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La rappresentazione del movimento
Analisi linguistica
Massimo Bonato

1. Introduzione
L’analisi linguistica a cui è stato sottoposto il corpus di testi è analisi innanzitutto semantica e
quindi testuale. È volta cioè a stabilire, a partire dalle parole usate, quale rappresentazione può
scaturire del movimento No Tav, obiettivo peraltro afferente al progetto nella sua interezza.
Il corpus di testi è composto da articoli del «Corriere della Sera» – composto da 53 scritti –, «la
Repubblica – 223 – e «La Stampa» – 208 –, perlopiù articoli, ma anche semplici lanci
riguardanti il movimento in quanto tale, suoi appartenenti, fatti che lo riguardano o in relazione
al tema Tav (Treno alta velocità). Il corpus fa riferimento alle uscite giornalistiche che vanno dal
27 luglio al 27 settembre 2013, periodo caratterizzato da eventi di cronaca specifici che hanno
condizionato di per sé il tema stesso affrontato dagli articoli presi in esame.

2. Categorie semiotiche
La semiotica è la disciplina che studia il linguaggio in quanto significazione, ovvero il modo in
cui un segno, o una parola sono “qualcosa che rinvia a qualcos’altro”, e ogni volta che si mette
in pratica una relazione di significazione si mette in atto un processo di comunicazione. In
questo senso la semiotica è una disciplina che studia la comunicazione1.
Gli articoli esaminati descrivono, raccontano fatti. Un testo giornalistico ha carattere informativo,
poiché fornisce notizie su personaggi, argomenti o fatti; ma ha carattere descrittivo, poiché
delinea le caratteristiche di una persona, di un paesaggio, ecc.; ha carattere argomentativo
quando esprime un’opinione che sostiene una tesi su basi logiche2.
La scelta stessa del tema genera percorsi di senso attraverso cui il lettore è messo nella
possibilità di crearsi un’opinione. Trattare un argomento o un altro, sottacerne uno o dar rilievo a
un altro è una scelta. Ma anche il tema di per sé, per come viene sviluppato, genera a sua volta
percorsi di senso: si può chiamare Napoleone il vincitore di Austerlitz o il perdente di Waterloo e
si parlerà sempre di Napoleone, ma cambierà ovviamente il modo in cui si farà riferimento al
personaggio storico.
Guardare al corpus di testi come a un insieme di possibili percorsi di senso3 ha condotto a
considerare prioritaria la categorizzazione semiotica, perché attraverso essa è possibile capire
1

Cfr. Umberto Eco, Trattato di semiotica generale, Bompiani, Milano 1993.
Egon Werlich, A text grammar of English, Quelle & Meyer, Heidelberg 19822.
3
Francesco Marsciani, Alessandro Zinna, Elementi di semiotica generativa, Esculapio, Bologna 1991.
2

1
come attori, azioni, processi, obiettivi inerenti ai fatti trattati dalla stampa vengano descritti, quali
siano le parole usate, le prevalenze negli interessi tematici, e appunto quale senso il lettore
possa trarre dalla lettura e con esso quale rappresentazione ideale farsi delle situazioni
delineate dagli autori.
Si è proceduto quindi a stabilire categorie che rispondano a semplici domande quali “chi fa?”,
“che cosa fa?”, “perché lo fa?”. Semplici non significa banali, perché sono le categorie
attraverso le quali tutta la rappresentazione dei fatti trova forma nei significati delle parole e
soprattutto nel senso che esse lasciano nel lettore.
Le categorie delimitate sono state quindi:
− Attore: colui che agisce, inteso come persona, insieme di persone o organizzazione di
persone, ma anche il modo in cui l’attore viene descritto: si tratta quindi al livello
grammaticale di sostantivi e attributi.
− Azione: ciò che l’attore fa, inteso sia come l’agire in quanto tale (p. es.: “protestare”
“minacciare”) sia come prodotto dell’agire (p. es.: “minaccia”) sia come presupposto di
un agire (p. es.: “molotov” – “nascondere una molotov”, “lanciare una molotov” ecc.): si
tratta di azioni verbali e modificatori di verbi, sostantivi che preludono a un’azione o che
sono il risultato di essa.
− Oggetto: è il motivo, l’obiettivo, il valore per il quale l’attore agisce. Può trattarsi di cosa
fisica o di concetto astratto, ma per l’attore è sempre rivestita di valore e rappresenta la
ragione del suo agire: sono perlopiù sostantivi ma anche verbi.
− Trasformazione: se l’azione è colta nel suo svolgersi o nel suo esser stata svolta, la
trasformazione rende conto della possibilità che l’azione ha di svilupparsi. Ha quindi
senso di modificazione o di un intensificarsi di un agire.
Se le categorie ammesse fossero soltanto queste, il tema sarebbe stato però osservato da una
sola angolazione, quella dell’accezione e della modalità di rappresentazione del movimento. Si
è preferito quindi ricorrere a un confronto con i contrari speculari delle suddette categorie,
seguendo il quadrato semiotico di A. J Greimas4, sia per rinvenire quantitativamente i lessemi
ascrivibili alle singole categorie, sia qualitativamente per stabilire se le parole usate siano o no
connotate, come cioè si sia trattata la controparte del movimento. Nell’analisi sono state
associate e confrontate le categorie su delineate con
− Attore contrario;
− Azione contraria;
− Oggetto contrario,
− Trasformazione contraria.
L’attribuzione di “contrario” ha solo significato logico, non valoriale: ha cioè valore di attribuzione
a un’etichetta, chiamare l’una parte o l’altra “contraria” serve soltanto a distinguere categorie.
In questo modo è possibile rinvenire come sulla scena dei fatti descritti si profilano gli attori
interessati (p. es.: da un lato il movimento, gli antagonisti, i delinquenti e dall’altra lo Stato o il
ministro, le Forze dell’Ordine), le azioni descritte (manifestazioni e sabotaggi per l’uno, denunce
e militarizzazione per l’altro), l’oggetto del contendere (il territorio, l’ambiente vs il cantiere, la
sicurezza, l’ordine pubblico) e come è possibile che le azioni si trasformino (il salto di qualità per
l’uno, l’inasprimento della repressione per l’altro). I termini riportati tra parentesi non sono che
“lemmi”, parole estratte dai testi.

2.1 Campionatura
Di seguito vengono presentati i lemmi presi in considerazione nello studio e la loro suddivisione
nelle categorie semiotiche individuate. Si tratta di 160 record tabellari in cui vengono elencate
4

Algirdas Julien Greimas, Del Senso 2, Bompiani, Milano 2001.

2
parole e forme di parole, vengono cioè classificati sostantivi e aggettivi con le proprie flessioni
(es.: Anarchico/i/a/e) e verbi con le loro coniugazioni. Il computo delle occorrenze è avvenuto a
partire dalla morfologia della parola (cercando per es. dife per difendere e difeso/i/a/e)
Tab. 1
Attore
Aggressore/i
Ala
Anarchico/i/a/e
Antagonista/i; antagonismo
Area
Attivista/i
Autonomo/i/a/e; autonomia
Black bloc
Bombarolo/i
Br / Brigate rosse
Brigatista/i
Cattivo/i maestro/i
Cittadino/i
Clandestino/i; clandestinità
Commando
Delinquente/i; delinquenza
Esercito
Estremista/i/; estremismo
Eversivo/i/a/e
Facinoroso/i
Frangia/e
Imputato/i
Incappucciati
Insurrezionalista/i; insurrezionalismo;
anarcoinsurrezionalismo
Irriducibile/i
Lavoratore/i
Luddista; luddismo
Manifestante/i
Militante/i
Movimentista/i
Nemico/i (- del Tav; - della talpa)
Non violento; non violenza
Pacifista/i; pacifismo
Partigiano/i
Popolazione
Radicale/i
Resistenza (resistenti, Valle che resiste,
resistenza civile)
Sabotatore/i
Sindaco
Sovversivo
Terrorista/i; terrorismo; terroristico
Violento/i/a/e; violenza/e

Attore contrario
Antiterrorismo
Carabiniere/i
Cittadino/i
Collaborazionista/i
Colpevole; colpevolmente
Contingente
Digos
Ditta/e
Esercito
Forze dell'ordine
Imprenditore/i
Investigatore/i
Lavoratore/i
Ministro /dell'Interno /delle Infrastrutture
Nemico/i
Occupazione (forza di -, truppe di -)
Polizia; poliziotto/i
Popolo (minacciato; dei minacciati)
Prefetto; prefettura
Procuratore; procura
Resistenza (resistente al lavoro)
Sindacato (- di Polizia, - dei giornalisti)
Soldato/i
Sindaco
Stato
Violento/i/a/e; violenza/e

3
Tab. 2
Azione
Accusare; accusato/i
Aggredire; aggressione/i
Appellarsi; appello/i
Arsenale
Assaltare; assalto/i
Attaccare; attacco/i
Attentare; attentato/i
Battaglia/e
Bloccare; blocco/i
Bomba/e
Colpire
Controllare; controllo
Corteo/i
Danneggiare; danno/i; danneggiamento/i;
danneggiato/i
Difendere; difesa
Estorcere; estorsione/i
Eversione; eversivo/i (atti -; attività -)
Gita/e (andare in -; fare una -)
Guerra
Guerriglia
Incendiare; incendio/i; incendiato/i
Intimidazione/i
Manifestare; manifestazione/i
Minacciare; minacciato; minaccia
Mirino (essere nel -; finire nel -… "della
Procura")
Molotov
Occupare; occupazione
Pacifico/a (fare, organizzare marce, proteste -)
Perseguitare; perseguitato/a
Preoccupare; preoccupato/a; preoccupazione
Presidiare
Proteggere; protezione
Protestare; protesta
Radicale/i (atti-, azioni -)
Raid
Rispondere; risposta (come reazione,
soluzione)
Sabotare; sabotaggio (azione di -)
Scatenare; scatenato/i
Scontro/i
Scorribanda/e
Sequestro di persona
Sovversione
Subire
Terrorismo (atto di -); terroristico/a (atto -,
azione -, pratica -, attacco -); terrore
(diffondere -); terrorizzare
Vandalismo/i; vandalico/i
Violenza/e, violento/i/a/e (assalto -, atto -,
azione -, protesta -)

Azione contraria
Accertamento/i
Accusare; accusato/i
Appellarsi; appello/i
Arrestare; arrestato/i; arresto/i
Attaccare; attacco/i
Attacco mediatico
Blindare
Condannare; condanna
Controllare; controllo
Denunciare; denuncia; denunciato/i/a/e
Dialogo
Difendere; difesa
Imputare
Investigare; investigazione
Militarizzare; militarizzato; militarizzazione
Mirino (essere nel -; finire nel -)
Occupare; occupazione (forza di occupazione;
valle militarmente occupata)
Ostaggio (diventare -)
Preoccupare; preoccupato/a; preoccupazione
Presidiare
Prevenire; prevenzione
Proteggere; protezione
Rispondere; risposta (come reazione,
soluzione)
Smilitarizzare; smilitarizzato; smilitarizzazione
Sopralluogo
Subire
Temere; timore/i
Terroristico/i/a/e (subire minacce -); terrore
(vivere in uno stato di-; essere terrorizzato)
Violentare; violenza (- privata; - privata in
concorso; -privata

4
Tab. 3
Oggetto
Ambiente; ambientale/i
Eversione; Eversiva/e (finalità -)
Lavoro (posti di -; "Etinomia")
Territorio
Terrorismo (finalità di -)

Oggetto contrario
Cantiere
Difesa
Disoccupazione
Occupazione
Opera
Ordine pubblico
Reddito
Sicurezza
Sito
Territorio

Tab. 4
Trasformazione
Criminalizzare; criminalizzazione
Degenerare; degenerazione
Deriva (- terroristica, paraterroristica)
Escalation (- terroristica)
Eversiva/e (potenzialità -)
Radicalizzare; radicalizzazione
Rischio
Salto /di qualità /in avanti /politicoorganizzativo

Trasformazione contraria
Aumentare (il controllo)
Criminalizzare; criminalizzazione
Dotare (… di più uomini e mezzi)
Inasprire; inasprimento
Raddoppiare (il contingente)
Rischio

3. Analisi semantica
Le categorie individuate soggiaciono all’organizzazione tematica della ricerca.
La ricerca è volta a delineare il modo in cui il movimento No Tav sia stato descritto dalla
stampa, e dunque quale senso abbia ricevuto. Per questo il senso in quanto tale ha orientato
un’architettura categoriale che tiene conto sia delle categorie semiotiche in cui è possibile
descrivere gli articoli del corpus (Attore, Azione ecc.), sia delle relazioni semantiche che
vincolano le parole a un giudizio preordinato, connotato.
Da questo proviene l’accorpamento alla categoria Azione, per esempio, di lemmi che si
sarebbero potuti organizzare sotto una distinta voce. Troviamo cioè tanto “incendiare” tanto
“incendio”, “incendiato” che sono il prodotto di un’azione e fanno a rigore parte di un famiglia
semantica5; ma anche termini come “molotov” o “scorribanda” che intrattengono relazioni di
prossimità o facendo parte dello stesso campo semantico6 o fondando la presupposizione di
un’azione, come è il caso appunto di “molotov”, oggetto atto a procurare incendio o “guerra”,
come descrizione di un processo o di uno stato entro cui singoli o organizzazioni agiscono.

3.1 Significato e senso, ovvero denotazione vs connotazione
Oltre all’attribuzione di qualità con cui normalmente un aggettivo serve a modificare
semantemicamente un nome (p. es.: da semplice “manifestazione” a “manifestazione pacifica” o
“manifestazione violenta”), la lingua dispone di dispositivi con cui il lessico può rappresentare di

5

La famiglia lessicale è un insieme di parole che hanno in comune la forma e una parte di significato in quanto
derivano dalla stessa base.
6
Un campo semantico (o lessicale) è un insieme di unità lessicali connesse da relazioni sintagmatiche e
paradigmatiche. Ad esempio, il campo semantico di cavallo comprende iperonimi (equino), iponimi (destriero,
ronzino), meronimi (criniera, zoccolo), solidarietà lessicale (galoppare, nitrire, montare).

5
per sé un valore, distinguendo subito tra ciò che è un puro riferimento a una cosa, un oggetto, o
caricando cosa o oggetto di un proprio valore.
Per denotazione7 si intende la caratteristica che identifica il significato di base di ogni parola, ciò
che il termine indica con precisione. Si tratta del senso proprio del termine, di un significato
intellettuale che tende a essere neutro, oggettivo e ha una funzione informativa ed è
riconosciuto da tutta la comunità dei parlanti.
Per connotazione si intendono i significati che vengono attribuiti a una parola insieme al suo
significato basilare, l’insieme dei valori affettivi o espressivi supplementari che si aggiungono ai
significati di una espressione o di un testo (emozioni, sentimenti, immagini, valori particolari,
allusivi, evocativi, affettivi). Questo ha una funzione evocativa, non è univoco, può variare tra
culture diverse o tra diversi parlanti, dipende dalla situazione in cui avviene la comunicazione8.
La connotazione è quindi un elemento accessorio che, insieme con la denotazione, contribuisce
a costituire il significato di una parola in un determinato contesto; consiste nelle sfumature di
ordine soggettivo (per es., piccino, bambino, pupo, fanciullo, bimbo hanno uguale denotazione,
ma diversa connotazione, poiché pur indicando la stessa classe d’oggetti evocano risonanze
affettive e ambientali diverse; nella parola cuore, alla denotazione di organo anatomico si
accompagnano nella comune coscienza varie connotazioni, di disponibilità affettiva ed emotiva,
di coraggio ecc.)9.
Secondo John Stuart Mill una parola va considerata come connotativa se indica, oltre ad un
oggetto, anche le sue proprietà, mentre non lo è se si limita a indicare il solo oggetto oppure
soltanto una proprietà che possono variare da lingua a lingua e da individuo ad individuo10.
La connotazione va decisa quindi nel contesto in cui si esprime, al livello del lessico in quanto
tale e al livello testuale in quanto percorso di senso.
Se per denotazione intendiamo un significato specifico e univoco, allora per connotazione
intendiamo:
1) un significato generico e polisemico: ai lemmi Brigate Rosse, brigatista, autonomo,
anarchico, corrisponde univocamente un referente individuabile dalla parte politica di
appartenenza, la dottrina di riferimento o anche soltanto il nome proprio (come nei primi
due casi). Diverso è il discorso per antagonista (o black bloc) che individua
genericamente una parte politica avversa, contraria, oppositrice senza che sia definito
l’oggetto del suo contendere né una dottrina politica di riferimento. Sintatticamente si
trova in espressioni di congiunzione come anarchici e antagonisti e antagonisti e violenti,
mentre esistono al contempo congiunzioni come anarchici e autonomi o anarchici contro
autonomi. Sicché, o antagonista è sinonimo generico di autonomo o è una terza parte
politica non definita che si somma alle due citate. L’indefinitezza è la sua connotazione,
che si carica come detto di un sistema valoriale (quello sì) definito.
2) Un significato che intrattiene relazioni sematiche: di iponimia (incappucciati, o
commando), o sinonimia, ed è un traslato, una parola cioè che ha significato proprio ma
viene usata metaforicamente come sinonimo di altra parola: è il caso di ala o frangia,
dotate di significato proprio, che vengono però usate come sinonimo di area o di parte;
metafore come partigiano, o l’iperbolico esercito (in esercito dei No Tav).
3) Un significato proprio che nel contesto risulti ironico: è il caso di gita, di per sé significato
denotativo, ma utilizzato in frasi come Le gite in Val di Susa, gli assalti e le botte, le
violenze nelle scorribande dei No-Tav posto su di un piano di congiunzione sintattica e
logica con altri attributi connotati, o L'eurodeputato dell'Italia dei Valori […] ha fatto una
gita filosofica di due giorni a Chiomonte e Bussoleno, tra cene e «apericene».

