Corso di digitalizzazione e reti per segretario amministrativo
le rivoluzioni inglesi
1. La rivoluzione
inglese
Con indicazioni storiche anche della
Gloriosa rivoluzione
2. Alberto Tenenti, Dalle rivolte alle rivoluzioni, il Mulino
Alcuni fattori differenziano l’Inghilterra dalle Province Unite:
2.L’Inghilterra rimase fortemente caratterizzata dal regime
monarchico ed anche dall’attaccamento ad esso come
istituzione fondamentale. Cambieranno le linee dinastiche,
ma la linea di continuità rimase quella monarchica.
3.Rimase sempre forte il connubio tra la Chiesa ufficiale e la
monarchia. Le rivoluzioni non spezzarono equilibri, ma li
misero in questione all’interno del regime monarchico e degli
indirizzi confessionali del governo.
4.Il periodo rivoluzionario duro parecchi decenni investendo
un’entità nazionale già abbastanza organica e radicata.
3. Lo sviluppo di Londra e il commercio
Giacomo I Stuart diviene re d’Inghilterra nel 1603
(era re di Scozia dal 1567) in pieno sviluppo
demografico ed economico. Londra era il fulcro
dell’economia Inglese (450.000 ab. Nel 1640) ed era
una città decisamente importante nel regno per
concentrazione di risorse economiche, politiche,
professionali e demografiche. Controllare la capitale
significava controllare il regno.
L’attività economica verteva sull’industria tessile
(produzione di stoffe di lana), estrazione del carbone
e produzione di cannoni di ferro fuso di ottima
fattura.
4. Le campagne
L’agricoltura inglese era decisamente tra le più progredite in
Europa. La piccola nobiltà terriera (gentry) costituiva la classe
dei gentiluuomini di campagna a cui erano stati assegnati
compiti istituzionali (es. giudici di pace). Il suo peso sociale, la
sua influenza e la sua capacità economica erano
enormemente cresciute dal XV-XVI secolo. Alla metà del
Seicento possedeva la metà delle terre inglesi. Introdusse
nuove e migliori tecniche di coltivazione, aumentò le rese ed
espanse le superfici coltivabili (recinzioni di terre comuni).
Questo ceto di gentiluomini, questa piccola nobiltà terriera di
baronetti e cavalieri dominò l’evoluzione interna inglese per
tutto il periodo preso in esame… ad essa si aggiunsero schiere
di altri gentiluomini provenienti dal commercio, dall’industria
o dalla professione legale (Alberto Tenenti, Dalle rivolte alle rivoluzioni, il Mulino, p.105)
5. Le campagne
Vi erano poi i cosiddetti yeomen ed i freeholders,
coltivatori benestanti e piccoli proprietari che
fornirono la maggior parte dei soldati in forza del
Parlamento della guerra contro il re e la chiesa di
stato.
Poi vi erano i husbansmen, piccoli proprietari
Infine vi erano i braccianti e tutti gli altri contadini.
6. Conflitti religiosi
La rivoluzione inglese fu uno scontro tra opposte
concezioni del potere, ma anche una guerra di
religione che oppose in modo aspro più le diverse
confessioni del campo protestante che questi ultimi
con i cattolici.
La chiesa di stato anglicana aveva conservato una
struttura ancora gerarchica con a capo i vescovi, che
giacomo I riteneva un fondamentale strumento di
potere (non bishop, no king). I vescovi facevano fatica
a controllare i predicatori, soprattutto nelle
campagne, ove spesso si trovava un clero ufficiale
ignorante e corrotto.
7. Conflitti religiosi
Con l’Act of Supremacy del 1559 (Elisabetta I) si ribadiva
la funzione del sovrano a capo supremo della chiesa
anglicana. La gente venne abituata all’idea che la chiesa
e lo stato dipendessero dalla medesima autorità oltre che
all’uso della lingua nazionale nella liturgia. Sul filo dei
decenni tuttavia l’interpretazione prevalentemente
politica del protestantesimo, promossa da Elisabetta,
ingenerò delle reazioni ispirate alla convinzione
dell’autonomia del credente. Non soddisfaceva infatti
l’autoritarismo regio che induceva vescovi e sacerdoti a
seguire pedissequamente le direttive del governo.
