1. Termovalorizzatore di Torino
TERMOVALORIZZATORE
1. Il termovalorizzatore di Torino
Il termovalorizzatore di Torino è un impianto finalizzato allo smaltimento di rifiuti non altrimenti
recuperabili, che valorizza l’energia in essi contenuta, producendo elettricità e calore; esso
rappresenta l’anello conclusivo del sistema integrato di gestione dei rifiuti in provincia di Torino,
dove lo sviluppo della raccolta differenziata ha raggiunto – in linea con i parametri europei – il
50%.
L’impianto – tra i primi dieci al mondo per innovazione e capacità di smaltimento – utilizza
tecnologie consolidate e concepite per garantire la tutela della salute e la salvaguardia dell’ambiente
e si avvale dei più recenti progressi del settore: si sviluppa, infatti, su tre linee di combustione e
depurazione fumi uguali e indipendenti, condizione che garantisce massima flessibilità di gestione e
manutenzione. L’impianto dispone, inoltre, di un sistema di monitoraggio indipendente delle
emissioni, costantemente sorvegliato da ARPA in remoto.
Il termovalorizzatore – autorizzato a smaltire fino a 421.000 tonnellate di rifiuti all’anno – può
operare in assetto solo elettrico – producendo annualmente l’energia corrispondente al fabbisogno
di circa 175.000 famiglie di tre persone – oppure in assetto cogenerativo, cioè fornendo sia energia
elettrica sia termica per il teleriscaldamento – generando ogni anno l’energia termica in grado di
scaldare 17.000 abitazioni da 100mq e l’elettricità per il fabbisogno di circa 160.000 famiglie. Il
recupero dell’energia contenuta nei rifiuti permette, quindi, il risparmio di circa 70.000 t/a di
combustibile tradizionale, con evidenti ricadute positive sull’ambiente.
Terminata ad aprile 2013 la fase di costruzione (iniziata nel 2010), l’impianto opera oggi in regime
di esercizio provvisorio: completata tale fase di test e collaudo prestazionale, che dura 12 mesi, a
maggio 2014 è previsto il definitivo passaggio al regime di esercizio commerciale.
Collocato a Torino, in località Gerbido (Via Paolo Gorini, 50), al confine con i Comuni di Beinasco,
Grugliasco, Orbassano, Rivalta e Rivoli – il termovalorizzatore è progettato, realizzato e gestito da
TRM S.p.A., società a capitale misto, controllata congiuntamente dal Gruppo IREN e da F2i SGR
S.p.A. e partecipata dal Comune di Torino e da una serie di altri comuni della Provincia.
2. La gestione dei rifiuti solidi urbani: un sistema integrato
a.
Strategie e politiche di gestione virtuosa dei rifiuti
La normativa dell’Unione Europea – soprattutto le direttive 99/31/CE e 2008/98/CE – ha stabilito la
graduale dismissione delle discariche: attraverso la promozione del recupero di materia (col riciclo e
il compostaggio successivi alla raccolta differenziata) e del recupero di energia (con la
termovalorizzazione), in discarica potranno essere conferiti solo gli scarti di tali processi.
Panorama Europeo
L’Italia si trova in una condizione di forte arretratezza rispetto ai Paesi più evoluti in termini di
gestione del tema rifiuti (Germania, Svizzera, Olanda, Belgio, Svezia, Austria, Danimarca e
Norvegia) in quanto è ancora diffuso in maniera prevalente il ricorso alle discariche che smaltiscono
oltre la metà dei rifiuti. I Paesi più virtuosi utilizzano invece in maniera ampia i termovalorizzatori,
come unica destinazione finale di smaltimento delle frazioni secche non recuperabili.
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2. Termovalorizzatore di Torino
Fonte: Eurostat 2013 (anno 2011)
Panorama italiano
Anche all’interno del panorama nazionale si riscontrano situazioni di squilibrio nella gestione dei
rifiuti: nel 2012 solo 4 Regioni Italiane (Lombardia, Emilia Romagna, Trentino Alto Adige e Friuli
Venezia Giulia) sono infatti dotate di un sistema impiantistico adeguato alle quantità di rifiuto
prodotto.