7

John Lyons, Semantics, Cambridge, Cambridge University Press, 1977; trad. it. Manuale di semantica, Laterza,
Roma-Bari 1980, vol. I.
8
http://www.parodos.it/linguistica/denotazione_e_connotazione.htm.
9
http://www.treccani.it/vocabolario/connotazione.
10
http://it.wikipedia.org/wiki/Connotazione

6
4) Un significato attributivo, sia esso grammaticalmente un sostantivo (con valenze proprie)
o un aggettivo: è il caso di estremo, estremista, o il cattivo della locuzione ormai entrata
nell’uso cattivo maestro. Ma è anche il caso, per esempio, per cui ad accusato,
denotativo di un determinato individuo per il quale è stato accertato un reato
sanzionalbile, fanno da contraltare parole come estremista (generico perché non
determinato da un limite definito entro il quale rientrino qualità come “moderazione” o
appunto “estremismo”), delinquente (anch’esso generico e indefinito), e anche terrorista
dal momento che non esiste imputazione o sentenza in merito, ma viene utilizzato in
senso evocativo.
5) Infine intendiamo per connotazione il novero dei lemmi utilizzati nei testi del corpus
indipendentemente dalla loro distinzione di significato tra denotazione e connotazione.
Considerato nella sua globalità, il repertorio di parole usate negli articoli delinea percorsi
di senso al livello testuale, che orientano una lettura dei fatti e in senso più lato una
rappresentazione del movimento No Tav. La somma cioè dei lemmi che riportano a un
intero campo semantico in cui singoli lemmi intrecciano tra loro relazioni di prossimità e
solidarietà che intessono il testo di senso.

4. Dati e risultati
Ogni lemma estratto dai testi è stato computato singolarmente, come da esempio (vd.
Appendice):
Tab. 5
Den.	
  
vs	
  
Conn.	
  
c	
  
c	
  
d	
  
c	
  
d	
  

Campo	
  	
  

Attore	
  
Attore	
  
Attore	
  
Attore	
  
Attore	
  
−
−
−
−
−

−
−

Corriere	
  
della	
  Sera	
  
articoli	
  
(53)	
  

Voce	
  

Agguerrito/i/a/e	
  
Ala	
  
Anarchico/i/a/e	
  
Antagonista/i;	
  antagonismo	
  
Autonomo/i/a/e	
  

1	
  
5	
  
8	
  
11	
  
3	
  

Incidenza	
  
articoli	
  su	
  
corpus	
  
1,88%	
  
9,43%	
  
15,09%	
  
20,75%	
  
5,60%	
  

occorrenze	
  
occorrenze	
  
negli	
  
nei	
  titoli	
  
articoli	
  
1	
  
5	
  
15	
  
12	
  
3	
  

La prima colonna definisce il lemma in quanto “denotazione” e “connotazione”.
La seconda il campo di appartenenza.
Il lemma.
In quanti articoli compare il lemma.
L’incidenza percentuale dell’uso del lemma in base al numero degli articoli in cui
compare, in rapporto all’interezza del corpus riportato in testata (53 articoli del «Corriere
della Sera»).
Il computo totale delle occorrenze negli articoli.
Il comupto totale delle occorrenze nei titoli degli articoli.

4.1 Dal significato al senso: il testo
L’analisi procede dalla globalità all’unità, dalla macrostruttura del corpus di articoli all’elemento
singolo delle parole e delle locuzioni, ovvero dal testo al lemma.

7

0	
  
1	
  
1	
  
2	
  
0	
  
Se il significato di una parola è il concetto che unisce un segno, un’articolazione di suoni a un
oggetto per designarlo, è anche la somma di tutti i sensi ascrivibili all’oggetto: è ciò che l’oggetto
è, e anche tutti i modi possibili di parlarne.
Per questo il significato viene assunto come parametro di valutazione in questa fase,
indipendentemente che la sia parola sia connotata, cioè che su una parola siano stati distribuiti
sensi diversi, modi diversi di interpretazione. Il significato e le relazioni tra significati generano di
per sé un percorso di senso entro un testo e l’intero corpus di riferimento.
Le categorie individuate soggiaciono all’organizzazione tematica della ricerca. Ricerca che ha
per obiettivo chiarire l’approccio che la stampa ha con il movimento No Tav.
Del resto infatti, al livello tematico il movimento No Tav è l’argomento più trattato nello spettro di
tematiche affrontate o anche soltanto citate dagli articoli del corpus.
Tab. 6
Campo	
  

Macroarea
Macroarea
Macroarea
Macroarea
Macroarea

Voce

Turismo;	
  turista/i
Mafia
Lavoro
Ambiente;	
  ambientale/i
Movimento

La	
  
Incidenza	
   occ.	
  
Stampa	
  
articoli	
  su	
   negli	
  
articoli	
  
corpus articoli
(208)

Corriere	
   Incidenza	
   occ.	
   occ.	
   Repubblica	
   Incidenza	
   occ.	
  
occ.	
  
della	
  Sera	
   articoli	
  su	
   negli	
   nei	
  
articoli	
  	
   articoli	
  su	
   negli	
   nei	
  
articoli	
  (53) corpus articoli titoli
(223)
corpus articoli titoli

1
2
2
2
14

1,88%
3,77%
3,77%
3,77%
26,41%

1
1
2
2
30

0
0
1
0
0

4
8
18
32
90

1,79%
3,58%
8,07%
14,34%
40,35%

4
14
20
58
165

0
2
1
1
8

3
12
15
13
75

1,44%
5,76%
7,21%
6,25%
36,05%

5
14
18
15
103

Individuando temi come il turismo, la mafia, il lavoro (in termini occupazionali) o l’ambiente, e
computando per ciascuno il numero di articoli in cui essi sono citati, solo il termine “movimento”
(inteso come movimento No Tav) occupa una porzione significativa del corpus, relegando al
margine l’interesse per i restanti temi.
Vistosa è la distanza tra le percentuali di incidenza degli articoli rispetto alla totalità del corpus:
se le occorrenze dei lemmi “turismo”, “mafia”, “lavoro” o “ambiente” si aggirano su percentuali
che vanno dall’1,88 al 3,77% per il «Corriere della Sera», dall’1,79 al 14,34% per «la
Repubblica», dall’1,44 al 6,25% per «La Stampa», la sola voce “movimento” riguarda
rispettivamente il 26,41, il 40,35 e il 36,05% degli articoli delle tre testate.
In relazione alla Nuova Linea Torino-Lione dunque si parla prevalentemente di movimento No
Tav e, come vedremo, in relazione al movimento No Tav si parla prevalentemente di violenza.

4.2 Incidenza delle voci nei testi
Ciascun lemma è stato computato come occorrenza nel testo e nelle titolazioni degli articoli
(sommando in esse titoli e occhielli), e il numero degli articoli in cui il singolo lemma compare è
stato portato a confronto con l’interezza del corpus per calcolarne l’incidenza percentuale,
ovvero fatto 100 il numero di articoli di ogni singola testata si sono portati a confronto il numero
di articoli in cui ciascuna voce compare.
Elenchiamo a titolo esemplificativo le prime voci del «Corriere della Sera» corredate delle
percentuali di incidenza e di seguito soltanto le voci per tutte e tre le testate per comodità di
confronto (per i singoli dati percentuali rimandiamo all’Appendice). Mettendo in rilievo, dal dato
maggiore al minore, la colonna dell’incidenza percentuale degli articoli in cui le voci compaiono.

8

occ.	
  
nei	
  
titoli

1
0
1
0
4
Tab. 7
Campo	
  	
  

Voce	
  

Corriere	
  
della	
  Sera	
  
articoli	
  
(53)	
  

Incidenza	
  articoli	
  
su	
  corpus	
  

Macroarea	
  

Violenza-­‐	
  senso	
  
generico	
  

22	
  

41,50%	
  

Azione	
  

Violenza/e,	
  
violento/i/a/e	
  
(assalto	
  -­‐,	
  atto	
  -­‐,	
  
azione	
  -­‐,	
  protesta	
  -­‐)	
  

20	
  

37,73%	
  

Oggetto	
  
contrario	
  

Cantiere	
  

18	
  

33,96%	
  

Attore	
  
contrario	
  

Polizia;	
  poliziotto/i	
  

15	
  

28,30%	
  

Attore	
  
contrario	
  

Procuratore;	
  
procura	
  

15	
  

28,30%	
  

Attore	
  

Movimento	
  

14	
  

26,41%	
  

14	
  

26,41%	
  

Terror-­‐	
  (Terrore,	
  
terrorizzat/o/i;	
  
Macroarea	
   terrorismo,	
  
terrorista/i,	
  
terroristico/i/a/e)	
  
Azione	
  	
  

Protestare;	
  
protesta	
  

10	
  

24,52%	
  

Attore	
  
contrario	
  

Forze	
  dell'ordine	
  

13	
  

24,52%	
  

Oggetto	
  

Territorio	
  

10	
  

24,52%	
  

Azione	
  

Danneggiare;	
  
danno/i;	
  
danneggiamento/i;	
  
danneggiato/i	
  

12	
  

22,64%	
  

Azione	
  	
  

Manifestare;	
  
manifestazione/i	
  

12	
  

22,64%	
  

Attore	
  
contrario	
  

Stato	
  

11	
  

20,75%	
  

9
Tab. 8
Campo	
  
1

Macroarea

Azione
2
Oggetto	
  
3 contrario

Corriere	
  della	
  Sera
Campo	
  
Violenza-­‐	
  senso	
  
Oggetto	
  
generico
contrario

Repubblica
Cantiere

Campo	
  
Oggetto	
  
contrario

La	
  Stampa
Cantiere

Violenza/e,	
  
violento/i/a/e	
  
Macroarea
(assalto	
  -­‐ ,	
  atto	
  -­‐ ,	
  
azione	
  -­‐ ,	
  protesta	
  -­‐ )

Violenza-­‐	
  senso	
  
generico

Macroarea

Violenza-­‐	
  senso	
  
generico

Cantiere

Movimento

Attore

Movimento

Attore

Attore	
  
contrario

Polizia;	
  poliziotto/i Azione

Violenza/e,	
  
violento/i/a/e	
  
Attore	
  
(assalto	
  -­‐ ,	
  atto	
  -­‐ ,	
  
azione	
  -­‐ ,	
  protesta	
  -­‐ )

Attivista/i

Attore	
  
contrario

Procuratore;	
  
procura

Attore	
  
contrario

Procuratore;	
  
procura

Azione

Violenza/e,	
  
violento/i/a/e	
  
(assalto	
  -­‐ ,	
  atto	
  -­‐ ,	
  
azione	
  -­‐ ,	
  protesta	
  -­‐ )

Attore

Movimento

Attore	
  
contrario

Polizia;	
  poliziotto/i

Attore	
  
contrario

Ministro	
  
/dell'Interno	
  /delle	
  
Infrastrutture

Macroarea

Terror-­‐	
  ( Terrore,	
  
terrorizzat/o/i;	
  
terrorismo,	
  
terrorista/i,	
  
terroristico/i/a/e)

Attore	
  

Attivista/i

Attore	
  
contrario

Polizia;	
  poliziotto/i

Azione	
  

Protestare;	
  
protesta

Attore	
  
contrario

Ministro	
  
Attore	
  
/dell'Interno	
  /delle	
  
contrario
Infrastrutture

Procuratore;	
  
procura

Forze	
  dell'ordine

Azione	
  

Protestare;	
  
protesta

Azione

Bloccare;	
  blocco/i

Oggetto

Territorio

Azione

Bloccare;	
  blocco/i

Azione	
  

Protestare;	
  
protesta

Azione

Danneggiare;	
  
danno/i;	
  
Macroarea
danneggiamento/i;	
  
danneggiato/i

Attore	
  
contrario

Carabiniere/i

Azione	
  

Manifestare;	
  
manifestazione/i

Azione

Attore

Violento/i/a/e;	
  
violenza/e

Stato

Azione	
  

Attore	
  
contrario

Stato

Azione

Minacciare;	
  
minacciato;	
  
minaccia

Oggetto	
  
contrario

Opera

Attore	
  
contrario

Forze	
  dell'ordine

Azione	
  
contrario

Arrestare;	
  
arrestato/i;	
  
arresto/i

Azione

Minacciare;	
  
minacciato;	
  
minaccia

Macroarea

Attore

Antagonista/i;	
  
antagonismo

Attore	
  
contrario

Carabiniere/i

Azione

Azione

Sabotare;	
  
Attore	
  
sabotaggio	
  ( azione	
  
contrario
di	
  -­‐ )

Stato

Azione

Attore	
  
contrario

Ditta/e

Azione	
  
contrario

Arrestare;	
  
arrestato/i;	
  
arresto/i

Azione

Attore	
  

Attivista/i

Azione

Attentare;	
  
attentato/i

Attore

Attore	
  
contrario

Ministro	
  
Azione	
  
/dell'Interno	
  /delle	
  
contrario
Infrastrutture

Accusare;	
  
accusato/i

Azione	
  
contrario

4

5

6

7

8
Attore	
  
9 contrario
10

11

12
Attore	
  
13 contrario

14

Terror-­‐	
  ( Terrore,	
  
terrorizzat/o/i;	
  
terrorismo,	
  
terrorista/i,	
  
terroristico/i/a/e)
Danneggiare;	
  
danno/i;	
  
danneggiamento/i;	
  
danneggiato/i
Manifestare;	
  
manifestazione/i

15

16

17

18

19

20

10

Terror-­‐	
  ( Terrore,	
  
terrorizzat/o/i;	
  
terrorismo,	
  
terrorista/i,	
  
terroristico/i/a/e)
Minacciare;	
  
minacciato;	
  
minaccia
Attentare;	
  
attentato/i
Danneggiare;	
  
danno/i;	
  
danneggiamento/i;	
  
danneggiato/i
Anarchico/i/a/e	
  ( -­‐	
  
ala,	
  -­‐ area,	
  -­‐ 	
  
movimento,	
  -­‐ 	
  
infiltrazioni)
Arrestare;	
  
arrestato/i;	
  
arresto/i
L’intero impianto tabellare consta di 192 record in cui sono elencate le voci suddivise nelle
categorie su descritte di Attore, Attore contrario, Azione, Azione contrario ecc., ma anche una
categoria riassuntiva nominata Macroarea che rende conto sia della sommatoria di ambienti
lessicali in cui pochi singoli lemmi occorrono in quanto area semantica indipendentemente dalla
loro ripartizione in Attore, Azione ecc. di cui pure constano (come per terrore, terrorizzat/o/i;
terrorismo, terrorista/i, terroristico/i/a/e); sia dei temi di cui si è parlato sopra (par. 5.1).
A un primo sguardo è possibile constatare la pressoché totale omogeneità delle voci riportate in
questi primi 20 dei 192 record dello studio. Le tre testate usano cioè più o meno le stesse
parole, gli stessi temi, con scarti minimi di incidenza percentuale sull’interezza del corpus. A
parte quindi termini come territorio, opera, forze dell’ordine che alternano compunque con
polizia e carabinieri, la restante parte allinea con scarti minimi che possono risultare il maggiore
o minore interesse della singola testata per un Attore o un’Azione.
Data la cospicua quantità di occorrenze presenti nei testi e la diversificazione dell’uso, si sono
dapprima fatti emergere tutti i lemmi relativi alla sua radice (Violenza/e, violento/i). La
macroarea è stata poi suddivisa nei campi di pertinenza a seconda che con violenza si
intendesse un Attore (i violenti) o un’Azione (compiere violenza, atti, azioni violente).
La violenza in quanto macroarea, tema, occupa le prime due posizioni per tutte e tre le testate;
è l’insieme dei lemmi variamente utilizzati più rinvenuti nei testi, e va dal 40 al 47% di incidenza.
In «Repubblica» e «La Stampa» almeno per le prime incidenze percentuali i valori sono
omogenei: cantiere è la voce più usata, perché si presenta come catalizzatore di temi e tensioni
che si esplicitano lungo il corpus nella differenziazione dei temi.
È il cantiere Oggetto contrario, obiettivo dello Stato e delle istituzioni, del volere politico e del
mondo del lavoro. È cioè il contenitore che raccoglie le aspettative della “progettualità” e del
“progresso”, del “denaro” e delle “risorse”, dell’”impegno” politico e istituzionale, nazionale e
internazionale, ed è anche motivo di visibilità per i referenti poltici di inaugurazioni, ispezioni e
controlli, monitoraggio e cronaca dell’andamento dei lavori; è prospettiva di posti di lavoro in
quanto promessa per gli uni e speranza per gli altri nella creazione di occupazione e soluzione
alla disoccupazione; è il luogo più “conteso” sia al livello della progettualità sia al livello della
“contestazione” dei lavori, di proteste, e dunque è oggetto di difesa, “protezione” perché ne
venga garantita la sicurezza in quanto sito fisico occupato da maestranze e Forze dell’Ordine,
ma anche, se non soprattutto in quanto contenitore di valori e di tensioni sociali e politiche, ed
è anche il luogo della violenza. È il confine valoriale che merita le attenzioni degli uni e degli
altri, ma l’unico modo nel quale viene trattato è il punto di vista della controparte del movimento;
il movimento si oppone al cantiere ma del modo in cui il cantiere potrebbe essere descritto dal
punto di vista del movimento non è contemplato.
Nelle prime tre posizioni insistono quindi l’Oggetto della contesa, il cantiere, l’Azione che vi
viene perpetrata, che è la violenza, e l’Attore che agisce, il movimento, almeno per «la
Repubblica» e «La Stampa» per le quali si riscontrano rispettivamente il 40,35 e il 36,05% di
occorrenze, mentre si tratta per il «Corriere» del 26,41% che lo pospone a polizia e procura. Di
per sé polizia e procura appaiono come un blocco unico con incidenze prossime in tutte e tre le
testate: sono gli Attori contrari che si contrappongono alla violenza, con l’unica eccezione per
«La Stampa», in cui viene dato maggior rilievo ai ministri.
Il modo in cui la violenza si esplica, ovvero le Azioni che la definiscono, compaiono appena
dopo, in posizioni di incidenza che denotano il medesimo interesse delle testate per la protesta,
i blocchi, le manifestazioni, i danneggiamenti, minacce, sabotaggi, attentati a cui si alternano
variamente, occupando posizioni intermedie sino a infittirsi gli Attori contrari e le misure da essi
adottate con Forze dell’ordine, carabinieri, Stato, arrestare, accusare ecc.
Singolare la posizione incidente della macroarea terrorismo, risultato di tutte le occorrenze che
riguardano da un lato il vivere nel “terrore”, il sentirsi “terrorizzati” dall’altro il “terrorismo” in
quanto riferimento generico a un regime di violenza, ma anche evocativo di un periodo storico

