Solo con riqualificazioni profonde siamo troppo lenti!
2011 newsletter Dubbieverità 01
1. Newsletter
DUBBI(E)VERITÀ Febbraio 2011
In questo numero: Perché non torni a fare la calzetta? Analisi linguistica, iconografica e storica —
Quote e linguaggio. La legge provinciale della Provincia autonoma di Bolzano del 2010
— Il sessismo nella lingua italiana — François Poullain de la Barre. “De L’éducation Des Da-
mes” (1674)— Vietato offendere l’amante del marito — Odile Decq: l’architetta
Perché non torni a fare la calzetta?
Interrogativi sul perché alcuni “slogan” non passano mai di moda.
Una semplice frase, un invito scherzoso, una battuta: semplice
sessismo ordinario. Quel sessismo strisciante, difficile da combat-
tere, a volte addirittura da cogliere, sul quale Brigitte Gresy ha
ritenuto si dovesse scrivere un trattato1, seppur breve. Tra le cita-
zioni del testo quella celebre di Albert Einstein “È più facile spez-
zare un atomo che un pregiudizio”.
Perché non torni a fare la calzetta?
È meraviglioso come in una sola immagine, in una frase così ele-
mentare, si riesca a condensare lo spregio tanto per il lavoro delle
donne di ieri, quanto per quelle di oggi; quando si dice il miracolo
della sintesi!
Disprezzo per il lavoro delle nostre
nonne, che nei ritagli di tempo, per
rilassarsi un po’: cucivano, ram-
mendavano e lavoravano a maglia, Che la tasa, che la piasa, che la staga
creando sciarpe, maglioni, guanti e a casa. Che taccia, che piaccia, che
appunto perfino calzini. Disprezzo stia a casa: è l’indovinato titolo di un
per il lavoro di molte donne di oggi convegno promosso dall’Assessorato
che lavorano fuori casa, nel mondo per le Pari Opportunità della Provin-
del lavoro vero, quello riconosciuto cia autonoma di Trento tenutosi pro-
come tale, da cui il gentile invito di prio a Trento il 18 novembre 2010.
tornare a fare altro, quel lavoro do- Un titolo che fa intuire che la questio-
mestico, sotterraneo, nero e privo di ne “che la staga a casa” (a fare la cal-
qualsiasi riconoscimento sociale zetta) non è solo uno scherzo o una
che è, ed è stato, il lavoro di casa. battuta per sorridere del passato, ma è
una questione di triste attualità.
Perché non torni a fare la calzetta?
Questa frase deve essere risuonata familiare anche alle orecchie di alcuni pubblicitari/e che, interpretando
la società nella sua naturale evoluzione, superando gli ormai logori tentativi maschili di “fare la calzetta”
interpretati da un magnifico Cary Grant, ripropongono per il mer-
cato italiano un’immagine più attuale, più moderna, più in linea
con i tempi, con la naturale evoluzione dell’essere donna e del fa-
re la calzetta oggi, in Italia.
E così trova adeguata spiegazione anche il mancato invito a fare la
calza contenuto in una lettera ricevuta da Isabella Bossi Fedrigotti
da parte del Sig. Ugo Agostini (Milano). Le scrive il Sig. Ugo:
“… Devo anche dirle che a giudicare dalla foto il suo nome, Isa-
bella, non le si addice. Non sarò così scortese da suggerirle di ri-
scoprire la nobile occupazione di qualche sua nonna e cioè la cal-
za…”.
1 Gresy Brigitte - Breve trattato sul sessismo ordinario - Castelvecchi, 224pp., € 16.00 1
2. In effetti, visti gli standard estetici e le
mise richieste oggi per fare la calzetta,
suggerire questa attività alla Sig.ra Fe-
drigotti, scrittrice e giornalista nata nel
'48, non sarebbe stato opportuno.
Ecco la nuova frontiera del fare la cal-
zetta: donna avvenente e seminuda, ada-
giata dolcemente su una coltre di pellic-
cia, forse per rimembrare antichi riti tri-
bali, risalenti presumibilmente all'età
della pietra quando giovani donne veni-
vano prese per i capelli (notare la coda
di cavallo della modella) e trascinate
con forza “virile” in buie caverne lastri-
cate di pellicce.
