12. VLE da distance education a blended
learning
I VLE pensati in origine per il supporto
all’educazione a distanza, sono adesso
principalmente utilizzati per integrare la didattica
tradizionale
Blended learning
12 Firenze, 17 Aprile 2010
13. VLE custom VLE general
Gestione in
casa
Gestione in PLE
rete
Peña-López, I. (2010) “Centralization vs. decentralitacion in Government
and Education” In ICTlogy, #78, March 2010. Barcelona: ICTlogy.
http://ictlogy.net/review/?p=3321
13 Firenze, 17 Aprile 2010
14. Peña-López, I. (2010) “Funneling concepts in Education 2.0: PLE, e-Portfolio, Open Social Learning”
In ICTlogy, #78, March 2010. Barcelona: ICTlogy. http://ictlogy.net/review/?p=3323
14 Firenze, 17 Aprile 2010
15. Su cosa ci concentriamo
Ambienti tecnologici per
l’apprendimento e per la gestione della
conoscenza in rete
Quali skills sono necessarie?
Quali strumenti e ambienti
possono essere utili?
Che risultati si possono ottenere?
15 Firenze, 17 Aprile 2010
16. ALT (UK) - Settembre 2009
Risorse: trailer di presentazione del video
http://elearningstuff.wordpress.com/2009/08/24/the-vle-is-dead/
The movie
http://elearningstuff.wordpress.com/2009/09/09/the-vle-is-dead-the-movie/
17. Chi ascoltiamo
Graham Attwell is Director of the
Wales based research organisation, Pontydysgu
http://www.pontydysgu.org/blogs/waleswideweb
James Clay ILT & Learning Resources
Manager at Gloucestershire College since
November 2006.
http://elearningstuff.wordpress.com/about-2/
18. ALT (UK) - Settembre 2009
Risorse: trailer di presentazione del video
http://elearningstuff.wordpress.com/2009/08/24/the-vle-is-dead/
The movie
http://elearningstuff.wordpress.com/2009/09/09/the-vle-is-dead-the-movie/
19. Graham Attwell
È lo stesso sistema educativo, istituito sul modello delle
fabbriche che è oggi disfunzionale e non risponde ai bisogni.
Le tecnologie come i VLE sono modellate su tale paradigma
ormai sorpassato
Il VLE si riferisce al contesto “gestionale” della fine degli anni
90 ed faceva dell’efficienza la questione fondamentale
Perchè dovremmo dire agli studenti di andare in un VLE per
trovare materiale di apprendimento, quando non è in un VLE
che andremmo noi stessi se volessimo imparare qualcosa?
Oggi abbiamo il social software e le persone sono capaci di
personalizzarselo.
20. James Clay
Abbiamo passato gli ultimo 10 anni dicendo che il
VLE è morto
Probabilmente seppelliremo il VLE uno di questi
giorni, ma non oggi.
Perchè dovremmo dire agli studenti di andare alle
lezioni in presenza quando non è lì che andremmo
noi stessi se volessimo imparare qualcosa?
Oggi abbiamo abbandonato già l’idea della Google
generation/digital natives
Gli studenti hanno bisogno di guida; nè loro nè gli
accademici hanno la padronanza di fare un buon uso
del social sofware, ed è proprio lì che entra in gioco il
VLE.
22. Altre Risorse relative a VLE
What is a VLE (basic, circa 4 minuti)
http://www.youtube.com/watch?v=QdP4_7xXXVw
VLE is dead?
Risorse: trailer di presentazione del video
http://elearningstuff.wordpress.com/2009/08/24/the-
vle-is-dead/
The movie (70 min ca.)
http://elearningstuff.wordpress.com/2009/09/09/the-
vle-is-dead-the-movie/
22 Firenze, 17 Aprile 2010
23. Il concetto di Personal Web
Come dire: Personal Learning
Environment?
24. Vari modi di intendere e gestire la
complessità -I
“The amount of content
available on the web is
staggering. Sifting through
the sheer volume of material
— good or bad, useful or
otherwise — is a daunting
task. It is even difficult to
keep track of the media
posted by a single person, or
by oneself. On the other
hand, adding to the mix is
easier than ever before,
thanks to easy-to-use
publishing tools for every
type and size of media.”
