1. Mercoledì 22 agosto
Partenza dal piazzale dell’Oratorio S.G.Bosco ore 6.00 (ritrovo 5,45 per carico bagagli)
Arrivo a San Leo entro le ore 11.30. Partenza con la Navetta in 2 viaggi.
Ore 12.00 ritrovo sul piazzale antistante l’ingresso della Fortezza e visita guidata agli edifici e
ai musei
Ore 13.30 pranzo al sacco e in seguito visita ai principali monumenti del centro storico
Ore 15.00 ritrovo alla fermata della Navetta presso il centro storico
Ore 15.30 Partenza per Macerata e arrivo per le 18.30
Cena e Macerata by Night
DOMUS SAN GIULIANO
Via Cincinelli n° 4, 62100 Macerata tel. 0733.232738
E-Mail: sangiuliano@domusmacerata.it
Loreto, la Santa Casa agosto 2012 pag. 1
2. stanti le navate: la cripta o confessionale ed il
San Leo cosiddetto Sacello di San Leone che reca le
LA PIEVE tracce di una sorta di abside scavata diretta-
La Pieve è il più antico monumento religioso mente nella roccia, al quale si accede da una
di San Leo e dell’intero territorio del Montefel- porta esterna in prossimità della facciata.
tro. Costituisce la prima testimonianza mate- In esso si conserva, reimpiegato nello strom-
riale della cristianizzazione di questa zona bo di una monofora, il fronte di un sarcofago,
dell’entroterra: la primitiva cellula di una con la raffigurazione mistica di due pavoni
storia che si mescola e confonde con la tradi- che si abbeverano al cantaro che, insieme al
zione. rilievo murato nella parete sud della chiesa,
Il termine latino plebs sta a significare popolo costituisce la più antica testimonianza sculto-
e cioè lo strato sociale rea dell’edificio,
più umile della popo- forse antecedente
lazione, che aveva l’VIII secolo.
fatto propri i valori La chiesa è innalzata
cristiani rapidamente su una pianta basili-
propagati nel mondo cale; la muratura
latino. Durante il Me- esterna, in conci
dioevo il termine pas- d’arenaria, calcare e
sò ad indicare pietre d’altra natura,
l’edificio in cui non è scandita da lesene
solo si celebravano i originate da uno
sacramenti e si parte- zoccolo più ampio
cipava alle messe conformato a mo’ di
solenni, ma si svolge- base. Il curvo profilo delle tre absidi è sottoli-
vano anche le riunioni dei capifamiglia per il neato da archetti pensili, formati da conci
dibattimento dei problemi legati alla comuni- alternati a laterizi, ritmicamente disposti a tre
tà. Infatti, dopo la riorganizzazione del retico- a tre fra una lesena e la successiva. L’abside
lo plebano, avvenuta in età carolingia, sem- maggiore è ampia più del doppio delle due
pre maggiore risultò il ruolo ricoperto dalla minori, cosicché queste ultime sono inglobate
pieve, anche in campo civile e amministrati- in essa per un terzo circa del loro perimetro,
vo. dando vita ad un carattere peculiare del ro-
Il masso di Montefeltro fu evangelizzato dal manico leontino che si ritrova anche nella
Santo dalmata Leone in epoca tardo-antica vicina Cattedrale.
(III-IV secolo). Fu lo stesso Santo, che la tradi- Non è sopravvissuta la probabile archeggiatu-
zione vuole esercitasse il mestiere di taglia- ra dei fianchi e della facciata. Quest’ultima,
pietre, ad edificare una prima chiesa dedicata altissima sulla roccia a strapiombo, è animata
all’Assunzione di Maria (la Dormitio Virginis da cinque possenti contrafforti, il mediano
dalla liturgia orientale). dei quali è interrotto dalla bifora posta al
La Pieve di San Leo può essere raffigurata centro della facciata. Si accede all’interno
metaforicamente come una nave incagliata della chiesa da due portali praticati nei muri
su uno scoglio, una nave di pietra ancorata di fianco, ambedue -ad arco a pieno sesto-
per sempre alla roccia che la sorregge e di cui sormontati da una caratteristica loggetta
si compone. L’edificio è infatti posto a cava- cieca, nelle ghiere della quale, l’alternarsi dei
liere di una protuberanza rocciosa del masso conci bicolori, costituisce un rinnovato richia-
leontino cosicché, rispettivamente a levante e mo all’arte bizantina-ravennate.
a ponente, c’è spazio per due ambienti sotto- L’interno, ad impianto longitudinale, è scandi-
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3. to dalle arcate a pieno centro, impostate su altomedievali (come i pilastrini riutilizzati
sostegni alterni che dividono le tre navate. nelle pseudologgette esterne, provenienti
L’alternanza dei sostegni è congegnata nel dalla recinzione del presbiterio, i quali pre-
succedersi di due colonne a due pilastri e di sentano dei capitelli molto simili a quelli del
una colonna ad un pilastro, secondo un ritmo ciborio) posticipano l’attuale assetto architet-
i cui precedenti vanno ricercati tonico della chiesa al secolo XI.
nell’architettura medievale d’oltralpe. La chiesa carolingia, probabilmente compro-
Tutte e sei le colonne sono elementi di reim- messa nella struttura da un evento traumati-
piego e cioè frammenti d’epoca romana o co quale un terremoto, venne quasi comple-
tardo-antica utilizzati originariamente in altre tamente ricostruita nel nuovo stile romanico
costruzioni; lo stesso vale per i quattro capi- certamente pochi anni dopo il fatidico anno
telli corinzi che sormontano le colonne delle mille.
navate (databili tra il I ed il IV secolo). A tutt’oggi la Pieve costituisce comunque uno
Le pareti interne della chiesa erano certa- dei monumenti medievali più affascinanti
mente intonacate ed in gran parte decorate dell’Italia centrale: insieme all’adiacente Duo-
da pitture ed affreschi di varia epoca, le trac- mo ed alla Torre campanaria va a conformare
ce dei quali sono state disgraziatamente can- un vero e proprio ‘campo dei miracoli’.
cellate dai radicali restauri degli anni trenta.
Il Presbiterio, rialzato sulla cripta, accoglie IL DUOMO
nell’incavo dell’abside centrale il bellissimo Alta come su un podio, saldamente ancorata
ciborio datato 882, che un’iscrizione recita alla roccia che la sostiene, la cattedrale di San
dedicato dal Duca Orso alla Vergine:«AD HO- Leo si erge su una protuberanza del masso
NORE (M) D (OMI) NOSTRI IH (ES) U XP (IST) I leontino, in luogo consacrato sin dall’era prei-
ET S (AN) C (T) E D (E) I IENETRICIS SE (M) P storica alla divinità.
(ER)/QUE VIRGINIS MARIE. ECO QUIDEM E’ certamente il più alto esempio
URSUS PECCATOR/DUX IUSSIT ROGO VOS OM d’architettura medievale conservato nel
(NE) S QUI HUNC LEGITIS ORATE P(RO) ME/ Montefeltro e costituisce una delle più singo-
TEMPORIBUS DOM(I) NO IOH(ANNIS) P (A) P lari ed importanti testimonianze
(E) ET KAROLI TERTIO IMP (ERATORIS) IND dell’architettura romanico-lombardo ingloba
(ICTIONE) XV/». (Ad onore del Signore nostro ed occulta i resti di una più antica fondazione
Gesù Cristo e della Santa Madre di Dio la religiosa, il Duomo altomedievale, costruito a
Sempre Vergine Maria, io Orso Duca, pecca- ridosso del VII secolo quando Montefeltro
tore, feci fare questa (San Leo), eretta
opera. Supplico voi a ‘civitas’, di-
che leggete di pregare venne sede di
per me. Fatto al tem- una nuova dio-
po di Giovanni Papa e cesi.
di Carlo III imperato- Di questa prima
re, nell’Indizione XV) chiesa rimango-
La preziosa data è no numerosi
stata ritenuta valida frammenti scul-
per datare l’intera torei, come gli
costruzione, ma ele- eloquenti resti
menti strutturali pie- del ciborio dedi-
namente romanici, cato a San Leo-
come la composizione delle murature a filari ne, alcuni capitelli con caratteristici motivi
regolari, o il reimpiego di frammenti scultorei fitomorfici ed i leoni alati del protiro
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4. (dimezzati ed assemblati a sostenere una volta suddivisa in cinque navatelle.
colonna della navata). Nell’abside della cripta era collocato il sarco-
Non siamo a conoscenza delle cause che por- fago con le spoglie del santo fondatore, del
tano gli uomini del XII secolo ad erigere una quale si conferma il coperchio con l’iscrizione,
nuova cattedrale (un’iscrizione afferma pe- datato al VI secolo: esso era certamente meta
rentoria la data di riconsacrazione, (1173). dei pellegrini che abbandonando la costa
Il Duomo ‘nuovo’ è opera di maestranze ro- s’inoltravano nell’Appennino passando per
maniche guidata da archetti (o capo-mastri) San Leo alla volta di Roma.
emiliano-lombardo: sorprendente, come L’edificio è interamente soffittato a volta sin
pochi altri monumenti dell’epoca, per la gran- dalla fondazione; alcune delle volte sono
de omogeneità stilistica, sia nell’esterno orna- state parzialmente restaurate nel tardo ’500.
to quanto nella spoglia severità dell’interno. Le navate sono delimitate da pilastri a fisco e
Il paramento murario è interamente compo- da colonne di spoglio (di marmo cipollino), su
sto di arenaria concia e legata, di caldo color cui s’innalzarono archi a sesto spezzato rite-
ocra all’esterno, grigio-ferrigna all’interno, nuti preannuncio dello stile gotico imminen-
forse estratta da una cava posta nei pressi del te.