Nella stessa rivista non ho potuto fare a
meno di notare una pubblicità poche pa-
gine dopo con protagonista un modello.
La modernità sembra toccare solo alla
donna, che fa la calzetta in negligé, per
l'uomo resta sempre verde il modello
Supereroe, senza alcuna variazione sul
tema: nessun perizoma, nessuna moder-
na stravaganza, neppure un orecchino.
Sguardo concentrato, la potenza dei pet-
torali pronta all'esplosione, zoom sullo
strappo di camicia per mostrare il segno
inequivocabile del Supereroe. Insomma,
con un supereroe non sbagli mai con
lui, qualunquemente, con “PIÙ PILU”
non sbagli mai CON LEI!
Monica Amici 2
3. QUOTE E LINGUAGGIO.
La legge provinciale della Provincia autonoma di Bolzano del 2010
La Provincia autonoma di Bolzano festeggia l’8 marzo del 2010 regalando alla sua gente
una nuova legge in tema di pari opportunità. La legge ha l’espressa finalità di promuove-
re la parificazione fra donne e uomini in ogni ambito sociale, rimuovere gli svantaggi
esistenti e rendere più compatibili famiglia e lavoro per le donne e gli uomini (art. 1).
Una legge semplice come semplici sono gli strumenti che sceglie: persegue le sue finalità
principalmente introducendo quote al suo interno, sostenendo l’introduzione di quote all’e-
sterno, ponendo attenzione al linguaggio e autorizzando contributi per le aziende attive
nella conciliazione lavoro-famiglia e, dimenticavo, dando il buon esempio.
All’articolo 2 la LP 5/2010 introduce alcune definizioni. Vediamole per entrare nel vivo.
Quote: ... situazione di equilibrio fra i generi, quella in cui ogni genere è rappresenta-
to in proporzione di almeno un terzo;
Linguaggio: ... linguaggio rispettoso dell’identità di genere, quello che dà visibilità
alla donna sul piano linguistico; esso non abbisogna necessariamente di continue di-
zioni doppie.
Di LINGUAGGIO la legge si occupa nell’art. 7, quello delle
“Disposizioni sulla parità negli atti normativi e amministrativi”,
dove si afferma che:
Le leggi provinciali, i regolamenti e le delibere della Giunta
provinciale nonché i regolamenti e gli atti amministrativi
dell’amministrazione provinciale devono essere formulati in
un linguaggio rispettoso dell’identità di genere. La Giunta
provinciale emana direttive in tal senso.
Mi sono letta tutta le legge con attenzione, andando a cercare
ogni singolo sostantivo che facesse riferimento a una persona e
prendendo nota di come esso fosse declinato rispetto al genere.
Questo è il risultato.
Nel complesso la legge rispetta
Maschile e femminile i suoi stessi dettati: assessore e
Rappresentanti elette o eletti dal popolo 1 ricorrenza assessora, attenzione agli arti-
coli, ai figli e alle figlie, rega-
donne e uomini 4 ricorrenze landoci un bilancio complessi-
delle/dei dipendenti, le dipendenti e i dipendenti 6 ricorrenze vamente positivo.
delle figlie e dei figli 1 ricorrenza
Le donne da sole sono citate
una candidata o di un candidato 3 ricorrenze molte volte ma in maniera as-
giovani agricoltrici e dei giovani agricoltori 1 ricorrenza solutamente funzionale e non
l’assessore/l’assessora 4 ricorrenze per dimenticanza/assorbimento
dell’altro genere. Per esempio
sostituto/sostituta 1 ricorrenza il Servizio Donna è solo un
lavoratrice o lavoratore 3 ricorrenze servizio donna.
per occupati e occupate con famiglia 1 ricorrenza
Per quanto riguarda le ricor-
Voce generica renze al solo maschile lascio
Persone, per persone con obblighi familiari, ecc. 5 ricorrenze giudicare voi. Forse pensare
Genere 20 ricorrenze che i datori di lavoro possano
essere anche delle datrici di
Solo maschile lavoro e che i loro rappresen-
datore di lavoro (pubblico o privato) 4 ricorrenze tanti possano essere anche
i datori di lavoro e/o i loro rappresentanti 1 ricorrenza delle rappresentanti è ancora
misure di cura e assistenza per bambini 1 ricorrenza troppo futuristico. datrice di
Lavoratrice passi,
Solo femminile lavoro ancora no.
donna 7 ricorrenze
3
4. Quote all’interno dell’amministrazione
ASSUNZIONI (Art. 5)
Fino al superamento della sottorappresentazione nella relativa qualifica funzionale ovvero
posizione si dà la precedenza nelle assunzioni, a parità di qualificazione, al genere sottorap-
presentato, a meno che non prevalgano motivi comprovati e documentati inerenti alla persona
di una candidata o di un candidato.