11
preciso, al quale nei testi si rimanda con espressioni definite come “anni di piombo”. Nel
«Corriere» compare più spesso di quanto non compaiano le cause, le Azioni, che potrebbero
giustificarne il ricorso lessicale; e similmente si comportano le altre due testate per cui soltanto
protesta e blocco sono i termini con maggiore incidenza, mentre alle altre Azioni si fa riferimento
meno che al terrorismo appunto.
La maggior parte del repertorio (cfr. Appendice) traccia un percorso di senso che descrive uno
stato di tensione, di scontro tra parti, di violenza.
Singoli lemmi, con occorrenze seppur numerose, possono concentrarsi in pochi articoli, altri si
disperdono lungo l’intero corpus, gli uni sono sinonimi o quasi sinonimi di altri (come attacco,
assalto) e lo stesso Attore può essere definito in più modi differenti pur avendo come riferimento
lo stesso soggetto (antagonista, bombarolo, delinquente, terrorista, o irriducibile, estremista,
facinoroso ecc.).
Il percorso di senso è dato dalla gran maggioranza di termini ad accezione negativa che
descrive una scena rappresentata da Attori incappucciati, radicali, sovversivi anziché da
pacifisti, attivisti, manifestanti, popolazione, sindaci. Sono soggetti che aggrediscono, bloccano,
colpiscono, minacciano, intimidiscono, incendiano; mentre poco incidenti sono i tratti che
delineano Attori che protestano, difendono (il territorio), presidiano, manifestano (in modo
pacifico).
Del resto si paventa, si raffigura come possibile, o come sia possibile evitare, rischi, escalation,
salti di qualità, inasprimento, mentre non si accenna alla possibilità che la situazione volga al
meglio, o quantomeno non viene descritta alcuna Trasformazione auspicabile come positiva.
Molti termini ricadono in entrambe le classi categoriali. Parole come subire, resistere,
denunciare, preoccupare fanno parte tanto di Azioni o Attori quanto di Azioni o Attori contrari a
seconda di quale sia l’Attore del quale si assume il punto di vista scrivendo. Alcuni esempi:
− Vi è chi nel movimento reclama le “violenze subite” o “subisce l’opera”, e d’altro canto vi
sono “aziende e operai che subiscono minacce terroristiche e mafiose” (frasi tratte da
«la Repubblica»).
− Resistenza ha sia un riferimento univoco sia un riferimento connotato, come si vedrà in
seguito. Qui basti osservare che chi resiste è prevalentemente la Valle “che resiste”, i
resistenti; o se ne parla in termini di resistenza civile. Particolare è l’uso che vi riserva il
solo «Corriere» che definisce resistenti al lavoro gli operai delle ditte del cantiere,
trasferendovi il sistema categoriale dato alla controparte.
− La denuncia è perlopiù Azione contraria. Frasi come “la procura di Torino, dopo la
denuncia di Ltf (la società che gestisce i lavori) apre un fascicolo” sono più frequenti di
altre che interessano il movimento, come “il carabiniere che è indagato per le lesioni
denunciate da uno dei dimostranti” (frasi tratte da «la Repubblica»). Di fatto, chi sporge
denuncia, chi denuncia è la controparte del movimento, per incidenze che vanno
dall’11,65 al 14,42% degli articoli per le tre testate, mentre delle denunce fatte da
movimento o attivisti si tratta dallo 0,00% del «Corriere» (cioè mai) al 3,36% della
«Stampa» .
− Preoccupati lo sono un po’ tutti: per la Procura “C'e' un fondo di preoccupazione per il
silenzio e la sottovalutazione”; gli “amministratori locali fortemente preoccupati per la
tensione che si è venuta a creare in seguito alle misure cautelari e al clamore
giornalistico”, il “vescovo di Susa, non nasconde la sua preoccupazione per l'escalation
di intimidazioni e violenze” ecc. (frasi tratte da «La Stampa»). Il risultato però è che di
preoccupazione si parla prevalentemente come Azione contraria, è cioè il movimento a
destare preoccupazione, sono la situazione e la violenza a preoccupare, per
un’incidenza che va dall’8,17% della «Stampa», il 12,55% della «Repubblica» al 13,20%
del «Corriere», mentre le preoccupazioni del movimento vengono citate dai quotidiani,
rispettivamente per lo 0,48%, il 2,42% e l’1,88% degli articoli.
− Chi si appella è invece il movimento: “Nonostante i continui appelli e i presidi, i No Tav
non sono riusciti a bloccare nemmeno un convoglio”, anche se è Azione più volte agita
da sindaci e amministratori affinché cessino le violenze, appelli del resto a cui fa eco la

12
−

−

−

−

−

−

−

Procura. Appellarsi e preoccuparsi sono perlopiù Azioni che gli amministratori No Tav
agiscono in relazione alla violenza, sono cioè preoccupati per la violenza e si appellano
a che cessi.
Di sindaci ve ne sono sia favorevoli al Tav (una minoranza), sia contrari (la
maggioranza) e se ne tratta in tutte e tre le testate con un’incidenza analoga (p. es. nella
«Repubblica» i sindaci No Tav compaiono negli arrticoli il 7,62% delle volte e i sindaci
favorevoli all’opera il 6,27%), con la particolarità che «La Stampa» presta maggiore
attenzione ai sindaci No Tav che compaiono quasi il doppio delle volte (il 13,46%
rispetto al 6,73% dei sindaci Sì Tav) e ben in 7 titoli, mentre nei titoli della «Repubblica»
compaiono 2 volte e 1 soltanto nel «Corriere».
“Cosa significa essere imprenditori in una Val Susa” («La Stampa») significa essere
imprenditori impegnati nei lavori del cantiere. O se ne parla in modo generico, o se ne
parla in relazione al confronto in atto (con incidenze del 7,54% per il «Corriere», l’8,96%
per la «Repubblica» e il 13,94% della «Stampa»), a fronte dell’unico articolo in cui
«Repubblica» cita gli imprenditori di Etinomia (quindi per lo 0,44% di incidenza, tanto per
fare il confronto) in occasione degli Stati generali del lavoro da essi organizzati nel
periodo in esame. Di imprenditori non favorevoli al Tav in pratica non si parla.
Il movimento No Tav presidia il territorio, presidiato del resto anche dall’Attore contrario
rappresentato da Stato, forze dell’ordine ecc. Ma chi lo difende è appunto quest’ultimo,
con la particolarità che la difesa condotta dal movimento compare nel «Corriere»
l’11,32% degli articoli contro il 9,43% in cui di difesa si occupa l’Attore contrario.
E il territorio è l’oggetto del contendere, motivo di tali presidi e difese che appare tanto
come Oggetto per il movimento No Tav tanto come Oggetto contrario a esso. Termine
dal trattamento eterogeneo, poiché mentre il «Corriere» ne tratta per il 24,52% degli
articoli come Oggetto di interesse del movimento a fronte del 5,60% come di interesse
nazionale, «la Repubblica» scende a un 9,86% per il primo e al 5,38% per il secondo,
mentre «La Stampa» ne inverte il trattamento dando maggior risalto al territorio come
obiettivo dell’Attore contrario per il 6,25% e il 5,76% come Oggetto del movimento.
Esercito è tanto sinonimo di “forze armate”, tanto connotazione (vd. 4.4) che
rappresenta il movimento No Tav come esercito, in “l’agguerrito esercito dei No Tav”
(«Corriere della Sera»).
Non tanto strano è poi il caso di militarizzazione che si presenta come Azione contraria,
come frutto della presenza dell’esercito sul territorio, e in tale veste si presenta per il
«Corriere» e «la Repubblica», mentre in almeno un caso «La Stampa» in cui si
attribuisce militarizzazione a un’Azione agita dal movimento: “Guardiamo bene proprio il
caso No-TAV - con tutta la valenza " antagonista" assunta, e di portata generale - le
ultime misure sono drastiche: militarizzazione aggravata con conseguenti minacce
penali, e fino a quella (per ora solo agitata) di imputazione terroristico-eversiva”.
Militarizzazione verrà però trattata oltre (vd 4.4) quando si tratterà di connotazioni e di
come spesso accada che la designazione di Attori contrari, le attribuzioni a essi
connesse, siano in realtà carpite dal vocabolario del movimento.
Conclude questa carrellata esemplificativa ma non esaustiva di termini ambivalenti la
parola rischio. Come per preoccupazione o appellarsi a rischiare sono sia gli Attori (che
rischiano la “deriva”, la “galera”, il “dissesto del territorio”) sia glia Attori contrari (che
rischiano la “vita”, l’”impresa”, il “posto di lavoro”, la “contestazione perpetua”). Ma è
soprattutto il movimento a rischiare (per il 13,20% di incidenza nel «Corriere», il 10,76%
nella «Repubblica» e il 5,28% nella «Stampa», contro il rischiare come Trasformazione
contrario che va per le tre testate dal 9,43% del «Corriere» al 5,82% della «Repubblica»,
al 4,80% di incidenza per gli articoli della «Stampa»). E rischia il “terrorismo”, la “deriva
paraterroristica”, l’”eversione”.

13
4.3 Morfologia e classi degli Attori
A partire dalla campionatura dei lemmi, una considerazione possibile prende le mosse dalla
categoria Attore: quali parole, nomi, sostantivi vengono utillizzati per fare riferimento al
movimento No Tav in un modo o nell’altro?
Una prima distinzione è possibile osservando la composizione morfologica delle parole stesse,
su 45 voci considerate dal corpus, 13 sono nomi agentivi.
I nomi agentivi sono sostantivi perlopiù interpretabili come deverbali, ovvero come nomi
derivanti da verbi e hanno suffissi -aio (“giornalaio”, “fornaio”) -ista (“giornalista “, “archivista”) e tore (“aggiustatore”, “montatore”). Sono nomi che fanno riferimento all’attività dell’oggetto al
quale la parola fa riferimento11.
La seconda distinzione pertiene la classe stessa dei nomi, classe che condividono con quella
degli attributi. Ovvero, pur presentandosi grammaticalmente come sostantivi (“i violenti”), sono
anche aggettivi 19 voci su 45, o perché anche aggettivi in quanto tali (“l’assalto violento”), o
perché participi trattati come aggettivi (“delinquente”), e quindi aggettivi che ancora una volta
derivano da verbi12.
Tab. 9
Attore agentivo
Aggressore/i
Antagonista/i;
Attivista/i
Brigatista/i
Estremista/i/;
Insurrezionalista/i;
Lavoratore/i
Luddista; luddismo
Movimentista/i
Pacifista/i;
Radicale/i
Sabotatore/i
Terrorista/i;

Attore attributo
Anarchico/i/a/e
Autonomo/i/a/e;
Cattivo/i maestro/i
Clandestino/i;
Delinquente/i;
Eversivo/i/a/e
Facinoroso/i
Imputato/i
Incappucciati
Irriducibile/i
Manifestante/i
Militante/i
Nemico/i (- del Tav; - della talpa)
Non violento;
Partigiano/i
Radicale/i
Resistenza (resistenti, Valle che resiste,
resistenza civile)
Sovversivo
Violento/i/a/e;

Sembra quindi che perlopiù i nomi con cui si fa riferimento al movimento No Tav derivino da
un’azione compiuta o da un modo di essere, di presentarsi, di essere interpretabile. Sommando
gli uni agli altri il risultato è che su 45 voci con cui si fa riferimento al movimento No Tav, 32
riferimenti non sono univoci, ma contengono in sé un’interpretazione che orienta il senso della
frase prima e del testo poi. Sono nomi sensibili alla natura semantica del predicato o
dell’attributo da cui sono derivati, e contengono in sé il punto di vista del parlante, o nel caso
precipuo, dello scrivente.

11

Maria Grossmann e Franz Rainer (a cura di), La formazione delle parole in italiano, Niemeyer, Tubingen 2004;
Sergio Calise, Morfologia, il Mulino, Bologna 1994.
12
Luca Serianni, La lessicografia, il Mulino, Bologna 1984; Lorenzo Renzi, Grande grammatica di consultazione, il
Mulino, Bologna 1989.

14
Se alle restanti voci vengono sottratte le connotazioni (ala, bombarolo, commando, esercito,
frangia), di cui tratteremo nel prossimo paragrafo, anch’esse portatrici di interpretazione e
variamente correlate alle su citate categorie di nomi agentivi e nomi che condividono la classe
con gli attributi, ciò che resta è contenuto nella residua tabella sottostante. E sono le uniche voci
di cui si possa parlare in termini di nomi a riferimento univoco, ovvero di nomi a cui non
soggiaciono possibili interpretazioni di sorta.
Tab. 10
Area
Black bloc
Br / Brigate rosse
Cittadino/i
Movimento
Popolo (dei No Tav)
Sindaco

4.4 Il senso del lessico (denotazione vs connotazione)
Associamo all’analisi del significato ora anche il senso delle parole. Denotazione e
connotazione sono la distinzione esaminata, perché se un significato, come avviene nel testo,
può avere di per sé una accezione positiva o negativa a seconda delle caratteristiche
elementari e concettuali che lo compongono, la singola parola può essere caricata di sensi,
valori diversi. La singola parola, al di là del significato precipuo intrattiene rapporti semantici e
sintattici con altre parole con cui forma frasi e testi in cui il senso si specifica. E può avere un
riferimento univoco o no, può dirsi di essa che è una semplice denotazione o una connotazione,
un significato in una qualche misura evocativo.
Trattare però della connotazione significa anche inoltrarsi in un continuum di giudizi che oscilla
dalla maggiore alla minore opinabilità, dipendendo come detto la connotazione da molteplici
fattori, semantici, retorici, culturali e dovuti alle condizioni d’uso.
Seppure nella computazione tabellare (vd. Appendice) si siano suddivisi i lemmi anche a
seconda di una valutazione che ne rinviene l’attribuzione all’una o all’altra categoria
(denotazione o connotazione), si preferisce non renderne conto in termini di computazione, che
accamperebbe pretesa di scientificità, lasciando al lettore stabilire se aderire o no al giudizio
proposto dall’analisi.
Una considerazione possibile però, al di là di computazioni e incidenze percentuali, risiede nella
presenza stessa di connotazioni nella serie categoriale inerente al movimento, connotazioni
pressoché assenti nella serie opposta. Ciò significa che il lessico utilizzato trattando del
movimento No Tav non ha sempre significato univoco, ma è caricato di sfumature, valori, è cioè
dotato di sensi traslati che non appartengono al lessico con cui si descrive e si narra la parte
opposta, la serie di Attore, Azione e Trasformazione contrarie.
L’indeterminatezza con cui si è sopra accennato alla scarsa presenza o la quasi assenza di
connotazioni nella serie contraria di categorie è dovuta a una caratteristica particolare di esse.
Le connotazioni relative alle serie categoriali pertinenti il movimento sono utilizzate per trattare
del movimento. Sono cioè attori che agiscono in modo attivo. Non sempre accade la stessa
cosa per le connotazioni dei termini usati nelle serie contrarie.
L’ambiguità è grammaticale e dovuta alla diversa costruzione verbale: al modo attivo il soggetto
grammaticale coincide con il soggetto logico, chi compie l’azione è il soggetto stesso; ma in una
costruzione passiva i due soggetti non coincidono, il soggetto grammaticale accorda sì con il

15
verbo, ma chi compie l’azione è il soggetto logico, che spesso coincide con quello che
nell’analisi logica viene definito per esempio “complemento di agente”. Un semplice esempio:
nella frase “Luigi mangia una mela”, “Luigi” è sia il soggetto grammaticale con cui accorda il
verbo, sia il soggetto logico che compie l’azione di “mangiare”; in “La mela è mangiata da Luigi”,
“La mela” è il soggetto grammaticale ma chi compie l’azione è “Luigi”, ovvero il soggetto logico
della frase. Quando si intende che, tra le altre caratteristiche, la passivizzazione di una frase
sposta la responsabilità dell’azione dal soggetto grammaticale al soggetto logico si intende
appunto questo. Pertanto, se il termine che designa il soggetto logico responsabile di un’azione
è termine connotato, oltre a essere caricato della responsabilità dell’azione, è anche
caratterizzato da una diversa accezione semantica o un sistema valoriale o evocativo, e nello
specifico il movimento No Tav.
Tornando al nostro caso, un’azione come blindare che ha per soggetto lo Stato,
grammaticalmente si tratta di una costruzione attiva (lo “Stato blinda la Val di Susa”) che ascrive
Stato alla categoria di Attore contrario che compie l’Azione contraria di blindare. Ambiguo
diventa il caso opposto, in una costruzione passiva, in cui il soggetto grammaticale regge la
frase, è ascrivibile alla serie Attore contrario, ma dell’attribuzione o dell’azione a esso applicate
non si rende responsabile il soggetto grammaticale ma il soggetto logico che è di fatto sempre
la controparte.
È il caso di locuzioni come finire nel mirino, o essere nel mirino (del movimento in un caso, dei
No Tav nell’altro) in cui l’azione è esercitata appunto dal soggetto logico e non dal soggetto
grammaticale che la subisce all’interno di una costruzione grammaticale passiva. Quindi, se è
vero che mirino è connotato in quanto usato metaforicamente, ed è ascrivibile alla serie delle
Azioni contrarie poiché il suo soggetto grammaticale è colui che regge la struttura della frase, il
suo carico valoriale è viceversa ribaltato sul soggetto logico che ne esercita l’azione vera e
propria di prendere di mira.
È necessario quindi argomentare le scelte compiute nella suddivisione dei termini campionati.
Tab. 11
Attore
Ala, frangia

Hanno significato proprio e soltanto per traslato (in quanto metafore)
vengono a significare parte, che come area non sono appunto lessemi
connotati.