convento di Sant’Igne, della quale è persa Presentano straordinario interesse i costoloni
l’esatta localizzazione. sottostanti le volte della nave
Le murature perimetrali esterne centrale, originale da quattro
sono scandite da lesene semicir- telamoni, indizio sicuro di un
colari e recano al culmine influsso della prima architettura
un’archeggiatura pensile che borgognona-cistercense.
corre interrotta sotto il cornicio- La chiesa conserva un eccezionale
ne. corredo scultoreo che annovera,
Non v’è ingresso in facciata, oltre ai capitelli corinzi del III
come nell’adiacente Pieve secolo (d.C.), numerosi capitelli
dell’assunta, ma il portale è romanici variamente figurati, i
aperto su un fianco ed è sor- più antichi dei quali rappresenta-
montato dei busti scolpiti di San no icasticamente i simboli del
Leone e di San Valentino, cristianesimo primitivo.
anch’essi provenienti della chiesa antica Numerose incisioni raffigurano enigmatici
(probabile dalla recinzione presbiterale). emblemi interpretati quale marchio delle
Il busto con San Leone è la più antica raffigu- maestranze costruttrici e dei committenti; la
razione del santo pervenuta ai nostri giorni; gran parte delle sculture ripropone con sapi-
non presenta particolari attributi iconografici da medievale.
se non il cartiglio con l’epigrafe col nome in Alcuni fra i capitelli di qualità più elevata o-
lettere capitali. stentano una fattura tornita e corposa, una
Il superbo isolamento in cui si trova oggi fisicità accusata ed intesa, certamente debi-
l’edificio non corrisponde alla sua connotazio- trice alla scultura romanica emiliane di Wili-
ne originaria, quando era circondata dal pa- gelmo e di Nicolò.
lazzo vescovile e comunicativa direttamente LA TORRE CAMPANARIA
con la possente torre campanaria coeva. E’ il monumento più appartato di San Leo,
La pianta della chiesa si sviluppa intorno ad non per sua mole, massiccia e imponente,
una croce latina, affiancata da due navate quanto per sua collocazione impervia ed una
minori, divise in quattro campate; il transetto sorta d’innata alterigia che, ancor’ oggi, inti-
pausa lo spazio prima dell’alto presbiterio morisce ed allontana.
triabsidato, innalzato su un’ampia cripta a sua Il campanile-torre è edificio di grande bellez-
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5. za, opera compiuta del romanico anzi, emble- vado" parla Giambattista Marini nelle sue
matico esempio di quello stile architettonico. memorie manoscritte del 1730, conservate
Le sue murature esterne - principalmente nell’archivio storico comunale di San Leo.
d’arenaria ocra - sono costruite con perizia
certosina, i conci sono connessi l’uno all’altro, IL FORTE RINASCIMENTALE
in filari regolari, senza rivelare lo strato di Il possente masso calcareo di San Leo, tra-
malta che li incolla, così che il muro è un uni- sportato nel Miocene dal Tirreno verso
co blocco compatto di pietra dalla base al l’Adriatico, con le pareti perimetrali scoscese
culmine. e perpendicolari al suolo, costituisce di per sé
L’architettura come escrescenza naturale una fortezza naturale.
della roccia su cui è fondata, un tutt'uno con I Romani, consapevoli di tale straordinaria
la stessa roccia, come da parabola evangelica: attitudine, costruirono una prima fortificazio-
manifesto della fede cristiana per secoli. ne sul culmine del monte. Durante il Medioe-
Storicamente sappiamo ben poco della torre, vo, la fortezza venne aspramente contesa da
che nell’impianto esterno è certamente con- Bizantini, Goti, Franchi e Longobardi. Beren-
temporanea all’adiacente cattedrale del gario II, ultimo re del regno longobardo
1173. d’Italia, venne qui stretto d’assedio da Ottone
Il suo perimetro quadrato ingloba ed occulta I di Sassonia, tra il 961 e il 963.
all’interno una costruzione a piante circolare, Intorno alla metà del XI secolo, da Carpegna
alta sino alla cella campanaria. scesero a San Leo – allora chiamata Montefel-
Si tratta probabilmente di una
torre precedente, più antica,
per alcuni versi affine alla Pieve
dell’assunta (IX-XI secolo); vi si
ritrova il medesimo tipo d'alcu-
ne monofore di quest’interno
presentano un impianto e
strombatura simili a quelle
delle absidi della stessa Pieve.
Qualcuno ha prospettato che il
corpo cilindrico-raccordato al
rivestimento quadrato da una
scala a chiocciola in muratura
costituisse il campanile della
cattedrale altomedioevale.
Certamente questa torre ha rivestito funzioni tro – i conti di Montecopiolo; da questo im-
militari-difensive, rappresentando il più vicino portantissimo feudo, essi trassero il nome e il
rifugio per il vescovo ed i canonici della catte- titolo di conti di Montefeltro.
drale in caso di pericolo. Nella seconda metà del Trecento, la fortezza
Essa è raffigurata in tutti i "ritratti" del masso venne espugnata dai Malatesta che si alterna-
leontino; nell’acquerello del 1626 di France- rono nel suo dominio ai Montefeltro sino alla
sco Mingucci vi si scorgono ben due ordini di metà del secolo successivo.
finestroni arcuati ed un’altezza ben maggiore: Nel 1441, il giovanissimo Federico da Monte-
come se la torre fosse munita di due sopra- feltro fu protagonista di un’ardita scalata
stanti celle campanarie di cui non v’è traccia della Rocca. Nel frattempo, l’arte della guerra
nell’originale. aveva conosciuto determinanti innovazioni e
Di lavori approntati al "campanile del Vesco- la fortezza con la sua struttura medioevale,
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6. composta di semplici torri quadrangolari scar- una ‘’compagnia di disciplina’’ fino al 1914.
pate, disposte a recinto del mastio centrale, Oggi la Rocca, ripulita dalle sovrastrutture
non era più in grado di sostenere l’avvento ottocentesche che ne alteravano le eleganti
delle armi da fuoco. Federico affidò al grande linee rinascimentali, è tornata al suo splendo-
architetto e ingegnere senese Francesco di re architettonico che ne fa una delle più cele-
Giorgio Martini il compito di ridisegnare la brate testimonianze di arte militare, in una
rocca e approntarla alle nuove esigenze di cornice di storia e di arte tra le più belle
guerra. d’Italia.
La nuova forma, che ridisegnò completamen- CAGLIOSTRO
te l’architettura del forte, prevedeva una
risposta al fuoco secondo i canoni di una con- Anno del
troffensiva dinamica che potesse garantire Signore
direzioni di tiri incrociati. Per questo motivo i 1795, nel
lati della rocca erano dotati di artiglieria e le giorno 28
vie d’accesso, defilate dalla traiettoria del del mese
fuoco nemico, erano protette da avamposti di Agosto
militari. La fortezza veniva a costituire così il Giuseppe
culmine di un sistema guerresco che si esten- Balsamo,
deva a tutto il masso. sopranno-
Il forte di San Leo assunte così un emblemati- minato
co significato tanto che il Bembo ebbe a defi- Conte di
nirle ‘’fortissimo propugnacolo e mirabile Caglio-
arnese di guerra’’, ammirevole punto stro, di
d’incontro tra natura e arte. Palermo,
Nel 1502, Cesare Borgia, detto il Valentino, battezza-
sostenuto da Papa Alessandro VI, riuscì ad to ma
impadronirsi della fortezza. Tuttavia, alla incredulo,
morte del Papa (1503), Guidobaldo da Mon- eretico, celebre per cattiva fama, dopo aver
tefeltro ritornò in possesso dei suoi domini diffuso per diverse Nazioni d’Europa l’empia
sino al 1516, quando le truppe fiorentine dottrina della massoneria egiziana, alla quale
capitanate da Antonio Ricasoli, spalleggiate guadagnò con sottili inganni un numero infini-
alla corte papale da Leone X de’ Medici, pe- to di seguaci, incappò in varie peripezie, alle
netrarono nella città e fecero capitolare la quali non si sottrasse senza danno, in virtù
fortezza. della sua astuzia e abilità; finalmente per
I Della Rovere ripresero San Leo nel 1527 e la sentenza della Santa Inquisizione relegato in
tennero sino alla devoluzione del Ducato di carcere perpetuo nella rocca di questa città,
Urbino al dominio diretto dello Stato Pontifi- con la speranza che si ravvedesse, avendo
cio nel 1631. sopportato con altrettanta fermezza e ostina-
Dal 1631 la Fortezza venne adattata a carcere zione i disagi del carcere per quattro anni,
nelle cui anguste celle, ricavate dagli originari quattro mesi, cinque giorni, colto da un im-
alloggi militari, furono imprigionati patrioti provviso colpo apoplettico, di mente perfida e
risorgimentali dei quali il più celebre fu Felice cuore malvagio qual era, non avendo dato il
Orsini e liberi pensatori come il palermitano minimo segno di pentimento, muore senza
Cagliostro. compianto, fuori della Comunione di Santa M.
Anche dopo l’Unità d’Italia, la fortezza conti- Chiesa, all’età di cinquantadue anni, due mesi
nuò ad assolvere la sua funzione di carcere, e diciotto giorni. Nasce infelice, più infelice
fino al 1906. In seguito, per otto anni, ospitò vive infelicissimo muore il giorno 26 agosto
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7. dell’anno suddetto verso le ore 22,45. Nella pareti sono modanate da arcate in stucco.
circostanza fu indetta pubblica preghiera, se Di notevole bellezza e originalità è il grande
mai il misericordioso Iddio volgesse lo sguar- altare composto in una sorta di ampio retablo
do all’opera delle sue mani. Come eretico, ligneo intagliato, dipinto e dorato, datato
scomunicato, peccato- 1732, al centro del quale è
re impenitente gli viene ricavata una nicchia conte-
negata la sepoltura nente l’immagine della Ma-
secondo il rito ecclesia- donna col Bambino. Trattasi
stico. Il cadavere è di una statua a manichino
tumulato proprio sulla risalente al XVIII secolo;
estrema punta del l’abito serico di cui era palu-
monte che guarda ad data sino a qualche tempo fa,
occidente, quasi ad era stato ricavato dal vestito
uguale distanza tra i di nozze di una contessa Nar-
due fortilizi destinati dini. Il carattere peculiare
alle sentinelle, comu- della statua lascia intendere il
nemente denominati il suo primitivo uso processio-
Palazzetto e il Casino, nale, ancora praticato: essa
sul terreno della Reve- viene, infatti, collocata in
renda Camera Aposto- cima al modello ligneo della
lica il giorno 28 alle ore Santa Casa, nella festa annu-
18, 15. ale del 9 dicembre.