• (Horizon Report,
2009)
24 Firenze, 17 Aprile 2010
25. Vari modi di intendere e gestire la
complessità -II
To cope with the problem,
computer users are assembling
collections of tools, widgets, and
services that make it easy to
develop and organize dynamic
online content.
Armed with tools for tagging,
aggregating, updating, and
keeping track of content, today’s
learners create and navigate a
web that is increasingly tailored to
their own needs and interests:
this is the personal web.”
• (Horizon Report, 2009)
25 Firenze, 17 Aprile 2010
26. ..e quindi…
it is easy to create customized,
personal web-based environments
— a personal web — that
explicitly supports one’s social,
professional, learning and other
activities via highly personalized
windows to the networked world.
(Horizon Report, 2009)
26 Firenze, 17 Aprile 2010
27.
28. …. Personal Web non basta a fare PLE
1) perchè non è affatto “easy”, neanche su un
piano puramente tecnico, ma se anche lo fosse
non sarebbe comunque sufficiente per il PKM
un Personal Web consente al più un Personal
Information Management; perchè questo si traduca in
un Personal Knowledge Magement efficace sono
necessarie ben altre cose….
2) perché per realizzare un Personal Web efficace
bisogna possedere delle abilità che vanno aldilà
di abilità tecnologiche e affondano le radici nella
disciplina del Knowledge Management
e per affrontare 1) bisogna affrontare prima
2)
28 Firenze, 17 Aprile 2010
29. Horizon Report 2011
http://wp.nmc.org/horizon2011/
29 Firenze, 17 Aprile 2010
30. Horizon Report 2011 – Key Trends
1. The abundance of resources and relationships
made easily accessible via the Internet is
increasingly challenging us to revisit our roles as
educators in sense-making, coaching, and
credentialing.
2. People expect to be able to work, learn, and study
whenever and wherever they want.
3. The world of work is increasingly collaborative,
giving rise to reflection about the way student
projects are structured.
4. The technologies we use are increasingly cloud-
based, and our notions of IT support are
decentralized.
30 Firenze, 17 Aprile 2010
31. Horizon Report 2011 – Critical
Challenges
Digital media literacy continues its rise in
importance as a key skill in every discipline and
profession
Appropriate metrics of evaluation lag behind the
emergence of new scholarly forms of authoring,
publishing, and researching.
Economic pressures and new models of education
are presenting unprecedented competition to
traditional models of the university.
Keeping pace with the rapid proliferation of
information, and devices is challenging for students
and teachers alike.
31 Firenze, 17 Aprile 2010
32. Competenze del lifelong learner 2.0
Digital Literacy È il set di
Information Literacy conoscenze,
Media Literacy competenze e
Digital Competences abilità complesse
che sostiene il singolo
…
nel suo processo di
formazione continua
Introduzione al tema in (M.
E. Cigognini PKM –
Personal Knowledge Nasce in accademia:
Management: cosa vuol
dire essere una persona UCLA, Los Angeles,
istruita nel XXI secolo? (2000) + Millikin
Form@re, n. 66 University (2003).
gennaio/febbraio 2010)
Ora anche d’interesse
aziendale
32 Firenze, 17 Aprile 2010
35. Edge, Question of the year, 2010
http://www.edge.org/q2010/q10_2.html#rheingold
35 Firenze, 17 Aprile 2010
36. Edge, Question of the year, 2010
http://www.edge.org/q2010/q10_2.html#rheingold
36 Firenze, 17 Aprile 2010
37.
38. Dal Personal Web al PKE
Un multi-tool Environment per la gestione della conoscenza personale
– ovvero un Personal Knowledge Environment
39. PLE – stato dell’arte
PLE (Personal Learning Environment) o e-portfolio
Dal teacher allo student o community-oriented
spesso ancorato al formale, seppur con aperture
http://edtechpost.wikispaces.com/PLE+Diagrams
39 Firenze, 17 Aprile 2010
40.
41.
42.
43.
44.
45.
46.
47.
48. Più in generale: Personal Learning Environment
(PLE)
il dispiegamento di un (COME) Personal Web
(DOVE) in un tempo dedicato al learning
(QUANDO), centrato sul learner in relazione ad
altri soggetti (CHI). Il PLE consente al learner di
catturare una propria vista del flusso informativo
del mondo della rete (COSA) e – applicando
sforzo e metodo (COME) – utilizzarlo per
accrescere la propria conoscenza (COSA) in
relazione a degli obiettivi che si pone (PERCHE’).