(Alberto Tenenti, Dalle rivolte alle rivoluzioni, il Mulino, p.109)
8. Conflitti religiosi
I nobiluomini di campagna nominato sulle proprie terre
predicatori in grado di rispondere alle istanze religiose che
provenivano dalle popolazioni. Tali predicatori gettavano un
forte discredito sulla chiesa ufficiale. I gentiluomini erano
prevalentemente di formazione calvinista e vennero chiamati
puritani poiché il loro scopo era purificare la chiesa inglese,
eliminando i residui cattolici nella dottrina, nella liturgia,
nell’organizzazione e gestione del potere. La società ideale
era quella in cui gli uomini glorificavano Dio con la preghiera e
con il lavoro. Essi invocavano la libertà di coscienza in ambito
religioso e aborrivano l’intervento della Corona in campo
religioso
La polemica contro i vescovi divenne virulenta e il re non la
poteva permettere: vi furono molte persecuzioni e molti
emigrarono in America.
9. Il fronte protestante
Presbiteriani: a modello la chiesa di Scozia, volevano
sostituire i vescovi con anziani e pastori della
comunità. La chiesa inglese avrebbe dovuto essere
calvinista e decisamente intollerante.
Congregazionalisti: la comunità cristiana è composta
da credenti, riuniti liberamente, senza interventi dello
stato, che nominano i propri pastori.
Vi erano poi numerose sette minoritarie e legate alla
lettura diretta della Bibbia, che i presbiteriani
volevano eliminare.
10. Il conflitto Monarchia-Parlamento
Elisabetta I aveva sempre tentato di ridimensionare il
ruolo e l’importanza del Parlamento, convocandolo
(Lords e Comuni) il minimo indispensabile
(assolutismo di fatto) grazie ad alcuni fattori
concomitanti:
•Pericolo d’invasione spagnola
•La sua figura carismatica
•Il ruolo riconosciutole di garante dell’indipendenza
nazionale e della purezza della Chiesa d’Inghilterra.
Tali fattori vennero meno con Giacomo I Stuart.
11. Il conflitto Monarchia-Parlamento
Giacomo I tentò di governare da monarca assoluto
sostenendo l’idea che il re, vicario di Dio, non fosse
vincolato dalle leggi positive e potesse in ogni
momento, poiché fonte del diritto, invalidarle o
sospenderle.
Egli voleva avere anche libertà nell’imposizione
fiscale.
Difendeva poi la chiesa anglicana di stato contro i
predicatori.
Gli si contrapposero ben presto forze politiche e
religiose fautrici di un sistema misto, con l’autorità del
re bilanciata dal parlamento
12. Alberto Tenenti, Dalle rivolte alle rivoluzioni, il Mulino
La situazione inglese era in fieri ed i contrasti
costituzionali si complicavano con quelli religiosi. Non si
mettevano in discussione né l’esistenza né l’autorità del
re, bensì i limiti ed i modi della sua azione …
sostanzialmente le varie ondate di rivendicazione
parlamentari si urtarono contro una regalità tanto meno
incline ad ammettere condizionamenti in quanto la
tendenza generale degli stati occidentali era di
concentrare verticalmente il potere nelle mani di un
apparato centralizzatore facente capo al monarca.
L’originalità inglese consiste nell’essere andati verso una
monarchia costituzionale e parlamentare.
13. Alberto Tenenti, Dalle rivolte alle rivoluzioni, il Mulino
Il dramma degli Stuart fu quello di non avere i mezzi o le
opportunità di realizzare un regime di profilo assolutistico
e nello stesso tempo di rifiutarsi di accettare il
compromesso con il Parlamento.
Né Giacomo I né il figlio Carlo I possono esser definiti
tiranni… Autoritari per temperamento e diffidenti nei
confronti del Parlamento, essi non giunsero a stabilire
un’intesa con gli elementi più attivi della vita politica e
sociale inglese del tempo …. Ma anche i parlamentari ed i
loro sostenitori seppero di rado trovare i modi di
collaborare costruttivamente con i monarchi. (pp.115-116)
14. Gentile-Ronga-Salassa, Nuove prospettive storiche, 2 Ed. La Scuola
Stuart al potere 1603-1642
Giacomo I - 1603-1625 , Carlo I - 1625-1649
I sovrani Stuart sembrano perseguire un disegno in gran parte simile ai
modelli della Spagna di Filippo II e della Francia di Enrico IV: una
gestione diretta degli affari di governo, la corte come centro del potere
e di definizione degli indirizzi politici, il ruolo determinante di un favorito
che trovava analogie con le contemporanee figure del "valido" spagnolo
e del cardinale ministro della Francia, la promozione di un'aristocrazia
che acquistava il proprio status dal favore del sovrano e dall'acquisto di
titoli nobiliari messi in vendita per far fronte alle sempre più pesanti
esigenze di spese della corona che non intendeva sottostare al controllo
del Parlamento. Si delinea ma in tal modo una frattura tra la corte e il
paese che andò approfondendoci negli anni che precedono la prima
rivoluzione per effetto delle tensioni politiche-religiose che montavano
nella società inglese e per effetto delle scelte dei sovrani stessi.