AVANZAMENTO PROFESSIONALE (Art. 6)
In sede di promozione a una funzione o posizione desiderata di livello più alto, a parità di
qualificazione, si dà la precedenza al genere sottorappresentato, a meno che non prevalga-
no motivi comprovati e documentati inerenti alla persona di un candidato o una candidata, fino
al superamento della sottorappresentazione nella relativa qualifica funzionale ovvero posizio-
ne.
NOMINE E COMPOSIZIONE DEGLI ORGANI (Art. 10)
In tutti gli organi regolamentati per legge e nominati all’interno dell’amministrazione provin-
ciale deve esserci complessivamente una situazione di equilibrio fra i generi.
In tutti gli organi nominati dal Consiglio provinciale ovvero dalla Giunta Provinciale … Nei
casi in cui la nomina di singoli componenti di organi spetta al Consiglio provinciale ovvero
alla Giunta provinciale … Per le società a partecipazione provinciale, nei casi in cui la nomina
di singole ovvero singoli componenti di organi o funzioni spetta alla Giunta Provinciale … le
nomine devono avvenire secondo un rapporto complessivamente equilibrato fra i generi. La semplicità delle quote e la
PROPOSTE NOMINATIVE (Art. 11) loro previsione in ogni ambi-
Chi è legittimato a presentare proposte nominative in organi o funzioni di cui all’articolo 10 to fanno ben sperare che
deve indicare, a pena di inammissibilità, una candidata e un candidato per ogni componente dalle intenzioni la Provincia
da nominare o funzione. Fanno eccezione le organizzazioni con più dell’80 per cento dei com- di Bolzano voglia passare ai
ponenti appartenenti allo stesso genere, non considerando i componenti in forma di società. fatti.
MODIFICA ALLA LEGGE URBANISTICA (Art. 12) La modifica nella stessa leg-
“ Ogni consiglio comunale deve costituire una commissione edilizia comunale composta di al- ge della composizione della
meno sette componenti e in ognuna devono essere rappresentati entrambi i generi. Se la commissione edilizia comu-
commissione edilizia non è stata nominata in osservanza delle succitate disposizioni, sono nulli nale, pena nullità dei suoi
gli atti da essa emanati. La commissione edilizia comunale è composta dalle seguenti persone:” atti, evidenzia questa serietà
d’intenti e nuovamente il suo
Quote all’esterno dell’amministrazione voler passare ai fatti, alla
concretezza delle soluzioni e
superare la fase delle splen-
PRINCIPI GENERALI (Art. 13)
dide dichiarazioni in cui
1. La parificazione delle dipendenti e dei dipendenti nell’economia privata e un ambiente di
annaspiamo da oltre un ven-
lavoro favorevole alla famiglia sono promossi con incentivi economici per i datori di lavoro.
tennio.
2. A tal fine, in sede di decisione su criteri e modalità per la concessione di contributi e agevola-
Sulle quote all’esterno mi
zioni economiche alle imprese e alle loro associazioni di rappresentanza, si deve tener conto
fermo alla mera enunciazio-
della promozione del genere sottorappresentato, della promozione della compatibilità fra fami-
ne dei principi, ma vi infor-
glia e lavoro e della classificazione della o del beneficiario dell’agevolazione come
mo che la loro applicazione
favorevole alla famiglia ai sensi della presente legge.
3. La promozione del genere sottorappresentato nell’imprenditoria avviene con la concessione pratica è già avviata.
di particolari contributi. Un esempio dei loro stru-
menti lo offre pochi articoli
CERTIFICAZIONE DI CONCILIABILITA’ FAMIGLIA-LAVORO (Art. 32) più in là l’utilizzo della certi-
ficazione nell’ambito della
1. La certificazione di conciliabilità famiglia-lavoro può essere rilasciata a tutti i datori di lavoro
privati che soddisfino i requisiti previsti dall’articolo 33. conciliazione famiglia-
lavoro.
