IL CHIAMATO ALLA CONVERSIONE - catechesi per candidati alla Cresima
Asteroidi e comete pericoli per la terra
1. 18/01/2012 Città della
Pieve
Asteroidi,comete e il pericolo
per la terra.
Di Federico Pelliccia e
Manlio Suvieri
Relatore: Federico Pelliccia
2. •Il sistema solare comprende 8 pianeti
principali di cui 4 rocciosi e gli altri quattro
gassosi(ciascuno accompagnato dai relativi
satelliti naturali) e diversi pianeti “nani” tra
cui “Eris” e Plutone.
Di Federico Pelliccia e Manlio Suvieri Relatore Federico Pelliccia
3. Marte ha due satelliti Demos e Fobos
Giove ha 67 satelliti naturali
Saturno ha 62 satelliti naturali più tutti i corpuscoli degli anelli
Urano ha 27 satelliti naturali
Nettuno ha 13 lune
Plutone ha 5 lune
più un gran numero di corpi minori (comete e asteroidi) e materia
interplanetaria. L’insieme di tutti questi corpi costituisce il nostro
Sistema Solare.
4. L'ipotesi nebulare attualmente è quella generalmente
accettata, afferma che il sistema solare ha avuto origine
dal collasso gravitazionale di una nube gassosa, la
nebulosa solare(circa 4,5miliardi di anni fa).
Si calcola che la nebulosa avesse un diametro di circa 100 UA e una massa
circa 2-3 volte quella del Sole.
5. Dopo cento milioni di anni
la pressione e la densità
dell'idrogeno nel centro
nella nebulosa divennero
grandi a sufficienza per
avviare la fusione
nucleare nella protostella.
Il vento solare prodotto
dal neonato Sole spazzò
via i gas e le polveri
residui del disco
allontanandoli nello
spazio interstellare e
fermando così il processo
di crescita dei pianeti.
(il vento solare)
6. Nel Settecento Johann Daniel Tietz (latinizzato in Titius)
scoprì una relazione empirica che permette di ricavare le
distanze dei pianeti dal Sole tramite una semplice
sequenza numerica. La relazione fu successivamente
solo divulgata da Bode e prende oggi il nome di legge di
Titius-Bode.
La sequenza parte da 0, passa a 3 e raddoppia di volta in
volta: 0, 3, 6, 12, 24, 48, 96, 192, 384, 768.
Aggiungendo 4 a ciascun numero e dividendo il risultato
per 10, si ottiene la distanza approssimativa dell’orbita in
U. A.
7. Pianeta a (U.A.) Legge di Titus-
Bode
Mercurio 0,39 (0+4)/10 = 0,4
Venere 0,72 (3+4)/10 = 0,7
Terra 1 (6+4)/10 = 1,0
Marte 1,52 (12+4)/10 = 1,6
Fascia degli 2,77 (24+4)/10 = 2,8
asteroidi
Giove 5,2 (48+4)/10 = 5,2
Saturno 9,54 (96+4)/10 = 10,0
Urano 19,18 (192+4)/10 =
19,6
Nettuno 30,06 (384+4)/10 =
38,8
Plutone 39,48 (768+4)/10 =
77,2
Come si evince dalla tabella, anche la fascia degli asteroidi segue questa
legge, occupando il posto compreso tra Marte e Giove, ma Nettuno e Plutone
possiedono uno scarto rilevante.
8. La fascia principale degli asteroidi è una
regione del sistema solare compresa fra le
orbite di Marte e Giove, che contiene la
maggiore concentrazione di asteroidi del
sistema solare.
Quasi metà della massa della fascia
principale è contenuta nei quattro asteroidi
più importanti: Cerere il più grande (1000km
di diametro) ed il primo ad essere scoperto,
dall’italiano Giuseppe Piazzi nel 1801, 4
Vesta, 2 Pallas e 10 Hygiea, che hanno tutti
diametri di oltre 400 km. Cerere in
particolare ha un diametro di circa 950 km
ed è l'unico identificato come pianeta nano.
I rimanenti oggetti della fascia hanno
dimensioni molto inferiori, fino a poco più
che particelle di pulviscolo.
9. Un asteroide (a volte chiamato pianetino o planetoide) è un corpo
celeste simile per composizione ad un pianeta roccioso ma più
piccolo, e generalmente privo di una forma sferica; ha in genere un
diametro inferiore al chilometro, anche se non mancano corpi di
grandi dimensioni.