15. Gentile-Ronga-Salassa, Nuove prospettive storiche, 2 2 Ed. La Scuola
Gentile-Ronga-Salassa, Nuove prospettive storiche, Ed. La Scuola
Secondo lo storico Trevor Roper le crisi rivoluzionarie del ‘600
esprimono essenzialmente una crisi di rapporti tra società è stato, una
contrapposizione tra le corti, divoratrici di risorse e le diverse classi
sociali sottoposte a questa struttura politica ed economica. A partire dal
1590 il costo dello Stato si fa tale che ai tradizionali espedienti finanziari
si aggiungono altri mezzi per rastrellare quanto più denaro possibile. In
tutti paesi dell'Europa si rappresenta simultaneamente la stessa grande
tragedia, una crisi che investe tutti con modalità diverse di regione in
regione: la guerra dei Trent'anni, la gravosità delle imposte fiscali,
l'oppressione militare o la sconfitta, lo sconvolgimento degli scambi
commerciali, il paesaggio devastante dalle truppe.
Ma il carattere generale della rivoluzione del Diciassettesimo secolo
indica che nelle monarchie europee si sono accumulate ora gravi
debolezze strutturali: in realtà ci sarà una crisi di rapporti tra società è
stato. Lo stato del Rinascimento è un colossale apparato burocratico,
una enorme struttura amministrativa centralizzata che costa tantissimo
e viene pagata quasi interamente dal paese.
16. Gentile-Ronga-Salassa, Nuove prospettive storiche, 2 Ed. La Scuola
La burocrazia continuava ad espandersi ma in modo
parassitario e si mantiene crescendo lo spreco. Più i costi
dell'apparato amministrativo aumentano, più governo ricorre
agli ormai tradizionali espedienti finanziari; è un mondo di
folli spese, di grandiose costruzioni, di gigantesche feste e di
sontuose rappresentazioni. Ma come avrebbe potuto
sopravvivere questo sistema quando la lunga prosperità del
XVI secolo, la pace provvidenziale del Diciassettesimo secolo
fossero venute meno? In Inghilterra la rivoluzione, quando
scoppiò, fu grande sommovimento, diretto dalla nobiltà rurale
poiché il male diffuso e lo stesso in tutta Europa e contro di
esso sempre si insorgerà: il carattere e il costo dello Stato.
17. Gentile-Ronga-Salassa, Nuove prospettive storiche, 2 Ed. La Scuola
chiesa anglicana episcopalista gerarchizzata, sotto controllo
reale, corrotta che al proprio interno vide rafforzarsi sempre
più tendenze e motivi di dissenso che si contrapponevano
all'ortodossia e alla disciplina della gerarchia intesa come
strumento politico nelle mani del sovrano,
puritanesimo presbiteriano: purezza e moralità calvinista che
puntava ad una forte coscienza della santità individuale e
dell'agire sociale, elezione dei presbiteri e decentramento
delle autorità, libertà della coscienza individuale e limite
dell'azione statale. Ma altre sette si andarono sviluppando e
organizzando nella società inglese di questi primi decenni del
‘600, dando voce a forme di opposizione religiosa e sociale
largamente diffuse tra gli strati popolari soprattutto delle
città.
18. Assolutismo 1629-1640 - Carlo I
Succedette al padre nel 1625. Impregnato anch’egli del diritto
divino della sua autorità, sognò la grandezza dell’Inghilterra di
cui potenziò notevolmente la forza navale. Sposò in seconde
nozze Enrichetta di Francia, che si circondò di stranieri e
cattolici, inasprendola suscettibilità degli inglesi. Accordò
fiducia al duca di Buckingham (Georges Villiers) che gli
procurò soprattutto smacchi e insuccessi, mentre la politica
agricola gli alienò le simpatie di molti contadini o allevatori:
protesse la deforestazione e le recinzioni, provocando
conflitti sociali.