In fede Luigi Marini, Nell’edificio, insieme ad altri arredi prove-
Arciprete di propria mano nienti da chiese leontine, è conservata una
CHIESA DELLE MADONNA DI LORETO tela della fine del ‘500 con l’Annunciazione, in
La chiesa intitolata alla Madonna di Loreto origine pala d’altare della distrutta chiesa
venne edificata nel 1640, dalla comunità leon- dell’Annunziata; si tratta di un evidente deri-
tina a ringraziamento dello scampato pericolo vazione dalla celebre composizione di Tiziano
costituito dalla terribile frana che travolse la divulgata in una stampa di Giacomo Caraglio.
seconda porta d’accesso al masso e buona FONTANA DI SAN FRANCESCO D'ASSISI
parte dell’abitato antico.
L’edificio, situato all’inizio della via Montefel- Fontana neoclassica sita nella piazza centrale
tro, la strada che conduce a quella che è ri- del paese, risale al 1893.
masta l’unica porta d’ingresso al paese, inau- Secondo la tradizione, la fonte, avrebbe virtu
gura urbanisticamente l’ampliamento secen- miracolose.
tesco del nucleo medievale. Qui si sarebbe dissetato San Francesco d'As-
Originariamente la chiesa era costituita da sisi nel 1213.
un’aula rettangolare col tetto a capriate ligne-
e; al di sopra della volta, innalzata nella modi-
ficazione ottocentesca dell’edificio, è ancora
visibile nella parete dell’altar maggiore un
medaglione ovale, contornato di racemi, di-
pinto a tempere vivaci direttamente
sull’intonaco, con all’interno l’iscrizione: «FA
UT ARDEAT». La chiesa è oggi composta di
una navata e di un’abside divise da un arcone
trionfale, il soffitto è a volta ribassata e le
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8. Giovedì 23 agosto
PROGRAMMA :
partenza ore 8.30 e arrivo a Loreto (9.30)
Ore 10.00 visita guidata al Santuario di Loreto
Ore 11.00 S. Messa
Ore 12.30 Pranzo a Loreto alla “Taverna del Gufo”
Ore 14.30 partenza per Recanati e Montecassiano
Rientro per cena
SERATA: M OMENTO DI PREGHIERA E VISITA ALLA CITTÀ DI M ACERATA
mento secondo l'iniziale progetto, il quale
Loreto prevedeva un basamento di m. 1,35. L'unico
LA CITTÀ pannello scultoreo eseguito raffigura Papa
Loreto (11.000 abitanti) realizza il tipico caso Giovanni benedicente.
in cui un santuario genera un centro urbano BASTIONE DEL COMUNE
definendone le caratteristiche e le funzioni. Sull'estremo lato di via Sisto V troneggia il
Conseguentemente le vicende di Loreto han- Bastione del Comune, costruito nel 1518-
no coinciso nei secoli quasi sempre con quelle 1519 da Cristoforo Resse su progetto proprio
del suo santuario. Una o, secondo altri, su dise-
passeggiata per Loreto gno di Andrea Sansovino
offre la visione di alcuni o di Antonio da Sangallo
monumenti e luoghi di il Giovane, per volontà di
interesse. Leone X, preoccupato
PIAZZA GIOVANNI XXIII delle incursioni dei tur-
Merita attenzione il chi nel vicino Adriatico.
Portale cinquecentesco, PIAZZA LEOPARDI O "DEI
costruito per la facciata GALLI"
della basilica su disegno A lato della piazza si
attribuito da alcuni al scorge un Loggiato edifi-
Bramante e da altri ad Antonio da Sangallo il cato nella seconda metà del Settecento, al
Giovane.Nel 1537 il Nerucci lo murò nella tempo della costruzione del campanile del
facciata della basilica, da cui fu tolto e murato Vanvitelli. Sembra che in antico servisse al
in questa sede nel 1580. Si fa ammirare per lo riparo dei pellegrini che, giungendo di notte
stile squisitamente classico, per le proporzio- al santuario, trovavano già chiuse le porte
ni slanciate e per il rilievo contenuto ed ele- della città.
gante dell'ornato, ciò che lo fa spiccare sui
grigi e austeri muri in laterizio dei Palazzo. La fontana, tra il verde della Piazza, fu fatta
costruire da Antonio M.Gallo. E' decorata con
A lato si scorge il Monumento a Giovanni stemmi e vivaci figure di galli, opera dei fra-
XXIII, che dà il nome alla Piazza. Fu voluto telli Tarquinio e Paolo Jacometti (1614-1616).
dalla città di Loreto a ricordo dello storico PORTA ROMANA
pellegrinaggio del papa alla S. Casa (4 ottobre Edificata su disegno di Pompeo Floriani verso
1962). L' opera è di Alessandro Monteleone il 1590, quando fu anche adornata con due
(1897-1967) che non poté portarlo a compi-
Loreto, la Santa Casa agosto 2012 pag. 8
9. statue di Profeti PIAZZALE GIOVANNI
scolpite da Simone PAOLO II (O DI POR-
Cioli, destinate in un TA MARINA)
primo momento al Attraversata Porta
Rivestimento mar- Marina, si giunge in
moreo (1538-1541). uno spiazzale a bal-
PALAZZO COMUNA- cone, da cui si gode
LE un suggestivo pano-
Il Palazzo comunale, rama che si dispiega
in laterizio, presenta verso il mare e il
una torre civica del Monte Conero, vario
sec. XVII di Giovanni e vivace. La piazza è
Branca munita di una merlatura aggiunta nel stata di recente arricchita da un monumento
1887. Nella piazzetta si scorge il Monumento dedicato a San Pio da Pietrelcina.
a Garibaldi, con busto marmoreo di Ettore LA SANTA CASA
Ferrari (1886). "La Santa Casa di Loreto è il primo Santuario
CORSO BOCCALINI di portata internazionale dedicato alla Vergi-
La via principale del Centro Storico di Loreto è ne e vero cuore mariano della cristiani-
Corso Traiano Boccalini (insigne letterato, tà" (Giovanni Paolo lI). Il Santuario di Loreto
nato a Loreto nel 1556 e morto nel 1613), conserva infatti, secondo un'antica tradizio-
chiamato fino al 1889 'Via dei Coronari'. ne, oggi comprovata dalle ricerche storiche e
PIAZZALE LOTTO archeologiche, la casa nazaretana della Ma-
Piazzale Lotto si apre sotto le stupende absi- donna. La dimora terrena di Maria a Nazaret
di. Si ha subito l'idea della basilica-fortezza, era costituita da due parti: da una Grotta
col camminamento di ronda su beccatelli, scavata nella roccia, tuttora venerata nella
quasi a coronamento, punteggiato di piomba- basilica dell'Annunciazione a Nazaret, e da
toi e di feritoie, tra "merli" occhieggianti una camera in muratura antistante, composta
dall'alto: opera superba di Baccio Pontelli da tre pareti di pietre poste a chiusura della
(1487-1488). Qui felicemente convivono l'esi- grotta (vedi fig. 2). Secondo la tradizione, nel
genza pratica della difesa militare e il gusto 1291, quando i crociati furono espulsi definiti-
estetico rinascimentale. vamente dalla Palestina, le pareti in muratura
PORTA MARINA della casa della Madonna furono trasportate
Dietro Piazzale Lotto si apre Porta Marina, "per ministero angelico", prima in Illiria (a
costruita da Giovanni Branca nel sec. XVII con Tersatto, nell'odierna Croazia) e poi nel terri-
l'ornamento delle caratteristiche api barberi- torio di Loreto (10 dicembre 1294). Oggi, in
niane di Urbano VIII (1623-1644). Attraversa- base a nuove indicazioni documentali, ai risul-
ta Porta Marina, si giunge in uno spiazzale a
balcone, da cui si gode un suggestivo panora-
ma che si dispiega verso il mare e il Monte
Conero, vario e vivace. La piazza è stata di
recente arricchita da un monumento dedica-
to a San Pio da Pietrelcina.
LE MURA CASTELLANE
Sul lato meridionale si levano le Mura Castel-
lane e il Torrione opera di Cristoforo Resse
che li realizzò nel 1517-1520 su probabile
disegno di Antonio da Sangallo il Giovane.
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10. ret hanno messo in luce la coesistenza e la
contiguità delle due parti (vedi fig. 2). A con-
ferma della tradizione è di grande importanza
un recente studio sul modo in cui sono lavo-
rate le pietre, cioè secondo l'uso dei Nabatei,
diffuso nella Galilea ai tempi di Gesù (vedi fig.
