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Cosa sono i Regimi Ibridi?
A cura di:
Michele Carretti
Guendalina Nucci
Anno accademico 2012/2013
Dal capitolo 3 di “Changes for Democracy”, Morlino L., 2011
Contenuti della presentazione
• Inquadriamo il fenomeno
• Le dimensioni del fenomeno
• Definizioni e dimensioni analitiche
• Classificazioni
• Un esempio: la Turchia
Di cosa stiamo parlando
Classificare la democrazia: due contributi principali
• Economist Intelligence Unit :
"Democrazie complete", "Democrazie imperfette", "Regimi Ibridi"
(tutte considerate democrazie), e "Regimi autoritari" (considerati
dittatoriali).
• Freedom House:
Freedom in the world report: Free; Not free; Partially free.
Una prima definizione
• Regimi ibridi: regimi che non sono più autoritari, ma non sono
propriamente democratici, nonostante la presenza di istituzioni
tipiche delle democrazie (limitate o non implementate). Finer (1970)
Altre etichette per questo fenomeno:
• Dictablandas o democradura (Rouquié, 195); O’Donnell e Schmitter (1986)
• Exclusionary democracy (Remmer 1985-6)
• Semi-democrazie (Diamond et. Al. 1989)
• Democrazie elettorali (Diamond 1999; Freedom House)
...
Dimensioni del fenomeno
• Nel 2010 il rapporto di Freedom House ha rilevato 60 Paesi (su 194)
considerati «parzialmente liberi»
• Il Democracy Index 2011 dell’Economist ha individuato solo 25 paesi a
democrazia completa:
Definizioni e dimensioni analitiche
Necessità di definire prima di tutto i termini «regime» e «ibrido»
• Regime: insieme di istituzioni e norme, formali o informali, esistenti
su di un territorio, dirette a una certa popolazione
Necessità che siano forme permanenti di organizzazione politica
(Fishman, 1990)
• Ibrido: regime che non soddisfa le condizioni per essere almeno una
democrazia minima
Democrazia minima
Necessità che vi siano allo stesso tempo:
• Suffragio universale maschile e femminile
• Elezioni libere, competitive e periodiche
• Più di un partito
• Fonti alternative di informazione
Così facendo andiamo incontro ad un importante aspetto delle
democrazie, le elezioni.
Democrazie elettorali
• Sistema multipartitico
• Suffragio universale
• Elezioni competitive e corrette
• Garanzia del voto segreto
• Accesso ai media da parte dei partiti
• Campagne elettorali libere
Democrazia elettorale è un grado minimo di democrazia.
Tutte le democrazie sono elettorali ma non tutte possono essere liberali.
Regimi non democratici tradizionali
• Legati principalmente al potere personale del sovrano (il quale è
legibus soluti)
• Le decisioni del sovrano non necessariamente sono coerenti con una
ideologia
• Il potere è usato per fini privati
• L’esercito e la polizia di solito giocano un ruolo principale
• Mancanza di mobilitazione di massa e di pluralismo d’opinione
Regimi non democratici autoritari (Linz, 1964)
• Pluralismo politico limitato
• Senza una ideologia dominante, ma con «mentalità distinte»
• Bassa mobilitazione politica
• Presenza di un leader o di piccoli gruppi dominanti
• Potere esercitato entro alcuni difettosi, ma previsti limiti
Regime ibrido, ulteriore definizione
• «Regime misto» che ricade nel continuum politico tra democrazia e
dittatura (Bunce e Wolchik, 2008)
• Regimi che hanno acquisito in modo irregolare alcune procedure
democratiche (Karl, 1995)
Ma in questo caso esaminiamo solo il processo che va dagli autoritarismi alle
democrazie e non viceversa
Risulta perciò importante considerare che un Regime Ibrido mantiene aspetti
del passato, ovvero rappresenta la «corruzione» del precedente regime.
