2. "Non è la più forte delle specie che sopravvive, né la più intelligente, ma quella più reattiva ai cambiamenti". Charles Darwin
3. Le grandissime aziende , grosso modo le prime 20 della classifica Mediobanca, fanno innovazione per acquisizione o imitazione dall’esterno. E investono in R&D, proprio quando non ne possono fare a meno. Cambiano per conservare la leadership almeno nel mercato domestico. Quelle grandi innovano se operano in settori ad alto dinamismo, perché altrimenti non sopravvivrebbero. Le medie e le piccole sono nell’indotto. Se cambiano, lo fanno al seguito delle aziende leader del loro settore, trainate per lo più dai loro clienti.
4. Innovazione e cambiamento nascono dalla fame, di conoscenza, di crescere, di cambiare, di nuove sfide. In un mondo multiculturale, globalizzato, dove le informazioni girano in un nulla, dove domani è diverso da oggi, dove tutto cambia e tutto resta uguale (certe basi culturali sono solidissime) la bussola è la curiosità, l'adattabilità. Non è più possibile lavorare per schemi, per modelli. Solo chi riesce a fondere gli ingredienti e a dargli il sapore adatto al gusto del cliente in quel momento storico ha successo.
5. L'innovazione come la definisce Schumpeter è un processo di distruzione creativa. Ogni azienda vive al suo interno la coesistenza di un impulso alla conservazione con quello di cambiamento. In un periodo di grande transizione, come quello che stiamo vivendo, cambiare significa assumersi grandi rischi, ma non farlo, significa assumersi rischi ancora più grossi. L'innovazione è un processo diffuso che passa dalla capacità di creare e diffondere nuove idee attraverso processi collaborativi.
6. La necessità principale per qualsiasi azienda dovrebbe essere la costruzione di una visione, cioè la programmazione della propria strategia per il futuro di medio e lungo termine. Spesso le imprese che non si preoccupano "in prospettiva", ma tendono al raggiungimento di soli obiettivi di breve termine, certamente sono attente al massimo ricavo, ma manifestano una pericolosa dipendenza dal modello di offerta attuale.
7. Il profitto era e resta un riferimento essenziale. Tranne che in poche realtà, la responsabilità sociale d'impresa (verso il territorio ed il suo benessere, i lavoratori, i fornitori, l'ambiente etc.) è ancora una favola . I consumi diventeranno però sempre più "consumi consapevoli". Le giovani generazioni quando bevono una bibita o acquistano un paio di scarpe già percepiscono certi valori a monte del prodotto in sè. Le aziende (anche quelle meno sensibili) dovranno adeguarsi .