1). Di grande interesse risultano anche nume-
rosi graffiti incisi sulle pietre della Santa Casa,
giudicati dagli esperti di chiara origine giudeo-
cristiana e assai simili a quelli riscontrati a
Nazaret (vedi fig. 3). La Santa Casa, nel suo
nucleo originario è costituita solo da tre pare-
ti perché la parte orientale, ove sorge l'altare,
era aperta verso la Grotta (vedi fig. 2). Le tre
pareti originarie - senza fondamenta proprie
tati degli scavi archeologici a Nazaret e nel e poggianti su un'antica via - si innalzano da
sottosuolo della Santa Casa (1962-65) e a terra per tre metri appena. Il materiale sovra-
studi filologici e iconografici, si va sempre più stante, costituito da mattoni locali, è stato
confermando l'ipotesi secondo cui le pietre aggiunto in seguito, compresa la volta (1536),
della Santa Casa sono state trasportate a per rendere l'ambiente più adatto al culto. Il
Loreto su nave, per iniziativa della nobile rivestimento marmoreo, che avvolge le pareti
famiglia Angeli, che regnava sull'Epiro. Infatti, della Santa Casa, fu voluto da Giulio II e fu
un documento del settembre 1294, scoperto realizzato su disegno del Bramante (1507 c).
di recente, attesta che Niceforo Angeli, de- da rinomati artisti del Rinascimento italiano.
spota dell'Epiro, nel dare la propria figlia Itha- La statua della Vergine col Bambino, in legno
mar in sposa a Filippo di Taranto, quartogeni- di cedro del Libano, sostituisce quella del sec.
to di Carlo II d'Angiò, re di Napoli, trasmise a XIV, distrutta da un incendio nel 1921. Grandi
lui una serie di beni dotali, fra i quali com- artisti si sono succeduti lungo i secoli per
paiono con spiccata evidenza: "le sante pietre abbellire il Santuario la cui fama si è diffusa
portate via dalla Casa della Nostra Signora la rapidamente in tutto il mondo divenendo
Vergine Madre di Dio". Murate tra le pietre meta privilegiata di milioni di pellegrini. L'insi-
della Santa Casa sono state trovate cinque gne reliquia della Santa Casa di Maria è per il
croci di stoffa rossa di crociati o, più probabil- pellegrino occasione e invito per meditare gli
mente, di cavalieri di un ordine militare che alti messaggi teologici e spirituali legati al
nel medioevo difendevano i mistero dell'Incarnazione e
luoghi santi e le reliquie. Vi all'annuncio della Salvezza.
sono stati trovati anche alcuni
resti di un uovo di struzzo, il La S. Casa, nel suo nucleo origi-
quale subito richiama la Pale- nario, è costituita da sole tre
stina e una simbologia riferen- pareti, perché la parte dove
tesi al mistero dell'Incarnazio- sorge l'altare dava, a Nazaret,
ne. La Santa Casa inoltre, per sulla bocca della Grotta e,
la sua struttura e per il mate- quindi, non esisteva come
riale in pietra non reperibile in zona, è un muro. Delle tre pareti originarie le sezioni
manufatto estraneo alla cultura e agli usi inferiori, per quasi tre metri di altezza, sono
edilizi marchigiani. D'altra parte i raffronti costituite prevalentemente da filari di pietre,
tecnici della Santa Casa con la Grotta di Naza- per lo più arenarie, rintracciabili a Nazaret, e
Loreto, la Santa Casa agosto 2012 pag. 10
11. le sezioni superiori aggiunte successivamente fu affrescata da Cristoforo Roncalli, detto il
e, quindi spurie, sono in mattoni locali, gli Pomarancio. Deperiti quegli affreschi e stac-
unici materiali edilizi usati nella zona. cate alcune loro porzioni, la cupola fu nuova-
Alcune pietre risultano rifinite esternamente mente dipinta da Cesare Maccari tra il 1895 e
con tecnica che richiama il 1907.
quella dei nabatei, diffusa in CAPPELLA DEL CROCIFISSO
Palestina e anche in Galilea Nel mezzo si ammira un
fino ai tempi di Gesù. Vi sono Crocifisso scolpito su legno
stati individuati una sessanti- da fra Innocenzo da Petra-
na di graffiti, molti dei quali lia nel 1637 e donato al
giudicati dagli esperti riferibili santuario da una confra-
a quelli giudeo-cristiani di ternita nel secolo XVIII. Gli
epoca remota, esistenti in affreschi sono di Biagio
Terra Santa, compresa Naza- Biagetti (1928-1932)
ret. Le sezioni superiori delle CAPPELLA FRANCESE O DEL
pareti, di minor valore storico SACRAMENTO
e devozionale, nel secolo XIV E' stata decorata con le
furono coperte da dipinti a offerte dei cattolici france-
fresco, mentre le sottostanti si. Charles Lameire dal
sezioni in pietra furono lascia- 1896 al 1903 ha dipinto a
te a vista, esposte alla vene- fresco il "Trionfo della
razione dei fedeli. croce" e "Santi francesi" nella volta, e ha raffi-
Il rivestimento marmoreo è il capolavoro gurato scene di "Crociati francesi" e di "S.
dell'arte lauretana. Esso custodisce l'umile Luigi IX a Nazaret" su tre tele applicate a mu-
Casa di Nazareth come lo scrigno accoglie la ro.
perla. Voluto da Giulio II ed ideato dal sommo CAPPELLA SLAVA O DEI SANTI CIRILLO E ME-
architetto Donato Bramante, che nel 1509 ne TODIO
approntò il disegno, fu attuato sotto la dire- Fu fatta decorare con i contributi dei fedeli
zione di Andrea Sansovino (1513-27), di Ra- soprattutto croati. Gli affreschi, scene di vita
nieri Nerucci e di Antonio da Sangallo il Gio- dei santi fratelli Cirillo e Metodio, apostoli dei
vane. In seguito furono collocate nelle nicchie popoli slavi, si devono a Biagio Biagetti (1912-
le statue delle Sibille e dei Profeti. 1913). Il trittico dell'altare è opera di Stanisla-
Il rivestimento è costituito da un basamento o de Witten (1897).
con ornamentazioni geometriche, da cui si CAPPELLA DELL'ASSUNTA O AMERICANA
diparte un ordine di colonne striate a due Fu decorata con le offerte dei cattolici ameri-
sezioni, con capitelli corinzi che sostengono cani di lingua inglese, per iniziativa della Con-
un cornicione aggettante. La balaustra è stata gregazione Universale, da Beppe Steffanina
aggiunta da Antonio da Sangallo (1533-34) negli anni 1953-1970 con scene relative a
con lo scopo di nascondere la goffa volta a Maria Regina, alla Proclamazione del dogma
botte della S. Casa e di circoscrivere con ele- dell'Assunta, alla Glorificazione della Vergine
gante riquadratura tutto il mirabile recinto Lauretana patrona dell'aviazione. Vi è narrata
marmoreo. anche la storia del volo umano, dal mitico
INTERNO SANTUARIO Icaro a Leonardo da Vinci e ai moderni astro-
LA CUPOLA nauti.
E' stata elevata fino al tamburo da Giuliano CAPPELLA DEL CORO O TEDESCA
da Maiano e voltata nella calotta da Giuliano Fu decorata con le offerte dei cattolici di lin-
da Sangallo (1499-1500). Tra il 1610 e il 1615 gua tedesca, per iniziativa della Congregazio-
Loreto, la Santa Casa agosto 2012 pag. 11
12. ne Universale, nel VI Centenario della Trasla- CAPPELLA SVIZZERA O DEI SANTI GIOACCHI-
zione. Gli affreschi si devono a Ludovico Seitz NO E ANNA
che li eseguì negli anni 1892-1902. E' stata affrescata da Carlo Donati negli anni
CAPPELLA DEL SACRO CUORE O POLACCA 1935-1938 con le offerte dei cattolici svizzeri.
Fu decorata con le offerte dei cattolici polac- Il pittore ha decorato le sezioni superiori delle
chi da Arturo Gatti negli anni 1912-1939. Il pareti con figure si santi nati o operanti in
pittore ha raffigurato "Maria Regina della Svizzera e in quelle inferiori, entro quattro
Polonia", la "Vittoria di grandi quadri, episodi dei
Sobieski a Vienna contro i Ss.Gioacchino e Anna e di
turchi" e il "Miracolo Maria Bambina.
della Vistola". SAGRESTIA DI SAN MARCO O
SAGRESTIA DI SAN GIO- DEL MELOZZO
VANNI O DEL SIGNORELLI Custodisce i pregevolissimi
Custodisce i pregevoli affreschi di Melozzo da Forlì
affreschi di Luca Signorel- che li eseguì tra il 1477 e il
li, eseguiti probabilmente 1479. Nella volta ha raffigu-
tra il 1481 e il 1485, con rato otto Angeli recanti sim-
otto "Angeli Musicanti" boli della Passione e altret-
nella volta, con i quattro tanti Profeti.
Evangelisti intercalati a CAPPELLE LATERALI
quattro Dottori della Nelle due navate laterali
Chiesa, con cinque cop- della basilica si trovano do-
pie di Apostoli e l'Incre- dici cappelle, sei per lato.
dulità di San Tommaso, e Aperte agli inizi del sec. XVI
con la Conversione di dal Bramante, sono state
Saulo. Il Lavabo è opera abbellite con pale settecen-
di Benedetto da Maiano tesche in mosaico e con
mentre gli Armadi intar- modesti dipinti del sec. XX.
siati sono attribuiti ad La più importante tra queste
artefici fiorentini del secolo XVI. è la Cappella del Battistero, con dipinti del
CAPPELLA DEI DUCHI DI URBINO Pomarancio e con il battistero in bronzo di
La Cappella fu fatta decorare a proprie spese Tiburzio Vergelli, lavorato tra il 1600 e il 1607.