243 Ida e la sua luna Dactyl, il primo satellite di un asteroide ad essere stato scoperto.
10. Secondo l'ipotesi della nebulosa la fascia
degli asteroidi conteneva INIZIALMENTE
una quantità di materia più che sufficiente
per formare un pianeta.
tuttavia i planetesimi presenti non poterono
fondersi in un unico corpo a causa
dell'interferenza gravitazionale prodotta da
Giove venutosi a formare prima.
Allora come oggi le orbite dei corpi nella
fascia degli asteroidi sono in risonanza con
Giove, tale risonanza causò la fuga di
numerosi planetesimi verso lo spazio
esterno e impedì agli altri di consolidarsi in
un corpo massiccio.
Sempre secondo questa ipotesi gli asteroidi
osservati oggi sono i residui dei numerosi
planetesimi che si sarebbero formati nelle
prime fasi della nascita del sistema solare.
11. Nella meccanica celeste, la risonanza orbitale avviene quando due corpi
orbitanti hanno periodi di rivoluzione tali che il loro rapporto è esprimibile in
frazioni di numeri interi piccoli.
Quindi i due corpi esercitano, l'un l'altro, una regolare influenza
gravitazionale. Questo fenomeno può stabilizzare le orbite e proteggerle da
perturbazioni gravitazionali. Per esempio:Plutone, e alcuni piccoli corpi
celesti chiamati Plutini, sono salvati dall'espulsione da una risonanza 3:2
con Nettuno. Tre rivoluzioni di Nettuno corrispondono esattamente a due
rivoluzioni di Plutone.
Gli asteroidi Troiani si possono considerare protetti da una risonanza 1:1
con Giove.
La risonanza orbitale può anche destabilizzare una delle orbite.
Per esempio: Ci sono una serie di zone quasi vuote nella fascia di asteroidi
chiamate lacune di Kirkwood, dove gli asteroidi sarebbero in risonanza
orbitale con Giove, che ne causerebbe l'espulsione
12. .
I punti lagrangiani identificano un particolare punto di un'orbita in un
sistema di corpi, di un pianeta o di un satellite; i punti lagrangiani sono gli
unici punti in cui si possono situare corpi minori, o gruppi di corpi minori,
per condividere stabilmente l'orbita di un corpo più grande, in quanto le
attrazioni gravitazionali si annullano. Situazione tipica è quella degli
asteroidi Troiani, tra cui i più famosi sono quelli di Giove (recentemente
sono stati scoperti i "Troiani di Nettuno") organizzati in due gruppi(gruppo
di Achille,e gruppo di Patroclo)che condividono l'orbita del gigante, uno
che lo precede di 60° e l'altro che lo segue alla stessa distanza angolare.
La famiglia di asteroidi Hilda: In verità non si tratta di una famiglia vera
e propria, poiché i corpi che la compongono non discendono da un
comune oggetto progenitore; è tuttavia una famiglia dinamica, composta
da asteroidi intrappolati in un rapporto di risonanza orbitale 2:3 con il
pianeta Giove.
Gli asteroidi Hilda percorrono le loro orbite in modo tale da raggiungere
l'afelio in posizione diametralmente opposta(rispetto a Giove).
La famiglia deve il suo nome all'oggetto principale che vi appartiene,
l'asteroide Hilda, appunto
13.
14. Gli oggetti di grande massa hanno
un campo gravitazionale sufficiente
ad impedire la perdita di grandi
quantità di materia in seguito ai
violenti impatti con altri corpi celesti
(i frammenti ricadono sulla
superficie del corpo principale). I
corpi più massicci della fascia degli
asteroidi non sarebbero stati invece
sufficientemente dotati di massa: le
collisioni li hanno frantumati ed i
frammenti sono sfuggiti alla
reciproca attrazione gravitazionale.
La prova delle avvenute collisioni è
osservabile nelle piccole lune che
orbitano attorno agli asteroidi più
grandi che possono essere
considerati frammenti la cui energia
non è stata sufficiente per potersi
separare dal corpo principale.
15. L'alto numero di asteroidi presenti(si ipotizza siano circa un milione)
porta, infatti, ad un ambiente molto attivo, dove le collisioni reciproche
avvengono piuttosto frequentemente (in termini astronomici). Una
collisione può spezzare un asteroide in molti piccoli frammenti
(portando alla formazione di una famiglia di asteroidi), o può unire due
asteroidi se avviene ad una bassa velocità relativa. Dopo cinque
miliardi di anni, la fascia degli asteroidi odierna somiglia quindi molto
poco a quella originale
La maggior parte degli asteroidi hanno eccentricità orbitale inferiore
a 0,4 e inclinazione inferiore a 30°.
