoelettrica                               35%
             centrale a ciclo combinato                            55%
             cogenerazione diffusa
             (tecnicamente possibile, praticamente inesistente)    94%
Sprechi
             Più della metà dell’energia
             contenuta nei combustibili viene sprecata

             Fonte: Maurizio Pallante, 2006




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Cambiare paradigma culturale
Stiamo vivendo la fine di un'epoca e l'inizio di una nuova. E' finita la
rivoluzione industriale figlia della termodinamica mentre la finanza
ha accelerato il processo di distruzione degli ecosistemi a danni
dell'umanità intera.
La bioeconomia e le nuove tecnologie legate a trasformazioni
energetiche non inquinanti rendono le comunità autonome. La
riscoperta della democrazia diretta aiuta i popoli a prendere
decisioni migliori delle finte democrazie rappresentative, poiché gli
eletti spesso sono solo burattini di lobbies avide e senza scrupoli.

Oggi, abbiamo gli strumenti per riconoscere errori e per progredire
verso una reale crescita passando per una fase storica chiamata
“decrescita felice”, sviluppando la resilienza necessaria e
approdare ad una società della “prosperanza”.


                        www.decrescitafelice.it
Merci e Beni
• Merci che non sono beni
• Beni che non sono merci (cibo autoprodotto, scambio di
conoscenze)

• Aumentare l’autoproduzione di beni che non sono merci e
dedicare più tempo alla comunità

                             Scambi
                            mercantili
                           Scambi non
                         mercantili fondati
                           sul dono e la
                            reciprocità
                     Autoproduzione di beni
                      e fornitura diretta di
                      servizi alla persona


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Le merci hanno la crescita nel loro DNA


       MERCI                     BENI
    sono destinate          non sono destinati
     alla vendita              alla vendita
  vengono scambiate      non vengono scambiati
     con denaro               con denaro
   ha senso produrne     non ha senso produrne
     sempre di più         più del necessario




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Dalle merci ai beni: qualche esempio


        MERCI                          BENI
   lo yogurt acquistato        lo yogurt fatto in casa

    un oggetto nuovo             un oggetto riparato

la babysitter per i bambini la cura da parte dei genitori

la badante per gli anziani    la cura da parte dei figli




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Decrescita del PIL: dalle merci ai beni


     MERCI                      BENI
 fanno aumentare:           riducono il PIL
       il PIL              riducono sprechi
                            e inquinamento
     il consumo
 di risorse naturali         Migliorano
  l’inquinamento        la qualità della vita!




           www.decrescitafelice.it
La stima e il valore
Ricordiamo che il concetto di valore è diverso dal concetto di costo
e di prezzo, esso è più sfumato e talvolta può comprenderli
entrambi, infatti il valore non è legato necessariamente alla
moneta, come, per l’appunto la stima dei beni pubblici. Nelle
valutazioni ambientali l’obiettivo è stabilire l’impatto: negativo o
positivo, infatti lo scopo è razionalizzare l’uso delle risorse.
Nonostante questi concetti siano alla base di teorie economiche,
ampiamente studiate nelle scuole, le istituzioni propongono la
cessione e la privatizzazione proprio dei beni pubblici e demaniali,
violando concetti elementari attraverso l’attribuzione di un valore
monetario e regalare la gestione di questi beni alle SpA, tramite il
ricatto e l’invenzione dell’economia del debito.




                      www.decrescitafelice.it
La stima e il valore
La relazione che intercorre fra economia e metodi di stima sta
nel fatto che mentre l’economia è nata per gestire la “casa
comune”, i criteri estimativi sono il frutto di una credenza, una
religione secondo cui ogni bene deve essere sfruttato,
consumato, rubato, eroso, sottratto per un interesse privato,
anziché limitarsi alla gestione condivisa delle “risorse comuni”.
E fino ad oggi l’economia è cresciuta solamente con criteri
estimativi quantitativi e non qualitativi. I risultati sono visibili al
mondo intero, anziché perseguire il reale benessere degli
individui si persegue l’avidità di pochi trasmettendo i non valori
della competitività sia a scuola che nelle università.




