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Lavoriamo in direzione di un
CURRICOLO INTEGRATO
per una scuola “sostenibile”
Che cosa
Perché
Come / Chi
Che Cosa...
(spiegazione dei termini)
scuola “sostenibile”
 Lessico dell’ ecologia : lo sviluppo sostenibile è un
processo finalizzato al raggiungimento di obiettivi di
miglioramento al fine di soddisfare i bisogni delle
attuali generazioni, evitando di compromettere la
capacità delle future di soddisfare i propri.
 Applicato alla scuola, significa impostare una
didattica che, non perdendo d’ occhio il passato,
agisca in modo da soddisfare i “bisogni” presenti
degli alunni prevedendone anche gli sviluppi futuri
 Ci fa pensare perciò ad una professionalità docente
attenta all’ evoluzione del sapere da una parte
(senza perderne di vista le radici epistemologiche)
ed alla crescita culturale ed umana degli alunni dall’
altra.
Che Cosa...
(spiegazione dei termini)
curricolo integrato
 L’approccio integrato in campo
educativo nasce dalla consapevolezza
che non esiste oggi settore avanzato
della ricerca scientifica e culturale
dove non sia praticata la sinergia tra
ambiti di conoscenza specialistica e
dove l’approccio interdisciplinare non
sia considerato una svolta
epistemologica necessaria a garantire
il “dominio” cognitivo di problemi
sempre più complessi.
Che Cosa...
(spiegazione dei termini)
disciplina
 Secondo Morin : «La disciplina è una categoria
organizzatrice in seno alla conoscenza scientifica; vi
istituisce la divisione e la specializzazione del lavoro
e risponde alla diversità dei domini delle scienze.
Sebbene sia inglobata in un contesto scientifico più
vasto, una disciplina tende naturalmente
all’autonomia, con la delimitazione delle sue
frontiere, il linguaggio che essa si dà, le tecniche
che è portata a elaborare o a utilizzare ed
eventualmente con le teorie che le sono proprie».
 dunque ... un modo di organizzare in maniera
distinta e autonoma ambiti di conoscenza.
La scuola delle discipline
 In campo musicale, il compito di guida
nell’esecuzione è affidato a colui che conosce tutti
gli strumenti, e, in virtù di questa conoscenza
generale, il direttore d’orchestra riesce ad
armonizzare e far collaborare i solisti più diversi e
i suoni più disparati.
 Nella scuola delle discipline, invece, a che
cosa assistiamo? Tanti grandi solisti eseguono la
loro partitura, lasciando all’alunno il compito di
armonizzare tutti gli assolo: all’alunno, quello che
ne sa di meno!
Ma....
 ... se la specializzazione in
campo scientifico può essere –
ed è - necessaria...
 ... la frammentazione, specie in
ambito educativo e didattico, è
dannosa perché impedisce una
visione unitaria dell’ uomo e dei
suoi problemi
Per superare la frammentazione e il
“monadismo”
Sono possibili tre modalità di
approccio:
 Multidisciplinarità
 Interdisciplinarità
 Transdisciplinarità
Multidisciplinarità
È un primo livello di “dialogo” tra
discipline :
 Un problema viene affrontato da
più ottiche disciplinari, ma
senza interazione (piuttosto
giustapposizione di informazioni
attinte dalla diverse scienze)
Interdisciplinarità
Secondo livello, che giunge all’
interazione e la supera:
 Le discipline sono in reciproca
connessione, quanto ai metodi e
quanto all’ inserimento nella
cultura
 Non più adeguato all’ epistemologia della
complessità
Transdisciplinarità
“Nuova frontiera” del sapere - Una
proposta per un approccio integrato
della conoscenza :
 vede il coordinarsi, il compattarsi,
l'assimilarsi dei saperi intorno e
attraverso aspetti che tutti li
coinvolgono, li ri-organizzano, li ri-
qualificano, producendo un'unità
fatta di strutture trasversali, ovvero
comuni.
Si deve / si può fare???
 Quella che si dovrebbe praticare nella scuola (e
pure nelle Università) – anche come primo passo
verso la transdisciplinarità – è
l’interdisciplinarità.
