2. Luigi Ghirri Pensiero e ricerca Nasce nel 1943 a Scandiano, in provincia di Reggio Emilia. Trasferitosi a Modena inizia a fotografare negli anni ‘60 ma da professionista solo negli anni ‘70, seguendo e riprendendo molte performance teatrali. Inizia a lavorare su commissione per enti locali e per l’industria. Vista la rigidità della committenza, i lavori erano tecnicamente perfetti ma molto tradizionali. Solo successivamente ha cominciato la sperimentazione, alla ricerca di uno stile personale. Il suo lavoro più celebre è Infinito , composizione di 365 fotografie scattate una ogni giorno nell’arco di un anno, le quali riprendono sempre il cielo. “ Avverto che nelle mie fotografie a volte il concetto, quella che è l’intenzione dell’opera appesantisce l’immagine; per questo cerco una qualità del colore che le alleggerisca” “ Ghirri lavorava con una tecnica semplicissima, ma precisissima. I negativi erano sempre bene esposti. Svolgeva le sue ricerche, e anche i progetti su commissione, in tempi rapidi, a volte immediati, perché sapeva già cosa e come fotografare. I negativi rispecchiavano esattamente l’inquadratura pensata, non c’era bisogno di fare tagli. Nel suo lavoro non c’è stato mai nulla di casuale.”
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21. Profili colore Prima o poi capita a tutti di rimanere delusi da una fotografia che vista a monitor ha certi colori che nella stampa non si ritrovano. Con il digitale una gestione del colore sbagliata è evidente a chiunque e proprio per questo è necessario imparare a controllarla. Tutto dipende a quali parametri fa riferimento un dispositivo mentre acquisisce e rende i colori. Questi parametri, che possono essere letti anche da altri dispositivi, sono conformi agli standard ICC (International Color Consortium) e sono chiamati profili. Ogni apparecchiatura del flusso di lavoro deve averne uno, inclusa la fotocamera. Il profilo ICC è un file di dati che permette la correzione nella periferica del colore visualizzato. Ad esempio, se con determinati dati di colore presenti in un'immagine, la periferica non riesce a riprodurli fedelmente secondo l'originale fotografato, il profilo colore apporterà le necessarie correzioni alla periferica perché con i dati cromatici di quel file si ottengano le giuste corrispondenze cromatiche nell'immagine da visualizzare. Il profilo ICC è la base del processo ma è la sua regolazione la chiave per l’assoluta accuratezza di tutto il processo.
22. Gamut: è lo spazio colore, quindi l’insieme dei colori disponibili che possono essere visti (spazio colore del monitor) o stampati (spazio colore della stampante). Metodi di creazione dei colorI RBG: sintesi additiva dei colori, utilizzato per i monitor. Sommando i colori rosso, blu e verde si ottengono tutti gli altri colori. CMYK: sintesi sottrattiva dei colori, utilizzato per la stampa. I colori ciano, magenta e giallo vengono utilizzati per sottrarre i colori non desiderati.
23. Adobe RGB (1998): sviluppato da Adobe, è uno standard raccomandato per le immagini che saranno convertite in CMYK, quindi destinate alla stampa. Ha un gamut più ampio del profilo sRGB. Utilizzando due diversi profili colore non noteremo immediatamente delle differenze, ma scegliendo di utilizzare quello con un gamut più ampio il nostro file manterrà maggiore qualità in tutte le fasi di conversione da un profilo all’altro, dal fotoritocco alla stampa. Profili sRGB: è lo spazio colore più diffuso, ideato in origine da Microsoft, è basato sulla qualità che si attende sul monitor del PC un consumatore “medio”. E’ diventato uno spazio colore considerato standard ed è utilizzato da molte macchine fotografiche e scanner. E’ stato progettato per fornire un limitato gamut, bene orientato per l’uso su internet e per operare su monitor che dispongono di caratteristiche di visione scarse.
24. Calibrazione del monitor La calibrazione del monitor è il punto di partenza per la corretta gestione del colore. Alcuni software offrono la possibilità di una calibrazione manuale ma raramente si ottengono risultati ottimali. La soluzione migliore è sicuramente affidarsi a dei colorimetri, apparecchi in grado di misurare l’intensità di un colore mostrato dal monitor. In base a queste misurazioni il colorimetro è in grado di creare un profilo colore, da aggiornare costantemente, che diventerà il profilo del monitor, e che equilibrerà in modo standard i colori anche in base alla luminosità della stanza nella quale si è soliti lavorare.
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26. Il ritratto è probabilmente il genere fotografico in assoluto più popolare; infatti per chi non considera la fotografia un hobby ma solo un modo per documentare eventi familiari, rappresenta spesso l’unica forma di fotografia. Eppure il ritratto rimane uno dei generi più difficili in fotografia, perché alle tante variabili che solitamente bisogna gestire si aggiunge quella dell’elemento umano, piena di imprevedibilità. Questo elemento può intimorire l’appassionato che vuole andare oltre alla foto ricordo ma non bisogna mai dimenticarsi che l’elemento umano arricchisce enormemente una fotografia e che quindi vale la pena sforzarsi per cercare di inserirlo. Man Ray
27. Schemi di illuminazione Fondale bianco, appare grigio chiaro 1. Softbox sulla sinistra 2. Una lampada con diffusore per “tagliare” le ombre sul fondale 3. Luce sui capelli dal soffitto 3. Riflettore argento vicino al soggetto
28. Fondale bianco, appare grigio chiaro. 1. Softbox sulla sinistra. 2. Una lampada con diffusore per t agliare le ombre sul fondale. 3. Riflettore argento vicino al soggetto
29. Fondale nero 1. Softbox 2. Faro con alette e griglia a nido d’ape 20 gradi, intensità variabile 3. Pannello riflettente bianco Fondale nuovle 1. Softbox 2. Flash a bassa potenza dietro il soggetto