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Le tecnologie
•   Riuso e riciclo totale delle materie prime seconde
•   Eco-efficienza energetica, cancellare gli sprechi in
    edilizia e autoprodurre il necessario (sufficienza)
    con fonti alternative (smart grid, rete intelligente che
    scambia l’energia autoprodotta)
•   Mobilità intelligente: diffusione dei mezzi elettrici
    (prima a piedi, poi in bici e poi coi mezzi pubblici)




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Informazione e partecipazione
•   Partecipazione al processo decisionale della politica
•   Democrazia diretta e partecipativa
•   Trasparenza e conoscenza degli strumenti politici: Piani
    pluriennali dei lavori pubblici, Bilancio comunale “esplicato”,
    Piano Esecutivo di Gestione (PEG) e società che gestiscono i
    servizi pubblici locali
•   Adeguare la Pubblica Amministrazione alla comunità
    secondo il nuovo paradigma culturale: trasparenza,
    partecipazione, uso razionale delle risorse e prendersi
    cura dei beni comuni




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Città, territorio e insediamenti
•   Governo etico del suolo, ribaltare il paradigma obsoleto
    della rendita urbana con nuovi indicatori (beni comuni:
    acqua, energia, internet, cibo)
•   Organizzare la città col principio dell’auto sufficienza e
    della sussistenza escludendo le tecnologie inquinanti ed
    energivore
•   Pensare e attuare la sovranità alimentare, produrre e
    consumare per la città (filiera corta)
•   Promuovere, valorizzare e tutelare il saper fare locale
    (artigianato)
•   Pensare la sicurezza urbana (rischio sismico),
    conservazione degli edifici storici e pubblici

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Sviluppare la resilienza
•   Adattarsi ai cambiamenti        con
    creatività e partecipazione

•   Assumere       un     atteggiamento
    flessibile rispetto alle risorse del
    territorio

•   Studiare, cercare, valutare

•   Programmare e mettere in pratica




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Creare ed immaginare
•   Accrescere la tecnica
    delle visioni
•   Immaginare luoghi ideali
    e progettarli
•   Adattare le visioni ai
    mezzi locali ed alle
    capacità individuali e
    collettive




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Crescere in armonia




Fonte immagine: BRUCE LIPTON, STEVE BHAERMAN, evoluzione spontanea, Macro Edizoni 2010, pag.79




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“Civiltà contadina modernizzata”
•   Il contadino è l’uomo libero in grado di produrre tutto ciò di
    cui ha bisogno e compra solo poche cose necessarie, la
    sua economia reale è libera dai ricatti della finanza e dai
    capricci del mercato.
•   Le tecnologie odierne consentono di ricostruire l’economia
    reale contadina con l’impiego dell’agricoltura sinergica e
    l’autoproduzione energetica con fonti alternative
•   Pensare e progettare la comunità, relazioni e reciprocità
•   Co-gestire i beni comuni (acqua, cibo, energia, internet)




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“Civiltà contadina modernizzata”
Portare l’agricoltura sinergica in città e
progettare una rete di orti sinergici per i bisogni
delle scuole primarie e dei cittadini




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Agricoltura sinergica




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Orti urbani sinergici




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“Civiltà contadina modernizzata”
Progettare una rete di fattorie
autosufficienti energeticamente a
servizio della città.

Lo schema energetico integrato è
un’applicazione per una fattoria,
estratto dal testo di Luciano Paoli,
energie rinnovabili impieghi su
piccola scala.




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“Civiltà contadina modernizzata”
Autoprodurre energia: passare dalle grandi centrali
alla “generazione distribuita” con le fonti alternative.