 Sappiamo tutti che è difficile : ecco, lo sforzo
deve tendere proprio a far sì che i docenti trovino
un tema che, insieme, possono “aggredire”,
facendo vedere allo studente la complementarità
dei saperi.
 Oggi possiamo praticare l’interdisciplinarità (con
fatica e sforzi), ma dobbiamo insegnare – come
atteggiamento metodologico – la
TRANSDISCIPLINARITÀ.
Perché
(...una scelta necessitata...)
Agenti esterni alla scuola
 globalizzazione - complessità
 altre “agenzie educative”
 nuove tecnologie
Agenti interni alla scuola
 ampliamento del sapere v/s riduzione del
tempo-scuola
 atteggiamento dei giovani di oggi verso la
scuola (superficialità, disinteresse,
estraneità per il lavoro scolastico)
 nuove modalità di apprendimento indotte
dalle NT
I due modi dell’ apprendere
Percettivo-motorio
 apprendimento esperienziale, “per prove ed errori”,
non confinato ai soli saperi pratici, al cosiddetto
“saper fare” : io agisco, ed in base all’ effetto ed al
risultato del mio agire strutturo di conseguenza le
azioni successive, e così via di seguito.
 E’ un processo in gran parte inconscio che avviene
in un continuo scambio di input/output con l’
esterno.
 Ne derivano delle conoscenze interiorizzate,
implicite, e per questo stabili e dunque disponibili a
tradursi in reali competenze.
 Non costa fatica, non produce noia né assuefazione,
né stanchezza.
I due modi dell’ apprendere
Simbolico-ricostruttivo
 Apprendimento attraverso il testo : leggo,
decodifico, ricostruisco, studio, compio un
lavorio mentale di interpretazione del
linguaggio e di ricostruzione.
 Non è innato, ma va governato e controllato
coscientemente, il che rende lento il suo
procedere, e costa attenzione, fatica...in poche
parole, stanca.
 Le conoscenze che ne derivano sono delle
conoscenze esplicite, tendono ad essere
instabili e rischiano di essere “dimenticate”, e
per mantenerle occorre richiamarle
periodicamente.
I luoghi dell’ apprendere
 Percettivo-motorio
 l’ ambiente ideale, quello che ha
accompagnato gran parte della nostra
storia, è la “bottega”
 Simbolico-ricostruttivo
 ha avuto uno sviluppo esponenziale
dopo l’ invenzione della stampa, ed ha
il suo fulcro nella scuola
Caratteristiche
 L’ apprendimento tramite il testo è
lineare e sequenziale, e lineare è
anche l’ organizzazione scolastica
(susseguirsi di discipline nell’ orario
scolastico, scarsissima flessibilità,
saperi separati), mentre non lo sono
affatto né l’ organizzazione della
mente né la realtà, che seguono
percorsi complessi e reticolari.
Come / Chi : livello collegiale
 La transdisciplinarità
nell’insegnamento non è pertinente al
singolo docente o alla singola
disciplina.
 È un modo di coordinare gli approcci
nella prospettiva della risoluzione di
un problema
 Riconoscere i limiti della propria
disciplina, il non avere il monopolio
metodologico e veritativo, apre alla
complementarità fra i saperi
Come / Chi : livello collegiale
Varietà di approcci :
 progettazione integrata
 “decima epistemologica”
 strategie condivise
 Focal points / Nodi essenziali
 Educazioni trasversali
 Approccio per problemi
 Aree aggregative
 Stage
Come / Chi : livello collegiale
Per la progettazione integrata
La matrice di programmazione
del consiglio di Classe
Unità tematiche Nodi
concettuali
Attività
laboratoriali
italiano
s. sociali
diritto/econ.
Consiglio
di classe
Come / Chi : livello collegiale
Per potere arrivare davvero a
“contaminare” i saperi e le discipline
 un passo opportuno per iniziare può
essere costituito da quella che Morin
chiama “decima epistemologica”.