La stessa Regione Piemonte è in una situazione di deficit impiantistico, solo parzialmente
compensata dall’avvio del termovalorizzatore di Torino.
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3. Termovalorizzatore di Torino
Panoramica provinciale
La Provincia di Torino - in controtendenza con il trend nazionale e adeguandosi alle esperienze dei
paesi europei più virtuosi – ha adottato un sistema integrato di gestione dei rifiuti, per abbandonare
il sistema discarica attraverso lo sviluppo della raccolta differenziata e il recupero energetico. Il
termovalorizzatore di Torino rappresenta quindi l’anello conclusivo di tale ciclo di gestione dei
rifiuti.
Il Gruppo IREN - attraverso le società partecipate AMIAT S.p.A. e TRM S.p.A. - ha introdotto in
questo processo la propria competenza e professionalità nei settori dell’energia e dei servizi
ambientali - compreso quello della termovalorizzazione dei rifiuti - al fine di offrire ai cittadini una
sempre maggiore efficienza e qualità dei servizi.
b.
Il ciclo di gestione dei rifiuti
L’Italia1 nel 2011 ha prodotto circa 31 milioni di tonnellate (oltre 500kg pro capite, pari a circa 1,4kg
al giorno) di rifiuti solidi urbani, cioè rifiuti provenienti per lo più da utenze domestiche e
spazzamento stradale: di questi, il 34% è raccolto in modo differenziato (ossia ripartito per frazioni
merceologiche), mentre il restante 66% resta ancora indifferenziato.
Dei rifiuti raccolti in modo differenziato, le frazioni secche (carta, plastica, vetro, metalli, ..) – pari al
65,6% - vengono inviate agli impianti di riciclaggio, mentre la frazione umida (organico) – pari al
34,4% - viene trattata negli impianti di compostaggio per la produzione di concime e biogas.
Il residuo indifferenziato, invece, per il 49% viene conferito in discarica, il 17% viene
termovalorizzato e il rimanente viene trattato in impianti diversi quali ad esempio trattamenti a
freddo.
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Fonte: Eurostat e Ispra 2013 (dati 2011)
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4. Termovalorizzatore di Torino
In Provincia di Torino2 nel 2011 sono stati prodotti oltre 1,1 milioni di tonnellate (479kg pro capite
pari a circa 1,3kg al giorno) di rifiuti solidi urbani di cui metà (50,13%) raccolti in modo
differenziato e l’altra metà (49,87%) in modo indifferenziato.
La raccolta differenziata e il successivo ricorso al riciclo dei materiali sono in costante aumento: si è
passati dal 18% del 2000 all’attuale 50% (dato 2011). Il miglioramento non si è arrestato neppure
da quando la Provincia di Torino ha deciso di introdurre nel ciclo di gestione dei rifiuti un
termovalorizzatore, a dimostrazione che tra recupero di materia e di energia non c’è
contraddizione. Al contrario, la termovalorizzazione e la raccolta differenziata devono progredire
parallelamente per garantire un sistema virtuoso e ambientalmente sostenibile di gestione dei rifiuti
che va dalla raccolta allo smaltimento finale.
Il residuo indifferenziato viene ancora conferito quasi totalmente in discarica (92%) e solo in
minima parte (8%) viene inviato ad impianti di pretrattamento o al recupero. Con l’avvio a pieno
regime del termovalorizzatore di Torino, gran parte del rifiuto indifferenziato (421mila tonnellate
sulle 550mila prodotte ogni anno) potrà essere recuperato in termini di energia. Il resto, con
l’attuale dotazione impiantistica presente, dovrà ancora essere conferito nelle discariche del
territorio.
3. Il processo di termovalorizzazione
I termovalorizzatori sono impianti che smaltiscono la parte di rifiuti che non può più essere
altrimenti recuperata, valorizzandone l’energia contenuta, attraverso la produzione di elettricità e
calore.