1625 intervento nella guerra dei Trent'anni al fianco dei
francesi che trova l'opposizione del Parlamento per spese non
di interesse nazionale.
19. Assolutismo 1629-1640 - Carlo I
1628 un nuovo Parlamento: composto anche di oppositori –
teologi puritani, ricchi mercanti, nobiluomini di campagna e
giuristi -. Essi consideravano la Common Law (tradizionale
complesso di norme consuetudinarie) come il fondamento e
la garanzia della loro indipendenza di fronte al potere regio.
I capi della resistenza anti-Stuart furono innanzitutto dei
giuristi come Coke, Pym, Selden.
Durante tutto il periodo Stuart i parlamentari lesinarono i
crediti militari alla Corona per il timore che questa potesse
imporre la sua volontà al paese poggiando sull’esercito.
D’altronde fino al 1645 non vi furono in Inghilterra forze
armate permanenti.
20. Assolutismo 1629-1640 - Carlo I
Petizione dei diritti: denuncia delle violazioni reali alla
Magna Charta e alle consuetudini del regno (abuso e
violazione della legge), affermazione del principio di
libertà personale. La petizione fu il primo tentativo di
limitazione dei poteri della corona inglese: essa era
diretta anzitutto contro le tassazioni imposte senza il
consenso del Parlamento, contro l'assoluto controllo regio
sull'esercito, contro gli arresti arbitrari, contro il ricorso
alla legge marziale e l'acquartieramento forzato dei
soldati in case private. Per quanto Carlo I accettasse la
Petizione in linea di massima, essa ebbe scarsi effetti
immediati poiché il re continuò a incarcerare membri dei
Comuni.
21. Assolutismo 1629-1640 - Carlo I
1629 chiusura del Parlamento e fine delle sue attività. Di
fatto il sovrano non aveva l’obbligo di ricorrere ai Comuni
e nessuna legge fissava né la periodicità ne la durata delle
sessioni parlamentari:
inasprimento fiscale
vendita di cariche e monopoli
Emanazione illegittima della ship-money
Carlo I Stuart nel 1629 sciolse il parlamento governando
senza più convocarlo fino al 1640.
22. Assolutismo 1629-1640 - Carlo I
E’ questo il periodo del governo personale di Carlo I in
cui si avvalse del consiglio privato, della camera
stellata, dell'alta commissione della Chiesa anglicana
e di alcuni suoi favoriti contro i quali si coagulò
un’estesa opposizione a causa delle misure fiscali
volute dalla corona, come ad esempio la ship-money,
una tassa sui traffici marittimi.
Volontà di riformare la chiesa anglicana con una
organizzazione simile a quella della chiesa cattolica: si
generarono polemiche e scontri con il mondo
puritano (intolleranze e persecuzioni che sembravano
invece non colpire i cattolici).
23. Assolutismo 1629-1640 - Carlo I
1628- vescovo di Londra William Laud: la maestà del culto era
atta ad ispirare ai fedeli il rispetto della divinità ed una vita
morale. Nel 1633 divenne primate di Canterbury: teneva molto
al rispetto della gerarchia e della disciplina. Divenne uomo di
fiducia di Carlo I, la cui autorità assoluta si vedeva rafforzata da
una corrispettiva Chiesa rigidamente gerarchizzata. Rese più
rigorosa la censura e più stretto il controllo sui predicatori,
facendo infliggere pene corporali pubbliche per delitti
d’opinione. Tentò i imporre l’uniformità religiosa alla chiesa di
Scozia, riducendo sotto il controllo della Corona la chiesa
presbiteriana. Gli scozzesi erano calvinisti e, benché nel 1637 il
canone ecclesiastico anglicano venisse applicato, la reazione
non si fece attendere: lo Scottish National Covenant
proclamava il rifiuto di tutte le leggi che tendevano a ledere
l’autorità religiosa dei predicatori.
24. Lo scontro Re - Parlamento
Ad agire da detonatori della crisi della monarchia fu proprio
l'opposizione religiosa allorché si ebbe l'aperta rivolta della
Chiesa scozzese che privilegiava un'organizzazione e una
disciplina modellate sulla struttura comunitaria calvinista.
Carlo I si trovò allora obbligato a convocare il parlamento, il
corto parlamento, per reperire fondi necessari alla guerra
contro gli scozzesi:
13/04/1640 – 03/05/1640 Short Parliament
Carlo I convocò il Parlamento (era la sconfitta conclamata
della sua politica) poiché debole, ma lo congedò subito per le
evidenti difficoltà politiche. Infatti i Comuni erano in
maggioranza composti da nobiluomini di campagna i cui
interessi convergevano con quelli dei mercanti.