Pertanto un tipico asteroide ha un'orbita quasi circolare che giace nel
piano dell'eclittica, mentre solo alcuni hanno orbite fortemente
eccentriche che si estendono al di fuori del piano di quest’ultima.
Gli asteroidi non sono però distribuiti uniformemente: alcune "zone",
definite come gruppi di asteroidi con lo stesso periodo orbitale,
oppure la stessa inclinazione e così via, sono piuttosto fitte, altre
quasi vuote (le zone vuote sono dette lacune di Kirkwood).
16. La Fascia di Kuiper (o Fascia di Edgeworth-Kuiper) è una regione del
Sistema Solare che si estende dall'orbita di Nettuno (alla distanza di 30
UA) fino a 50 UA dal Sole. Si tratta di una fascia di asteroidi esterna
rispetto all'orbita dei pianeti maggiori.
Nella fascia sono stati scoperti più di 800 oggetti (Kuiper belt objects, o
KBO). Il più grande è il pianeta nano Eris, scoperto nel 2005; prima di
allora si riteneva che il primato spettasse a Plutone, assieme al suo
satellite Caronte; intanto a partire dall'anno 2000 sono stati trovati altri
oggetti di dimensioni ragguardevoli: 50000 Quaoar, scoperto nel 2002, è
grande la metà di Plutone, e quindi è più grande del maggiore degli
asteroidi tradizionali, Cerere. Gli altri KBO sono progressivamente più
piccoli. L'esatta classificazione di questi oggetti non è chiara, perché sono
probabilmente molto differenti dagli asteroidi più interni.
La maggior parte dei KBO, come si è visto usando la spettroscopia, sono
costituiti da ghiaccio ed hanno la stessa composizione chimica delle
comete, e così come nelle comete è evidente la presenza di composti
organici. Molti astronomi pensano che siano appunto comete che, non
avvicinandosi mai al Sole, non emettono la loro coda. La distinzione tra
cometa e asteroide non è molto chiara e le incertezze abbondano, come
mostrato dal caso dell'asteroide 2060 Chirone.
17.
18. La teoria dice che la fascia di Kuiper fu inizialmente una regione
esterna occupata da corpi ghiacciati dalla massa insufficiente per
potersi consolidare in un pianeta. In origine il suo bordo interno era
appena oltre l'orbita di Urano e Nettuno, all'epoca della loro
formazione (probabilmente tra le 15 e 20 UA). Il suo bordo esterno
era ad una distanza di circa 30 UA. Gli oggetti della fascia che
entrarono nel sistema solare esterno causarono le migrazioni dei
pianeti.
La risonanza orbitale 2:1 tra Giove e Saturno spinse Nettuno dentro
la fascia di Kuiper, provocando la dispersione di numerosi dei suoi
corpi. Molti di essi furono spinti verso l'interno fino ad interagire con
la gravità gioviana che spesso li spinse su orbite molto ellittiche e a
volte fuori dal sistema solare. Gli oggetti spinti sulle orbite altamente
ellittiche vanno a far parte della nube di Oort. Alcuni oggetti spinti
verso l'esterno da Nettuno formano la porzione del "disco disperso"
degli oggetti della fascia di Kuiper.
Nella fascia di Kuiper,stazionano sia asteroidi sia
comete,forse discese dalla nube di Oort
19. La nube di Oort (dal nome del suo scopritore Jan Oort)
sarebbe una nube sferica di comete posta tra 20.000 e
100.000 UA, o 0,3 e 1,5 anni luce dal Sole, cioè circa 2400
volte la distanza tra il Sole e Plutone.
Questa nube non è mai stata osservata perché troppo
lontana e buia perfino per i telescopi odierni, ma si ritiene che
sia il luogo da cui provengono le comete di lungo periodo
(come la Hale-Bopp e la Hyakutake, recentemente avvistate)
che attraversano la parte interna del sistema solare. Le
comete dette di corto periodo (tra le quali la Halley è la più
famosa) potrebbero invece venire dalla fascia di Kuiper.
20. •Secondo la teoria, la nube di
Oort contiene milioni di nuclei di
comete, che, disturbati da
interferenze gravitazionali,
modificano la loro orbita
penetrando all’interno del
sistema solare dando origine ad
una nuova cometa . La nube
fornisce una provvista continua
di nuove comete, che
rimpiazzano quelle distrutte dai
ripetuti passaggi vicino al Sole.
La teoria sembra confermata
dalle osservazioni successive,
che ci mostrano come le comete
provengano da ogni direzione,
con simmetria sferica.