I moderni termovalorizzatori si distinguono dai vecchi impianti di incenerimento proprio perché
permettono il recupero dell’energia derivante dai rifiuti conferiti e - soprattutto grazie a moderne
tecnologie nel trattamento dei fumi - garantiscono un più efficace abbattimento delle sostanze
inquinanti.
Tra i benefici derivanti dall’attività di termovalorizzazione, vi è – infatti - anche la riduzione sensibile
del volume del materiale conferito in discarica e il conseguente “risparmio di territorio”: infatti, il
residuo del processo di termovalorizzazione è di circa il 15% in termini di volume e il 25% in
termini di peso rispetto al totale trattato. Ad esempio, grazie al termovalorizzatore di Torino, in un
arco temporale di 30 anni a fronte di un conferimento in discarica di 12,5 milioni di tonnellate di
rifiuti, ne verrebbero collocati in discarica solo 2,5 milioni, e l’ingombro proporzionale sarebbe di
gran lunga inferiore.
Negli ultimi decenni il ricorso alla termovalorizzazione in Europa è notevolmente aumentato – ad
oggi sono attivi più di 450 impianti (Fonte: ISWA 2013) - e la quantità di rifiuti trattati nel triennio
2009-2011 è ulteriormente cresciuta del 4,29% (Fonte ISPRA 2013).
4. L’impianto di Torino: la costruzione
La costruzione del termovalorizzatore, iniziata nel febbraio 2010, si è conclusa ad aprile 2013,
quando l’impianto è entrato in esercizio provvisorio: una fase di test e collaudo prestazionale.
Terminato questo periodo, nel maggio 2014 l’impianto entrerà nella fase di esercizio commerciale
che durerà 20 anni (fino al 2034).
La costruzione dell’impianto è stata realizzata da un’A.T.I. (Associazione Temporanea di Imprese)
con capogruppo CNIM - Constructions Industrielle de la Méditerranée, società francese che – in
quasi 50 anni di attività – ha progettato e realizzato più di 100 impianti di termovalorizzazione in
tutto il mondo - circa 90 solo in Europa, di cui 2 in Italia, a Piacenza e in provincia di Isernia - e,
attualmente, sta costruendo altri 7 impianti oltre a quello di Torino.
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Fonte: Rapporto sullo stato del sistema di gestione rifiuti – Osservatorio Rifiuti della Provincia di Torino Dicembre 2012
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5. Termovalorizzatore di Torino
Per introdurre un elemento di terzietà nella realizzazione dell’opera attraverso la verifica - tecnica
contabile e amministrativa – dell’esecuzione dei lavori a regola d’arte e in conformità al contratto,
TRM ha nominato un Ufficio di Direzione Lavori (un’A.T.I. con capogruppo la società Cabinet
Merlin s.a. di Lione) e un soggetto Collaudatore (un’A.T.I. con capogruppo il Prof. Guido Caposio).
5. L’impianto di Torino: il processo di funzionamento
a. Il conferimento dei rifiuti
L’impianto è autorizzato a smaltire 421.000 tonnellate all’anno – circa 1600 al giorno – di due tipi
di rifiuto: rifiuti solidi urbani residui dalla raccolta differenziata - la priorità - e rifiuti speciali
assimilabili agli urbani - solo ad eventuale complemento degli urbani, fino ad un massimo di
124.000 t/a - ad esempio imballaggi prodotti da aziende del territorio.
Il conferimento dei rifiuti avviene attraverso i normali mezzi di raccolta (camion) che giungono dai
Consorzi di Bacino della zona sud della provincia di Torino (ACEA Pinerolese; CCS; COVAR 14;
CADOS; Bacino 18 – Città di Torino), incaricati di sovraintendere al processo di raccolta dei rifiuti.
All’ingresso nell’area di impianto, gli automezzi sono sottoposti ad un controllo automatico della
radioattività: in caso di superamento della soglia prevista, i mezzi vengono bloccati e sottoposti ad
ulteriori controlli. I camion vengono successivamente pesati: ogni veicolo ha un codice identificativo
ed il carico è registrato automaticamente. Per verificare l’idoneità dei rifiuti in ingresso, sono
ovviamente previste procedure di controllo a campione sui conferimenti.