dai duchi di Urbino Guidobaldo II e Francesco SALA DEL TESORO O DEL POMARANCIO
Maria II della Rovere negli anni 1571-1584. La volta è decorata con affreschi raffiguranti
Gli affreschi alle pareti sono opera di Federico scene della vita della Madonna, eseguite nel
Zuccari (1582/1583), la pala in mosaico con 1605-1610 da Cristoforo Roncalli, detto il
l'Annunciazione è copia di una tela di Federi- Pomarancio. Sua è anche la pala d'altare con
co Barocci (1582-1584) trafugata dai francesi la Crocifissione. La Sala fu voluta da Clemente
nel 1797. VIII per accogliervi l'ingente cumulo dei doni
CAPPELLA DI S.GIUSEPPE O SPAGNOLA votivi lasciati dai pellegrini di ogni tempo ed
Questa cappella è stata la prima ad essere estrazione sociale. Oggi vi sono conservati
decorata, nel piano generale di abbellimento pochi doni votivi e di scarso valore, perchè il
pittorico promosso dalla Congregazione Uni- Tesoro prima è stato spogliato da Napoleone,
versale. E' stata decorata negli anni 1886- nel 1797, che qui venne di persona per dirige-
1890 con le offerte dei cattolici spagnoli. Gli re le operazioni di rapina, e poi, dopo la rapi-
affreschi delle pareti sono di Modesto Fausti- da ricostruzione, dai ladri nel 1974. Ciò che di
ni. più prezioso si è salvato dalle due devastazio-
Loreto, la Santa Casa agosto 2012 pag. 12
13. ni ora è custodito nel museo-pinacoteca. Gli tenza i soggetti biblici ivi raffigurati sono inte-
affreschi del Pomarancio sono giudicati dalla si ad accornpagnare spiritualmente il pellegri-
critica uno dei capolavori del tardo manieri- no alla contemplazione del mistero dell'Incar-
smo romano. nazione, di cui fa memoria la S. Casa. Le tre
ESTERNO SANTUARIO porte sono state lavorate nella fonderia di
LA PIAZZA Recanati e hanno subito un recente restauro
E’ delimitata a est dalla facciata della basilica, ad opera della ditta Morigi (1988-1992). La
a nord e a ovest dal Palazzo Apostolico e a porta centrale fu lavorata da Antonio di Giro-
sud dal Palazzo Illirico, ed è abbellita da una lamo Lombardo, con la collaborazione dei
Fontana posta al centro e da un Campanile fratelli Pietro, Paolo e Giacomo. Iniziata nel
sul lato sinistro. 1590 fu terminata nel 1610.
IL SANTUARIO La Porta destra fu commissionata ad Antonio
Iniziata nel 1469 in stile tardo-gotico, proba- Calcagni nel 1590 che la ideò e in gran parte
bilmente su un progetto di Francesco di Gior- la modellò. Dopo la sua morte (1593) fu por-
gio Martini, fu comple- tata a termine nell'anno
tata nel 1587 con la 1600 dal nipote Tarqui-
facciata in stile tardo- nio Jacometti e da Seba-
rinascimentale. Nel stiano Sebastiani, i quali
1468 il vescovo di Reca- rielaborarono e integra-
nati Nicolò delle Aste rono il progetto iniziale.
decise la costruzione Qualche studioso la
dell'attuale tempio, giudica la più bella delle
iniziato nell'anno suc- tre.
cessivo. Morto il vesco- La Porta sinistra fu com-
vo nel 1469, prese a missionata nel 1590 a
cuore i lavori il pontefice Paolo II che nel Tiburzio Vergelli che si avvalse della collabo-
1464, ancora cardinale, era stato prodigiosa- razione di Giovan B. Vitali e la portò a termine
mente guarito in S. Casa. nel 1596. Questa porta è giudicata un capola-
LA CUPOLA voro di maestria tecnica, di armonia composi-
Fu costruita nella parte del tamburo ottago- tiva e di decorazione ornamentale.
nale, sino al cornicione, da Giuliano da Maia- IL MONUMENTO A SISTO V
no e fu voltata da Giuliano da Sangallo in soli Sul lato sinistro del sagrato si scorge la Statua
otto mesi, dal settembre 1499 al maggio a di Sisto V, opera eseguita nel 1587 da Anto-
1500. nio Calcagni con la collaborazione di Tiburzio
LA FACCIATA Vergelli. Fu eretta a spese della Provincia
Fu progettata e iniziata da Giovanni Boccalini della Marca e di otto prelati piceni creati
nel 1571, portata avanti, a partire dal corni- cardinali da Sisto V.
cione inferiore, da Giovan B. Chioldi e termi- IL PALAZZO APOSTOLICO
nata nel 1587 da Lattanzio Ventura, sotto Si apre davanti alla facciata della basilica, a
Sisto V, il cui nome è scritto nel cornicione due piani, con due lati, uno più lungo, a nord,
superiore. e uno più breve, a ovest. Qualche studioso
LE PORTE DI BRONZO ritiene che sia stato iniziato nel 1498 su dise-
I tre portali in bronzo che abbelliscono la gno di Giuliano da Sangallo o di Francesco di
facciata della basilica furono voluti dal cardi- Giorgio Martini. Nella parte visibile dalla Piaz-
nale Antonio Maria Gallo, protettore del san- za il Palazzo si deve a Donato Bramante, invi-
tuario (1587-1620), in vista del giubileo ato a Loreto da Giulio II con l'incarico di
dell'anno 1600. Nell'intenzione della commit- 'disegnare molte opere'.
Loreto, la Santa Casa agosto 2012 pag. 13
14. IL PALAZZO ILLIRICO lo quando i signori di tre alture decisero di
Si eleva sul lato sud della Piazza. E' una deco- unirsi. Le tre alture (Monte Volpino, Monte
rosa costruzione in laterizio, ridotta alle for- San Vito e Monte Morello), conservano i loro
me attuali nel 1831-1835 dall'architetto Giu- nomi e caratteristiche costruttive antiche.
seppe Marini. La precedente struttura, inizia- A Monte Volpino esiste ancora una casa fian-
ta nel 1580, ospitò per lunghi anni i giovani cheggiata da un arco che risale all’epoca più
studenti provenienti dall'antica Illiria. Oggi il antica della città.
Palazzo, modernamente ristrutturato, funge Agli inizi della lotta per le investiture, Recana-
da ostello per i pelegrini, soprattutto dei ti appoggiò Federico II e ne ebbe in cambio la
"treni-malati". licenza di costruire un porto tra le foci
LA FONTANA dell’Aspio e del Potenza e l’esenzione dai
Al centro della Piazza si eleva un'artistica dazi.
Fontana, opera del celebre Carlo Maderno e L’alleanza con i ghibellini è testimoniata an-
dello zio Giovanni Fontana che la realizzarono che dai merli a coda di rondine della torre
tra il 1604 e il 1614. Ornano la Fontana alcune civica.
sculture in bronzo, lavorate da Tarquinio e La Bolla Aurea dell’Imperatore è conservata
Pietro Paolo Jacometti nel 1622. Il Maderno e nel Museo Villa Colloredo Mels ed è una delle
il Fontana, attraverso una galleria di quasi 5 testimonianze più interessanti della presenza
chilometri, vi condussero acque scaturienti in in Italia degli Svevi.
territorio recanatese per soddisfare le esigen- Successivamente Recanati si schierò dalla
ze, anche igieniche, dei pellegrini. parte dei vescovi e del Papa e ricevette il
IL CAMPANILE diritto di chiamarsi città e di battere moneta.
Il disegno si deve a Luigi Vanvitelli, celebre Famosa per i suoi Statuti, per la sua Fiera e i
architetto, autore della ben nota Reggia di suoi traffici, condotti in parte da ebrei, accol-
Caserta. I lavori iniziarono nel 1750 e si con- se generosamente emigranti albanesi e schia-
clusero nel 1755, sotto la sorveglianza di Pie- voni ai quali affidò terre da coltivare.
tro Bernasconi. La fama di Justissima Civitas era dovuta alla
Il Campanile ospita nove campane, fra le quali competenza dei suoi magistrati, le cui senten-
merita di essere menzionata quella denomi- ze erano richieste anche in grandi comuni.
nata Loreta, opera di Bernardino da Rimini Costruita sul crinale di un colle, fu protetta da
(1515). Ha un diametro di 184 cm. e pesa 73 una cerchia robusta di mura, fatta rinforzare
quintali. da Francesco Sforza e nella quale si aprivano
stretti varchi chiusi da porte.
Porta San Domenico, Porta Cerasa, Porta San
Recanati Filippo, le più caratteristiche, consentivano
STORIA l’accesso al centro della città, di cui il Palazzo
È stata l’acqua, con i due fiumi Musone e Comunale e la chiesa di San Domenico erano
Potenza e con i numerosi torrentelli, a dare il il cuore.
via nel territorio di Recanati allo sviluppo e Nel 1798 fu occupata da Napoleone e annes-
alla civilizzazione. sa al Regno Italico nel 1808.
Quando in età preromana vi arrivarono i Pice- Ritornata allo Stato della Chiesa dopo il Con-
ni, già esistevano nuclei abitativi più antichi. gresso di Vienna, fu conquistata nel 1860
L’attuale città, nonostante una storia leggen- dall’esercito piemontese che si ricongiungeva
daria che la fa risalire a una colonia romana alle truppe garibaldine provenienti dal Sud ed
(”Recina sum, peperit romana colonia” fecero entrò a far parte del nuovissimo Regno
scrivere nel ‘500 i recanatesi sotto lo stemma d’Italia.
della città), si è costituita alla fine del XII seco-
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15. PIAZZUOLA SABATO
DEL VILLAGGIO - CASA DI
SILVIA
La piazza, visibile in una
foto d’epoca, antistante il
palazzo, è delimitata a
nord dalla Chiesa di Santa
Maria di Montemorello,
costruita nel secolo XVI
per volere e a spese di
Pierniccolò Leopardi; qui
è conservato l’atto batte-
simale del poeta. Ad est si
trova la cosiddetta “casa
di Silvia”, una lunga co-
struzione che in parte era
adibita a scuderia, in par-
te era abitata dalla fami-
glia di Teresa Fattorini
che, morta giovanissima,
fu immortalata da Giaco-
mo nella poesia “A Silvia”.
Sul lato ovest esisteva,
ora demolita, la casetta
ove sedeva “su la scala a
filar la vecchierella”. An-
cora oggi spesso “I fan-
ciulli gridando – su la piazzuola in frotta e
PALAZZO LEOPARDI qual e là saltando – fanno un lieto romore”.