25. Lo scontro Re - Parlamento
Strano destino quello di Carlo I:
•Considerato filo-francese per via di matrimonio
•Scozzese per provenienza regale
•Appariva agli inglesi infeudato agli stranieri
•Mancava del consenso della gentry
•Mancava di una solida burocrazia statale
•Mancava del controllo di un esercito permanente
26. Lo scontro Re - Parlamento
03/11/1640 Long Parliament, riconvocato, con leaders
integerrimi ai Comuni, a maggioranza puritana (Cromwell) il
cui obiettivo era mettere sotto controllo il governo reale con
cui si entrava in conflitto.
Questo parlamento con l'appoggio della camera dei Lords
decise l'arresto dei favoriti del re e l'abolizione di gran parte
delle novità assolutistiche introdotte nel decennio precedente
secondo le richieste presentate nella petizione del 1628. Il re
dovette sottoscrivere l'impegno a non sciogliere a suo arbitrio
il parlamento, mentre la maggioranza di esso rimetteva in
discussione, per favorire un riavvicinamento alla Chiesa
scozzese, l'assetto gerarchico e il potere politico della Chiesa
d'Inghilterra.
27. Long Parliament
Maggioranza abbastanza puritana, ostile a Laud e al suo
sostenitore Lord Strafford. Londra divenne il punto di raccolta
dell’opposizione parlamentare e con essa le sue finanze (la
City era comunque guidata da presbiteriani moderati che non
avrebbero voluto la fine del re e della monarchia).
15 febbraio 1641 Triennal Act: parlamento riunito almeno ogni tre anni
e la sua attività non impedita nei primi 50 giorni.
10 maggio 1641: legge che tolse alla corono il diritto di sciogliere le
camere (con l’assenso della corona)
5 luglio 1641: abolizione tribunale della Camera stellata, soppressione
alte corte ecclesiastica. Divieto di infliggere pene corporali, dichiarata
illegale la Ship Money
22 novembre 1641: i ministri nominati dal re dovevano avere
l’approvazione del Parlamento
28. Long Parliament
Si abbozzava una nuova sistemazione politica con una
ripartizione ed un esercizio comune dei poteri. Il Parlamento
voleva farla finita con gli arbitri regi e con un regime
concepito come emanazione diretta di un’autorità imposta
per virtù divina. Solo che questo edificio trino e bilanciato tra
Sovrano, Lord e Comuni sarebbe entrato in crisi con
l’esecuzione di Carlo I e l’abolizione della Camera Alta. I
parlamentari non furono in grado di stabilire subito quel
sistema di governo in modo durevole, giacché esso risultò già
compromesso dal ricorso alle armi del 1642.
(A. Tenenti)
29. Lo scontro Re - Parlamento
1641 Ribellione irlandese (intesa come un complotto papista
e cattolico) da sedare con l'uso dell'esercito di cui sia il re che
il Parlamento volevano il controllo. Il tentativo del sovrano di
arrestare i capi dell'opposizione parlamentare il 4 gennaio
1642 divise il campo inglese: il sovrano si ritirò a Oxford dove
organizzò un proprio esercito mentre il Parlamento si trasferì
nella City con l'appoggio dei ceti mercantili. Nell'estate del
1642 si arrivò alla guerra civile aperta tra un esercito regio e
un esercito Parlamentare di nuovo modello che arriva la
propria forza in un corpo di cavalleria chiamato teste rotonde
(primo scontro 23 ottobre 1642).
30. Lo scontro Re - Parlamento
I campi opposti:
Re e grande parlamento
nobiltà (cavalieri) (teste rotonde)
aristocratici e scozzesi
contadini città e gentry
Irlandesi cattolici puritani
31. New Model Army
Il Parlamento organizzò a partire dal 1644 un esercito di
nuova concezione che gli garantirà la vittoria:
Grande coesione di ideali (Ironside) e religiosità devota
calvinista. Rigida dsciplina.
Grande cura per la cavalleria, agguerrita e compatta (Marston
Moor 2/07/1644, Newbury 27/10/1644)
Equipaggiamento eccellente e paga regolare ed elevata.
Inquadramento nuovo per gli ufficiali, ormai dominati dai
puritani.