Pettenati, M.C. (2010) Roadmap to PLE - A Research Route to Empower the Use of
Personal Learning Environments (PLEs).
Interaction Design & Architecture Journal - Special Issue (ISSN 1826-9745) Special
Issue Theme: "Design Centered and
Personalized Learning in Liquid and Ubiquitous Learning Places (DULP): Future Visions
and Practical Implementations".
48 Firenze, 17 Aprile 2010
50. Il PLE - (Personal Learning Environment) è una finestra evolutiva e
scalabile, potenziata dalla tecnologia che parte dalla formazione superiore
per estendersi verso Work-based Lifelong Learning
50 Firenze, 17 Aprile 2010
52. Le motivazioni del PLE -I
Perché è uno spazio virtuale altamente flessibile ed
a basso costo che consente:
Di ospitare un repository di collegamenti e produzione personale
relativa ad attività passate, presenti e in progress
Di raccogliere ed aggregare risorse digitali, news, informazioni e
materiali che saranno accessibili dovunque e da qualsiasi
computer
Di self-archiving e self-pulishing ogni attività o idea in corso,
evitando ritardi di ogni natural, aumentando la propria visibilità e
contemporaneamente alimentando il networking e la condivisione
di conoscenza
In sintesi il PLE permette di tracciare il percorso
lettura-prensiero-scrittura e tradurlo in attività
concreta di costruzione di conoscenza
condivis(a/ibile).
52 Firenze, 17 Aprile 2010
53. Le motivazioni del PLE - II
La più grande differenza rispetto alla pubblicazione
tradizionale di contenuti su Web è che il PLE consente non
solo di tenere traccia della conoscenza consolidata, ma
anche del flusso di conoscenza e conoscenza non
strutturata intesa a promuovere la costruzione (anche
collaborativa) di nuova conoscenza
Di affermare una presenza ed una personalità digitale
(digital identity) nei confronti di una generazione di
studenti “nativi digitali” (born digital) che non sanno come
“vivere digitale” (live digital).
53 Firenze, 17 Aprile 2010
55. PKE - Ricetta base
un blog per tenere traccia di news, riflessioni e
del flusso di conoscenza che nasce da letture,
ricerche, interazioni
un blogroll per fornire a tutti i lettori una lista
di raccomandazioni ad altri blog
un wiki per archiviare la conoscenza
collaborativa che evolve nel tempo
un manager di risorse con accesso online ai
record
un repository personale per il self-archiving
della documentazione prodotta
un sistema di social bookmarking ed
archiviazione per immagini, audio, video
Un uggregatore di RSS feeds per tutti i
contenuti dinamici di interesse
55 Firenze, 17 Aprile 2010
56. PLE – top 100 tools 2010
http://www.slideshare.net/janehart/top100-tools-for-learning-2010?from=ss_embed
56 Firenze, 17 Aprile 2010
58. Jane Hart The State of Learning in the Workplace Today,
http://www.slideshare.net/janehart/the-state-of-learning-in-the-workplace-today
58 Firenze, 17 Aprile 2010
63. PLE – che risultati si possono ottenere
Ambito “education”
Dr. Michael Wesch,
Assistant Professor of Cultural
Anthropology and Digital Ethnography,
Kansas State University
U.S. Professor of the Year 2008 Award
for Outstanding Doctoral Research
Universities
Michael Wesch is a cultural
anthropologist exploring the impact
of new media on society and
culture.
63 Firenze, 17 Aprile 2010
65. Prof. Michael Wesch – la frontiera tra il
PKE e la Social Classroom
Blog
Un punto di presenza
http://mediatedcultures.net/ksudigg/
Mediated Cultures: Digital Ethnography at
Kansas State University
Un punto di aggregazione
http://www.netvibes.com/wesch#Digital_Ethnog
raphy
Un punto di lavoro
http://worldsim.wetpaint.com/
65 Firenze, 17 Aprile 2010
70. Dal Personal Web al Personal Learning
Environment
Il Web attuale fornisce strumenti molto potenti
di supporto al costruzione di conoscenza
(Knowledge Building, KB)
Nel sottolineare il passaggio dal Personal Web al
PLE si pone l’accento sulle tecnologie e sui suoi
usi orientati al KB oltreché agli approcci
“tradizionali” di gestione della conoscenza
In questa ottica ha senso parlare di PLE che
diventa PKE – Personal Knowledge Environment
70 Firenze, 17 Aprile 2010
71. Sfida di questo tempo:
Fare in modo che gli studenti diventino capaci di partecipare
alla creazione di conoscenza come parte normale della loro
vita, attraverso il loro PLE
Fatto: non ci sono metodi consolidati per educare
le persone a diventare produttori di conoscenza
Dobbiamo/possiamo pensare a una traiettoria di sviluppo che
conduca dalla naturale voglia di scoprire del bambini fino alla
creatività disciplinata di un maturo creatore di conoscenza
Come condurre gli studenti su questa
traiettoria?