Antagonista

Ripetiamo qui quanto esposto a titolo esemplificativo nelle specificità
assunte per determinare la connotazione. Assieme ad autonomo e
anarchico ricorre come designazione di una parte politica, ma mentre
autonomo e anarchico fanno riferimento a precise appartenenze a cui è
ascrivibile una dottrina politica, antagonista è termine approssimativo
che raduna significati generici di opposizione, contrapposizione,
avversione, rivolta. Sintatticamente si trova in espressioni di
congiunzione come anarchici e antagonisti e antagonisti e violenti,
mentre esistono al contempo congiunzioni come anarchici e autonomi
o anarchici contro autonomi. Sicché, o antagonista dev’essere inteso
come sinonimo generico di autonomo o come una terza parte politica
non definita che si somma alle due citate.

Bombarolo

È termine gergale. Così definito dai dizionari De Mauro (Paravia) e
Garzanti, mentre lo Zingarelli (Zanichelli) lo definisce come forma
romanesca, e Maria G. Lo Duca lo connota in senso negativo13.

13

Maria G. Lo Duca, Nomi di agente, in M. Grossmann e F. Rainer (a cura di), La formazione delle parole in
italiano, Niemeyer, Tubingen 2004.

16
Commando

La definizione data dai tre dizionari su citati è ben sintetizzata dal De
Mauro, che recita: “pattuglia d'assalto specializzata in azioni di
sorpresa | estens., gruppo ristretto di persone che compie azioni
terroristiche”. Si tratta in questo caso quindi di un’estensione del
significato originale, ma bisogna assumere come “militari” o
“terroristiche” le azioni alle quali commando si applica. Termini come
esercito (che contiene il significato “militare”) e anche terrorista
vengono però qui considerati connotati a loro volta per motivi diversi. Si
dovrebbe in sostanza poter parlare univocamente di esercito o di
terrorismo per poter usare univocamente commando, mentre non è
così.

Esercito

Mentre esercito è lessema con significato univoco e fa riferimento
all’oggetto “esercito” dotato di tutte le caratteristiche che lo
compongono (organizzazione istituzionalizzata di uno Stato, gerarchia,
utilizzo della forza armata per difendere o offendere ecc.), compare
nella locuzione esercito dei No Tav: è cioè una metafora evocativa
(traducibile nella similitudine “i No Tav sono come l’esercito”) che
carica sulla specificazione No Tav le caratteristiche fondanti l’esercito
in quanto tale, che qualsivoglia movimento popolare non può avere.

Eversivo, sovversivo,
terrorista

A meno che non si tratti di capi d’imputazione per reati commessi e
comprovati, univoci, e in riferimento a uno o più indagati individuabili, il
riferimento rimane vago ed evocativo.

Estremista, radicale

Anch’essi connotati da genericità e indefinitezza rispetto ai limiti entro i
quali si radunano le caratteristiche fondanti di questi attributi. Quali
sono cioè i limiti concettuali al di là dei quali si possa definire un’idea,
un comportamento o una presa di posizione estremista o radicale.

Incappucciato

Attributo usato come nome, indica chi compre il capo con un
cappuccio, accessorio utilizzato nell’abbigliamento casual e giovanile di
consueto negli ultimi anni. Indicativo non tanto, o non solo, di un modo
di coprire la testa, ma evocativo di uno stato di occultamento, di
travisamento, che rimanda non all’abbigliamento ma a un immaginario
composto da figure come l’Inquisitore, gli assassini di Pinocchio,
ovvero a qualcosa di molto prossimo al “sicario”.

Resistenza

Termine ambivalente usato dal movimento descrivendo se stesso e da
chi ne tratta nei media sia nei termini propri di opposizione, di contrasto
in usi quali resistenti, Valle che resiste, resistenza civile, ma anche
come somma dei valori che caratterizzarono la Resistenza, in quanto
movimento popolare politico e militare sviluppatosi nei paesi europei
occupati dai nazifascisti nel corso della Seconda guerra mondiale, per
il quale assume una connotazione propria.

Partigiano

Se per resistenza si possono avere sia una lettura denotativa sia una
lettura connotativa, per partigiano l’unica lettura è quella connotativa,
essendo afferente alla Resistenza come movimento popolare.

Cattivo maestro

Connotazione doppia per il sostantivo maestro con cui si designa per
estensione una “guida”, un “pensatore” o “ideologo”, e per l’attributo
cattivo. L’unica lettura possibile nei testi e nell’uso comune da che i
testi stessi traggono l’uso, cattivo non è la somma delle caratteristiche
che possano fare di un maestro un maestro cattivo (cambiando la

17
disposizione di sostantivo e attributo cambia infatti l’interpretazione, e
quella metaforica non è più possibile), non si fa cioè riferimento
all’attribuzione di cattiveria intesa come “malvagità” o “perfidia”, ma al
presentarsi del maestro come difensore e/o latore di valori non
accettabili.

Tab. 12
Attore contrario
Collaborazionista
Nemico

Tab. 13
Azione
Arsenale (tenere un -;
avere, nascondere un -)

Come per Nemico sotto descritto, è evocativo di uno stato di guerra.
Se fosse usato come attribuzione, come aggettivo (come “essere
nemico del fumo”) non lo si potrebbe dire connotato, ma il suo uso
come sostantivo (“il nemico”) rinvia al campo semantico “militare” in cui
si dispongono voci come “militarizzazione”, “occupazione”, “soldati”,
“esercito”. Non è quindi soltanto la parte ostile, ma la controparte di un
“fronte” evocato.
Inoltre, se è vero che è l’Attore contrario a venir detto nemico, chi ne
scrive assume il punto di vista del movimento: definisce cioè la
controparte con una rappresentazione che crede appartenere al punto
di vista del movimento, a come un attivista potrebbe chiamare chi
appartiene al “fronte” avverso.

Se per arsenale intendiamo “deposito dell'armamento in dotazione a un
esercito | estens., grosso quantitativo di armi e di munizioni” (De
Mauro, Paravia) l’utilizzo del termine (l’arsenale del No Tav) è
un’iperbole.

Battaglia, guerra,
guerriglia, raid (fare la,
una -; essere in -)
Eversione

Evocativi di uno stato di conflitto cruento, e quindi anch’essi iperbolici.
Rinviano tutti ad azioni armate, perché rinviano a un riferimento
univoco
Vale quanto scritto per le voci Eversivo, sovversivo terrorista. A meno
che non sia comprovata una strategia volta al “sovvertimento radicale
dell'ordine costituito compiuto con atti rivoluzionari o terroristici” (De
Mauro, Paravia) si tratta di un’iperbole evocativa.

Gita

Voce già citata. Normalmente non connotativa se non nell’uso precipuo
che assume metaforicamente valore di ironia e/o diminuzione del
valore dell’azione espressa.

Scorribanda

Se intesa come “breve scorreria di una banda armata” è evocativa; se
intesa come “(scherz.) rapida escursione” (Zingarelli, Zanichelli) è
ironica.

Tab. 14
Azione contraria
Blindare

Verbo usato metaforicamente, come estensione del significato “munire
di blindaggi” (De Mauro, Paravia).

18
Occupare

Mirino (finire nel -;
essere nel -)
Ostaggio (diventare -)

Tab. 15
Trasferimento
Salto di qualità /in avanti
/politico-organizzativo

Anch’esso, come molti termini, rinvia all’ambito del conflitto interpretato
come guerra, con nemici, e come per nemico appunto viene assunto il
punto di vista del movimento: non è cioè lo Stato che definisce se
stesso occupante ma chi scrive che lo definisce tale, a partire dal punto
di vista del movimento.
Si tratta dell’uso figurato di un’azione esercitata dal movimento che
implica l’”essere oggetto di pressante sorveglianza, di continui controlli
da parte di qcn., spec. con intenzioni losche o minacciose” (De Mauro,
Paravia).
“Persona tenuta in proprio potere dal nemico…” o per estensione
“persona rapita e sequestrata da criminali allo scopo di…” (Zingarelli,
Zanichelli). Anche questa metafora per similitudine ed evocativa di uno
stato (essere o sentirsi come un ostaggio).

Salto usato metaforicamente, indica il passaggio da una fase
determinata a una reputata successiva (nello specifico dall’estremismo
alla radicalizzazione).

Rispetto a quanto affermato sopra, ovvero che la costruzione passiva di una frase imputa la
responsabilità dell’azione e con essa attribuisce il carico di senso a chi, in quanto soggetto
logico, compie l’azione, si nota dal prospetto delineato come alla serie dei contrari del repertorio
linguistico analizzato sia una soltanto la voce emersa. L’Azione blindare è effettivamente azione
che l’Attore Stato esercita per chi scrive (fatta salva la possibilità che anche questa accezione
non sia colta dal vocabolario del movimento per descrivere con il punto di vista del movimento
l’Azione che la controparte esercita).
Ciascuna delle connotazioni pertinente la serie dei contrari è grammaticalmente organizzata
perché attraverso la passivizzazione il soggetto “subisca” l’Azione della controparte, di cui la
controparte, il movimento, è il logico Attore.
Vi sono voci duplici, che sono cioè catalogate nel repertorio in entrambe le serie (per es. tanto
nella categoria Attore tanto in Attore contrario).
È il caso di Esercito che viene considerato connotato se attribuito all’Attore, ovvero al
movimento, ma denotato se con esso ci si riferisce all’”esercito” in quanto tale, sinonimo di
“forze armate”. Il primo dei due è infatti un traslato, il secondo no, ha significato proprio con
riferimento al concetto di “esercito” univoco.
Nemico, come detto, è considerato connotato se sostantivo (“il nemico”), in quanto evocativo di
uno stato di “guerra”, di “fronti armati avversi”, ma denotato se aggettivo, poiché indica
univocamente ostilità e avversione (come in nemico del Tav).
Radicale è considerato connotato nella situazione attuale in quanto Attore, ma non
radicalizzazione, in quanto Trasformazione, prospettiva di una possibile evoluzione dell’Azione.
Resistenza come somma dei valori resistenziali tratti dal movimento popolare e politico sorto
nella Seconda guerra mondiale è definito come connotato, ma non resistere o resistenza
quando vengono utilizzati nel significato di “contrastare”, “opporsi”. A tal proposito è da notare
come anche l’imprenditore venga definito resistente. Chi scrive compie un’operazione di
specularità per caricare degli stessi significati del movimento una sua controparte, utilizzando lo
stesso termine con cui il movimento definisce se stesso: resistente al lavoro, è la locuzione
rinvenuta. Resistente è grammaticalmente un participio presente, si tratta di una costruzione
attiva parafrasabile con “che resiste al lavoro, sul posto di lavoro… nonostante…”.

19
4.5 Trasferimento e Oggetto
Argomenti poco trattati sinora. Il Trasferimento rappresenta l’evoluzione di una condizione o di
una situazione attraverso un agire, rappresenta la possilità, la speranza o la preoccupazione di
come una condizione possa cambiare. L’Oggetto rappresenta il motivo dell’agire e per il quale
l’agire può anche trasformarsi. È l’obiettivo carico di valori interessato dall’Azione dell’Attore.
Poco trattati sinora poiché di essi emergono due fatti rilevanti.
Riprendiamo per comodità qui le Tabelle 3 e 4.
Tab. 16
Oggetto
Ambiente; ambientale/i
Lavori (contro i -)
Territorio

Tab. 17
Trasformazione
Azione -, escalation -, deriva violenta;
crescente violenza
Crescente Criminalizzazione
DegenerDerivEscalation
Evoluzione
Fase di Inasprire; inasprimento
Radicalizzazione
Rischio
Salto /di qualità /in avanti /politicoorganizzativo

Oggetto contrario
Area
Cantiere
Difesa
Lavori (a difesa dei -)
Lavoro (posti di -)
Opera
Ordine pubblico
Popolo (minacciato; dei minacciati)
Sicurezza
Sito

Trasformazione contraria
Dotare (… di più uomini e mezzi)
Raddoppiare (il contingente)

È visivamente lampante lo squilibrio delle due serie. Nella descrizione, narrazione dei fatti, gli
articoli del «Corriere della Sera» mettono in maggior risalto le finalità dell’agire di Attori contrari
(nell’ordine di maggiore incidenza delle occorrenze nel corpus: Polizia, Procura, ditte, Stato
ecc.). tra essi la Difesa stessa è un obiettivo da perseguire, difendere ditte e cantiere è non
soltanto l’agire in corso, ma la ragione della Trasformazione (dotare di più uomini e mezzi,
Raddoppiare il contingente). Ma che cosa sia da difendere si articola su molti più punti di quante
siano le ragioni dell’agire del movimento, e come si possa intensificare la Difesa in quanto
azione, al contrario è presto detto.
D’altra parte, i motivi dell’agire del movimento non sono che l’ambiente, il territorio, da
difendere, e i lavori contro i quali scagliarsi e agire con quella violenza che preoccupa. La
Trasformazione dell’agire del movimento, per converso, contiene una ricca messe di termini con
cui è possibile parlarne. Parlarne in termini di preoccupazione, rischio. Del resto, dalla violenza
ci si difende.

20
Anche in queste serie l’accezione che costruisce il senso dell’intero corpus è complanare alle
serie di Attore, Attore contrario, Azione e Azione contrario. Il clima è quello del conflitto, della
violenza.
Né Oggetti né Trasferimenti contengono lessemi, termini connotati. Le parole usate fanno
univocamente riferimento a concetti senza che a essi vengano associate forme evocative
divergenti dal significato precipuo.

5. Conclusioni
L’incidenza con cui il movimento No Tav è descritto con accezioni negative sia come Attore sia
come le Azioni che compie è preponderante. Singoli termini, sinomini o appartenenti a stessi
campi semantici, innervano l’intero corpus di testi del senso della violenza e dello scontro, a cui
lo Stato per mezzo delle Forze dell’Ordine e della Procura risponde con denunce, arresti,
investigazioni. L’Oggetto del contendere è innazitutto il cantiere al quale il movimento si oppone
per difendere il territorio presidiandolo, operazioni, quella della difesa e del presidio che esercita
però lo Stato innanzitutto. Al terrorismo si fa riferimento con incidenze che vanno dal 18,75%
della «Stampa» al 21,97% della «Repubblica» al 26,41% del «Corriere».
Riassumendo: movimento No Tav, attivisti, vengono perlopiù descritti
− attraverso nomi agentivi (sabotatore, estremista, aggressore ecc.), ovvero sostantivi che
rinviano a un’azione;
− attributi, aggettivi, che possono essere utilizzati anche come sostantivi (delinquenti,
radicali, incappucciati ecc.);
− connotazioni che caricano le parole di valori, rendendole interpretabili a partire dal punto
di vista di chi scrive per evocare stati o condizioni, imprimere maggior colore al testo, o
rendere iperboliche le attribuzioni fornite;
− connotazioni attribuibili al movimento attraverso dispositivi grammaticali che fanno leva
sul soggetto logico dell frasi (essere nel mirino di -) pur trattando di Attori o Azioni
contrari;
− connotazioni (nemico) o attribuzioni (colpevole) riferibili al movimento o carpite dal suo
gergo attraverso dispositivi lessicali con cui vengono descritti gli Attori contrari.
Parte, ala, area, frangia, rinviano perlopiù alla violenza di cui si rendono Attori autonomi,
anarchici, che seppure riferimenti univoci che rinviano a movimenti politici vengono
sintatticamente portati sullo stesso piano con termini come antagonisti (parola passe-partout
come visto dal significato indefinito e connotato) o insurrezionalisti. Accade quindi di leggere
«Repubblica» che tratta indistintamente di “anarchici e autonomi”, “anarcoisurrezionalisti e
autonomi”, “magma di autonomi e anarchici”, «La Stampa» in cui “anarchici e insurrezionalisti”
sono portati sullo stesso piano creando la presupposizione che se ne possa trattare come
categorie distinte (come accade per antagonisti), oppure “siamo all’anarchia e alla delinquenza
comune”. Insomma il “magma” di cui parla «Repubblica» è tangibile, almeno quanto la
pericolosità dell’indefinitezza in cui questi gruppi vengono descritti (un’”area dai contorni non
definiti e oscuri”, dal «Corriere della Sera»), fino appunto alla “delinquenza” pura quando non al
“terrorismo”, perché in definitiva antagonista finisce per significare “essere contro tutto e contro
tutti”.
Alla cospicua quantità di termini con cui gli Attori che agiscono nel movimento vengono definiti o
descritti fa da contraltare l’esiguità degli Attori contrari: accezioni, negative per il movimento,
univoche per le controparti che attengono alle istituzioni, alle quali fanno eccezione gli Attori
contrari come gli amministratori locali, le ditte, i lavoratori oggetto di minacce da un lato e
dell’agire dello Stato dall’altro, in termini di sicurezza. Del resto, come visto, se gli attivisti del
movimento No Tav dicono di se stessi di essere dei resistenti, resistente è anche per chi scrive
il lavoratore delle ditte (resistenti che resistono ai resistenti, per il «Corriere»).