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Comunità e beni comuni
La contabilità pubblica non assegna valore ai beni comuni
(acqua, energia, cibo, internet). Lo Stato riconosce i beni
privati e pubblici ed il lavoro è lo "strumento intermedio"
che tratta tali beni. E' necessario individuare un altro
“ente”, la comunità, mentre lo Stato deve riconoscere e
tutelare i beni comuni attraverso il valore d'uso sociale,
metro non monetario.
L’Amministrazione deve individuare un regolamento per
riconoscere e tutelare i beni comuni. La comunità dovrà
prendersi cura di questi beni e attraverso il lavoro renderli
fruibili a tutti in maniera razionale e compatibile con la
natura, liberi dal ricatto dei mercati e dall'avidità delle SpA.


                     www.decrescitafelice.it
Fare comunità, la nuova società
•   Agire direttamente: integrare la democrazia rappresentativa con la democrazia
    partecipativa e diretta
•   Sviluppare la resilienza locale, creatività
•   Saper interpretare il mondo e benessere psicofisico
•   Autoprodurre cibo, orti sinergici, consapevolezza dei consumi, stili di vita
•   Uso razionale dell’energia: prima eliminare gli sprechi
•   Scambio e reciprocità: rete sociale, il valore del dono
•   Mobilità intelligente
•   Convivialità, cultura, sport e tempo libero
•   Monete locali cioè sovrane e libere dal debito e dagli interessi
•   Strategia rifiuti zero/riciclo totale




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Cultura
Casa Editrice: “Edizioni per la decrescita Felice




•   Sito Internet: www.decrescitafelice.it

                 www.decrescitafelice.it
Cultura




Richard Sennett        Yona Friedman         Wuppertal Institut             Pierre Rabhi
L’uomo artigiano   Alternative energetiche   Futuro sostenibile   Manifesto per la terra e per l’uomo




                          www.decrescitafelice.it
Cultura




Centro Nuovo Modello di sviluppo       Anna Villarini, Giovanni Allegro
    Guida al consumo critico       Prevenire i tumori mangiando con gusto




                  www.decrescitafelice.it
Grazie!




             “L'utopia è come l'orizzonte: cammino
              due passi, e si allontana di due passi.
             Cammino dieci passi, e si allontana di
            dieci passi. L'orizzonte è irraggiungibile.
            E allora, a cosa serve l'utopia? A questo:
               serve per continuare a camminare."




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La decrecita felice 16mar2013 parma