Tre possibili ipotesi di regime ibrido
• Regimi che nascono da un precedente regime autoritario
• Regimi che nascono da un precedente regime tradizionale
• Regimi che nascono da una crisi della precedente democrazia
• Quarta ipotesi specifica: regimi che sono il risultato della
decolonizzazione e non hanno imboccato nè la via autoritaria, nè
quella democratica
• Solitamente i regimi ibridi rappresentano un tentativo di precedenti
regimi autoritari o tradizionali per far fronte alla crescente domanda
di democrazia da parte di gruppi di pressione interni o esterni
Definizione finale di regime ibrido
• Insieme di istituzioni che sono persistenti, stabili o instabili, le quali
derivano da precedenti regimi autoritari o tradizionali, o perfino da
una democrazia minimale
Sorgono ora due domande:
• Esistono nella realtà casi di regimi ibridi o si tratta solo di fasi
transizionali?
• Se così, come distinguiamo i regimi ibridi da queste fasi transizionali?
Casi di transizione in quattro diverse situazioni:
• Paesi che dopo anni di instabilità divengono democrazie (Brasile, Croazia, El
Salvador)
• Paesi dove la transizione è sfociata in regimi autoritari (Algeria, Bielorussia, Tailandia)
• Paesi dove il periodo di transizione non è ancora terminato, caratterizzati da un
passato democratico (Bolivia, Ecuador, Venezuela)
• Paesi dove il periodo di transizione non è terminato caratterizzati da un passato
autoritario
All’interno di questi ultimi due casi troviamo i nostri regimi ibridi, dove la tensione tra
spinte democratiche e veto-players dura da più di dieci anni e sfocia in una situazione
di stallo
Due considerazioni sui regimi ibridi
• I regimi ibridi esistono
• Pochi, dei regimi ibridi esistenti, sfociano in democrazie o
autoritarismi ( i regimi ibridi sono consolidati).
Ma per capire meglio tutto ciò dobbiamo guardare più attentamente a
questi regimi, e dobbiamo sviluppare alcune classificazioni.
Aspetti cruciali dei regimi ibridi
• Rottura di un limitato pluralismo, o introduzione di limitazioni su un
aperto e competitivo pluralismo
• Situazione d’incertezza nel momento in cui un paese ottiene
l’indipendenza. Il paese in questione non ha, o è incapace di stabilire,
proprie istituzioni autonome (autoritarie o democratiche), e non può
tornare alle istituzioni tradizionali perché scomparse o totalmente
delegittimate.
• In tutte queste ipotesi possono emergere i “veto players”: attori
collettivi o individuali che influenzano e decidono il mantenimento del
regime in uno stato di ambiguità ed incertezza.
I “veto players” possono essere:
• Un potere esterno o straniero che interferisce nelle politiche di una
nazione.
• Un monarca o un elemento autoritario, che fa uso di mezzi più o meno
violenti.
• Forze armate
• Partito egemonico guidato da un piccolo gruppo o singoli leaders.
• Gerarchie religiose
• Oligarchie economiche
• Altri gruppi di potere o insiemi di altri attori comunque incapaci o non
intenzionati ad eliminare altri attori pro-democratici.
Quattro modi per classificare i regimi ibridi:
• L’elaborazione di una classificazione basata sull’eredità del precedente
regime
• Un controllo dei processi di cambiamento subiti da parte delle nazioni
in questione e le conseguenze per l’assetto istituzionale che emerge.
• Si considera il risultato, cioè le caratteristiche distintive, in un dato
momento, di quelle nazioni considerate regimi ibridi.
• Il criterio classificatorio chiave è dato dai vincoli che impediscono ad
un paese di diventare almeno una democrazia minimale.
Classificazioni:
• Prima -> di tipo esplicativo, focus sulla resistenza dei paesi a
cambiare.
• Seconda -> di tipo esplicativo, focus su come i modi di cambiare
contribuiscano a definire di fronte a che tipo di regime ibrido ci
troviamo.
• Terza -> di tipo descrittivo, parte dal risultato e pone il focus sui tratti
caratteristici del regime.