21
Anche gli Attori del movimento annoverano accezioni univoche come attivista, militante,
manifestante che tali restano almeno se non vengono modificate da aggettivi inerenti alla
violenza o calate in un contesto di scontro o di conflitto.
Di non-violenza se ne parla in un articolo del «Corriere», uno della «Stampa» e in tre della
«Repubblica» e sempre in alternativa o contrasto alla prevalente violenza. Di cortei e marce
pacifiche si tratta un po’ di più (in 2 articoli nel «Corriere», in 10 articoli di «Repubblica» e in 18
della «Stampa» con rispettive incidenze del 3,77%, del 4,48% e dell’8,65% nel corpus dei testi).
Pochi sono i motivi, gli Oggetti dotati di valore per cui il movimento agisce, molti quelli che la
controparte è chiamata a difendere. Infine, se è la Trasformazione la categoria che dovrebbe far
presagire il futuro, l’unico senso che scaturisce dall’interpetazione dei testi è una
intensificazione della violenza alla quale lo Stato non potrà che rispondere con maggiore
intensificazione degli apparati ora presenti.

22

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Analisi linguistica del progetto Tav e informazione

  • 1. La rappresentazione del movimento Analisi linguistica Massimo Bonato 1. Introduzione L’analisi linguistica a cui è stato sottoposto il corpus di testi è analisi innanzitutto semantica e quindi testuale. È volta cioè a stabilire, a partire dalle parole usate, quale rappresentazione può scaturire del movimento No Tav, obiettivo peraltro afferente al progetto nella sua interezza. Il corpus di testi è composto da articoli del «Corriere della Sera» – composto da 53 scritti –, «la Repubblica – 223 – e «La Stampa» – 208 –, perlopiù articoli, ma anche semplici lanci riguardanti il movimento in quanto tale, suoi appartenenti, fatti che lo riguardano o in relazione al tema Tav (Treno alta velocità). Il corpus fa riferimento alle uscite giornalistiche che vanno dal 27 luglio al 27 settembre 2013, periodo caratterizzato da eventi di cronaca specifici che hanno condizionato di per sé il tema stesso affrontato dagli articoli presi in esame. 2. Categorie semiotiche La semiotica è la disciplina che studia il linguaggio in quanto significazione, ovvero il modo in cui un segno, o una parola sono “qualcosa che rinvia a qualcos’altro”, e ogni volta che si mette in pratica una relazione di significazione si mette in atto un processo di comunicazione. In questo senso la semiotica è una disciplina che studia la comunicazione1. Gli articoli esaminati descrivono, raccontano fatti. Un testo giornalistico ha carattere informativo, poiché fornisce notizie su personaggi, argomenti o fatti; ma ha carattere descrittivo, poiché delinea le caratteristiche di una persona, di un paesaggio, ecc.; ha carattere argomentativo quando esprime un’opinione che sostiene una tesi su basi logiche2. La scelta stessa del tema genera percorsi di senso attraverso cui il lettore è messo nella possibilità di crearsi un’opinione. Trattare un argomento o un altro, sottacerne uno o dar rilievo a un altro è una scelta. Ma anche il tema di per sé, per come viene sviluppato, genera a sua volta percorsi di senso: si può chiamare Napoleone il vincitore di Austerlitz o il perdente di Waterloo e si parlerà sempre di Napoleone, ma cambierà ovviamente il modo in cui si farà riferimento al personaggio storico. Guardare al corpus di testi come a un insieme di possibili percorsi di senso3 ha condotto a considerare prioritaria la categorizzazione semiotica, perché attraverso essa è possibile capire 1 Cfr. Umberto Eco, Trattato di semiotica generale, Bompiani, Milano 1993. Egon Werlich, A text grammar of English, Quelle & Meyer, Heidelberg 19822. 3 Francesco Marsciani, Alessandro Zinna, Elementi di semiotica generativa, Esculapio, Bologna 1991. 2 1
  • 2. come attori, azioni, processi, obiettivi inerenti ai fatti trattati dalla stampa vengano descritti, quali siano le parole usate, le prevalenze negli interessi tematici, e appunto quale senso il lettore possa trarre dalla lettura e con esso quale rappresentazione ideale farsi delle situazioni delineate dagli autori. Si è proceduto quindi a stabilire categorie che rispondano a semplici domande quali “chi fa?”, “che cosa fa?”, “perché lo fa?”. Semplici non significa banali, perché sono le categorie attraverso le quali tutta la rappresentazione dei fatti trova forma nei significati delle parole e soprattutto nel senso che esse lasciano nel lettore. Le categorie delimitate sono state quindi: − Attore: colui che agisce, inteso come persona, insieme di persone o organizzazione di persone, ma anche il modo in cui l’attore viene descritto: si tratta quindi al livello grammaticale di sostantivi e attributi. − Azione: ciò che l’attore fa, inteso sia come l’agire in quanto tale (p. es.: “protestare” “minacciare”) sia come prodotto dell’agire (p. es.: “minaccia”) sia come presupposto di un agire (p. es.: “molotov” – “nascondere una molotov”, “lanciare una molotov” ecc.): si tratta di azioni verbali e modificatori di verbi, sostantivi che preludono a un’azione o che sono il risultato di essa. − Oggetto: è il motivo, l’obiettivo, il valore per il quale l’attore agisce. Può trattarsi di cosa fisica o di concetto astratto, ma per l’attore è sempre rivestita di valore e rappresenta la ragione del suo agire: sono perlopiù sostantivi ma anche verbi. − Trasformazione: se l’azione è colta nel suo svolgersi o nel suo esser stata svolta, la trasformazione rende conto della possibilità che l’azione ha di svilupparsi. Ha quindi senso di modificazione o di un intensificarsi di un agire. Se le categorie ammesse fossero soltanto queste, il tema sarebbe stato però osservato da una sola angolazione, quella dell’accezione e della modalità di rappresentazione del movimento. Si è preferito quindi ricorrere a un confronto con i contrari speculari delle suddette categorie, seguendo il quadrato semiotico di A. J Greimas4, sia per rinvenire quantitativamente i lessemi ascrivibili alle singole categorie, sia qualitativamente per stabilire se le parole usate siano o no connotate, come cioè si sia trattata la controparte del movimento. Nell’analisi sono state associate e confrontate le categorie su delineate con − Attore contrario; − Azione contraria; − Oggetto contrario, − Trasformazione contraria. L’attribuzione di “contrario” ha solo significato logico, non valoriale: ha cioè valore di attribuzione a un’etichetta, chiamare l’una parte o l’altra “contraria” serve soltanto a distinguere categorie. In questo modo è possibile rinvenire come sulla scena dei fatti descritti si profilano gli attori interessati (p. es.: da un lato il movimento, gli antagonisti, i delinquenti e dall’altra lo Stato o il ministro, le Forze dell’Ordine), le azioni descritte (manifestazioni e sabotaggi per l’uno, denunce e militarizzazione per l’altro), l’oggetto del contendere (il territorio, l’ambiente vs il cantiere, la sicurezza, l’ordine pubblico) e come è possibile che le azioni si trasformino (il salto di qualità per l’uno, l’inasprimento della repressione per l’altro). I termini riportati tra parentesi non sono che “lemmi”, parole estratte dai testi. 2.1 Campionatura Di seguito vengono presentati i lemmi presi in considerazione nello studio e la loro suddivisione nelle categorie semiotiche individuate. Si tratta di 160 record tabellari in cui vengono elencate 4 Algirdas Julien Greimas, Del Senso 2, Bompiani, Milano 2001. 2
  • 3. parole e forme di parole, vengono cioè classificati sostantivi e aggettivi con le proprie flessioni (es.: Anarchico/i/a/e) e verbi con le loro coniugazioni. Il computo delle occorrenze è avvenuto a partire dalla morfologia della parola (cercando per es. dife per difendere e difeso/i/a/e) Tab. 1 Attore Aggressore/i Ala Anarchico/i/a/e Antagonista/i; antagonismo Area Attivista/i Autonomo/i/a/e; autonomia Black bloc Bombarolo/i Br / Brigate rosse Brigatista/i Cattivo/i maestro/i Cittadino/i Clandestino/i; clandestinità Commando Delinquente/i; delinquenza Esercito Estremista/i/; estremismo Eversivo/i/a/e Facinoroso/i Frangia/e Imputato/i Incappucciati Insurrezionalista/i; insurrezionalismo; anarcoinsurrezionalismo Irriducibile/i Lavoratore/i Luddista; luddismo Manifestante/i Militante/i Movimentista/i Nemico/i (- del Tav; - della talpa) Non violento; non violenza Pacifista/i; pacifismo Partigiano/i Popolazione Radicale/i Resistenza (resistenti, Valle che resiste, resistenza civile) Sabotatore/i Sindaco Sovversivo Terrorista/i; terrorismo; terroristico Violento/i/a/e; violenza/e Attore contrario Antiterrorismo Carabiniere/i Cittadino/i Collaborazionista/i Colpevole; colpevolmente Contingente Digos Ditta/e Esercito Forze dell'ordine Imprenditore/i Investigatore/i Lavoratore/i Ministro /dell'Interno /delle Infrastrutture Nemico/i Occupazione (forza di -, truppe di -) Polizia; poliziotto/i Popolo (minacciato; dei minacciati) Prefetto; prefettura Procuratore; procura Resistenza (resistente al lavoro) Sindacato (- di Polizia, - dei giornalisti) Soldato/i Sindaco Stato Violento/i/a/e; violenza/e 3
  • 4. Tab. 2 Azione Accusare; accusato/i Aggredire; aggressione/i Appellarsi; appello/i Arsenale Assaltare; assalto/i Attaccare; attacco/i Attentare; attentato/i Battaglia/e Bloccare; blocco/i Bomba/e Colpire Controllare; controllo Corteo/i Danneggiare; danno/i; danneggiamento/i; danneggiato/i Difendere; difesa Estorcere; estorsione/i Eversione; eversivo/i (atti -; attività -) Gita/e (andare in -; fare una -) Guerra Guerriglia Incendiare; incendio/i; incendiato/i Intimidazione/i Manifestare; manifestazione/i Minacciare; minacciato; minaccia Mirino (essere nel -; finire nel -… "della Procura") Molotov Occupare; occupazione Pacifico/a (fare, organizzare marce, proteste -) Perseguitare; perseguitato/a Preoccupare; preoccupato/a; preoccupazione Presidiare Proteggere; protezione Protestare; protesta Radicale/i (atti-, azioni -) Raid Rispondere; risposta (come reazione, soluzione) Sabotare; sabotaggio (azione di -) Scatenare; scatenato/i Scontro/i Scorribanda/e Sequestro di persona Sovversione Subire Terrorismo (atto di -); terroristico/a (atto -, azione -, pratica -, attacco -); terrore (diffondere -); terrorizzare Vandalismo/i; vandalico/i Violenza/e, violento/i/a/e (assalto -, atto -, azione -, protesta -) Azione contraria Accertamento/i Accusare; accusato/i Appellarsi; appello/i Arrestare; arrestato/i; arresto/i Attaccare; attacco/i Attacco mediatico Blindare Condannare; condanna Controllare; controllo Denunciare; denuncia; denunciato/i/a/e Dialogo Difendere; difesa Imputare Investigare; investigazione Militarizzare; militarizzato; militarizzazione Mirino (essere nel -; finire nel -) Occupare; occupazione (forza di occupazione; valle militarmente occupata) Ostaggio (diventare -) Preoccupare; preoccupato/a; preoccupazione Presidiare Prevenire; prevenzione Proteggere; protezione Rispondere; risposta (come reazione, soluzione) Smilitarizzare; smilitarizzato; smilitarizzazione Sopralluogo Subire Temere; timore/i Terroristico/i/a/e (subire minacce -); terrore (vivere in uno stato di-; essere terrorizzato) Violentare; violenza (- privata; - privata in concorso; -privata 4
  • 5. Tab. 3 Oggetto Ambiente; ambientale/i Eversione; Eversiva/e (finalità -) Lavoro (posti di -; "Etinomia") Territorio Terrorismo (finalità di -) Oggetto contrario Cantiere Difesa Disoccupazione Occupazione Opera Ordine pubblico Reddito Sicurezza Sito Territorio Tab. 4 Trasformazione Criminalizzare; criminalizzazione Degenerare; degenerazione Deriva (- terroristica, paraterroristica) Escalation (- terroristica) Eversiva/e (potenzialità -) Radicalizzare; radicalizzazione Rischio Salto /di qualità /in avanti /politicoorganizzativo Trasformazione contraria Aumentare (il controllo) Criminalizzare; criminalizzazione Dotare (… di più uomini e mezzi) Inasprire; inasprimento Raddoppiare (il contingente) Rischio 3. Analisi semantica Le categorie individuate soggiaciono all’organizzazione tematica della ricerca. La ricerca è volta a delineare il modo in cui il movimento No Tav sia stato descritto dalla stampa, e dunque quale senso abbia ricevuto. Per questo il senso in quanto tale ha orientato un’architettura categoriale che tiene conto sia delle categorie semiotiche in cui è possibile descrivere gli articoli del corpus (Attore, Azione ecc.), sia delle relazioni semantiche che vincolano le parole a un giudizio preordinato, connotato. Da questo proviene l’accorpamento alla categoria Azione, per esempio, di lemmi che si sarebbero potuti organizzare sotto una distinta voce. Troviamo cioè tanto “incendiare” tanto “incendio”, “incendiato” che sono il prodotto di un’azione e fanno a rigore parte di un famiglia semantica5; ma anche termini come “molotov” o “scorribanda” che intrattengono relazioni di prossimità o facendo parte dello stesso campo semantico6 o fondando la presupposizione di un’azione, come è il caso appunto di “molotov”, oggetto atto a procurare incendio o “guerra”, come descrizione di un processo o di uno stato entro cui singoli o organizzazioni agiscono. 3.1 Significato e senso, ovvero denotazione vs connotazione Oltre all’attribuzione di qualità con cui normalmente un aggettivo serve a modificare semantemicamente un nome (p. es.: da semplice “manifestazione” a “manifestazione pacifica” o “manifestazione violenta”), la lingua dispone di dispositivi con cui il lessico può rappresentare di 5 La famiglia lessicale è un insieme di parole che hanno in comune la forma e una parte di significato in quanto derivano dalla stessa base. 6 Un campo semantico (o lessicale) è un insieme di unità lessicali connesse da relazioni sintagmatiche e paradigmatiche. Ad esempio, il campo semantico di cavallo comprende iperonimi (equino), iponimi (destriero, ronzino), meronimi (criniera, zoccolo), solidarietà lessicale (galoppare, nitrire, montare). 5
  • 6. per sé un valore, distinguendo subito tra ciò che è un puro riferimento a una cosa, un oggetto, o caricando cosa o oggetto di un proprio valore. Per denotazione7 si intende la caratteristica che identifica il significato di base di ogni parola, ciò che il termine indica con precisione. Si tratta del senso proprio del termine, di un significato intellettuale che tende a essere neutro, oggettivo e ha una funzione informativa ed è riconosciuto da tutta la comunità dei parlanti. Per connotazione si intendono i significati che vengono attribuiti a una parola insieme al suo significato basilare, l’insieme dei valori affettivi o espressivi supplementari che si aggiungono ai significati di una espressione o di un testo (emozioni, sentimenti, immagini, valori particolari, allusivi, evocativi, affettivi). Questo ha una funzione evocativa, non è univoco, può variare tra culture diverse o tra diversi parlanti, dipende dalla situazione in cui avviene la comunicazione8. La connotazione è quindi un elemento accessorio che, insieme con la denotazione, contribuisce a costituire il significato di una parola in un determinato contesto; consiste nelle sfumature di ordine soggettivo (per es., piccino, bambino, pupo, fanciullo, bimbo hanno uguale denotazione, ma diversa connotazione, poiché pur indicando la stessa classe d’oggetti evocano risonanze affettive e ambientali diverse; nella parola cuore, alla denotazione di organo anatomico si accompagnano nella comune coscienza varie connotazioni, di disponibilità affettiva ed emotiva, di coraggio ecc.)9. Secondo John Stuart Mill una parola va considerata come connotativa se indica, oltre ad un oggetto, anche le sue proprietà, mentre non lo è se si limita a indicare il solo oggetto oppure soltanto una proprietà che possono variare da lingua a lingua e da individuo ad individuo10. La connotazione va decisa quindi nel contesto in cui si esprime, al livello del lessico in quanto tale e al livello testuale in quanto percorso di senso. Se per denotazione intendiamo un significato specifico e univoco, allora per connotazione intendiamo: 1) un significato generico e polisemico: ai lemmi Brigate Rosse, brigatista, autonomo, anarchico, corrisponde univocamente un referente individuabile dalla parte politica di appartenenza, la dottrina di riferimento o anche soltanto il nome proprio (come nei primi due casi). Diverso è il discorso per antagonista (o black bloc) che individua genericamente una parte politica avversa, contraria, oppositrice senza che sia definito l’oggetto del suo contendere né una dottrina politica di riferimento. Sintatticamente si trova in espressioni di congiunzione come anarchici e antagonisti e antagonisti e violenti, mentre esistono al contempo congiunzioni come anarchici e autonomi o anarchici contro autonomi. Sicché, o antagonista è sinonimo generico di autonomo o è una terza parte politica non definita che si somma alle due citate. L’indefinitezza è la sua connotazione, che si carica come detto di un sistema valoriale (quello sì) definito. 2) Un significato che intrattiene relazioni sematiche: di iponimia (incappucciati, o commando), o sinonimia, ed è un traslato, una parola cioè che ha significato proprio ma viene usata metaforicamente come sinonimo di altra parola: è il caso di ala o frangia, dotate di significato proprio, che vengono però usate come sinonimo di area o di parte; metafore come partigiano, o l’iperbolico esercito (in esercito dei No Tav). 3) Un significato proprio che nel contesto risulti ironico: è il caso di gita, di per sé significato denotativo, ma utilizzato in frasi come Le gite in Val di Susa, gli assalti e le botte, le violenze nelle scorribande dei No-Tav posto su di un piano di congiunzione sintattica e logica con altri attributi connotati, o L'eurodeputato dell'Italia dei Valori […] ha fatto una gita filosofica di due giorni a Chiomonte e Bussoleno, tra cene e «apericene». 7 John Lyons, Semantics, Cambridge, Cambridge University Press, 1977; trad. it. Manuale di semantica, Laterza, Roma-Bari 1980, vol. I. 8 http://www.parodos.it/linguistica/denotazione_e_connotazione.htm. 9 http://www.treccani.it/vocabolario/connotazione. 10 http://it.wikipedia.org/wiki/Connotazione 6