  • 1. Giuseppe Carpentieri Direttivo nazionale MDF, Segretario del circolo MDF di Parma Parma, 16 marzo 2013 www.decrescitafelice.it
  • 2. MDF è un’ass. promozione sociale • Associazione fondata 15 dicembre 2007 su ispirazione di M. Pallante • Struttura: • Direttivo e coordinamento nazionale • Circoli territoriali (n=23) e gruppi (n=20) diffusi sul territorio nazionale • Gruppi di lavoro tematici: imprenditori, salute, educazione, urbanista www.decrescitafelice.it
  • 3. Le nostre peculiarietà • Cambiamenti radicali • Esperienza pratica • Comunità www.decrescitafelice.it
  • 4. Movimento per la Decrescita Felice Secondo il nostro movimento l'azione si deve attuare su tre livelli, come uno sgabello a 3 gambe : Politica Tecnologie cultura Stili di vita www.decrescitafelice.it
  • 6. L’ Università del Saper Fare – www.unisf.it Sandali riciclati Pane sapone sapone Autocostruzione solare Detersivi www.decrescitafelice.it
  • 7. La politica consulenza Dal basso contaminazione Locale Nazionale ed Internazionale www.decrescitafelice.it
  • 8. Cambiare paradigma culturale • Il PIL è un indicatore monetario notoriamente obsoleto e fuoriviante • “misurare” il benessere con “indicatori” più adeguati (Benessere Equo e Sostenibile, BES) • progettare la “civiltà contadina modernizzata” www.decrescitafelice.it
  • 9. Cambiare paradigma culturale • Lo psicologo e filosofo umanista Erich Fromm ricorda il fatto che milioni di persone condividano gli stessi vizi non rendi questi vizi virtù • In una cultura collettiva, giudizi e ragionamenti si basano su quelle che vengono percepite come le verità del paradigma fondamentale. Di conseguenza, se le credenze paradigmatiche di una cultura fossero false o inesatte, la popolazione che avesse consapevolmente operato secondo quelle credenze fallaci esprimerebbe collettivamente giudizi e ragionamenti di cattiva qualità. • Fonte: BRUCE LIPTON, STEVE BHAERMAN, evoluzione spontanea, Macro Edizioni 2010, pag.258 www.decrescitafelice.it
  • 10. La crescita non è sostenibile Mondo finito vs Crescita Infinita 2° Legge della termodinamica : E’ impossibile realizzare una trasformazione il cui unico risultato preveda che tutto il calore assorbito da una sorgente omogenea sia interamente trasformato in lavoro PRINCIPIO DI ENTROPIA www.decrescitafelice.it
  • 11. La crescita non è sostenibile Terra: Spazio bioriproduttivo: 12 miliardi di ettari 1,8 ettari procapite Consumo umano medio 2,2 ettari!!! 30% in più della capacità rigenerazione della biosfera Cittadino americano: 9,6 ettari Cittadino italiano: 3,8 Modi di vita occidentali per tutti www.decrescitafelice.it
  • 12. Svelare la credenza del PIL L’affermazione che la crescita economica sia indispensabile per far crescere l’occupazione viene ripetuta come un mantra benché, a differenza del mantra, non abbia lo scopo di liberare la mente dalla realtà illusoria, ma di avvilupparla in una illusione irreale, priva di riscontri empirici e di fondamenti teorici. Dal 1960 al 1998 in Italia il prodotto interno lordo a prezzi costanti si è più che triplicato, passando da 423.828 a 1.416.055 miliardi di lire (valori a prezzi 1990), la popolazione è cresciuta da 48.967.000 a 57.040.000 abitanti, con un incremento del 16,5 per cento, ma il numero degli occupati è rimasto costantemente intorno ai 20 milioni (erano 20.330.000 nel 1960 e 20.435.000 nel 1998). Una crescita così rilevante non solo non ha fatto crescere l’occupazione in valori assoluti, ma l’ha fatta diminuire in percentuale, dal 41,5 al 35,8 per cento della popolazione. * *MAURIZIO PALLANTE, “estratto” da Orientare la politica economica e industriale a creare occupazione nelle tecnologie che riducono l’impronta ecologica. Perugia, 9 ottobre 2010 www.decrescitafelice.it
  • 13. Cosa c’è nel PIL? Consumi Sprechi Consumi indotti che non dalla incrementano pubblicità il benessere www.decrescitafelice.it
  • 14. Cosa c’è nel PIL? Produzione energia elettrica tipo di impianto efficienza centrale termoelettrica 35% centrale a ciclo combinato 55% cogenerazione diffusa (tecnicamente possibile, praticamente inesistente) 94% Sprechi Più della metà dell’energia contenuta nei combustibili viene sprecata Fonte: Maurizio Pallante, 2006 www.decrescitafelice.it