Vittoria di Naseby 14/06/1645: disfatta delle trupp eregie e
cattura di 4000 soldati e dei documenti segrete di re, molto
compromettenti e in grado di cominciare a far richiedere la
sua deposizione.
32. La cattura del re
Nel 1646 il sovrano si arrese gli scozzesi dai quali fu consegnato
alle forze del parlamento. Si aprì allora una convulsa fase
politica in cui tutti i nodi politici, religiosi, sociali, sembrarono
giungere a un punto critico. La monarchia, gli assetti
costituzionali, gli equilibri politici e istituzionali del regno, la
disciplina della Chiesa anglicana furono al centro di un largo
dibattito, che si svolse non solo nel parlamento e tra le classi
socialmente levate, ma anche tra il popolo di Londra e delle
città inglesi e delle stesse campagne. In questi momenti infatti
abolita di fatto ogni forma di controllo della stampa e della
diffusione delle opinioni, fecero la loro prima prova forme di
organizzazione del dibattito politico e di propaganda tese a
coinvolgere strati assai ampi della società: giornali morali,
dibattiti pubblici, organizzazioni politiche popolari.
33. La cattura del re
In un clima di grande tensione e di forti attese rivoluzionarie,
determinante fu il ruolo della predicazione religiosa,
particolarmente ricca di implicazioni politiche in una società
fortemente immersa in una dimensione e in una sensibilità
religiose, rese più acute dal senso di responsabilità individuale
tipica della Chiesa calvinista scozzese e dal proliferare di
gruppi dissidenti, nei quali forte era l'attesa di un radicale
mutamento della società.
Ma l'estremismo religioso dei militari puritani si irrobustiva
continuamente spaventando i parlamentari moderati che
volevano un accordo con il Re e una chiesa puritana
organizzata e subalterna alla politica
34. I livellatori
Dopo Naseby i deputati presbiteriani erano ancora moderati,
volevano il re non sovrano assoluto e la Chiesa ormai epurata
dagli ultimi residui di cattolicesimo. Erano intransigenti in
campo religioso: non doveva esistere alcuna setta al di fuori
della chiesa riformata di stato.
Il Livellatori:
Capi: Lilburne, Overtone, Walwyn.
4.Rifiuto della monarchia: Inghilterra repubblicana nata da un patto del
popolo per costruire un nuovo stato senza più privilegi e privilegiati
5.Democrazia e suffragio universale – senza distinzione di ordine
economico e sociale -: sovranità popolare
6.Libertà di coscienza in campo religioso (tolleranza)
7.Accettazione della proprietà privata
35. I dibattiti di Putney
Dal 28 ottobre al 1° novembre 1647:
I soldati di idee vicine ai livellatori dibatterono con
Cromwell e gli alti ufficiali i quali non erano disposti
ad accettare il principio del suffragio universale.
Poteva partecipare alla vita dello stato solo chi aveva
un interesse permanente fisso nel paese, cioè chi
possedeva un cospicuo patrimonio. Il suffragio
universale avrebbe messo in pericolo il diritto di
proprietà perché i poveri avrebbero abusato del
potere loro concesso per privare i possidenti dei loro
beni (ma i livellatori non erano socialisti, volevano
solo l’uguaglianza politica).
39. La condanna del Re
1647-1648 il Re riprese le ostilità al fianco degli scozzesi ma
perse a Preston (1648) e fu consegnato ad un tribunale
speciale.
1648 Rump Parliement esso veniva epurato dagli elementi
presbiteriani più moderati e incerti e poté così votare la
condanna del sovrano: il 30/01/1649 avvenne la sentenza
come primo esempio nella storia moderna di un sovrano
giustiziato da un parlamento rivoluzionario.
Il Parlamento in seguito fu composto solo da puritani
indipendenti fedeli a Cromwell che costituì il Commonwealth:
l'unione di Inghilterra, Scozia e Irlanda in un unico sistema
politico. Tale soluzione non pose fine né alle divisioni nel
parlamento e nel paese né alle aperte rivolte e opposizioni di
scozzesi e irlandesi.
40. La condanna del Re
La notizia suscitò scalpore in tutta Europa e non a
caso venne continuamente ribadito dagli accusatori il
motivo per il quale il re era mandato a morte
(tirannia). Essi ribadirono anche la concezione di un
potere regale fondato sull’autorità del popolo verso
cui era responsabile; ribadirono altresì il principio
della separazione dei poteri come garanzia contro il
pericolo della tirannia.