  • 7. 4) Un significato attributivo, sia esso grammaticalmente un sostantivo (con valenze proprie) o un aggettivo: è il caso di estremo, estremista, o il cattivo della locuzione ormai entrata nell’uso cattivo maestro. Ma è anche il caso, per esempio, per cui ad accusato, denotativo di un determinato individuo per il quale è stato accertato un reato sanzionalbile, fanno da contraltare parole come estremista (generico perché non determinato da un limite definito entro il quale rientrino qualità come “moderazione” o appunto “estremismo”), delinquente (anch’esso generico e indefinito), e anche terrorista dal momento che non esiste imputazione o sentenza in merito, ma viene utilizzato in senso evocativo. 5) Infine intendiamo per connotazione il novero dei lemmi utilizzati nei testi del corpus indipendentemente dalla loro distinzione di significato tra denotazione e connotazione. Considerato nella sua globalità, il repertorio di parole usate negli articoli delinea percorsi di senso al livello testuale, che orientano una lettura dei fatti e in senso più lato una rappresentazione del movimento No Tav. La somma cioè dei lemmi che riportano a un intero campo semantico in cui singoli lemmi intrecciano tra loro relazioni di prossimità e solidarietà che intessono il testo di senso. 4. Dati e risultati Ogni lemma estratto dai testi è stato computato singolarmente, come da esempio (vd. Appendice): Tab. 5 Den.   vs   Conn.   c   c   d   c   d   Campo     Attore   Attore   Attore   Attore   Attore   − − − − − − − Corriere   della  Sera   articoli   (53)   Voce   Agguerrito/i/a/e   Ala   Anarchico/i/a/e   Antagonista/i;  antagonismo   Autonomo/i/a/e   1   5   8   11   3   Incidenza   articoli  su   corpus   1,88%   9,43%   15,09%   20,75%   5,60%   occorrenze   occorrenze   negli   nei  titoli   articoli   1   5   15   12   3   La prima colonna definisce il lemma in quanto “denotazione” e “connotazione”. La seconda il campo di appartenenza. Il lemma. In quanti articoli compare il lemma. L’incidenza percentuale dell’uso del lemma in base al numero degli articoli in cui compare, in rapporto all’interezza del corpus riportato in testata (53 articoli del «Corriere della Sera»). Il computo totale delle occorrenze negli articoli. Il comupto totale delle occorrenze nei titoli degli articoli. 4.1 Dal significato al senso: il testo L’analisi procede dalla globalità all’unità, dalla macrostruttura del corpus di articoli all’elemento singolo delle parole e delle locuzioni, ovvero dal testo al lemma. 7 0   1   1   2   0  
  • 8. Se il significato di una parola è il concetto che unisce un segno, un’articolazione di suoni a un oggetto per designarlo, è anche la somma di tutti i sensi ascrivibili all’oggetto: è ciò che l’oggetto è, e anche tutti i modi possibili di parlarne. Per questo il significato viene assunto come parametro di valutazione in questa fase, indipendentemente che la sia parola sia connotata, cioè che su una parola siano stati distribuiti sensi diversi, modi diversi di interpretazione. Il significato e le relazioni tra significati generano di per sé un percorso di senso entro un testo e l’intero corpus di riferimento. Le categorie individuate soggiaciono all’organizzazione tematica della ricerca. Ricerca che ha per obiettivo chiarire l’approccio che la stampa ha con il movimento No Tav. Del resto infatti, al livello tematico il movimento No Tav è l’argomento più trattato nello spettro di tematiche affrontate o anche soltanto citate dagli articoli del corpus. Tab. 6 Campo   Macroarea Macroarea Macroarea Macroarea Macroarea Voce Turismo;  turista/i Mafia Lavoro Ambiente;  ambientale/i Movimento La   Incidenza   occ.   Stampa   articoli  su   negli   articoli   corpus articoli (208) Corriere   Incidenza   occ.   occ.   Repubblica   Incidenza   occ.   occ.   della  Sera   articoli  su   negli   nei   articoli     articoli  su   negli   nei   articoli  (53) corpus articoli titoli (223) corpus articoli titoli 1 2 2 2 14 1,88% 3,77% 3,77% 3,77% 26,41% 1 1 2 2 30 0 0 1 0 0 4 8 18 32 90 1,79% 3,58% 8,07% 14,34% 40,35% 4 14 20 58 165 0 2 1 1 8 3 12 15 13 75 1,44% 5,76% 7,21% 6,25% 36,05% 5 14 18 15 103 Individuando temi come il turismo, la mafia, il lavoro (in termini occupazionali) o l’ambiente, e computando per ciascuno il numero di articoli in cui essi sono citati, solo il termine “movimento” (inteso come movimento No Tav) occupa una porzione significativa del corpus, relegando al margine l’interesse per i restanti temi. Vistosa è la distanza tra le percentuali di incidenza degli articoli rispetto alla totalità del corpus: se le occorrenze dei lemmi “turismo”, “mafia”, “lavoro” o “ambiente” si aggirano su percentuali che vanno dall’1,88 al 3,77% per il «Corriere della Sera», dall’1,79 al 14,34% per «la Repubblica», dall’1,44 al 6,25% per «La Stampa», la sola voce “movimento” riguarda rispettivamente il 26,41, il 40,35 e il 36,05% degli articoli delle tre testate. In relazione alla Nuova Linea Torino-Lione dunque si parla prevalentemente di movimento No Tav e, come vedremo, in relazione al movimento No Tav si parla prevalentemente di violenza. 4.2 Incidenza delle voci nei testi Ciascun lemma è stato computato come occorrenza nel testo e nelle titolazioni degli articoli (sommando in esse titoli e occhielli), e il numero degli articoli in cui il singolo lemma compare è stato portato a confronto con l’interezza del corpus per calcolarne l’incidenza percentuale, ovvero fatto 100 il numero di articoli di ogni singola testata si sono portati a confronto il numero di articoli in cui ciascuna voce compare. Elenchiamo a titolo esemplificativo le prime voci del «Corriere della Sera» corredate delle percentuali di incidenza e di seguito soltanto le voci per tutte e tre le testate per comodità di confronto (per i singoli dati percentuali rimandiamo all’Appendice). Mettendo in rilievo, dal dato maggiore al minore, la colonna dell’incidenza percentuale degli articoli in cui le voci compaiono. 8 occ.   nei   titoli 1 0 1 0 4
  • 9. Tab. 7 Campo     Voce   Corriere   della  Sera   articoli   (53)   Incidenza  articoli   su  corpus   Macroarea   Violenza-­‐  senso   generico   22   41,50%   Azione   Violenza/e,   violento/i/a/e   (assalto  -­‐,  atto  -­‐,   azione  -­‐,  protesta  -­‐)   20   37,73%   Oggetto   contrario   Cantiere   18   33,96%   Attore   contrario   Polizia;  poliziotto/i   15   28,30%   Attore   contrario   Procuratore;   procura   15   28,30%   Attore   Movimento   14   26,41%   14   26,41%   Terror-­‐  (Terrore,   terrorizzat/o/i;   Macroarea   terrorismo,   terrorista/i,   terroristico/i/a/e)   Azione     Protestare;   protesta   10   24,52%   Attore   contrario   Forze  dell'ordine   13   24,52%   Oggetto   Territorio   10   24,52%   Azione   Danneggiare;   danno/i;   danneggiamento/i;   danneggiato/i   12   22,64%   Azione     Manifestare;   manifestazione/i   12   22,64%   Attore   contrario   Stato   11   20,75%   9
  • 10. Tab. 8 Campo   1 Macroarea Azione 2 Oggetto   3 contrario Corriere  della  Sera Campo   Violenza-­‐  senso   Oggetto   generico contrario Repubblica Cantiere Campo   Oggetto   contrario La  Stampa Cantiere Violenza/e,   violento/i/a/e   Macroarea (assalto  -­‐ ,  atto  -­‐ ,   azione  -­‐ ,  protesta  -­‐ ) Violenza-­‐  senso   generico Macroarea Violenza-­‐  senso   generico Cantiere Movimento Attore Movimento Attore Attore   contrario Polizia;  poliziotto/i Azione Violenza/e,   violento/i/a/e   Attore   (assalto  -­‐ ,  atto  -­‐ ,   azione  -­‐ ,  protesta  -­‐ ) Attivista/i Attore   contrario Procuratore;   procura Attore   contrario Procuratore;   procura Azione Violenza/e,   violento/i/a/e   (assalto  -­‐ ,  atto  -­‐ ,   azione  -­‐ ,  protesta  -­‐ ) Attore Movimento Attore   contrario Polizia;  poliziotto/i Attore   contrario Ministro   /dell'Interno  /delle   Infrastrutture Macroarea Terror-­‐  ( Terrore,   terrorizzat/o/i;   terrorismo,   terrorista/i,   terroristico/i/a/e) Attore   Attivista/i Attore   contrario Polizia;  poliziotto/i Azione   Protestare;   protesta Attore   contrario Ministro   Attore   /dell'Interno  /delle   contrario Infrastrutture Procuratore;   procura Forze  dell'ordine Azione   Protestare;   protesta Azione Bloccare;  blocco/i Oggetto Territorio Azione Bloccare;  blocco/i Azione   Protestare;   protesta Azione Danneggiare;   danno/i;   Macroarea danneggiamento/i;   danneggiato/i Attore   contrario Carabiniere/i Azione   Manifestare;   manifestazione/i Azione Attore Violento/i/a/e;   violenza/e Stato Azione   Attore   contrario Stato Azione Minacciare;   minacciato;   minaccia Oggetto   contrario Opera Attore   contrario Forze  dell'ordine Azione   contrario Arrestare;   arrestato/i;   arresto/i Azione Minacciare;   minacciato;   minaccia Macroarea Attore Antagonista/i;   antagonismo Attore   contrario Carabiniere/i Azione Azione Sabotare;   Attore   sabotaggio  ( azione   contrario di  -­‐ ) Stato Azione Attore   contrario Ditta/e Azione   contrario Arrestare;   arrestato/i;   arresto/i Azione Attore   Attivista/i Azione Attentare;   attentato/i Attore Attore   contrario Ministro   Azione   /dell'Interno  /delle   contrario Infrastrutture Accusare;   accusato/i Azione   contrario 4 5 6 7 8 Attore   9 contrario 10 11 12 Attore   13 contrario 14 Terror-­‐  ( Terrore,   terrorizzat/o/i;   terrorismo,   terrorista/i,   terroristico/i/a/e) Danneggiare;   danno/i;   danneggiamento/i;   danneggiato/i Manifestare;   manifestazione/i 15 16 17 18 19 20 10 Terror-­‐  ( Terrore,   terrorizzat/o/i;   terrorismo,   terrorista/i,   terroristico/i/a/e) Minacciare;   minacciato;   minaccia Attentare;   attentato/i Danneggiare;   danno/i;   danneggiamento/i;   danneggiato/i Anarchico/i/a/e  ( -­‐   ala,  -­‐ area,  -­‐   movimento,  -­‐   infiltrazioni) Arrestare;   arrestato/i;   arresto/i
  • 11. L’intero impianto tabellare consta di 192 record in cui sono elencate le voci suddivise nelle categorie su descritte di Attore, Attore contrario, Azione, Azione contrario ecc., ma anche una categoria riassuntiva nominata Macroarea che rende conto sia della sommatoria di ambienti lessicali in cui pochi singoli lemmi occorrono in quanto area semantica indipendentemente dalla loro ripartizione in Attore, Azione ecc. di cui pure constano (come per terrore, terrorizzat/o/i; terrorismo, terrorista/i, terroristico/i/a/e); sia dei temi di cui si è parlato sopra (par. 5.1). A un primo sguardo è possibile constatare la pressoché totale omogeneità delle voci riportate in questi primi 20 dei 192 record dello studio. Le tre testate usano cioè più o meno le stesse parole, gli stessi temi, con scarti minimi di incidenza percentuale sull’interezza del corpus. A parte quindi termini come territorio, opera, forze dell’ordine che alternano compunque con polizia e carabinieri, la restante parte allinea con scarti minimi che possono risultare il maggiore o minore interesse della singola testata per un Attore o un’Azione. Data la cospicua quantità di occorrenze presenti nei testi e la diversificazione dell’uso, si sono dapprima fatti emergere tutti i lemmi relativi alla sua radice (Violenza/e, violento/i). La macroarea è stata poi suddivisa nei campi di pertinenza a seconda che con violenza si intendesse un Attore (i violenti) o un’Azione (compiere violenza, atti, azioni violente). La violenza in quanto macroarea, tema, occupa le prime due posizioni per tutte e tre le testate; è l’insieme dei lemmi variamente utilizzati più rinvenuti nei testi, e va dal 40 al 47% di incidenza. In «Repubblica» e «La Stampa» almeno per le prime incidenze percentuali i valori sono omogenei: cantiere è la voce più usata, perché si presenta come catalizzatore di temi e tensioni che si esplicitano lungo il corpus nella differenziazione dei temi. È il cantiere Oggetto contrario, obiettivo dello Stato e delle istituzioni, del volere politico e del mondo del lavoro. È cioè il contenitore che raccoglie le aspettative della “progettualità” e del “progresso”, del “denaro” e delle “risorse”, dell’”impegno” politico e istituzionale, nazionale e internazionale, ed è anche motivo di visibilità per i referenti poltici di inaugurazioni, ispezioni e controlli, monitoraggio e cronaca dell’andamento dei lavori; è prospettiva di posti di lavoro in quanto promessa per gli uni e speranza per gli altri nella creazione di occupazione e soluzione alla disoccupazione; è il luogo più “conteso” sia al livello della progettualità sia al livello della “contestazione” dei lavori, di proteste, e dunque è oggetto di difesa, “protezione” perché ne venga garantita la sicurezza in quanto sito fisico occupato da maestranze e Forze dell’Ordine, ma anche, se non soprattutto in quanto contenitore di valori e di tensioni sociali e politiche, ed è anche il luogo della violenza. È il confine valoriale che merita le attenzioni degli uni e degli altri, ma l’unico modo nel quale viene trattato è il punto di vista della controparte del movimento; il movimento si oppone al cantiere ma del modo in cui il cantiere potrebbe essere descritto dal punto di vista del movimento non è contemplato. Nelle prime tre posizioni insistono quindi l’Oggetto della contesa, il cantiere, l’Azione che vi viene perpetrata, che è la violenza, e l’Attore che agisce, il movimento, almeno per «la Repubblica» e «La Stampa» per le quali si riscontrano rispettivamente il 40,35 e il 36,05% di occorrenze, mentre si tratta per il «Corriere» del 26,41% che lo pospone a polizia e procura. Di per sé polizia e procura appaiono come un blocco unico con incidenze prossime in tutte e tre le testate: sono gli Attori contrari che si contrappongono alla violenza, con l’unica eccezione per «La Stampa», in cui viene dato maggior rilievo ai ministri. Il modo in cui la violenza si esplica, ovvero le Azioni che la definiscono, compaiono appena dopo, in posizioni di incidenza che denotano il medesimo interesse delle testate per la protesta, i blocchi, le manifestazioni, i danneggiamenti, minacce, sabotaggi, attentati a cui si alternano variamente, occupando posizioni intermedie sino a infittirsi gli Attori contrari e le misure da essi adottate con Forze dell’ordine, carabinieri, Stato, arrestare, accusare ecc. Singolare la posizione incidente della macroarea terrorismo, risultato di tutte le occorrenze che riguardano da un lato il vivere nel “terrore”, il sentirsi “terrorizzati” dall’altro il “terrorismo” in quanto riferimento generico a un regime di violenza, ma anche evocativo di un periodo storico 11