I mezzi sono poi indirizzati alla zona di scarico all’interno dell’impianto, l’avanfossa: un enorme
capannone – in condizioni di lieve depressione per evitare la fuoriuscita di odori – con 10 aperture
attraverso le quali i camion scaricano il loro contenuto direttamente nella fossa di accumulo dei
rifiuti.
b.
Il processo di termovalorizzazione
i. Lo stoccaggio dei rifiuti
All'interno della fossa, i rifiuti sono mescolati da una benna a polipo – sorretta da un carroponte
manovrato da un gruista – allo scopo di rendere più omogeneo il combustibile. La benna - della
capacità di 12 m3 - preleva i rifiuti, depositandoli ciclicamente nei forni di incenerimento tramite le
tramogge di ingresso.
ii. La combustione dei rifiuti
L’impianto si sviluppa su tre linee di combustione e depurazione fumi uguali e indipendenti, che
hanno in comune la fossa di accumulo, la sezione di recupero energetico, le zone di stoccaggio dei
residui e il camino.
Ogni ciclo di combustione – che dura circa 1 ora – avviene su tre griglie mobili, ognuna delle quali
ha una superficie di circa 77 m2. Un sistema di movimentazione meccanica assicura una costante
miscelazione degli strati di rifiuti, favorendo la combustione ed impedendo surriscaldamenti locali e
accumuli di scorie nel letto di combustione.
I rifiuti bruciano per autocombustione a circa 1.200°C: il metano interviene esclusivamente
all’accensione di ciascuna Linea, per portarla in temperatura, o nel caso in cui nella camera di postcombustione (posta sopra ciascuna griglia) la temperatura scenda al di sotto degli 850° C previsti
dalla legge a garanzia del contenimento delle emissioni (di diossina e furani).
Nella zona più bassa della griglia ha luogo la combustione completa delle scorie, che cadono
nell’estrattore scorie (culla): qui un bagno d’acqua ne garantisce il completo spegnimento ed il
raffreddamento prima dell’invio nell’apposita fossa di accumulo.
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6. Termovalorizzatore di Torino
iii. La produzione di elettricità e calore
Le pareti della caldaia, che sovrasta ciascuna griglia, sono costituite da tubi in cui scorre acqua con
funzioni di raffreddamento e di recuperatore del calore: l'acqua è in pressione e - riscaldandosi col
calore dei fumi - evapora, alimentando così la turbina. Il ciclo termico ha il compito di convertire il
vapore, prodotto in caldaia dalla combustione dei rifiuti, in energia elettrica, tramite una turbina a
vapore, e di fornire vapore per il teleriscaldamento.
Il termovalorizzatore può operare:
in assetto solo elettrico, producendo ogni anno 350.000 MWh di energia, corrispondente al
fabbisogno di circa 175.000 famiglie di tre persone;
in assetto cogenerativo - ovvero producendo sia energia elettrica che termica per il
teleriscaldamento - generando ogni anno 170.000 MWh di energia termica, in grado di scaldare
circa 17.000 abitazioni da 100mq, e 320.000 MWh per la produzione di energia elettrica, pari al
fabbisogno di circa 160.000 famiglie.
Il recupero dell’energia contenuta nei rifiuti permette il risparmio di circa 70.000 t/a di combustibile
tradizionale.
iv. La depurazione dei fumi
I fumi sprigionati dalla combustione, prima di poter essere immessi in atmosfera, devono essere
depurati. La sezione di trattamento fumi – che da sola costituisce più di un terzo dell’impianto - ha il
compito di ridurre al massimo le concentrazioni di inquinanti, attraverso quattro passaggi, tutti a
secco (cioè senza l’utilizzo dell’acqua): un elettrofiltro a 3 campi per l’abbattimento delle polveri di
caldaia (particolato solido); un reattore a secco per l’abbattimento di gas acidi, diossine, furani e
metalli pesanti; un filtro a maniche per la rimozione dei prodotti di neutralizzazione dei gas acidi e
dei prodotti solidi non trattenuti dall’elettrofiltro; un reattore catalitico di abbattimento degli ossidi
di azoto (DeNOx SCR).