• Quarta -> di tipo esplicativo, focus sulle ragioni che impediscono la
trasformazione in democrazia
Merkel (2004)
Propone una classificazione di “democrazie difettose”:
• Democrazie esclusive, che offrono solo limitate garanzie ai diritti
politici.
• Democrazie dominate, nelle quali gruppi di potere condizionano e
limitano l’autonomia dei leader eletti.
• Democrazie illiberali, che prevedono solo parziali garanzie per i diritti
civili.
Diamond (2002)
Propone quattro categorie sulla base del grado di democrazia esistente.
• egemonia autoritaria elettorale
• competitiva autoritaria
• democrazia elettorale
• regimi ambigui (categoria residuale)
Morlino (2003)
Formula una classificazione di regimi ibridi:
Presupposto: un regime ibrido non ha più alcuni aspetti essenziali del genere non-
democratico, ma ancora non ha tutte le caratteristiche necessarie per la definizione
minima di democrazia.
• Democrazia Protetta (se i limiti sono posti da specifici attori sull’effettiva libertà di
voto del popolo)
• Democrazia Limitata (se si ha il suffragio universale, una procedura elettorale
formalmente corretta ma i diritti civili sono vincolati dalla polizia o da altre forme
di soppressione) -> si ricollega alla democrazia illiberale di Merkel
• Democrazia senza Stato o democrazia senza legge (in cui c’è una diffusa illegalità
nella quale lo stato è incapace di agire a causa del mal funzionamento delle
istituzioni.
Freedom House
La classifica dei paesi appartenenti alla categoria di regimi ibridi formulata da
Freedom House si basa su un insieme di indicatori relativi a sette ambiti che sono
importanti quando si analizza qualsiasi regime politico.
Questi ambiti sono:
• stato di diritto
• sistema elettorale
• funzionamento del governo
• pluralismo politico e partecipazione
• libertà di espressione
• libertà di organizzazione e associazione
• autonomia personale e libertà individuale
Da una classificazione a priori ad una empirica
• Democrazie limitate e democrazie senza stato sono confermate
empiricamente
• Casi di democrazie protette, invece, non lo sono
• Emerge, d’altro canto, la classe di quasi-democrazie: si tratta di casi in
cui c’è democrazia minima, ma non vengono pienamente rispettati i
diritti civili
Conclusione
I dati suggeriscono che quello che conta nei regimi ibridi non è tanto la
presenza di un’eredità o di «veto players», quanto l’assenza di un
effettivo stato di garanzia dei diritti fondamentali.
In definitiva:
• Per la democrazia limitata è necessario lo sviluppo di diritti politici e
civili
• Per passare da una democrazia senza stato ad una democrazia
minimale è fondamentale la creazione di uno stato di diritto
• Un quasi-democrazia richiede un miglioramento dello stato di diritto
Un esempio di regime ibrido: la Turchia
Innanzitutto è da specificare che l’inclusione della Turchia in questo
gruppo ha scaturito un dibattito, poichè doversi studiosi ritengono che
la Turchia possegga le caratteristiche delle democrazie minime
Primo interrogativo: qual è l’eredità politica della Turchia? Democratica
o non democratica?
Quadro storico
• Fine prima guerra mondiale: dissoluzione dell’impero ottomano
• 1923: nascita della Repubblica turca grazie a Mustafa Kemal (Ataturk)
il quale avviò vaste riforme di occidentalizzazione e laicizzazione
(nello stesso anno la Turchia ha concesso il suffragio elettorale
universale)
• Questo processo di democratizzazione però, ha conosciuto un arresto
negli anni successivi alla morte di Ataturk avvenuta nel 1938
• Da quel momento l’esercito si è erto a garante della costituzione
• 2002: vittoria alle elezione del partito AKP, di stampo islamista, che
cerca di annullare gli effetti del processo di secolarizzazione
Perché consideriamo la Turchia un regime
ibrido
• Diritti umani non pienamente tutelati
• Considerevole livello di corruzione
• Libertà di stampa non pienamente garantita
• Libertà religiose non pienamente garantite
• Rispetto delle minoranze (curdi) non garantito
• Parità dei sessi non pienamente riconosciuta
FINE DELLA PRESENTAZIONE

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Cosa sono i regimi ibridi?