  • 12. preciso, al quale nei testi si rimanda con espressioni definite come “anni di piombo”. Nel «Corriere» compare più spesso di quanto non compaiano le cause, le Azioni, che potrebbero giustificarne il ricorso lessicale; e similmente si comportano le altre due testate per cui soltanto protesta e blocco sono i termini con maggiore incidenza, mentre alle altre Azioni si fa riferimento meno che al terrorismo appunto. La maggior parte del repertorio (cfr. Appendice) traccia un percorso di senso che descrive uno stato di tensione, di scontro tra parti, di violenza. Singoli lemmi, con occorrenze seppur numerose, possono concentrarsi in pochi articoli, altri si disperdono lungo l’intero corpus, gli uni sono sinonimi o quasi sinonimi di altri (come attacco, assalto) e lo stesso Attore può essere definito in più modi differenti pur avendo come riferimento lo stesso soggetto (antagonista, bombarolo, delinquente, terrorista, o irriducibile, estremista, facinoroso ecc.). Il percorso di senso è dato dalla gran maggioranza di termini ad accezione negativa che descrive una scena rappresentata da Attori incappucciati, radicali, sovversivi anziché da pacifisti, attivisti, manifestanti, popolazione, sindaci. Sono soggetti che aggrediscono, bloccano, colpiscono, minacciano, intimidiscono, incendiano; mentre poco incidenti sono i tratti che delineano Attori che protestano, difendono (il territorio), presidiano, manifestano (in modo pacifico). Del resto si paventa, si raffigura come possibile, o come sia possibile evitare, rischi, escalation, salti di qualità, inasprimento, mentre non si accenna alla possibilità che la situazione volga al meglio, o quantomeno non viene descritta alcuna Trasformazione auspicabile come positiva. Molti termini ricadono in entrambe le classi categoriali. Parole come subire, resistere, denunciare, preoccupare fanno parte tanto di Azioni o Attori quanto di Azioni o Attori contrari a seconda di quale sia l’Attore del quale si assume il punto di vista scrivendo. Alcuni esempi: − Vi è chi nel movimento reclama le “violenze subite” o “subisce l’opera”, e d’altro canto vi sono “aziende e operai che subiscono minacce terroristiche e mafiose” (frasi tratte da «la Repubblica»). − Resistenza ha sia un riferimento univoco sia un riferimento connotato, come si vedrà in seguito. Qui basti osservare che chi resiste è prevalentemente la Valle “che resiste”, i resistenti; o se ne parla in termini di resistenza civile. Particolare è l’uso che vi riserva il solo «Corriere» che definisce resistenti al lavoro gli operai delle ditte del cantiere, trasferendovi il sistema categoriale dato alla controparte. − La denuncia è perlopiù Azione contraria. Frasi come “la procura di Torino, dopo la denuncia di Ltf (la società che gestisce i lavori) apre un fascicolo” sono più frequenti di altre che interessano il movimento, come “il carabiniere che è indagato per le lesioni denunciate da uno dei dimostranti” (frasi tratte da «la Repubblica»). Di fatto, chi sporge denuncia, chi denuncia è la controparte del movimento, per incidenze che vanno dall’11,65 al 14,42% degli articoli per le tre testate, mentre delle denunce fatte da movimento o attivisti si tratta dallo 0,00% del «Corriere» (cioè mai) al 3,36% della «Stampa» . − Preoccupati lo sono un po’ tutti: per la Procura “C'e' un fondo di preoccupazione per il silenzio e la sottovalutazione”; gli “amministratori locali fortemente preoccupati per la tensione che si è venuta a creare in seguito alle misure cautelari e al clamore giornalistico”, il “vescovo di Susa, non nasconde la sua preoccupazione per l'escalation di intimidazioni e violenze” ecc. (frasi tratte da «La Stampa»). Il risultato però è che di preoccupazione si parla prevalentemente come Azione contraria, è cioè il movimento a destare preoccupazione, sono la situazione e la violenza a preoccupare, per un’incidenza che va dall’8,17% della «Stampa», il 12,55% della «Repubblica» al 13,20% del «Corriere», mentre le preoccupazioni del movimento vengono citate dai quotidiani, rispettivamente per lo 0,48%, il 2,42% e l’1,88% degli articoli. − Chi si appella è invece il movimento: “Nonostante i continui appelli e i presidi, i No Tav non sono riusciti a bloccare nemmeno un convoglio”, anche se è Azione più volte agita da sindaci e amministratori affinché cessino le violenze, appelli del resto a cui fa eco la 12
  • 13. − − − − − − − Procura. Appellarsi e preoccuparsi sono perlopiù Azioni che gli amministratori No Tav agiscono in relazione alla violenza, sono cioè preoccupati per la violenza e si appellano a che cessi. Di sindaci ve ne sono sia favorevoli al Tav (una minoranza), sia contrari (la maggioranza) e se ne tratta in tutte e tre le testate con un’incidenza analoga (p. es. nella «Repubblica» i sindaci No Tav compaiono negli arrticoli il 7,62% delle volte e i sindaci favorevoli all’opera il 6,27%), con la particolarità che «La Stampa» presta maggiore attenzione ai sindaci No Tav che compaiono quasi il doppio delle volte (il 13,46% rispetto al 6,73% dei sindaci Sì Tav) e ben in 7 titoli, mentre nei titoli della «Repubblica» compaiono 2 volte e 1 soltanto nel «Corriere». “Cosa significa essere imprenditori in una Val Susa” («La Stampa») significa essere imprenditori impegnati nei lavori del cantiere. O se ne parla in modo generico, o se ne parla in relazione al confronto in atto (con incidenze del 7,54% per il «Corriere», l’8,96% per la «Repubblica» e il 13,94% della «Stampa»), a fronte dell’unico articolo in cui «Repubblica» cita gli imprenditori di Etinomia (quindi per lo 0,44% di incidenza, tanto per fare il confronto) in occasione degli Stati generali del lavoro da essi organizzati nel periodo in esame. Di imprenditori non favorevoli al Tav in pratica non si parla. Il movimento No Tav presidia il territorio, presidiato del resto anche dall’Attore contrario rappresentato da Stato, forze dell’ordine ecc. Ma chi lo difende è appunto quest’ultimo, con la particolarità che la difesa condotta dal movimento compare nel «Corriere» l’11,32% degli articoli contro il 9,43% in cui di difesa si occupa l’Attore contrario. E il territorio è l’oggetto del contendere, motivo di tali presidi e difese che appare tanto come Oggetto per il movimento No Tav tanto come Oggetto contrario a esso. Termine dal trattamento eterogeneo, poiché mentre il «Corriere» ne tratta per il 24,52% degli articoli come Oggetto di interesse del movimento a fronte del 5,60% come di interesse nazionale, «la Repubblica» scende a un 9,86% per il primo e al 5,38% per il secondo, mentre «La Stampa» ne inverte il trattamento dando maggior risalto al territorio come obiettivo dell’Attore contrario per il 6,25% e il 5,76% come Oggetto del movimento. Esercito è tanto sinonimo di “forze armate”, tanto connotazione (vd. 4.4) che rappresenta il movimento No Tav come esercito, in “l’agguerrito esercito dei No Tav” («Corriere della Sera»). Non tanto strano è poi il caso di militarizzazione che si presenta come Azione contraria, come frutto della presenza dell’esercito sul territorio, e in tale veste si presenta per il «Corriere» e «la Repubblica», mentre in almeno un caso «La Stampa» in cui si attribuisce militarizzazione a un’Azione agita dal movimento: “Guardiamo bene proprio il caso No-TAV - con tutta la valenza " antagonista" assunta, e di portata generale - le ultime misure sono drastiche: militarizzazione aggravata con conseguenti minacce penali, e fino a quella (per ora solo agitata) di imputazione terroristico-eversiva”. Militarizzazione verrà però trattata oltre (vd 4.4) quando si tratterà di connotazioni e di come spesso accada che la designazione di Attori contrari, le attribuzioni a essi connesse, siano in realtà carpite dal vocabolario del movimento. Conclude questa carrellata esemplificativa ma non esaustiva di termini ambivalenti la parola rischio. Come per preoccupazione o appellarsi a rischiare sono sia gli Attori (che rischiano la “deriva”, la “galera”, il “dissesto del territorio”) sia glia Attori contrari (che rischiano la “vita”, l’”impresa”, il “posto di lavoro”, la “contestazione perpetua”). Ma è soprattutto il movimento a rischiare (per il 13,20% di incidenza nel «Corriere», il 10,76% nella «Repubblica» e il 5,28% nella «Stampa», contro il rischiare come Trasformazione contrario che va per le tre testate dal 9,43% del «Corriere» al 5,82% della «Repubblica», al 4,80% di incidenza per gli articoli della «Stampa»). E rischia il “terrorismo”, la “deriva paraterroristica”, l’”eversione”. 13
  • 14. 4.3 Morfologia e classi degli Attori A partire dalla campionatura dei lemmi, una considerazione possibile prende le mosse dalla categoria Attore: quali parole, nomi, sostantivi vengono utillizzati per fare riferimento al movimento No Tav in un modo o nell’altro? Una prima distinzione è possibile osservando la composizione morfologica delle parole stesse, su 45 voci considerate dal corpus, 13 sono nomi agentivi. I nomi agentivi sono sostantivi perlopiù interpretabili come deverbali, ovvero come nomi derivanti da verbi e hanno suffissi -aio (“giornalaio”, “fornaio”) -ista (“giornalista “, “archivista”) e tore (“aggiustatore”, “montatore”). Sono nomi che fanno riferimento all’attività dell’oggetto al quale la parola fa riferimento11. La seconda distinzione pertiene la classe stessa dei nomi, classe che condividono con quella degli attributi. Ovvero, pur presentandosi grammaticalmente come sostantivi (“i violenti”), sono anche aggettivi 19 voci su 45, o perché anche aggettivi in quanto tali (“l’assalto violento”), o perché participi trattati come aggettivi (“delinquente”), e quindi aggettivi che ancora una volta derivano da verbi12. Tab. 9 Attore agentivo Aggressore/i Antagonista/i; Attivista/i Brigatista/i Estremista/i/; Insurrezionalista/i; Lavoratore/i Luddista; luddismo Movimentista/i Pacifista/i; Radicale/i Sabotatore/i Terrorista/i; Attore attributo Anarchico/i/a/e Autonomo/i/a/e; Cattivo/i maestro/i Clandestino/i; Delinquente/i; Eversivo/i/a/e Facinoroso/i Imputato/i Incappucciati Irriducibile/i Manifestante/i Militante/i Nemico/i (- del Tav; - della talpa) Non violento; Partigiano/i Radicale/i Resistenza (resistenti, Valle che resiste, resistenza civile) Sovversivo Violento/i/a/e; Sembra quindi che perlopiù i nomi con cui si fa riferimento al movimento No Tav derivino da un’azione compiuta o da un modo di essere, di presentarsi, di essere interpretabile. Sommando gli uni agli altri il risultato è che su 45 voci con cui si fa riferimento al movimento No Tav, 32 riferimenti non sono univoci, ma contengono in sé un’interpretazione che orienta il senso della frase prima e del testo poi. Sono nomi sensibili alla natura semantica del predicato o dell’attributo da cui sono derivati, e contengono in sé il punto di vista del parlante, o nel caso precipuo, dello scrivente. 11 Maria Grossmann e Franz Rainer (a cura di), La formazione delle parole in italiano, Niemeyer, Tubingen 2004; Sergio Calise, Morfologia, il Mulino, Bologna 1994. 12 Luca Serianni, La lessicografia, il Mulino, Bologna 1984; Lorenzo Renzi, Grande grammatica di consultazione, il Mulino, Bologna 1989. 14
  • 15. Se alle restanti voci vengono sottratte le connotazioni (ala, bombarolo, commando, esercito, frangia), di cui tratteremo nel prossimo paragrafo, anch’esse portatrici di interpretazione e variamente correlate alle su citate categorie di nomi agentivi e nomi che condividono la classe con gli attributi, ciò che resta è contenuto nella residua tabella sottostante. E sono le uniche voci di cui si possa parlare in termini di nomi a riferimento univoco, ovvero di nomi a cui non soggiaciono possibili interpretazioni di sorta. Tab. 10 Area Black bloc Br / Brigate rosse Cittadino/i Movimento Popolo (dei No Tav) Sindaco 4.4 Il senso del lessico (denotazione vs connotazione) Associamo all’analisi del significato ora anche il senso delle parole. Denotazione e connotazione sono la distinzione esaminata, perché se un significato, come avviene nel testo, può avere di per sé una accezione positiva o negativa a seconda delle caratteristiche elementari e concettuali che lo compongono, la singola parola può essere caricata di sensi, valori diversi. La singola parola, al di là del significato precipuo intrattiene rapporti semantici e sintattici con altre parole con cui forma frasi e testi in cui il senso si specifica. E può avere un riferimento univoco o no, può dirsi di essa che è una semplice denotazione o una connotazione, un significato in una qualche misura evocativo. Trattare però della connotazione significa anche inoltrarsi in un continuum di giudizi che oscilla dalla maggiore alla minore opinabilità, dipendendo come detto la connotazione da molteplici fattori, semantici, retorici, culturali e dovuti alle condizioni d’uso. Seppure nella computazione tabellare (vd. Appendice) si siano suddivisi i lemmi anche a seconda di una valutazione che ne rinviene l’attribuzione all’una o all’altra categoria (denotazione o connotazione), si preferisce non renderne conto in termini di computazione, che accamperebbe pretesa di scientificità, lasciando al lettore stabilire se aderire o no al giudizio proposto dall’analisi. Una considerazione possibile però, al di là di computazioni e incidenze percentuali, risiede nella presenza stessa di connotazioni nella serie categoriale inerente al movimento, connotazioni pressoché assenti nella serie opposta. Ciò significa che il lessico utilizzato trattando del movimento No Tav non ha sempre significato univoco, ma è caricato di sfumature, valori, è cioè dotato di sensi traslati che non appartengono al lessico con cui si descrive e si narra la parte opposta, la serie di Attore, Azione e Trasformazione contrarie. L’indeterminatezza con cui si è sopra accennato alla scarsa presenza o la quasi assenza di connotazioni nella serie contraria di categorie è dovuta a una caratteristica particolare di esse. Le connotazioni relative alle serie categoriali pertinenti il movimento sono utilizzate per trattare del movimento. Sono cioè attori che agiscono in modo attivo. Non sempre accade la stessa cosa per le connotazioni dei termini usati nelle serie contrarie. L’ambiguità è grammaticale e dovuta alla diversa costruzione verbale: al modo attivo il soggetto grammaticale coincide con il soggetto logico, chi compie l’azione è il soggetto stesso; ma in una costruzione passiva i due soggetti non coincidono, il soggetto grammaticale accorda sì con il 15
  • 16. verbo, ma chi compie l’azione è il soggetto logico, che spesso coincide con quello che nell’analisi logica viene definito per esempio “complemento di agente”. Un semplice esempio: nella frase “Luigi mangia una mela”, “Luigi” è sia il soggetto grammaticale con cui accorda il verbo, sia il soggetto logico che compie l’azione di “mangiare”; in “La mela è mangiata da Luigi”, “La mela” è il soggetto grammaticale ma chi compie l’azione è “Luigi”, ovvero il soggetto logico della frase. Quando si intende che, tra le altre caratteristiche, la passivizzazione di una frase sposta la responsabilità dell’azione dal soggetto grammaticale al soggetto logico si intende appunto questo. Pertanto, se il termine che designa il soggetto logico responsabile di un’azione è termine connotato, oltre a essere caricato della responsabilità dell’azione, è anche caratterizzato da una diversa accezione semantica o un sistema valoriale o evocativo, e nello specifico il movimento No Tav. Tornando al nostro caso, un’azione come blindare che ha per soggetto lo Stato, grammaticalmente si tratta di una costruzione attiva (lo “Stato blinda la Val di Susa”) che ascrive Stato alla categoria di Attore contrario che compie l’Azione contraria di blindare. Ambiguo diventa il caso opposto, in una costruzione passiva, in cui il soggetto grammaticale regge la frase, è ascrivibile alla serie Attore contrario, ma dell’attribuzione o dell’azione a esso applicate non si rende responsabile il soggetto grammaticale ma il soggetto logico che è di fatto sempre la controparte. È il caso di locuzioni come finire nel mirino, o essere nel mirino (del movimento in un caso, dei No Tav nell’altro) in cui l’azione è esercitata appunto dal soggetto logico e non dal soggetto grammaticale che la subisce all’interno di una costruzione grammaticale passiva. Quindi, se è vero che mirino è connotato in quanto usato metaforicamente, ed è ascrivibile alla serie delle Azioni contrarie poiché il suo soggetto grammaticale è colui che regge la struttura della frase, il suo carico valoriale è viceversa ribaltato sul soggetto logico che ne esercita l’azione vera e propria di prendere di mira. È necessario quindi argomentare le scelte compiute nella suddivisione dei termini campionati. Tab. 11 Attore Ala, frangia Hanno significato proprio e soltanto per traslato (in quanto metafore) vengono a significare parte, che come area non sono appunto lessemi connotati. Antagonista Ripetiamo qui quanto esposto a titolo esemplificativo nelle specificità assunte per determinare la connotazione. Assieme ad autonomo e anarchico ricorre come designazione di una parte politica, ma mentre autonomo e anarchico fanno riferimento a precise appartenenze a cui è ascrivibile una dottrina politica, antagonista è termine approssimativo che raduna significati generici di opposizione, contrapposizione, avversione, rivolta. Sintatticamente si trova in espressioni di congiunzione come anarchici e antagonisti e antagonisti e violenti, mentre esistono al contempo congiunzioni come anarchici e autonomi o anarchici contro autonomi. Sicché, o antagonista dev’essere inteso come sinonimo generico di autonomo o come una terza parte politica non definita che si somma alle due citate. Bombarolo È termine gergale. Così definito dai dizionari De Mauro (Paravia) e Garzanti, mentre lo Zingarelli (Zanichelli) lo definisce come forma romanesca, e Maria G. Lo Duca lo connota in senso negativo13. 13 Maria G. Lo Duca, Nomi di agente, in M. Grossmann e F. Rainer (a cura di), La formazione delle parole in italiano, Niemeyer, Tubingen 2004. 16