Dopo essere stati depurati e analizzati, i fumi vengono espulsi in atmosfera tramite il camino: una
struttura in cemento armato, contenente le tre canne delle tre linee, che consente l'evacuazione dei
fumi in atmosfera ad una temperatura di circa 120°C e ad una quota di 120 metri.
c.
La gestione dei residui
Il processo di termovalorizzazione genera residui che derivano dalla combustione (scorie e ferrosi) e
dalla depurazione dei fumi (ceneri e Prodotti Sodici Residui – PSR).
Le scorie (circa il 21% dei rifiuti in ingresso) sono la parte incombusta dei rifiuti: una volta cadute
dalla griglia, vengono raffreddate e - attraverso nastri trasportatori - depositate in una fossa di
accumulo. Durante questo percorso, alcune elettrocalamite separano dalle scorie eventuali residui
ferrosi (circa 2% dei rifiuti), che vengono stoccati a parte per poter essere riciclati. Le scorie sono
trattate in appositi impianti di inertizzazione e poi utilizzate come materiale da costruzione (es.
copertura discariche, massicciate stradali).
Le ceneri leggere (circa 2%), invece, derivano dall’attività dell’elettrofiltro mentre i Prodotti Sodici
Residui sono costituiti da ciò che viene trattenuto dal filtro a maniche: entrambi i residui sono di
tipo pericoloso, perché contengono sostanze inquinanti, e – una volta stoccati in sili – vengono
sottoposti ad inertizzazione in impianti dedicati e autorizzati e poi avviati a recupero o a
smaltimento.
6. La tutela della salute e la salvaguardia dell’ambiente
a. La scelta della tecnologia e i criteri UE
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7. Termovalorizzatore di Torino
Nel 2005 la Provincia di Torino ha deciso di introdurre un termovalorizzatore nel sistema di
gestione dei rifiuti: perseguendo l'obiettivo della massima precauzione ambientale, ha affidato la
determinazione della migliore tecnologia applicabile - in relazione al contesto ed alla localizzazione
- ad una Commissione di esperti e docenti universitari (Commissione altamente Specializzata) che ha
indicato i principali componenti impiantistici, secondo i criteri B.A.T. (Best Available Techniques)
dettati dall’Unione europea.
b. Il Piano di monitoraggio
Tra le prescrizioni territoriali ed ambientali condizionanti la realizzazione dell'impianto, la Provincia
di Torino ha previsto un Piano di monitoraggio pluriennale - articolato in tre fasi - per garantire
l'elaborazione di strumenti di controllo in grado di analizzare costantemente l’impatto ambientale
del termovalorizzatore.
Nella prima fase ARPA ha condotto un’analisi della qualità ambientale dell'area circostante
l'impianto prima della sua entrata in esercizio (Bianco ambientale).
Sulla base delle risultanze di questo studio, è stato prescritto a TRM lo sviluppo di un Piano di
monitoraggio della fase di realizzazione, finalizzato al contenimento e al controllo dell’impatto
sull’ambiente sin dalla fase di costruzione del termovalorizzatore. Le azioni di monitoraggio,
concordate con la Provincia di Torino e assegnate mediante una gara ad evidenza pubblica ad
AMIAT S.p.A., prevedevano la misura della polverosità, l’analisi delle acque di falda e rilevazioni
fonometriche periodiche.
TRM ha infine elaborato un Piano di monitoraggio in fase di esercizio che prevede, tra gli altri
controlli per valutare l’impatto ambientale, anche un rigoroso Sistema di monitoraggio delle
emissioni.
c. Il sistema di Monitoraggio delle emissioni
In una strategia di monitoraggio preventivo, l’analisi dei flussi gassosi generati dalla combustione
avviene – prima ancora dell’espulsione a camino – anche in caldaia e a monte del sistema di
trattamento dei fumi: questo consente di rendere tempestive le regolazioni dei parametri di
combustione e di trattamento dei fumi, rendendo così più efficace l'abbattimento degli inquinanti
prima della fase di depurazione. A camino, infine, ciascuna delle tre linee dispone di strumenti di
analisi del contenuto dei fumi prima che vengano immessi nell’atmosfera.