 Si tratta dell’indicazione di uno spazio
comune da dedicare al cogliere le
connessioni, interrogandosi su una
serie di punti che riguardano tutte le
discipline
La “decima epistemologica”
Ecco alcuni dei punti che secondo Morin potrebbero
fornire occasioni di “spazi comuni”:
 la razionalità, la scientificità, l’obiettività;
 l’interpretazione;
 l’argomentazione;
 il pensiero matematico;
 la relazione tra il mondo umano, il mondo vivente, il mondo fisico-
chimico, il cosmo stesso;
 l’interdipendenza e le comunicazioni fra le scienze […];
 i problemi di complessità nei diversi tipi di conoscenza;
 la cultura umanistica e la cultura scientifica;
 la letteratura e le scienze umane;
 la scienza, l’etica, la politica ecc.
... Perché le discipline acquisiscano consapevolezza
di un orizzonte di senso comune ...
Come / Chi : livello individuale
Strategie didattiche adeguate
 uso corretto delle N.T.
 didattica attiva e laboratoriale
 didattica della ricerca
 Cooperative learning
 Problem solving
 Giochi di simulazione
 Stage
Modificare
le condizioni dell’ apprendimento
 Se non possiamo incidere sull’ organizzazione della
scuola, possiamo incidere sul nostro modo di operare,
mettendo in moto processi di apprendimento il
più possibile assimilabili a quelli esperienziali.
 L’ operazione necessita di molta cautela e attenzione
per non correre il rischio di cadere nella superficialità e
di ottenere risultati opposti a quelli auspicati.
 Infatti, se l'apprendimento lineare che scaturisce da un
sapere veicolato dal testo (a cui la scuola comunque ci
ha abituato) è lento e faticoso, esso tuttavia impone
rispetto di coerenza e rigore.
 Ma in questa terza fase, dominata da un ritorno
all'intelligenza simultanea, tipica della visione non
alfabetica, rigore e coerenza rischiano di perdersi se
non vengono recuperati all'interno della nuova
struttura reticolare delle conoscenze.
Le nuove tecnologie
 La cultura del computer parla il linguaggio
dell’esperienza (non a caso il computer si impara
“facendo” e non “studiando”!).
 Ma attenzione! Spesso con l’ introduzione delle
nuove tecnologie nella scuola non è cambiato
assolutamente nulla: infatti esse sono entrate
come strumenti, (“sussidi”), surrogati della
“vera” lezione che rimarrebbe quella frontale.
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Lavoriamo in direzione di un curricolo integrato

  • 1. Lavoriamo in direzione di un CURRICOLO INTEGRATO per una scuola “sostenibile” Che cosa Perché Come / Chi
  • 2. Che Cosa... (spiegazione dei termini) scuola “sostenibile”  Lessico dell’ ecologia : lo sviluppo sostenibile è un processo finalizzato al raggiungimento di obiettivi di miglioramento al fine di soddisfare i bisogni delle attuali generazioni, evitando di compromettere la capacità delle future di soddisfare i propri.  Applicato alla scuola, significa impostare una didattica che, non perdendo d’ occhio il passato, agisca in modo da soddisfare i “bisogni” presenti degli alunni prevedendone anche gli sviluppi futuri  Ci fa pensare perciò ad una professionalità docente attenta all’ evoluzione del sapere da una parte (senza perderne di vista le radici epistemologiche) ed alla crescita culturale ed umana degli alunni dall’ altra.
  • 3. Che Cosa... (spiegazione dei termini) curricolo integrato  L’approccio integrato in campo educativo nasce dalla consapevolezza che non esiste oggi settore avanzato della ricerca scientifica e culturale dove non sia praticata la sinergia tra ambiti di conoscenza specialistica e dove l’approccio interdisciplinare non sia considerato una svolta epistemologica necessaria a garantire il “dominio” cognitivo di problemi sempre più complessi.
  • 4. Che Cosa... (spiegazione dei termini) disciplina  Secondo Morin : «La disciplina è una categoria organizzatrice in seno alla conoscenza scientifica; vi istituisce la divisione e la specializzazione del lavoro e risponde alla diversità dei domini delle scienze. Sebbene sia inglobata in un contesto scientifico più vasto, una disciplina tende naturalmente all’autonomia, con la delimitazione delle sue frontiere, il linguaggio che essa si dà, le tecniche che è portata a elaborare o a utilizzare ed eventualmente con le teorie che le sono proprie».  dunque ... un modo di organizzare in maniera distinta e autonoma ambiti di conoscenza.