  • 17. Commando La definizione data dai tre dizionari su citati è ben sintetizzata dal De Mauro, che recita: “pattuglia d'assalto specializzata in azioni di sorpresa | estens., gruppo ristretto di persone che compie azioni terroristiche”. Si tratta in questo caso quindi di un’estensione del significato originale, ma bisogna assumere come “militari” o “terroristiche” le azioni alle quali commando si applica. Termini come esercito (che contiene il significato “militare”) e anche terrorista vengono però qui considerati connotati a loro volta per motivi diversi. Si dovrebbe in sostanza poter parlare univocamente di esercito o di terrorismo per poter usare univocamente commando, mentre non è così. Esercito Mentre esercito è lessema con significato univoco e fa riferimento all’oggetto “esercito” dotato di tutte le caratteristiche che lo compongono (organizzazione istituzionalizzata di uno Stato, gerarchia, utilizzo della forza armata per difendere o offendere ecc.), compare nella locuzione esercito dei No Tav: è cioè una metafora evocativa (traducibile nella similitudine “i No Tav sono come l’esercito”) che carica sulla specificazione No Tav le caratteristiche fondanti l’esercito in quanto tale, che qualsivoglia movimento popolare non può avere. Eversivo, sovversivo, terrorista A meno che non si tratti di capi d’imputazione per reati commessi e comprovati, univoci, e in riferimento a uno o più indagati individuabili, il riferimento rimane vago ed evocativo. Estremista, radicale Anch’essi connotati da genericità e indefinitezza rispetto ai limiti entro i quali si radunano le caratteristiche fondanti di questi attributi. Quali sono cioè i limiti concettuali al di là dei quali si possa definire un’idea, un comportamento o una presa di posizione estremista o radicale. Incappucciato Attributo usato come nome, indica chi compre il capo con un cappuccio, accessorio utilizzato nell’abbigliamento casual e giovanile di consueto negli ultimi anni. Indicativo non tanto, o non solo, di un modo di coprire la testa, ma evocativo di uno stato di occultamento, di travisamento, che rimanda non all’abbigliamento ma a un immaginario composto da figure come l’Inquisitore, gli assassini di Pinocchio, ovvero a qualcosa di molto prossimo al “sicario”. Resistenza Termine ambivalente usato dal movimento descrivendo se stesso e da chi ne tratta nei media sia nei termini propri di opposizione, di contrasto in usi quali resistenti, Valle che resiste, resistenza civile, ma anche come somma dei valori che caratterizzarono la Resistenza, in quanto movimento popolare politico e militare sviluppatosi nei paesi europei occupati dai nazifascisti nel corso della Seconda guerra mondiale, per il quale assume una connotazione propria. Partigiano Se per resistenza si possono avere sia una lettura denotativa sia una lettura connotativa, per partigiano l’unica lettura è quella connotativa, essendo afferente alla Resistenza come movimento popolare. Cattivo maestro Connotazione doppia per il sostantivo maestro con cui si designa per estensione una “guida”, un “pensatore” o “ideologo”, e per l’attributo cattivo. L’unica lettura possibile nei testi e nell’uso comune da che i testi stessi traggono l’uso, cattivo non è la somma delle caratteristiche che possano fare di un maestro un maestro cattivo (cambiando la 17
  • 18. disposizione di sostantivo e attributo cambia infatti l’interpretazione, e quella metaforica non è più possibile), non si fa cioè riferimento all’attribuzione di cattiveria intesa come “malvagità” o “perfidia”, ma al presentarsi del maestro come difensore e/o latore di valori non accettabili. Tab. 12 Attore contrario Collaborazionista Nemico Tab. 13 Azione Arsenale (tenere un -; avere, nascondere un -) Come per Nemico sotto descritto, è evocativo di uno stato di guerra. Se fosse usato come attribuzione, come aggettivo (come “essere nemico del fumo”) non lo si potrebbe dire connotato, ma il suo uso come sostantivo (“il nemico”) rinvia al campo semantico “militare” in cui si dispongono voci come “militarizzazione”, “occupazione”, “soldati”, “esercito”. Non è quindi soltanto la parte ostile, ma la controparte di un “fronte” evocato. Inoltre, se è vero che è l’Attore contrario a venir detto nemico, chi ne scrive assume il punto di vista del movimento: definisce cioè la controparte con una rappresentazione che crede appartenere al punto di vista del movimento, a come un attivista potrebbe chiamare chi appartiene al “fronte” avverso. Se per arsenale intendiamo “deposito dell'armamento in dotazione a un esercito | estens., grosso quantitativo di armi e di munizioni” (De Mauro, Paravia) l’utilizzo del termine (l’arsenale del No Tav) è un’iperbole. Battaglia, guerra, guerriglia, raid (fare la, una -; essere in -) Eversione Evocativi di uno stato di conflitto cruento, e quindi anch’essi iperbolici. Rinviano tutti ad azioni armate, perché rinviano a un riferimento univoco Vale quanto scritto per le voci Eversivo, sovversivo terrorista. A meno che non sia comprovata una strategia volta al “sovvertimento radicale dell'ordine costituito compiuto con atti rivoluzionari o terroristici” (De Mauro, Paravia) si tratta di un’iperbole evocativa. Gita Voce già citata. Normalmente non connotativa se non nell’uso precipuo che assume metaforicamente valore di ironia e/o diminuzione del valore dell’azione espressa. Scorribanda Se intesa come “breve scorreria di una banda armata” è evocativa; se intesa come “(scherz.) rapida escursione” (Zingarelli, Zanichelli) è ironica. Tab. 14 Azione contraria Blindare Verbo usato metaforicamente, come estensione del significato “munire di blindaggi” (De Mauro, Paravia). 18
  • 19. Occupare Mirino (finire nel -; essere nel -) Ostaggio (diventare -) Tab. 15 Trasferimento Salto di qualità /in avanti /politico-organizzativo Anch’esso, come molti termini, rinvia all’ambito del conflitto interpretato come guerra, con nemici, e come per nemico appunto viene assunto il punto di vista del movimento: non è cioè lo Stato che definisce se stesso occupante ma chi scrive che lo definisce tale, a partire dal punto di vista del movimento. Si tratta dell’uso figurato di un’azione esercitata dal movimento che implica l’”essere oggetto di pressante sorveglianza, di continui controlli da parte di qcn., spec. con intenzioni losche o minacciose” (De Mauro, Paravia). “Persona tenuta in proprio potere dal nemico…” o per estensione “persona rapita e sequestrata da criminali allo scopo di…” (Zingarelli, Zanichelli). Anche questa metafora per similitudine ed evocativa di uno stato (essere o sentirsi come un ostaggio). Salto usato metaforicamente, indica il passaggio da una fase determinata a una reputata successiva (nello specifico dall’estremismo alla radicalizzazione). Rispetto a quanto affermato sopra, ovvero che la costruzione passiva di una frase imputa la responsabilità dell’azione e con essa attribuisce il carico di senso a chi, in quanto soggetto logico, compie l’azione, si nota dal prospetto delineato come alla serie dei contrari del repertorio linguistico analizzato sia una soltanto la voce emersa. L’Azione blindare è effettivamente azione che l’Attore Stato esercita per chi scrive (fatta salva la possibilità che anche questa accezione non sia colta dal vocabolario del movimento per descrivere con il punto di vista del movimento l’Azione che la controparte esercita). Ciascuna delle connotazioni pertinente la serie dei contrari è grammaticalmente organizzata perché attraverso la passivizzazione il soggetto “subisca” l’Azione della controparte, di cui la controparte, il movimento, è il logico Attore. Vi sono voci duplici, che sono cioè catalogate nel repertorio in entrambe le serie (per es. tanto nella categoria Attore tanto in Attore contrario). È il caso di Esercito che viene considerato connotato se attribuito all’Attore, ovvero al movimento, ma denotato se con esso ci si riferisce all’”esercito” in quanto tale, sinonimo di “forze armate”. Il primo dei due è infatti un traslato, il secondo no, ha significato proprio con riferimento al concetto di “esercito” univoco. Nemico, come detto, è considerato connotato se sostantivo (“il nemico”), in quanto evocativo di uno stato di “guerra”, di “fronti armati avversi”, ma denotato se aggettivo, poiché indica univocamente ostilità e avversione (come in nemico del Tav). Radicale è considerato connotato nella situazione attuale in quanto Attore, ma non radicalizzazione, in quanto Trasformazione, prospettiva di una possibile evoluzione dell’Azione. Resistenza come somma dei valori resistenziali tratti dal movimento popolare e politico sorto nella Seconda guerra mondiale è definito come connotato, ma non resistere o resistenza quando vengono utilizzati nel significato di “contrastare”, “opporsi”. A tal proposito è da notare come anche l’imprenditore venga definito resistente. Chi scrive compie un’operazione di specularità per caricare degli stessi significati del movimento una sua controparte, utilizzando lo stesso termine con cui il movimento definisce se stesso: resistente al lavoro, è la locuzione rinvenuta. Resistente è grammaticalmente un participio presente, si tratta di una costruzione attiva parafrasabile con “che resiste al lavoro, sul posto di lavoro… nonostante…”. 19
  • 20. 4.5 Trasferimento e Oggetto Argomenti poco trattati sinora. Il Trasferimento rappresenta l’evoluzione di una condizione o di una situazione attraverso un agire, rappresenta la possilità, la speranza o la preoccupazione di come una condizione possa cambiare. L’Oggetto rappresenta il motivo dell’agire e per il quale l’agire può anche trasformarsi. È l’obiettivo carico di valori interessato dall’Azione dell’Attore. Poco trattati sinora poiché di essi emergono due fatti rilevanti. Riprendiamo per comodità qui le Tabelle 3 e 4. Tab. 16 Oggetto Ambiente; ambientale/i Lavori (contro i -) Territorio Tab. 17 Trasformazione Azione -, escalation -, deriva violenta; crescente violenza Crescente Criminalizzazione DegenerDerivEscalation Evoluzione Fase di Inasprire; inasprimento Radicalizzazione Rischio Salto /di qualità /in avanti /politicoorganizzativo Oggetto contrario Area Cantiere Difesa Lavori (a difesa dei -) Lavoro (posti di -) Opera Ordine pubblico Popolo (minacciato; dei minacciati) Sicurezza Sito Trasformazione contraria Dotare (… di più uomini e mezzi) Raddoppiare (il contingente) È visivamente lampante lo squilibrio delle due serie. Nella descrizione, narrazione dei fatti, gli articoli del «Corriere della Sera» mettono in maggior risalto le finalità dell’agire di Attori contrari (nell’ordine di maggiore incidenza delle occorrenze nel corpus: Polizia, Procura, ditte, Stato ecc.). tra essi la Difesa stessa è un obiettivo da perseguire, difendere ditte e cantiere è non soltanto l’agire in corso, ma la ragione della Trasformazione (dotare di più uomini e mezzi, Raddoppiare il contingente). Ma che cosa sia da difendere si articola su molti più punti di quante siano le ragioni dell’agire del movimento, e come si possa intensificare la Difesa in quanto azione, al contrario è presto detto. D’altra parte, i motivi dell’agire del movimento non sono che l’ambiente, il territorio, da difendere, e i lavori contro i quali scagliarsi e agire con quella violenza che preoccupa. La Trasformazione dell’agire del movimento, per converso, contiene una ricca messe di termini con cui è possibile parlarne. Parlarne in termini di preoccupazione, rischio. Del resto, dalla violenza ci si difende. 20
  • 21. Anche in queste serie l’accezione che costruisce il senso dell’intero corpus è complanare alle serie di Attore, Attore contrario, Azione e Azione contrario. Il clima è quello del conflitto, della violenza. Né Oggetti né Trasferimenti contengono lessemi, termini connotati. Le parole usate fanno univocamente riferimento a concetti senza che a essi vengano associate forme evocative divergenti dal significato precipuo. 5. Conclusioni L’incidenza con cui il movimento No Tav è descritto con accezioni negative sia come Attore sia come le Azioni che compie è preponderante. Singoli termini, sinomini o appartenenti a stessi campi semantici, innervano l’intero corpus di testi del senso della violenza e dello scontro, a cui lo Stato per mezzo delle Forze dell’Ordine e della Procura risponde con denunce, arresti, investigazioni. L’Oggetto del contendere è innazitutto il cantiere al quale il movimento si oppone per difendere il territorio presidiandolo, operazioni, quella della difesa e del presidio che esercita però lo Stato innanzitutto. Al terrorismo si fa riferimento con incidenze che vanno dal 18,75% della «Stampa» al 21,97% della «Repubblica» al 26,41% del «Corriere». Riassumendo: movimento No Tav, attivisti, vengono perlopiù descritti − attraverso nomi agentivi (sabotatore, estremista, aggressore ecc.), ovvero sostantivi che rinviano a un’azione; − attributi, aggettivi, che possono essere utilizzati anche come sostantivi (delinquenti, radicali, incappucciati ecc.); − connotazioni che caricano le parole di valori, rendendole interpretabili a partire dal punto di vista di chi scrive per evocare stati o condizioni, imprimere maggior colore al testo, o rendere iperboliche le attribuzioni fornite; − connotazioni attribuibili al movimento attraverso dispositivi grammaticali che fanno leva sul soggetto logico dell frasi (essere nel mirino di -) pur trattando di Attori o Azioni contrari; − connotazioni (nemico) o attribuzioni (colpevole) riferibili al movimento o carpite dal suo gergo attraverso dispositivi lessicali con cui vengono descritti gli Attori contrari. Parte, ala, area, frangia, rinviano perlopiù alla violenza di cui si rendono Attori autonomi, anarchici, che seppure riferimenti univoci che rinviano a movimenti politici vengono sintatticamente portati sullo stesso piano con termini come antagonisti (parola passe-partout come visto dal significato indefinito e connotato) o insurrezionalisti. Accade quindi di leggere «Repubblica» che tratta indistintamente di “anarchici e autonomi”, “anarcoisurrezionalisti e autonomi”, “magma di autonomi e anarchici”, «La Stampa» in cui “anarchici e insurrezionalisti” sono portati sullo stesso piano creando la presupposizione che se ne possa trattare come categorie distinte (come accade per antagonisti), oppure “siamo all’anarchia e alla delinquenza comune”. Insomma il “magma” di cui parla «Repubblica» è tangibile, almeno quanto la pericolosità dell’indefinitezza in cui questi gruppi vengono descritti (un’”area dai contorni non definiti e oscuri”, dal «Corriere della Sera»), fino appunto alla “delinquenza” pura quando non al “terrorismo”, perché in definitiva antagonista finisce per significare “essere contro tutto e contro tutti”. Alla cospicua quantità di termini con cui gli Attori che agiscono nel movimento vengono definiti o descritti fa da contraltare l’esiguità degli Attori contrari: accezioni, negative per il movimento, univoche per le controparti che attengono alle istituzioni, alle quali fanno eccezione gli Attori contrari come gli amministratori locali, le ditte, i lavoratori oggetto di minacce da un lato e dell’agire dello Stato dall’altro, in termini di sicurezza. Del resto, come visto, se gli attivisti del movimento No Tav dicono di se stessi di essere dei resistenti, resistente è anche per chi scrive il lavoratore delle ditte (resistenti che resistono ai resistenti, per il «Corriere»). 21
  • 22. Anche gli Attori del movimento annoverano accezioni univoche come attivista, militante, manifestante che tali restano almeno se non vengono modificate da aggettivi inerenti alla violenza o calate in un contesto di scontro o di conflitto. Di non-violenza se ne parla in un articolo del «Corriere», uno della «Stampa» e in tre della «Repubblica» e sempre in alternativa o contrasto alla prevalente violenza. Di cortei e marce pacifiche si tratta un po’ di più (in 2 articoli nel «Corriere», in 10 articoli di «Repubblica» e in 18 della «Stampa» con rispettive incidenze del 3,77%, del 4,48% e dell’8,65% nel corpus dei testi). Pochi sono i motivi, gli Oggetti dotati di valore per cui il movimento agisce, molti quelli che la controparte è chiamata a difendere. Infine, se è la Trasformazione la categoria che dovrebbe far presagire il futuro, l’unico senso che scaturisce dall’interpetazione dei testi è una intensificazione della violenza alla quale lo Stato non potrà che rispondere con maggiore intensificazione degli apparati ora presenti. 22