A totale garanzia delle tutela della salute dei cittadini, l’ente controllore (ARPA Piemonte) dispone
di un analizzatore - collegato via modem e installato sotto la propria supervisione - che le consente
di monitorare in remoto, costantemente e in modo indipendente le emissioni dell’impianto.
I parametri analizzati si dividono in due categorie in base al tipo di monitoraggio: in continuo e con
prelievi periodici.
Vengono misurati in continuo i seguenti parametri: monossido di carbonio, acido cloridrico,
ammoniaca, ossidi di zolfo e azoto, carbonio organico totale, polveri totali, mercurio.
Per diossine e furani - nonostante la normativa preveda misure periodiche quadrimestrali su un
periodo di 8 ore - TRM si è dotata di un sistema di campionamento in continuo che utilizza
campionatori automatici (uno per ciascuna linea) che accumulano gli inquinanti in fiale
successivamente inviate a laboratori specializzati e certificati.
Un ulteriore sistema, infine, è previsto per l'analisi della radioattività nei fumi del camino.
d. Trasparenza nella comunicazione delle emissioni
Per garantire completa trasparenza verso le Istituzioni e i cittadini, i valori emissivi del
termovalorizzatore vengono comunicati quotidianamente sul sito internet di TRM
(http://www.trm.to.it/index.php?option=com_content&view=article&id=445&Itemid=275&lang
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8. Termovalorizzatore di Torino
=it) e su quello del Comitato Locale di Controllo; inoltre, vengono trasmessi attraverso otto
monitor collocati nelle sedi dei Comuni limitrofi all’impianto.
7. La società TRM - Trattamento Rifiuti Metropolitani S.p.A.
TRM S.p.A. – nata nel dicembre 2002 per progettare, realizzare e gestire impianti per il trattamento
e lo smaltimento di rifiuti – è dal dicembre 2012 una società a capitale misto: l’80% delle sue quote
sono detenute da TRM V. S.p.A. - società controllata congiuntamente da IREN S.p.A. (Gruppo
IREN), socio industriale con il 25%, e da F2i Ambiente S.p.A. (F2i SGR S.p.A.), socio finanziario con
il 75%) - mentre il restante 20% è partecipato dal Comune di Torino (con una quota di circa il
18%), da una serie di altri comuni della Provincia3 e da quattro consorzi di raccolta rifiuti (CCS,
C.A.DO.S., ACEA Pinerolese e Covar 14). La società ha un capitale sociale di € 78.694.220
interamente versato.
Il Presidente di TRM S.p.A. è Bruno TORRESIN, l’Amministratore Delegato è Andrea VIERO (Vice
Presidente di IREN S.p.A. e Amministratore Delegato di Iren Ambiente) e il Direttore Generale
Mauro PERGETTI.
8. Il Project financing
Il termovalorizzatore di Torino è una delle più grandi infrastrutture italiane finanziate utilizzando la
tecnica del project finance: una forma di accesso al credito in cui il finanziamento è erogato non
sulla base di garanzie reali, bensì sulla capacità dei flussi di cassa che genererà il progetto di
rimborsare il prestito. Nella fase di progettazione/realizzazione, TRM è ricorsa a mezzi di debito che
verranno restituiti – ad impianto in esercizio – grazie ai ricavi derivati dalla vendita dell’energia
prodotta, dalla tariffa di smaltimento e dall’incentivazione di cui l’impianto può beneficiare per la
quota parte di energia generata da rifiuti biodegradabili.
L’intero progetto richiede un investimento complessivo di oltre 500 milioni di euro: 413 mln euro
ottenuti dagli istituti finanziatori (375 milioni per sostenere costi di costruzione ed esercizio
provvisorio e 38 milioni per finanziare l’IVA) e altri 90 mln euro messi a disposizione dai Soci di
TRM tramite l’immissione di capitale sociale secondo un piano di capitalizzazione predefinito.