2. Nei criteri di settore riguardanti la concessione di incentivi e benefici alle aziende la Provin-
La Provincia ha già speri-
cia prevede priorità di accesso e maggiorazioni dei punteggi per le aziende richiedenti che siano
mentato una certificazione
in possesso della certificazione di cui al comma 1.
alla stregua di quella dei
processi di qualità
CRITERI PER IL RILASCIO DELLA CERTIFICAZIONE (Art. 33)
(ISO9000) applicandola alla
La certificazione è rilasciata ad aziende private che soddisfino almeno quattro dei seguenti crite-
ri: conciliazione (Audit fami-
a) mantenimento del posto di lavoro per almeno 1,5 anni in caso di assenza per obblighi fami- glia); ora sta ponendo le
b a s i pe r a g e v o l a r e -
liari; b) concessione a tempo determinato del lavoro a tempo parziale su richiesta della lavora-
finanziare con precedenza le
trice o lavoratore con obblighi familiari; c) flessibilità dell’orario di lavoro su richiesta della
lavoratrice o lavoratore con obblighi familiari; d) flessibilità del luogo di lavoro su richiesta aziende certificate. Se farà
della lavoratrice o lavoratore con obblighi familiari; e) misure di cura e assistenza per bambini; lo stesso con aziende che
rispettino le “quote” c’è da
f) prestazioni aggiuntive per occupati e occupate con famiglia; g) promozione della paternità
ben sperare.
attiva.
E pensare che sembra sia già
dimostrato che con l’Audit
l’azienda ci guadagna!
Monica Amici 4
5. Il SESSISMO nella lingua italiana
Non pensare all’elefante. Lo so, hai visto il tuo elefante.
Negli USA l’elefante è il simbolo dei repubblicani e nel suo libro
“Non pensare all’elefante” Lakoff analizza gli errori di comunicazio-
ne dei democratici che, ricorrendo al linguaggio tipico della destra,
di fatto spingono costantemente tutti a pensare all’elefante, alla
destra e ai suoi valori, di fatto facendo il gioco dell’avversario.
Per Lafoff tanto le singole parole quanto gli aggregati complessi cui
esse danno vita possono contribuire in maniera considerevole al
processo di formazione dei pensieri da parte della mente umana, al
punto che quest’ultima non riesce a fare a meno di ricorrere a tali
parole.
“In principio era il Verbo”, la parola creatrice, dove la sua assenza,
l’assenza di parola, di voce, nega l’esistenza e impedisce tanto l’im-
magine quanto lo sviluppo del pensiero intorno a essa.
La d is c us sio ne i ntor no al Un ringraziamento a tutte le donne del passato che, non so proprio
“sessismo” nella lingua italiana na- come, son però riuscite e senza spargimenti di sangue a far passare
sce nel 1987 quando Alma Sabati- termini come pittrice, scultrice, scrittrice. Grazie di cuore!
