7. I 7 monaci sono stati, probabilmente, assassinati nella notte del 21 maggio 1996
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13. Sono stati decapitati e le loro teste soltanto sono state sepolte il 4 giugno nel cimitero del monastero.
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16. “ Se tacciamo, grideranno le pietre”. Testamento dei monaci di Tibhirine
17. Fratel Christian-Marie (Christian de Chergé, nato il 18 gennaio 1937). “ Anche tu, l’amico dell’ultimo minuto, che non avrai saputo quello che facevi, Sì, anche per te voglio questo GRAZIE, e questo "A-DIO" da te previsto. E ci sia donato di ritrovarci, ladroni felici, in paradiso, se piace a Dio, Padre nostro di tutti e due ”. ¡AMEN! ¡IN SHAL-LAH!
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24. I DUE SOPRAVVISSUTI DI TIBHIRINE Fratel Jean-Pierre. Fratel Amédée (Jean Noto nato il 17-10-1920 + il 27- 07- 2008).
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30. Testamento di Padre Christian de Chergé Quand o si prevede un A-Dio ... Se mi capitasse un giorno – e potrebbe essere oggi - di essere vittima del terrorismo che ora sembra voler inglobare tutti gli stranieri viventi in Algeria, mi piacerebbe che la mia comunità, che la mia chiesa, la mia famiglia, si ricordassero che la mia vita era DONATA a Dio e a questo paese. Accettino che il Signore Unico di ogni vita non sia estraneo a questa partenza brutale. Preghino per me: /…
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32. come sarò trovato degno di tale offerta? Sappiano associare questa morte a tante altre, altrettanto violente, lasciate nell’indifferenza dell’anonimato. La mia vita non ha più valore di un’altra. Non ne ha neppure meno. In ogni modo, non ha l’innocenza dell’infanzia. Ho vissuto abbastanza per sapermi complice del male che sembra, purtroppo, prevalere nel mondo, e anche di chi mi colpirà ciecamente.
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34. Mi piacerebbe, venuto il momento, avere l’attimo di lucidità che mi permetta di sollecitare il perdono di Dio e quello dei miei fratelli in umanità, nello stesso tempo di perdonare con tutto il cuore chi mi avrà colpito. Non mi augurerei una tale morte. Mi sembra importante professarlo. Non vedo in effetti come mi potrei rallegrare che questo popolo che amo fosse indistintamente accusato del mio assassinio. . È pagato troppo caro, quello che chiameranno, forse, la «grazia del martirio », il doverla a un Algerino, chiunque sia, soprattutto se dice di agire in fedeltà a quello che crede essere l’Islam.
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36. So il disprezzo di cui sono stati circondati gli Algerini presi globalmente. So anche le caricature dell’Islam che un certo islamismo incoraggia. È troppo facile tranquillizzare la coscienza identificando questa via religiosa con gli integrismi dei suoi estremisti. L'Algeria e l’Islam, per me, sono altro, sono un corpo e un’anima. L’ho proclamato abbastanza, credo, per quanto visto e saputo da quello che ne ho ricevuto, ritrovandoci così spesso il filo conduttore del Vangelo appreso sulle ginocchia di mia madre, la mia primissima Chiesa, precisamente in Algeria, e già nel rispetto dei credenti musulmani.
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39. La mia morte, è evidente, sembrerà dare ragione a chi mi ha, in fretta, trattato da ingenuo o da idealista: « Dica ora quello che pensa!". Ma quelli devono sapere che sarà finalmente liberata la mia lancinante curiosità. Ecco che potrò, se a Dio piace, immergere il mio sguardo in quello del Padre per contemplare con Lui i suoi figli dell’Islam così come li vede Lui, tutti illuminati della gloria di Cristo, frutti della sua Passione, investiti dal Dono dello Spirito la cui gioia segreta sarà sempre quella di stabilire la comunione e di ristabilire la rassomiglianza, giocando con le differenze.
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42. Questa vita perduta, totalmente mia, e totalemente loro, rendo grazie a Dio che sembra averla voluta tutta intera per questa GIOIA, per e contro tutto. In questo GRAZIE in cui è detto tutto, ormai, della mia vita, vi includo senz’altro amici di ieri e di oggi, e voi, amici di qui, accanto a mia madre e a mio padre, alle mie sorelle e ai miei fratelli e ai loro, centuplo accordato com’era promesso!