Il finanziamento bancario viene erogato per un periodo di 5 anni (2010 – 2014), al termine del
quale TRM dovrà restituire il debito in un lasso di tempo di 15 anni (2015 – 2029). Pertanto,
l’estinzione del finanziamento bancario è prevista per l’anno 2029, momento dal quale TRM
inizierà a distribuire dividendi.
Il finanziamento vede la partecipazione di primari istituti quali Banca Europea degli Investimenti
(BEI) – che, per la prima volta in Italia, ha condiviso il rischio con gli altri soggetti finanziatori sin
dalla fase di costruzione – BNP Paribas, Unicredit, Banca Popolare di Vicenza e SACE.
9. Il processo autorizzativo e le autorità di controllo
Il progetto dell’impianto, sviluppato da TRM, ha ottenuto a fine 2006 il Giudizio positivo di
compatibilità ambientale (nell’ambito della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale),
l’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) - rinnovata nel 2012 - e il parere positivo del Consiglio
Superiore dei Lavori Pubblici.
Il termovalorizzatore – a garanzia della salvaguardia della popolazione e dell’ambiente – è
subordinato al controllo di molteplici organismi: la Provincia di Torino (che ha concesso
l’Autorizzazione Integrata Ambientale all’impianto nella quale sono prescritti adempimenti tecnici e
Almese, Borgaro, Brandizzo, Brozolo, Buttigliera, Casalborgone, Caselle, Castagneto Po, Castiglione, Cavagnolo,
Chivasso, Cinzano, Druento, Foglizzo, Gassino, Grugliasco, Lauriano, Leinì, Lombardore, Montanaro, Monteu da Po,
Pinerolo (ACEA Pinerolese), Rivalba, San Benigno Canavese, San Mauro, San Raffaele Cimena, San Sebastiano da Po,
Sciolze, Settimo Torinese, Torrazza Piemonte, Venaria, Verolengo, Verrua Savoia e Volpiano.
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9. Termovalorizzatore di Torino
ambientali cui l’impianto deve ottemperare e che quindi vigila sulla loro osservanza da parte di
TRM); l’ATO-R (titolare della concessione a TRM e firmataria del Contratto di servizio per la
gestione del termovalorizzatore con la stessa); l’ARPA Piemonte (che verifica il rispetto dei
parametri di processo, emissivi e ambientali e verifica l’impatto ambientale dell’impianto); il
Comitato Locale di Controllo (che esercita un controllo su tutte le fasi di realizzazione e gestione del
termovalorizzatore attraverso i rappresentanti politici e tecnici dei Comuni limitrofi e che garantisce
– soprattutto nei confronti dei cittadini – la massima trasparenza nella comunicazione relativa
all’impianto).
10. Una struttura al servizio dei cittadini e integrata nel territorio
Il termovalorizzatore è una struttura al servizio dei cittadini e integrata nel territorio: per questo
motivo, TRM ha dedicato molta cura agli aspetti estetici dell’impianto (il cui design è stato
realizzato da Stile Bertone) e alla creazione di spazi di accoglienza, con l’obiettivo di rendere –
progressivamente – il termovalorizzatore parte della vita sociale e culturale della comunità locale,
come avviene in molti altri casi in Europa.
In quest’ottica, la palazzina polifunzionale è stata pensata per l’accoglienza di tutti coloro che
vorranno approfondire la conoscenza dell’impianto e del suo funzionamento ed ospiterà un’ampia
sala conferenze, dove avranno luogo manifestazioni e mostre aperte alla comunità locale.
I cittadini potranno, inoltre, accedere al giardino d’inverno e salire sulla la terrazza panoramica –
servita da un ascensore trasparente esterno all’impianto – che si trova sulla sommità del camino alto
120 metri e che permette, a conclusione delle visite in impianto, una vista privilegiata sullo skyline
torinese: insieme alla grande vetrata inclinata, su cui scorre un velo d’acqua che confluisce in una
piscina di forma geometrica, il segno tangibile che bello ed efficacia tecnologica possono convivere
armoniosamente.
Comunicazione e Ufficio Stampa TRM
www.trm.to.it
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