ni pubblica per la Presidenza del desi- Femminile Maschile
Consiglio dei Ministri uno studio nenza
dal titolo “Il sessismo nella lingua L’amministratrice unica L’amministratore unico
italiana”, di cui uno dei capitoli La direttrice Il direttore
centrali è quello delle La scrittrice, l’attrice Lo scrittore, l’attore
“Raccomandazioni per un uso non TORE L’operatrice L’operatore
sessista della lingua italiana”. TRICE L’informatrice L’informatore
Negli anni a seguire il testo di Alma La questrice Il questore
La rettrice dell’Università Il rettore dell’Università
Sabatini è stato ripreso, rimaneg-
giato, riproposto, e a volte ingloba-
La segretaria generale Il segretario generale
to, in varie altre pubblicazioni (p.e. TARIO La sottosegretaria Il sottosegretario
nel Manuale di stile - Strumenti TARIA La segretaria Il segretario
per semplificare il linguaggio delle
pubbliche amministrazioni del 19-
97). Esso viene continuamente ci- ERE La consigliera comunale Il consigliere comunale
tato ogni qual volta si affronta l’ar- ERA L’ingegnera L’ingegnere
gomento, tanto nelle Universi-
tà quanto nei dibattiti sul tema, ATO L’avvocata L’avvocato
ATA (NO Avvocatessa) Il magistrato
ma nonostante ciò, le raccomanda-
La magistrata
zioni del 1987, ancora oggi attuali,
ETTO L’architetta L’architetto
sono sostanzialmente disattese, sia ETTA La prefetta Il prefetto
dai media sia dalla pubblica ammi-
nistrazione, salvo rare virtuose ec- La chirurga Il chirurgo
cezioni. L’arbitra L’arbitro
Nel 2007 la Direttiva Nicolais - Pol- La medica Il medico
lastrini per le “Pari Opportunità” O La notaia Il notaio
nella Pubblica Amministrazione ci A La sindaca Il sindaco
riprova, ma sembra tutto inutile. La deputata Il deputato
La ministra Il ministro
Arriviamo al 2010 e la Provincia di La cancelliera Il cancelliere
Bolzano ne incorpora l’essenza in
una legge provinciale. Forse doma- E La preside Il preside
ni qualche giornale in più seguirà E La presidente Il presidente
l’esempio, forse qualche altra am- La parlamentare Il parlamentare
ministrazione seguirà l’esempio, La vigile Il vigile
forse qualche assessora e qualche ETA La poeta Il poeta
ingegnera e chissà che piano piano ETA L’atleta L’atleta
accanto all’elefante si legga e veda La profeta Il profeta
anche un’elefantessa.
Monica Amici 5
6. François Poullain de la Barre
De L’éducation Des Dames (1674).
“De l’èducation des dames” viene pubblicata per la prima volta a Parigi nel 1674. È l’epoca di Luigi XIV e delle gran-
di conquiste intellettuali, scientifiche e artistiche. Un secolo in cui autorità e assolutismo si confondono. Il re era un
Dio in terra e la disobbedienza al re era un atto sacrilego. La Chiesa era un "forte sostegno ideologico e morale della
monarchia". Entrambe le istituzioni condividevano l’interesse per la gerarchia e per l’ordine e lottavano insieme con-
tro la diffusione del cartesianismo che, per la sua natura dubitativa e critica nei confronti del sapere tradizionale e del
costume consolidato, rappresentava un potenziale attentato all’ordine. Con le grandi conquiste intellettuali, si faceva
strada la preoccupazione per una adeguata istruzione delle donne che, con la loro emancipazione, potevano realiz-
zare il progresso democratico di tutta la collettività. Il dibattito culturale provocato in quegli anni dal cartesianismo
investiva un’intera generazione di filosofi e scrittori. Anche Poullain de la Barre recepisce da un lato la costante pre-
occupazione per l’ordine; ritiene essenziale garantire la pacifica conviven-
za fra gli uomini, e per questo bisogna eliminare tutto ciò che può costitui-
re un attentato all’ordine politico. Dall’altra parte la sua teoria dell’ugua-
glianza tra i due sessi sconvolge il costume tradizionale, comporta
"la lotta al pregiudizio, e la necessità della istruzione femminile, pre-
supposto indispensabile per l’inserimento della donna in ogni ambito
sociale con un ruolo paritario a quello maschile". È la contraddizione
del secolo: si cerca di combattere teoricamente il pregiudizio, di criticare il
costume, ma non si osa intaccare concretamente l’ordine politico. Poullain
de la Barre, nella sua affannosa ricerca della verità, intorno al 1670 viene
colpito dalla nuova filosofia che rivoluziona la sua vita e la sua visione del
mondo.
Egli, seguendo il metodo cartesiano, proclama la supremazia della ragione
quale soluzione per tutti i problemi: "stabilire tra gli uomini una ragione
sovrana che li renda capaci di esaminare tutte le cose con giudizio e
senza prevenzione", contesta il principio di autorità in ogni attività intellet-
tuale e teorica.
Sempre il 1670, considerato l’anno della conversione di Poullain al credo
cartesiano, è indicato come l’anno della "rivoluzione pedagogica" che il
filosofo francese recepisce interamente applicandola anche all’educazione
femminile. Siamo di fronte a un processo iniziato nel 1500 secondo il qua-
le ogni riforma della società passa attraverso l’educazione, non più
destinata a trasmettere conoscenze ma a trasformare l’uomo e la col-
lettività in cui vive. Per i maggiori rappresentanti dell’umanesimo cristia-
no (Tommaso Moro, Erasmo da Rotterdam, Jean Luis Vives), l’educazio-
ne rimane connessa con l’etica, considerata come strumento essen-
ziale per "plasmare un buon cittadino e per conservare una buona
società".