  • 15. Cambiare paradigma culturale Stiamo vivendo la fine di un'epoca e l'inizio di una nuova. E' finita la rivoluzione industriale figlia della termodinamica mentre la finanza ha accelerato il processo di distruzione degli ecosistemi a danni dell'umanità intera. La bioeconomia e le nuove tecnologie legate a trasformazioni energetiche non inquinanti rendono le comunità autonome. La riscoperta della democrazia diretta aiuta i popoli a prendere decisioni migliori delle finte democrazie rappresentative, poiché gli eletti spesso sono solo burattini di lobbies avide e senza scrupoli. Oggi, abbiamo gli strumenti per riconoscere errori e per progredire verso una reale crescita passando per una fase storica chiamata “decrescita felice”, sviluppando la resilienza necessaria e approdare ad una società della “prosperanza”. www.decrescitafelice.it
  • 16. Merci e Beni • Merci che non sono beni • Beni che non sono merci (cibo autoprodotto, scambio di conoscenze) • Aumentare l’autoproduzione di beni che non sono merci e dedicare più tempo alla comunità Scambi mercantili Scambi non mercantili fondati sul dono e la reciprocità Autoproduzione di beni e fornitura diretta di servizi alla persona www.decrescitafelice.it
  • 17. Le merci hanno la crescita nel loro DNA MERCI BENI sono destinate non sono destinati alla vendita alla vendita vengono scambiate non vengono scambiati con denaro con denaro ha senso produrne non ha senso produrne sempre di più più del necessario www.decrescitafelice.it
  • 18. Dalle merci ai beni: qualche esempio MERCI BENI lo yogurt acquistato lo yogurt fatto in casa un oggetto nuovo un oggetto riparato la babysitter per i bambini la cura da parte dei genitori la badante per gli anziani la cura da parte dei figli www.decrescitafelice.it
  • 19. Decrescita del PIL: dalle merci ai beni MERCI BENI fanno aumentare: riducono il PIL il PIL riducono sprechi e inquinamento il consumo di risorse naturali Migliorano l’inquinamento la qualità della vita! www.decrescitafelice.it
  • 20. La stima e il valore Ricordiamo che il concetto di valore è diverso dal concetto di costo e di prezzo, esso è più sfumato e talvolta può comprenderli entrambi, infatti il valore non è legato necessariamente alla moneta, come, per l’appunto la stima dei beni pubblici. Nelle valutazioni ambientali l’obiettivo è stabilire l’impatto: negativo o positivo, infatti lo scopo è razionalizzare l’uso delle risorse. Nonostante questi concetti siano alla base di teorie economiche, ampiamente studiate nelle scuole, le istituzioni propongono la cessione e la privatizzazione proprio dei beni pubblici e demaniali, violando concetti elementari attraverso l’attribuzione di un valore monetario e regalare la gestione di questi beni alle SpA, tramite il ricatto e l’invenzione dell’economia del debito. www.decrescitafelice.it
  • 21. La stima e il valore La relazione che intercorre fra economia e metodi di stima sta nel fatto che mentre l’economia è nata per gestire la “casa comune”, i criteri estimativi sono il frutto di una credenza, una religione secondo cui ogni bene deve essere sfruttato, consumato, rubato, eroso, sottratto per un interesse privato, anziché limitarsi alla gestione condivisa delle “risorse comuni”. E fino ad oggi l’economia è cresciuta solamente con criteri estimativi quantitativi e non qualitativi. I risultati sono visibili al mondo intero, anziché perseguire il reale benessere degli individui si persegue l’avidità di pochi trasmettendo i non valori della competitività sia a scuola che nelle università. www.decrescitafelice.it
  • 22. Le tecnologie • Riuso e riciclo totale delle materie prime seconde • Eco-efficienza energetica, cancellare gli sprechi in edilizia e autoprodurre il necessario (sufficienza) con fonti alternative (smart grid, rete intelligente che scambia l’energia autoprodotta) • Mobilità intelligente: diffusione dei mezzi elettrici (prima a piedi, poi in bici e poi coi mezzi pubblici) www.decrescitafelice.it
  • 23. Informazione e partecipazione • Partecipazione al processo decisionale della politica • Democrazia diretta e partecipativa • Trasparenza e conoscenza degli strumenti politici: Piani pluriennali dei lavori pubblici, Bilancio comunale “esplicato”, Piano Esecutivo di Gestione (PEG) e società che gestiscono i servizi pubblici locali • Adeguare la Pubblica Amministrazione alla comunità secondo il nuovo paradigma culturale: trasparenza, partecipazione, uso razionale delle risorse e prendersi cura dei beni comuni www.decrescitafelice.it