La nube di Oort è un residuo della nebulosa originale da cui si formarono
il Sole e i pianeti cinque miliardi di anni fa ed è debolmente legata al
sistema solare. Si pensa che anche le altre stelle abbiano una nube di Oort
e che i bordi esterni delle nubi di due stelle vicine possano a volte
sovrapporsi, causando un'occasionale "intrusione" cometaria.
21.
22. I Centauri sono una classe di planetoidi ghiacciati del sistema
solare che descrivono un'orbita intorno al Sole compresa fra quelle
di Giove e Nettuno;
Chirone, il primo centauro ad essere scoperto, fu individuato nel
1977 e classificato inizialmente come un asteroide di tipo C. Tra il
1986 ed il 1988 le osservazioni dell'asteroide indicarono, senza alcun
dubbio, delle variazioni di luminosità, attribuibili alla dispersione di
materiali volatili. In poche parole, Chirone, nel suo avvicinamento al
perielio, iniziava a sviluppare una chioma cometaria; per la sua
duplice natura, è oggi ufficialmente classificato sia come asteroide
che come cometa (95/P Chiron), anche se le sue dimensioni sono di
gran lunga maggiori di quelle tipiche dei nuclei cometari conosciuti
(132-142 km di diametro contro, ad esempio, gli 8-16 km della cometa
di Halley).
Per questo motivo proseguono le controversie sulla sua
classificazione, mentre altri centauri vengono costantemente
monitorati per individuare eventuali segnali di attività cometaria.
23. Gli studi dinamici condotti sulle loro traiettorie indicano che i
Centauri costituiscono molto probabilmente una condizione orbitale
intermedia per i corpi celesti provenienti dalla fascia di Edgeworth-
Kuiper che si apprestano a trasformarsi in comete a corto periodo
della famiglia di Giove.
La loro evoluzione inizia nel sistema solare esterno, dove
occasionali perturbazioni gravitazionali possono sospingere i
planetoidi della fascia in direzione del Sole, portandoli ad incrociare
l'orbita di Nettuno ed eventualmente ad interagire gravitazionalmente
con il pianeta.
Le loro orbite non restano stabili, ma divengono ALTAMENTE
CAOTICHE, evolvendo in modo rapido e imprevedibile man mano che
essi compiono ripetuti avvicinamenti a uno o più degli altri giganti
gassosi.
24. Il termine cometa viene dal greco (kométes), cioè chiomato, dotato di
chioma.
Una cometa è un oggetto celeste relativamente piccolo, simile ad un
asteroide ma composto prevalentemente di ghiaccio.
Nel Sistema solare, le orbite delle comete generalmente si estendono
oltre quella di Plutone.
Le comete che entrano nel sistema interno, e si rendono quindi visibili
ad occhi umani, hanno orbite ellittiche.
Spesso descritte come "palle di neve sporche", le comete sono
composte per la maggior parte di sostanze volatili come biossido di
carbonio, metano e acqua ghiacciati, con mescolati aggregati di
polvere e vari minerali.
La sublimazione delle sostanze volatili quando la cometa è in
prossimità del Sole causa la formazione della chioma e della coda.
25. Quando le comete sono prossime al
Sole diventano attive e se ne
distinguono le componenti principali
Una cometa è costituita: da un nucleo
solido
La chioma consiste di una densa nube
di acqua, biossido di carbonio e gas
neutri che vengono sublimati dalla
radiazione solare
La nube di idrogeno è molto estesa (alcuni
milioni di km) ed ha un inviluppo di idrogeno
sparso nello spazio interplanetario
La coda di polvere è composta di
particelle di polvere molto piccole
generate nel nucleo dai gas che lo
compongono. È la parte prominente
della cometa, quella maggiormente
visibile (ad occhio nudo) e si estende
fino a 10 milioni di km di lunghezza.
La coda di ioni è costituita dal plasma prodotto
dalla interazione con il Vento Solare e si
estende per oltre 100 milioni di km.
26. La cometa di Halley o 1P/Halley,
ritratta in una fotografia del 1986
(ossia in occasione del suo
ultimo perielio,il prossimo sarà
nel 2061)Sono ben evidenti le
“due code” della cometa.
La cometa Hale-Bopp o C/1995 O1
(Hale-Bopp) fotografata in
occasione del suo primo ed ultimo
perielio (trattandosi di una cometa
non periodica) durante l’aprile
1997.Anche in questo caso sono
ben distinte le due code.
27. Le comete sono usualmente classificate in base alla lunghezza del loro
periodo orbitale.
Sono definite comete di corto periodo quelle che hanno un periodo orbitale
inferiore a 200 anni. La maggior parte di esse percorre orbite che giacciono
in prossimità del piano dell'eclittica .