Poullain rigetta completamente la tesi della inferiorità naturale, dimostrando che questa ultima deve attri-
buirsi esclusivamente alla cultura, al costume ed alla tradizione. Afferma che "solo motivi di interesse hanno
guidato gli uomini a conculcare i diritti delle donne impedendo la loro istruzione, mentre non vi è che un uni-
co metodo da adoperarsi per gli uni e per le altre, in quanto entrambi esseri appartenenti alla medesima spe-
cie umana". Supera la tradizione classica e gli umanisti in quanto la sua opera educativa è volta a promuovere lo
spirito critico, la responsabilità e la maturazione del singolo individuo, in particolare quello femminile. Contesta la
distinzione tra l’educazione maschile e quella femminile derivante dalla diversa destinazione sociale dei due
generi, affermando che il fine dell’educazione femminile non deve più essere quello di formare delle spose e
delle madri cristiane, ma esseri pensanti in grado di conoscere e di avere idee chiare e distinte. L’educazio-
ne deve essere la stessa per entrambi i generi che hanno la medesima natura umana composta di corpo e di
spirito. L’affermazione viene supportata da una esplicita adesione al razionalismo (tramite la ragione sovrana si po-
trà giudicare senza pregiudizi e prevenzioni), attraverso i riferimenti ai primi secoli dell’era cristiana quando molte
donne rivestivano ruoli importanti (diaconesse) all’interno delle comunità, nonché dal principio dell’uguaglianza se-
condo natura di tutti gli uomini. Da questo principio deriva che nessuno deve essere sottomesso all’altro, anche se
nel contesto dell’opera de la Barre lo adopera per "affermare che non si deve aderire alle affermazioni di nessuno in
quanto tutti sono soggetti all’errore; l’unica autorità riconosciuta è quella della ragione.
Dalla recensione del libro di François Poullain de la Barre, De L’éducation Des Dames (1674), a cura
di Maria Corona Corrias, Cagliari, Edizioni AV, 2005, pp. 163. Rosanna Marsala
http://www.isspe.it/Dic2005/recensioni.htm
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7. Vietato offendere l'amante del marito: multa di 800 euro per donna tradita
Nessuno sconto per lo sfogo avvenuto in pieno centro cittadino
Roma, 5 feb. (Adnkronos) - L'amante non si offende. L'avvertimento arriva dalla Cassazione che
promette multe a chi osa rivolgere epiteti sgradevoli a chi intrattiene una relazione
adulterina. Nessuno sconto nemmeno se lo sfogo ingiurioso rivolto all'amante arriva
dalla moglie tradita. In questo modo la Quinta sezione penale ha convalidato una mul-
ta di 800 euro per ingiuria nei confronti di una 43enne di Catanzaro colpevole di es-
sersi sfogata in pieno centro cittadino, a pochi metri dal Tribunale, dicendo all'a-
mante del marito di professione avvocato: "Sei un cesso, ma ti sei vista? Io sono la
moglie di Flavio e questo cesso è l'amante...".
È da tempo che propongo un’alleanza tra donne oltre ogni limite ed ecco che la Cassazioni viene in aiuto.
Non è tra donne che ci si deve offendere in caso di tradimento del marito, ma con il fedifrago stesso.
Inutile prendersela con l'amante del marito, è il marito che tradisce.
L'amante, se non è tua sorella o la tua migliore amica, non ti tradisce, ella non ha siglato alcun patto con te.
Non è lei che ti ha promesso fedeltà e amore, quindi perché ingiuriarla?
Odile Decq: l’architetta
Liberi spunti su lingua e professioni al femminile con l’aiuto di un Il commento segue l’ar-
ticolo passo passo nel
articolo di Repubblica dell’8 agosto 2010 di IRENE MARIA SCALISE box sottostante.