La casa natale del poeta sorge nel rione di Come nei versi del canto da cui la piazza stes-
Monte Morello, che prende nome da uno dei sa prende il nome.
tre castelli di cui l’antica città era costituita.
CENTRO NAZIONALE STUDI LEOPARDIA-
Alla metà del XVIII secolo l’architetto Carlo
NI
Orazio Leopardi riunì in un unico nucleo i vari
Il C.N.S.L. ha sede in un edificio contiguo a
edifici in cui la famiglia aveva abitato ininter-
palazzo Leopardi, costruito nel 1937 su inizia-
rottamente fino dal secolo XIII; a questa ope-
tiva della famiglia del poeta, al fine di
razione di restauro si devono l’attuale faccia-
“promuovere e favorire gli studi e le ricerche
ta in stile neoclassico e lo scalone d’ingresso.
intorno alla vita ed alle opere di Giacomo
Il palazzo, oltre alla parte abitata dalla fami-
Leopardi”.
glia, contiene, aperti e visitabili tutto l’anno,
Esso possiede una ricca biblioteca specifica
l’importante biblioteca raccolta da Monaldo,
aperta agli studiosi per la consultazione, una
fonte inesauribile di sapere per i suoi figli, ed
sala espositiva di materiale leopardiano ed
una sezione museale ricca di oggetti e docu-
ospita di frequente corsi di studio, convegni e
menti riguardanti la famiglia e particolarmen-
seminari diretti a realizzare i fini della sua
te il poeta.
istituzione. Esso costituisce il punto di riferi-
Loreto, la Santa Casa agosto 2012 pag. 15
16. mento costante per tutte le iniziative leopar- nel secolo XVI su disegno del Bibiena. Dal
diane, sia in Italia che nel mondo. chiostro interno è visibile la torre resa celebre
dalla poesia leopardiana " Il passero solita-
IL COLLE DELL'INFINITO rio".
Il colle, celebrato nell’idillio omonimo, era
meta delle passeggiate di Giacomo che vi
accedeva direttamente dal giardino di casa, Montecassiano
passando attraverso l’orto del convento di
Santo Stefano e lì usava soffermarsi per gode-
re lo splendido vastissimo panorama, dal
monte al mare.
CONVENTO DI SANTO STEFANO
L'area su cui esso sorge fu donata il 6 aprile
1443 dalla famiglia Leopardi, allora proprieta-
ria di tutto il colle, per la costruzione dell'
edificio attualmente visibile, da sempre fino a
poco tempo fa sede di un convento femmini-
le.
Il convento è ora proprietà della Regione e
della Provincia e è la prestigiosa sede del IL NOME
Centro Mondiale della Poesia. Castrum Montis Sancte Marie è il primitivo
toponimo del paese come risulta dal primo
PALAZZO ANTICI documento conservato nell’Archivio Comuna-
Casa natale di Adelaide, madre del poeta. le e datato 5 Luglio 1151, per poi apparire
L'edificio, dalle linee semplici ed eleganti, trasformato a partire dal 1200 in “Montis
contiene fra l'altro un importante archivio, in Sancte Marie in Cassiano”.
parte proveniente per eredità dalla famiglia LA STORIA
romana dei Principi Mattei, cui apparteneva il - III secolo A.C: Nei pressi della collina dove
cardinale omonimo che siglò con Napoleone sorge Montecassiano, che si affaccia sulla
Bonaparte il trattato di Tolentino. pianura lambita dal fiume Potenza, gli abitan-
CHIESA DI SAN VITO ti di Ricina edificano il tempio del “genius
Costruita nel secolo XVIII, porta traccia loci” ossia Venere Ericina e accanto ad esso
dell'arte vanvitelliana nella facciata del 1771. uno dei magistrati ricinesi costruisce la sua
Nel 1557 il complesso fu ceduto ai padri della “domus rusticationis”.
Compagnia di Gesù i quali, a spese principal- - 408 D.C.: Le invasioni dei Visigoti di Alarico e
mente di due fratelli Leopardi, vi fondarono le guerre gotiche causano danni enormi a
un collegio.Nell' adiacente oratorio della Con- tutto il territorio, provocando la morte per
gregazione dei nobili, dove è conservata una fame e stenti di oltre cinquantamila abitanti
bella tela del Pomarancio, il giovane Leopardi del Piceno. I pochi scampati si arroccarono
lesse in varie solennità religiose i suoi sulle colline più vicine ribattezzate successiva-
"Discorsi sacri". mente con il nome di Castrum Montis Urbani
(Monte Libano) e Castrum Colline (Collina):
CHIESA DI SANT'AGOSTINO loro centro principale era l’altura sulla quale
La costruzione risale al XIV secolo e di sorgeva il tempio di Venere che, come sopra
quest'epoca conserva eleganti decorazioni in detto, faceva capo alla “domus rusticationis”
cotto sul portale, mentre l'interno fu rifatto del vecchio magistrato i cui discendenti, con il
Loreto, la Santa Casa agosto 2012 pag. 16
17. trascorrere dei secoli, fondarono una famiglia maceratese del 1268-1269, il Comune di Ma-
di così detti “Conti rurali” ossia i Cassini. cerata si disinteressa di quella zona lontana
- 1151: Pietro, figlio del Conte Cassiano, quale dalla città, posta oltre il fiume e il castello
signore del luogo, conferma l’enfiteusi che finisce per essere inglobato nel territorio di
Pagano Barone aveva ottenuto già in prece- Monte Santa Maria.
denza sulla quarta parte del Castrum Montis - 1234: l’Abate Giasone decide di riedificare la
Sancte Marie, su un aliud castrum e sulla chiesa madre dell’attuale Montecassiano,
quarta parte ancora della chiesa di Santa forse anche per rinsaldare i vincoli enfiteutici
Maria. Con il tempo però la potenza dei Cassi e per legare il comune alla politica pragmatica
viene meno. dell’ordine cistercense ora guelfa, ora ghibel-
- Gennaio 1165: sia Pietro sia i figli di Pagano lina a seconda delle circostanze, come anno-
Barone che gli abitanti di Castrum Colline si tava un cronista dell’epoca.
dichiarano a loro volta enfiteuti dei Benedet- - 1334: il comune di Montecassiano è condan-
tini cistercensi, insediati sin dal 1142 nella nato al versamento degli arretrati dei canoni
valle del Fiastra, obbligandosi a versare loro, derivanti dai vincoli enfiteutici, dopo aver
quale riconoscimento di sudditanza, un cano- tentato invano di sciogliersi dagli stessi evi-
ne annuale. tando talvolta di versare il canone oppure
- 1202: Il Comune di Mons Sancte Marie in cedendo in enfiteusi terre che appartenevano
Cassiano partecipa, come Comune indipen- ai cistercensi;
dente, alla Pace di Polverigi, così come il vici- - 1348: come anche gran parte del resto
no Castrum Montis Urbani che gravita nella d’Europa, Montecassiano viene colpito dalla
sfera della potentissima Osimo anche se in “peste nera” e la sua popolazione decimata
seguito gli abitanti del paese, sfuggendo alla tanto che, a seguito di altre vessazioni, nel
tenaglia osimana e alle angherie dei vicini, 1357 viene definita “civitas parva” contando
decidono di trasferirsi a Macerata precisa- all’incirca solamente mille abitanti.
mente presso il “borgo San Salvatore”. A - 1378/1417: Il Comune di Montecassiano
Monte Santa Maria si appoggia invece il vici- partecipa alle lotte fra Papi ed Antipapi se-
nissimo Castrum Colline che preferirà invece guendo o le parti dei Varano o dei Malatesta
inurbarsi nel Monte stesso. e talvolta degli avventurieri come Braccio da
- 1225: Anno della Montone. Placatesi
stesura dello Statu- le lotte e dopo il
to di Montecassiano Concilio di Costanza,
che risulta essere il nuovo Papa Marti-
uno dei più antichi no V nel 1418 assol-
delle Marche. ve il paese da ogni
- 1239: Nuncastro o irregolarità compiuta
Novum Castrum durante lo scisma
(ora Valle Cascia e d’occidente.
Palazzetto), residuo - 1434: giunge nella
di un borgo a est di Marca Francesco
Ricina a sinistra del Sforza che impone a
Potenza, viene in- Montecassiano i suoi
cluso nei confini del Comune di Macerata, su Podestà, esattori di balzelli. Inizia un periodo
concessione dal re Enzo, figlio di Federico II, di relativa pace.
come ringraziamento per l’aiuto ricevuto - 1437: costruzione delle mura castellane.
nella lotta antipapale. In verità, anche se la - 1445, dopo un breve periodo di dipendenza
contrada verrà ancora menzionata nel catasto da Osimo, Montecassiano entra a far parte
Loreto, la Santa Casa agosto 2012 pag. 17
18. della ormai pontificia “Marca d’Ancona”. Solo dello stesso anno lungo la cinta muraria sfila il
allora grazie all’intervento sia pure interessa- corteggio di Vittorio Emanuele II. Secondo la
to del Legato Cardinal Rodrigo Borgia, Com- tradizione, il sovrano abbevera il suo cavallo
mendatario di Fiastra, tra il 1456 ed il 1457, alla “Fontana dei cavalli”, ripristinata di re-
Montecassiano riesce a liberarsi completa- cente nel sito originario a fianco della Porta
mente da ogni legame con l’Abbazia di Fia- Battisti.