Le comete di lungo periodo percorrono orbite con elevate eccentricità e
con periodi compresi tra 200 e migliaia o anche milioni di anni.
Le comete extrasolari (in inglese, Single-apparition comets - comete da una
singola apparizione) percorrono orbite paraboliche o iperboliche che le
portano ad uscire permanentemente dal Sistema solare dopo esser passate
una volta in prossimità del Sole .
Comete recentemente scoperte nella fascia principale degli asteroidi (cioè
corpi appartenenti alla fascia principale che manifestano attività cometaria
durante una parte della loro orbita), percorrono orbite semi-circolari e sono
state classificate in una classe a sé .
Esistono infine le comete radenti , dal perielio così vicino al Sole che
sfiorano letteralmente la superficie solare ed hanno breve vita
28. Le comete hanno vita relativamente breve. I ripetuti passaggi vicino
al Sole le spogliano progressivamente degli elementi volatili, fino a
che la coda non si può più formare, e rimane solo il materiale
roccioso. Se questo non è abbastanza legato, la cometa può
semplicemente svanire in una nuvola di polveri. Se invece il nucleo
roccioso è consistente, la cometa è adesso diventata un asteroide
inerte, che non subirà più cambiamenti.
La frammentazione delle comete può essere attribuita
essenzialmente a tre effetti: all'urto con un asteroide, ad effetti
mareali di un corpo maggiore, quale conseguenza dello shock
termico derivante da un repentino riscaldamento del nucleo
cometario. Spesso episodi di frantumazione seguono fasi di intensa
attività della cometa, indicate col termine inglese outburst. La
frammentazione può comportare un aumento della superficie
esposta al Sole e può risolversi in un rapido processo di
disgregazione della cometa.
29. (Mosaico di immagini
della cometa
Shoemaker-Levy prima
dell'impatto con Giove)
Alcune comete possono subire una fine più violenta:
cadere nel Sole oppure entrare in collisione con un
pianeta, durante le loro innumerevoli orbite che
percorrono il Sistema solare in lungo e in largo.
Le collisioni tra pianeti e comete sono piuttosto
frequenti su scala astronomica: la Terra incontrò una
piccola cometa nel 1908, che esplose nella taiga
siberiana causando l'evento di Tunguska, che rase al
suolo migliaia di chilometri quadrati di foresta.
30. La collisione di una grossa cometa
con la Terra sarebbe un disastro
immane se avvenisse vicino ad una
grande città, perché causerebbe
sicuramente migliaia, se non milioni
di morti.
Fortunatamente, seppur frequenti su scala astronomica, tali eventi sono molto
rari su scala umana, e i luoghi densamente abitati della Terra sono ancora
molto pochi rispetto alle vaste aree disabitate o coperte dai mari.
Nel 1910 la Terra passò attraverso la coda della Cometa di Halley, ma le
code sono talmente immateriali che il nostro pianeta non subì il minimo
effetto.
In realtà recenti studi sostengono che le comete abbiano avuto un ruolo
di fondamentale importanza per la formazione della vita sulla terra,in
quanto portatrici di acqua e sostanze organiche fondamentali.
31. Il nucleo di ogni cometa perde continuamente materia, che va a
formare la coda.
La parte più pesante di questo materiale non è spinta via dal vento
solare, ma resta su un'orbita simile a quella originaria.
Col tempo, l'orbita descritta dalla cometa si riempie di sciami di
particelle piccolissime, ma molto numerose, e raggruppate in nubi
che hanno origine in corrispondenza di un periodo di attività del
nucleo.
Quando la Terra incrocia l'orbita di una cometa in corrispondenza di
una nube, il risultato è uno sciame di stelle cadenti, come le famose
"lacrime di San Lorenzo" (10 agosto), o numerosi sciami più piccoli e
meno conosciuti.
A volte le nubi sono densissime: la Terra incrocia ogni 33 anni, la
parte più densa della nube delle Leonidi, derivanti dalla cometa
55P/Tempel-Tuttle, nel 1833 e nel 1966 le Leonidi diedero luogo a
"piogge", con conteggi superiori alle dieci meteore al secondo.
32. Dai primi anni del XX secolo divenne usanza comune nominare le comete
con il nome degli scopritori
Una cometa può essere nominata dal nome di non più di tre scopritori.
In anni recenti, molte comete sono state scoperte da strumenti manovrati
da un consistente numero di astronomi ed in questi casi le comete possono
essere nominate dalla denominazione dello strumento. Per esempio, la
Cometa IRAS-Araki-Alcock fu scoperta indipendentemente dal satellite IRAS
e dagli astronomi amatoriali Genichi Araki e George Alcock.