  • 1. Cosa sono i Regimi Ibridi? A cura di: Michele Carretti Guendalina Nucci Anno accademico 2012/2013 Dal capitolo 3 di “Changes for Democracy”, Morlino L., 2011
  • 2. Contenuti della presentazione • Inquadriamo il fenomeno • Le dimensioni del fenomeno • Definizioni e dimensioni analitiche • Classificazioni • Un esempio: la Turchia
  • 3. Di cosa stiamo parlando Classificare la democrazia: due contributi principali • Economist Intelligence Unit : "Democrazie complete", "Democrazie imperfette", "Regimi Ibridi" (tutte considerate democrazie), e "Regimi autoritari" (considerati dittatoriali). • Freedom House: Freedom in the world report: Free; Not free; Partially free.
  • 4. Una prima definizione • Regimi ibridi: regimi che non sono più autoritari, ma non sono propriamente democratici, nonostante la presenza di istituzioni tipiche delle democrazie (limitate o non implementate). Finer (1970) Altre etichette per questo fenomeno: • Dictablandas o democradura (Rouquié, 195); O’Donnell e Schmitter (1986) • Exclusionary democracy (Remmer 1985-6) • Semi-democrazie (Diamond et. Al. 1989) • Democrazie elettorali (Diamond 1999; Freedom House) ...
  • 5. Dimensioni del fenomeno • Nel 2010 il rapporto di Freedom House ha rilevato 60 Paesi (su 194) considerati «parzialmente liberi» • Il Democracy Index 2011 dell’Economist ha individuato solo 25 paesi a democrazia completa:
  • 6. Definizioni e dimensioni analitiche Necessità di definire prima di tutto i termini «regime» e «ibrido» • Regime: insieme di istituzioni e norme, formali o informali, esistenti su di un territorio, dirette a una certa popolazione Necessità che siano forme permanenti di organizzazione politica (Fishman, 1990) • Ibrido: regime che non soddisfa le condizioni per essere almeno una democrazia minima
  • 7. Democrazia minima Necessità che vi siano allo stesso tempo: • Suffragio universale maschile e femminile • Elezioni libere, competitive e periodiche • Più di un partito • Fonti alternative di informazione Così facendo andiamo incontro ad un importante aspetto delle democrazie, le elezioni.
  • 8. Democrazie elettorali • Sistema multipartitico • Suffragio universale • Elezioni competitive e corrette • Garanzia del voto segreto • Accesso ai media da parte dei partiti • Campagne elettorali libere Democrazia elettorale è un grado minimo di democrazia. Tutte le democrazie sono elettorali ma non tutte possono essere liberali.
  • 9. Regimi non democratici tradizionali • Legati principalmente al potere personale del sovrano (il quale è legibus soluti) • Le decisioni del sovrano non necessariamente sono coerenti con una ideologia • Il potere è usato per fini privati • L’esercito e la polizia di solito giocano un ruolo principale • Mancanza di mobilitazione di massa e di pluralismo d’opinione
  • 10. Regimi non democratici autoritari (Linz, 1964) • Pluralismo politico limitato • Senza una ideologia dominante, ma con «mentalità distinte» • Bassa mobilitazione politica • Presenza di un leader o di piccoli gruppi dominanti • Potere esercitato entro alcuni difettosi, ma previsti limiti
  • 11. Regime ibrido, ulteriore definizione • «Regime misto» che ricade nel continuum politico tra democrazia e dittatura (Bunce e Wolchik, 2008) • Regimi che hanno acquisito in modo irregolare alcune procedure democratiche (Karl, 1995) Ma in questo caso esaminiamo solo il processo che va dagli autoritarismi alle democrazie e non viceversa Risulta perciò importante considerare che un Regime Ibrido mantiene aspetti del passato, ovvero rappresenta la «corruzione» del precedente regime.