Il re non era superiore alla legge e come un
funzionario del popolo doveva svolgere una precisa
funzione di governo.
41. Il Commonwealth 1649-1660
17 marzo 1649: abolizione della monarchia
19 marzo 1649: abolizione della Camera dei Lords.
Cromwell risolse 3 spinosi problemi di politica interna:
1649 Eliminò i livellatori , incarcerando i capi poiché
non accettava la loro posizione favorevole al suffragio
universale 8in carcere essi elaborarono il testo
definitivo del Patto del popolo: un testo altamente
innovativo sul piano dei diritti personali inviolabili per
lo stato, della separazione dei poteri esecutivo e
legislativo, della rigidità e immodificabilità della legge
fondamentale dello stato.
42. Il Commonwealth 1649-1660
1649-1653 Chiuse la rivolta irlandese con una spietata
repressione militare che si tinse dei colori di una dura
repressione anticattolica destinata a pesare fino a
oggi nella storia dell'isola e dei rapporti tra irlandesi e
inglesi. L’Irlanda venne ridotta al rango di una colonia
e i migliori terreni furono espropriati a favore dei
proprietari terrieri protestanti.
1650-1651 Sconfisse Carlo II e gli Scozzesi nell'ultimo
rigurgito realista
44. Cromwell
Nel 1651 in una situazione ormai pacificata quello che
rimaneva del parlamento fedele guidato da Cromwell
approvò l'Atto di navigazione che riprendeva la
tradizionale linea di politica economica e commerciale
dell'Inghilterra da Elisabetta in poi a difesa degli
interessi commerciali e marittimi inglesi contro il
predominio della flotta e del commercio olandese.
Ben tre guerre avrebbero risolto alla fine a favore
dell'Inghilterra, la contesa per la preminenza nelle
grandi rotte del traffico internazionale a
dimostrazione di una continuità di linea politica da
Cromwell a Carlo II Stuart, che ben interpretava le
istanze e gli intendimenti dei ceti mercantili inglesi.
45. Cromwell
Politica estera: rilanciò il commercio estero (schiavi)
1651 l'intera Inghilterra è nelle mani di Cromwell che cercava una
legittimazione parlamentare
1653 Cromwell scioglie il Rump parliement per un nuovo parlamento
radicale
1653 si elabora l'Instrument of Governement con cui si nomina il
Lord protettore; con la proclamazione del Lord protettore e
l'affermazione di un regime politico che riconosceva al generale
vittorioso di plasmare i nuovi assetti istituzionali, secondo un modello
che nell'800, dopo l'esperienza napoleonica, prenderà il nome di
cesarismo, si realizzava una sorta di dittatura militare. Furono
reintrodotti forti limiti alla libertà di espressione e di stampa e si
attuarono persecuzioni e repressioni nei confronti dei dissidenti
religiosi e degli esponenti più radicali ancora presenti nelle fila
dell'esercito. Questa politica generò forti resistenze e dissidi nella
società inglese.
46. La restaurazione Stuart 1660-1688
Il parlamento del 1657 decide l'ereditarietà della carica, concede a
Cromwell un ricco appannaggio. Nel marzo 1657 gli fu offerta la corona
regia, che rifiutò. Egli si rivestiva sempre più di prerogative regie,
adottando la porpora, uno scettro dorato e la sua spada come insegna
della sua dignità. Ma morì il 3 settembre 1568: gli succedette il figlio
Richard nel 1658-1660 ma con una enorme instabilità politica: il suo
potere poggiava soprattutto sull’esercito che lo sostenne, mentre la
gentry e le popolazione cominciava a non sopportare più le
intemperanze politiche dei militari.
Centrale rimase il ruolo politico del parlamento al cui interno
cominciarono a differenziarsi due schieramenti:
i conservatori vicini a gli interessi dei ceti agrari, sostenitori del potere
del sovrano e dell'autorità della Chiesa anglicana,
i progressisti fautori di un ruolo politico più attivo del parlamento e più
aperti a forme di tolleranza che, a esclusione dei cattolici,
riconoscessero le altre confessioni di gruppi dissidenti
47. La restaurazione Stuart 1660-1688
La volontà di conciliazione nazionale, di equilibrio e di pace
portò alla riconvocazione del Long Parliament (sciolto nel
1653) che affidò la corona a Carlo II Stuart ripristinando la
chiesa anglicana e la camera dei Lords e riconsegnando il
potere militare alla Corona (nel pacifico ristabilimento del
figlio dello Stuart decapitato si materializzò un netto riflusso
antirivoluzionario che però non si tradusse in una vera e
propria reazione. Il re poté tornare sul trono ereditando i
poteri di suo padre tranne quelli aboliti dalle leggi del Lungo
Parlamento: controllo e comando delle forze armate e
direzione della politica estera: di fatto la restaurazione si basò
sulla premessa che corona e Parlamento potevano spartire il
potere amichevolmente, senza che fossero dipendenti l’uno
dall’altro).