stra, recuperando la “libertas ecclesiastica”. - 4-5 novembre 1860: Plebiscito a seguito del
- 1451/1527: periodo ricco di committenze quale Montecassiano entra a far parte del
artistiche ed eventi civili e religiosi, come il Regno d’Italia. In questo periodo vengono
dossale in maiolica robbiano, la sistemazione realizzati importanti lavori pubblici relativi
della chiesa di Salimbeni, l’istituzione della all’acquedotto ed all’installazione dell’energia
Festa di Santa Croce e la proclamazione di elettrica; viene inoltre inaugurato, nell’ex
San Giuseppe a protettore del paese (1521). convento degli Osservanti, un nuovo Ospeda-
All’ambiente umanistico dell’epoca si deve la le. Si restaurano chiese e, principalmente,
formazione culturale di Nicolò Peranzoni, quella di Santa Maria.
poeta petrarchesco ed autore del “De laudi- - 1925/1939 vengono realizzati degli interven-
bus Piceni” fonte di non poche notizie sulla ti urbanistici da parte dei Podestà che ammi-
provincia maceratese. Vicino agli am- nistrano il paese quali lo sventramento di Via
bienti della riforma cattolica fu invece il Vene- Monreale, l’abbattimento delle case di Via
rabile Giovanni da San Guglielmo, agostiniano Catena per far posto ai giardini comunali, le
morto in odore di santità a Batignano (GR). manutenzioni straordinarie del settecentesco
- 1586: Montecassiano si libera della tutela Giardino Ferri e la costruzione della Chiesa di
ecclesiastica di Osimo: Papa Sisto V infatti, Sambucheto. Sempre nella prima metà del
per rendere più importante la nuova diocesi novecento si restaurano la chiesa
di Loreto-Recanati, stacca il territorio monte- dell’Annunziata adibita a sacrario dei caduti
cassianese da quello osimano, aggregandolo della prima guerra mondiale e il Palazzo dei
al vescovato lauretano. Priori.
- 1741: Oltre alla carestie e alle saltuari pesti- IL PAESAGGIO
lenze si verifica una serie di terremoti che La straordinaria bellezza artistica e paesaggi-
comportano la caduta della cuspide del cam- stica, le numerose tradizioni, la vivacità asso-
panile della chiesa madre. ciazionistica e il notevole sviluppo economico
- 1836: epidemia di colera che spinge la popo- e demografico degli ultimi decenni rendono
lazione a rivolgersi alla Madonna del Buon Montecassiano una cittadina tra le più vivibili,
Cuore, la cui immagine viene trasportata dalla accoglienti e d’interesse turistico-culturale
chiesetta di Salimbeni nella Collegiata. A que- del maceratese.
sta decisione
si attribusce la Originato,
salvezza della secondo la
popolazione tradizione, da
dal morbo. nobili sfuggiti
- 8 settembre alla distruzio-
1860: Monte- ne di Helvia
cassiano viene Recina, Mon-
occupato dai tecassiano si è
piemontesi e sviluppato nei
nell’ottobre secoli intorno
al nucleo stori-
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19. co di Castrum Montis Sancte Marie (dove PALIO DEI TERZIERI
ancora oggi si trovano gli edifici più importan- Il Palio dei Terzieri è la rievocazione storica
ti) con un’armonia tale da conservare intatta che assume la sua denominazione dal nome
e unitaria la struttura urbanistica medievale. degli antichi borghinei quali era suddiviso
Montecassiano durante il Medioevo.
Attraverso vicoli e piagge si scoprono i tesori Ambientato nella matà del 1400, il Palio vuole
custoditi nel cuore del paese seguendo un essere non soltanto un momento di aggrega-
percorso rimasto inalterato nel corso dei zione popolare, ma soprattutto occasione di
secoli. Le porte di ingresso delle mura si apro- riscoperta e di valorizzazione del Comune di
no su scorci di panorama intenso, che può Montecassiano, del suo territorio e della sua
essere apprezzato pienamente con lunghe e identità culturale.
rilassanti passeggiate. Viali freschi e alberati L'occasione che ha dato vita alla rievocazione,
circondano l’esterno delle mura e si snodano risale al 18 ottobre 1418, alloquando Monte-
sugli spalti delle stesse, assicurando una ve- cassiano, dopo alterne vicende politiche,
duta a tutto tondo sulla valle del Fiume Po- elesse dodici uomini appartenenti ai terzieri,
tenza che scorre ai piedi della collina. Dal per riformare gli antichi Statuti del Comune,
nucleo urbano in un attimo si è in aperta con facoltà di correggerli e modificarli sotto il
campagna, ancora controllo dell'auto-
venata da ombrose rità ecclesiastica.
stradine dove è Nell'edizione mo-
piacevole passeg- derna, il paese e le
giare. Durante il contrade sono stati
lento camminare ripartiti in funzione
non di rado ci si di un ideale appar-
imbatte in solitarie tenenza agli antichi
e antiche chiesette terzieri di San Sal-
rurali, con vecchie vatore (Colori
campane suonate a bianco/rosso), San
mano, e in edicole Nicolò (giallo/
sacre, che custodi- azzurro), San Mi-
scono immagini ed effigi venerate. Ovunque chele (verde/nero).
ci si trovi basta alzare lo sguardo e subito Il Palio si svolge tutti gli anni dalla terza alla
riappare a poca distanza la sommità del colle quarta domenica di luglio.
di Montecassiano, con il campanile che svetta IL PIATTO DEL BORGO
sulle abitazioni. Il piatto tipico è quello dei “sughitti”, un dol-
ce, per certi aspetti simile ad una polenta
IL PRODOTTO DEL BORGO dolce, realizzata con farina di mais, mosto e
A Montecassiano viene prodotto olio extra- noci. Il procedimento per la preparazione
vergine di oliva, secondo una versione affabi- prevede di far bollire il mosto per 30 minuti,
le e rustica, con certificazione biologica, che di aggiungere successivamente lo zucchero, la
sprigiona sapori e odori della migliore terra farina e le noci e di continuare a mescolare
marchigiana. L’olio viene utilizzato anche per per un’altra mezzora. Al termine delle opera-
la conservazione di verdure, come pomodori zioni il dolce deve essere versato su un piatto
secchi, peperoni grigliati, cipolle balsamiche e lasciato raffreddare. Ai “sughitti” viene
ed olive con mandorle, secondo ricette tradi- dedicata, sin dagli anni ’20, una sagra che si
zionali. Altre produzioni locali sono legate al svolge nel mese di ottobre di ogni anno.
miele, al vino, alla farina ed alla pasta.
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20. Venerdì 24 agosto
PROGRAMMA :
partenza ore 8.45 e arrivo alla Abbadia di Fiastra alle ore 9.30.
Ore 10.00 inizio visita guidata alla Abbadia
Ore 11.45 ritrovo sul piazzale del pullman e partenza per LORO PICENO
Ore 12.15 arrivo a LORO PICENO, visita al borgo
Ore 13.00 Pranzo al Ristorante “Le Grazie” a LORO PICENO
Ore 14.30 partenza per visita ai borghi URBISAGLIA, TOLENTINO, CASTELLO DELLA RANCIA
Rientro per cena a Macerata
SERATA: M OMENTO DI PREGHIERA E VISITA ALLA CITTÀ
Salvia, distrutta da Alarico tra il 408 e il 410 e
Abbadia di Fiastra poi abbandonata. Contemporaneamente fu
Il centro abitato Abbadia di Fiastra lega il suo avviata anche la bonifica dei terreni circostan-
nome all'Abbazia di Chiaravalle di Fiastra che ti.
è una delle abbazie cistercensi meglio conser- La Chiesa abbaziale è una monumentale co-
vate in Italia. Qui l'ideale benedettino di lavo- struzione regolata dalle severe forme cister-
ro e preghiera, oltre a diventare concreto e censi.
visibile attraverso un linguaggio architettoni- A fianco della chiesa è ancora oggi conservato
co di rara bellezza, ha saputo segnare profon- il mona-
damente anche stero,
la storia del realizzato
territorio circo- anch’esso
stante arric- secondo
chendola di gli schemi
preziose ed cistercen-
interessanti si, con un
testimonianze. bel chio-
stro rico-
STORIA struito nel
L'Abbazia di XV secolo.
Chiaravalle di L’Abbazia
Fiastra fu fon- conobbe
data nel 1142, una rigo-
quando Guar- gliosa
nerio II, duca di floridezza per tre secoli e, grazie ai Monaci
Spoleto e marchese della Marca di Ancona, Cistercensi che osservavano la regola di San
donò un vasto territorio nei pressi del fiume Benedetto "Ora et labora", promosse lo svi-
Fiastra ai Monaci Cistercensi dell’Abbazia di luppo religioso, economico e sociale di tutta
Chiaravalle di Milano. I religiosi arrivati da l’area. Nel 1422 venne saccheggiata da Brac-
Milano iniziarono la costruzione del monaste- cio da Montone ed in seguito l’Abbazia fu
ro utilizzando anche materiale proveniente affidata ad otto cardinali commendatari; nel
dalle rovine della vicina città romana di Urbs 1581 passò alla Compagnia di Gesù ed infine
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21. nel 1773 l’intera proprietà fu leggere un capitolo della
ceduta alla nobile famiglia regola di San Benedetto.
Bandini e quindi, per volontà Il lato sud del chiostro ospi-
dell’ultimo erede di questa, tava le cucine e i refettori.
all’attuale Fondazione Giu- All'inizio del XIX secolo que-
stiniani Bandini. sti locali sono stati demoliti
Su invito della Fondazione, per fare spazio al Palazzo
nel marzo 1985 i Monaci Giustiniani Bandini. Oggi
Cistercensi, provenienti resta solo il Refettorio dei
anche questa volta da Mila- conversi (monaci dediti al
no, sono ritornati a vivere lavoro manuale) con volte a
nell'Abbazia di Chiaravalle di crociera e sette colonne
Fiastra. La loro presenza ha composte da basamenti,
ridato vita all'antico mona- fusti e capitelli provenienti
stero portandolo ad essere dalle rovine della vicina città
di nuovo un punto di riferi- di Urbs Salvia. Sul lato ovest
mento spirituale per tante del chiostro si trova il cella-
persone. rium che era usato come
Complesso abbaziale magazzino e deposito.