  • 12. Tre possibili ipotesi di regime ibrido • Regimi che nascono da un precedente regime autoritario • Regimi che nascono da un precedente regime tradizionale • Regimi che nascono da una crisi della precedente democrazia • Quarta ipotesi specifica: regimi che sono il risultato della decolonizzazione e non hanno imboccato nè la via autoritaria, nè quella democratica • Solitamente i regimi ibridi rappresentano un tentativo di precedenti regimi autoritari o tradizionali per far fronte alla crescente domanda di democrazia da parte di gruppi di pressione interni o esterni
  • 13. Definizione finale di regime ibrido • Insieme di istituzioni che sono persistenti, stabili o instabili, le quali derivano da precedenti regimi autoritari o tradizionali, o perfino da una democrazia minimale Sorgono ora due domande: • Esistono nella realtà casi di regimi ibridi o si tratta solo di fasi transizionali? • Se così, come distinguiamo i regimi ibridi da queste fasi transizionali?
  • 14. Casi di transizione in quattro diverse situazioni: • Paesi che dopo anni di instabilità divengono democrazie (Brasile, Croazia, El Salvador) • Paesi dove la transizione è sfociata in regimi autoritari (Algeria, Bielorussia, Tailandia) • Paesi dove il periodo di transizione non è ancora terminato, caratterizzati da un passato democratico (Bolivia, Ecuador, Venezuela) • Paesi dove il periodo di transizione non è terminato caratterizzati da un passato autoritario All’interno di questi ultimi due casi troviamo i nostri regimi ibridi, dove la tensione tra spinte democratiche e veto-players dura da più di dieci anni e sfocia in una situazione di stallo
  • 15. Due considerazioni sui regimi ibridi • I regimi ibridi esistono • Pochi, dei regimi ibridi esistenti, sfociano in democrazie o autoritarismi ( i regimi ibridi sono consolidati). Ma per capire meglio tutto ciò dobbiamo guardare più attentamente a questi regimi, e dobbiamo sviluppare alcune classificazioni.
  • 16. Aspetti cruciali dei regimi ibridi • Rottura di un limitato pluralismo, o introduzione di limitazioni su un aperto e competitivo pluralismo • Situazione d’incertezza nel momento in cui un paese ottiene l’indipendenza. Il paese in questione non ha, o è incapace di stabilire, proprie istituzioni autonome (autoritarie o democratiche), e non può tornare alle istituzioni tradizionali perché scomparse o totalmente delegittimate. • In tutte queste ipotesi possono emergere i “veto players”: attori collettivi o individuali che influenzano e decidono il mantenimento del regime in uno stato di ambiguità ed incertezza.
  • 17. I “veto players” possono essere: • Un potere esterno o straniero che interferisce nelle politiche di una nazione. • Un monarca o un elemento autoritario, che fa uso di mezzi più o meno violenti. • Forze armate • Partito egemonico guidato da un piccolo gruppo o singoli leaders. • Gerarchie religiose • Oligarchie economiche • Altri gruppi di potere o insiemi di altri attori comunque incapaci o non intenzionati ad eliminare altri attori pro-democratici.
  • 18. Quattro modi per classificare i regimi ibridi: • L’elaborazione di una classificazione basata sull’eredità del precedente regime • Un controllo dei processi di cambiamento subiti da parte delle nazioni in questione e le conseguenze per l’assetto istituzionale che emerge. • Si considera il risultato, cioè le caratteristiche distintive, in un dato momento, di quelle nazioni considerate regimi ibridi. • Il criterio classificatorio chiave è dato dai vincoli che impediscono ad un paese di diventare almeno una democrazia minimale.
  • 19. Classificazioni: • Prima -> di tipo esplicativo, focus sulla resistenza dei paesi a cambiare. • Seconda -> di tipo esplicativo, focus su come i modi di cambiare contribuiscano a definire di fronte a che tipo di regime ibrido ci troviamo. • Terza -> di tipo descrittivo, parte dal risultato e pone il focus sui tratti caratteristici del regime. • Quarta -> di tipo esplicativo, focus sulle ragioni che impediscono la trasformazione in democrazia
  • 20. Merkel (2004) Propone una classificazione di “democrazie difettose”: • Democrazie esclusive, che offrono solo limitate garanzie ai diritti politici. • Democrazie dominate, nelle quali gruppi di potere condizionano e limitano l’autonomia dei leader eletti. • Democrazie illiberali, che prevedono solo parziali garanzie per i diritti civili.