  • 24. Città, territorio e insediamenti • Governo etico del suolo, ribaltare il paradigma obsoleto della rendita urbana con nuovi indicatori (beni comuni: acqua, energia, internet, cibo) • Organizzare la città col principio dell’auto sufficienza e della sussistenza escludendo le tecnologie inquinanti ed energivore • Pensare e attuare la sovranità alimentare, produrre e consumare per la città (filiera corta) • Promuovere, valorizzare e tutelare il saper fare locale (artigianato) • Pensare la sicurezza urbana (rischio sismico), conservazione degli edifici storici e pubblici www.decrescitafelice.it
  • 25. Sviluppare la resilienza • Adattarsi ai cambiamenti con creatività e partecipazione • Assumere un atteggiamento flessibile rispetto alle risorse del territorio • Studiare, cercare, valutare • Programmare e mettere in pratica www.decrescitafelice.it
  • 26. Creare ed immaginare • Accrescere la tecnica delle visioni • Immaginare luoghi ideali e progettarli • Adattare le visioni ai mezzi locali ed alle capacità individuali e collettive www.decrescitafelice.it
  • 27. Crescere in armonia Fonte immagine: BRUCE LIPTON, STEVE BHAERMAN, evoluzione spontanea, Macro Edizoni 2010, pag.79 www.decrescitafelice.it
  • 28. “Civiltà contadina modernizzata” • Il contadino è l’uomo libero in grado di produrre tutto ciò di cui ha bisogno e compra solo poche cose necessarie, la sua economia reale è libera dai ricatti della finanza e dai capricci del mercato. • Le tecnologie odierne consentono di ricostruire l’economia reale contadina con l’impiego dell’agricoltura sinergica e l’autoproduzione energetica con fonti alternative • Pensare e progettare la comunità, relazioni e reciprocità • Co-gestire i beni comuni (acqua, cibo, energia, internet) www.decrescitafelice.it
  • 29. “Civiltà contadina modernizzata” Portare l’agricoltura sinergica in città e progettare una rete di orti sinergici per i bisogni delle scuole primarie e dei cittadini www.decrescitafelice.it
  • 30. Agricoltura sinergica www.decrescitafelice.it
  • 31. Orti urbani sinergici www.decrescitafelice.it
  • 32. “Civiltà contadina modernizzata” Progettare una rete di fattorie autosufficienti energeticamente a servizio della città. Lo schema energetico integrato è un’applicazione per una fattoria, estratto dal testo di Luciano Paoli, energie rinnovabili impieghi su piccola scala. www.decrescitafelice.it
  • 33. “Civiltà contadina modernizzata” Autoprodurre energia: passare dalle grandi centrali alla “generazione distribuita” con le fonti alternative. www.decrescitafelice.it
  • 34. Comunità e beni comuni La contabilità pubblica non assegna valore ai beni comuni (acqua, energia, cibo, internet). Lo Stato riconosce i beni privati e pubblici ed il lavoro è lo "strumento intermedio" che tratta tali beni. E' necessario individuare un altro “ente”, la comunità, mentre lo Stato deve riconoscere e tutelare i beni comuni attraverso il valore d'uso sociale, metro non monetario. L’Amministrazione deve individuare un regolamento per riconoscere e tutelare i beni comuni. La comunità dovrà prendersi cura di questi beni e attraverso il lavoro renderli fruibili a tutti in maniera razionale e compatibile con la natura, liberi dal ricatto dei mercati e dall'avidità delle SpA. www.decrescitafelice.it
  • 35. Fare comunità, la nuova società • Agire direttamente: integrare la democrazia rappresentativa con la democrazia partecipativa e diretta • Sviluppare la resilienza locale, creatività • Saper interpretare il mondo e benessere psicofisico • Autoprodurre cibo, orti sinergici, consapevolezza dei consumi, stili di vita • Uso razionale dell’energia: prima eliminare gli sprechi • Scambio e reciprocità: rete sociale, il valore del dono • Mobilità intelligente • Convivialità, cultura, sport e tempo libero • Monete locali cioè sovrane e libere dal debito e dagli interessi • Strategia rifiuti zero/riciclo totale www.decrescitafelice.it
  • 36. Cultura Casa Editrice: “Edizioni per la decrescita Felice • Sito Internet: www.decrescitafelice.it www.decrescitafelice.it
  • 37. Cultura Richard Sennett Yona Friedman Wuppertal Institut Pierre Rabhi L’uomo artigiano Alternative energetiche Futuro sostenibile Manifesto per la terra e per l’uomo www.decrescitafelice.it
  • 38. Cultura Centro Nuovo Modello di sviluppo Anna Villarini, Giovanni Allegro Guida al consumo critico Prevenire i tumori mangiando con gusto www.decrescitafelice.it
  • 39. Grazie! “L'utopia è come l'orizzonte: cammino due passi, e si allontana di due passi. Cammino dieci passi, e si allontana di dieci passi. L'orizzonte è irraggiungibile. E allora, a cosa serve l'utopia? A questo: serve per continuare a camminare." www.decrescitafelice.it