Oggi che la maggior parte delle comete viene scoperta da alcuni strumenti
(nel dicembre del 2010, il telescopio orbitante solare SOHO ha scoperto la
sua duemillesima cometa) questo sistema è divenuto poco pratico e non è
fatto per assicurare ad ogni cometa un nome univoco, composto dalla
denominazione dello strumento e dal numero. Invece, è stata adottata una
designazione sistematica delle comete per evitare confusione.
33. Nella nomenclatura astronomica per le comete, la lettera
che precede l'anno indica la natura della cometa e può
essere:
P/ indica una cometa periodica (definita a tale scopo come
avente un periodo orbitale inferiore ai 200 anni o di cui sono
stati osservati almeno due passaggi al perielio);
C/ indica una cometa non periodica (definita come ogni
cometa che non è periodica in accordo alla definizione
precedente);
D/ indica una cometa disintegrata o "persa“;
X/ indica una cometa per cui non è stata calcolata un'orbita
precisa (solitamente sono le comete storiche).
A/ indica un oggetto identificato erroneamente come
cometa ma che è in realtà un asteroide.
34. Un oggetto near-Earth (in inglese near-Earth object -
abbreviato NEO) è un oggetto del Sistema Solare la cui
orbita può intersecare quella della Terra. Tutti i NEO
hanno la distanza del perielio inferiore a 1,3 UA
I NEO comprendono i seguenti tipi di oggetti:
alcune migliaia di asteroidi near-Earth
le comete la cui orbita si avvicina alla Terra
le sonde orbitanti intorno al Sole
i meteoroidi sufficientemente grandi da essere
intercettati nello spazio prima di colpire la Terra.
35. È ormai ampiamente accettato dalla comunità scientifica che le
collisioni di asteroidi con la Terra avvenute in passato hanno avuto
un ruolo significativo nel disegnare la storia geologica e biologica
del pianeta.
L'interesse verso i NEO è aumentato dagli anni '80 in poi con
l'aumento della consapevolezza del potenziale rischio di impatti di
questo tipo di oggetti con la Terra.
Uno studio scientifico ha dimostrato che Stati Uniti e Cina sono le
nazioni più vulnerabili ad un impatto di un meteorite.
La categoria degli asteroidi pericolosi (chiamati anche NEA)
possiede un'orbita che giace tra le 0,983 e 1,3 UA dal Sole (al
Perielio). Quando un NEA viene rilevato si provvede a trasmettere i
relativi dati all'Minor Planet Center per la catalogazione.
36. Le orbite di alcuni di questi asteroidi intersecano pericolosamente
quella della Terra generando un “pericolo collisione”. Gli Stati Uniti,
l'Unione europea e altre nazioni stanno monitorando i NEO in un
progetto chiamato “Spaceguard”.
Negli Stati Uniti la NASA ha una delega del Congresso per la catalogazione
di tutti i NEO grandi almeno 1 km, il cui impatto produrrebbe effetti
catastrofici. Fino ad ottobre 2008, sono stati scoperti dalla NASA 982 oggetti
NEO. È stato stimato nel 2006 che il 20% di questi oggetti non era stato
ancora scoperto. Attualmente si sta pensando di utilizzare i telescopi
esistenti in Australia per coprire circa il 30% di cielo che ancora non è stato
scandagliato.
Gli oggetti potenzialmente pericolosi (PHO - Potentially Hazardous Objects)
sono classificati sulla base di parametri che tengono conto del potenziale
avvicinamento alla Terra. Si tratta per la maggior parte degli oggetti che
possiede una distanza di intersezione minima all'orbita terrestre (MOID)
inferiore o uguale 0,05 UA (7480000 km) e una magnitudine assoluta
inferiore o uguale a 22,0 (un indicatore grezzo della dimensione). Oggetti le
cui dimensioni sono inferiori a 150 m di diametro non sono considerati
pericolosi.
37. Cerere: una roccia ricca di acqua, è stato promosso alla categoria pianeta
nano, Orbita nella cintura degli asteroidi tra Marte e Giove la sonda Dawn
della Nasa dopo aver visitato Vesta si sta dirigendo verso Cerere, che
raggiungerà nel 2015
Baptistina: la madre dell’asteroide che estinse i dinosauri.Secondo le
ipotesi più frequenti, questa enorme roccia spaziale avrebbe impattato
contro un altro asteroide, qualcosa come 160 milioni di anni fa. La collisione
avrebbe generato una miriade di enormi frammenti di roccia in ogni
direzione e proprio uno di essi sarebbe finito sul nostro pianeta. Baptistina è
oggi un asteroide della grandezza stimata di 13/30 chilometri di diametro e
viaggia ad una velocità media di 20 chilometri al secondo.