  • 21. Diamond (2002) Propone quattro categorie sulla base del grado di democrazia esistente. • egemonia autoritaria elettorale • competitiva autoritaria • democrazia elettorale • regimi ambigui (categoria residuale)
  • 22. Morlino (2003) Formula una classificazione di regimi ibridi: Presupposto: un regime ibrido non ha più alcuni aspetti essenziali del genere non- democratico, ma ancora non ha tutte le caratteristiche necessarie per la definizione minima di democrazia. • Democrazia Protetta (se i limiti sono posti da specifici attori sull’effettiva libertà di voto del popolo) • Democrazia Limitata (se si ha il suffragio universale, una procedura elettorale formalmente corretta ma i diritti civili sono vincolati dalla polizia o da altre forme di soppressione) -> si ricollega alla democrazia illiberale di Merkel • Democrazia senza Stato o democrazia senza legge (in cui c’è una diffusa illegalità nella quale lo stato è incapace di agire a causa del mal funzionamento delle istituzioni.
  • 23. Freedom House La classifica dei paesi appartenenti alla categoria di regimi ibridi formulata da Freedom House si basa su un insieme di indicatori relativi a sette ambiti che sono importanti quando si analizza qualsiasi regime politico. Questi ambiti sono: • stato di diritto • sistema elettorale • funzionamento del governo • pluralismo politico e partecipazione • libertà di espressione • libertà di organizzazione e associazione • autonomia personale e libertà individuale
  • 24. Da una classificazione a priori ad una empirica • Democrazie limitate e democrazie senza stato sono confermate empiricamente • Casi di democrazie protette, invece, non lo sono • Emerge, d’altro canto, la classe di quasi-democrazie: si tratta di casi in cui c’è democrazia minima, ma non vengono pienamente rispettati i diritti civili
  • 25. Conclusione I dati suggeriscono che quello che conta nei regimi ibridi non è tanto la presenza di un’eredità o di «veto players», quanto l’assenza di un effettivo stato di garanzia dei diritti fondamentali. In definitiva: • Per la democrazia limitata è necessario lo sviluppo di diritti politici e civili • Per passare da una democrazia senza stato ad una democrazia minimale è fondamentale la creazione di uno stato di diritto • Un quasi-democrazia richiede un miglioramento dello stato di diritto
  • 26. Un esempio di regime ibrido: la Turchia Innanzitutto è da specificare che l’inclusione della Turchia in questo gruppo ha scaturito un dibattito, poichè doversi studiosi ritengono che la Turchia possegga le caratteristiche delle democrazie minime Primo interrogativo: qual è l’eredità politica della Turchia? Democratica o non democratica?
  • 27. Quadro storico • Fine prima guerra mondiale: dissoluzione dell’impero ottomano • 1923: nascita della Repubblica turca grazie a Mustafa Kemal (Ataturk) il quale avviò vaste riforme di occidentalizzazione e laicizzazione (nello stesso anno la Turchia ha concesso il suffragio elettorale universale) • Questo processo di democratizzazione però, ha conosciuto un arresto negli anni successivi alla morte di Ataturk avvenuta nel 1938 • Da quel momento l’esercito si è erto a garante della costituzione • 2002: vittoria alle elezione del partito AKP, di stampo islamista, che cerca di annullare gli effetti del processo di secolarizzazione
  • 28. Perché consideriamo la Turchia un regime ibrido • Diritti umani non pienamente tutelati • Considerevole livello di corruzione • Libertà di stampa non pienamente garantita • Libertà religiose non pienamente garantite • Rispetto delle minoranze (curdi) non garantito • Parità dei sessi non pienamente riconosciuta