48. La restaurazione Stuart 1660-1688
La politica dello Stuart riprese la politica mercantilista
e si riavvicinò alla Francia di Luigi XIV sia in funzione
anti-olandese sia favorendo una nuova apertura verso
i cattolici con la Dichiarazione di indulgenza del 1672
che riconosceva anche ai cattolici l'accesso alle
cariche pubbliche.
Il re però non riuscì a mantenere le forze armate
permanenti per la diffusa ostilità contro l’esercito e
contro la sua politica. Nel 1660 con il Disbanding Act
le truppe vennero sciolte.
49. La Gloriosa Rivoluzione 1688
Tuttavia il problema cattolico era destinato a divenire
ancora più acuto nei primi anni '80 per la prevista
successione al trono inglese del fratello di Carlo II,
Giacomo II - sovrano dal 1685 al 1689 - fervente
cattolico, che, da un matrimonio con la principessa
italiana, ovviamente cattolica, Maria Beatrice d'Este ebbe
nel 1688 il tanto sospirato erede maschio, Giacomo
Edoardo. Si prefigurava così la successione al trono
inglese di un re cattolico, una prospettiva tanto più
pericolosa in quanto Giacomo II, appena salito al trono,
promulgò una nuova Dichiarazione di indulgenza nel
1687, che abrogava le disposizioni del Test Act (1673)
suscitando la forte reazione dei vescovi anglicani e del
50. La Gloriosa Rivoluzione 1688
In questa situazione difficile il parlamento si
pronunciò per la successione al trono inglese, a
esclusione del figlio maschio di Giacomo II, della
principessa Maria, figlia di primo letto dello stesso
Giacomo II, e sposa di Guglielmo III d'Olanda e
intransigente oppositore della politica
espansionistica della Francia di Luigi XIV.
Con un atto parlamentare pacifico e legittimo si
sostituì Giacomo II 1685-1688 con Guglielmo III
d'Orange, marito di Maria Stuart, che accettava la
corona dal Parlamento.
51. Dichiarazione dei diritti 1689
Con valore costituzionale sanzionava la sovranità del
parlamento e disegnava un nuovo assetto costituzionale
della monarchia: tutelava la libertà delle elezioni
parlamentari, assegnando al parlamento il controllo delle
finanze, escludendo ogni interferenza del re
nell'amministrazione della giustizia e garantendo la piena
libertà di parola ai membri del parlamento: l'atto limitò
fortemente le prerogative del re. Esso riaffermò inoltre il
principio secondo il quale il sovrano, nella sua qualità di capo
del potere esecutivo, era sottoposto alle leggi e poteva
essere privato dei suoi poteri dallo stesso parlamento qualora
decidesse di sospenderne l'applicazione o si rifiutasse di
sottoporsi al potere parlamentare. Questo atto costituisce
anche oggi uno dei fondamenti del sistema costituzionale
52. Atto di Tolleranza 1689
Riconosceva la legittimità delle sette dissidenti, a
esclusione dei cattolici.
Riconoscimento giuridico dei principi liberali e del
valore legittimo del Parlamento
Nell'Inghilterra degli anni ‘90, dopo grandi scontri
politici e sconvolgimenti militari, si sperimentava per
la prima volta un sistema di organizzazione politica e
sociale, la monarchia costituzionale e parlamentare,
destinata a rappresentare un altro punto di
riferimento per la storia delle idee e delle vicende
politiche dell'età moderna.
53. Atto di Tolleranza 1689
Giova ricordare che sempre negli anni che vanno dalla
rivoluzione del 1640 alla gloriosa rivoluzione del
1688-1689 si svilupparono alcune tra le più alte teorie
della cultura politica dell'età moderna: dal
contrattualismo assolutista di Hobbes al liberalismo di
Locke: due autori le cui opere accompagnarono le fasi
di maggiore tensione politica del seicento inglese e di
un dibattito sulle riforme dello Stato e della società.