La tradizione politically correct ci trasmette il mito di un campione di tolleranza, patrono della democrazia ed esempio di obiettività scientifica. Ma è davvero così, oppure sono state operate delle censure, necessarie perché il mito del grand'uomo non venisse offuscato? Questa presentazione ripropone dei concetti espressi da autori facilmente riconoscibili..
2. Il falso aforisma a lui attribuito
«Non sono d’accordo
con quello che dici,
ma sono disposto
a dare la mia vita
perché tu posso dirlo»
Peccato che Voltaire non abbia
mai pronunciato ciò!
Questa frase è stata coniata dalla
scrittrice Evelyn Beatrice Hall nel
suo «The Friends of Voltaire»
nel 1906
3. Il vero slogan di Voltaire è un altro
«Schiacciate l’infame»
Questo è lo slogan da lui
coniato e ripetuto di
continuo!
Questa frase viene scritta
la prima volta il 23/6/1760
in una lettera a D’Alambert
e diventerà la conclusione
standard delle sue lettere.
4. Tolleranza solo verso chi la pensa come lui!
Per Voltaire, chi non la pensa
come lui è un infame che
merita di essere schiacciato
come uno scarafaggio!
Schiacciare questi oppositori è per
lui «il più grande servizio che si
possa rendere al genere umano»
(lettera del 23/6/1760 a D’Alambert)
5. L’invito a “schiacciare l’infame” fu seguito..
I rivoluzionari francesi, discepoli di Voltaire, convinti di essere gli
unici depositari della Ragione, massacrarono migliaia di vittime
innocenti e inermi (preti, suore, semplici cristiani), oltre ai
contadini vandeani (il primo genocidio dell’era moderna)
6. Tollerare? No, meglio screditare..
«Dobbiamo screditare gli autori
(che non la pensano come noi).
Dobbiamo abilmente infangare
la loro condotta, trascinarli davanti al
pubblico come persone viziose. [..]
Se ci mancano i fatti, dobbiamo farne
supporre l’esistenza fingendo di tacere
parte delle loro colpe.
Tutto è permesso
contro di essi.»
Citato da Pierre Gaxotte,
«La rivoluzione francese»,
Mondadori, pag 63
7. Il “gran patrono” dei democratici?
«È giusto che il popolo sia
guidato, non istruito; non
è degno di esserlo.»
Lettera a Mons. Dalmaville. 19/3/1766
Per Voltaire, il governo
spetta all’aristocrazia degli
«illuminati» (agli intelligenti
come reputava di essere lui)
non al popolo!
8. Un esempio di obiettività scientifica?
Ecco come Voltaire si dimostra sereno e
obiettivo verso la Chiesa e il cristianesimo:
«la belva feroce ha succhiato il sangue
dei miei simili »
«i preti che ho odiato, odio e odierò
fino al giorno del giudizio»
«sono stanco di sentir ripetere che
dodici uomini sono stati sufficienti per
imporre il cristianesimo: ho voglia di
dimostrare che uno solo basta per
distruggerlo»
9. Razionale o fazioso anche fino al ridicolo?
Allarmato dal ritrovamento
di fossili di conchiglie e pesci
sulle Dolomiti (che poteva
supportare l’idea del diluvio
universale), Voltaire, in una
dissertazione accademica
del 1746, sostiene che
tali resti potevano essere
stati portati lì dalle
«innumerevoli folle di
pellegrini e di crociati
che tornavano
dalla Terrasanta»!
Campi, «Le conchiglie di Voltaire», pag 222
10. Il simbolo del rispetto della dignità umana?
Voltaire propone una gerarchia tra gli esseri umani,
dove i «negri» sono sul gradino più basso
i Bianchi sono «superiori a questi Negri,
come i Negri alle scimmie e le scimmie
alle ostriche»
(i Negri) «specie mostruose che sono
potuti nascere da questi
abominevoli amori» (tra
scimmie e ‘donne negre’)
Citato in Léon Poliakov
«Il mito ariano», pag 199
11. Altri esempi dei suoi ragionamenti “scientifici”
Sempre sui «negri»…
le differenze morfologiche e «il grado
stessso della loro intelligenza
stabiliscono differenze prodigiose tra
loro e le altre specie umane»
«i Negri e le Negre, trasportati nei
paesi più freddi, continuano a pro-durvi
animali della loro specie»
«Il brasiliano è un animale che
non ha ancora raggiunto la ma-turazione
della propria specie»
«Dialogues et anedoctes
philosophiques », 1768.
12. La giustificazione “scientifica” dello schiavismo
«I negri sono, per natura, gli
schiavi degli altri uomini. Essi
vengono dunque acquistati come
bestie sulle coste dell'Africa..»
Dal «Saggio sui costumi»
..[quel negro]…«Io l’ho comprato,
esso mi appartiene; che torto gli faccio?
Lavora come un cavallo, io lo nutro male,
lo vesto peggio, lo faccio bastonare quando
disobbedisce; che c’è da stupire tanto?
Trattiamo forse meglio i nostri soldati?
Voltaire, L’A,B,C, in «Scritti filosofici», vol. I, pag. 610
13. Il manifesto dell’antisemitismo moderno
Per Voltaire il negro nascerebbe da abominevoli
incroci tra donna e gorilla.. Invece gli ebrei sono
citati decine di volte nel suo Dizionario filosofico
come esseri immondi.
(si veda la voce «Giudei» nel Dizionario, che non a caso
viene censurata in tante edizioni dell’opera)
“Ricordo bene che ci sono molti paesi, tra cui
quello dei giudei, in cui talvolta gli uomini
vengono mangiati gli uni dagli altri”
“Passi per questo. È giusto che una specie
così perversa divori se stessa e che la terra
venga purificata da questa razza”.
(Tratto dai Dialoghi)
14. Il più acceso antisemita settecentesco
Per il noto storico Lev Poljakov non c'è stato uomo più di
Voltaire «che con eguale arte, eccitasse la corda antisemitica
che è latente in tanti cuori» ridicolizzando gli ebrei con tutta
la forza del suo genio polemico.
Alcuni degli stereotipi che ricorrono nelle pagine di Voltaire
erano destinati a divenire il poderoso fondamento della cultura
politica antisemita dei secoli successivi.
15. Conclusione: un mito piuttosto “tarocco”
L’immagine mitizzata di Voltaire
appare largamente «taroccata».
Voltaire viene esaltato e
portato a esempio morale per
una frase che non ha mai
pronunciato, mentre vengono
nascoste/minimizzate le sue
parole che esprimono concetti
razzisti e il deciso intento di
schiacciare gli oppositori.