È una risposta che dobbiamo costruire insieme
71 Firenze, 17 Aprile 2010
72. Conclusione – nei principi, I
Tutti hanno un PLE, bene o male
Nella peggiore delle ipotesi è un set di arnesi che genera
confusione e produce disagio
Nella migliore delle ipotesi è un potentissimo strumento di
costruzione di conoscenza e di valorizzazione individuale
Tanto vale pensarci un po’ su
È particolarmente importante per chi opera nel
mondo dell’educazione e per chi ha a che fare con
giovani
Nessun nativo digitale è saggio nell’uso della rete (digital
wisdom), alcuni sono immersi nelle tecnologie digitali senza
saper valutare la profondità della loro comprensione della
tecnologia (Palfrey & Gasser 2008)
72 Firenze, 17 Aprile 2010
73. I docenti restano le guide: se non
tengono il ritmo del tecnologismo,
poco importa: restano depositari di
accortezze d’uso e approcci
consapevoli agli usi evoluti della rete
74. Conclusione – nei principi, II
Essere docente (ma anche genitore!) al
tempo della terza decade del Web significa
padroneggiare i principi del Personal
Learning/Knowledge Management in modo da
fare prevalere sempre un approccio dinamico
al Learning to learn
Non vergognarsi di:
Dare giudizi e cambiare idea su
strumenti/metodi/tecnologie/approcci
La flessibilità e l’adattabilità sono caratteristiche
chiave per chi vuole stare in corsa col tempo
74 Firenze, 17 Aprile 2010
75. È necessaria una prospettiva di lungo
periodo…
Life Long Learning
76. Conclusione – in pratica
Fare ordine (prima mentale e poi strumentale) nel
proprio PLE (quello attuale)
Fare auto-valutazione del proprio livello di digital
skills
Colmare le eventuali lacune con interventi di auto-
formazione
Valutare in secondo tempo se è possibile/utile
impadronirsi di altri strumenti per potenziare le
funzionalità e l’impatto del PLE
Se ci si ferma al mondo PLE scegliere strumenti e
dispositivi con criteri semplici come:
Facilità e flessibilità di uso, adattabilità al contenuto,
visibilità e mobilità
Se il vostro mondo PLE deve aprirsi alla social
classroom:
è utile capire portata e valutare ambienti specifici e
tecnologie specifiche per il mondo “educational”: ne
esistono molti e possono aiutare a fare grandi cose
76 Firenze, 17 Aprile 2010
77. Web 3.0
Web 2.0
Web 1.0
Web
77 Firenze, 17 Aprile 2010
78. Web 2.0
Read/Write, two-way, anyone can be a publisher
Social Web
The term “Web 2.0” defines an era; like “Dot Com”
Search (Google, Alternative Search Engines)
Social Networks (MySpace, Facebook, OpenSocial)
Online Media (YouTube, Hulu, Last.fm)
Content Aggregation / Syndication (Bloglines, Google Reader,
Techmeme, Topix)
Mashups (Google Maps, Flickr, Amazon)
Image credit: catspyjamasnz
Richard MacManus Web 3.0 or Not, There's Something Different About 2009
79. Web 3.0?
“People keep asking what Web 3.0 is. I think maybe when
you've got an overlay of scalable vector graphics […] on
Web 2.0 and access to a semantic Web integrated
across a huge space of data […]”
Tim Berners-Lee, 2006
”The Web of Openness. A web that breaks the old siloes,
links everyone everything everywhere, and makes the
whole thing potentially smarter.”
Greg Boutin, May 2009
“The Web 3.0 term misleads organizations by implying
that a new version of the web is upon us.”