Hektor: l’asteroide troiano di Giove, è un asteroide con una lunghezza ed
una larghezza pari a circa 370 per 200 chilometri. Questa roccia possiede
anche una luna.
38. 216 Kleopatra: l’asteroide a forma di osso di cane!
Il nome di Cleopatra gli è stato assegnato perché
le sue due lune hanno avuto origine proprio da
questa roccia, negli ultimi 100 milioni di anni.La
loro scoperta risale a febbraio di quest’anno.
Themis: è una grande roccia localizzata nella fascia principale degli asteroidi .E’ il primo e
l’unico finora noto ad avere del ghiaccio sulla sua superficie. Nel 2009, le osservazioni a
luce infrarossa confermarono la presenza di ghiaccio sulla sua superficie, così come quella
delle molecole di carbone. Queste caratteristiche rendono Themis un asteroide ghiacciato e
pertanto simile se non identico ad una cometa.
Toutatis:un asteroide in prossimità della Terra. Il suo diametro è pari a circa 5,4
chilometri. Fu scoperto il 4 gennaio 1989 e, secondo gli esperti, è passato vicino alla
Terra il 12 di dicembre 2012 alle 6:40 ad appena 6,9 milioni di km da noi (18 volte la
distanza Terra-Luna). Ma, con le sue dimensioni di 5 km, secondo le simulazioni, nel
caso puramente teorico di un impatto, avrebbe prodotto una catastrofe globale. Anche
lui, in ogni modo, è una vecchia conoscenza. Già il 29 settembre 2004 aveva effettuato
un passaggio ravvicinato a 1,5 milioni di km (un’inezia sulla scala delle distanze
astronomiche!).
Apophis: ovvero Armageddon Secondo i calcoli degli astronomi, dovrebbe passare molto
vicino alla Terra nel 2029. Il corpo celeste ha un diametro di duecento metri Si muove alla
velocità di 20 chilometri al secondo per cui l’impatto libererebbe un’energia spaventosa.
effettuerà passaggi ravvicinati nel 2013 e nel 2021.
39. l Minor Planet Center (Centro per gli oggetti minori) è
un'organizzazione dipendente dalla III divisione, Scienze dei sistemi
planetari, dell'Unione Astronomica Internazionale (UAI) ed opera
presso lo Smithsonian Astrophysical Observatory. (SAO) è un
istituto di ricerca della Smithsonian Institution con sede a
Cambridge, Massachusetts, dove si è unito con Harvard College
Observatory (HCO) per formare il Harvard-Smithsonian Center for
Astrophysics (CfA). Per incarico dell’Unione Astronomica
Internazionale, l'organizzazione è incaricata di raccogliere e
conservare i dati osservativi sui corpi minori del Sistema solare
(asteroidi e comete), calcolarne l'orbita e pubblicare tali informazioni.
Il Minor Planet Center fornisce un certo numero di servizi on line per
agevolare l'osservazione di asteroidi e comete, tra i quali il catalogo
completo delle orbite dei corpi minori (MPCORB), che può essere
liberamente scaricato.
40. Si tratta di un certo numero di progetti e tentativi per scoprire e studiare
sistematicamente ogni oggetto near-Earth (NEO).
Gli asteroidi e meteoroidi vengono scoperti casualmente da molti telescopi
(ma nel caso dei progetti specifici, il cielo viene scandagliato in modo
sistematico da propri telescopi a campo largo) che ripetutamente
sorvegliano ampi campi del cielo, scattando foto sequenziali di una stessa
zona celeste per osservare oggetti in rapido movimento.
Gli sforzi che si concentrano specificamente nella scoperta dei NEO sono
considerati parti dello "Spaceguard Survey" (Sondaggio di Guardia-
Spaziale) a prescindere dall'organizzazione alla quale siano affiliati o
dipendenti economicamente.
vari dispositivi e programmi classificabili come "Spaceguard" non hanno
rilevato in anticipo né l'evento meteorico del 6 giugno 2002 (giugno del 2002)
né il Vitim event (settembre del 2002). Comunque il 6 ottobre del 2008, il
meteoroide 2008 TC3, caduto nel Sudan venne rilevato dal telescopio di 1,5
metri di diametro del Catalina Sky Survey (CSS), osservatorio che si trova
nel Mount Lemmon, e venne monitorato estesamente fino a che non colpì la
Terra il giorno successivo.