ROMA Ha voluto diventare architetto quando progettare era un mestie- Forse è per questo che la giornalista
re riservato agli uomini. E adesso che è adorata come una star si ribella non la chiama architetta?
ai divismi e rivendica il diritto di costruire come impegno sociale. E, Un pizzico di descrizione fisica, sul
soprattutto, di sognare. Perché, come spiega sempre ai suoi studenti, trucco, l’abbigliamento, ecc. quando
«quando si crea bisogna credere ai sogni». Odile Decq, classe 1955, ar- si tratta di una donna non sta mai
chitetto premiato con il Leone d'oro, Commandeur de l'Ordre des Arts male, vero?
et des Lettres, direttore della École spéciale d'architecture di Parigi e Mai che mi raccontassero la manicu-
re curata di La Russa o il gessato,
Chevalier de la Légion d'Honneur, è una donna speciale. In Francia la fumo di Londra con righine bianco
chiamano "La dame noir". Ma lei è dark solo a modo suo. Basta incon- tendenti al panna di D’Alema o che
trarla una volta per non dimenticarla più. Controcorrente, e non per vez- so, la chioma sparsa al vento di Fas-
zo, stupisce per la lunga chioma arruffata, nero corvino. Nero è anche il sino. Per fortuna che con il maquil-
pesante trucco perennemente dipinto intorno agli occhi, il vestito am- lage di Berlusconi ogni tanto si pa-
reggia la partita.
pio, e lo smalto che decora le mani affusolate. La voce morbida, invece,
è talmente femminile che conquista. Avvolta nella trasparente cornice Possibile che anche Odile Decq riba-
del Macro, il museo che ha inaugurato a Roma, Odile Decq si racconta disca lo stereotipo che le donne non
con ironia: «Ho sempre saputo che avrei lavorato nell'arte e nella creati- sono brave in matematica? Lo avrà
vità, ma escludevo l'architettura perché pensavo fosse un qualcosa detto veramente?
riservato agli uomini. Poi, mentre studiavo arte controvoglia, mi sono Le paure dei genitori di ieri come
ribellata. Per fortuna ho capito in tempo che si poteva diventare ar- quelle dei genitori di oggi: avere una
chitetto pur essendo donna. E, soprattutto, senza essere brava in FIGLIA che diviene una ragazza
matematica». La sua determinazione, nel voler rovesciare le regole, perduta.. Una figliola perduta non è
stupisce. Nata e cresciuta nel piccolo comune francese di Laval, negli mica un figliol prodigo … lei si per-
de e basta, lui si perde ma ritorna,
anni Settanta si trasferisce a Parigi all'Ecole d'Architecture de La come l’influenza.
Villette. Porta con sé una valigia con poche cose e tanta energia. I geni-
tori la guardano con sospetto: «La mia famiglia non voleva che andas- Nel passaggio sul rendimento scola-
si nella metropoli, temevano che sarei diventata una ragazza perduta, stico e l’anticipo sui colleghi, in ef-
ma io non ho sentito ragioni e ho fatto i miei scatoloni». La laurea, per fetti, si rispettano le statistiche che
vedono da tempo le donne studiare di
la ragazza bretone che vuole sognare, arriva con un anno d'anticipo più e riuscire meglio.
rispetto ai compagni di corso. È bravissima, talento allo stato puro,
lascia senza fiato i professori con la sua immaginazione. Con il diplo- Anche nel ruolo della segretaria ci
ma ancora fresco in tasca, si catapulta nel mondo del lavoro. «Andavo ritroviamo perfettamente. In effetti
fiera alle riunioni e ci rimanevo malissimo perché i clienti mi scambia- da quando in qua una donna è l’ar-
chitetta e non la segretaria dell’ar-
vano per una segretaria e mi chiedevano come mai non cercavo lavoro chitetto?
presso un architetto uomo.