Anthony Bradley, Gartner, April 2009
Richard MacManus Web 3.0 or Not, There's Something Different About 2009
80. Web 3.0 in a Nutshell
Cartoon by
Geek and Poke
Richard MacManus Web 3.0 or Not, There's Something Different About 2009
81. Web 3.0 or No, We’re Seeing Something
New
There is a difference in the products we're
seeing in 2009 compared to the ones we
saw at the height of 'Web 2.0' (2005-08).
More products based on open, structured data e.g.
Wolfram Alpha
More real-time e.g. Twitter, OneRiot
Better filters e.g. FriendFeed (and Facebook, which
copies FF)
Google evolves (Search Options and Rich Snippets,
Search Wiki, Google Squared)
• real-time information, adding more meaning to the data
(aka Semantic Search), and filtering results. The new
features show that Google is adapting to this
environment.
Richard MacManus Web 3.0 or Not, There's Something Different About 2009
82.
83. Web 3.0
Semantic Web (RDFS, owl)
Web 2.0
Linked Data (RDF, SPARQL)
Web 3.0 extends current Web
applications using Semantic Web
technologies and graph-based,
open data.
83 Firenze, 17 Aprile 2010
84. IEEE Computer, Jan 2010; IEEE Computing Now, Feb 2010 (free)
84 Firenze, 17 Aprile 2010
86. VLE custom VLE general
Gestione in
casa
Gestione in PLE/PKE
rete
Peña-López, I. (2010) “Centralization vs. decentralitacion in Government
and Education” In ICTlogy, #78, March 2010. Barcelona: ICTlogy.
http://ictlogy.net/review/?p=3321
86 Firenze, 17 Aprile 2010
87. Horizon key trends – 2010 - 2011
• The abundance of resources and relationships
made easily accessible via the Internet is
increasingly challenging us to revisit our roles as
educators in sense-making, coaching, and
credentialing.
• People expect to be able to work, learn, and
study whenever and wherever they want to.
• The technologies we use are increasingly cloud-
based, and our notions of IT support are
decentralized.
• The work of students is increasingly seen as
collaborative by nature.
89. Cloud computing, in education, is able to be both good
and bad. Why?
http://www.dontwasteyourtime.co.uk/elearning/what-is-cloud-computing-and-what-can-it-do-for-
education-2/#ixzz0kV8VIGBw
• The ‘good’; • The ‘bad’;
• It allows you to work from • Not all applications run in the
multiple PCs (home, work, public cloud.
library, etc), find your files, • Sensitive student data is no
and edit them through the longer completely controlled
cloud. by the school or the teachers.
• It can be used to support • Internal networks are still
teaching and learning needed for disseminating
experiences. policies, printing, grouping
• Most software is free, students, web filtering and
available and ready-to-use. local storage.
• Students can have a richer • Who owns the intellectual
and more diverse learning property rights over some
experience, even outside things you posted on cloud
standard school hours. services?
• Schools and jurisdictions can • A deleted account does not
minimize costs; e.g. mean deleted content.
outsource Institution email to • Can you truly rely on the
Google or Microsoft. cloud to correctly and
• It allows users to create accurately filter (adult)
content through the browser, content?
instead of only searching
89through the browser. Firenze, 17 Aprile 2010
90. Altri riferimenti su Cloud Computing
http://cloudworks.ac.uk/
http://blogs.educationau.edu.au/jmillea/2009/06
/23/heading-into-the-cloud-cloud-computing-
and-education/
92. Sono a dieta di Internet, per capire il mondo un po’ meglio
e fare una scommessa sugli orrendi errori che faranno i
decirosi. Non mi privo completamente di Internet, è solo
una dieta stretta, con un razionamento rigoroso. É vero, le
tecnologie sono la cosa migliore al mondo ma hanno anche
mostruosi effetti collaterali che si vedono solo in là ne
tempo. Passare del tempo nel silezio del mio studio, con
poco inquinamento informativo mi fa sentire in armonia
con i miei geni; sento che sto crescendo ancora.
NASSIM N. TALEB
Distinguished Professor of Risk Engineering, NYU-Poly; Principal, Universa
Investments; Author, The Black Swan
THE DEGRADATION OF PREDICTABILITY — AND KNOWLEDGE
http://www.edge.org/q2010/q10_1.html
93. … grazie per avere
passato questo
Sabato insieme!
Pettenati.mariachiara@gmail.com