  • 5. La scuola delle discipline  In campo musicale, il compito di guida nell’esecuzione è affidato a colui che conosce tutti gli strumenti, e, in virtù di questa conoscenza generale, il direttore d’orchestra riesce ad armonizzare e far collaborare i solisti più diversi e i suoni più disparati.  Nella scuola delle discipline, invece, a che cosa assistiamo? Tanti grandi solisti eseguono la loro partitura, lasciando all’alunno il compito di armonizzare tutti gli assolo: all’alunno, quello che ne sa di meno!
  • 6. Ma....  ... se la specializzazione in campo scientifico può essere – ed è - necessaria...  ... la frammentazione, specie in ambito educativo e didattico, è dannosa perché impedisce una visione unitaria dell’ uomo e dei suoi problemi
  • 7. Per superare la frammentazione e il “monadismo” Sono possibili tre modalità di approccio:  Multidisciplinarità  Interdisciplinarità  Transdisciplinarità
  • 8. Multidisciplinarità È un primo livello di “dialogo” tra discipline :  Un problema viene affrontato da più ottiche disciplinari, ma senza interazione (piuttosto giustapposizione di informazioni attinte dalla diverse scienze)
  • 9. Interdisciplinarità Secondo livello, che giunge all’ interazione e la supera:  Le discipline sono in reciproca connessione, quanto ai metodi e quanto all’ inserimento nella cultura  Non più adeguato all’ epistemologia della complessità
  • 10. Transdisciplinarità “Nuova frontiera” del sapere - Una proposta per un approccio integrato della conoscenza :  vede il coordinarsi, il compattarsi, l'assimilarsi dei saperi intorno e attraverso aspetti che tutti li coinvolgono, li ri-organizzano, li ri- qualificano, producendo un'unità fatta di strutture trasversali, ovvero comuni.
  • 11. Si deve / si può fare???  Quella che si dovrebbe praticare nella scuola (e pure nelle Università) – anche come primo passo verso la transdisciplinarità – è l’interdisciplinarità.  Sappiamo tutti che è difficile : ecco, lo sforzo deve tendere proprio a far sì che i docenti trovino un tema che, insieme, possono “aggredire”, facendo vedere allo studente la complementarità dei saperi.  Oggi possiamo praticare l’interdisciplinarità (con fatica e sforzi), ma dobbiamo insegnare – come atteggiamento metodologico – la TRANSDISCIPLINARITÀ.
  • 12. Perché (...una scelta necessitata...) Agenti esterni alla scuola  globalizzazione - complessità  altre “agenzie educative”  nuove tecnologie Agenti interni alla scuola  ampliamento del sapere v/s riduzione del tempo-scuola  atteggiamento dei giovani di oggi verso la scuola (superficialità, disinteresse, estraneità per il lavoro scolastico)  nuove modalità di apprendimento indotte dalle NT
  • 13. I due modi dell’ apprendere Percettivo-motorio  apprendimento esperienziale, “per prove ed errori”, non confinato ai soli saperi pratici, al cosiddetto “saper fare” : io agisco, ed in base all’ effetto ed al risultato del mio agire strutturo di conseguenza le azioni successive, e così via di seguito.  E’ un processo in gran parte inconscio che avviene in un continuo scambio di input/output con l’ esterno.  Ne derivano delle conoscenze interiorizzate, implicite, e per questo stabili e dunque disponibili a tradursi in reali competenze.  Non costa fatica, non produce noia né assuefazione, né stanchezza.
  • 14. I due modi dell’ apprendere Simbolico-ricostruttivo  Apprendimento attraverso il testo : leggo, decodifico, ricostruisco, studio, compio un lavorio mentale di interpretazione del linguaggio e di ricostruzione.  Non è innato, ma va governato e controllato coscientemente, il che rende lento il suo procedere, e costa attenzione, fatica...in poche parole, stanca.  Le conoscenze che ne derivano sono delle conoscenze esplicite, tendono ad essere instabili e rischiano di essere “dimenticate”, e per mantenerle occorre richiamarle periodicamente.