Il complesso si presenta nella sua struttura Sotto al lato nord del chiostro si trova la Sala
originaria, con la chiesa abbaziale che occupa delle Oliere che originariamente era usata dai
il lato nord del chiostro. monaci per la conservazione dell'olio e dove
La chiesa è dedicata alla Vergine Maria, come adesso è allestita la Raccolta Archeologica
è consuetudine per i cistercensi. In stile ci- Abbadia di Fiastra. Il lato sud del chiostro è
stercense-lombardo-borgognone, presenta attualmente occupato dal Palazzo Giustiniani
tre navate, ed ha l'altare rivolto verso est e si Bandini, fatto costruire dalla famiglia Bandini
presenta spoglia ed austera in quanto il Capi- che, alla soppressione della Compagnia di
tolo generale dell'Ordine cistercense proibiva Gesù, aveva ottenuto in enfiteusi tutti i beni
l'uso di decorazioni ed affreschi. È quasi com- dell'Abbazia di Chiaravalle di Fiastra.
pletamente costruita in laterizio; in pietra, Sul lato est del chiostro, a fianco della chiesa,
proveniente dalle rovine romane di Urbs Sal- si apre un passaggio che conduce alle Grotte
via, sono i portali, i rosoni e i capitelli che del monastero, sotterranei con temperatura
furono scolpiti dai monaci stessi con motivi costante tutto l'anno, che venivano usate dai
floreali, geometrici ed arabeschi. monaci per la conservazione dei viveri. Lo
stesso passaggio conduce alle Cantine dove
Il chiostro è il simbolo della vita monastica. venivano lavorate le uve raccolte nelle vigne
Nelle sue forme attuali è frutto della ristruttu- dell'Abbazia. Furono edificate nel periodo dei
razione operata alla fine del 1400 dai cardina- Gesuiti e sono formate da un grande locale
li commendatari, dopo il saccheggio del 1422. con un piano interrato; qui è stato recente-
Il pozzo ottagonale al centro del chiostro era mente allestito il Museo del Vino.
usato per attingere l'acqua da una cisterna
dove veniva convogliata l'acqua piovana. La LA CHIESA ABBAZIALE
struttura in ferro è del periodo dei Gesuiti. LA STRUTTURA
Il lato a fianco alla chiesa era per la preghiera; La pianta della chiesa è a croce latina a tre
sul lato orientale si trovava la Sala del capito- navate. Misura 70 metri di lunghezza
lo dove ogni giorno i monaci si riunivano per
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22. L'Abbazia di Fiastra fondata da S.Bernardo
tramite l'Abbazia di Chiaravalle Milanese,
esprime in modo nitido le caratteristiche di
povertà, semplicità, essenzialità con evidenti
analogie alle chiese cistercensi di Lombardia,
da cui provenivano i monaci di Fiastra.
In base a tali criteri la chiesa non aveva altri
elementi decorativi se non i capitelli, tutti
diversi per forma e decorazione, ornati preva-
lentemente cori motivi floreali, agresti o ara-
bescati: gigli, foglie, rosette, rami, pesci, uc-
celli; ad eccezione di un
(compreso il portico) e 20 di larghezza. La drago che inghiotte un serpente, riproducen-
navata centrale, alta 25 metri, riceve la luce
te lo stemma del Duca di Spoleto e Marchese
da 8 semplici monofore centinate, oltre che
di Ancona, Guarnerio, il mecenate che aveva
dal rosone della facciata. Le volte originaria-
offerto i suoi beni per la fondazione dell'Ab-
mente erano tutte a crociera come quella
bazia.
della prima campata vicino alla porta e quella
Fa eccezione solo la Madonna di Scuola Sa-
del presbiterio. Ora invece, da quando l'Abba-
limbeni di cui si parla più avanti.
zia fu saccheggiata da Forte Braccio da Mon-
LA FACCIATA
tone, Signore di Perugia nel 1422, la copertu-
La facciata si presenta semplice con un avan-
ra è a capriate. Il presbiterio quadrangolare è
corpo formato da un portico a tre campate -
illuminato da un rosone più semplice di quel-
rinnovato nel 1904 e restaurato nel 2010 -
lo della facciata. Il coro ligneo e la sede del
con volte a crociera che poggiano su colonne
celebrante sono di fattura recente (1995).
addossate ai muri. E’ illuminato da quattro
Funge da base del nuovo altare maggiore
trifore a colonne binate e ha un bel portale in
un'ara pagana proveniente dall'antica vicina
marmo grigio, terminante in un arco a tutto
città di Urbs Salvia, da cui i Cistercensi aspor-
sesto.
tarono molto materiale. L'ara presenta scolpi-
Vi si accede con tre gradini dall'ampio piazza-
ta in facciata una croce, circondata da raggi
le realizzato nel 1998.
solari. Queste caratteristiche, proprie delle
La facciata che termina con un profilo a fron-
croci dei Cavalieri del Tempio, detti Templari,
tone, è abbellita da un gran rosone e da una
farebbero pensare a una presenza di questi
fascia di archetti.
cavalieri per l'accoglienza dei viandanti e dei
IL ROSONE
pellegrini. Tale ipotesi è avvalorata da alcuni
Il rosone di marmo è formato da una raggiera
grafiti rappresentanti cavalli e cavalieri, esi-
di 12 colonnine agili e slanciate, disposte
stenti negli archi della foresteria.
radialmente, partenti da un nucleo centrale e
LO STILE
raccordate tra loro da archi a tutto sesto. A
L'architettura cistercense rispecchia la spiri-
decoro della facciata e dei fianchi vi è un sem-
tualità di questo Ordine che, nato come rifor-
plice motivo di archetti intrecciati in cotto
ma dell'Ordine benedettino di Cluny, ricerca-
scalpellato e due file di denti di sega, eseguiti
va l'autenticità nella povertà, ispirandosi ai
con mattoni posti di spigolo, con inclinazione
Padri del deserto e rifiutando tutto ciò che
diversa.
appariva superfluo. Così anche le chiese ci-
IL PORTALE
stercensi nascevano spoglie in contrapposi-
Il portale di accesso alla chiesa, in marmo
zione a quelle cluniacensi che abbondavano
policromo, alterna pilastri e colonne, con
in ornamenti e decorazioni.
notevole effetto cromatico e plastico; i capi-
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23. telli sono modellati semplicemente a foglia- anch'esse quadrangolari, si affacciano sul
me accartocciato. transetto, i cui bracci, originariamente a una
L'INTERNO sola campata con una volta a crociera, ora
All'ingresso si rimane subito colpiti dall'armo- sono divisi da un'arcata rompitratta. All'incro-
nia di linee e spazi, come pure dall'imponenza cio della navata centrale col transetto sopra
e dalla grandiosità della struttura, anche se la volta si elevava, secondo l'uso cistercense,
menomata dagli avvenimenti storici che la torre campanaria che si suppone fosse
l'hanno privata di gran parte della copertura molto alta e solenne a imitazione di quella di
originale e del tiburio (la torre campanaria Chiaravalle Milanese, dai cui monaci questa
che si innalzava al centro del transetto, carat- abbazia fu fondata.
teristica delle abbazie cistercensii). Semplicità Nel braccio sinistro del transetto c'è la porta
e povertà e anche la luce che penetra dalle che conduce al cimitero dei monaci, ripristi-
monofore accentuan il richiamo alla contem- nato nell'anno 2000; nel braccio destro inve-
plazione e alla preghiera. ce c'era una porta più piccola che immetteva
Le arcate con archi a tutto sesto sono soste- nella sacrestia e più in alto c'è quella che
nute da robusti pilastri quadrilobati sormon- conduce al dormitorio dei monaci.
tati da pregevoli capitelli. OPERE PITTORICHE
Altrettanti pilastri minori sorreggono gli archi Solo a partire dal secolo XV, al tempo dei
delle navate laterali, dalle volte a crociera Cardinali Commendatari, si sono aggiunte le
liscia, che risultano così raddoppiate rispetto poche decorazioni pittoriche della chiesa
alla navata centrale e danno un'immagine abbaziale.
molto suggestiva nello snodarsi delle arcate. A metà parete della navata destra c'è una
PILASTRI E PEDUCCI Madonna col Bambino tra S.
Nei pilastri maggiori le Nicola di Bari e S. Sebastia-
semicolonne non partono no, del 1539: un affresco
dal pavimento ma all'altez- senza grandi pregi. Con tutta
za di circa mt. 2.50, da probabilità si tratta di un ex-
mensole o peducci di pietra voto.
a forma di cono rovesciato Al terzo pilastro a sinistra
e si ergono addossate a della navata centrale è raffi-
larghe lesene nei cui angoli gurato S. Amico, monaco
sono inserite le colonnine converso cistercense: un
da cui partono i costoloni affresco del 1539 dalle linee
di volta di recente fattura. essenziali e dal cromatismo
Nei pilastri intermedi inve- elementare.
ce la semicolonna si eleva Nell'ultimo pilastro a sinistra
da terra mozza fino all'al- possiamo ammirare un'altra
tezza di 9 metri. Madonna col Bambino.
I quattro pilastri dell'ultima Lo stile è il gotico internazio-
campata della navata centrale sono formati nale della Scuola marchigiana della fine del
da possenti dadi murari lungo i quali si addos- XIV secolo.
sava il coro dei monaci, con ogni probabilità Il dipinto è attribuito alla Scuola fratelli Salim-
sono componenti originali di un primo nucleo beni da S. Severino. La Vergine siede sul trono
della costruzione, come si rileva anche da finemente intarsiato.
altre chiese cistercensi. Lo sfondo formato da due archi dà il senso
IL TRANSETTO della profondità e l'immagine sembra uscire
Ai lati del presbiterio quattro cappelle, dal fondo dominando la scena.
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