41. Deep Impact è una sonda spaziale della NASA progettata per
studiare la composizione dell'interno di una cometa. Alle 5:52 UTC
del 4 luglio 2005 una parte della sonda ha impattato con successo il
nucleo della cometa Tempel 1, portando alla luce i detriti provenienti
dall'interno del nucleo.
Dopo il suo lancio avvenuto il 12 gennaio 2005, la navicella spaziale
Deep Impact ha impiegato 174 giorni per raggiungere la cometa
Tempel 1 a una velocità di crociera di circa 103.000 chilometri all'ora.
Una volta giunta in prossimità della cometa (il 3 luglio), si è separata
in due parti, il proiettile e la sonda (fly-by). Il proiettile ha utilizzato i
suoi propulsori per intersecare la traiettoria della cometa,
impattando 24 ore più tardi con una velocità relativa di 37.000 km/h. Il
proiettile aveva una massa di 370 chilogrammi, e nell'impatto con la
cometa ha liberato 1.96 × 1010 joule di energia cinetica, l'equivalente
di 4,5 tonnellate di TNT. Gli scienziati credono che l'energia prodotta
da questa collisione ad alta velocità sia sufficiente per creare un
cratere di con un diametro di 100 m (largo quanto il Colosseo)
42. Gli asteroidi annunciati in pericoloso avvicinamento alla Terra si sono
limitati solo a sfiorarci. Solo qualche milione di chilometri che, in termini
astronomici, equivalgono a destare ansie e paure. E come restare
indifferenti, sapendo che il nostro pianeta è segnato da una serie
considerevole di cicatrici da impatto? Gli astronomi ce lo confermano, il
numero delle rocce spaziali a rischio di collisione è molto alto. Nel loro
gergo si chiamano PHA, Potentially Hazardous Asteroids, ossia un
sottogruppo della più numerosa famiglia dei NEO, i pericolosi Near Earth
Objects .
A tal proposito in data 15 febbraio 2013,l’asteroide 2012 DA14 (circa 40 m di diametro) si troverà a
una distanza di 21000 km dalla superficie terrestre!! Quindi si tratta di uno dei massimi
avvicinamenti in assoluto per oggetti di questo diametro ! Se i dati orbitali sono esatti,l’asteroide
attraverserà velocissimo i cieli di Europa e Asia con una magnitudine pari a +6/+7, spostandosi di
un diametro lunare al minuto!
43. Al momento la popolazione degli asteroidi potenzialmente
pericolosi, con un diametro superiore a 1 km, è stimata in un
migliaio di oggetti. Del 90% conosciamo le orbite e quindi
possiamo prevedere le loro traiettorie. Diverso è il discorso
per gli asteroidi con dimensioni minori, tra 100 m e 1 km
(quelli che potrebbero arrivare sulla Terra senza «vedere»
l’atmosfera): si stima che siano almeno 150 mila e il 90% di
questa popolazione è sconosciuta!
Ma cosa dicono le probabilità? L’impatto di un asteroide di 1
km può verificarsi una volta ogni milione di anni. Per eventi
come quello di Tunguska (quando nel 1908 un «sasso
spaziale» polverizzò 60 milioni di alberi) si stima una
frequenza, in media, di una volta ogni qualche centinaio di
anni.
44. In definitiva, la probabilità che un asteroide di dimensioni importanti impatti contro
la Terra è relativamente elevata.Soprattutto se ne parliamo in termini di tempo
astronomico.Invece è un numero meno rilevante se lo consideriamo in rapporto
alla durata media della vita di un essere umano. Ed inoltre le moderne
strumentazioni ci hanno permesso di catalogare finora circa il 90% dei corpi
potenzialmente pericolosi ,di considerevoli dimensioni e di prevederne le
orbite.Infine la missione della NASA Deep Impact ha funzionato anche come un
test per provare a deviare l’orbita della cometa Tempel1 utilizzando la stessa sonda
come un proiettile scagliato ad alta velocità. I risultati sono stati positivi. Quindi
tutto ciò ci consente di vivere la nostra vita con una discreta “serenità” senza
essere ossessionati dalla possibilità costante che un asteroide possa impattare la
Terra da un giorno all’altro senza darci nemmeno il tempo di provare a cambiare il
corso dell’evento.
“Ad ogni modo è importante non prendere la questione
“sottogamba” e quindi continuare a scandagliare il cielo alla
ricerca di questi oggetti perché come abbiamo visto
precedentemente e come la storia ci insegna,non si può mai
sapere quali sorprese può riservarci lo spazio…”