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8. Era piuttosto deprimente e, in certi momenti, mi veniva una gran tenta- Perché gli operai dovrebbero disco-
zione di mollare. Ma il desiderio di aprire il mio studio da sola è stato starsi dai luoghi comuni e darle cre-
dito? Non sono forse immersi anche
più forte di tutto». E così, sorridendo, prosegue per la sua strada. «È sta- loro nella società? Ecco affacciarsi
to un continuo esame per i primi dieci anni di vita professionale e persi- un altro luogo comune. Si ipotizza
no gli operai nei cantieri non mi davano credito. Oggi, parlando con che per l’operaio debba essere
le altre architette donne della mia generazione, ho capito che è stato “normale” un maggiore rispetto nei
un problema comune per tutte ma allora non potevo saperlo». Nel 1985 confronti dell’architetta. Sbagliato,
sono persone come tutte le altre,
Odile Decq decide di aprire lo studio Odbc con Bernoit Cornette, condizionate dagli stesso luoghi co-
architetto e medico, diventato suo compagno nel lavoro e nella vita. muni e imbevute degli stessi stereoti-
Nel 1990 per la coppia arriva la svolta professionale con la realizzazione pi dei dirigenti d’azienda.
della Banque Populaire de l'Ouest di Rennes. (…). Quindi il padiglione
francese per la Biennale di Venezia. E proprio Venezia, nel '96, premia Compaiono le altre architette, ma
perché scrivere appresso che sono
lei e Cornette con il Leone d'Oro per l'architettura. Tutto sembra andare donne, se fossero stati uomini si sa-
a meraviglia ma il destino decide di farle male. Nel '98 Bernoit muore rebbero chiamati architetti, o no?
in un incidente d'auto dove anche lei rimane coinvolta. È la fine di ArchitettA femmina
un pezzo di vita, ma Odile prosegue a testa alta. Costruisce ancora. ArchitettO maschio
Di nuovo urbanistica ma anche ristoranti e musei. (…) L'occasione per
Vita familiare, piccolo assaggio. In
diventare più italiana è però l'ampliamento del Macro, il museo di arte effetti non troppo invasivo, per ora..
contemporanea del Comune di Roma(…) «Era il suo obiettivo: inven- La vita privata continua …
tando quello spazio così originale avendo in testa i cittadini della
capitale, le persone comuni alla ricerca di uno svago fuori dal caos Grazie Odile per pensare che le per-
dei centri commerciali e degli outlet a poco prezzo(…) Lo sfondo sone abbiano bisogno di posti dove
incontrarsi che non siano outlet e
rosso fuoco del "suo" museo fa spiccare ancora di più la carnagione centri commerciali. Grazie!
avorio e i capelli corvini. Indefinita e indefinibile si aggira nei saloni
con l'entusiasmo gioioso di una ragazza al suo esordio. (…) Per un O cielo! Ci risiamo con Cime tempe-
attimo lo sguardo s'incupisce, poi il broncio si trasforma in una risata: stose! La carnagione avorio suoi
«Forse è per questo che gli architetti donne restano a lungo sole, mentre capelli corvini … basta! E basta an-
che con le ragazzine esordienti. L’-
i colleghi uomini cambiano spesso moglie». Ma il divismo che ultima- entusiasmo di una donna viene spes-
mente circonda il suo mondo non le strappa alcun sorriso. Anzi. Detesta so associato a quello delle ragazzine
la sola definizione di “archistar” e, per difendersi, punta dritta alla esordienti, non ricordo la stessa as-
sostanza. «In un mondo sempre più bizzarro c'è un forte bisogno di va- sociazione per gli uomini. Perché?
lori e di profondità, che è esattamente l'opposto del fanatismo ...». Per Forse il loro entusiasmo è più matu-
ro, meno esordiente?
una donna come Odile Decq il successo si deve fondare su altro. Su fat-
ti concreti … Detesta le immense fabbriche di architettura. Nonluo- La parola broncio sarebbe stata mai
ghi di disumanità. «Non mi piace realizzare edifici che non avrò modo usata per un uomo?
di seguire personalmente ... amo seguire con attenzione tutti i miei
progetti, lavorarli con le mani e curarne ogni aspetto, perché solo le Fatti concreti, niente fabbriche di
architettura, seguire personalmente i
cose fatte così sono quelle che danno soddisfazione». … La gioia è an- propri progetti, trasmettere ai propri
che quella che cerca di trasmettere ai suoi studenti. «Ai ragazzi dico studenti gioia e perseveranza.
sempre che, nonostante le avversità del mercato e di questo terribile mo- Grazie Odile Decq per un finale di
mento economico, hanno il diritto di sognare. Se rinunciano sarà la loro fatti e sostanza, tutta femmnile.
fine».
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Monica Amici 8