  • 15. I luoghi dell’ apprendere  Percettivo-motorio  l’ ambiente ideale, quello che ha accompagnato gran parte della nostra storia, è la “bottega”  Simbolico-ricostruttivo  ha avuto uno sviluppo esponenziale dopo l’ invenzione della stampa, ed ha il suo fulcro nella scuola
  • 16. Caratteristiche  L’ apprendimento tramite il testo è lineare e sequenziale, e lineare è anche l’ organizzazione scolastica (susseguirsi di discipline nell’ orario scolastico, scarsissima flessibilità, saperi separati), mentre non lo sono affatto né l’ organizzazione della mente né la realtà, che seguono percorsi complessi e reticolari.
  • 17. Come / Chi : livello collegiale  La transdisciplinarità nell’insegnamento non è pertinente al singolo docente o alla singola disciplina.  È un modo di coordinare gli approcci nella prospettiva della risoluzione di un problema  Riconoscere i limiti della propria disciplina, il non avere il monopolio metodologico e veritativo, apre alla complementarità fra i saperi
  • 18. Come / Chi : livello collegiale Varietà di approcci :  progettazione integrata  “decima epistemologica”  strategie condivise  Focal points / Nodi essenziali  Educazioni trasversali  Approccio per problemi  Aree aggregative  Stage
  • 19. Come / Chi : livello collegiale Per la progettazione integrata La matrice di programmazione del consiglio di Classe Unità tematiche Nodi concettuali Attività laboratoriali italiano s. sociali diritto/econ. Consiglio di classe
  • 20. Come / Chi : livello collegiale Per potere arrivare davvero a “contaminare” i saperi e le discipline  un passo opportuno per iniziare può essere costituito da quella che Morin chiama “decima epistemologica”.  Si tratta dell’indicazione di uno spazio comune da dedicare al cogliere le connessioni, interrogandosi su una serie di punti che riguardano tutte le discipline
  • 21. La “decima epistemologica” Ecco alcuni dei punti che secondo Morin potrebbero fornire occasioni di “spazi comuni”:  la razionalità, la scientificità, l’obiettività;  l’interpretazione;  l’argomentazione;  il pensiero matematico;  la relazione tra il mondo umano, il mondo vivente, il mondo fisico- chimico, il cosmo stesso;  l’interdipendenza e le comunicazioni fra le scienze […];  i problemi di complessità nei diversi tipi di conoscenza;  la cultura umanistica e la cultura scientifica;  la letteratura e le scienze umane;  la scienza, l’etica, la politica ecc. ... Perché le discipline acquisiscano consapevolezza di un orizzonte di senso comune ...
  • 22. Come / Chi : livello individuale Strategie didattiche adeguate  uso corretto delle N.T.  didattica attiva e laboratoriale  didattica della ricerca  Cooperative learning  Problem solving  Giochi di simulazione  Stage
  • 23. Modificare le condizioni dell’ apprendimento  Se non possiamo incidere sull’ organizzazione della scuola, possiamo incidere sul nostro modo di operare, mettendo in moto processi di apprendimento il più possibile assimilabili a quelli esperienziali.  L’ operazione necessita di molta cautela e attenzione per non correre il rischio di cadere nella superficialità e di ottenere risultati opposti a quelli auspicati.  Infatti, se l'apprendimento lineare che scaturisce da un sapere veicolato dal testo (a cui la scuola comunque ci ha abituato) è lento e faticoso, esso tuttavia impone rispetto di coerenza e rigore.  Ma in questa terza fase, dominata da un ritorno all'intelligenza simultanea, tipica della visione non alfabetica, rigore e coerenza rischiano di perdersi se non vengono recuperati all'interno della nuova struttura reticolare delle conoscenze.
  • 24. Le nuove tecnologie  La cultura del computer parla il linguaggio dell’esperienza (non a caso il computer si impara “facendo” e non “studiando”!).  Ma attenzione! Spesso con l’ introduzione delle nuove tecnologie nella scuola non è cambiato assolutamente nulla: infatti esse sono entrate come strumenti, (“sussidi”), surrogati della “vera” lezione che rimarrebbe quella frontale.  Viceversa, il computer non può essere un accessorio, ma è una componente essenziale dell’ ambiente di apprendimento in virtù della sua potenza e della sua capacità simulativa.